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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 28] I Pionieri


Sam Stone
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La cifra di Boselli che apprezzo maggiormente è la coralità delle storie. I suoi comprimari dal destino ignoto mi coinvolgono e tengono desta la curiosità e l' interesse per la vicenda fino all'ultima pagina. Non c'è nulla di peggio, a mio parere, di una storia scontata, e Boselli, con il suo coro di personaggi di varia umanit? e spessore, corre ben poco il rischio di cadere nel banale. In questa vicenda il nostro Borden probabilmente supera sè stesso, mettendo in scena un balletto frenetico quanto avvincente di personaggi e destini realmente imprevedibili.

Puntando su questa ben architettata imprevedibilit?, Boselli prende in giro il lettore, gli svela qualcosa ma poi torna sui suoi passi, gli fa credere di aver connotato in maniera definitiva un personaggio e poi mescola di nuovo le carte in tavola, in un vortice di coups de theatre che disorientano piacevolmente il lettore. Massimo protagonista di questi andirivieni è naturalmente Roberts. Pensavo al solito buono che diventa cattivo, e quando si è svelato che Robertson era realmente uno dei tre rapinatori non ho potuto fare a meno di storcere il naso. Ma l' Boselli sta giocando con il lettore, lo sta prendendo in giro, e quando lo ha convinto dell'ennesimo e abbastanza scontato voltafaccia ecco che spariglia nuovamente tutto e fa tornare il cattivo buono, novello e a questo punto inaspettato Glenn Corbett. Altro protagonista è ovviamente Alce Grigio. Anch'io sulle prime ho creduto a un infortunio di Boselli, che non aveva evidentemente resistito alla tentazione di far ritrovare il figlio all'intensa figura di Ma' Wilkins. Ed invece anche qui non è come sembra, ed il colpo di scena scontato diventa improvvisamente un vero colpo di scena, con Alce Grigio che, pur fermandosi a soccorrere la povera donna, non ne è in realtà il figlio. Ma la carne al fuoco è tanta: Randy Lockart non convince fino alla fine, ma non avevo davvero alcuna idea su chi potesse essere, e altrettanto degna di interesse è la figura del dottore. E' facile prenderlo in simpatia, ma è realmente ciò che sembra?Sono queste domande che mi piace pormi quando leggo Tex, questi personaggi che mi piace incontrare, questa tensione e coralità che mi piace vivere. L'unico appunto che mi sento di dover fare a questa storia è che c'è troppa azione. Non prendetemi per matto, è chiaro che in una storia western l'azione è un ingrediente fondamentale e imprescindibile. Ma nei grandi capolavori di Boselli questo elemento, pur presente in maniera massiccia, si intervalla maggiormente a scene più drammatiche ed emotivamente intense. Queste ultime qui naturalmente non mancano, ma trovo comunque troppe le vignette con i Bang bang. Quest'ultimo mio appunto comunque nulla toglie ad una storia che definire appassionante e avvincente è dir poco.
Modificato da Leo
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SPOILERRileggendo il tutto, può sorgere il dubbio che il giovane pellerossa NON fosse il figlio dei Wilkins, volendosi ammettere la forzatura della contemporanea presenza di due bianchi allevati dai Piutes..... ma certe inquadrature, certi sguardi, nonchè la logica (come può una madre sbagliarsi sull'identit? di un figlio, perso da appena 5 anni!?!?), lascerebbero pensare che lo fosse.....

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SPOILER

il figlio dei Wilkins aveva 13 anni al momento del rapimento, quasi un uomo, nel selvaggio West...... non è credibile che in soli 5 anni, e soprattutto partendo da un'età più che matura, riesca a sviluppare una simbiosi con gli indiani come fosse stato da loro allevato...... anche perchè, presumibilmente, ragazzi così giovani venivano rapiti dai pellerossa per farne schiavi o peggio, non certo per acquisire un nuovo guerriero alla tribù......

Questo aspetto crucciava anche me, ma alla fine si rivela che Alce Grigio non è il figlio di Ma' Wilkins, e tutto ridiventa credibile. A meno che non mi sfugga qualcosa...

