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TWF - Tex Willer Forum

[643/644] L'indomabile


Sam Stone
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Un o. t. di passaggio: parlate molto bene dello scempio fatto dai bianchi sugli indiani d'america ma lo scempio che tutti i giorni le nostre multinazionali fanno in luoghi come l'Africa o l'Asia, sfruttando i popoli locali per manciate di riso o per un tozzo di pane, o le guerre che vengono scatenate e alimentate per smaltire la nostra produzione di armi non sono la stessa cosa è E noi, consapevoli che il nostro benessere è dovuto alla loro misera situazione, che facciamo finta di non sapere, mentre milioni di persone muoiono di fame e stenti, rimandando la colpa a chi decide ed amministra è Cosa siamo ????  FINE O. T.

Per la storia sarà veloce, il secondo albo è stato un crollo verticale, Nantan protagonista con dei coprotagonisti di nome Tex, Carson, Kit e Tiger che hanno fatto delle buone comparsate impregnate di un pizzico di retro' tanto per far contenti 4 mummie messe in fila. Il finale assume poi una tinta troppo rosata e lascia aperti tanti sentieri percorribili per storie future, troppi per una storia così semplice; alla fine la lettura mi ha lasciato un p? di mestizia nel leggere un Tex alquanto dotato ma così marginale, che dire una occasione sprecata per una storia che meritava di più o forse no ...
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Un o. t. di passaggio: parlate molto bene dello scempio fatto dai bianchi sugli indiani d'america ma lo scempio che tutti i giorni le nostre multinazionali fanno in luoghi come l'Africa o l'Asia, sfruttando i popoli locali per manciate di riso o per un tozzo di pane, o le guerre che vengono scatenate e alimentate per smaltire la nostra produzione di armi non sono la stessa cosa è E noi, consapevoli che il nostro benessere è dovuto alla loro misera situazione, che facciamo finta di non sapere, mentre milioni di persone muoiono di fame e stenti, rimandando la colpa a chi decide ed amministra è Cosa siamo ?????  FINE O. T.

Per la storia sarà veloce, il secondo albo è stato un crollo verticale, Nantan protagonista con dei coprotagonisti di nome Tex, Carson, Kit e Tiger che hanno fatto delle buone comparsate impregnate di un pizzico di retro' tanto per far contenti 4 mummie messe in fila. Il finale assume poi una tinta troppo rosata e lascia aperti tanti sentieri percorribili per storie future, troppi per una storia così semplice; alla fine la lettura mi ha lasciato un p? di mestizia nel leggere un Tex alquanto dotato ma così marginale, che dire una occasione sprecata per una storia che meritava di più o forse no ...
Interessante commento. In buona parte non lo condivido ma è comunque abbastanza argomentato. Solo, una curiosità: cosa c'entra quel che hai detto col passaggio che hai quotato?Sinceramente non trovo il nesso.
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Gli sgorbi di OrtizE' difficile tornare a commentare un qualsiasi fumetto dopo mesi di assenza, perchè senza un forum in cui scrivere le varie impressioni rimangono nella tua testa e piano piano svaniscono senza lasciare traccia, mentre con un forum almeno a me viene a prevalere l'elemento critico, rafforzato dal fatto che il tuo commento viene a sua volta commentato, col risultato che non solo non svanisce nulla, ma si rafforza esponenzialmente in un circolo vizioso che è difficile fermare. E vista questa storia, la prima che torno a commentare dopo diverso tempo, come si fa a non essere critico, visti gli sgorbi di Ortiz?Non voglio essere troppo duro, Ortiz mi è sempre piaciuto come disegnatore, ma l'età è quella che è e i risultati purtroppo si vedono. Non tanto per le figure quasi caricaturali dei personaggi che affiorano sempre nelle sue storie, quanto per gli spilungoni allampanati che sono diventati i pards. Inoltre penso di aver assistito alla rissa più brutta mai apparsa su Tex, o meglio, alla rissa peggio disegnata. Ma la pensione è vicina, quindi un plauso per quanto ha dato e non tiro troppo la corda. La storia.... sufficiente, diciamo un 6 o poco più.

