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[635/636] Il Segreto Del Giudice Bean


ymalpas
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Voto alla storia:  

80 utenti hanno votato

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Ciao a tutti. Complessivamente ho dato come voto 7. Parto dai disegni che meritano un 6 per come è stato disegnato Tex e Carson (non mi hanno convinto) ma un 9 per tutto il resto. Spettacolari. Massimo realismo, manca solo l'odore... vero west ! Copertine meno convincenti del solito. 6,5 per l'albo 635 e un 6 per la 636. La storia merita il voto per il finale, la copertina mi aveva fatto pensare a qualcosa di diverso invece non era centrata (credo volutamente). Io il giudice Bean lo avrei lasciato andare volentieri ai verdi pascoli anche se in fondo è anche lui un personaggio da vero west.

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Non posso negare che alcune delle incongruenze segnalate da Leo siano in effetti presenti: in particolare, possiamo dire che la liberazione di Moon è perfettamente inutile. Detto questo, posso dire che non è certo questo a farmi gradire o sgradire una storia. E questa, da parte di un autore che altre volte ho sentito artificioso, ha il più tipico dei pregi del "vecchio Tex": un'ironia genuina. E' sottile, deliziosamente sotto le righe. E questo mi basta e avanza: uno dei due 10 è mio.

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Ciao Giacomo. Per me invece la logica di una storia deve essere quanto più ferrea possibile; altrimenti la trovo artificiosa. Non è solo la liberazione di Moon: obiettivamente, tu ce li vedi dei veri bandidos messicani allestire una così sofisticata trappola quando potrebbero tranquillamente catturare il giudice e sbatacchiarlo come si deve? Cosa li spinge a credere che il vecchio non parler? neanche sotto tortura? Mi sembra tutto un pretesto per fare andare avanti la vicenda... Tu conosci il mio amore per Boselli e sai che poche volte io l' ho trovato artificioso. Ma Moon e tutta la vicenda di Lily mi paiono sinceramente poco credibili e troppo forzate.

  • +1 1
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Ciao Giacomo. Per me invece la logica di una storia deve essere quanto più ferrea possibile; altrimenti la trovo artificiosa. Non è solo la liberazione di Moon: obiettivamente, tu ce li vedi dei veri bandidos messicani allestire una così sofisticata trappola quando potrebbero tranquillamente catturare il giudice e sbatacchiarlo come si deve? Cosa li spinge a credere che il vecchio non parler? neanche sotto tortura? Mi sembra tutto un pretesto per fare andare avanti la vicenda... Tu conosci il mio amore per Boselli e sai che poche volte io l' ho trovato artificioso. Ma Moon e tutta la vicenda di Lily mi paiono sinceramente poco credibili e troppo forzate.

Ho capito il tuo punto di vista, ma il mio è proprio differente. A meno ovviamente che le forzature siano buffonate in stile Ukasi o Hamatsa - che paiono tanto poco credibili da essere ridicole - non vi do troppo peso. Mentre do molta importanza al sapore della storia, e qui ho respirato l'aria scanzonata del Tex dei bei tempi: quella genuina e casereccia che mi è spesso mancata nel Tex di oggi.
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Su questo ti do ragione: qui c'è un bel Tex e in generale bei personaggi. Ma il fatto che si muovano in maniera forzata me li fa apparire come finti, come marionette mosse dalla troppo pesante e troppo visibile mano del burattinaio. Preferisco un Tex meno Tex ma calato in una vicenda verosimile che un "vero" Tex in un contesto IMHO molto improbabile

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Su questo ti do ragione: qui c'è un bel Tex e in generale bei personaggi. Ma il fatto che si muovano in maniera forzata me li fa apparire come finti, come marionette mosse dalla troppo pesante e troppo visibile mano del burattinaio. Preferisco un Tex meno Tex ma calato in una vicenda verosimile che un "vero" Tex in un contesto IMHO molto improbabile

