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TWF - Tex Willer Forum

[546/547] L'ultima Diligenza


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Voto alla storia  

48 utenti hanno votato

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Credo che sia una delle storie recenti più belle di Tex e non ho molto da aggiungere che non sia stato già scritto. Voglio fare un'unica osservazione su Shadow, personaggio molto ben riuscito che a me ricorda un po' un altro personaggio rimasto nel cuore di tutti gli appassionati: Laredo. Mi domando però se il suo ruolo non poteva essere ricoperto egregiamente da Tiger Jack, la parte gli calzava a pennello.

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  • 8 mesi dopo...

Concordo sui giudizi positivi, la storia è appassionante e mi è piaciuta in più punti. Interessante la ricerca del complice che si rivela davvero difficile con gli scarsi elementi a disposizione. Mi ripeto ma sono dell'idea che un Tex in situazione di difficolt? non è un'onta al personaggio, entro certi limiti ovviamente, ma un modo per rendere Tex più Tex e meno Supermen (sè lo so non mi sono spiegato ma nel caso chiarir?). Un piccolo appunto sulla complice: mi sarebbe piaciuto si fosse palesato di più, a giochi fatti, il ruolo sostenuto e il come Morris ha capito che era leiVoto 8, mi è piaciuto anche Sommer

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  • 4 anni dopo...

Una storia decisamente buona,a tratti ottima...le figure di Danson e del biondino suo complice sono decisamente ben riuscite.Boselli inserisce come sua consuetudine tutta una serie di personaggi molto variegati,tra cui i passeggeri della diligenza.una mia curiosità che solo Borden riuscirà a soddisfare:in questa storia, per una volta, gli Apache "cattivi"sono i Chiricahuas,non i Mescaleros che invece sono alleati di Tex...un caso?Non ho mai capito perché i Mescaleros in quasi tutte le storie di Tex siano avversari,mai alleati.

GLB li faceva sempre malvagi,idem Nizzi e così Borden.D accordo,Cochise è un Chiricahua e la sua gente  è alleata dei Nostri.Ma i poveri Mescaleros fanno sempre la parte dei cattivi,a parte poche storie come questa...mah?!

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Anche il mio giudizio su questa storia è assai positivo, la ritengo senza alcun dubbio una delle migliori storie della tanto bistrattata fascia 500-600. So già che qualcuno sosterrà che possa essere facile dirlo, in quanto è vero che molte storie di tale fascia hanno deluso e non poco, è altrettanto vero che in tale fascia non vi sono state storie che hanno lasciato il segno nella lunga saga di Tex (probabilmente nemmeno il ritorno di Mefisto, all'epoca molto atteso), ma si tratta di giudizi che personalmente non condivido del tutto, poiché qualche storia di buon livello secondo me ne è venuta fuori.

 

L'ultima diligenza rientra, per l'appunto, tra queste ultime, e non certo in virtù della presunta mediocrità di quelle che la hanno preceduta o seguita, bensì soprattutto perché si tratta di una doppia costruita e sviluppata molto bene, almeno secondo il mio punto di vista. Vuoi per i tanti topoi western adoperati, dalla città in fase di progressivo spopolamento per esaurimento delle risorse, gli indiani ribelli, i banditi, ed appunto la corsa della diligenza, cui tutti gli avversari di turno sono interessati, per un motivo o un altro, ma soprattutto a mio parere per la forte componente "giallesca" conferita dalla presenza, tra i passeggeri della diligenza, di un complice dei banditi.

 

Da questo elemento trae origine quel quid che ha cagionato l'ottima resa della storia, ovvero il grandissimo lavoro sulla caratterizzazione dei passeggeri, impostati quali personaggi che sembrano aver tutti qualcosa da nascondere, in modo tale da indurre fino alla fine il lettore a nutrire molti dubbi e poche certezze su chi possa essere il complice dei banditi in agguato, la classica banda di energumeni poco brillanti guidati da un capo testafina che forse sotto sotto ha sin dall'inizio in programma di fregarli, ma in un frangente di pericolo si rivela fondamentalmente un uomo d'onore.

 

Ottima sceneggiatura, insomma, ed ottimi anche i disegni del compianto Sommer.

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On 23/2/2013 at 20:45, Leo dice:

Una perla per l'atmosfera di malinconia per quell'ultima diligenza che segna l'abbandono e la morte di una delle tante città effimere della frontiera ma una perla anche per la scena del povero messicano sopraffatto dal giovinastro Morris. Quando il messicano chiede aiuto, si trova davanti un muro di paura: Benny, mortificato, dice che ne parlerà a Barrett; Kincaid dice "Brutto affare. Quel ragazzo è deciso ad avere il biglietto, e nel West ognuno pensa per sè", ed è quanto di più autentico si possa immaginare; e Barrett stesso se ne infischia perchè tanto lui i suoi soldi li ha avuti lo stesso. Questa a mio parere è una scena davvero straordinaria: come teatro l'Ovest sperduto, e come attori uomini, pusillanimi e prepotenti, opportunisti e calcolatori, e tutti in poche battute palesano il proprio carattere e il proprio modo di vivere e sopravvivere in quella terra difficile. Da applausi. 

