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Che Ne Pensate Delle Didascalie?


pino1980
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Cosa ne pensate delle didascalie? 

Io credo che siano un elemento utilissimo ai fini della storia, che arricchiscono la storia, mi piaceva l'uso che ne facevano G.L.Bonelli, Nolitta e Nizzi. I nuovi autori vedo che ne fanno meno uso

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Guarda, anche su questo aspetto, mi trovo completamente d'accordo con te.

Secondo me sono molto utili e non vanno assolutamente eliminate, talvolta infatti, leggendo le storie di Boselli senza didascalie, mi sembra un po di leggere una storia a strati e ho l'impressione che verrebbe amalgamata molto ma molto meglio con l'utilizzo delle didascalia.

Che io sia impiccato se so perchè sono state abolite.

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io la penso così, sembra un dettaglio da poco ma secondo me non lo è...ed è un peccato che non ci sono, perchè le storie di Boselli a me comunque non dispiacciono, trovo che ha molta fantasia, e modificando alcuni aspetti delle sue storie (magari arricchendo anche i dialoghi) sarebbe ancora più bravo

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Il ricorso alle didascalie è espressione di un modo di sceneggiare considerato vecchio, perchè da un lato appesantiscono la lettura e dall'altro tolgono spazio e volume al disegno.

 

Spesso poi non fanno altro che ripetere quanto è già evidente nel disegno.

 

L'eccessivo ricorso alle didascalie viene spesso rimproverato a Burattini nelle sue storie di Zagor dove spesso trovano spazio gli spiegoni...

 

Boselli che è uno scrittore al passo con i tempi ne fa un uso piuttosto limitato che definirei essenziale.

 

Poi se leggo una storia d'annata infarcita di dida è chiaro che là ci stanno bene, ma in una storia moderna le vedo un po' retrò...

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  • Collaboratori

Secondo me sono molto utili e non vanno assolutamente eliminate

 

 

Sono d'accordo anche io, perbacco!

 

Ormai le didascalie restano solo quando sono praticamente... inevitabili!

 

Invece se ne sente la mancanza eccome: mi è capitato anche leggendo l'ultimo albo in edicola che presenta alcuni scambi bruschi di scena o situazione (vignetta precedente prima di cena, vignetta successiva dopo cena ) cui le didascalie avrebbero indubbiamente giovato e che lasciano me lettore un pochino disorientato.

 

Molti le contestano per l'eccessivo spiegazionismo, altri ne intravvedono nell'uso un vetusto retaggio del passato, altri ancora fanno affidamento sull'approccio moderno della lettura  che tenderebbe di fatto ad escluderle relegandole nell'angolino delle "ingenuità",  "ingenuità" che, preciso, a Nizzi sono state forumisticamente rimproverate fino alla nausea adducendo la pretesa che solo dei lettori beoti ne sentissero il bisogno...

 

In realtà è un taglio col passato bello e buono e a me personalmente, che pure ho un grado d'istruzione elevato, quelle prime o terze vignette della striscia con funzione esclusivamente didascalica , che un tempo figuravano nelle storie di Bonelli e Nizzi ( le ricordate?), non hanno mai dato quella sensazione negativa. Se si deve modernizzare Tex non è quello il punto di partenza.

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Secondo me sono molto utili e non vanno assolutamente eliminate

 

 

Sono d'accordo anche io, perbacco!

 

Ormai le didascalie restano solo quando sono praticamente... inevitabili!

 

Invece se ne sente la mancanza eccome: mi è capitato anche leggendo l'ultimo albo in edicola che presenta alcuni scambi bruschi di scena o situazione (vignetta precedente prima di cena, vignetta successiva dopo cena ) cui le didascalie avrebbero indubbiamente giovato e che lasciano me lettore un pochino disorientato.

 

Molti le contestano per l'eccessivo spiegazionismo, altri ne intravvedono nell'uso un vetusto retaggio del passato, altri ancora fanno affidamento sull'approccio moderno della lettura  che tenderebbe di fatto ad escluderle relegandole nell'angolino delle "ingenuità",  "ingenuità" che, preciso, a Nizzi sono state forumisticamente rimproverate fino alla nausea adducendo la pretesa che solo dei lettori beoti ne sentissero il bisogno...

