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TWF - Tex Willer Forum

[643/644] L'indomabile


Sam Stone
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Rimanendo però l suo posto di comando nel forte e senza dover subire un processo..
per non parlare di possibili epiloghi pure più "cruenti"...

No, la sorte riservata a Atwood proprio non mi convince....  

 

Io invece non credo sfuggirà al castigo. Il colonnello è chiaramente connivente e una volta che Marton farà il nome del suo complice, cosa credi che accadrà?

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A mio avviso, nelle vignette postate da Ymalpas Tex si esprime in quel modo perchè vuole provocare Atwood in modo tale che si tradisca o quantomeno perda le staffe in modo tale che il ranger stesso possa rompergli la mascella come si merita ( come si è visto, solo il secondo obiettivo è raggiunto ). A giudicare però da quanto dice Tex a Carson a pag. 112 ( "Marton potrebbe decidere di non parlare" ) e soprattutto dal dialogo conclusivo fra Webster e Nantan, le cose non sono andate come pensava Tex: l'inchiesta sul traffico di armi e whisky si è conclusa favorevolmente per Nantan ( Webster pag. 113: "Non solo sei stato completamente scagionato (..... )ma hai avuto una menzione d'onore e un aumento di salario" ), però, come dice Nantan stesso, "il colonnello Atwood è sempre il comandante di Fort Rucker" e Webster ammette che "la giustizia dei bianchi non è perfetta", segno che o Marton non ha parlato o , se ha parlato, non è stato creduto. Vero che Tex , sempre parlando con Carson, si mostra fiducioso nella possibilità che Atwood faccia un passo falso, una volta o l'altra, ma al momento la cosa non si è verificata e , dato che Boselli non ha intenzione di ripescarlo in storie successive, chissà se si verificherò mai.

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Mi lascia perplesso il fatto che Tex non abbia "convinto" con i suoi modi "gentili" Marton a parlare... dopotutto, lo sceriffo lo avrebbe assecondato in un tale proposito. Forse però a Tex interessa fino ad un certo punto la testa di Atwood: ciò che per lui è importante è la riabilitazione di Nantan ed in seconda battuta l'arresto di Uday.

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  • 2 settimane dopo...

La storia è buona. L'unica cosa che mi fa riflettere è il finale. La scelta è legata al fatto di creare un seguito? sinceramente non mi vengono in mente storie dove Tex si fa tanti problemi per arrestare i colpevoli, soprattutto i potenti, solo per paura che poi possono farla franca in tribunale. Boselli mantiene il livello ancora alto delle storie.

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  • Rangers

La storia avrà sicuramente un seguito. I cattivi non vengono fermati perchè Tex attende il momento propizio come uno scorpione, per assestare il suo colpo velenoso! :)Attendiamo anche noi il seguito :trapper:

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Buona storia ma non eccezionale, basata su un tema che noi lettori abbiamo visto milioni di volte su Tex. Straquoto comunque chi, in precedenza, ha ipotizzato che ci possa essere prima o poi un seguito: non è assolutamente da Tex porsi troppe domande sul punire un prepotente, benchè goda di protezioni in alto loco.. In voti, 6 sia alla storia che ai disegni di Ortiz

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  • 1 anno dopo...

Storia che passerà alla storia di Tex più perché è l'ultima disegnata da Ortiz, che per il soggetto e la sceneggiatura. Interessante la psicologia dei personaggi sempre ben delineati, e ritengo interessante anche quel finale "aperto". Voto 7 (anche per i disegni, pur se Ortiz non è stato il mio preferito, il suo tratto era ben caratterizzante nei personaggi nelle storie da lui disegnate).

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  • 4 anni dopo...

A distanza di tanti anni, incuriosito dalla recente uscita della prima parte di quello che, nei fatti, promette di costituirne una sorta di seguito, sono andato a rileggermi questa storia, e devo ammettere di averla parecchio rivalutata in positivo: dopo la prima lettura l'avevo giudicata sufficiente ma non di più, ora mi sento di definirla una buonissima storia, per quanto lungi dall'essere un capolavoro.

 

Impianto tipicamente western, molto classico, con una spiccata punta di crepuscolarità che le conferisce un fascino molto particolare. Ottima gestione dei quattro pards e dell'occasionale comprimario Webster, al pari dell'apache fuggiasco Nantan, che alla fine viene giustamente riabilitato. Al contrario, nel contesto della mia rivalutazione devo riconfermare la gestione e caratterizzazione forse un po' superficiale degli avversari di turno, che personalmente considero il mezzo punto debole della storia. Unica parziale eccezione, la scelta di farla passare liscia al colonnello Atwood, quasi il Bos avesse già in animo di poterlo prima o poi ripescare, come è effettivamente avvenuto per lui, Nantan e Webster. Ad ulteriore sostegno di tale ipotesi, il fatto che già in questa doppia vengano ripetutamente citati i predoni Netdahe (circostanza, questa, che francamente non ricordavo).

 

Di buon livello anche i disegni di Ortiz, alla penultima performance texana prima della sua morte.

