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TWF - Tex Willer Forum

[627/628] Salt River


ymalpas
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Amici, ecco per vostra conoscenza:

Salt River : Interviste esclusive con gli autori Mauro BOSELLI e Stefano ANDREUCCI, nel blog portoghese di Tex!



Versione italiana - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=43986

Versione portoghese - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=43944

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  • 1 anno dopo...

Dopo aver letto tutti gli interventi (sono stata brava, vero? ^_^ ) aggiungo il mio parere su questa storia, in particolare sulla gestione del personaggio di Kit.
Credo che ormai sia inutile parlare di spoiler, ma vi avviso lo stesso:

Contiene spoiler

L'inizio con Corvo Giallo è da antologia e la storia procede con un ottimo ritmo, regalandoci anche un altro bel cammeo grazie a Lobito. Il personaggio di Sarah si presenta subito in positivo, troppo perfetta per essere vera, come ammetter? lo stesso Kit più tardi. Non trovo nulla di fuori luogo nell'infatuazione di Piccolo Falco, e sono fra quelli che hanno apprezzato le prese in giro dello sceriffo Drayson prima e di Tex e Carson dopo. Ci sta che la prima volta caschi in trappola, e lo troverei sensato anche nella seconda se non fosse per un particolare che mi sembra stonato: Kit aveva già visto Jerry Lovett prima di incontrarlo sul treno, eppure non lo riconosce. Parlo delle prime due vignette di pag. 97, in Salt River. Jerry è fra i tre che lo "tengono d'occhio", Kit lo scruta e pensa anche che lui e i suoi compari non sembrino tipici abitanti di Green City. Un giorno e mezzo dopo lo incontra sul treno. Capisco i postumi della botta in testa e il debito d'ossigeno, ma mi sembra davvero strano che non lo riconosca. Avrei trovato la scena molto più credibile se si fosse trovato davanti uno della banda che non aveva già incontrato.
Sulla mancata impiccagione di Sarah sono d'accordo con chi la riteneva fuori luogo.
Riguardo a un suo possibile nuovo incontro con Kit, invece, sono scettica. Lui la liquida senza pietà con quel: "siamo pari", difficile che ci ricaschi di nuovo...

Dimenticavo: sui disegni si può dire una cosa sola :inch:

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  • 5 mesi dopo...
  • Sceriffi

Ho riletto anche questa recente - e convincente - storia dell'accoppiata Boselli - Andreucci, che senza essere un capolavoro è comunque avvincente, divertente e non scontata. Bella la trama e i personaggi confezionati da Borden - un cattivo scaltro e astuto, ma che si rivela alla fine un gran vigliacco, e un personaggio femminile di primo piano. Kit Willer è il vero protagonista e la storia è incentrata su di lui e sul suo rapporto con la bella "dottoressa", ed è davvero un'ottima cosa che vengano scritte storie che mettono al centro della scena anche gli altri pards. Menzione speciale per la scena in cui i tre pards si dividono sulle tracce dei fuorilegge e cavalcano ognuno verso una destinazione diversa, mi è piaciuta tantissimo!

 

I disegni di Andreucci sono per me ottimi - ho letto qualcuno prima di me accostare il suo tratto a quello di Mastantuono, e in effetti anch'io ravviso qualche somiglianza tra i due stili, ma sicuramente non c'è in Andreucci quell'eccesso di stilizzazione che a volte, in Mastantuono, può risultare un po' indigesta. Che dire, cresce l'attesa per il suo Texone che si preannuncia davvero imperdibile!

 

Voto: 8 pieno.

  • +1 1
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Questa storia è stata per me un ottimo inizio 2013. La vicenda si è sviluppata bene in maniera scorrevole e ricca di azione. Ho apprezzato il fatto di dare un bello spazio a Kit e alla protagonista femminile, in questa maniera si è potuto esplorare il mondo di Tex anche da un'altra angolatura senza togliere luce a Tex stesso.
L'unica cosa che mi lascia un punto di domanda è l'utilizzo dell'indiano ad inizio albo..

