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TWF - Tex Willer Forum
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Tex Killer


Evhe
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Domanda

Salve a tutti, stasera stavo fotografando le pagine della raccoltina "Il totem misterioso" (serie rossa), quando ho notato che a pag 28 e nella chiusura dell'albo "La freccia della morte" il cognome di Tex viene scritto senza essere stato corretto, ovvero Killer invece di Willer. Questa particolarità esiste anche in altre strisce o c'è solo nella prima edizione di quella striscia?

Grazie a chi vorrà rispondermi

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15 risposte a questa domanda

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Direi solamente nelle prime.

L'aneddoto è conosciuto da tempo: GLB voleva utilizzare il cognome Killer, mentre Tea Bonelli cambiò in Willer, direi usando enorme tatto ed intelligenza.

Tex Killer tra censure e benpensanti penso che avrebbe percorso ben poca strada

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Direi solamente nelle prime.

L'aneddoto è conosciuto da tempo: GLB voleva utilizzare il cognome Killer, mentre Tea Bonelli cambiò in Willer, direi usando enorme tatto ed intelligenza.

Tex Killer tra censure e benpensanti penso che avrebbe percorso ben poca strada

 

quoto Sam anche se Killer era figo come cognome!!! :indiano:

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intendiamoci a me piace Willer... dico che Killer mi diverte, tutto qua. Pensare a perché quel tizzone infernale di GLB voleva utilizzarlo e pensare anche che si trattava del 1948!, un'epoca molto rigorosa e censorea, ci fa capire che tipo era Giovanni Luigi Bonelli :colt:

 

:D

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Pensare a perché quel tizzone infernale di GLB voleva utilizzarlo e pensare anche che si trattava del 1948!, un'epoca molto rigorosa e censorea...

 

 

A dire il vero il primissimo dopoguerra è tutt'altro che rigoroso o censoreo. I problemi veri iniziano nel 1951 o 1952 con i famigerati Federici e Migliori e la loro crociata vergognosa. Fossi nato venti o trent'anni prima gli avrei recapitato la collezione completa di Lando o Il camionista :D .

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:lol: Dev'essere sfuggito a chi modificava in redazione le K con le W...

 

 

La leggenda dice che il cognome Killer fu cambiato prima che le strisce andassero in stampa.

 

In realtà l'edizione non censurata conserva la parola Killer in almeno  due occasioni: la prima a pagina 87, striscia 29, episodio n. 8 intitolato "El Diablo"; la seconda a pagina 94, striscia 18, episodio n. 9 intitolato "Sul sentiero della morte".

 

Considerato che da un pagina Galep ricavava tre strisce e che lavorava contemporaneamente su tre albi a striscia diversi, possiamo dedurre sulla base del calcolo di realizzazione di un albo a striscia a settimana, che Tex ha conservato il nome per almeno due mesi, ovvero durante l'estate del 1948.

 

Certo che si parla tanto della censura operata negli anni sessanta che tutto un capitolo, quello della censura "prima che si andasse in stampa", che denunciano sia la parola Killer, sia lo spadone cinese ( nel numero quattro), resta tutto da scoprire.

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Pensare a perché quel tizzone infernale di GLB voleva utilizzarlo e pensare anche che si trattava del 1948!, un'epoca molto rigorosa e censorea...

 

 

A dire il vero il primissimo dopoguerra è tutt'altro che rigoroso o censoreo. I problemi veri iniziano nel 1951 o 1952 con i famigerati Federici e Migliori e la loro crociata vergognosa. Fossi nato venti o trent'anni prima gli avrei recapitato la collezione completa di Lando o Il camionista :D .

 

 

 

in effetti prima della guerra c'era il regime che italianizzava i nomi degli eroi a fumetti, censurava edizioni straniere soprattutto anglofane e che nella sua ultima fase pubblicò fumetti di carattere bellico e che inneggiassero all'onore per la patria.