Inoltre, la presenza dell'indiano bianco diventa funzionale ad uno dei più stucchevoli e poco credibili finali che io ricordi....... anzich? essere assatanati di sangue e gonfi di desiderio di vendetta, gli indiani cavalcano all'inseguimento di Tex e dei suoi per poi arrivare nei pressi della carovana e fare retromarcia per ben poco credibili segni del destino, ripromettendosi addirittura di non assaltare più pionieri anche per il futuro.... mah..... La vicenda dei Wilkins, insomma, mi è sembrata un'aggiunta posticcia e superflua che, come al solito, per voler mettere troppa carne al fuoco, ha rischiato di bruciare una altrimenti succulenta pietanza.

La morte di Corvo Rosso è decisiva. C'è una frase, dello stesso Corvo Rosso, che rivela la mentalit? degli indiani: "forse tu non sei gradito al grande spirito, Lockart"... Parimenti il fratello di Corvo Rosso ha letto nella morte del fratello il biasimo da parte del grande spirito per le azioni che i piutes intraprendevano a danno di inermi pionieri.
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SPOILERQuello che dici, Leo, giustificherebbe la diffidenza e la freddezza di Pa' Wilkins, ma l'intensit? del legame empatico creatosi tra Alce Grigio e Ma' Wilkins parrebbe suggerire altro...... in ogni caso, ripeto, il lasso temporale dai 13 ai 18 anni è troppo breve per poter lasciare dubbi in un genitore..... a meno che si possa pensare che Ma' Wilkins avesse perso la testa, quasi impazzita dalla circostanza di aver potenzialmente ritrovato il figlio..... ma sembrava assolutamente ed ancora lucida, per come rappresentataci.

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Quello che dici, Leo, giustificherebbe la diffidenza e la freddezza di Pa' Wilkins, ma l'intensit? del legame empatico creatosi tra Alce Grigio e Ma' Wilkins parrebbe suggerire altro...... in ogni caso, ripeto, il lasso temporale dai 13 ai 18 anni è troppo breve per poter lasciare dubbi in un genitore..... a meno che si possa pensare che Ma' Wilkins avesse perso la testa, quasi impazzita dalla circostanza di aver potenzialmente ritrovato il figlio..... ma sembrava assolutamente ed ancora lucida, per come rappresentataci.

Non hai torto, Tazhay, ma comunque a me il tutto sembra credibile, e spiego il perchè.




Ma' Wilkins è una donna lucida, ma provata. Provata dall'angoscia di aver perduto un figlio, rosa dalla speranza mai persa e sempre frustrata di poterlo ritrovare. E' una donna che da cinque anni a questa parte vive con un solo, ossessionante, obiettivo. La sua lucidit? può ben essere messa a dura prova di fronte a un ragazzo bianco che vive con i piutes. Sotto quei colori, qualla bardatura da guerriero che rende comunque il ragazzo poco riconoscibile, lei vede (e lo vede perchè vuole intensamente vederlo) quel figlio perduto, crede (perchè vuole crederlo) che la sua ricerca abbia avuto finalmente un esito e che la speranza non sia stata vana. Ma' Wilkins cede al desiderio e perde la lucidit?. Pa' Wilkins è invece più combattuto, più razionale, e per questo è freddo. Cinque anni sono pochi, ma dai tredici ai diciotto anni una persona cambia, e gli occhi stravolti e poco lucidi di una madre possono ben rivedere, in nome di un desiderio troppo a lungo insoddisfatto, care sembianze anche laddove queste non ci sono.


Il tuo punto di vista è condivisibile, ma per me la scena, per quanto detto sopra, resta credibile.

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Dare importanza ai Wilkins, ad Alce grigio, a Roberts o a chi altro in questa storia diventa assurdo perchè finalmente abbiamo una trama che nella sua coralità assume una posizione molto superiore a tutta la produzione degli ultimi tempi. Magari ad avere sempre storie di questo livello, i particolari della psicologia dei personaggi o del peso di alcuni all'interno della trama ci sono ma diventano discorsi stucchevoli a fronte della scorrevolezza e del godimento della storia; certo Borden lascia sempre il suo segno ma come l'ho criticato in passato devo stavolta riconoscere la zampata del leone assegnata nel modo giusto, con i suoi pregi e i suoi difetti ha scritto un'altra pagina di ottima storia texiana, evitando i soliti fronzoli e collimando il tutto con un finale alla sua maniera ma stavolta accettabile. ::evvai:: P. S. molte altre volte una tribù, che ha subito una decisiva batosta, lascia il campo di battaglia davanti ai 4 pards e i loro alleati (magari sarebbe stato il caso di far sapere ai Piutes che avevano davanti Aquila della notte, Piccolo falco, Capelli d'argento e Tiger Jack ). :shock:

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Dare importanza ai Wilkins, ad Alce grigio, a Roberts o a chi altro in questa storia diventa assurdo perchè finalmente abbiamo una trama che nella sua coralità assume una posizione molto superiore a tutta la produzione degli ultimi tempi.
Magari ad avere sempre storie di questo livello, i particolari della psicologia dei personaggi o del peso di alcuni all'interno della trama ci sono ma diventano discorsi stucchevoli a fronte della scorrevolezza e del godimento della storia; certo Borden lascia sempre il suo segno ma come l'ho criticato in passato devo stavolta riconoscere la zampata del leone assegnata nel modo giusto, con i suoi pregi e i suoi difetti ha scritto un'altra pagina di ottima storia texiana, evitando i soliti fronzoli e collimando il tutto con un finale alla sua maniera ma stavolta accettabile. ::evvai::
P. S. molte altre volte una tribù, che ha subito una decisiva batosta, lascia il campo di battaglia davanti ai 4 pards e i loro alleati (magari sarebbe stato il caso di far sapere ai Piutes che avevano davanti Aquila della notte, Piccolo falco, Capelli d'argento e Tiger Jack ). :shock:

Consentimi di dissentire in maniera forte, Gianbart.


Se la storia è di ottimo livello, come dici tu, ? per i Wilkins, Alce Grigio e Roberts.

Una storia la fanno i personaggi, gli attori che vi si muovono dentro.

Sarebbe assurdo (non mi piace il termine, ma replico quello che proponi tu) non disquisire di quelli che sono i punti forti (o deboli, a seconda dei punti vista) della storia. Di che dobbiamo parlare senn°? :malediz...

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Quello che dici, Leo, giustificherebbe la diffidenza e la freddezza di Pa' Wilkins, ma l'intensit? del legame empatico creatosi tra Alce Grigio e Ma' Wilkins parrebbe suggerire altro...... in ogni caso, ripeto, il lasso temporale dai 13 ai 18 anni è troppo breve per poter lasciare dubbi in un genitore..... a meno che si possa pensare che Ma' Wilkins avesse perso la testa, quasi impazzita dalla circostanza di aver potenzialmente ritrovato il figlio..... ma sembrava assolutamente ed ancora lucida, per come rappresentataci.

Non hai torto, Tazhay, ma comunque a me il tutto sembra credibile, e spiego il perchè.




Ma' Wilkins è una donna lucida, ma provata. Provata dall'angoscia di aver perduto un figlio, rosa dalla speranza mai persa e sempre frustrata di poterlo ritrovare. E' una donna che da cinque anni a questa parte vive con un solo, ossessionante, obiettivo. La sua lucidit? può ben essere messa a dura prova di fronte a un ragazzo bianco che vive con i piutes. Sotto quei colori, qualla bardatura da guerriero che rende comunque il ragazzo poco riconoscibile, lei vede (e lo vede perchè vuole intensamente vederlo) quel figlio perduto, crede (perchè vuole crederlo) che la sua ricerca abbia avuto finalmente un esito e che la speranza non sia stata vana. Ma' Wilkins cede al desiderio e perde la lucidit?. Pa' Wilkins è invece più combattuto, più razionale, e per questo è freddo. Cinque anni sono pochi, ma dai tredici ai diciotto anni una persona cambia, e gli occhi stravolti e poco lucidi di una madre possono ben rivedere, in nome di un desiderio troppo a lungo insoddisfatto, care sembianze anche laddove queste non ci sono.


Il tuo punto di vista è condivisibile, ma per me la scena, per quanto detto sopra, resta credibile.

Analisi corretta.


Tahzay, invece, NON TENENDO CONTO di ciò che dicono i personaggi e che effettivamente dice la storia, si è inventato castelli mentali (puro pregiudizio?)


PS I bianchi rapiti dagli indiani erano PARECCHI!!!

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Prima di intervenire in modo specifico e - si spera - esaustivo - voglio sentire ancora un po' di pareri. Mi limito però qui a far notare una cosa, che penso sia sfuggita ai più: la vicenda dei Wilkins e Alce Grigio è chiaramente ispirata a Cavalcarono insieme (Two Rode Together) di John Ford. Se c'è qualche forzatura logica, indicata da Tahzay, è perchè Boselli si è rifatto a un preciso modello cinematografico.