 

concordo con i giudizi positivi su questa storia. Scusate se mi auto-quoto, ma volevo ricordare la scena sopra descritta, seconda me tra le più belle tavole scritte da Borden. 

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Il solito Boselli introduce tanti personaggi e li fa interagire perfettamente. Ogni lettore, dopo aver letto questa storia, saprebbe perfettamente riconoscere (sia visivamente che caratterialmente) ogni singolo personaggio senza minimamente sforzarsi.
Il primo albo é da capolavoro; purtroppo il secondo non regge le aspettative, pur mantenendo buoni livelli.
Dispiace, alla fine, la dipartita del capo bandito.
Disegni piacevoli e riconoscibili.
Voto alla storia: 8
Voto ai disegni: 8

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  • 1 anno dopo...

Storia di livello, frutto di un Boselli ispirato e abile a costruire un impalcato narrativo alquanto solido e una sceneggiatura attenta, efficace, con i giusti tempi. Nel performante ingranaggio dell’episodio si aggiunge un’ottima schiera di comprimari, ben caratterizzati e funzionali, vari colpi di scena inseriti negli snodi giusti della trama e il giallo sull’identità del complice, ben celata fino all’ultimo, che arricchisce il soggetto e tiene alta l’attenzione del lettore. Il prologo nella città morta è scritto molto bene e ci mostra le caratteristiche di  Scott Dunson, e serve a preparare il terreno alla trama vera e propria che inizierà col viaggio in diligenza nella parte successiva. Dunson, sebbene a primo acchito sembrerebbe il vero villain della storia, nel proseguo si mostrerà un personaggio grigio con tante sfaccettature: un rapinatore con cervello che evita di spargere sangue, mostrando un discreto senso dell’onore e nella fase topica della vicenda, agirà quasi da eroe nello scontro contro gli Apache di Loco. Non sarà l’unico personaggio che Boselli tratteggerà magistralmente. Ben riuscite risultano pure le figure di Shadow (vedrei bene un suo futuro ritorno sulla saga), il truce Morris, Sam Ritter, i due scout indigeni. Il quadro si completa con le presenze funzionali di Desmon, Benny, il gambler, Annabelle e l’avvocato. Un parco personaggi di tutto rispetto che viene gestito alla perfezione dall’autore e dona consistenza a una trama scoppiettante. L’ingresso in scena degli Apache, stravolge le carte e incanala gli eventi verso binari inattesi. Merita un plauso l’autore per come tiene alta la tensione per tutto l’arco dei due albi, avvalendosi di dialoghi idonei e scene ben architettate. Mi è molto piaciuto pure il ruolo di Tex nella trama, un eroe che sotto la gestione di Borden recupera le sue caratteristiche peculiari ed è un vero piacere vedere in azione, di contraltare un po’ defilati i due Kit. Unico neo che riscontro, il finale un po’ affrettato per quel che concerne la scoperta del misteroso complice di Dunson e il modo in cui Morris e Annabelle riescano a dileguarsi, senza che i nostri possano far nulla per impedirlo. Senza la vendetta dei superstiti Apache che casualmente incrociano la loro pista, i due serpentelli avrebbero preso il volo salutando la compagnia. Una sequenza che delega il destino a scrivere la parola fine e punire i villain, ma che non influisce più di tanto a sporcare una ben riuscita prova. Manfred Sommer contribuisce al buon esito con tavole piacevoli, bilanciate e ben strutturate. Il suo stile sembra un misto fra il tratto classico di De La Fuente e quello latino di Blasco; la pulizia di alcune vignette mi ricorda vagamente Nicolò, anche se l’artista iberico è indubbiamente meno elegante del compianto autore fiorentino. Anch’io trovo che rispetto al texone il disegnatore abbia mostrato grandi progressi, forse dovuti pure a una migliore conoscenza del personaggio dopo la “gavetta” dell’albo speciale. Peccato che “L’ultima diligenza” sarà la sua unica apparizione sulla regolare. Il mio voto finale è 8  

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  • 1 mese dopo...

Storia ben scritta e senza errori, ma che a me ha abbastanza annoiato. La cosa migliore è il finale, con molte sorprese, ma dopo un Boselli pulito ed efficace (quello della storia precedente), c'è il ritorno del Boselli più "autentico", che trova nei suoi clichè dei capolavori eccezionali, ma che nelle storie "normali" rischia di disturbare nella sua insistenza a riproporre personaggi cattivi che poi si rivelano buoni o comunque non così cattivi, cosa di cui abusa da sempre e rischia di togliere l'effetto sorpresa che invece, dovrebbe avere se fosse proposto più di rado.