Però, un bel Tex, bei personaggi, ok, ma non penso che basti questo per dare a una storia 10, insomma come dire che è un capolavoro. Sembra che certi fan di Tex sono così disabituati da certe scene (il fiammifero tra i piedi sopra tutte) che si esaltano fin troppo non appena le rivedono dopo tanto tempo. In questa storia abbiamo alcune scene interessanti ma anche delle forzature come diceva giustamente Leo. Si può anche lasciarle perdere e concentrarsi più sugli aspetti della storia che sono piaciuti. Ma da qui a esaltare pienamente (don Fabio gli da cinque su cinque) la storia, è un p? troppo. Se non sbaglio, sempre don Fabio aveva detto degli "Invincibili" che è un capolavoro letterario ma poco texiano ( più o meno così mi pare che faceva). E confrontando quel commento con quello suo sulla storia di questo mese, mi viene in mente : accettiamo ed esaltiamo qualsiasi storia che presenti alcune di quelle caratteristiche texiane che si adorano? Quasi. Belle le storie dotate di texianit? ma non basta solo quello senn° molte delle storie di Boselli senior ma anche di Nizzi, sarebbero da considerare dei capolavori.
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E' vero, non dovrebbe bastare la scena del fiammifero tra i piedi per andare in brodo di giuggiole. Ma se è stata così importante, se se ne parla come di un vecchio amico ritornato, se è stato uno dei motivi per dare voti alti e addirittura 10, non basta per capire che Tex doveva tornare a quei livelli?

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Sono d'accordo con John per i concetti che esprime, ma non credo che don Fabio, Cheyenne, e gli altri abbiano dato 10 a questa storia solo per il ritorno di un Tex finalmente texiano, ma anche per la storia in sè e per le sensazioni che suscita. è innegabile che molte sue sequenze sono suggestive, e queste, unite ad un atteggiamento e a dialoghi più texiani, colpiscono positivamente il lettore, fino a farle meritare, agli occhi di molti, il 10. Io, dal canto mio, pur riconoscendo la presenza di un bel Tex, contesto quelli che ritengo passaggi infelici della sceneggiatura, ed è questo che non mi consente di darne un giudizio pienamente positivo. Probabilmente quelle incongruenze che a me appaiono gravi non sono tali per Cheyenne e don Fabio e ciò li porta ad essere entusiasti della storia. Ma non credo si tratti del solo ritrovato Tex o del fiammifero tra i piedi...

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Ma non credo si tratti del solo ritrovato Tex o del fiammifero tra i piedi...

Dal canto mio, no assolutamente, la storia è ottima, occhio che per me ottimo è un 7 e non un dieci, ma il ritorno di un Tex protagonista che vive un avventura godibile, vale più del fiammifero tra i piedi, che è solo un dettaglio in più per far sorridere positivamente il lettore nostalgico, ma che non incide nel decidere se la storia è ottima o no...:), in questo caso lo ?, certo è un ottima storia, ma non è certo un capolavoro.....
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E' vero, non dovrebbe bastare la scena del fiammifero tra i piedi per andare in brodo di giuggiole. Ma se è stata così importante, se se ne parla come di un vecchio amico ritornato, se è stato uno dei motivi per dare voti alti e addirittura 10, non basta per capire che Tex doveva tornare a quei livelli?

Francamente non capisco cosa vuoi dire. Dal fatto che alcuni di voi si sono esaltati per una scena , peraltro secondo me inserita a sproposito, cosa dovrei capire? Di quali livelli parli?Per me questa è solo una buona storia con qualche scenetta in stile Tex, che in qualche caso sarebbe stato meglio non mettere, ma siamo ben al di sotto di quanto riesce a dare di solito Boselli. Oltre ai fiammiferi cosa hai visto di tanto bello da meritare 10?
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Devo dire che questa storia, pur presentando aspetti interessanti, non mi ha entusiasmato. Al di l' delle apparenze, infatti,

non ho trovato particolarmente interessanti n° gli antagonisti di turno, Lonnie Moon, Morientes e company, e personalmente ho trovato alquanto ridicola l'ossessione del giudice Bean nei confronti dell'attrice Lily Langtry, al punto da mettere il suo nome alla città (un po' come quei fan sfegatati di questo o quel vip che dal canto proprio non ha nemmeno idea della loro esistenza), rivelandosi quindi un personaggio che avrebbe tranquillamente potuto continuare a marcire nei cassetti della Bonelli. Peccato, perchè l'idea di base dei soldi nascosti era buona
In definitiva, mi sento di dare alla sceneggiatura un 7, mentre non posso non dare un bel 9 pieno e ben meritato ai disegni di Frisenda, che ho imparato ad apprezzare fin dai tempi di Magico Vento.
  • +1 1
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e personalmente ho trovato alquanto ridicola l'ossessione del giudice Bean nei confronti dell'attrice Lily Langtry, al punto da mettere il suo nome alla città (un po' come quei fan sfegatati di questo o quel vip che dal canto proprio non ha nemmeno idea della loro esistenza), rivelandosi quindi un personaggio che avrebbe tranquillamente potuto continuare a marcire nei cassetti della Bonelli.