Prima parte senz'altro migliore, in cui si delineano vicende e personaggi, un po' troppi per i miei gusti per concludere il tutto dando loro il giusto spazio. Strano vedere acchiappato subito il principale antagonista, Marton, che si dimostra essere fra l'altro non così malleabile come altri avversari, tiene testa in sostanza a Tex anche dopo la cattura, avvenuta in bello ?old style? con rogo e sparatoria; ma rimangono gli altri antagonisti, e poi tutta la vicenda di Nantan.... insomma, prima parte da 7 pieno. Nella seconda, invece, si risolve poco o quasi, e i personaggi rimangono per la maggior parte delle semplici comparse. Mi rimangono anonimi Webster, che fa qualcosina ma in pratica è l' solo per reggere il moccolo ai pards; Atwood, che poteva essere l'antagonista principale della seconda parte ma che rimane in disparte fino alla fine, non ricevendo la giusta punizione, anzi ponendo le basi per una ricomparsa di cui non sentir? certo la mancanza; degli altri si salva un po' Uday, ma il duello con Nantan finisce in due secondi, e Nitika, che sarebbe anche interessante se non fosse per questa love story che mi risulta abbastanza stucchevole. Resta Nantan. La sua vicenda mi ricorda quella del film ?L'ultimo apache? con Burt Lancaster nella parte di Massai, purtroppo molto depotenziata e politicamente corretta. Tanto per cominciare, la storia d'amore nel film era molto ben delineata e conflittuale, qui si accenna a qualcosina ma risulta molto annacquata. L'incontro con l'ex schiavo (un cherokee nel film), è il pretesto per una trentina di pagine dedicate completamente al tema razzismo-antirazzismo che ho trovato veramente stucchevoli e melense, con disquisizioni spicciole e poco efficaci su bianco-nero-rosso (si veda invece nel film l'efficacia dell'incontro col cherokee civilizzato che ?insegna? a Massai come si possa vivere coltivando la terra, cosa che apre letteralmente gli occhi al ?selvaggio?). Questa morale da quattro soldi trova poi il suo coronamento nell'invito rivolto all'apache di non commettere inutili violenze verso persone innocenti... obbedisco... amen e così sia. Si prosegue poi con la tiritera della scazzottata, con Tex difensore antirazzista dei ?rossi?, quando bastava e avanzava l'efficacissima sequenza della fuga di un braccato diventata spirale di omicidi e violenze nella stampa locale. Insomma, una lunga, noiosa parentesi di ?politicamente corretto? che, ormai si sa, non mi sfagiola per nulla. Anche perchè viene da chiedersi: chi è veramente Nantan°E' bene ricordare che per un apache esistevano dei chiarissimi confini identitari:il proprio gruppo di appartenenza;gli altri gruppi apache, contro i quali si può anche fare la guerra;le altre tribù non apache, contro le quali si fa la guerra;gli ?occhi bianchi?, ossia gli americani, atteggiamento bivalente guerra-pace;i messicani, con i quali si fa soprattutto la guerra. Allora, chi è più ?occhio bianco? di Nantan°Serve come poliziotto al servizio dell'agente indiano e si identifica totalmente in questo lavoro, non tocca un americano che è uno, non gli soffia neanche contro, siano soldati o civili, anche se l'hanno incatenato e lo considerano un ribelle e un assassino, spara contro la posse dello sceriffo ma non per uccidere. Quest'indiano bianchizzato fin quasi al midollo, che diciamo si è comportato cristianamente finora è però dispostissimo a far fuori in serie messicani e altri indiani della sua stessa gente, quasi al ritmo texiano ?one shot one kill'. Che (incredibile?) trasformazione... insomma, sembra che i bianchi che gli danno da mangiare non si tocchino. A lui, giustamente, è riservato il duello finale, anche se dura non più di uno sputo. A lui è anche riservato il finale, in cui vediamo che è sposato, riabilitato e ha pure un aumento di stipendio... alla faccia... e non resiste, deve confessare che aveva pure... che obbrobrio... pensato di unirsi ai ribelli. E sarebbe stata davvero un'altra storia un Nantan che guida i ribelli contro i suoi ex datori di lavoro, molto meno politicamente corretta e forse molto più interessante. Ci sarebbero anche i pards, che mi sono piaciuti molto nella prima parte, mentre nella parte finale sono un po' troppo al servizio di Nantan. Concludendo, una seconda parte troppo politicamente corretta per una buona metà, troppi antagonisti e tutti mezze calzette, vicende non risolte, vedi Atwood e forse anche Marton. Per questo il voto cala attestandosi sulla sufficienza.
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Gli sgorbi di OrtizE' difficile tornare a commentare un qualsiasi fumetto dopo mesi di assenza, perchè senza un forum in cui scrivere le varie impressioni rimangono nella tua testa e piano piano svaniscono senza lasciare traccia, mentre con un forum almeno a me viene a prevalere l'elemento critico, rafforzato dal fatto che il tuo commento viene a sua volta commentato, col risultato che non solo non svanisce nulla, ma si rafforza esponenzialmente in un circolo vizioso che è difficile fermare. E vista questa storia, la prima che torno a commentare dopo diverso tempo, come si fa a non essere critico, visti gli sgorbi di Ortiz?Non voglio essere troppo duro, Ortiz mi è sempre piaciuto come disegnatore, ma l'età è quella che è e i risultati purtroppo si vedono. Non tanto per le figure quasi caricaturali dei personaggi che affiorano sempre nelle sue storie, quanto per gli spilungoni allampanati che sono diventati i pards. Inoltre penso di aver assistito alla rissa più brutta mai apparsa su Tex, o meglio, alla rissa peggio disegnata. Ma la pensione è vicina, quindi un plauso per quanto ha dato e non tiro troppo la corda. La storia.... sufficiente, diciamo un 6 o poco più.