Per quanto riguarda i disegni sono rimasto piacevolmente colpito dalla stile di Andreucci che sicuramente ha un margine di miglioramento nella cura di alcune vignette (e da quel che ho visto nei suoi nuovi lavori sta già avvenendo)in particolare mi sono piaciuti diversi suoi primi piani di Tex e Kit e alcune scene di azione come l'attacco al treno.
Ho apprezzato la sua interpretazione di Kit Willer con i capelli più lunghi :)

Per quanto riguarda la somiglianza con il tratto di Mastantuono se c'è è pressocché impercettibile e tirando le somme trovo siano due mondi diversi, Mastantuono, in particolare negli ultimi suoi lavori ha "stilizzato" alla grande quasi "topolinizzato" mentre il tratto di Andreucci è notevolmente più rotondo e pulito.

Disegni 8
Storia 8

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  • 7 mesi dopo...
  • 6 mesi dopo...

Una delle migliori storie degli ultimi anni, per trama, azione, dialoghi e disegni. Si entra subito in azione con un inseguimento, per poi passare alle vicende di Kit (gran protagonista), perseguendo con intrecci e colpi di scena, con tensione sempre alta e personaggi co-protagonisti molto ben caratterizzati psicologicamente. I disegni sono all'altezza della storia con qualche volto di Kit meno riuscito, ma, in generale, ottimi, sopratutto nelle scene di azione. 
Voto 9. 

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  • 4 mesi dopo...

Interessante il confronto della colorazione originale data da Claudio Villa rispetto a quella di Carmine di Giandomenico, che appare fin troppo realistica, anche per la diversa saturazione dei colori ottenuta con le due tecniche differenti

Capa-de-Tex-628-colorida-por-Claudio-Vil

la copertina andata in stampa.....
SfLTIzu9ropzzZ8xC85KdkzpnjrOcrc9OElCUPPD

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  • 1 anno dopo...

Wow!! Che storia!! “Salt River” è un’eccellente avventura di Tex, una storia che ha veramente tante frecce al proprio arco, che avvince dall’inizio alla fine, in crescendo con un finale al cardiopalma. Ne potrebbe uscire fuori un bel film perché è costruita con un taglio cinematografico e vede tanta azione, un’ampia gamma di personaggi dai risvolti psicologici interessanti. Il tutto condito da un mix davvero azzeccato di scene dure e altre più soft, con un degno finale in perfetto “stile Tex”.

 

Mauro Boselli questa volta ha fatto proprio centro. Ha saputo arricchire una tipica avventura western, basata su inseguimenti e sparatorie, di una serie di sottotrame assolutamente godibili che hanno intessuto ed esaltato un soggetto che in altre mani avrebbe potuto rivelarsi molto meno ispirato. Alla base dell’avventura ci sono Tex e Carson alla caccia di Jack Curtiss e la sua banda. Ordinaria amministrazione, a prima vista per il nostro, eppure Curtiss si rivelerà un osso durissimo e il duello a distanza tra i due terminerà con uno scontro a fuoco emozionante quanto spettacolare. Poi c’è la particolarissima avventura sentimentale di Kit Willer con Sarah Wyatt, “dottoressa” bella e malandrina. Tipica figura ammaliatrice, capace di doppi e tripli giochi, sarah riesce a far vacillare un Kit ritratto psicologicamente in modo assai fine. Boselli ce lo mostra coraggioso e impulsivo, maldestro e però vincente; in una sola parola: ragazzo. C’è in lui tutta l’esuberanza di un diciottenne, il vitalismo di chi cerca un’affermazione personale che lo emancipi dal rapporto paterno senza collidere con esso. C’è un bellissimo confronto tra padre e figlio, un confronto non usuale per un fumetto solitamente restio ad addentrarsi in questioni riguardanti l’interiorità umana. Eppure trattato con grande misura. Tex e Kit, Kit e Sarah, ma anche Sarah e Curtiss: personalità a confronto che emergono in un inedito e per certi versi inaspettato ventaglio di sfaccettature. C’è anche una “posse” che si mette sulle tracce della banda finendo per due volte di traverso a Tex. E una serie di personaggi minori e comparse che arricchiscono a loro volta la scena.