Buon per te che non sei vissuto ai suoi tempi e che non sei passato dalle sue parti a manifestare questa tua idea, non credo che l'avrebbe presa bene. Magari saresti stato un serio candidato ad occupare le sue prigioni nella migliore delle ipotesi :lol2: A parte gli scherzi, magari tu non lo sai ma il giudice Bean non nasce dai cassetti della Bonelli ma è realmente esistito, idem per la città :trapper:
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Dopo essere apparso per ben 2 volte nel corso della saga texiana, altro che rimetterlo a marcire nel cassetto,... potrebbe diventare uno dei personaggi che ogni tanto i nostri pards incontrano, svincolandolo dalla sua realtà,(ormai si è detto tutto), ma mantenendone le caratteristiche per arricchire qualche storia futura dei nostri ranger.....:)

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E dire che questa storia non era nata nient'affatto bene. Per me, intendo: ieri sera prendo in mano il primo albo, lo apro e nella via si scatena un putiferio. Vado alla finestra. Dieci-dodici esaltati corrono per la strada malmenando i passanti, sfasciano cartelli e fioriere e, al grido di "Morte al fascio", distruggono la vetrina dell'orafo di fronte, arraffando i gioielli in esposizione per poi svignarsela sotto lo sguardo spaurito di due vigili che passavano di lì per caso. Ho quindi letto l'albo in uno stato di palese turbamento; eppure, dopo le prime pagine che mi sono passate sotto gli occhi, la storia mi ha preso subito, segno che c'era del buono. C'è dell'azione, cavolo. Non che ciò sia essenziale: "Tombstone Epitaph" nel primo albo era un dialogo dietro l'altro, ma aveva un ottimo ritmo. Ma oltre all'azione c'è anche qualcosa. Una sensazione che avevo provato con "Tombstone Epitaph", appunto: la sensazione che Boselli si stia mettendo a giocare con la cosiddetta "letteratura di seconda mano" ("narrativa seriale di seconda mano", in questo caso). "Tombstone Epitaph" era costruita assemblando scene topiche, autocitazioni e rovesciamenti, con un risultato finale entusiasmante. Qui non è esattamente la stessa cosa, non è nemmeno un Tex che fa la parodia di sè stesso, ma in tutto il primo albo c'è una costante atmosfera di fondo, grazie alle manie del giudice Bean, di neanche tanto velato divertimento. Una sorta di Quentin Tarantino senza violenza becera. Un po' come se Boselli dicesse: ti ho fatto un fracco di storie drammatiche, ma so anche raccontare barzellette. Perchè le scene d'azione ci sono, sono ben fatte e credibili; sempre con quel sottofondo di celia che non mi dispiace affatto. La prima volta che su Tex viene fatto così bene (Nizzi quando, purtroppo, non era più lui, non celiava; ci si sentiva presi per i fondelli). La lettera anonima, poi. Goduria pura. Almeno, Tex e Carson mi hanno fatto sghignazzare di gusto. Il secondo albo all'inizio è parecchio più serio. Magari la tensione cala un poco, l'atmosfera diventa routinaria. Da buona routine, però. Dici: non è post-moderno come il primo albo, ma funziona. Poi c'è tutta la parte finale, con borden che ancora una volta fa il verso a sè stesso in modo intelligente (la scena dei fiori al cimitero, con tanto di saturazione semantica sul "morire dal ridere", fa molto "Il passato di Carson" e "Gli invincibili"); e, da lì, il genio: azione appassionante, drammone, di nuovo celia. E poi i miei applausi, perchè non si può non amare una storia così. Cioè: Boselli è lì da vent'anni a scrivere per tot ore al giorno quasi senza pausa e riesce ancora a tirar fuori storie del genere. "Il segreto del giudice Bean" non è un capolavoro: è una storia media. E chiunque abbia provato a scrivere racconti, romanzi etc., sa che scrivere storie medie di questo calibro è la cosa più difficile. Mi pare che, durante la mia assenza, il popolo della rete si sia diviso fra "boselliani" e "antiboselliani". Posto che mi tengo sempre alla larga quando ci si divide in "qualcosa" e "antiqualcosa", 'sta volta farò un'eccezione. Sono boselliano. Me ne frego se è incostituzionale. Vedrò di farmene una ragione. Come voto, dato che qui ci sono anche quelli, Boselli e Frisenda si portano a casa un bell'otto. Frisenda fa una figura migliore qui che sul texone. Davvero un bravo professionista. P. S.: oltre che sugli albi della Bonelli, vorrei vedere Tex anche per le vie della mia città. Il suo metodo educativo (o coercitivo, che poi è lo stesso) mi pare tremendamente necessario.