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  • 2 mesi dopo...

L’inizio del 2014 fu all’insegna di Boselli. Dopo la lunghissima maratona del Supremo e il controverso ritorno di Kid Rodelo, il curatore riapparve sui crediti con questa storia, che a differenza di quelle che l’hanno preceduta, si attesta su un livello più marcatamente classico e con un soggetto puramente western. Dalla prolifica penna di Borden esce l’ennesimo grande coprotagonista che, fin dalle prime pagine, entra in sintonia del lettore e si guadagna, tavola dopo tavola, le luci della ribalta. Nantan è un personaggio di spessore: fiero, coraggioso, col cuore al posto giusto e sebbene ingiustamente accusato, mantiene l’adeguata dose di lucidità, per portare avanti la sua vendetta contro gli infidi intrallazzatori che lo considerano una pedina da eliminare per portare avanti il loro sporco scopo. Il primo albo è molto ben scritto e tutta la sequenza della fuga dei due poliziotti apache, destinati all’ingiusto confino in Florida si fa molto apprezzare. Nantan è quel personaggio che cattura subito la simpatia del lettore e in tal senso, emblematica è la scena del secondo albo, in cui l’incontro con Adam mette a confronto due grandi uomini dal cuore d’oro che solidarizzano uniti dal comune denominatore rappresentato dalle angherie del razzismo. Pure molto ben riuscita la figura della fiera e coraggiosa Nitika che riesce a conquistare il cuore dell’indomito apache e ottiene in cambio il suo amore. La prova non è tuttavia esente da pecche, che non ne inficiano l’esito complessivo ma che vanno comunque evidenziate. Il secondo albo a mio avviso non tiene il passo del primo e i villain coinvolti non fanno mai quel salto di qualità presente nella maggioranza delle sceneggiature boselliane. I più puritani possono muovere l’accusa (legittima in questo caso), che Nantan rubi troppo la scena ai pards; aspetto che, a mio avviso, se non troppo ricorrente, può starci. Se inoltre serve all’autore per comporre ottime storie, non è di certo un difetto. Se non avessi scritto questa recensione in concomitanza con l’entusiasmante storia dei Netdahe in edicola in questi giorni, avrei potuto inserire negli aspetti meno positivi pure il modo in cui il viscido colonnello Atwood se la cava di lusso, mantenendo il comando di Fort Rucker, suscitando giustamente lo sdegno di Nantan nelle ultime tavole. Adesso, col senno di poi, possiamo sostenere che il finale aperto di allora servì all’autore come assist per il brillante sequel che vede il ritorno del poliziotto apache, di Webster, Castillo etc., reso ancora più originale dal doppio binario narrativo, che da un lato ci ha mostrato la sacrosanta punizione per l’ufficiale corrotto, e, dall’altro, ci fa incontrare i feroci e irriducibili Netdahe, solo nominati nella presente prova. Quelle scelte di continuità narrativa in una saga, di cui Borden è maestro e che il sottoscritto apprezza parecchio. La storia verrà purtroppo ricordata anche come l’ultima prova grafica dell’indimenticato Josè Ortiz. Quanta tristezza incutono le sue tavole d’addio; un mesto rassegnarsi alla insindacabile legge naturale che vede sconfiggere anche i più grandi autori e li porta, purtroppo (tranne rarissime eccezioni), a degenerare in uno stile approssimativo, quasi naif e puerile. Non mi par giusto al cospetto di un grande artista, che ho a lungo ammirato e preso come riferimento, soffermarmi sulle troppe pecche grafiche che emergono tra le tavole della sua ultima fatica e che un po’, lo ammetto, compromettono la sceneggiatura. Di tanto in tanto qualche bel primo piano o paesaggio spicca tra le vignette, fiere reminiscenze di un glorioso passato artistico, ma per il resto, la fatica e la malattia inducono il maestro iberico a una prova totalmente sotto gli standard, con evidenti scompensi di tratto, troppo marcati o lievi, comunque caotici ai fini prospettici e della profondità delle inquadrature, che alla lunga rendono ostica la lettura e la visione delle sequenza dinamica della scena narrativa. Un esempio a caso, lo sgraziato primo piano di Nantan nella vignetta 1 di pagina 58 del secondo albo. Ma come non basta una spina a compromettere la bellezza di una profumata rosa, al pari, non credo che le prove modeste partorite sul viale del tramonto intacchino la carriera di un gigante del fumetto internazionale, che è riuscito con estro e umiltà, pure a conquistare la stima e l’affetto degli esigenti lettori texiani, divenendone una delle colonne portanti per oltre un ventennio. Il mio voto finale è 7

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  • 1 mese dopo...

Allora...Letta questa storia (e quella con il tenente Castillo) in previsione di Netdahe. Non è male, discreta se ci fosse come aggettivo nei voti, ma cala nel secondo albo. Mi piace il personaggio di Nantan, mi piace la capacità del Boss di creare personaggi interessanti e non soffro come molti il "furto" di spazio a Tex. Stavolta non mi convicono  i "cattivi". Poco accattivanti e molto piatti. Ortiz in calo ma l'ho spesso apprezzato su Tex e Magico Vento.