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  • Collaboratori

Gran bella storia, un altro texone indubbiamente da incorniciare.

I primi aggettivi che mi vengono alla mente sono - epico - e - emozionante - nonostante il tema - le carovane dirette verso l'Oregon - fosse stato già sfruttato da Manfredi nel texone del 2011, cioè appena due anni fa.

Nonostante il soggetto comune, c'è da dire che le due storie seguono fili narrativi indipendenti e puntano su aspetti diversi ( asperit? del lungo viaggio, per Manfredi; ostilit? dei Piutes per Bonelli ) della lunga traversata rappresentata dall'Oregon Trail.

Resta per me , comunque, una scelta singolare da parte dei due autori di puntare in contemporanea sullo stesso filone a quarant'anni di distanza dal capolavoro bonelliano "Terra promessa".

Nonostante i pregi, metto la storia un gradino sotto a quella di Andreucci di inizio anno, più variegata, con più colpi di scena e personaggi più convincenti, ma anche un gradino più in alto rispetto all'almanacco. Questo per soffermarmi alle sole storie di Bosellli, che ultimamente non sta sbagliando un colpo.

Senza scendere in spoiler significativi, quali i punti di forza di questo texone e quali i difetti ?

Scorrevolezza della trama. La storia è abbastanza lineare e non si fa fatica a leggerla e a seguirne tutti i rivoli. Se questo significa che Boselli ha corretto il tiro rispetto a storie particolarmente contorte ( aka "La mano del morto" ), questa è una gran bella notizia.

Numero dei personaggi alto, con ampio grado di caratterizzazione individuale, come nello stile di Boselli, ma nessun personaggio che ruba la scena ai quattro pards. Quindi scelta narrativa, date queste premesse, per me ampiamente promossa.

Disegni di Venturi che sicuramente contribuiscono a raccontare e supportare bene la trama. Quest'anno stiamo raccogliendo i frutti che ci erano stati negati l'anno scorso. Speriamo che la politica editoriale torni a privilegiare gli autori nostrani, dotati di una linea chiara, realista e naturalista e ci si possa presto dimenticare di certi scarabocchiatori che abbiamo troppo a lungo visto all'opera sulla serie regolare. Devo dire però che Venturi non lo trovo particolarmente adatto ai grandi, ampi spazi aperti del West (lampante per me la differenza con il Filippucci dell'ultima di Nizzi), motivo per cui mi auguro ritorni presto a disegnare storie cittadine dove eccelle tutto il suo genio.

Passiamo alle note negative.

Innanzitutto, data la mia professione, posso dire che i ragazzi di tredici anni e quelli di diciannove subiscono una rivoluzione tale a livello fisiognomico nel loro processo di crescita per cui il fatto che la signora Wilkins fallisca nel riconoscimento del figlio, con le cose che sono state aggiunte poco sopra da Boselli, per me ci può stare eccome. Che poi sia mezzo demente è fin troppo chiaro. Non a caso il fatto che il marito in tutte quelle scene sia assente dice chiaramente come stanno le cose: se fosse stato loro figlio, non si sarebbe fatto avanti ?

La conversione dei banditi ci può stare, dal momento che - come nell'almanacco - non sono brutali assassini, ma solo persone che hanno cercato di assicurarsi il futuro con un buon colpo. Non a caso il solo criminale del terzetto, Benteen, è quello ci lascia le cuoia. Roberts e il giovane Willy commettono l'errore di lasciare il campo ma solo per via di Lockhead, si capisce cioè che entrambi sono sinceramente proiettati verso una nuova vita nell'Oregon, magari con le donne Miller. Il loro voltafaccia al campo indiano e il fatto che partecipino attivamente al fianco dei pards nelle manovre per mettere fuori gioco i piutes vale il perdono di Tex, che è in linea con i personaggi e con la storia del ranger, al servizio della sua legge. Resta tuttavia una cosa un po' ripetitiva da parte dell'autore questo suo affidarsi a personaggi "grigi", quando la storia insegna, ed è stata ben raccontata dall'ultima di Nizzi, che servono anche i cattivi corrotti fino al midollo da pestare a sangue, uccidere o spedire a spaccare pietre a Yuma per i prossimi vent'anni.