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  • 10 mesi dopo...
  • Sceriffi

Il 2013 è stata davvero un'annata ottima per Boselli, come ci conferma questa bella storia esaltata dallo splendido lavoro di Frisenda. Davvero il curatore di Tex non ha sbagliato un colpo, l'anno scorso (ma nemmeno quest'anno, a mio parere).

Le "rive del Pecos" sono un'ambientazione che amo molto, come si evince dal mio nome e dal mio avatar ripresi da quella storica avventura che vide la prima comparsa del giudice Bean e a cui sono molto legato, essendo la prima storia di Tex che ho letto (ormai vent'anni fa). Boselli riprende il personaggio del giudice in maniera perfetta (non era facile), un buono con l'istinto della canaglia con cui Tex e Carson non possono essere che a loro agio - molto bella la complicità tra il giudice e Carson che traspare dalle scene che li vedono a tu per tu. Molto suggestiva anche la scena finale del sogno, che lascia un po' di malinconia nel lettore e dà una pennellata in più alla romantica figura del giudice.

Su Frisenda non dico nulla, se non che è tra i disegnatori attuali di Tex quello che apprezzo maggiormente.

Voto: storia 8,5 e disegni 10.

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  • 5 anni dopo...

Ottima storia, liberamente ispirata alla figura del giudice di Pace "unica legge ad Ovest del Pecos"

Storie così,ambientate in quel Texas d' annata e dannato, sono tra le mie preferite.

Personalmente sono molto attaccato a "L uomo dai Sette Capestri" in cui "er mejo figo der Bigonzo"Paul Newman,il Mastroianni americano, interpreta in modo magistrale e commovente a tratti il Giudice  un po' canaglia ma sentimentale,un duro in un mondo spietato e selvaggio come il Far West.d altra parte,Tex è il primo a fregarsene della legge e dei codici se ci è da sanare un'ingiustizia.

Personalmente, nonostante lo spasso del processo farsa a Carson,non ho mai avuto una grande stima del Bean di GLb... premesso che si tratta di una comparsa di poche pagine,tra le righe par di capire che Bean sia a conoscenza e in parte implicato con i malaffari dei trafficanti di armi che Tex sbaraglierà in una memorabile caccia sul battello...

Finale della storia onirico,in cui il Giudice sogna di incontrare finalmente la bella Lili Langtry e che invece deve arrendersi al destino che non potrà mai incontrarla (o forse si, chissà?)...epico. 

ecco, se si parla di storia verosimile in un contesto Storico preciso, questo è un esempio ideale

 

PS: un mio spunto "in attesa" si svolge non lontano da quei luoghi e viene citata la cittadina di Langtry... 😉

Modificato da Barbanera
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  • 2 mesi dopo...

