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TWF - Tex Willer Forum

[637/640] El Supremo


Sam Stone
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Voto alla storia  

95 utenti hanno votato

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Volete che inserisca un'immagine è E' quella con il cartello in mano, giusto? Ma se mi si rompe lo scanner, come la mettiamo, mi ripagate i danni ?

Al posto tuo, caro Sandro, non mi fiderei troppo a lasciare la dolce signora incontrollata all'interno del tuo scanner :lol2: Comunque si, è quella col cartello....
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  • Sceriffi

Con "El Supremo", Boselli di diverte a raccontarci una storia dall'impianto classico, direi quasi "da secondo centinaio", supportato da un magnifico disegnatore in grado di fornire in tempi brevi tavole sempre di alto livello qualitativo. L'incipit della storia è tipicamente boselliano (come altri hanno già sottolineato, ricorda l'inizio de "Gli schiavisti"): si tratta di un lungo prologo, che occupa tre quarti del primo albo, in cui vediamo Tex e pards impegnati in una missione (il salvataggio di Lozano) di cui non sappiamo ancora assolutamente nulla. E' una scelta narrativa molto innovativa rispetto a tante avventure del passato, dove spesso già nelle prime pagine venivamo messi a conoscenza di ciò che ci aspettava, ad esempio dalle parole di qualche ufficiale nell'atto di affidare qualche incarico pericoloso a Tex e pards. Il prologo termina con la spettacolare scena del salto dalla scogliera, vero punto di massima tensione del primo albo e ripreso magnificamente da Villa in copertina. E' solo a questo punto, con l'incontro con Montales, che veniamo a conoscenza dei dettagli della missione e dei piani di El Supremo, cattivo megalomane nel pieno della tradizione dei cattivi texiani. Trovo che il terzo albo sia tra tutti il più riuscito, con un crescendo di tensione e di ritmo che culmina

nel rapimento della figlia del senatore e nella rocambolesca fuga di Castle sulla nave, seguito a ruota da Kit e Donen.
Non sono d'accordo invece con chi ritiene il finale eccessivamente veloce, anzi la battaglia finale
con tanto di dinamite e gatling
è magnificamente gestita. Sottolineo la grande prevalenza di scene notturne: a parte forse il primo albo, il resto della storia è "girato" quasi interamente di notte. Forse Boselli, nello scrivere la sceneggiatura, ha fatto questa scelta proprio perchè la storia era affidata a Dotti, che già ha dimostrato su Dampyr di essere un maestro delle atmosfere notturne e chiaroscurali. Dotti: finalmente un disegnatore di grandissimo livello e, a quanto leggo, VELOCE: è anche grazie a lui che abbiamo potuto rileggere un'avventura di quasi quattro albi! -ave_ Le tavole sono di altissimo livello e i pards molto ben caratterizzati (a parte, forse, qualche sbavatura). Non è il mio disegnatore preferito (forse deve ancora abituarsi davvero al West), ma senza dubbio un grandissimo acquisto. VOTO: 9
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Un elemento che ho gustato molto di questa storia è aver visto Tiger Jack che impugna e spara con una mitragliatrice :capoInguerra: La storia è stata gestita in modo direi magistrale e con tanti elementi texiani: il generale messicano megalomane, un senatore americano corrotto, alti ufficiali traditori. I miei complimenti a Borden per una storia veramente ottima :inch:

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Storia semplicemente STRAORDINARIA! Non mi divertivo così da tempo; e dire che le belle (quando non bellissime) storie negli ultimi due anni non sono mancate. Dopo la delusione dell'Almanacco, questa è stata un graditissimo ritorno. Non mi viene in mente molto di nuovo da dire dopo sedici pagine di interventi che hanno vagliato questa storia albo per albo; peccato, perchè lo meriterebbe. Boselli scatenato e Dotti lo asseconda alla perfezione, dando molto del suo, in una storia che fa davvero respirare la grande avventura, quella è la Boiardo, in cui può sempre succedere qualcosa dietro l'angolo e i cambi di ambientazione sono sempre stupefacenti. Finale un po' accelerato, ma molto meno di altre volte. Cosa che capitava spesso anche a GLB, ma, soprattutto... chi può essere così ingrato da lamentarsi dopo quattrocento pagine così?Per me è nove. Con un mucchio di complimenti a entrambi gli autori.