 

Accanto ad un’ottima sceneggiatura, densa e ricercata, che non conosce momenti di stanca, c’è da sottolineare la presenza di uno Stefano Andreucci assolutamente convincente, capace di esaltare graficamente il testo regalandoci un’opera ineccepibile anche sotto l’aspetto visivo. Andreucci è un disegnatore della nuova scuola, attento al dettaglio. E però, al contrario di altri e meno dotati colleghi, riesce a non appesantire la vignetta di dettagli superflui e di conferire al proprio tratto un dinamismo e un’originalità che lo pongono in assoluto tra i migliori artisti della collana. In questa storia tutte le figure, comprese quelle meno rilevanti, hanno avuto un’accurata interpretazione grafica. Eccellenti molti primi piani. Una menzione anche per il lettering incisivo di Luca Corda. In definitiva, un “8” pienamente meritato per un western moderno coi fiocchi e un Tex ai vertici della sua produzione contemporanea.

Modificato da Texan
  • +1 1
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Wow! Ora sono certo he ne troverai qualcun altra,,, Pensa che di questa uBC e TWO dissero peste e corna, perchè Kit riceveva due colpi in testa e subiva il fascino della bella... La distrussero.

 

E che ti avevo detto di Andreucci?

Modificato da borden
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Eh, sì, "Salt River" è proprio una grande storia. A mio avviso è proprio in quel periodo che Boselli si è ripreso dopo un periodo di lieve flessione cominciato a metà degli anni Duemila che fa sì che le storie pubblicate in quel frangente siano a mio gusto le sue meno riuscite in assoluto: la tanto celebrata "Patagonia" a me non è mai piaciuta; "Salt River" è incomparabilmente superiore.

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<span style="color:red;">5 minuti fa</span>, borden dice:

Wow! Ora sono certo he ne troverai qualcun altra,,, Pensa che di questa uBC e TWO dissero peste e corna, perchè Kit riceveva due colpi in testa e subiva il fascino della bella... La distrussero.

 

E che ti avevo detto di Andreucci?

 

Ancora complimenti! :)

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  • 2 anni dopo...
On 20/4/2017 at 19:37, borden dice:

Wow! Ora sono certo he ne troverai qualcun altra,,, Pensa che di questa uBC e TWO dissero peste e corna, perchè Kit riceveva due colpi in testa e subiva il fascino della bella... La distrussero.

 

E che ti avevo detto di Andreucci?

 Tenuto conto delle parole di Boselli sono andata sul sito di uBC e ho letto le recensioni su Salt River.

Nell'articolo "Figlio di nessuno...che i figli non osino aspirare alla grandezza dei padri" di Michela Feltrin (ammetto scritto bene, dannatamente bene) la demolizione di questa storia è portata avanti in modo capillarmente chirurgica (passatemi il termine) e con certosina determinazione.

Il figlio di nessuno è Kit Willer che in Salt River ha una parte importante, di fatto il vero protagonista, ma che secondo l’autrice dell’articolo infila tali e tante figure da “fesso” da inficiare tutta la storia che, altrimenti, poteva essere interessante e gradevole.

 E tutto, sempre secondo la Feltrin, perché al giovane Kit non viene concesso (dall’Autore, ovvero Mauro Boselli) di essere nelle parole, nei gesti, nei fatti e nei pensieri simile ma soprattutto degno di suo padre.

 Il Kit Willer di Salt River non è…il figlio di Tex, non può esserlo comportandosi in quel modo! Da qui il cedimento di tutto l’impianto della storia in quanto, sempre secondo la Feltrin, gli “errori” di Kit, inaccettabili in quanto figlio dell’eroe, hanno come conseguenza quella di screditare ed invalidare l’intera trama!

