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Che Ne Pensate Delle Didascalie?


pino1980
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Ed io appunto a quelle mi riferisco! Che illustrano lo stato d'animo, il punto di vista, o qualche elemento della storia che non è stato disegnato!

Ovvio che uno non ha bisogno che una didascalia gli dica "Tex sale a cavallo"....

Ma poi cosa c'entra il paragone tra i treni elettrici o quelli a vapore?????

Il pugno di nostalgici...è come se uno scrittore ometta di scrivere interi capitoli di un libro perchè il lettore Deve capirli da solo!

Io trovo che siano stupidi questi paragoni, sinceramente....

E che io che sono uno dei "nostalgici" (ho 35 anni, fra poco vado in pensione), penso che l'uso delle didascalie, ovviamente non quelle banali (ma credo che non ci sia nemmeno bisogno di scriverlo, una persona con un intelligenza medio-bassa lo capisce..) serva ad arricchire la storia, e non sia una cosa del passato, anzi,

mentre le storie che mi capita di leggere ora sembrano più voler catturare l'attenzione visiva di chi leggi (traduco per chi ne ha bisogno: bei disegni, non importa se poi la storia non vale tanto) e se questo è il futuro di Tex stiamo messi male...

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però... però vorrei dire che DIPENDE.

 

Mi spiego. Io leggo fumetti da tanti anni e sono ormai abituato ai cambi di scena repentini e tipici del cinema (Berardi o Sclavi docet) e le didascalie temporali del tipo "il giorno dopo" e altre di questo tipo ci possono stare e anche non stare. Poi prendo in mano l'albo numero 10 di Tex "Il Tranello" (insieme a "Il Figlio di Mefisto" una delle mie storie prefierte di tutta la serie) e leggo a pagina dieci:

 

"Un'ondata di vecchi ricordi... ricordi di una vita avventurosa, fatta di pericoli e sacrifici, di lotte selvagge e infernali cavalcate, sommerge il cuore dell'antico ranger... per un attimo Tex e Kit si guardano negli occhi, quindi, incapaci di parlare, si stringono in un forte abbraccio."

 

Ecco, davanti a una didascalia così evocativa io ci vedo tanto pathos! Forse ciò è dovuto ai ricordi nostalgici delle mie prime letture texiane però avercene di didascalie così!

Questo è quello che intendo io, non le didascalie "inutili" che spiegano cose ovvie,!

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Ed io appunto a quelle mi riferisco! Che illustrano lo stato d'animo, il punto di vista, o qualche elemento della storia che non è stato disegnato!

Ovvio che uno non ha bisogno che una didascalia gli dica "Tex sale a cavallo"....

Ma poi cosa c'entra il paragone tra i treni elettrici o quelli a vapore?????

Il pugno di nostalgici...è come se uno scrittore ometta di scrivere interi capitoli di un libro perchè il lettore Deve capirli da solo!

Io trovo che siano stupidi questi paragoni, sinceramente....

E che io che sono uno dei "nostalgici" (ho 35 anni, fra poco vado in pensione), penso che l'uso delle didascalie, ovviamente non quelle banali (ma credo che non ci sia nemmeno bisogno di scriverlo, una persona con un intelligenza medio-bassa lo capisce..) serva ad arricchire la storia, e non sia una cosa del passato, anzi,

mentre le storie che mi capita di leggere ora sembrano più voler catturare l'attenzione visiva di chi leggi (traduco per chi ne ha bisogno: bei disegni, non importa se poi la storia non vale tanto) e se questo è il futuro di Tex stiamo messi male...

 

Completamente d'accordo...

Ma analizziamo quello che ha elencato Natural:

 

A seconda della funzione le didascalie possono essere


 

1. temporali che indicano un cambiamento di tempo (poco dopo, più tardi, dopo alcuni giorni, ecc..)

2. locali indicative di cambiamento di luogo (nello stesso tempo, in città, a Boston, contemporaneamente, ecc..)

3. emozionali se informano sullo stato d'animo (folle d'ira, demoralizzato, ecc...)

4. riassuntive se ricordano qualcosa detto in precedenza

5. esplicative quando descrivono ciò che è già evidente dal disegno

6. di stacco come i famosi colonnini di Galep con cagnolini, uccellini, caffettiere, ecc...

 

Dico la mia:

1. Sono Necessarie -> Fanno in modo che il lettore trovi più completa la storia e, essendo maggiormente informato su di essa, riesca a godersela meglio.

2. Sono Necessarie -> Aiutano a capire meglio cosa sta succedendo e, in caso di cambiamento di luogo vero e proprio, chiariscono dove siamo saltati.

3. Sono Necessarie -> Sono molto importanti e arricchiscono molto la storia, come ha riportato Ulzana.

4. Sono Gradite -> Sono molto gradite sopratutto se si tratta di storie ingarbugliate.

5. Sono Necessarie raramente -> Sono necessarie solo in rari casi, in genere no.

6. Non sono Necessasie

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Aggiungerei che sono necessarie qualora si usi nella storia qualsiasi oggetto che per forza di cose il lettore non è affatto detto debba sapere cosa sia....ad esempio lo sviwel dell'albo 99 " La sconfitta".....e via discorrendo.....