Prima parte senz'altro migliore, in cui si delineano vicende e personaggi, un po' troppi per i miei gusti per concludere il tutto dando loro il giusto spazio. Strano vedere acchiappato subito il principale antagonista, Marton, che si dimostra essere fra l'altro non così malleabile come altri avversari, tiene testa in sostanza a Tex anche dopo la cattura, avvenuta in bello ?old style? con rogo e sparatoria; ma rimangono gli altri antagonisti, e poi tutta la vicenda di Nantan.... insomma, prima parte da 7 pieno. Nella seconda, invece, si risolve poco o quasi, e i personaggi rimangono per la maggior parte delle semplici comparse. Mi rimangono anonimi Webster, che fa qualcosina ma in pratica è l' solo per reggere il moccolo ai pards; Atwood, che poteva essere l'antagonista principale della seconda parte ma che rimane in disparte fino alla fine, non ricevendo la giusta punizione, anzi ponendo le basi per una ricomparsa di cui non sentir? certo la mancanza; degli altri si salva un po' Uday, ma il duello con Nantan finisce in due secondi, e Nitika, che sarebbe anche interessante se non fosse per questa love story che mi risulta abbastanza stucchevole. Resta Nantan. La sua vicenda mi ricorda quella del film ?L'ultimo apache? con Burt Lancaster nella parte di Massai, purtroppo molto depotenziata e politicamente corretta. Tanto per cominciare, la storia d'amore nel film era molto ben delineata e conflittuale, qui si accenna a qualcosina ma risulta molto annacquata. L'incontro con l'ex schiavo (un cherokee nel film), è il pretesto per una trentina di pagine dedicate completamente al tema razzismo-antirazzismo che ho trovato veramente stucchevoli e melense, con disquisizioni spicciole e poco efficaci su bianco-nero-rosso (si veda invece nel film l'efficacia dell'incontro col cherokee civilizzato che ?insegna? a Massai come si possa vivere coltivando la terra, cosa che apre letteralmente gli occhi al ?selvaggio?). Questa morale da quattro soldi trova poi il suo coronamento nell'invito rivolto all'apache di non commettere inutili violenze verso persone innocenti... obbedisco... amen e così sia. Si prosegue poi con la tiritera della scazzottata, con Tex difensore antirazzista dei ?rossi?, quando bastava e avanzava l'efficacissima sequenza della fuga di un braccato diventata spirale di omicidi e violenze nella stampa locale. Insomma, una lunga, noiosa parentesi di ?politicamente corretto? che, ormai si sa, non mi sfagiola per nulla. Anche perchè viene da chiedersi: chi è veramente Nantan°E' bene ricordare che per un apache esistevano dei chiarissimi confini identitari:il proprio gruppo di appartenenza;gli altri gruppi apache, contro i quali si può anche fare la guerra;le altre tribù non apache, contro le quali si fa la guerra;gli ?occhi bianchi?, ossia gli americani, atteggiamento bivalente guerra-pace;i messicani, con i quali si fa soprattutto la