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  • 2 settimane dopo...

Con immenso ritardo ho iniziato la saga. Ho concluso il secondo albo, cosa dire: disegni bellissimi e storia davvero avvincente. Mi piace perchè Tex e i pards non si perdono in chiacchere da burlette, ma sono tosti ed arrivano al sodo. Complimenti.

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Concluso!Storia davvero molto ben strutturata, con continui riferimenti (a personaggi e luoghi) che rendono incalzante la vicenda. Molti commenti dicono che la conclusione è sbrigativa, a me sembra solo nel fatto dell'arrivo dei riforzi di Montales; ecco avrei aggiunto qualche tavola in più di combattimento. Anche se nella pagina successiva, puntualmente viene spiegato che i soldati si arrendevano perchè non avevano tanta voglia di combattere. Complimenti a Boselli e Dotti, ottima narrazione.

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  • 8 mesi dopo...

una storia ben narrata che si avvale di uno straordinario Dotti per quanto riguarda la parte puramente grafica. Aspetto un'altra sua prova per Tex e ritengo il genere western più adatto al suo stile, nonostante su Dampyr se la sia cavata bene.

 

Mi sorprende che qualcuno abbia votato "impubblicabile" questa saga ma come si fa (mi è caduto l'occhio entrando nel topic e vedendo la colonna con i voti)? Se questa è un'avventura impubblicabile allora quelle pubblicabili quali sono??? Ma gustarsi un'avventura senza troppe pippe mentali i lettori di Tex non possono farlo? C'è avventura, azione, personaggi epici bonelliani che ritornano, scazzottate, il cattivo megalomane... beh quello non mi ha convinto ma El Supremo mica è Mefisto che deve avere un suo PERCHE'... però senza di lui non ci sarebbe stata tutta questa grande avventura dislocata tra New Messico e California.

 

Per il resto mi piace come gestisce i pard Boselli, dando spazio a Kit e Tiger che non sono le solite marionette di turno da impiegare giusto in qualche sparatoria solo per far numero. Naturalmente c'è il cattivo che si redime anche qua, però non lo ritengo un difetto in questa storia, ci può stare, è un elemento che ha una sua coerenza per il proseguo stesso delle vicende.

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

davvero una bella analisi che ho letto nella pagina di Tex su Facebook. Soprattutto sul riferimento alle vignette e alla loro collocazione e al disegno di Dotti che riesce a dare una specie di profondità cinematografica alle scene. Idealmente quando io leggo una storia me la immagino scandita e "in azione" cioè come se ci fosse una specie di telecamera virtuale nascoste tra la gabbia bonelliana.

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  • 9 mesi dopo...

Ottima storia, senz'altro una delle migliori degli ultimi anni, perfettamente sceneggiata e disegnata. I disegni di Dotti, in particolare, sono tra i migliori visti su Tex, sia nei volti che nell'azione, veramente bravo. Bravo anche Boselli a scrivere una storia che si sviluppa in più albi con intrecci, personaggi e colpi di scena sempre ad alto livello. Voti: 9 per il soggetto, 10 per la sceneggiatura e 10 per i disegni.

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  • 3 settimane dopo...
  • 10 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Ottima storia su tre albi...la figura del Supremo, liberamente ispirato sia nel nome sia nelle folli manie di grandezza al dittatore sudamericano avversario del capitano Hornblower, è notevole...ma ancoro meglio riuscito a Borden è "faccia da schiaffi" Nick Castle.Un avversario rognoso, intelligente e spietato.Unicamente devoto al vil denaro e senza grilli per la testa.molto simile nel fisico a Daniel,il servo del Maestro,ma assai più pericoloso e freddo nel perseguire le sue mire:e devo dire che, pur nella sua osticitá e negatività,a me è risultato a tratti simpatico ;) uno dei cattivi migliori mai apparso su Tex negli ultimi anni...