L'unica stonatura, per me, è la sequenza iniziale al trading post, archittettata per mettere in luce Tiger, che ha corso i suoi rischi ( con i pards lontani) nel sistemare sette avversari. Una forzatura, insomma, questa dei personaggi super eroi e non giova che questa volta ci sia Tiger al posto diun Kid Rodelo qualsiasi. Avrei preferito un assalto corale da parte dei pards piuttosto che questa mascherata prova di forza.

E' tutto.

Complimenti a Boselli e a Venturi, soldi ben spesi.

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Io credo che il figlio era il loro, il marito si rendeva conto della situazione .. tutto l'...

Ma NON è il loro! Oh, santo cielo! :blink:
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Io credo che il figlio era il loro, il marito si rendeva conto della situazione .. tutto l'...

Ti rispondo in spoiler
di quale situazione il marito avrebbe dovuto "rendersi conto"? Se avesse avuto anche il minimo dubbio di trovarsi davanti al figlio perduto avrebbe senza dubbio sostenuto la moglie, d'accordo che magari lui era più razionale e meno spinto dalle emozioni, ma chi gliel'avrebbe fatto fare di continuare una vita come quella, con la moglie che avrebbe insistito per continuare a fare su e già per le piste a cercare il figlio e a farsi venire un colpo ogni volta che vedeva un Piute a terra?A negare apertamente di essere Tommy Wilkins è lo stesso Grande Alce. Avrebbe semplicemente potuto dire "Non sono un bianco ma un guerriero piute", e poi qualcuno l'avrebbe messo davanti al fatto compiuto, cioè che la sua pelle era più chiara di quella, ad esempio, di Vento Veloce. Ma lui sa bene di essere figlio di bianchi, il suo compagno di prigionia gli fa notare che potrebbe proprio essere figlio di Ma' Wilkins. Ma lui è un ragazzo che casualmente - forse era un periodo di razzie da parte dei Piutes - è stato loro prigioniero contemporaneamente a Tommy. Il suo racconto si interrompe parlando del tentativo di fuga del ragazzo Wilkins, e noi capiamo - come lo capisce la donna - che questo tentativo è finito tragicamente. Sarà sicuramente questa terribile rivelazione a smuovere Ma' Wilkins da una missione che altrimenti non avrebbe avuto fine, e perfino lei capisce che è tutto vero, e che di suo figlio non trover? più traccia
Ricordo anche a te che ci si attende da chi scrive in queste sezioni commenti più dettagliati. Cosa ti è piaciuto della storia, cosa cambieresti, perchè, ecc. ecc.
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Prima di intervenire in modo specifico e - si spera - esaustivo - voglio sentire ancora un po' di pareri. Mi limito però qui a far notare una cosa, che penso sia sfuggita ai più: la vicenda dei Wilkins e Alce Grigio è chiaramente ispirata a Cavalcarono insieme (Two Rode Together) di John Ford. Se c'è qualche forzatura logica, indicata da Tahzay, è perchè Boselli si è rifatto a un preciso modello cinematografico.

Ma l' è il contrario! Il figlio è il VERO figlio e per di più va a finire male! Non c'entra un fico!



Anche se è chiaro che è TRA le fonti possibili, ma non certo l'unica...

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L'unica stonatura, per me, è la sequenza iniziale al trading post, archittettata per mettere in luce Tiger, che ha corso i suoi rischi ( con i pards lontani) nel sistemare sette avversari. Una forzatura, insomma, questa dei personaggi super eroi e non giova che questa volta ci sia Tiger al posto diun Kid Rodelo qualsiasi. Avrei preferito un assalto corale da parte dei pards piuttosto che questa mascherata prova di forza.

A me invece questa sequenza è piaciuta davvero tanto. I pards non erano lontani e sono intervenuti al punto giusto, ed è stato bello l'effetto sorpresa dovuto soprattutto al fatto che, secondo i trafficanti, l'uomo che avevano davanti non era che uno dei tanti ubriaconi indiani, ridotti ai minimi termini dal veleno che probabilmente aveva acquistato da gentaglia come loro, e con il quale divertirsi - prima di tagliargli la gola e rapinarlo - propinandogli la loro "migliore" acqua di fuoco". Giusto che sia Tiger a fare prima di tutti gli altri giustizia per la sua razza :indiano:
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Tahzay, invece, NON TENENDO CONTO di ciò che dicono i personaggi e che effettivamente dice la storia, si è inventato castelli mentali (puro pregiudizio?)