guerra. Allora, chi è più ?occhio bianco? di Nantan°Serve come poliziotto al servizio dell'agente indiano e si identifica totalmente in questo lavoro, non tocca un americano che è uno, non gli soffia neanche contro, siano soldati o civili, anche se l'hanno incatenato e lo considerano un ribelle e un assassino, spara contro la posse dello sceriffo ma non per uccidere. Quest'indiano bianchizzato fin quasi al midollo, che diciamo si è comportato cristianamente finora è però dispostissimo a far fuori in serie messicani e altri indiani della sua stessa gente, quasi al ritmo texiano ?one shot one kill'. Che (incredibile?) trasformazione... insomma, sembra che i bianchi che gli danno da mangiare non si tocchino. A lui, giustamente, è riservato il duello finale, anche se dura non più di uno sputo. A lui è anche riservato il finale, in cui vediamo che è sposato, riabilitato e ha pure un aumento di stipendio... alla faccia... e non resiste, deve confessare che aveva pure... che obbrobrio... pensato di unirsi ai ribelli. E sarebbe stata davvero un'altra storia un Nantan che guida i ribelli contro i suoi ex datori di lavoro, molto meno politicamente corretta e forse molto più interessante. Ci sarebbero anche i pards, che mi sono piaciuti molto nella prima parte, mentre nella parte finale sono un po' troppo al servizio di Nantan. Concludendo, una seconda parte troppo politicamente corretta per una buona metà, troppi antagonisti e tutti mezze calzette, vicende non risolte, vedi Atwood e forse anche Marton. Per questo il voto cala attestandosi sulla sufficienza.
Jack se ti riferisci alla pensione di Ortiz lui purtroppo è scomparso di recente.
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Gli sgorbi di OrtizE' difficile tornare a commentare un qualsiasi fumetto dopo mesi di assenza, perchè senza un forum in cui scrivere le varie impressioni rimangono nella tua testa e piano piano svaniscono senza lasciare traccia, mentre con un forum almeno a me viene a prevalere l'elemento critico, rafforzato dal fatto che il tuo commento viene a sua volta commentato, col risultato che non solo non svanisce  nulla, ma si rafforza esponenzialmente in un circolo vizioso che è difficile fermare. E vista questa storia, la prima che torno a commentare dopo diverso tempo, come si fa a non essere critico, visti gli sgorbi di Ortiz?Non voglio essere troppo duro, Ortiz mi è sempre piaciuto come disegnatore, ma l'età è quella che è e i risultati purtroppo si vedono. Non tanto per le figure quasi caricaturali dei personaggi che affiorano sempre nelle sue storie, quanto per gli spilungoni allampanati che sono diventati i pards. Inoltre penso di aver assistito alla rissa più brutta mai apparsa su Tex, o meglio, alla rissa peggio disegnata. Ma la pensione è vicina, quindi un plauso per quanto ha dato e non tiro troppo la corda. La storia.... sufficiente, diciamo un 6 o poco più.