 

In realtà è un taglio col passato bello e buono e a me personalmente, che pure ho un grado d'istruzione elevato, quelle prime o terze vignette della striscia con funzione esclusivamente didascalica , che un tempo figuravano nelle storie di Bonelli e Nizzi ( le ricordate?), non hanno mai dato quella sensazione negativa. Se si deve modernizzare Tex non è quello il punto di partenza.

 

 

Esatto...

Dopo aver letto qualche storia del trecentesimo, rileggevo ieri la storia "El Supremo", indubbio capolavoro, è veramente una storia fatta "in grande" una storia "potente" per così dire... molto stile mission impossible cinematografica spettacolare e tutto il tran tran, ma varie volte rileggendola ho notato vari passaggi di "strato" così a freddo, che io che sono abituato a leggere velocemente ma magari rileggere 2/3 volte mi devo fermare per capire cosa è successo, io dico che almeno i classico "poco dopo..." "Mentre tex e carson entravano..." cioè non papiri ma insomma un attimo da collegare per far capire meglio e far scorrere molto più fluidamente la storia.

Io sono tradizionalista e Il discorso della modernizzazione per me è insensato, cosa significa modernizzazione? perchè dobbiamo cambiare qualcosa che va bene? Io dico che Tex deve essere al meglio, non importa se ha uno stile di scrittura vecchio o moderno.

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Sicuramente tra gli elementi che mncano nel Tex odierno ,la loro presenza dava una continuità di racconto tra una vignetta e l'altra,sopratutto nei momenti in cui il distacco di passaggio tra un azione el'altra era evidente.La didascalia non è un surplus ma un elemento integrato e indubbiamente necessario alla storia stessa,accompagnano il lettore nell'evoversi dell'azione e mettono in risalto gli atteggiamenti degli stessi personaggi...( aspetti che ad oggi puoi solo immaginare/ipotizzare).Diciamo che il loro scarso uso toglie un elemento essenziale ( per chi ne era abituato) alla narrazione....magari meno sentito o non per niente valutato da chi ha iniziato a leggere Tex solo in tempi più recenti.

 

Io sono tradizionalista e Il discorso della modernizzazione per me è insensato, cosa significa modernizzazione? perchè dobbiamo cambiare qualcosa che va bene?

 

Fermo restando che sono d'accordo su questa frase,penso che taluni vedano il pesonaggio Tex tradizionale come uno che a lungo andare abbia stufato il lettore per la ripetitività delle sue avventure/situazioni,...mentre in verità per taluni altri si è verificata una specie di noia narrativa,dovuta sopratutto a quelle storie in cui Tex,pieno di comprimari più protagonisti di lui,si è visto svuotare delle sue caratteristiche fondamentali.......due modi diversi di vedere il personaggio e due approcci diversi......

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Io non credo nemmeno che eliminarle o limitare sia segno di modernità, non c'entra affatto....

Mi piaceva leggerle, oltre a quelle temporali o di luogo (che non sono quelle secondo me necessarie) quelle in cui si descrive una situazione, un emozione, qualsiasi cosa che parli della storia... Un pensiero di un personaggio, qualsiasi cosa...chi ha letto le storie che vanno dal 200 al 400 circa sà bene di cosa parlo,

non servivano a spiegare cose "ovvie", ma ad arricchire la storia e, secondo me, davano quell'emozione in più

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Io non credo nemmeno che eliminarle o limitare sia segno di modernità, non c'entra affatto....

Mi piaceva leggerle, oltre a quelle temporali o di luogo (che non sono quelle secondo me necessarie) quelle in cui si descrive una situazione, un emozione, qualsiasi cosa che parli della storia... Un pensiero di un personaggio, qualsiasi cosa...chi ha letto le storie che vanno dal 200 al 400 circa sà bene di cosa parlo,

non servivano a spiegare cose "ovvie", ma ad arricchire la storia e, secondo me, davano quell'emozione in più

 

È proprio quello che dico anche io.

Non pensate che sarebbe interessante fare un bel sondaggio con le 2 opzioni, per vedere effettivamente chi preferiva il vecchio stile a didascalie o il "moderno" stile senza? Magari un sondaggio da postare non solo qui sul forum ma anche sulla pagina facebook tel TexWillerForum in modo da avere molti più voti.