Intervallata dalla lettura delle pubblicazioni recenti, prosegue la mia opera di recupero delle storie del recente passato. Approfittando del weekend di Ferragosto, mi sono apprestato a rileggere l’episodio boselliano con il ritorno del giudice Bean. Fra una bibita e un ghiacciolo, mi son immerso piacevolmente nella narrazione e anche stavolta, come all’epoca dell’uscita in edicola, ho concluso gli albi con una sensazione alquanto positiva. Il Borden che si accingeva a chiudere il 2013, mostrava di essere in discreta forma narrativa e il “Segreto del giudice Bean” conferma in pieno questo aspetto. Tuttavia la prova presenta pure alcuni punti meno funzionali, che non influiscono del tutto sull’esito finale ma che relegano la prova nella media. Contrariamente a come faccio di solito, proverò a stilare un elenco netto tra gli aspetti che più mi hanno convinto e quelli meno. Di certo ciò che più salta all’occhio durante la lettura è la straordinaria forma dei nostri due pards: Tex e Carson sono davvero in uno stato smagliante sia nell’azione, che nei dialoghi. L’opera di recupero boselliana di Carson, intrapresa fin dall’esordio dell’autore sulla serie, prosegue anche in questo capitolo, visto che il simpatico pizzetto agisce con ritrovato smalto. Il Tex di Boselli sarà pure meno ironico di quello di Bonelli e Nizzi, ma è sempre un piacere vederlo in opera, grazie alla sua smisurata abilità e decisione risolutiva. Secondo aspetto positivo, già parzialmente accennato di sopra, la qualità dei dialoghi, che in questa prova ho trovato abbastanza funzionali e mai eccessivamente verbosi. Il ritmo narrativo è un marchio di fabbrica di Borden e anche nella storia in questione si fa molto apprezzare, arricchito da pathos e tensione e alcune trovate azzeccate, come la scena sull’epilogo che gioca a disorientare il lettore, che per alcune tavole è portato a credere che Bean possa non avercela fatta, ma ovviamente non sarà così, visto che l’autore, come giusto, non forza la reale storia del personaggio ed escogita questo trucchetto per animare il finale. Pure la caratterizzazione di Bean, appena una macchietta nella precedente apparizione bonelliana, è più elaborata e l’autore riesce a mantenerlo simpatico, plausibile col reale personaggio storico e tutto sommato un comprimario positivo. Non era affatto scontato riuscirci, ma ormai è una voce del curriculum di Borden scritta a caratteri cubitali, quella di saper gestire bene vecchie leggende del west. Fatto così l’elenco, la valutazione si dovrebbe attestare fra il 9 e il 10, ma non sarà così, visto che di contraltare, alcuni aspetti meno positivi influiscono a sgonfiare un po’ l’esito finale. Concordo con @Leo che il piano di Morientes, atto a liberare Moon ritenuto indispensabile per estorcere al giudice il nascondiglio del denaro, non brilla di plausibilità e, sebbene la sequenza è sceneggiata molto bene, suona un po’ come uno stratagemma per ravvivare l’iter narrativo. Altro aspetto che poco mi convince, il piano per rapire la famosa attrice, da realizzare in quattro gatti per ricattare il buon Bean. In primis, se la Langtry era così famosa, dubito che pochi banditi da due soldi potessero con quella facilità eludere eventuali servizi di guardie del corpo e sorveglianza, ma poi, anche ammettendo la forte ammirazione del giudice verso la sua bella attrice, arrivare a pensare che un fan si faccia addirittura torturare in nome della sua devozione lo trovo un po’ eccessivo e troppo romanzato. Uno snodo spettacolare ma un tantino forzato a mio avviso, soprattutto se utilizzato per un personaggio che con Gian Luigi Bonelli assolveva un operaio che aveva ucciso un cinese, solo per una minaccia dei colleghi prima della sentenza. Davvero indimenticabile la giustificazione dell’assoluzione dovuta al fatto che il codice penale non prevedeva pene per chi accoppa un cinese :D. Ultimo aspetto opaco, i villain che stavolta non raggiungono il solito spessore con cui il buon Mauro ci ha sempre abituato. Tirando le somme: storia soddisfacente ma non eccelsa, che leggo comunque sempre volentieri anche per i disegni splendidi di Frisenda, al debutto sulla regolare dopo il capolavoro “Patagonia”. Il disegnatore milanese fu davvero un innesto straordinario per la scuderia texiana; un autore stiloso e dal tratto molto personale, dinamico e molto espressivo. Adoro le sue vignette e la straordinaria atmosfera che riesce a creare fra le sue tavole. Uno stile inconfondibile e adattissimo per il western, d’altronde già su Magico Vento aveva mostrato le innate doti. Personalmente scorgo anche alcune influenze di Ivo Milazzo e l’ottima espressività e recitazione dei personaggi, completa il quadro per un artista che stimo davvero molto, anche per via della sua educazione e modestia, unita a una grande disponibilità mostrata sui social, doti quasi rare al giorno d’oggi. Il mio voto finale è 7

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2 ore fa, Condor senza meta dice:

Altro aspetto che poco mi convince, il piano per rapire la famosa attrice, da realizzare in quattro gatti per ricattare il buon Bean. In primis, se la Langtry era così famosa, dubito che pochi banditi da due soldi potessero con quella facilità eludere eventuali servizi di guardie del corpo e sorveglianza,

 

Il tuo problema, se mi permetti, è che tu applichi logiche moderni a fatti e comportamenti di  circa 140 anni. Eludere la sorveglianza era facilissimo perché semplicemente non esisteva   Lia Langtry viaggiava probabilmente con una segretaria ed una cameriera. Attori ed attrici all'epoca non usavano guardie del corpo e di certo le autorità non sprecavano tempo, dal loro punto di vista, per proteggerle.