 

Trama complessa ma che non perde mai la sua linearità di fondo,pur saltando dall' Arizona a Frisco a Baja California.Tutti i personaggi sono ben delineati,mi è piaciuto il ripescaggio dell' "allegra brigata" della Hercules,preziosa alleata dei nostri anche in questa avventura. Bingo seduttore è un vero spasso! 

 

"Isla della nieba" è un posto che sembra un anticamera dell' inferno,tra vulcani attivi,squali antropofaghi e fortezza del Supremo...un vero covo del male.

 

Le uniche cose che non mi sono piaciute:

Il soldato scelto Donen che accompagna i nostri nell' avventura,risparmiato in precedenza da Tex e Carson: francamente credevo che finisse per tradire i nostri, invece diventa mansueto e accondiscendente,fin troppo.

Il modo in cui i nostri, tramite il "tuerto", riescono a scoprire l ubicazione dell' isola...un po' forzata la maniera in cui sto disgraziato ne era venuto a conoscenza!

Errore stilistico finale: i militari messicani sono armati con moschetti ad avancarica...un po' datati per la epoca,dal momento che invece i bandidos hanno cannoni moderni e gatling.:P

Ma sono dettagli che non tolgono nulla alla bellezza della storia...che si rilegge sempre volentieri.

 

 

 

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Grandissima storia, quasi capolavoro direi, nella quale l’avventura si sposta dalla polverosa Arizona al Messico, dalla città di San Francisco fino all’imprendibile Isola della nebbia, e nella quale abbiamo il ritorno di alcuni tra i più importanti amici di Tex oltre che tutti e quattro i pards contemporaneamente, ciascuno con un proprio ruolo ben definito e con il giusto carisma.

Ottime le scene d’azione e vari i colpi di scena. I nemici sono tanti ma Tex è un rullo compressore e li abbatte tutti uno dietro l’altro.

Che dire? Mi sono divertito tantissimo.

I disegni dell’esordiente Dotti hanno fatto la loro parte rendendo al meglio tutti gli scenari e non offrendo alcun tipo di sbavatura.

Voto alla storia: 9,2

Voto ai disegni: 9

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  • 3 mesi dopo...

Che dire? Una storia magnifica, disegnata in maniera magnifica da quello che secondo me è  uno dei migliori disegnatori mai apparsi su Tex. Spero che Dotti resti sulla testata ancora a lungo. Per quanto riguarda la storia, l' unica critica che posso farle è che a tratti( a tratti, eh!) i dialoghi sono un po' mosci, meglio quelli del recente seguito. Beh, i pregi invece sono molti di piu: soggetto eccellente e avventuroso allo stato puro, grande varietà di ambientazioni, un cattivo carismatico come Nick Castle, numerose scene splendide( il tiro al bersaglio sulla nave, il pugno finale al senatore, quella iniziale, Bingo vestito da gentiluomo, la rissa di Angelo coi " topi di bordo" :lol2:) i pards in formissima e ironici, grande gestione delle scene d' azione.

Voto 9/ 10. Non 10 solo per quel difettuccio già  accennato che a volte si presenta.

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  • 11 mesi dopo...

Storia gustosa. Vari scenari, personaggi ben delineati, sia i "cattivi" (Castle) che gli ibridi (Donen). Belli i disegni di Dotti. Ho trovato la parte finale però troppo veloce. Boselli ha dato troppo gas per me.

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  • 7 mesi dopo...