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  • Sceriffi

Il ricorso alle didascalie è espressione di un modo di sceneggiare considerato vecchio, perchè da un lato appesantiscono la lettura e dall'altro tolgono spazio e volume al disegno.

 

Secondo me qui Natural Killer coglie bene i motivi principali per cui le didascalie sono state "abolite" da Tex (e dalla maggior parte dei fumetti moderni). Due sono i punti principali:

- sembra che il lettore moderno preferisca una lettura fluida, veloce, non appesantita da tante parole e spiegazioni ma il più possibile immediata, e le didascalie hanno esattamente l'effetto opposto;

- oggi i disegni nei fumetti sono sempre più considerati come "arte" vera e propria, mentre forse in passato erano più sottovalutati; questo cambio di prospettiva porta anch'esso a una svalorizzazione delle didascalie, che vanno a coprire le immagini togliendo spazio al disegnatore.

 

La scrittura senza didascalie (non solo quelle didascalie lunghe che occupavano un terzo di una striscia, ma anche i brevi accenni spaziali e temporali) è una scrittura più cinematografica, in cui si hanno stacchi tra una scena e l'altra senza "parole di collegamento", avvicina il fumetto al linguaggio del cinema, a cui i lettori di oggi sono senz'altro più abituati.

 

E' un modo di scrivere diverso, insomma. Personalmente mi piace, non sono un nostalgico delle didascalie, ma rivederne qualcuna non mi dispiacerebbe comunque!

  • +1 1
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Sono d'accordo che è una scelta diffusa, per rendere più moderne le storie, ma  a mio avviso non si ottiene questo effetto, e comunque mettere didascalie secondo me non è "togliere spazio ai disegni", ma piuttosto è arricchire le storie di nuovi elementi...

E anche nel cinema, se volessimo fare un paragone,  le didascalie potrebbero essere paragonate alla voce fuori campo, molto presente nel film "Bronx" di De Niro, o volendo usare un film più recente, "Limitless" (non sò chi l'ha visto)..in quei casi la voce fuori campo ci stà più che bene, e non toglie spazio al film, ma è un elemento in più.

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Tanto per rendere bene l'idea di quello che dico, vi porto un esempio pratico...

Nell'albo "Il fiume sotterraneo", nella scena finale in cui Tex, Kit e il prof Doberado ,vengono travolti dall'acqua del fiume sotterraneo, fino alla fuoriuscita all'aria aperta, ecco, immaginate quella sequenza senza didascalie e ditemi se non avendole messe sarebbe stato un Tex più "moderno"....secondo me sarebbe stato solo più povero di emozioni

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Il ricorso alle didascalie è espressione di un modo di sceneggiare considerato vecchio, perchè da un lato appesantiscono la lettura e dall'altro tolgono spazio e volume al disegno.

 

Secondo me qui Natural Killer coglie bene i motivi principali per cui le didascalie sono state "abolite" da Tex (e dalla maggior parte dei fumetti moderni). Due sono i punti principali:

- sembra che il lettore moderno preferisca una lettura fluida, veloce, non appesantita da tante parole e spiegazioni ma il più possibile immediata, e le didascalie hanno esattamente l'effetto opposto;

- oggi i disegni nei fumetti sono sempre più considerati come "arte" vera e propria, mentre forse in passato erano più sottovalutati; questo cambio di prospettiva porta anch'esso a una svalorizzazione delle didascalie, che vanno a coprire le immagini togliendo spazio al disegnatore.

 

Punto 1: Non sono d'accordo, a parte che mi piacerebbe sapere come fa a "sembrare", che non capisco proprio ( chi lo dice?), la lettura fluida non è certo per merito dell'assenza delle didascalie, a mio avviso è contrariamente per la presenza di esse! :blink:

Punto 2: Questa la trovo una semplice scusa, non un motivo, le didascalie classiche di Tex sul 200-300-400 sono piccole frasi di non più di 10 parole, cosa occupano? :lol2:

 

La scrittura senza didascalie (non solo quelle didascalie lunghe che occupavano un terzo di una striscia, ma anche i brevi accenni spaziali e temporali) è una scrittura più cinematografica, in cui si hanno stacchi tra una scena e l'altra senza "parole di collegamento", avvicina il fumetto al linguaggio del cinema, a cui i lettori di oggi sono senz'altro più abituati.