Non sono d’accordo e, non solo perchè potrei ribattere, alle critiche e ai giudizi negativi, con le impressioni e le sensazioni (positive) che la lettura di Salt River ha suscitato in me, ma perché se si accettasse questo suo teorema molti degli albi di Tex dovrebbero …andare al rogo!

Ne ”Il ritorno del EL Carnicero” di  Nizzi , per più di 20 pagine  Tex e Carson vengono beffati e portati per il naso da un oste e da sua moglie (figure tra l’altro piuttosto insignificanti e per niente irresistibili).

E in quelle pagine assistiamo anche al fallimento della famosa “cura a suon di cazzotti” che per dirla alla Tex…farebbe parlare anche un muto dalla nascita!

Non solo l’oste non racconta la verità, dopo essere stato sbattuto come un tappetino da Tex, ma rifila a lui e Carson una storiella incredibilmente fasulla sulla cattura di Kit e Tiger.

I nostri due pards ci credono talmente tanto bene alle balle raccontate che si fermano anche a mangiare nella locanda dei due lestofanti, parlando tra di loro delle prossime mosse (mentre l’oste e l’ostessa li osservano quasi divertiti) e quando vanno via Carson li saluta gioviale con un bel saluto ed un…a presto!

E anche il “famoso sesto senso” di Tex, (quella vocina che gli suggerisce se andare a destra o a sinistra del sentiero )… in questo caso non funziona proprio, incredibilmente direi, tenuto anche  conto che lui e Carson erano sulle tracce di Kit e Tiger e pertanto i “loro sensi” dovevano essere ben allertati !

A seguito di questi errori di valutazione Tex e Carson cadono nella trappola tesa dai complici dei due locandieri e il Vecchio Cammello viene catturato mentre Tex si salva fortunosamente.

Quindi al “Il ritorno de El Carnicero” facciamo fare la fine dell’Ultimo Tango a Parigi”? Ma neanche per sogno!

La cattura Kit, Tiger e Carson è funzionale allo svolgimento e proseguimento della trama e per dare la possibilità a Tex di esprimersi ai massimi livelli e liberare i suoi compagni, insieme ai quali alla fine regola i conti con l’acerrimo nemico.

Funzionali, appunto, come lo sono in Salt River le azioni, le parole e i comportamenti (“censurati” dalla Feltrin) del giovane Kit che ha così la possibilità (come l’ha avuta Tex ne El Carnicero) di dimostrare poi le sue non comuni capacità.

Concordo invece con l’autrice dell’articolo per quanto riguarda la freddezza di Tex nei confronti del figlio.

Tex è un uomo duro, freddo, granitico, impenetrabile che non mostra alcun tipo di emozione.

I sentimenti nei confronti di Kit li tiene ben nascosti. Forse un po' troppo. Spesso si scorda di avere un figlio. (Nizzi docet)

Gli affida imprese impossibili e rischiosissime come ne El Supremo. Anche lì, come in Salt River, è Carson a ricordare a Tex che è…anche il padre di Kit e di preoccuparsi un pochino di più di lui.

Michela Feltrin non perdona a Mauro Boselli questi “scivoloni”.

Dall’ autore de Il Passato di Carson, Patagonia ed altri gioiellini simili vorrebbe sempre di più e sempre di meglio. Anche io lo vorrei ma so che non è possibile.

E’ come pretendere che il nostro attore preferito vinca l’Oscar ad ogni film che interpreta.

Anche io come lei ho sperato e spero ancora che con Boselli non si torni mai più al passato, anche se ultimamente qualche dubbio mi è sorto.

Dal gennaio del 2018 ad oggi delle 16 storie mensili sulla serie regolare di Tex, pochissime sono quelle con tutte e quattro i pards, si contano sulle dita di una mano.

E anche il Texone di giugno avrà come  protagonisti i soli Tex e Carson.

Vedremo….