Un piacevole tuffo nel passato, è questo il primo pensiero che albeggia nella mente appena conclusa la lettura di questa notevole maratona narrativa di Borden. Una storia ariosa, carica di azione, cambi di scenari continui e un marcato retrogusto classico. Già il soggetto con l’ennesimo pallone gonfiato messicano, megalomane e spietato richiama molto spunti cari al vecchio Bonelli; la lunghezza della sceneggiatura, arricchita da una folta schiera di personaggi storici, da Montales a Devlin e la combriccola di San Francisco, rende ancor più ricca la pietanza. L’autore ci accoglie con un prologo pirotecnico che, oltre a farsi apprezzare per ritmo e capacità di scrittura, ci accompagna nel clou del soggetto. Il lettore viene a conoscenza della folle, ma politicamente ben radicata congiura, messa in piedi dal Supremo per creare uno stato indipendente fra Sonora e Baja California sotto il suo dominio. Borden tenendo fede alla sua conclamata abilità di creatore di personaggi, ci spiattella fin dalle prime parti un “cattivo” di spessore che alla lunga si rivelerà la pedina meglio riuscita del gioco, ovvero quel Nick Castle (ben appoggiato dal suo inquietante braccio destro Muggs) duro e spietato quanto basta ma soprattutto opportunista e pronto ad abbandonare la nave appena affonda, se il gioco non dovesse più valere la candela. Come accennato in precedenza, la congiura del Supremo si basa su una fitta rete di pezzi grossi corrotti pure di oltre confine: oltre a dei alti ufficiali dell’esercito americano, le ramificazioni arrivano fino a Washington con un senatore californiano implicato. Le indagini dei nostri, porteranno a risalire la china e pian piano a dare un nome e un volto ai tanti traditori. Molto carica di tensione narrativa la sequenza con il duello all’ultimo sangue fra i pards e i tiratori scelti destinati a disertare per arricchire le file del Supremo. Dopo lo scontro si unirà ai nostri l’abile Donen, il tipico cattivo a metà boselliano che salterà la barricata e si schiererà con gli eroi del bene. Fino all’ultimo, a dire il vero, il lettore dubiterà il doppio gioco del biondo soldato ma così non sarà nell’epilogo. La trama si sposta nel terzo albo nei bassifondi di Frisco e sebbene il ritmo rallenti un po’, abbiamo l’occasione di rivedere in azione i simpaticissimi picchiatori di Lefty, con Bingo sugli scudi e con il ritorno di Angelo il damerino. Sorvolando sulla lieve scorciatoia narrativa che permette a Tex di scoprire l’ubicazione della misteriosa Isola della Nebbia, covo dei cospiratori, e il piano un po’ tortuoso del giovane Kit per liberare la graziosa figlia del senatore, rapita per ricattare l’oppositore politico, l’epilogo è scoppiettante e rovente, con la gatling in piena azione e il quartetto in forma smagliante. Il villain verrà sconfitto su tutta la linea e mostrerà il suo scarso valore, tipico per i palloni gonfiati di quel calibro, tuttavia Castle e socio sfuggiranno dalla rete e Borden se li potrà rigiocare in un’altra splendida maratona narrativa più recente, affiancandoli al vecchio e temibile Maestro. Storia davvero esaltante che diverte oltremodo e ricorda epiche avventure del centinaio d’oro targato G.L. Bonelli. Oltre ai meritati complimenti destinati a Boselli, non si può non riconoscere che il merito dell’ottima riuscita va condiviso con Dotti, all’esordio sulla saga e fin da subito a suo agio come un veterano. Esordire con una sceneggiatura simile non è affatto semplice, ma il disegnatore se la cava alla grande svariando ottimamente da uno scenario all’altro e fornendo una prova estremamente qualitativa che poco risente della notevole lunghezza. Non è una semplice frase di circostanza ammettere che il suo arruolamento è prezioso per la saga, visto che a uno stile dinamico e suggestivo e un’accettabile rappresentazione dei pards, si unisce una velocità di esecuzione che permette allo sceneggiatore di sbizzarrirsi su una mole di tavole maggiore. Credo che questo aspetto vada molto considerato in una pubblicazione seriale: in un’epoca dove i disegnatori veloci stanno divenendo rari come i Panda, poter disporre di un artista che coniuga qualità e quantità come Dotti è una manna dal cielo. Non sarà infatti un caso che in seguito gli verranno affidate dalla redazione le cartoline della Nuova ristampa e le copertine di Tex Willer, notevoli riconoscimenti per un artista che fin dal debutto nell’universo texiano si è subito ritagliato un ruolo da veterano. Personalmente ammiro molto il tratto di Dotti, con le sue sfumature (suppongo a pennello secco) che sporcano piacevolmente le vignette e le donano un tocco di realismo e ottima dinamicità. Nella prova in questione le fattezze di Tex mostrano qualche incertezza ma ben presto il disegnatore mostrerà miglioramenti e attualmente lo si può annoverare tranquillamente fra le giovani colonne portanti della saga. Il mio voto finale è 9   