 

Per me sono abituati male...

 

 

Sono d'accordo che è una scelta diffusa, per rendere più moderne le storie, ma  a mio avviso non si ottiene questo effetto, e comunque mettere didascalie secondo me non è "togliere spazio ai disegni", ma piuttosto è arricchire le storie di nuovi elementi...

 

Vero.

Modificato da John Deere
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Io la vedo come natural e pecos. Da un po' di tempo leggo ogni settimana la ristampa di Ken Parker, che è stato il primo fumetto o uno dei primi a non utilizzare le didascalie e a parlare solo per immagini. Sicuramente così facendo ci si avvicina al linguaggio cinematografico, ma non credo che sia solo questo: la bravura di un'autore (sceneggiatore e disegnatore) sta anche nel far parlare le immagini. Alcune immagini mute di Ken Parker sono poesia pura. La didascalia le avrebbe quasi banalizzate. Io, insomma, non ne sento la mancanza.

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Io la vedo come natural e pecos. Da un po' di tempo leggo ogni settimana la ristampa di Ken Parker, che è stato il primo fumetto o uno dei primi a non utilizzare le didascalie e a parlare solo per immagini. Sicuramente così facendo ci si avvicina al linguaggio cinematografico, ma non credo che sia solo questo: la bravura di un'autore (sceneggiatore e disegnatore) sta anche nel far parlare le immagini. Alcune immagini mute di Ken Parker sono poesia pura. La didascalia le avrebbe quasi banalizzate. Io, insomma, non ne sento la mancanza.

 

Bhe su questo non c'è dubbio anche perchè Berardi quando ha iniziato a scrivere Ken Parker ha preso sua la lezione di Gino D'Antonio che vedeva nell'evolversi delle opere una direzione più "cinematografica" della stessa e che quindi se all'inizio si faceva un uso molto assiduo delle didascalie,queste ultime vennero a mancare proprio con Ken Parker.

Certo ci troviamo di fronte a due aspetti diversi nella narrazione,Tex dove per tradizione si faceva uso delle didascalie ha subito questa evoluzione,e quindi a taluni lettori abituati alla loro presenza può risultare un impoverimento dell'opera,mentre per Ken Parker tutto ciò non può accadere,sarebbe stravolgere la stessa opera di Berardi....insomma un confronto che non si può fare....

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Pallino, è vero che il confronto probabilmente non si può fare, proprio per la differenza di linguaggio tra le due serie sin dall'origine (Tex ha sempre fatto uso delle didascalie, Ken no). Ma è anche vero che oggi a scrivere Tex è Boselli che si ispira, per sua stessa ammissione, oltre che a GLB, proprio a Gino D'Antonio e Giancarlo Berardi. Ispirandosi a loro (e quindi anche a Ken Parker), ha un po' rarefatto (non eliminato del tutto) l'uso delle didascalie, facendo parlare di più le immagini. Per me questo è un pregio, perché è questo il compito principale del fumetto: parlare per immagini, fidandosi del lettore e della sua capacità di comprensione. Pensa che io le didascalie le saltavo... 

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Pallino, è vero che il confronto probabilmente non si può fare, proprio per la differenza di linguaggio tra le due serie sin dall'origine (Tex ha sempre fatto uso delle didascalie, Ken no). Ma è anche vero che oggi a scrivere Tex è Boselli che si ispira, per sua stessa ammissione, oltre che a GLB, proprio a Gino D'Antonio e Giancarlo Berardi. Ispirandosi a loro (e quindi anche a Ken Parker), ha un po' rarefatto (non eliminato del tutto) l'uso delle didascalie, facendo parlare di più le immagini. Per me questo è un pregio, perché è questo il compito principale del fumetto: parlare per immagini, fidandosi del lettore e della sua capacità di comprensione. Pensa che io le didascalie le saltavo...

 

Certo sono d'accordo,la mia era solo un analisi delle differenze che comunque ci sono nella narrazione di Tex e in quella di Ken Parker,spiegando il fatto per cui taluni lettori sentono la mancanza in Tex,abituati sin dall'origine alla presenza delle didascalie.E infatti la scrittura di Tex da parte di Boselli rappresenta proprio quell'evoluzione di cui parlavo prima.