Veramente, il mio intervento ricostruttivo ha PRECEDUTO quello di Leo...... :indianovestito: e comunque........

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......... la lucida follia della signora Wilkins non mi pare sia stata efficacemente rappresentata, mentre emerge nella storia la sua ferrea determinazione nel ritrovare il figlio....... quanto a Ymalpas..... non metto in dubbio quanto dici, ma ne "Il ragazzo selvaggio" un padre e un figlio che non si vedevano da ben più tempo si sono immediatamente riconosciuti "a pelle", e quest'ultimo era regredito addirittura ad uno stato selvaggio.
Non c'entra nulla, lo so, sono due storie diverse........ ma che una madre sbagli a riconoscere da 30 centimetri un figlio perduto da appena 5 anni, ed in età già adulta, solo perchè bardato da pitture di guerra, e solo perchè "voleva" pensare che fosse suo figlio, e aveva perso in quel momento la lucidit?...... mi resta come cosa un po' anomala, forzata e comunque resa in maniera sin troppo "ermetica"..... ma non è tanto questa vicenda in sè a stonare, quanto il fatto che la stessa è prodromica ad un finale molto sui generis, in cui i pellerossa rinunciano all'assalto finale in maniera alquanto teatrale, ridondante e melodrammatica, dopo aver inseguito Tex in formazione completa, e ventre a terra, per poi porgere il ramoscello d'ulivo...... ed anche la doppia, contemporanea infatuazione dei fuorilegge per due donne della carovana è stata resa, parimenti, in maniera sin troppo "semplice"...... contribuendo a scene finali sin troppo mielose..... poteva bastare, messo in bocca ai rapinatori, un più secco e virile "non siamo stinchi di santo, ma non possiamo abbassarci al livello di rinnegati assassini!"....... potrei fare copia e incolla con quanto scritto per l'ultimo Almanacco, o per "Caccia infernale": un'ottima storia, ma con troppa voglia di sorprendere il lettore con continui colpi di scena....... queste cose mi piacciono se sono preparate almeno un minimo, il venire a conoscere le parentele segrete di un Revekti nelle ultime 15 pagine di un albo, o immaginare da mezze frasi lasciate a m? di indizi il background psicologico di tutta la banda Johnson, a me fa esattamente l'effetto opposto che a Leo.

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Allora , a me piace pensare che il figlio sia il loro, anche se non lo era, perchè la frase finale del ragazzo in questo modo ha un grande valore (secondo me e solo me)... Per quanto riguarda la storia non avrei voluto cambiare nulla e mi è piaciuta tutta, ad esempio la scena con gli indiani in cui man mano arrivano i pard è la mia preferita e la vignetta del capocarovana quando dice che nessuno può fermare quelle quattro forze della natura mi fa impazzire... poi è stato bellissimo anche il finale dove Tiger scambia due parole con Tex (non dico tutto penso che ci sarà chi deve ancora leggerlo..).. rispondendo a Cheyenne, la moglie ormai era assicurata dal ragazzo che suo figlio era morto e non avrebbe dovuto (il marito) continuare su egià per le piste ecc..

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Passo adesso a tratteggiare che cosa ho gradito della storia, dopo essere partito dalle cose che ho digerito di meno.
Ad esempio, ho trovato ottima la trovata di iniziare l'avventura con un bel pestaggio + incendio, come ai vecchi tempi....... magari lo scambio di battute tra i pards avrebbe potuto essere reso in maniera anche più goliardica, ma anche così va benone.
Bene la distribuzione dei ruoli tra i 4 pards, tutti equamente protagonisti (non occorre che Tex faccia sempre qualcosa in più), benissimo la distribuzione e lo svolgimento delle scene di azione, impreziosite dallo splendido lavoro di Venturi (anche in questo dissento con Leo, non mi pare di aver assistito a troppe sparatorie, n° troppo lunghe).
Soprattutto, molto efficace e sempre ricca di pathos l'idea (in sè, classica) di un pericolo esterno che si mescola ad uno interno, con la necessit? di doversi guardare le spalle e l'inquietudine di non sapere da dove provenga il pericolo.
I personaggi risultano tutti ben caratterizzati, e i fili narrativi si sono ben saldati tutti alla fine, sia pure in un finale che avrei visto, personalmente, molto più lineare (ritiro dei Piutes oramai bastonati, resa dei conti con perdono finale di Tex - che ci sta tutto, stavolta, al contrario di quello generosamente elargito ai superstiti della banda Johnson - nei riguardi dei rapinatori).
In definitiva, storia bella ma che per me resta decisamente un gradino sotto alle ultime due storie di Borden che ho trovato realmente molto belle, che sono "Mondego il killer" e "La cavalcata del Morto".