Prima parte senz'altro migliore, in cui si delineano vicende e personaggi, un po' troppi per i miei gusti per concludere il tutto dando loro il giusto spazio. Strano vedere acchiappato subito il principale antagonista, Marton, che si dimostra essere fra l'altro non così malleabile come altri avversari, tiene testa in sostanza a Tex anche dopo la cattura, avvenuta in bello ?old style? con rogo e sparatoria; ma rimangono gli altri antagonisti, e poi tutta la vicenda di Nantan.... insomma, prima parte da 7 pieno. Nella seconda, invece, si risolve poco o quasi, e i personaggi rimangono per la maggior parte delle semplici comparse. Mi rimangono anonimi Webster, che fa qualcosina ma in pratica è l' solo per reggere il moccolo ai pards; Atwood, che poteva essere l'antagonista principale della seconda parte ma che rimane in disparte fino alla fine, non ricevendo la giusta punizione, anzi ponendo le basi per una ricomparsa di cui non sentir? certo la mancanza; degli altri si salva un po' Uday, ma il duello con Nantan finisce in due secondi, e Nitika, che sarebbe anche interessante se non fosse per questa love story che mi risulta abbastanza stucchevole. Resta Nantan. La sua vicenda mi ricorda quella del film ?L'ultimo apache? con Burt Lancaster nella  parte di Massai, purtroppo molto depotenziata e politicamente corretta. Tanto per cominciare, la storia d'amore nel film era molto ben delineata e conflittuale, qui si accenna a qualcosina ma risulta molto annacquata. L'incontro con l'ex schiavo (un cherokee nel film), è il pretesto per una trentina di pagine dedicate completamente al tema razzismo-antirazzismo che ho trovato veramente stucchevoli e melense, con disquisizioni spicciole e poco efficaci su bianco-nero-rosso (si veda invece nel film l'efficacia dell'incontro col cherokee civilizzato che ?insegna? a Massai come si possa vivere coltivando la terra, cosa che apre letteralmente gli occhi al ?selvaggio?). Questa morale da quattro soldi trova poi il suo coronamento nell'invito rivolto all'apache di non commettere inutili violenze verso persone innocenti... obbedisco... amen e così sia. Si prosegue poi con la tiritera della scazzottata, con Tex difensore antirazzista dei ?rossi?, quando bastava e avanzava l'efficacissima sequenza della fuga di un braccato diventata spirale di omicidi e violenze nella stampa locale. Insomma, una lunga, noiosa parentesi di ?politicamente corretto? che, ormai si sa, non mi sfagiola per nulla. Anche perchè viene da chiedersi: chi è veramente Nantan°E' bene ricordare che per un apache esistevano dei chiarissimi confini identitari:il proprio gruppo di appartenenza;gli altri gruppi apache, contro i quali si può anche fare la guerra;le altre tribù non apache, contro le quali si fa la guerra;gli ?occhi bianchi?, ossia gli americani, atteggiamento bivalente guerra-pace;i messicani, con i quali si fa soprattutto la guerra. Allora, chi è più ?occhio bianco? di Nantan°Serve come poliziotto al servizio dell'agente indiano e si identifica totalmente in questo lavoro, non tocca un americano che è uno, non gli soffia neanche contro, siano soldati o civili, anche se l'hanno incatenato e lo considerano un ribelle e un assassino, spara contro la posse dello sceriffo ma non per uccidere. Quest'indiano bianchizzato fin quasi al midollo, che diciamo si è comportato cristianamente finora è però dispostissimo a far fuori in serie messicani e altri indiani della sua stessa gente, quasi al ritmo texiano ?one shot one kill'. Che (incredibile?) trasformazione... insomma, sembra che i bianchi che gli danno da mangiare non si tocchino. A lui, giustamente, è riservato il duello finale, anche se dura non più di uno sputo. A lui è anche riservato il finale, in cui vediamo che è sposato, riabilitato e ha pure un aumento di stipendio... alla faccia... e non resiste, deve confessare che aveva pure... che obbrobrio... pensato di unirsi ai ribelli. E sarebbe stata davvero un'altra storia un Nantan che guida i ribelli contro i suoi ex datori di lavoro, molto meno politicamente corretta e forse molto più interessante. Ci sarebbero anche i pards, che mi sono piaciuti molto nella prima parte, mentre nella parte finale sono un po' troppo al servizio di Nantan. Concludendo, una seconda parte troppo politicamente corretta per una buona metà, troppi antagonisti e tutti mezze calzette, vicende non risolte, vedi Atwood e forse anche Marton. Per questo il voto cala attestandosi sulla sufficienza.
Jack se ti riferisci alla pensione di Ortiz lui purtroppo è scomparso di recente.
Ho avuto anch'io la sensazione che non lo sapesse.
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L'incontro con l'ex schiavo (un cherokee nel film), è il pretesto per una trentina di pagine dedicate completamente al tema razzismo-antirazzismo che ho trovato veramente stucchevoli e melense, con disquisizioni spicciole e poco efficaci su bianco-nero-rosso.... Questa morale da quattro soldi trova poi il suo coronamento nell'invito rivolto all'apache di non commettere inutili violenze verso persone innocenti... obbedisco... amen e così sia. Si prosegue poi con la tiritera della scazzottata, con Tex difensore antirazzista dei ?rossi?, quando bastava e avanzava l'efficacissima sequenza della fuga di un braccato diventata spirale di omicidi e violenze nella stampa locale. Insomma, una lunga, noiosa parentesi di ?politicamente corretto? che, ormai si sa, non mi sfagiola per nulla.