Ti ricordo che nel luglio del 1881 il Presidente degli Stati Unità James A. Garfield fu ucciso da uno squilibrato che riuscì ad avvicinarglisi e sparargli sulla banchina della stazione di Washington perché non aveva scorta e non l'aveva semplicemente perché non era ritenuta necessaria e secondo te l'avrebbero organizzata per un'attrice?

 

2 ore fa, Condor senza meta dice:

ma poi, anche ammettendo la forte ammirazione del giudice verso la sua bella attrice, arrivare a pensare che un fan si faccia addirittura torturare in nome della sua devozione lo trovo un po’ eccessivo e troppo romanzato

 

L'ossessione di Bean per Lily Langtry è leggendaria  e quando c'è di mezzo un'ossessione  è difficile giudicare il comportamento umano che è molte cose ma quasi mai lineare .

E se anche Boselli l'avesse romanzato che male ci  sarebbe? Stiamo parlando di un'opera di finzione non della vita vera.

Modificato da Carlo Monni
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Oltretutto è anche bellissimo vedere il temutissimo giudice Bean che, al cospetto della sua beniamina, regredisce ad atteggiamenti quasi infantili. :D In molti avrebbero sbracato, ma qui Boselli è stato bravissimo a inserire questo tema dalle connotazioni in alcuni momenti quasi comiche in una cornice molto seria.

 

11 ore fa, Carlo Monni dice:

Il tuo problema, se mi permetti, è che tu applichi logiche moderni a fatti e comportamenti di  circa 140 anni. Eludere la sorveglianza era facilissimo perché semplicemente non esisteva 

 

Verissimo. Ho meno presente il contesto statunitense, ma in Italia nell'Ottocento gli attori, anche di una certa fama, erano trattati comunque con poca considerazione, come figure sociali

discutibili; le cose cominciano a cambiare un po' col divismo della belle époque, ma certo gli attori, anche quelli famosi, non godevano dello status semi-nobiliare che hanno oggi. E se all'epoca non avevano scorta i presidenti, figurarsi i guitti. :D

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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

L'ossessione di Bean per Lily Langtry è leggendaria  e quando c'è di mezzo un'ossessione  è difficile giudicare il comportamento umano che è molte cose ma quasi mai lineare.

E se anche Boselli l'avesse romanzato che male ci  sarebbe? Stiamo parlando di un'opera di finzione non della vita vera.

Nulla, ci mancherebbe :). La mia era una semplice considerazione personale, mica una legge insindacabile. D'altronde, come specificato nel mio commento, la storia mi ha sempre molto divertito, anche se qualche passaggio lo reputo un tantino artificioso e questo in fondo conta. In merito al punto della sorveglianza, credo abbiate ragione e sia molto plausibile la vostra spiegazione. 

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  • 4 mesi dopo...
On 1/11/2013 at 18:32, Leo dice:

Su questo ti do ragione: qui c'è un bel Tex e in generale bei personaggi. Ma il fatto che si muovano in maniera forzata me li fa apparire come finti, come marionette mosse dalla troppo pesante e troppo visibile mano del burattinaio. Preferisco un Tex meno Tex ma calato in una vicenda verosimile che un "vero" Tex in un contesto IMHO molto improbabile

Allora...Ho letto direttamente il cartonato a colori, rileggerò gli albi della regolare, e partendo dai disegni confermo il parere positivo su Frisenda. Mi è sempre piaciuto dai tempi di Magico Vento, alcune tavole sono splendide (il tramonto) anche se lo preferisco con il b&n. Passando alla storia non mi è dispiaciuta e ho gradito "il colpo di scena" finale. Però ho trovato anche io qualcosa che non quadra (o poco fluido) nei cattivi, nelle loro azioni e piani. Sulla figura del giudice...È una macchietta, non mi ha infastidito, e si è amalgamata con i pards. I pards sono sul pezzo, hanno atteggiamenti alla GLB, siparietti al minimo sindacale ma soprattutto mi sono piaciute le sparatorie. Quindi globalmente un Boss valido e finché siamo su questo livello non mi lamento mai.