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Anche con la sua terza storia dell'anno Boselli fa centro e si merita il massimo dei voti. Continuando di questo passo l'unico problema sarà decidere quale è stata la migliore dell'anno, ma come si suol dire... avercene ogni anno di questi problemi!Ottima prova anche da parte di Venturi. Se proprio devo muovergli un piccolo appunto è che, in alcune vignette come ad esempio nelle due centrali e nell'ultima di pag. 226, i due volti di Tex e Roberts sono troppo somiglianti, il volto di Tex vira verso quello di Roberts e viceversa. Comunque è solo un piccolo appunto, i disegni di questo Texone nel complesso sono ottimi. Piuttosto un interrogativo me lo pongo sulla colorazione della copertina. Quell'accenno di bianco sui capelli di Tex fra il cappello e l'orecchio vorrebbe far intendere un accenno di capelli brizzolati? Dovremo ben presto cambiare il nome da Aquila della notte a Falco grigio o Aquila d'argento? :lol2: Purtroppo ora dovremo aspettare un altro anno per rivedere un Texone, un gran peccato perchè gustarsi i disegni nelle dimensioni consentite dal Texone è tutta un'altra cosa! ::evvai::

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Leo Consentimi di dissentire in maniera forte, Gianbart.
Se la storia è di ottimo livello, come dici tu, è per i Wilkins, Alce Grigio e Roberts.
Una storia la fanno i personaggi, gli attori che vi si muovono dentro.
Sarebbe assurdo (non mi piace il termine, ma replico quello che proponi tu) non disquisire di quelli che sono i punti forti (o deboli, a seconda dei punti vista) della storia. Di che dobbiamo parlare senn°? 

E' permettimi a mia volta di dissentire, i comprimari stavolta non coprono Tex e i pards, la storia stavolta funzionerebbe benissimo anche senza la storia di Alce grigio e i Wilkins, e quella di Roberts, perchè Borden ha saputo giostrare in modo magistrale il quartetto dando ampio respiro a tutta la trama, infatti attualmente si sta disquisendo se Alce grigio è o non è il figlio dei Wilkins, pensa come sono importanti i personaggi in questa storia.

Stavolta i quattro pards hanno in mano la storia da cima a fondo e ne risulta una lettura molto godibile a tutti gli effetti, l'unico appunto che mi viene in mente da dire a Borden ?: come mai non ha studiato un sistema per far uscire Aquila della notte davanti ai Piutes è Ma lo ritengo superfluo quasi !
P. S. di indiani bianchi ne abbiamo avuti a decine anche in Tex, non c'è bisogno di scomodare ogni volta la cinematografia !

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finale molto sui generis, in cui i pellerossa rinunciano all'assalto finale in maniera alquanto teatrale, ridondante e melodrammatica, dopo aver inseguito Tex in formazione completa, e ventre a terra, per poi porgere il ramoscello d'ulivo......

Sull'inseguimento ventre a terra posso essere d'accordo con te. I piutes avrebbero potuto pur sciorinare una bella bandiera bianca per convincere Tex e pards di non avere più intenzioni bellicose...



ed anche la doppia, contemporanea infatuazione dei fuorilegge per due donne della carovana è stata resa, parimenti, in maniera sin troppo "semplice"...... contribuendo a scene finali sin troppo mielose..... poteva bastare, messo in bocca ai rapinatori, un più secco e virile "non siamo stinchi di santo, ma non possiamo abbassarci al livello di rinnegati assassini!".......