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I vari esempi riportati dimostrano l'importanza delle didascalie, la loro necessità in alcuni casi, o, in altri casi, almeno l'opportunità che esse ci siano. L'esempio di Ulzana poi è particolarmente calzante e convincente, e secondo me può dare una conferma circa il fatto che in fin dei conti si tratta di gusto personale. Ora non ho con me i vecchi albi (che sono ancora nella mia casa paterna) e quindi non posso dare un'occhiata a Il Tranello. Trattandosi del numero 10, risale ad un'epoca in cui le didascalie erano molto utilizzate, come ha ben ricordato Carlo. Immaginiamo però che non vi sia alcuna didascalia a commentare la scena e che invece le si dedichi qualche vignetta in più. I due si guardano silenziosamente, il disegnatore deve essere bravo a farli recitare ovviamente, poi si scambiano un abbraccio virile. Una sequenza siffatta, muta ma eloquente, io l'apprezzo di più della parola parlata. In Ken Parker di tali vignette ce ne sono davvero tante, e sono quelle che apprezzo di più. Quelle che mi emozionano di più. Soprattutto, attraverso di esse, io riesco a percepire, in maniera tangibile, l'amalgama, la sintonia, l'affiatamento tra sceneggiatore e disegnatore. Lì i due danno maggior prova della propria maestria individuale e del loro essere squadra. Quando le parole non servono e sono sufficienti i gesti. La didascalia di Ulzana è bellissima. E' poetica. Capisco che vi piaccia e che vi emozioni. Oggi non si usa più e capisco che se ne possa sentire la mancanza. Ma se non si usa più è anche perché i gusti cambiano nel tempo, non solo dei lettori ma anche degli sceneggiatori, che magari oggi ritengono di non doverle utilizzare non per non dare pathos alla scena, ma per darlo in misura maggiore. Sembrerà paradossale, ma per alcuni la sequenza muta è più potente di quella parlata. Tra questi ci sono io e molti altri. 

 

L'ultima didascalia ricordata da Pallino è di un altro tipo. Ma è anche un altro discorso. Il primo tipo di didascalia è "emozionale", il secondo è descrittivo. Per un scena del genere - che ha bisogno di spiegazione - magari anche oggi il Boselli di turno inserirebbe la didascalia. Io preferirei invece che affidasse la spiegazione ad un personaggio (magari allo stesso Tex), rendendosi - parlo dello sceneggiatore - pressoché invisibile. Quanto meno si vede il narratore, tanto più per me la storia è riuscita. Per me. De gustibus. 

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Infatti, sono gusti..

Ma io credo che parlare di modernità è sbagliato, semmai si può dire che è una tendenza...

Che poi l'abolizione delle didascalie sia fatta da D'Antonio, Berardi, con tutto il rispetto per questi grandi scrittori...ma non c'entra niente!

Io per esempio, della stessa storia, mi emoziona di più leggere il libro che vedere il film, nonostante il film abbia più componenti, tipo la musica, il ritmo, un modo di pronunciare una frase...

A me emoziona di più leggere due parole nero su bianco, altri si emozionano con le immagini, qualcuno con la musica...ma non c'entra l'essere moderni o meno,secondo me.

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  • 3 settimane dopo...

Le didascalie servono, eccome.

Il fumetto non é il cinema, né deve tendere ad esserlo. Chi pensa che il lettore moderno si annoi a leggere didascalie, e preferisca terminare in un quarto d'ora la lettura, é fuori strada. Sequenze di taglio cinematografico possono essere inserite ed apprezzate, ma non per questo tale tipo di scrittura può essere considerata un'evoluzione del fumetto rispetto al passato: se così fosse gli albi di un tempo sarebbero indigesti, invece sono gradevolissimi.

E' altrettanto vero che una sequenza BEN SCENEGGIATA E DISEGNATA può sostituire degnamente le didascalie, ed essere anzi preferibile ad esse. Attenzione ai termini utilizzati: "ben sceneggiata" - "ben disegnata" - "può".

Si é infatti citato - opportunamente - Ken Parker, ma si é omesso di segnalare che determinate sequenze "mute", determinati cambi di scena funzionavano alla grande perché erano state pensate e realizzate da due autentici fuoriclasse, quali erano al tempo Berardi e Milazzo. Senza i disegni di Milazzo (da un semplice volto traspariva tutto quello che pensava e/o provava un personaggio), senza il sapiente "montaggio" di Berardi, col cavolo che la mancanza di didascalie avrebbe valorizzato la scena. L'avrebbe affossata, altroché, rendendola una caotica sequenza da rompicapo, un videogame impazzito ed incontrollabile per il lettore.

Non c'é infatti cosa peggiore, in un fumetto, che costringere il lettore ad interrompere una lettura fluida (senza didascalie, non vi sono neanche "pause di riflessione") e costringerlo a fermarsi per tirare il fiato, o a tornare indietro nella lettura per meglio comprendere determinati passaggi logici/cronologici. Questo (pessimo) servizio non é, purtroppo, infrequente sul nostro Tex, e diventa letale nelle storie maggiormente infarcite di situazioni e/o personaggi.

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