 

Nel dopoguerra, quando i fumetti divennero un boom (soprattutto le striscie di Blek e Miki che patirono gli effetti delle crociate di cui parli), i censori si diedero da fare nel trovare qualsiasi cosa che potesse servire affinché i fumetti fossero controllati. Ci fu la famigerata GM (Garanzia Morale) di origine cattolica che a un certo punto comparve sulle testate fumettistiche, un modo che permetteva agli editori di sottoporre i propri fumetti alle edicole dopo aver ottenuto un vaglio che gli permettesse di essere pubblicati... fino alle recenti, e stucchevoli, campagne antifumo che alcune associazioni di pseudo idioti hanno incominciato contro Tex, in una storia di qualche anno fa firmata da Boselli, in cui addiritutta si auspicava la sospensione del fumetto... insomma ogni tanto RITORNANO.

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Ci fu la famigerata GM (Garanzia Morale) di origine cattolica che a un certo punto comparve sulle testate fumettistiche, un modo che permetteva agli editori di sottoporre i propri fumetti alle edicole dopo aver ottenuto un vaglio che gli permettesse di essere pubblicati...

Avvocato Monni! Qui c'è qualcosa che non mi quadra. Mi sa che Ulazana sta confondendo alcune cose...

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Ci fu la famigerata GM (Garanzia Morale) di origine cattolica che a un certo punto comparve sulle testate fumettistiche, un modo che permetteva agli editori di sottoporre i propri fumetti alle edicole dopo aver ottenuto un vaglio che gli permettesse di essere pubblicati...

Avvocato Monni! Qui c'è qualcosa che non mi quadra. Mi sa che Ulazana sta confondendo alcune cose...
 

 

in effetti un po' di confusione c'è. in Italia, diversamente che per il cinema, non c'è mai stata  una censura statale .

Nel 1951 nelle parrocchie venne distribuito un "Indicatore della stampa per ragazzi", curato dalla Casa Editrice AVE la stessa che pubblica Il Giornalino), di proprietà dell'Azione Cattolica, in cui vennero elencate le varie testate, classificate in quattro categorie: "raccomandabili", "leggibili", "leggibili con cautela" ed "escluse". Tra queste ultime figuravano sia Pecos Bill che Tex Si trattava, però, per i fedeli di una raccomandazione, un obbligo morale non sanzionato legalmente (e per quanto ne so nemmeno canonicamente).

Nel 1958 due deputai democristiani (ma avrebbero potuto essere del Movimento Sociale o del PCI per com'era il clima al riguardo all'epoca) presentarono una proposta di legge per sottoporre i fumetti ad una commissione di censura analoga a quella esistente per il cinema. Spaventati da questa prospettiva, gli editori di fumetti corsero ai ripari costituendo l'Associazione Italiana Editori Periodici per Ragazzi.che autorizzava il marchio di Garanzia Morale (MG) sui fumetti pubblicati dai soci sulla base di un codice di autoregolamentazione. Si trattava di una forma di autocensura che durò sino al 1967 e che come unico legame col Cattolicesimo aveva al massimo la fede personale degli editori o di alcuni di essi.

Oggi ogni casa editrice adotta i propri criteri interni per stabilire cosa è corretto inserire nelle proprie pubblicazioni e questa io personalmente non la chiamerei censura.

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sì il marchio GM non era un organo statale, qui ho fatto confusione. Per il resto, secondo me, l'autoregolamentazione indotta è il primo passo verso la censura, che io odio sotto ogni forma, perché inibisce gli autori. Capisco però perché le case editrici dell'epoca abbiano preso quella decisione ma i criteri interni e la linea editoriale dovrebbe essere qualcosa di libero e non di autoimposto per non inimicarsi il "potere", una scelta dettata dalla propria sensibilitàe non da quanto effettivamente "possa turbare".