Non sono a casa, quindi non posso controllare. Secondo me però Roberts non decide di fare marcia indietro per una sua infatuazione. Quando il suo socio più giovane esprime il suo disappunto per quello che stavano per fare (abbandonare la carovana al suo destino) Roberts risponde che non piace neanche a lui, ma che è l'unica cosa sensata da fare. Io credo che in quel preciso momento Roberts avesse realmente deciso di abbandonare la carovana e di approfittare di Lockart (questo ce lo può confermare solo Borden). Se così non fosse, perchè nascondere i suoi progetti anche ai suoi sociò Io credo che in quel momento lui NON avesse progetti, e avesse realmente deciso di mandare la carovana al diavolo. Credo che la decisione sia maturata dopo, durante la cavalcata verso il campo piute. E se anche l'autore non ne ha palesato la conversione con pensieri o altre esternazioni di Roberts, il suo stesso gesto finale (oltre a sorprendere) testimonia che la conversione è intimamente avvenuta e che questo ladro (ladro, attenzione, non assassino) non se l'? sentita di abbandonare i suoi compagni di viaggio. A prescindere dalla bella mamma di cui poteva anche essersi infatuato.


potrei fare copia e incolla con quanto scritto per l'ultimo Almanacco, o per "Caccia infernale": un'ottima storia, ma con troppa voglia di sorprendere il lettore con continui colpi di scena....... queste cose mi piacciono se sono preparate almeno un minimo, il venire a conoscere le parentele segrete di un Revekti nelle ultime 15 pagine di un albo, o immaginare da mezze frasi lasciate a m? di indizi il background psicologico di tutta la banda Johnson, a me fa esattamente l'effetto opposto che a Leo.

Ne I Pionieri secondo me la sequenza non è forzata, e neanche nelle due storie che qui citi. In fin dei conti, se vuole sorprendere, l'autore può seminare elementi sparsi qua e l', ma non può essere troppo esplicito, altrimenti non ci sarebbe il coup de theatre. Questo è un espediente narrativo abbastanza classico, che Boselli si limita ad utilizzare (bene). Modificato da Leo
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Leo Consentimi di dissentire in maniera forte, Gianbart.
Se la storia è di ottimo livello, come dici tu, è per i Wilkins, Alce Grigio e Roberts.
Una storia la fanno i personaggi, gli attori che vi si muovono dentro.
Sarebbe assurdo (non mi piace il termine, ma replico quello che proponi tu) non disquisire di quelli che sono i punti forti (o deboli, a seconda dei punti vista) della storia. Di che dobbiamo parlare senn°??

E' permettimi a mia volta di dissentire, i comprimari stavolta non coprono Tex e i pards, la storia stavolta funzionerebbe benissimo anche senza la storia di Alce grigio e i Wilkins, e quella di Roberts, perchè Borden ha saputo giostrare in modo magistrale il quartetto dando ampio respiro a tutta la trama, infatti attualmente si sta disquisendo se Alce grigio è o non è il figlio dei Wilkins, pensa come sono importanti i personaggi in questa storia.

Stavolta i quattro pards hanno in mano la storia da cima a fondo e ne risulta una lettura molto godibile a tutti gli effetti, l'unico appunto che mi viene in mente da dire a Borden ?: come mai non ha studiato un sistema per far uscire Aquila della notte davanti ai Piutes è Ma lo ritengo superfluo quasi !
P. S. di indiani bianchi ne abbiamo avuti a decine anche in Tex, non c'è bisogno di scomodare ogni volta la cinematografia !

Sono d'accordo su Alce Grigio e Wilkins: impreziosiscono la storia, ma potrebbero non esserci e gli aspetti essenziali della trama non muterebbero.


Su Roberts dissento ancora: la chiave di volta della storia è lui. E' per lui che si muovono gli indiani (lui in quanto rapinatore misterioso), è lui che cercano di individuare Tex e soci (tra i tanti componenti della carovana), è sul suo sorriso, sul suo essere in gamba e sulla sua simpatia che Boselli spesso si sofferma (rendendocelo immediatamente sospetto, proprio per questi suoi tratti troppo positivi), è lui che abbandona la carovana confermando i sospetti e rivelandosi un bastardo, ed è sempre lui che mette fuori combattimento i piutes (non dimentichiamo infatti che il fallimento di Lockart e la fine delle fortune di Corvo Rosso nascono proprio dal tradimento di Roberts).

E' vero però, come dici tu, che n° Roberts n° nessun altro coprono Tex e i pards, e che la storia gira bene. Possiamo esserne contenti.

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.. rispondendo a Cheyenne, la moglie ormai era assicurata dal ragazzo che suo figlio era morto e non avrebbe dovuto (il marito) continuare su egià per le piste ecc..

Una madre alla disperata ricerca del figlio non si sarebbe però lasciata così facilmente convincere se non avesse capito che le cose stavano realmente così :rolleyes:
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