Altra cosa che mi ha infastidito, e anche questo accade spesso, è la quantità di complimenti che devo leggere da parte dei nemici nei confronti di Tex. E' tutto un florilegio di "è un avversario alla nostra altezza", "nessuno si salva con Tex Willer" o simili...cosa davvero indisponente e che rischia, per contrario, di togliere forza al personaggio Tex, che non ha alcun bisogno di essere lodato dai nemici, i quali invece dovrebbero sentirsi sicuri di batterlo pur senza sottovalutarlo. Solo così sarebbero avversari credibili.

Comunque storia sufficiente, perchè non ci sono errori marchiani (a parte i soliti, noiosi, per il sottoscritto,  clichè), pur restando in una complessiva situazione di noia, ma con un buon finale avvincente e alcune sorprese (specie quello della ragazza implicata nella vicenda).

Testi 6

Disegni 6:50

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<span style="color:red;">22 minuti fa</span>, borden dice:

Devo dire che i commenti di  nemici e amici li ho sempre trovati in GL Bonelli, per questo li metto. Boh.

Trovo che fossero fatti in modo diverso....e non così asfissiante.

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È tanto che non la rileggo, ma la ricordo come un ottima storia che non mi aveva certamente annoiato, con gli altrettanto ottimi disegni di Sommer, per me migliori di quelli del suo Texone.

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4 ore fa, valerio dice:

Altra cosa che mi ha infastidito, e anche questo accade spesso, è la quantità di complimenti che devo leggere da parte dei nemici nei confronti di Tex. 

Senza prendere le difese di Boselli,lo fa ad libitum pure Nizzi.

4 ore fa, valerio dice:

Comunque storia sufficiente, perchè non ci sono errori marchiani (a parte i soliti, noiosi, per il sottoscritto,  clichè), pur restando in una complessiva situazione di noia, ma con un buon finale avvincente e alcune sorprese (specie quello della ragazza implicata nella vicenda).

Mmm...io penso che la storia sia un gioiellino...il primo albo molto meglio del secondo.vi è una rivisitazione personale di Ombre Rosse...la caccia nelle gallerie della città morta è molto avvincente.personaggi al di sopra di ogni sospetto e suspence fino alla fine

4 ore fa, valerio dice:

ma che nelle storie "normali" rischia di disturbare nella sua insistenza a riproporre personaggi cattivi che poi si rivelano buoni o comunque non così cattivi, cosa di cui abusa da sempre e rischia di togliere l'effetto sorpresa che invece, dovrebbe avere se fosse proposto più di rado.

Beh il capo banda non è che sia MOLTO buono.si allea a Tex solo perché costretto dagli eventi. Semplicemente non ama uccidere tout court perché è un rapinatore,non un killer senza cervello

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">39 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Senza prendere le difese di Boselli,lo fa ad libitum pure Nizzi.

Mmm...io penso che la storia sia un gioiellino...il primo albo molto meglio del secondo.vi è una rivisitazione personale di Ombre Rosse...la caccia nelle gallerie della città morta è molto avvincente.personaggi al di sopra di ogni sospetto e suspence fino alla fine

Beh il capo banda non è che sia MOLTO buono.si allea a Tex solo perché costretto dagli eventi. Semplicemente non ama uccidere tout court perché è un rapinatore,non un killer senza cervello

Nizzi lo fa in modo meno insistito. Fa ben altre cose in modo troppo insistito.

Sul fatto che la storia piaccia o meno è assolutamente un grosso de gustibus😀.

Poi volevo dire che il discorso dei complimenti è stato fatto a più riprese persino da alcuni Boselliani abbastanza convinti, quindi, evidentemente, è un aspetto acclarato.

Per il resto, io voglio bene a tutti gli autori come fossero miei padri. Però non sono un fanatico di nessuno, quindi cerco di mantenere uno spirito critico e, soprattutto, una mia onestà mentale e se una storia non mi piace per xyz motivi lo dico, sennò non mi metterei a dare i miei giudizi alle storie.

Giudizi condivisibili o non condivisibili. Tra l'altro giudizi SENZA ALCUNA importanza parlando di mostri sacri come i Bonelli, Nizzi o Borden, che, giustamente, se ne possono anche fregare (i Bonelli, ahimè, non più). Sono solo giudizi da umile e appassionato lettore, e se magari una critica può essere costruttiva tanto di guadagnato, ma chiaramente noi siamo solo lettori e quello che diciamo sono solo opinioni personali senza grossa importanza.

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  • 5 mesi dopo...

Come al solito Boselli mette insieme una bella storia avvincente, con tanti personaggi ben caratterizzati. Checché se ne dica i cattivi fanno una brutta fine, anche Dunson che è un furbone, che sa prendere l'occasione al volo per fregarti, altro che redenzione. Il complice è tropo facile da scoprire, basta andar per esclusione. Nota a parte per Sommer, che ho letto anche ad altri non era piaciuto nel Texone, una gradevolissima sorpresa in questo albo. Peccato non aver potuto continuare. Voto complessivo alla storia 8 pieno. 

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