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Premesso che in questa storia come nel Carnicero io ho trovato un Tex e un Kit perfetti, e che chi dice che Tex se ne frega di suo figlio dovrebbe leggere Chinatown L' uomo senza passato e anche El supremo, dove Tex si preoccupa per il figlio anche più di Carson; premesso che le recensioni di Ubc e soprattutto della Feltrin valgono quello che valgono: se Tex non dovesse mai farsi raggirare dagli avversari, allora le storie sarebbero tutte uguali. Alla Feltrin direi: rileggiti Chinatown ( con Tex che per tutto il tempo non capisce che Jane c' entri qualcosa e solo grazie ad un colpo di fortuna l' arresta) Apache Kid, Massacro.

Modificato da Grande Tex
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Con Boselli non ci si annoia mai, ed infatti neanche questa volta mi sono annoiato. Però non mi sono divertito come altre volte, e non perché l'avventura era incentrata più su Kit che sugli altri due pards, bensì perché l'ho vista povera di azione, quantomeno da parte dei Nostri.

Splendido, comunque, l'inizio, come quasi tutti gli inizi Boselliani.
Kit si fa valere anche da solo, dimostrandosi, però, troppo pollo nella scena del treno, quando entra e rivela tutto ad un emerito sconosciuto, che tutto sembrava tranne che un tranquillo viaggiatore. Nell'inganno tesogli dalla bella Sarah, invece, temo che ci saremmo cascati tutti. E ci sarebbe cascato anche Tex, come già successo in passato.
Peccato per il finale affrettato. Avrei visto bene, ad esempio, una punizione più severa per i membri della posse da parte di Tex.
Disegni di Andreucci più che discreti.
Voto alla storia: 7,2
Voto ai disegni: 8

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  • 10 mesi dopo...

Tante ottime, meritate recensioni per Salt River. Unisco la mia voce per dire che si tratta di un'ottima storia.

 

Aggiungo solo tre osservazioni.

 

1) L'incipit, con Corvo Giallo che tenta di sfuggire al proprio destino, e poi si rassegna a non riuscirsi, è uno dei migliori usciti dalla penna di Boselli.

 

2) Kit Willer vive la maledizione di essere perennemente imprigionato nella propria prima giovinezza. Quindi, continua a commettere gli errori tipici di quell'età, dovuti a irruenza, mancanza di esperienza, maggiore propensione ad assecondare i propri sentimenti e le proprie pulsioni. Noi lo abbiamo visto, nel corso dei decenni, ripetere errori di valutazione ; ma la realtà è che per lui quei decenni non sono passati, e non può imparare dai propri errori, altrimenti abbandonerebbe la sua giovinezza.

 

3) In altro post si è a lungo discusso del tenente Parkman, e del suo essere personaggio a cavallo tra il bianco e il nero. Ecco, Sarah Wyatt è un altro splendido personaggio "reale" di Boselli, impastata come è di bene e di male (in questo caso più male che bene). E' complice fino in fondo delle malefatte di Curtiss, suo marito, ma al tempo stesso desiderosa di rifarsi una vita pulita, forse anche perché attratta con l'inganno in una vita di crimini; è inoltre benefattrice di Kit Willer, per il quale penso che abbia nutrito sinceri sentimenti di amicizia, e amica degli indiani. Ecco, se Tex e i suoi pards debbono essere integerrimi custodi dei valori positivi; se alcuni antagonisti debbono essere per natura votati al mare; a me piace pure che molti degli attori che animano le avventure del mio ranger preferito abbiano una personalità più complessa, proprio come quella che ognuno di noi ha nella vita reale.

 

 

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  • 2 settimane dopo...

Ho letto questa storia. Dico il mio parere senza leggere le recensioni precedenti.

Luci e ombre a mio avviso.

La prima parte è molto buona. Fino al "tradimento" di Sarah tutto scorre bene. E il tradimento stesso è una vera sorpresa. Il finale poi, davvero bellissimo e spettacolare.

Quello che sta in mezzo a questi due capi, invece, non mi è piaciuto affatto.

