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[21] [Almanacco 2014] I Rapitori


Sam Stone
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40 utenti hanno votato

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Sull'espressione "colorita" forse ho calcato un po' la mano ma nessuno piu' del sottoscritto ha tessuto le lodi e riposto speranze alle prime storie dello stesso Faraci.

Aspettiamo le sue nuove storie. Quello che contesto personalmente a Faraci, oltre al ricorso alle stesse trame narrative con leggere variazioni, è di non osare abbastanza. Come dice Havasu, le sue storie sembrano riempitivi. Se finalmente ha fatto un passo in avanti in questo senso, ne vedremo delle belle.
Sono pienamente d'accordo. Faraci è un o sceneggiatore molto bravo ma finora è stato un po' carente a livello di soggetti un po' troppo ripetitivi. Dovrebbe davvero osare di più e ora che ha finalmente un controllore serio può permettersi di farlo, perchè ci penserebbe Boselli a rimetterlo su quelli che lui considera i binari giusti. Venendo a questa storia, anch'io la giudico sostanzialmente in maniera negativa. Nel migliore dei casi è una storia senza infamai ma anche senza lode comunque al di sotto di quello che dovrebbe essere lo standard medio della serie. Un particolare che non mi è piaciuto è stata la scelta di rivelare da subito che il presunto rapito era, in realtà d'accordo coi rapitori. Sarebbe stato il caso di mantenere il segreto fino all'ultimo.
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Ci tengo a spiegare il mio 5 - che son stato tentato di far diventare 4,5 - a soggetto e sceneggiatura. In effetti, come detto da Havasu e da altri, la storia in sè ha la sua fluidità e risulta leggibile: le avrei dato 6, o persino mezzo voto in più, se non fosse inevitabile considerare una storia in rapporto alle altre di un autore. E cosa se ne può evincere? Che Faraci scrive delle storielle senza sale - altro che certi riempitivi di GLB, che riempitivi erano ma molto gustosi - dimostrando pochissimo carattere nell'affrontare il personaggio. Qualcuno ha fatto riferimento ai "Bang Bang" più calibrati che altrove, ma questo è per me spiegabile col fatto che le pagine erano 110; fossero state il doppio, avremmo avuto la solita azione fine a sè stessa di tante altre storie, tra cui la stessa Sotto scorta da tanti lodata.
Storie dal fiato corto, cortissimo, senza la capacità di creare personaggi forti o anche grandi narrazioni corali. Ogni volta c'è un capobanda che fa fuori uno degli accoliti, solo per convincere il lettore che sè, siamo di fronte ad avversari temibili ed efferati, senza minimamente essere capace di crearne una psicologia; ogni volta un inseguimento, che Tex sia lepre o cacciatore; ogni volta la ripresa di formule GLBonelliane, sempre in modo artefatto.
Faccio notare che Boselli esord' con Il passato di Carson, Nizzi scrisse Fuga da Anderville come quinta storia: storie che vanno al cuore dei personaggi, dell'universo di Tex.
Faraci di storie per il nostro ranger ne avrà scritte ormai una quindicina: è arrivato il momento di tirar fuori non dico un capolavoro come le due suddette, ma racconti di carattere e dunque soluzioni più varie.

P. S. Un benvenuto a Conde Claros. :indianovestito:

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Ci tengo a spiegare il mio 5 - che son stato tentato di far diventare 4,5 - a soggetto e sceneggiatura. In effetti, come detto da Havasu e da altri, la storia in sè ha la sua fluidità e risulta leggibile: le avrei dato 6, o persino mezzo voto in più, se non fosse inevitabile considerare una storia in rapporto alle altre di un autore.

Io invece credo, Don Fabio, che la storia si debba giudicare per quello che essa ?, e non rapportandola all'opera complessiva dell'autore. In questo senso, secondo me avresti potuto riconoscerle quel 6/6,5 che pure ti sentivi di darle.



Qualcuno ha fatto riferimento ai "Bang Bang" più calibrati che altrove, ma questo è per me spiegabile col fatto che le pagine erano 110; fossero state il doppio, avremmo avuto la solita azione fine a sè stessa di tante altre storie, tra cui la stessa Sotto scorta da tanti lodata.

Quel qualcuno ero io. I "Bang bang sono più calibrati. Calibrati per le 110 pagine. Sempre di QUESTA storia (che dura 110 pagine) parliamo.