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  • 1 anno dopo...

Già all'epoca dell'uscita e della prima lettura scaglionata, avevo espresso la mia opinione secondo cui questa storia era destinata ad entrare nel ristretto circolo dei capolavori texiani. Inutile dire che, dopo l'ennesima rilettura, la mia sensazione è ancora più forte, e posso anzi sostenere sia ormai divenuta una certezza acquisita. A questa storia, del resto, non manca davvero nulla: la sceneggiatura di Mauro Boselli è di amplissimo respiro, parte dal deserto di Altar per poi passare da San Francisco e concludersi nella nebbiosa isola di Cedros al largo della Baja California, si avvale del coinvolgimento di una larga fetta dei più cari amici di Tex (Montales, Tom Devlin, Mike Tracy, Lefty Potrero ed la combriccola della palestra Hercules) e da un nuovo alleato d'eccezione come Donen, è contraddistinta da continui colpi di scena e, ultimo ma non meno importante aspetto, è impreziosita dalla superlativa prova di esordio di Maurizio Dotti ai disegni (eccellente caratterizzazione dei personaggi, grandissima cura dei dettagli, superba illustrazione dei teatri d'azione).

 

Tantissimi elementi, dunque, e tutt'altro che semplici da assemblare armonicamente insieme, eppure Boselli ha saputo dipanare una trama impeccabile applicando una certosina soluzione di continuità, procedendo a ritmi ben scanditi ma al tempo stesso senza mai concedere agli eventi di risultare stantii, neanche per una singola vignetta. Per tacere, poi, della caratterizzazione delle canaglie con cui Tex ed i pards hanno dovuto confrontarsi: militari corrotti ed infedeli, politicanti senza scrupoli, mercenari spietati ed opportunisti, aspiranti dittatori. Se c'è in realtà poco da dire su gente come lo scout Larsen, piuttosto che il maggiore Keegan o il capitano Collins, o anche come il colonnello Hunting ed il senatore Shawcross (il Bos, giustamente, ha ben pensato di non sprecare troppe sequenze per approfondire la bassa statura morale di canaglie del genere), altrettanto non si può dire per il generale Reynaldo Casamayor, aspirante dittatore di Sonora e Baja California e per hobby allevatore di squali ghiotti di carne umana, talmente egocentrico e megalomane da essersi voluto ribattezzare El Supremo (ed i suoi scherani, in particolare il tirapiedi Escudero, nulla fanno perché il suo ego sia meno smisurato), eppure nella sua lucida follia capace di ordire un complotto internazionale contorto ma poggiato su basi concrete (con il sostegno di politici e militari sia americani che messicani), così come risultano ben caratterizzati i mercenari Nick Castle, belloccio, dotato di un cervello sopraffino e del tutto privo di scrupoli, ed il più funereo Muggs, forzuto e di poche parole, di fatto gli avversari - soprattutto Castle, invero - che, più di qualsiasi altro, creano problemi ai Nostri e li costringono a sbattersi da una parte all'altra del sudovest nordamericano.