Ora, io ho sempre detto che le botte in testa ai pard non mi infastidiscono particolarmente e lo ribadisco, se sono funzionali alla storia e la storia è bella, ma qui abbiamo Kit che prende cazzotti e botte in testa per metà storia "E' un cane rognoso come suo padre" ed è mezz'ora che prende botte in testa... Mi pare un pò troppo. Incantato dai begli occhi di Sarah fa costantemente la figura del pollo.

Un'altra cosa che non amo molto sono i continui complimenti a Tex da parte di tutti. "sei il figlio del grande Tex Willer", "Uno come Tex Willer ci troverà in capo all'inferno e ci ucciderà senza alcun dubbio", "lei è il famoso grandissimo Tex Willer" e cose di questo genere. E' come se Borden, a volte, sentisse il bisogno di innalzare ancora di più la figura del Ranger per dimostrarci che lo tratta come un grande eroe. Non ce n'è bisogno. Nelle storie di Borden Tex è già un eroe imbattibile.

In ogni caso, la prima parte e il bellissimo finale  rendono la storia discreta, nulla che faccia gridare al capolavoro, comunque. E' bello, ad ogni modo, vedere Kit innamorato, ma magari un pò meno addormentato sarebbe preferibile.

I disegni non mi hanno convinto del tutto. Andreucci sa il fatto suo, ma non sempre i nostri pard sono del tutto riconoscibili.

Borden 6.50

Andreucci 6.50

Modificato da valerio
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  • 2 mesi dopo...

La mancanza di tempo mi ha impedito di scrivere la presente recensione subito dopo la rilettura degli albi e questo un po’ inciderà sulla stessa; parecchi dettagli e particolari che si notano durante la lettura, col passare del tempo sfumano e di conseguenza, anche l’esito del commento ne risente. Tuttavia, non volevo esimermi di scrivere le mie considerazioni sull’episodio e provare di esprimere la mia valutazione nel modo più coerente possibile. La prima cosa che mi viene in mente appena conclusa la storia è una citazione di Pascal: “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce". Infatti il giovane Kit, coinvolto in maniera inaspettata da uno stato di forte attrazione verso l’affascinante Sarah Curtiss, perde lucidità e incappa in un errore dietro l’altro. La storia per forza di cose è incentrata su di lui e toccherà proprio a Piccolo Falco per l’occasione togliere la centralità della scena all’illustre padre. Il Kit Boselliano è il pard meno conforme alla tradizione, e quest’ulteriore prova lo conferma. Al giovane abile e coraggioso (ma meno scavezzacollo) e troppo succube del padre, si aggiunge una discreta dose di ingenuità, dovuta forse pure al sentimento nato nei confronti della subdola Sarah, che lo porta però a cadere in trappole troppo telefonate, evitabilissime con un minimo d’intuizione. Sia ben chiaro, preferisco l’umanità di Piccolo Falco in questa storia, rispetto ad altre sue apparizioni boselliane, ma indubbiamente qualche incongruenza appare. In fondo l’opera di ammodernamento della saga di Borden passa pure da questi aspetti, infatti credo sia voluta una caratterizzazione originale del giovane pard che lo allontani dalla pura copia del padre. Scelta innovativa e tutto sommato comprensibile, sebbene però rimango convinto che tra i pard è quello che a Boselli riesce meno bene scrivere. Tiger e Carson boselliani sono un paio di gradini sopra! Chiusa questa parentesi, l’epilogo è quasi scontato con la giovane Sarah che presa dalla simpatia del giovane Navajo si redime e gli salva la vita e credo sia auspicabile un suo ritorno sulla saga, sebbene valga per lei lo stesso quesito di Alyson Sydor: quale spunto può indurre l’autore a prendersi una simile gatta da pelare? Il coinvolgimento emotivo in una saga come Tex è pericoloso come una carica di dinamite e non è un caso che, quelle poche volte in cui gli autori lo hanno abbozzato, lo stratagemma della morte delle “dolci metà” è andato per la maggiore. :D La storia mi è comunque piaciuta, grazie a una discreta opera di sceneggiatura e intenso ritmo narrativo, scandito dall’azione dei nostri pards, che come motori a diesel dopo essersi riscaldati, è divenuto impossibile arrestarli. Al buon esito ha contribuito alla grande Andreucci, un artista con i controfiocchi. Il suo debutto su Tex è eccellente e mostra un professionista dal talento innato e dotato di una fortissima personalità stilistica, fattore non di poco conto nella valutazione di un fumettista. Forse il suo Carson è un po’ atipico, ma per il resto trovo davvero superba la sua prova, scandita da un ottimo dinamismo e uno stile espressivo ed elegante. Si nota pure una buona dose di affiatamento con Boselli e ciò non stupisce visto che i due autori già da tempo avevano affinato l’intesa su altre serie. Andreucci regalerà in seguito ancora grandi soddisfazioni ai lettori con il suo pregevole texone e personalmente, non vedo l’ora di leggere la sua interpretazione grafica per il ritorno di Barbanera. Credo che mi toccherà pazientare, ma nell’attesa coglierò l’occasione di apprezzare i suoi vecchi lavori e ribadire la mia forte stima nei suoi confronti. Il mio voto finale è 7