Faccio notare che Boselli esord' con Il passato di Carson, Nizzi scrisse Fuga da Anderville come quinta storia: storie che vanno al cuore dei personaggi, dell'universo di Tex.

Ti ci aggiungo che Medda aveva esordito con quell'altro capolavoro che è Bande Rivali. Stiamo parlando, comunque, di storie eccelse, inarrivabili, se quello è il metro di paragone Faraci sta fresco. Quelli sono capolavori, stanno nell'Olimpo, è difficilissimo replicarli.


Faraci di storie per il nostro ranger ne avrà scritte ormai una quindicina: è arrivato il momento di tirar fuori non dico un capolavoro come le due suddette, ma racconti di carattere e dunque soluzioni più varie.

Speranza comune.


P. S. Un benvenuto a Conde Claros.  :indianovestito:

anche da parte mia
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Ho appena finito di leggere l'almanacco.. Non proprio cosi deludente come lo avevano descritto ma nemmeno sopra la sufficenza a mio parere.. storia partita bene.. ma già dalla metà si era fermata la suspence.. diventato uno sparatutto veloce..

La vignetta dove Tex suda freddo non mi è piaciuta.. sopratutto per il modo un po' "sempliciotto" di come se ne libera.. Si poteva giocare di più sul doppiogioco quando lo trova Tex..
Voto 6 a tutto l'almanacco.. guadagnato in gran parte dal dossier alla fine su Giuliano Gemma!
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Giudico "I rapitori" una storia senza infamia e senza lode. Partita, a mio parere, da uno spunto interessante e diverso dal solito, sviluppato in modo interessante. Forse la conclusione non conclusa, se così posso dire, in altre circostanze ha aggiunto valore alla storia mentre qui mi ha lasciato un po' la bocca asciutta. Tuttavia non credo che si possa fare un paragone con questa e le altre di Faraci, che effettivamente a una partenza col botto ha fatto seguire più di una delusione e soprattutto si è dimostrato eccessivamente ripetitivo nelle trame. Non si può fare, ritengo, perchè altro è una storia confezionata magari su due o tre albi per il mensile, altra è una storia breve, autoconclusiva, ospitata su un almanacco, senza peraltro dimenticare che lo stesso Tito ha affermato di non essere contento di questa sua opera. Le diverse critiche di Capelli d'Argento non mi trovano d'accordo, in grandi linee per gli stessi motivi avanzati da Leo. E non capisco proprio perchè si debba pretendere che tutti conoscano Tex, che tutti adorino Tex, che tutti tremino quando arriva Tex e che tutti si rivolgano a Tex con deferenza, a testa bassa e con il cappello in mano. N° capisco perchè sembri quasi un vilipendio se un altro personaggio intuisce che la sorpresa è un'arma preziosa (sai che intelligenza, ci arrivavo perfino io!) e Tex si limita ad approvare. Non darei comunque più della sufficienza alla storia, ma è una sufficienza piena e rotonda.

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Giudico "I rapitori" una storia senza infamia e senza lode. Partita, a mio parere, da uno spunto interessante e diverso dal solito, sviluppato in modo interessante. Forse la conclusione non conclusa, se così posso dire, in altre circostanze ha aggiunto valore alla storia mentre qui mi ha lasciato un po' la bocca asciutta. Tuttavia non credo che si possa fare un paragone con questa e le altre di Faraci, che effettivamente a una partenza col botto ha fatto seguire più di una delusione e soprattutto si è dimostrato eccessivamente ripetitivo nelle trame. Non si può fare, ritengo, perchè altro è una storia confezionata magari su due o tre albi per il mensile, altra è una storia breve, autoconclusiva, ospitata su un almanacco, senza peraltro dimenticare che lo stesso Tito ha affermato di non essere contento di questa sua opera. Le diverse critiche di Capelli d'Argento non mi trovano d'accordo, in grandi linee per gli stessi motivi avanzati da Leo. E non capisco proprio perchè si debba pretendere che tutti conoscano Tex, che tutti adorino Tex, che tutti tremino quando arriva Tex e che tutti si rivolgano a Tex con deferenza, a testa bassa e con il cappello in mano. N° capisco perchè sembri quasi un vilipendio se un altro personaggio intuisce che la sorpresa è un'arma preziosa (sai che intelligenza, ci arrivavo perfino io!) e Tex si limita ad approvare. Non darei comunque più della sufficienza alla storia, ma è una sufficienza piena e rotonda.