Non "sfagiola" nemmeno a me..... :malediz... zzzz
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Ho trovato questa storia eccellente sotto tutti i punti di vista, mi piacciono molto le storie di questo tipo, la sceneggiatura è stata secondo me gestita perfettamente e anche i disegni di Ortiz a mio avviso sono spettacolari! Secondo me è una storia veramente ben fatta e strutturata, e riesco ad apprezzarla di più rispetto a magari storie con trame più complicate e lunghe come la precedente "I giovani assassini". Fantastica la scena della rissa! Dovrebbe esserci in ogni singolo albo!Complimenti a Borden e inchini a Josè Ortiz!Ho dato 9.

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  • Collaboratori

Ho comprato l'albo ieri sera a circa una settimana dall'uscita. Buona anche la seconda parte anche se di un pelo inferiore alla prima. Niente da fare, mi risulta impossibile valutare la storia nel complesso con questi disegni. Mi fermo qui nel commento.

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Appena terminato l'albo di questo mese, e noto con dispiacere il ritorno al non protagonismo di Tex nella storia.... Nantan la f? da padrone incontrastato lungo tutta la storia, l'incendio, la rissa e la sparatoria finale, inclusa la mini scazzottata ad Atwood, si concentrano in parte minore come azione vera e propria dei pards, nondimeno mi è risultato noioso l'incontro tra l'uomo di colore e Nantan, sorretto da un linguaggio troppo pomposo. Contrariamente ad altre volte mi è piaciuto il personaggio di Nitika la sorella di Uday, finalmente una figura femminile diversa dalle solite "cittadine" viste in altre storie e mal sopporatate dal sottoscritto. Per una storia che dura i 2 canonici albi se ne è sprecata una intera seconda parte a seguire le azioni di Nantan, che seppur elemento centrale della vicenda, mette sicuramente in secondo piano il nostro ranger e i suoi pards.... Uno striminzito 6 per quel che mi riguarda.....

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Anche questo secondo albo mantiene alto l'interesse per tutto lo svolgersi della storia. Non ci sono punti deboli, l'unico dubbio sorge spontaneo quando Tex spedisce sia Kit sia Tiger dietro un solo bandito per bloccarlo, ma tutto ha un senso per come Boselli ha pensato di far evolvere la storia. Anche il finale resta aperto in modo da poter garantire una certa continuity. I disegni si mantengono sullo stesso livello, i segni del tempo si notano sulla mano di Ortiz ma comunque sono discreti ed in certe vignette il disegnatore spagnolo riesce a mostrare la grandezza di un tempo. Voto: 9

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La lettura dei due albi m'ha stuzzicato assai: Ho apprezzato questa storia con gli Apaches il cui tema principale parrebbe l'ingiustizia da parte dei bianchi nei confronti dei nativi. Certo alla fine l'ingiustizia è basata anche sugli interessi del colonnello Atwood, del mercante Marton e della banda mista in cui c'è Uday. Ottimo il repulisti di Tex e dei pards nei confronti del suddetto mercante :colt::colt: è qualcosa di molto texiano a mio modo di vedere. In questa storia è stato ben gestito l'elemento femminile: Sebbene Nitika non sia una dark lady, rappresenta le donne indiane con temperamento forte. M'? piaciuta la scena fra Nantan e Adam: In Tex c'è già stato l'incontro fra le rispettive etnie (cfr. la storia "Seminoles" e "Buffalo Soldiers"), secondo me è stato piuttosto toccante e ricalca bene l'arroganza e la presunta supremazia di alcuni uomini di origine europea. Effettivamente nel primo albo non si capiva bene se Webster fosse dalla parte dei buoni o se fosse nell'altra barricata, è un personaggio che rivedrei volentieri. Una cosa non ho capito: Si fa chiamare capitano perchè è il capo della polizia apache?Sebbene i disegni di Ortiz non siano come quelli di un tempo, lo rimpianger?. Voto:9

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Finita di leggere ieri. Storia stupenda. Mi è piaciuta anche più di Giovani Assassini. Natan gran bel comprimario che spero tanto di rivedere al più presto al fianco di Tex&Co. Da amante di Ortiz purtroppo devo notare cali drastici in alcune scene come la scazzottata al saloon. Per fortuna verso la fine si riprende un po'. Le ultime tre storie sono una più bella dell'altra... stato di Estasi della Saga... grazie borden. Storia 9+Disegni 6,5Voto Finale: 9

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Per me una storia molto riuscita, come voto direi un bell'8 pieno.

Al di l' dei patetici sproloqui di certe zitelle bisbetiche e inacidite che evidentemente dopo il pensionamento di Nizzi non aspettavano altro che trovare un nuovo bersaglio sui cui sputare il loro veleno e che purtroppo ultimamente mi sembrano diventate lo standard del forumista texiano medio a me è sembrato pure di cogliere la volont?, direi perfino l'umilt?, dello sceneggiatore nel calarsi nel linguaggio e nelle situazioni classiche della serie.

In particolare in questi due albi ci ho ritrovato l'atmosfera un po' cinica e violenta del Tex post-200, sia nella caratterizzazione dei pards, che non si limitano ad affrontare i problemi ma li demoliscono, divertendosi pure un mondo a farlo, che in quella degli apaches, cavallo di battaglia di tante storie del Bonelli di fine carriera; mi sono venute in mente anzi storie come quella del Carro di fuoco e di Apache Kid, che se venissero pubblicate oggi immagino la maggioranza dei forumisti troverebbe stucchevoli e buoniste per quanto sono schierate dalla parte degli indiani (purtroppo uno dei maggiori danni provocati dal 'politically correct' è che ora i lettori lo vedono anche dove non c'è!).