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  • 1 anno dopo...

Aaaaahhh mi sono proprio divertito qui. Un Boselli curiosamente cento per cento tradizionale e GLBonelliano. Il quartetto scatenato che agisce a più riprese da piromane come ai bei tempi, scazzottate, risse, torture, gallonati presi a cazzotti, dialoghi scoppiettanti, indiani, assedi, sparatorie.

Insomma tutto il Tex puro che avevamo imparato ad amare, senza fronzoli e senza sottotrame e centinaia di comprimari.

Bellissimo.

Ortiz anche molto bene, mi piace sempre il suo tratto sporco, adattissimo per storie polverose e crude.

Testi 8

Disegni 8

Modificato da valerio
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  • 6 mesi dopo...

Leggo questa storia poco dopo "Tompstone Epitaph" e devo concludere che il mio giudizio su quest'ultima si allinea molto con la precedente. 

Dopo un primo albo molto buono, la trama non si conferma sugli stessi livelli nel secondo, seppur continuando a risultare gradevole. Il mio giudizio non si basa sulla centralità o meno di Tex, né su quanto possa essere imbattibile e "indomabile" il protagonista principale, ma dà molto peso all'interesse che scaturisce in me pagina dopo pagina. Ho apprezzato molto il Tex glbonelliano della prima parte, il ruolo dell'agente indiano, la tragica avventura di Nantan e del suo fedele amico. Nella seconda parte questa peculiarità si affievoliscono, forse anche a causa della qualità dei disegni a mio parere in larga parte insufficienti (massimo rispetto per Ortiz, capace di capolavori quali il Texone o "sulle piste di fort apache") che rendono la sceneggiatura in poco leggibile.

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  • 10 mesi dopo...

Leggendo questa storia con protagonista il valoroso apache Nantan, ingiustamente accusato di omicidio e deportato in Florida insieme al cugino Dimas, mi è tornato alla mente il bellissimo film di Robert Aldrich con protagonista un grande Burt Lancaster, sto parlando chiaramente di Apache da noi ribattezzato L’ultimo Apache (anno 1954).

Il soggetto scritto da Boselli è chiaramente diverso e sviluppa un intrigo messo in atto dai soliti volponi bianchi per accaparrarsi le commesse della riserva indiana di San Carlos, sono coinvolti apache rinnegati, trafficanti di whisky e persino un colonnello dell’esercito, Tex e i quattro pards aiutano l’agente indiano Webster (vero obiettivo del complotto) cercando di salvare la pelle dei due indiani fuggitivi.

Nantan, come il Massai interpretato da Lancaster, fugge dal treno che lo porta al campo di prigionia in Florida e comincia il suo lungo e tortuoso viaggio di ritorno a casa, un viaggio che sarà anche l’occasione per scoprire nuove realtà (l’incontro con il fabbro di colore vessato dal Klan) ma che ha l’obbiettivo primario di vendicare il torto subito punendo tutti i colpevoli, la vendetta è quindi il tema portante di un racconto che giustamente privilegia la dimensione action a tutto il resto.

E di azione ne abbiamo parecchia con i quattro pards assoluti protagonisti, se vogliamo un ritorno al classico con modalità punitive degne del miglior GL Bonelli, è un vero piacere vedere Tex che maltratta il boss Marton lasciandolo appeso a godersi lo spettacolo del suo deposito in fiamme, così come assistere ad una movimentata rissa nel saloon di una cittadina dove gli indiani non sono ben voluti.

 

La storia nel complesso è piacevole anche se abbastanza ordinaria, Nantan è un bel personaggio che si ritaglia parecchio spazio senza oscurare le gesta di Tex, l’agente indiano Webster invece risulta abbastanza anonimo, la figura femminile di Nitika è ben caratterizzata, sul fronte dei villain il migliore (per quanto abbastanza stereotipato) è Marton mentre il rinnegato Uday e il bandito Sombra si dimenticano facilmente, il peggiore della cricca dovrebbe essere il colonnello Atwood che però si vede solo all’inizio e nel discutibile finale aperto, vedere un cattivo di tale pasta (che tenta di uccidere Tex con una sciabolata) farla franca non mi ha convinto per nulla.

 

I disegni di Josè Ortiz purtroppo non sono all’altezza, lo dico da grande fan dell’artista spagnolo che ho sempre apprezzato molto considerandolo fra i migliori della scuderia Texiana, il suo tratto sporco era perfetto per il western e il suo lavoro ha dato lustro a moltissime storie del ranger ma anche di Magico Vento e Ken Parker (La carovana Donaver è un capolavoro grafico).

Va reso il giusto onore ad Ortiz per aver completato questo lavoro nonostante le precarie condizioni di salute e anche alla Bonelli per averlo pubblicato, ma con la stessa chiarezza bisogna evidenziarne i grossi limiti, sopratutto nelle anatomie e nei volti di alcuni personaggi.

Storia: 7 Disegni: 5

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