Sottoscrivo ogni singola parola.
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Ci tengo a spiegare il mio 5 - che son stato tentato di far diventare 4,5 - a soggetto e sceneggiatura. In effetti, come detto da Havasu e da altri, la storia in sè ha la sua fluidità e risulta leggibile: le avrei dato 6, o persino mezzo voto in più, se non fosse inevitabile considerare una storia in rapporto alle altre di un autore.

Io invece credo, Don Fabio, che la storia si debba giudicare per quello che essa ?, e non rapportandola all'opera complessiva dell'autore. In questo senso, secondo me avresti potuto riconoscerle quel 6/6,5 che pure ti sentivi di darle.
Leo, io invece difendo il criterio per cui ho dato 5. Perchè? Perchè io credo che il valore di una storia - ma in generale di qualsiasi opera - non sia assoluto, ma dipenda da molteplici variabili, tra cui - fondamentale - la prospettiva di chi giudica. E in tal senso, una storia leggera come questa l'avrei fatta passare a un autore che avesse già dimostrato di saper lavorare sull'universo Tex con idee, tempra e personalit?, non a Faraci.
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Ci tengo a spiegare il mio 5 - che son stato tentato di far diventare 4,5 - a soggetto e sceneggiatura. In effetti, come detto da Havasu e da altri, la storia in sè ha la sua fluidità e risulta leggibile: le avrei dato 6, o persino mezzo voto in più, se non fosse inevitabile considerare una storia in rapporto alle altre di un autore.

Io invece credo, Don Fabio, che la storia si debba giudicare per quello che essa ?, e non rapportandola all'opera complessiva dell'autore. In questo senso, secondo me avresti potuto riconoscerle quel 6/6,5 che pure ti sentivi di darle.



Leo, io invece difendo il criterio per cui ho dato 5. Perchè? Perchè io credo che il valore di una storia - ma in generale di qualsiasi opera - non sia assoluto, ma dipenda da molteplici variabili, tra cui - fondamentale - la prospettiva di chi giudica. E in tal senso, una storia leggera come questa l'avrei fatta passare a un autore che avesse già dimostrato di saper lavorare sull'universo Tex con idee, tempra e personalit?, non a Faraci.
Dissento, Don Fabio. Io credo che, per giudicare qualsiasi opera, il "giudice" non debba avere una prospettiva, ma debba essere quanto più neutro possibile. Dopo aver letto l'opera, deve giudicare quella e soltanto quella; deve giudicare l'opera, non l'autore; deve giudicare quel prodotto, a prescindere dall'opera complessiva del suo creatore.


Secondo quanto dici tu, se questa storia l'avesse scritta Borden, che ha mostrato ben altra tempra e personalit? e che ha scritto grandi capolavori, allora sarebbe stata più che sufficiente; poich? l'ha scritta Faraci è insufficiente. Quindi, se l'avesse scritta Borden, sarebbe stata sufficiente in virt? non del suo valore intrinseco, ma del valore delle altre opere scritte da Borden... ma è questa l'opera che stiamo giudicando, e a questa dobbiamo limitare il nostro giudizio. Io la vedo così. Che poi tu sia legittimamente dispiaciuto dell'opera finora proposta da Tito e voglia esprimere questa tua contrarietà con un 5 è comprensibile, ma il 5 è da assegnare all'opera (a cui questa storia aggiunge poco o nulla), non a questa singola storia, che per tua stessa ammissione vale più di cinque. Non scordiamoci poi, come opportunamente ha ricordato Cheyenne, che questa storia è la storia di un'almanacco, una storia di 110 pagine: magari per voi è diverso, ma io da queste storie non mi aspetto mai nulla di memorabile. Meglio le storie brevi brevi dell'ultimo color che il formato monoalbo, secondo me...

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Leo, qui si apre un problema filosofico complessissimo. Facendola breve, io sono convinto che un'opera abbia valore solo in relazione a un soggetto che ve ne attribuisce. Un soggetto che, inevitabilmente, ha i suoi filtri. Giudicare l'opera e non l'autore? Non ho mai capito cosa ciò significhi: l'opera è un prodotto mentale, e valutando l'opera non posso che valutare la mente del suo creatore. Quanto al valutare l'opera in sè, senza relazionarla alle altre e a tutte le variabili, mi sembra, più che semplicemente riduttivo, anche impossibile. Se la storia l'avesse scritta Boselli (sul quale peraltro io ho più dubbi di te)? Non so, è un discorso infattibile. Quello che posso dire è che - in questo momento - quello che mi aspettavo da Faraci era personalit?, e la personalit? era il mio primo criterio. E' mancata e ne è conseguito il 5. Se l'avesse scritta Boselli, su cui ho dubbi ma che certamente non difetta in tal senso, i miei criteri di giudizio sarebbero stati inevitabilmente diversi. Com'? giusto che sia!Infine, sul discorso delle 110 pagine, con l'assoluta simpatia che ho nei tuoi confronti, continuo a non condividere il tuo punto di vista: lo spessore lirico di un racconto per me non ha la bench? minima relazione con il suo numero di pagine.