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Nel 1951 nelle parrocchie venne distribuito un "Indicatore della stampa per ragazzi", curato dalla Casa Editrice AVE la stessa che pubblica Il Giornalino), di proprietà dell'Azione Cattolica, in cui vennero elencate le varie testate, classificate in quattro categorie: "raccomandabili", "leggibili", "leggibili con cautela" ed "escluse". Tra queste ultime figuravano sia Pecos Bill che Tex Si trattava, però, per i fedeli di una raccomandazione, un obbligo morale non sanzionato legalmente (e per quanto ne so nemmeno canonicamente).

 

Ecco l'indicatore del 24 settembre 1951 che Francesco Bosco ha messo in rete tempo fa:

 

 

2hh29dw.gif

 

 

Segnalo in particolare la dicitura:

 

Esclusa: si intende la stampa moralmente nociva che non è permesso leggere per nessuna ragione perché costituisce un incitamento alla delinquenza, alla corruzione, alla criminalità.

 

 

 

 

 

Nel 1958 due deputai democristiani (ma avrebbero potuto essere del Movimento Sociale o del PCI per com'era il clima al riguardo all'epoca) presentarono una proposta di legge per sottoporre i fumetti ad una commissione di censura analoga a quella esistente per il cinema. 

 

In realtà il primo progetto legislativo data del 1 novembre 1951:

 

 

309sqyo.gif

 

Gli atti parlamentari sono pubblici e consultabili in rete sul sito della camera. Chi è interessato può leggere tutte le minchiate che scrivevano e per cui, lor signori onorevoli, erano profumatamente pagati.

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cavolo in quella lista "escluse" c'è anche Piccola Freccia. Io ho una ristampa anastatica di quella serie ma non l'ho mai letta: sono curioso di capire che cos'abbia di così sconcio... mah. Da notare che le serie più interessanti erano proprio quelle escluse e, a parte Tex, ho intravisto anche il Principe Valentino che penso si dovrebbe essere quello di Hal Foster e il mitico Sciuscià... arci mah. E poi nelle serie da "leggere con cautela" (che poi cazzo significa? Da leggere tipo dieci minuti al giorno, prima dei pasti? Che amarezza!) c'è anche il povero Pippo!!!! 

 

Triplo mah!!!

 

Per Ymalpas: tra l'altro questo denota che i tempi in fondo non son cambiati perché oggi li paghiamo per prendere vitalizi e altri privilegi vari, oltre naturalmente per sentire le loro minchiate... quelle non mancano mai!

 

Oggi la situazione è cambiata per quanto riguarda la censura. Ma bisogna sempre stare attenti... i censori si nascondono, sono intorno a noi e aspettano di soppiatto come un Apache di poter assalire la libertà di pensiero e di avventura che non dovrebbe mai mancare in una società giusta e libera. Concludo dicendo che i censori degli anni cinquanta erano peggio di quelli del regime fascista, forse meno ridicoli il che, sotto certi aspetti, è ancora più tragico e triste. Nell'anteguerra uscivano grandi fumetti, e lo stesso Bonelli padre riusciva a pubblicare le sue storie modificando soltanto i nomi dei personaggi italianizzandoli (Gino, Franco eccetera) ma senza cambiare nulla. E dunque Superman divenne Nembo Kid, ma i fascisti erano più "aggirabili", meno guardinghi dei premurosi democristiani del dopoguerra!!

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  • co fondatore

No, Ymalpas, nei Cinquanta i poliitici ancora ricevevano solo dei rimborsi spese e poco altro, il mangiamangia come lo conosciamo oggi sarebbe sorto a cavallo tra i Sessanta e i Settanta e reso cancrenoso dalle nuove leve venute fuori nel decennio "di piombo", col giovane Craxi in testa. Che poi alcuni politicanti già nel dopoguerra mangiassero promettendo appalti ad amici compiacenti e ricevendo mazzette è un'altra storia.

Questo non giustifica che perdessero tempo a sparare stronzate in un momento, quello dei primi Cinquanta, così difficile per il Belpaese, con la ricostruzione eccetera.

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