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  • 1 anno dopo...
Il 17/1/2021 at 09:30, Diablorojo82 dice:

Allora...Ho letto direttamente il cartonato a colori, rileggerò gli albi della regolare, e partendo dai disegni confermo il parere positivo su Frisenda. Mi è sempre piaciuto dai tempi di Magico Vento, alcune tavole sono splendide (il tramonto) anche se lo preferisco con il b&n. Passando alla storia non mi è dispiaciuta e ho gradito "il colpo di scena" finale. Però ho trovato anche io qualcosa che non quadra (o poco fluido) nei cattivi, nelle loro azioni e piani. Sulla figura del giudice...È una macchietta, non mi ha infastidito, e si è amalgamata con i pards. I pards sono sul pezzo, hanno atteggiamenti alla GLB, siparietti al minimo sindacale ma soprattutto mi sono piaciute le sparatorie. Quindi globalmente un Boss valido e finché siamo su questo livello non mi lamento mai.

Allora...Riletta dopo quasi due anni e nella versione in bianco e nero della regolare. I disegni dell'ottimo Frisenda ne guadagnano ancora mentre la storia scorre bene tra sparatorie, dinamite, dialoghi e tre/quattro personaggi ben fatti. Trama e piani magari ambiziosi con qualche stonatura che però non limita il gusto di questa storia western.

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  • 10 mesi dopo...

La vecchia storia scritta da GL Bonelli non la ricordo nei dettagli ma nell’affrontare questo recupero ho deciso di non rileggerla, anche perché la parte veramente interessante di quell’avventura, cioè quella che riguardava il giudice Bean, la ricordavo invece molto bene.

Carson che arriva nella cittadina di Langtry e viene accusato del furto di un cavallo, quella simpatica canaglia del giudice che tra una bevuta e l’altra lo condanna all’impiccagione e lo lega ad un albero appena fuori dal suo tribunale/saloon, Tex che arriva qualche tempo dopo e rimette le cose apposto.

Il giudice Bean di Bonelli era una figura divertente e frizzante, non propriamente un buono ma anzi un personaggio al limite della legalità che il lettore tuttavia non poteva che trovare simpatico, la versione di Boselli è invece completamente diversa, costruita su una maggiore fedeltà storica, più rigorosa e meno goliardica, decisamente romantica nell’evidenziare il suo amore sconfinato per la bella attrice Lily Langtry.

E questo romanticismo diventa anche uno degli elementi portanti della storia, che nella seconda parte vede Tex e Carson arrivare in soccorso del giudice e chiamati a sventare il rapimento della famosa attrice in trasferta americana nella città di San Antonio, nel bel mezzo abbiamo una banda di desperados guidati da un certo Morientes e un pericoloso bandito di nome Lonnie Moon, che proprio braccando il giudice Bean sperano di arrivare al goloso bottino di una vecchia rapina.

Non cito volutamente la banda di Comanche guidati da Cane pazzo perché quella parte della storia è quella che mi ha convinto di meno, anzi ad essere più precisi l’ho trovata abbastanza gratuita e non motivata da sviluppi narrativi credibili, come del resto non è chiaro il collegamento tra la fuga dal carcere di Phoenix di Moon e la banda Morientes, Tex e Carson ne sono certi ma le parole di un testimone che crede di aver sentito “parlare in messicano” non bastano a giustificare la loro convinzione.

 

La storia nel complesso mi è piaciuta anche se non mi ha entusiasmato, non manca certamente di ritmo ed azione e la caratterizzazione dei due pards è molto buona, Tex e Carson fanno il loro non lesinando piombo rovente e liberandosi abbastanza agevolmente dei nemici, che nonostante l’ottima caratterizzazione grafica di Frisenda non lasciano un segno particolare, del resto l’attenzione del lettore è tutta per il giudice Bean per il quale non si può non provare una sincera empatia.

Messo da parte il suo lato più colorito e quindi le sue alcoliche sentenze, Boselli ci presenta un personaggio meno eccessivo e più umano, sinceramente perduto nel suo amore per il giglio del Jersey e talmente accecato da questa passione che per i cattivi di turno è facilissimo farsi beffa di lui, nel finale si teme persino il peggio ma trattasi solamente di un ottima soluzione narrativa, peraltro a mia memoria mai usata nella serie.