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Devo precisare comunque che più ancora della brevit? ritengo importante al fine di un confronto con altre storie il fatto che questa faccia parte di un almanacco. Una serie cioè a periodicità molto meno frequente del mensile, e dove la storia a fumetti è inserita in un albo che contiene informazioni più "profonde" anche dal punto di vista storico oltre che attuale.

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anch'io esprimo il mio giudizio sull'ultima avventura del ranger; il soggetto è deboluccio , la sceneggiatura è buona, i disegni ottimi. Faraci è un ottimo scrittore che ho apprezzato moltissimo su altre serie, a livello di sceneggiatura anche su Tex; sono i soggetti a non convincermi, come dite in molti deve assolutamente spaziare di più con la fantasia. i disegni di Suarez in compenso sono molto belli, peccato non averlo in pianta stabile su Texi miei voti:soggetto 6sceneggiatura 7disegni 8complessivo 7 ( soprattutto per i disegni)

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Le diverse critiche di Capelli d'Argento non mi trovano d'accordo, in grandi linee per gli stessi motivi avanzati da Leo. E non capisco proprio perchè si debba pretendere che tutti conoscano Tex, che tutti adorino Tex, che tutti tremino quando arriva Tex e che tutti si rivolgano a Tex con deferenza, a testa bassa e con il cappello in mano. N° capisco perchè sembri quasi un vilipendio se un altro personaggio intuisce che la sorpresa è un'arma preziosa (sai che intelligenza, ci arrivavo perfino io!) e Tex si limita ad approvare.

Chi ha detto che tutti debbano conoscere Tex ?

Che tutti lo adorino ?!
Scusa ma, secondo me, hai fatto un po' di confusione: a parte che i tre a cavallo che arrivano sul luogo del misfatto in effetti non conoscono Tex ( ci sta, chi ha detto niente...) e le scene susseguenti filano in maniera lineare: Tex, infatti, fa "cantare" la colt quando i tre "insulsi" personaggi non lo credono essere innocente alla strage.
Mi ha dato fastidio, invece, il silenzio di Tex al "Dai qua'" perentorio rivoltogli da quel "grande" personaggio di Logan inventato da Faraci. E poi dopo si danno del tu subito: che palle, scusate.... :malediz...
Il Tex di GLB non credo sarebbe stato così accondiscendente e silenzioso per quel che posso ricordare dopo 60 anni di storie. :old:
Il punto dolente sono gli atteggiamenti, il linguaggio ( non ) texiani/o....
Per me è stravolgere ( seppur in piccolo ) il Personaggio.
Poi, Cheyenne, non capisco: affermi che non si puo' pretendere che tutti "adorino" Tex. E chi l'ha detto è doubt
Semmai è proprio il contrario: ma se in questa storia ( come in molte altre di quest'ultimo periodo ) assistiamo ai soliti complimenti come ad es. "ma quanto è bravo", " è una specie ( sigh ) di eroe" e così continuando....
Circa il "vilipendio" se un altro personaggio intuisce qualcosa rispetto a Tex è sempre il tenore delle risposte del Nostro a lasciare perplessi ( per quel che mi riguarda ). E questo continuo affiancare a Tex personaggi di siffatto ( scarso ) calibro. Ma Carson non andava bene? No? Nemmeno Kit è E' meglio Logan, senz'altro.... >:azz:

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capelli d'argento hai ragione sul fatto dei compagni di ventura di Tex, invece di questi tizi anch'io preferirei di gran lunga vedere al fianco di Tex il vecchio Carson o almeno Kit o meglio ancora Tigernon vedo la necessit? di inventarsi sbiaditi personaggi da affiancare a Tex quando qualcuno invent? dei pards fantastici che sono sempre stati uno dei fattori di successo della testatail gioco di squadra, l'affiatamento tra di loro, il profondo senso di amicizia, la complicità e la simpatia di questi quattro meravigliosi eroi è assolutamente unico nel mondo del fumettoperchè cercare qualcosa di diverso quando si ha in mano un poker d'assi ???io quattro pards li vorrei insieme addirittura in tutte le storie o quasiperciò sottoscrivo quanto dici al riguardo capelli d'argentovoglio Carson.... Tiger .. e Kit :bisonte:

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Quante volte GLB ha fatto lavorare Tex da solo, cioè senza pards ?"La voce misteriosa","Rinnegato !","Gli spietati","Il cowboy senza nome","Contro tutti","Linciaggio !(salvo la gustosa comparsata finale di Carson), ecc., ecc.,..... Questa è la storiella dell'Almanacco, ci può anche stare che Tex sia solo, altre volte ha lavorato con i pards, come ci può stare che non sia accompagnato nella serie regolare.

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Leo, qui si apre un problema filosofico complessissimo. Facendola breve, io sono convinto che un'opera abbia valore solo in relazione a un soggetto che ve ne attribuisce. Un soggetto che, inevitabilmente, ha i suoi filtri.
Giudicare l'opera e non l'autore? Non ho mai capito cosa ciò significhi: l'opera è un prodotto mentale, e valutando l'opera non posso che valutare la mente del suo creatore.
Quanto al valutare l'opera in sè, senza relazionarla alle altre e a tutte le variabili, mi sembra, più che semplicemente riduttivo, anche impossibile.
Se la storia l'avesse scritta Boselli (sul quale peraltro io ho più dubbi di te)? Non so, è un discorso infattibile. Quello che posso dire è che - in questo momento - quello che mi aspettavo da Faraci era personalit?, e la personalit? era il mio primo criterio. E' mancata e ne è conseguito il 5. Se l'avesse scritta Boselli, su cui ho dubbi ma che certamente non difetta in tal senso, i miei criteri di giudizio sarebbero stati inevitabilmente diversi. Com'? giusto che sia!
Infine, sul discorso delle 110 pagine, con l'assoluta simpatia che ho nei tuoi confronti, continuo a non condividere il tuo punto di vista: lo spessore lirico di un racconto per me non ha la bench? minima relazione con il suo numero di pagine.

Siamo su due lunghezze d'onda diverse, pard. :indianovestito: Tu dici che ogni soggetto che valuta un'opera ha dei filtri; ebbene, quel che cerco di fare io è di non avere filtri. Non so se ci riesco, ma approcciando ogni nuova storia io cerco di fare tabula rasa, così da giudicare quella storia, a prescindere dalla firma della stessa.


Sono un amante di Victor Hugo, amo I Miserabili e il Novantatre, eppure un'altra sua opera, I Lavoratori del mare (o anche L'Uomo che ride) non mi ha entusiasmato affatto. Quell'opera di quell'autore non mi è piaciuta, un'altra opera di quello stesso autore sè. Questo per ribadire che secondo si deve giudicare l'opera, non l'autore.

Al di l' di questo assunto, io capisco ovviamente ciò che intendi dire, capisco i motivi del tuo risentimento e del tuo 5: la personalit? di Faraci non ti soddisfa, anzi non la vedi proprio. OK, siamo d'accordo: le ultime sue storie sulla serie regolare (in primis Braccato) non erano soddisfacenti, io stesso le ho trovate brutte. Ma questa storia, di quest'Alamanacco, è un'altra cosa, merita di essere giudicata a sè. E' gradevole, si legge bene, tu stesso lo ammetti. Ciò che ti disturba è la mancanza di personalit? della stessa, la mancanza di personalit? dell'autore. Io continuo a pensare che per un autore sia più difficile far uscire la propria personalit? in una storia breve (non dico che sia impossibile; ritengo solo, da profano, che possa essere più difficile), quindi da questa storia non mi aspettavo nulla di particolare. Aspettiamo la prossima sulla serie regolare, sperando che sia migliore delle ultime performance e che costituisca finalmente un salto di qualità per il bravo Tito.

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  • 1 mese dopo...

Un racconto che paragono a quelli di GLB che definivo, senza offesa,"tappabuchi" fra due storie notevoli (tipo "Contrabbando" tra "Una audace rapina" e "La voce misteriosa"), corti, forse con pochi slanci, ma non privi di fascino.

Ritorno brevemente sulla storia propostaci da Faraci perchè, l' per l', non avevo notato il commento di Havasu.

