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TWF - Tex Willer Forum

[649/651] La Stirpe Dell'abisso


ymalpas
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Voto alla storia  

89 utenti hanno votato

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Ieri sera pensavo alla figura del dottor Sandoral: se pure lui fa parte della stirpe dell'abisso, il suo vero aspetto dovrebbe essere più bestiale, no? Umanoide ma non umano intendo. Per me è sempre stata una figura un po' enigmatica.

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Se ben ricordo è un essere umano! Come lo sono i Diago. Forse non hai compreso bene il meccanismo.

Modificato da borden
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  • 3 mesi dopo...

Sebbene non la leggessi dalla data di pubblicazione, della storia in questione conservavo un buon ricordo e ciò già si prestava come un buon viatico per la rilettura. In effetti, le buone impressioni di allora sono state riconfermate in pieno. Dopo le due prove opache di Faraci e Ruju, il livello narrativo subisce un netto rialzo con Boselli tornato in cattedra. A prescindere del buon valore dei collaboratori, c’è poco da fare: Borden è l’unico che dimostra la capacità di cambiare passo e le sue composizioni si ergono inevitabilmente rispetto alle altre contemporanee! Il soggetto a tinte fosche, mi ha appassionato fin da subito, d’altronde non è un mistero che simili tematiche hanno sempre intrigato il sottoscritto. L’autore sfodera una prova superba, piena di tensione e adrenalina, costruendo con cura un mistero inquietante che attira l’attenzione dei pards e del lettore. La presenza di Eusebio e El Morisco arricchisce la zuppa che diviene davvero irresistibile appena si svolge il pirotecnico finale fra gli antri della tenuta dei Diago, una nobile famiglia maledetta che paga un diabolico patto degli avi con “la stirpe dell’abisso”. Come nella migliore tradizione dei racconti di Lovecraft ci imbattiamo in strane creature, nate dall’unione tra umani e antiche divinità precolombiane dalla sembianza dei serpenti. Vediamo agire il diabolico Sandoral e i suoi restanti alleati, mentre la dolce Leonora, il fratello Victor e il padre pagano sulla loro pelle l’antica maledizione. L’epilogo è pirotecnico e coinvolgente, e chiude degnamente un soggetto molto Bonelliano. Storie simili, al limite della realtà, è sempre un piacere vederle di tanto in tanto sulla saga e se, come la presente o “Il vecchio di mezzanotte”, sono scritte così bene, rappresentano un fiore all’occhiello. Eccellente la performance dei nostri, con Kit e Tiger ben in evidenza, un po’ ai margini il Morisco, ma poco importa. Sempre sopraffina l’opera di caratterizzazione dei personaggi, ma con Boselli è quasi superfluo specificarlo. Forse sul finale qualche tavola in più non avrebbe guastato, ma la dinamite seppellisce tutto e in fondo muovere un simile appunto è un po’ come fare le pulci al cane :laugh:. Straordinario Piccinelli, che si esibisce in una prova superlativa. Il suo valore era già noto, ma in questi due albi mostra appieno di essere un giovane fuoriclasse. Il suo stile, sebbene molto influenzato dal maestro Villa, assume dei contorni di personalità molto graditi ed è una goduria per gli occhi, con vignette dinamiche seppur ricche di dettagli, primi piani eccezionali e un’innata capacità di dipingere donne affascinanti. Molto ben reso il ricco campionario di serpenti vari e scene molto d’impatto come quella sul treno o nei sotterranei di villa Diago, acquistano ulteriore fascino grazie al suo talento. Fra le giovani leve di disegnatori arruolati, di certo è un top player. Il mio voto finale è 8  

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  • 1 mese dopo...

Allora... Storia accattivante ed è bello ogni tanto immergersi in queste atmosfere horror. Il Boss mixa bene parti dialogate, parti ricche di azione e spiegoni. Personaggi ben caratterizzati e globalmente storia da 7 pieno. Piccinelli è eccezionale. Io adoro Villa e quindi il suo discepolo non può non piacermi.

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  • 1 anno dopo...

Per me una buona storia, ma non tanto da meritare voti altissimi. Troppe parole e troppo lunga per giungere ad un finale pirotecnico che chiude storie come queste. Dinamite, e il gioco è fatto. Molto belli i disegni. Insomma un buon 7, ma per me Boselli può e sa fare di meglio. 

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  • 1 anno dopo...

Già in occasione della prima lettura completa, ormai quasi dieci anni fa, mi era rimasta la sensazione di aver letto una buona storia, alla quale però mancava qualcosa per il definitivo salto di qualità. Impressione sostanzialmente riconfermata anche dalla rilettura di ieri: Boselli imbastisce una trama di tutto rispetto, impostata su una forte componente orrorifica e fantastica e, per tale motivo, illustrata con la consueta maestria da Piccinelli ed ulteriormente impreziosita dalla presenza del Morisco, tuttavia la vicenda lascia il lettore soddisfatto solo in parte, con una forte sensazione di incompletezza.

 

Tex ed i pards sono chiamati in Messico dal Morisco, per l'appunto, ed insieme a lui ed al fido Eusebio si recano nel Durango per indagare sulla base di inquietanti testimonianze scritte da un vecchio amico dello studioso di Pilates in merito alla minaccia rappresentata da alcuni uomini-serpente, ultimi esemplari di una mostruosa razza pre-umana alleata con la ricca famiglia dei Diago, possidenti terrieri nel Durango. I Nostri non faticano particolarmente a raggiungere la lugubre residenza dei Diago, e ci mettono ancor meno ad intuirne il coinvolgimento nella vicenda, giungendo prima di quanto mi aspettassi ad una resa dei conti che, a mio modesto avviso, si svolge troppe con eccessiva celerità e, seppur al netto di avversari non convenzionali e dunque insidiosi (gli uomini-serpente, che probabilmente agiscono giusto per istinto, non certo gli inconsistenti Diago ed i loro sgherri umani), senza dare una spiegazione del tutto esauriente a tanti quesiti che il lettore - in questo caso il sottoscritto - potrebbe essersi posto, per esempio circa la vera natura e l'origine di quegli esseri mostruosi, o piuttosto circa i veri obiettivi che si erano prefissi i membri della famiglia Diago dal loro sfruttamento.

 

Per concludere, una storia di buona caratura ma che lascia solo moderatamente soddisfatti, una tra le sceneggiature meno riuscite di Boselli (e parliamo, comunque, di un livello medio piuttosto elevato).

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