Ricordiamoci poi che in se stessa la didascalia aveva anche una funzione pratica che esula dalla semplice lettura,non è lì solo perchè si debba spiegare il cambio di scena o l'accompagnamento dell'azione o interpretazione dell'espressione o stato d'animo del personaggio,ma la sua presenza era diretta anche ad "allungare" la lettura,a far sì che l'albo che il lettore aveva fra le mani durasse un pò di più di quello che accade oggi.

Guarda io le didascalie le ho sempre lette e mi fanno piacere,ma ad esempio visto che parliamo anche di altri fumetti,non disdegno affatto fumetti come Orfani ad esempio....molto cinematografico,ridotto all'osso e che si legge in nemmeno una ventina di minuti.....privo di didascalie e ricco di vignette dove tra poco si riduce all'essenziale anche i baloons.....ecco questo me lo voglio leggere così,perchè è nato così,...in Tex non mi dispiacerebbe qualche precisazione in più....:)

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"Parlare per immagini, fidandosi del lettore e della sua capacità di comprensione".. su questa frase non sono d'accordo, non è un problema della capacità di comprensione, è per il piacere di leggere di emozioni, stati d'animo...non sò spiegarlo bene.

Per dare un idea chiara ti potrei citare diverse fasi di molte storie di Tex, tipo nel finale de "El Muerto", durante il duello... Ecco, provate a rileggere quella sequenza con le didascalie e poi immaginatela senza, e ditemi se l'emozione che vi dà è la stessa... per me non lo è.

Poi, ovvio, sono opinioni e gusti diversi  :) 

  • +1 1
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E' sicuramente una questione di gusti. Proprio El Muerto, ad esempio, io l'avrei lasciata senza didascalia, pur ammettendo però che quella che c'è è ben scritta e non stona affatto. Ma, gusto mio, io non l'avrei inserita.

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Delle didascalie esplicative dell'azione del tipo: "Tex balza a cavallo agilmente e si lancia al galoppo" io francamente faccio volentieri a meno. Il disegno basta s spiegare tutto e se qualcuno ha davvero bisogno che un testo scritto gli spieghi che il personaggio sale a cavallo etc... beh forse è meglio che non legga fumetti.

Quanto alle didascalie del tipo: "Poco dopo" o "Nel frattempo", nemmeno di quelle sento particolarmente bisogno, perché anche lì il disegno dovrebbe bastare.

Le didascalie avevano una loro ragion d'essere sia a causa della formazione letteraria della maggior parte degli autori di fumetti attivi sin dagli anni 30, sia dal fatto che il formato dell'epoca (strisce o libretti di 32 pagine) obbligava a sintetizzare alcuni passaggi spiegati poi con le didascalie.

A partire dagli anni 70 l'uso delle didascalie tradizionali si è rarefatto sin quasi a scomparire. Il pioniere in Italia è stato il grande  Gino D'Antonio seguito da Giancarlo Berardi.

Gianfranco Manfredi sceneggia usando scene brevi di due/tre pagine con repentini cambi di scena. 

Questo è il suo stile e non si può obbligarlo a sceneggiare diversamente solo per compiacere un pugno di nostalgici. Lo sesso dicasi per gli altri autori.

Sarebbe come rivolere i treni a vapore al posto di quelli elettrici.

Le sole didascalie utili oggi sono quelle del cosiddetto lusso di  coscienza  che illustrano non l'azione ma lo stato d'animo o il punto di vista di uno o più personaggi. Si vedano in questo senso il "diario" di Julia o l'uso che Michele Medda fa della didascalia nei suoi lavori.

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  • Collaboratori

Quanto alle didascalie del tipo: "Poco dopo" o "Nel frattempo", nemmeno di quelle sento particolarmente bisogno, perché anche lì il disegno dovrebbe bastare.

 

In linea di massima tutto il tuo discorso è condivisibile, non ha senso la didascalia che racconta ciò che si è appena finito di leggere, però non bisogna estremizzare troppo il discorso in chiave modernista, il fumetto non è il cinema e se devo metterci una pagina per capire che un qualcosa è narrativamente cambiato quando sarebbe bastata una semplice didascalia poco invasiva, per esempio "la sera" o "il mattino dopo", non è tanto un discorso da nostalgici, è che si taglia troppo in nome di uno stile che ogni autore ha certo la possibilità di conservare ma l'imperativo è di mettersi al servizio della serie. Non a caso nascono collane come il "Tex d'Autore". 