L'unico appunto che mi sento di fare alla storia è non sia perfettamente conclusa nello spazio dei due albi ma lasci invece spazio ad un futuro seguito, cosa che è la terza volta consecutiva che succede e che anch?io trovo fuori sincrono con le caratteristiche della testata.
Boselli come si sa è un appassionato di continuity, l'ha usata con ottimi risultati su Zagor (serie però che si prestava molto di più) e con risultati meno brillanti su Dampyr, dove ha finito per soffocare la serie in una moltitudine di sottotrame, spiazzando credo più di un lettore. Personalmente ritengo che per le caratteristiche proprie della serie su Tex vada usata col contagocce.

Ortiz dopo le ultime prove molto appannate stavolta m?? piaciuto abbastanza, non è più chiaramente quello di un tempo e alcune vignette/posture sono da denuncia, ma in certe espressioni vive, nell'intensa raffigurazione degli apaches, in quel West sporco e polveroso io ho rivisto la mano del grande, indimenticabile Josè!

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Avete letto la recensione della storia fatta da Ubc? Questa volta mi sento di dire che sono abbastanza d'accordo con quello detto da loro pur non concordando sul paragone fatto con i finali di "El Supremo" e "Giovani assassini" che ho trovato azzeccati e adatti alla trama. Questa volta il finale mi ha lasciato un senso di incompletezza. La storia è comunque buona.

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Letta la recensione di Ubc. Io non ci vedo proprio niente di male nella scelta di una continuity come per Castle e per Rodelo e Dallas. E' una scelta lodevole. Mi piacerebbe vedere l'esimio colonnello Atwood dietro le sbarre o che perisca per mano di Tex in uno scontro a fuoco o duello, questo sè. Magari ha corrotto un qualche giudice nel processo a Marton o forse questo processo non era ancora terminato quando Nantan da la sua uniforme al capitano Webster.

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Personalmente ritengo che la continuity su Tex vada mantenuta in quanto elemento fondante della serie, in particolare se la storia madre ha avuto un notevole successo. Senza andare ai tempi di GLB, già Nizzi aveva scritto ben due seguiti de "L'uomo con la frusta", ed il primo Boselli aveva fatto lo stesso per quasi tutte le sue storie meglio riuscite. Tuttavia, stavolta anch'io sono perplesso: "L'indomabile " è sè una bella storia, ma diciamolo chiaramente, niente di eccezionale. Non penso rimarr? impressa nella testa dei lettori come una pietra miliare della saga. Pertanto, appare anche a me un pochino forzata l'idea di sviluppare un seguito per questa storia, al contrario di " Giovani assassini" ed "El Supremo".

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Personalmente ritengo che la continuity su Tex vada mantenuta in quanto elemento fondante della serie, in particolare se la storia madre ha avuto un notevole successo. Senza andare ai tempi di GLB, già Nizzi aveva scritto ben due seguiti de "L'uomo con la frusta", ed il primo Boselli aveva fatto lo stesso per quasi tutte le sue storie meglio riuscite. Tuttavia, stavolta anch'io sono perplesso: "L'indomabile " è sè una bella storia, ma diciamolo chiaramente, niente di eccezionale. Non penso rimarr? impressa nella testa dei lettori come una pietra miliare della saga. Pertanto, appare anche a me un pochino forzata l'idea di sviluppare un seguito per questa storia, al contrario di " Giovani assassini" ed "El Supremo".

Mi fa piacere che qualcuno condivida la mia idea. Nelle due storie precedenti i nemici erano di tutt'altro spessore e un ritorno è ben accetto oltre che atteso. Mentre questa volta i nemici sembrano avversari normali con niente di speciale. Poi magari saremo tutti smentiti da Boselli che render? il col. Atwood e gli altri cattivi di questa storia dei nemici di prima fascia.
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Personalmente ritengo che la continuity su Tex vada mantenuta in quanto elemento fondante della serie, in particolare se la storia madre ha avuto un notevole successo. Senza andare ai tempi di GLB, già Nizzi aveva scritto ben due seguiti de "L'uomo con la frusta", ed il primo Boselli aveva fatto lo stesso per quasi tutte le sue storie meglio riuscite. Tuttavia, stavolta anch'io sono perplesso: "L'indomabile " è sè una bella storia, ma diciamolo chiaramente, niente di eccezionale. Non penso rimarr? impressa nella testa dei lettori come una pietra miliare della saga. Pertanto, appare anche a me un pochino forzata l'idea di sviluppare un seguito per questa storia, al contrario di " Giovani assassini" ed "El Supremo".