 

Dal canto loro, tuttavia, Tex ed i quattro pards (egregiamente supportati da Montales e dagli amici di Frisco, per tacere del soldato Donen) non solo non si lasciano mai trovare impreparati, ma rispondono puntualmente colpo su colpo a qualsiasi mossa degli avversari. Soprattutto, benché sia come sempre Tex ad assumersi l'onere di coordinare le operazioni, tutti e quattro i pards risultano ben funzionali all'azione, e nessuno di loro corre mai il rischio di vedersi messo in secondo piano, grazie anche ad una saggia divisione dei compiti. La parte più rischiosa, una volta tanto, non tocca a Tex bensì al giovane Kit, che insieme al soldato scelto Donen (nonché ex aspirante cospiratore poi ricondotto sulla retta via) si infiltra tra le truppe del Supremo, asserragliate nella roccaforte dei cospiratori presso l'Isla de la Niebla, ossia Cedros, quasi inespugnabile per via dei tanti fiordi rocciosi che la circondano e della fitta nebbia che la avvolge quasi costantemente. Una sorta di anticamera dell'inferno, che tuttavia non impedisce ai Nostri riescono a trarre in salvo la bella e coraggiosa figlia dell'onesto senatore Aldergate e, col supporto della marina messicana condotta sul posto da Montales, di acciuffare l'ex aspirante dittatore El Supremo, ponendo fine ai suoi sogni di guerra e di gloria.

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  • 4 mesi dopo...
Il 6/1/2020 at 00:25, Diablorojo82 dice:

Storia gustosa. Vari scenari, personaggi ben delineati, sia i "cattivi" (Castle) che gli ibridi (Donen). Belli i disegni di Dotti. Ho trovato la parte finale però troppo veloce. Boselli ha dato troppo gas per me.

Riletta dopo più di due anni...Confermo la bontà della storia e i disegni di Dotti (tranne qualche vignetta con Kit Willer) evocativi e belli. La questione del "troppo gas" alla fine riguarda soprattutto le "apparizioni " all'improvviso di Kit per salvare Donen e Tex nella sala da cena con El Supremo. Un po' stonate secondo me. Al netto di queste sbavature la storia è di buon livello.

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Il 21/4/2022 at 11:50, juanraza85 dice:

Già all'epoca dell'uscita e della prima lettura scaglionata, avevo espresso la mia opinione secondo cui questa storia era destinata ad entrare nel ristretto circolo dei capolavori texiani. Inutile dire che, dopo l'ennesima rilettura, la mia sensazione è ancora più forte, e posso anzi sostenere sia ormai divenuta una certezza acquisita. A questa storia, del resto, non manca davvero nulla: la sceneggiatura di Mauro Boselli è di amplissimo respiro, parte dal deserto di Altar per poi passare da San Francisco e concludersi nella nebbiosa isola di Cedros al largo della Baja California, si avvale del coinvolgimento di una larga fetta dei più cari amici di Tex (Montales, Tom Devlin, Mike Tracy, Lefty Potrero ed la combriccola della palestra Hercules) e da un nuovo alleato d'eccezione come Donen, è contraddistinta da continui colpi di scena e, ultimo ma non meno importante aspetto, è impreziosita dalla superlativa prova di esordio di Maurizio Dotti ai disegni (eccellente caratterizzazione dei personaggi, grandissima cura dei dettagli, superba illustrazione dei teatri d'azione).

 

Tantissimi elementi, dunque, e tutt'altro che semplici da assemblare armonicamente insieme, eppure Boselli ha saputo dipanare una trama impeccabile applicando una certosina soluzione di continuità, procedendo a ritmi ben scanditi ma al tempo stesso senza mai concedere agli eventi di risultare stantii, neanche per una singola vignetta. Per tacere, poi, della caratterizzazione delle canaglie con cui Tex ed i pards hanno dovuto confrontarsi: militari corrotti ed infedeli, politicanti senza scrupoli, mercenari spietati ed opportunisti, aspiranti dittatori. Se c'è in realtà poco da dire su gente come lo scout Larsen, piuttosto che il maggiore Keegan o il capitano Collins, o anche come il colonnello Hunting ed il senatore Shawcross (il Bos, giustamente, ha ben pensato di non sprecare troppe sequenze per approfondire la bassa statura morale di canaglie del genere), altrettanto non si può dire per il generale Reynaldo Casamayor, aspirante dittatore di Sonora e Baja California e per hobby allevatore di squali ghiotti di carne umana, talmente egocentrico e megalomane da essersi voluto ribattezzare El Supremo (ed i suoi scherani, in particolare il tirapiedi Escudero, nulla fanno perché il suo ego sia meno smisurato), eppure nella sua lucida follia capace di ordire un complotto internazionale contorto ma poggiato su basi concrete (con il sostegno di politici e militari sia americani che messicani), così come risultano ben caratterizzati i mercenari Nick Castle, belloccio, dotato di un cervello sopraffino e del tutto privo di scrupoli, ed il più funereo Muggs, forzuto e di poche parole, di fatto gli avversari - soprattutto Castle, invero - che, più di qualsiasi altro, creano problemi ai Nostri e li costringono a sbattersi da una parte all'altra del sudovest nordamericano.