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La didascalia è un elemento costitutivo del fumetto.

 

Il fumetto inteso come racconto visivo è composto da immagini e parole.

 

Le immagini hanno il ruolo prevalente e vanno a comporre il messaggio utilizzando gli elementi costitutivi della immagine

1.nella tavola:vignetta, formato, montaggio o sequenza, impaginazione (gabbia)

2. nella vignetta: contorno, piani, campi, inquadratura

 

Le parole accompagnano le immagini e possono essere libere (onomatopee) o circoscritte nelle nuvolette o nelle didascalie

 

Queste ultime che avevano un ruolo preponderante ed esclusivo nel protofumetto quando ogni vignetta sovrastava una didascalia esplicativa che conteneva tutto il testo dialoghi compresi e via via nel tempo si sono evolute fino alla situazione moderna in cui riconosciamo schematicamente didascalie di testa didascalie di coda e colonnini.

A seconda della funzione le didascalie possono essere

 

1. temporali che indicano un cambiamento di tempo (poco dopo, più tardi, dopo alcuni giorni, ecc..)

2. locali indicative di cambiamento di luogo (nello stesso tempo, in città, a Boston, contemporaneamente, ecc..)

3. emozionali se informano sullo stato d'animo (folle d'ira, demoralizzato, ecc...)

4. riassuntive se ricordano qualcosa detto in precedenza

5. esplicative quando descrivono ciò che è già evidente dal disegno

6. di stacco come i famosi colonnini di Galep con cagnolini, uccellini, caffettiere, ecc...

 

La tendenza del fumetto moderno è quella di privilegiare l'aspetto grafico riducendo all'essenziale le scritte.

La caratteristica principale di Tex sta a mio avviso nella costruzione dei dialoghi che devono sempre essere riconoscibili e attribuibili a ciascun personaggio, le didascalie possono aiutare, ma non dovrebbero avere l'invasività che le caratterizzavano in passato per i motivi già esposti da Carlo

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Quoto in toto le parole di natural! Non sono un estremista, le didascalie in alcune circostanze ci possono stare (ad esempio il diario di julia io non lo considero una didascalia vera e propria ma anche alcune didascalie "emozionali" possono andar bene) ma in linea generale preferisco che a parlare siano le immagini e i dialoghi, con interventi del narratore prossimi allo zero.

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però... però vorrei dire che DIPENDE.

 

Mi spiego. Io leggo fumetti da tanti anni e sono ormai abituato ai cambi di scena repentini e tipici del cinema (Berardi o Sclavi docet) e le didascalie temporali del tipo "il giorno dopo" e altre di questo tipo ci possono stare e anche non stare. Poi prendo in mano l'albo numero 10 di Tex "Il Tranello" (insieme a "Il Figlio di Mefisto" una delle mie storie prefierte di tutta la serie) e leggo a pagina dieci:

 

"Un'ondata di vecchi ricordi... ricordi di una vita avventurosa, fatta di pericoli e sacrifici, di lotte selvagge e infernali cavalcate, sommerge il cuore dell'antico ranger... per un attimo Tex e Kit si guardano negli occhi, quindi, incapaci di parlare, si stringono in un forte abbraccio."

 

Ecco, davanti a una didascalia così evocativa io ci vedo tanto pathos! Forse ciò è dovuto ai ricordi nostalgici delle mie prime letture texiane però avercene di didascalie così!

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"Un'ondata di vecchi ricordi... ricordi di una vita avventurosa, fatta di pericoli e sacrifici, di lotte selvagge e infernali cavalcate, sommerge il cuore dell'antico ranger... per un attimo Tex e Kit si guardano negli occhi, quindi, incapaci di parlare, si stringono in un forte abbraccio."

 

Infatti quà non si fanno spiegazioni scontate,questo dimostra che sono un elemento integrante,e non solo una perdita di tempo nello spiegare cose ovvie......poi come sempre diciamo ad ognuno il proprio gusto....Non commento certe frasi stupide lette poco fà.....perchè non meritano proprio di essere commentate.......,anche perchè la maggior parte di noi in questa discussione non ha dato giudizi estremisti sul gusto altrui......mi meraviglio,mi meraviglio......

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