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  • 1 anno dopo...

Allora...Una storia che mi ha preso molto e l'ho letteralmente divorata. Avevo intuito la figura poco chiara di Sara quando invita a cena Kit ma questo non mi ha tolto il gusto. Bella trama quella orchestrata dal Boss, sparatorie ben congeniate, Curtiss un villain gustoso, una paio di battute di Carson sfiziosissime. Disegni di Andreucci globalmente buoni anche se alcune vignette non mi hanno convinto. L'unico difetto riguarda la parte finale. Da dopo la rapina al treno fino allo scontro finale. Sempre la sensazione di qualche "pagina in meno". Comunque mi sono divertito e calato nella storia, cosa vuoi di più?

 

Il 10/2/2013 at 01:50, Leo dice:

Boselli è il mio autore preferito. Per me Boselli è DIALOGHI, dialoghi intensi, emozionanti, veri, spesso epici ("che cosa li ha divisi, una donna?" "Qualcosa del genere", e via di seguito). Per me Boselli è PERSONAGGI, sè, da quelli ruba-scena (anzi questi ultimi sono quelli che mi piacciono più di tutti), ai semplici co-protagonisti (penso ora, tra i tanti, al reverendo ansioso per la sorella Colorado Belle, splendido comprimario di una storia capolavoro). Per me Boselli è FLASH-BACKS, espedienti narrativi da me amatissimi che, rivelando un difficile vissuto dei personaggi, conferiscono agli stessi una personalit? e uno spessore tali da renderli indimenticabili. Boselli appartiene al mio personalissimo Pantheon di Grandi. Qui Boselli è soprattutto AZIONE. Il secondo albo, soprattutto, è Azione continua. Non grandi dialoghi e nessun personaggio memorabile. Non certo Curtiss, farabutto simpatico ma non troppo, n° tanto meno la bella Sarah, che non è "innocente" come Lena, non è perfida come quel capolavoro che è Bethanie Marsh, non è vittima come la sfortunata Colorado Belle. Sarah NON E'. Le storie d'azione come questa sono gradevoli, ci mancherebbe. Ma sono storie di mestiere. L'avesse scritta qualcun altro, l'avrei definita una buona storia (che in definitiva è quello che ?). Ma per me Boselli è altro. Boselli è ISPIRAZIONE. E qui ne ho vista poca.

Però è una buona storia...Ad avercene di storie così. Dando uno sguardo alle storie successive questa guadagna punti non trovi? Ad occhio...

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  • 2 anni dopo...