Tecnicamente parlando la storia è certamente valida ma per me pesano negativamente la quarantina di pagine dedicate alla banda di Cavallo pazzo, nel complesso la struttura del racconto è solida e convincente, le parti migliori sono quelle dov’è presente il Giudice Bean, le sequenze dove le emozioni e il coinvolgimento si fa più forte dando vita al racconto.

 

Frisenda io l’ho scoperto sulla seconda serie di Ken Parker (quella che uscì sul Magazine), credo che fosse agli esordi ma magari mi sbaglio, è un disegnatore eccezionale e perfetto per il western, oltre a quel capolavoro Texiano di Patagonia a sua firma ricordo innumerevoli storie di Magico Vento, tutte straordinarie.

Il suo talento è confermato anche in questi due albi, tuttavia la sua caratterizzazione di Tex a volte mi è sembrata un po' troppo ordinaria (questa “stonatura” non l’avevo notata in Patagonia, strano), per il resto la sua definizione dei personaggi è riuscitissima, dal bandito Moon a Morientes, dal giudice Bean fino al viscido Josè Gaban (mi ha ricordato il Gollum de Il signore degli anelli), per finire con le ambientazioni semplicemente impeccabili.

Storia: 7 Disegni: 8

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  • 1 mese dopo...

Storia che all’epoca scatenò uno spaventoso flame :help:, soprattutto nel mese intercorso tra il primo e il secondo albo, che portò ad una “auto-sospensione” di @borden che se ne andò sbattendo la porta stanco delle critiche, invero ripetute “a disco rotto”, di alcuni forumisti (aveva ragione Vico, la storia si ripete).
 

Sullo (scarso) merito della diatriba, che occupa la maggior parte della pagine del thread, non mi esprimo, preferisco parlare della storia, che a me è piaciuta molto a livello di sceneggiatura ed ha fatto impazzire a livello di disegni, ora proverò a spiegare perché.

 

- Tex e Carson sono dannatamente in parte e la loro gestione del Giudice Bean l’ho personalmente trovata ottima. Non ho visto “deferenza” nel primo albo, più l’assecondare con ironia uno svitato salvo bloccarlo in maniera decisa ogni volta che le sue stramberie rischiano davvero di fare danni, ma allo stesso tempo ho visto il “rispetto affettuoso” per la sua folle cotta per l’attrice.

 

- Il personaggio Lily Langtry, che poteva “zuccherare” la storia, è gestito dal Bos con sapienza, e il sogno finale è un tocco delicato ed ironico azzeccatissimo.

 

- C’è un sacco di azione, e anche se gli avversari non sono forse dei pesi massimi sono davvero tanti e Moon in particolare è sgusciante come un serpente.

 

- Frisenda. Frisenda. Frisendaaaaa! Se non sono bastati Ken Parker, Magico Vento e Patagonia questa prova è un altro motivo per amare Frisenda.

 

Come sempre strepitoso nel gioco dei bianchi e dei neri, delle ombre e delle luci, guardi le sue tavole e senti la polvere in gola, vedi gli insetti che svolazzano intorno ai bandidos sudati, le pallottole che trapassano i corpi portandosene dietro un pezzetto.

 

In questa occasione, il suo West non è pulito, non è quello dei film classici, ma non è nemmeno quello scanzonato e iperbolico degli spaghetti western, di Tarantino (regista che amo incondizionatamente) o Lansdale (di cui Frisenda in seguito illustrerà una storia di Deadwood Dick), quanto piuttosto quello del capolavoro “Gli spietati” o della serie TV “Deadwood”. Realistico, sporco, polveroso, violento ma non eccessivo.

 

Mi manca Frisenda, dov’è Frisenda? (avevo letto da qualche parte che stava disegnando per la Bonelli una riduzione del “Deserto dei tartari” di Buzzati, spero sia vero).

 

 

In sintesi: ottima storia, fantastici disegni, una pacchia.

 

P.S.

Ho anche la versione cartonata “costa rossa” a colori e, nonostante uno sforzo apprezzabile in fase di colorazione, a mio avviso i disegni ne risentono. Se avete perso la versione in B/N tra pochi mesi sarà possibile ritrovarla in Tutto Tex.

 

Modificato da Augustus McCrae
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