 

Dal canto loro, tuttavia, Tex ed i quattro pards (egregiamente supportati da Montales e dagli amici di Frisco, per tacere del soldato Donen) non solo non si lasciano mai trovare impreparati, ma rispondono puntualmente colpo su colpo a qualsiasi mossa degli avversari. Soprattutto, benché sia come sempre Tex ad assumersi l'onere di coordinare le operazioni, tutti e quattro i pards risultano ben funzionali all'azione, e nessuno di loro corre mai il rischio di vedersi messo in secondo piano, grazie anche ad una saggia divisione dei compiti. La parte più rischiosa, una volta tanto, non tocca a Tex bensì al giovane Kit, che insieme al soldato scelto Donen (nonché ex aspirante cospiratore poi ricondotto sulla retta via) si infiltra tra le truppe del Supremo, asserragliate nella roccaforte dei cospiratori presso l'Isla de la Niebla, ossia Cedros, quasi inespugnabile per via dei tanti fiordi rocciosi che la circondano e della fitta nebbia che la avvolge quasi costantemente. Una sorta di anticamera dell'inferno, che tuttavia non impedisce ai Nostri riescono a trarre in salvo la bella e coraggiosa figlia dell'onesto senatore Aldergate e, col supporto della marina messicana condotta sul posto da Montales, di acciuffare l'ex aspirante dittatore El Supremo, ponendo fine ai suoi sogni di guerra e di gloria.

Juan...Non trovi un po' troppo veloce la parte da quando Donen è sopra gli squali? Cioè soprattutto le repentine apparizioni di Kit Willer prima e poi di Tex al cospetto del Supremo? Sono cose di rilievo minimo...

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  • 2 mesi dopo...

Procedo nella mia opera "non filologica" di recuperi texiani... :cowboy:

 

Il mio voto nel sondaggio è stato 9.

 

Disegni promossi a pienissimi voti, un esplosivo debutto nella collana di Dotti capace di muoversi molto bene in ambienti cosi diversi (dal deserto alla città, all'isola), allietandoci con un brillante uso del "grigio".

 

Una storia ben sviluppata, dove Boselli cucina una trama ricca di spunti e densa di personaggi vecchi e nuovi (tra cui un ottimo Nick Castle), valorizzando sapientemente i 4 pards, ognuno dei quali ha il suo momento per risaltare.

 

Ho trovato un po' forzata la soluzione di Kit "uomo ragno" (soprattutto la questione della sbarra divelta usata poi per sostenere la corda) e l'abilità ginnico-acrobatica della ragazza high society che si arrampica sulla nave come un pirata della Malesia, ma sono piccolezze.

 

Avrei invece preferito che la storia occupasse in toto il quarto albo, evitando così un finale che anche io ho trovato un po' accelerato, anche se mi sono goduto alla grande l'accoppiata gatling-dinamite :wub:

 

Veramente una bella avventura, capisco che alcuni siano in perenne ricerca del "capolavoro", personalmente in un fumetto seriale sono sempre felice di leggere storie anche "solo" ottime e devo dire che, per quello che ho recuperato finora, il "centinaio-600" di storie molto belle ne ha proposte diverse...

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