Un forumista ( Leo ) mi aveva rimproverato di aver definito, irrispettosamente, "cagata pazzesca" la storiella di Faraci. A volte certi pareri espressi in maniera "diretta" non passano inosservati e fanno "rumore" mentre altri, non vengono "redarguiti" poich? non "conditi" da espressioni un po' "colorite".
Ebbene, non credo di esagerare, anzi, ma paragonare questa ( scadente ) storiella, con un Tex/Rambo e pure un po'.. Rimba, mediocre, dialoghi penosi e personaggi di contorno irritanti, a quelle brevi di GLB ?, secondo me, un insulto ancor piu' grave. Altro che "senza offesa".... :old:
Povero GLB ! Ovunque Egli sia, che gli tocca sentire o vedere.... :shock: >:azz:
Hasta lu?go.

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  • 2 settimane dopo...

Perdonatemi non ho letto tutti i commenti postati sinora. Sarà forse per il fatto che legga Tex solo da qualche hanno ma a me questa storia mi ha appassionato, scene d'azione molto presenti e spazio alla narrazione tramite immagini e dialoghi immediati. Chiaramente in "sole" 110 pagine non si potevano innescare chissà quanti intrighi. Faraci ha fatto un discreto lavoro. I disegni molto belli anche se un p? troppo "classicheggianti" per i miei gusti che preferisco un tratto un p? più fumettistico. Storia: 7.5Disegno 8.5

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  • 2 settimane dopo...

Complici le (meritate, posso dirlo? :D ) vacanze, sto recuperando le letture texiane con le quali ero rimasto colpevolmente in ritardo. Purtroppo, dopo un lungo digiuno questo almanacco non è stato il modo più felice per rientrare. E sè che Faraci, come autore, non mi è mai dispiaciuto, fatte salve le prove più recenti. Il punto di forza dello sceneggiatore, vale a dire la freschezza e la simpatia dei dialoghi, qui viene completamente a mancare: dalla spigliata commedia di altre storie si passa a una specie di telenovela ingessata; peccato, perchè il soggetto semplice (neanche ben gestito, poi, vista

la quasi immediata rivelazione circa la vera natura del rapimento
) avrebbe permesso di concentrarsi su altro. Cattivi anche discretamente caratterizzati (sebbene la solita scena del capo che spara al sottoposto, in sè una buona idea, è stata riproposta dall'autore fino alla noia); tuttavia è sintomatico che la scena più riuscita sia la sfuriata finale della ragazza, che per giunta contraddice quanto detto prima. :blink:Faraci, inoltre, alle sue ultime prove dimostra di non riuscire a gestire adeguatamente le sparatorie; difetto legittimo, per carit?, che pure nelle sue prime storie non riscontravo; peccato che le sue storie più recenti siano, di fatto, una sparatoria unica. Mi spiace perchè, dopo aver iniziato anni fa in modo convincente, Tito, persona simpatica e sensibile, nonchè valido professionista, a mo' di gambero sembra fare un passo indietro a ogni storia. Spero che, superato questo sbandamento, riesca a proporci anche in storie più lunghe la vivacit? fattaci assaggiare nella storia breve pubblicata sull'ultimo Color. Su Suarez, in questo topic si sono espresse persone assai più competenti di me in materia. A me il suo tratto pesante piace; qui a tratti sembra però un po' perdersi; inoltre, non capisco il senso delle gocce di sudore versate da Tex in continuazione. Come voto globale: direi quattro. A malincuore, perchè apprezzo gli autori; ma la verità è che mi sono annoiato da morire. Davvero bella la scena finale (per quanto incongruente) e discreti i cattivi, come già detto, ma il resto è ben poca cosa. Modificato da virgin
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  • Sceriffi

Una storiella, n° carne n° pesce... una trama inconsistente che non riesce nemmeno a riempire il pur ridotto spazio dell'almanacco, tanto che la scena dello scontro con l'orso mi sembra proprio buttata l' per allungare una sceneggiatura priva di idee. Un Tex che si lascia portare a zonzo per i boschi per una notte, invece di tornare sul luogo del "rapimento" e cercare le tracce dei banditi... un Tex completamente privo di iniziativa... è Logan che decide quando fare una sosta, di non accendere fuochi, mentre Tex si limita a annuire... Il voto per me è 5, con dispiacere per Faraci che stimo come autore serio e professionale. Spero che possa tornare a breve almeno sui livelli del suo esordio su Tex e delle sue prime storie, che avevo decisamente apprezzato.

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