Mi fa piacere che qualcuno condivida la mia idea. Nelle due storie precedenti i nemici erano di tutt'altro spessore e un ritorno è ben accetto oltre che atteso. Mentre questa volta i nemici sembrano avversari normali con niente di speciale. Poi magari saremo tutti smentiti da Boselli che render? il col. Atwood e gli altri cattivi di questa storia dei nemici di prima fascia.
Siamo già stati smentiti da Bosellii che ci ha già detto che Atwood non torner? e che la storia sarà incentrata su altro ed in altre location... io immagino contro i predoni Netdahe in Messico.
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Giusto per completezza riporto quanto scritto da Boselli stesso nel topic a lui dedicato:

 

La terza invece può sembrare sospesa perchè non si sono visti i Netdahe. NON perchè non viene punito Atwood. Non tutti i generali vengono puniti nelle storie di Tex, sarebbe assurdo. Sono stati puniti i boia di Apache Kid'Ma anche questa storia è FINITA. L'errore banale, dettato dal pregiudizio, che non potevo prevedere nei "critici" e in taluni irritabili e avvelenati forumisti di Two che subito si sono schierati senza neppure capire che cosa stavano criticando è quello di pensare che in una storia TUTTI debbano essere "puniti" e tutto deve essere chiarito e avere un punto. Figurarsi! Non è stato sempre così per Tex, n° per Zagor, n° per Rip Kirby o per l'Uomo Mascherato. INOLTRE il poco che c'è di aperto in queste storie (davvero poco) non è finalizzato come pensa a torto Loi, nei RITORNI di alcuni personaggi, tipo Castle o Atwood... Ma io ME NE STRAFREGO DI ATWOOD!  :lol2: Ha ragione Loi a considerarlo un pesonaggio infinfluente. Infatti l'idea del seguito NON consiste affatto nel suo ritorno! Che idea pedestre! E' la STORIA che ho in mente, non il banale personaggio!Queste storie creano altre storie, NON DEI SEGUITI O DEI "RITORNI".  Le storie che seguiranno queste non avranno n° la stessa location, n° la stessa trama e, a volte, NEPPURE GLI STESSI PERSONAGGI! Di sicuro non tutti. Quasi certamente NON ATWOOD!Questa è la differenza tra il banale estrapolare del "critico" e la fantasia del narratore. Chi vivrà vedrà.

 

E io aspetto di vedere :trapper:

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Giusto per completezza riporto quanto scritto da Boselli stesso nel topic a lui dedicato:

La terza invece può sembrare sospesa perchè non si sono visti i Netdahe. NON perchè non viene punito Atwood. Non tutti i generali vengono puniti nelle storie di Tex, sarebbe assurdo. Sono stati puniti i boia di Apache Kid'Ma anche questa storia è FINITA. L'errore banale, dettato dal pregiudizio, che non potevo prevedere nei "critici" e in taluni irritabili e avvelenati forumisti di Two che subito si sono schierati senza neppure capire che cosa stavano criticando è quello di pensare che in una storia TUTTI debbano essere "puniti" e tutto deve essere chiarito e avere un punto. Figurarsi! Non è stato sempre così per Tex, n° per Zagor, n° per Rip Kirby o per l'Uomo Mascherato. INOLTRE il poco che c'è di aperto in queste storie (davvero poco) non è finalizzato come pensa a torto Loi, nei RITORNI di alcuni personaggi, tipo Castle o Atwood... Ma io ME NE STRAFREGO DI ATWOOD!? :lol2: Ha ragione Loi a considerarlo un pesonaggio infinfluente. Infatti l'idea del seguito NON consiste affatto nel suo ritorno! Che idea pedestre! E' la STORIA che ho in mente, non il banale personaggio!Queste storie creano altre storie, NON DEI SEGUITI O DEI "RITORNI".? Le storie che seguiranno queste non avranno n° la stessa location, n° la stessa trama e, a volte, NEPPURE GLI STESSI PERSONAGGI! Di sicuro non tutti. Quasi certamente NON ATWOOD!Questa è la differenza tra il banale estrapolare del "critico" e la fantasia del narratore. Chi vivrà vedrà.-.

E io aspetto di vedere :trapper:

 

Cavolo questo messaggio mi era completamente sfuggito!!! Avendo letto la recensione di Ubc sembrava che fosse già programmato il ritorno del col. Atwood mentre invece probabilmente non sarà così.

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