Ora che è uscita con Tutto Tex, anche io sono riuscito a leggere questa storia di cui avevo intercettato alcuni pareri... e finalmente posso confermare quanto di positivo avevo sentito! :clapping:

Una storia che parte col botto e si dipana in una serie di avvenimenti che non danno tregua al lettore, orchestrati magistramente da Boselli: menzione d'onore anche per l'eccellente prova ai disegni di Andreucci, decisamente le sue tavole sono uno spettacolo per gli occhi. :wub:

Nella pletora di commenti alla storia su questo thread è già stato detto quasi tutto, mi ha colpito però uno in particolare di cui riporto in seguito un breve estratto perchè tocca un nervo (per me) scoperto :

 

Il 5/1/2013 at 20:27, Ted Hawkins dice:

...

Aggiungerei che trovo piacevoli i dialoghi tra Tex e Carson (una ironia ben misurata nei termini e nelle scene, un p? come nel primo Nizzi), ottimo l'inizio che ricorda gli inizi al fulmicotone di alcune storie di GLB con sparatorie, fughe, azione e più in generale, direi che i talloni d'achille di Boselli (stucchevolezza dei dialoghi, eccesso di serietà di Tex, dispersione quantitativa di personaggi) mi paiono totalmente assenti.

...

 

Dalla mia posizione di lettore aggiornato "a metà" (che legge tutte le storie generalmente poco dopo l'uscita in edicola, ad eccezione del Gigante che leggo in differita con Tutto Tex) anche io ho notato una tendenza nella scrittura di Boselli negli ultimi anni, particolarmente manifesta in alcuni episodi recenti (che ho riscontrato sull'ultimo texone o nel polpettone di Cochise su TW), in ragione della quale proliferano i dialoghi melensi, prolissi e logorroici, densi di spiegoni (di cui speravo fosse tramontata l'epoca nelle storie di Tex...) sulla Storia o di avvenimenti letti solo poche pagine prima, che, personalmente, mi preoccupano non poco, perchè per me costituiscono un vero e proprio tallone d'Achille (mi fanno proprio passare la voglia di posare l'albo e fare altro). Non so se la mia percezione è "sporcata" dalle mie ultime delusioni, ma in questa storia (in particolare nelle ultime pagine del numero 627) leggere il dialogo tra Kit e la dottoressa, farcito di ripetizioni di cose lette meno di 5 prima, mi sono veramente suonati tutti gli allarmi :P

Intanto mi leggo mi rileggo questa bella storia e spero di venire smentito in futuro  :)

 

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48 minuti fa, TuttoTex fan dice:

dialoghi melensi, prolissi e logorroici, densi di spiegoni (di cui speravo fosse tramontata l'epoca nelle storie di Tex...) sulla Storia o di avvenimenti letti solo poche pagine prima, che, personalmente, mi preoccupano non poco, perchè per me costituiscono un vero e proprio tallone d'Achille (mi fanno proprio passare la voglia di posare l'albo e fare altro)

Per alcuni è un ingrediente fondamentale della narrazione a fumetti (e Nizzi non ne era esente). Serve innanzitutto ad aumentare il numero delle pagine da leggere, ad accompagnare il lettore smemorato che nella progressione degli eventi perde traccia degli avvenimenti e non ultimo per dare allo sceneggiatore la possibilità di sfornare poche storie l'anno e al disegnatore di essere impegnato per lo stesso periodo. Propongo una ristampa "stringata" con gli episodi ridotti almeno di un terzo, magari a striscia...

Modificato da Dix Leroy
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  • 5 mesi dopo...

Gran bella storia e disegni eccezionali, ho avuto l'impressione che migliorassero pagina dopo pagina. O forse, come mi era capitato con Alfonso Font nei numeri 621-622, sono io che ad ogni pagina mi affeziono sempre di più ad un disegnatore.

Curioso il fatto che molte situazioni di questi due albi restino in sospeso: che fine avrà fatto il traghettatore a cui hanno portato via la barca e distrutto la baracca? I navajo avranno riportato il bestiame all'accampamento? Il ragazzo ferito dal puma si sarà ripreso?

 

Chissà se un giorno rivedremo la bella "dottoressa" Sarah Wyatt, a questo punto dovrebbe essere già uscita di galera :lol:

Fossi in Kit andrei almeno a portarle un cesto di frutta ogni tanto.

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