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TWF - Tex Willer Forum

[654/655] Inferno A Oil Springs


Sam Stone
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Voto alla storia  

62 utenti hanno votato

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  • Collaboratori

Apertura mentale nel senso di essere aperti anche a situazioni "nuove" come quella processuale di questa storia.

 

Pensa che per me è vero esattamente l'opposto quanto alle conclusioni che ne trai: 

 

Se tutti abbiamo chiaro cosa recita il verbo texiano, Tex non può accettare come risoluzione dell'intreccio la condanna o l'assoluzione di un tribunale in presenza di un reo e di un reato. La parola ultima, per Tex, spetta sempre alla COLT. Ecco perché se da un lato accetta di piegarsi al volere del giudice assumendo la carica di pubblico ministero perché è contingentato, l'esito del processo è per lui del tutto ininfluente, sa che deve regolare i conti con il suo ferro da tiro e si presta al gioco in attesa di regolare i conti fuori dall'aula del tribunale.

 

Per te questa è una figuraccia ? 

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Se tutti abbiamo chiaro cosa recita il verbo texiano, Tex non può accettare come risoluzione dell'intreccio la condanna o l'assoluzione di un tribunale in presenza di un reo e di un reato. La parola ultima, per Tex, spetta sempre alla COLT. Ecco perché se da un lato accetta di piegarsi al volere del giudice assumendo la carica di pubblico ministero perché è contingentato, l'esito del processo è per lui del tutto ininfluente, sa che deve regolare i conti con il suo ferro da tiro e si presta al gioco in attesa di regolare i conti fuori dall'aula del tribunale.

 

Scusa, e tutte le volte che Tex non uccide il delinquente di turno e va incontro a mille rogne per assicurargli un giusto processo, seguito eventualmente da impiccagione? Contesto che l'ultima parola per Tex spetti SEMPRE alla Colt, questa può essere l'estremo rimedio per ottenere giustizia. Ma questo concetto non dev'essere molto chiaro a Manfredi...

Inoltre spesso Tex non assiste nemmeno al processo perché non è quello il suo compito, al limite testimonia, mentre qui addirittura prende parte attiva! Speriamo che questa sia l'eccezione che conferma la regola.

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Se Tex facesse sempre le stesse cose e si comportasse sempre alla stessa maniera come pretenderebbero certi utenti penso avrebbe già chiuso da un pezzo.

Già in un personaggio così caratterizzato e di così lunga militanza è difficile trovare nuove trame e situazioni interessanti ma che siano i lettori che dovrebbero sempre essere affamati di novità e sorprese a richiedere questa sterile coazione a ripetere mi sembra veramente sconfortante.

Che poi veramente nel Tex di Manfredi non mi sembra proprio di vedere alcun tradimento visto che è il Tex ironico e sbruffone visto più volte soprattutto nelle storie di GL e Nizzi, un'indole che fa perfettamente parte del personaggio e tra l'altro particolarmente adatta a questa storia, visti gli antagonisti non certo sveglissimi che si trova ad affrontare.

Poi veramente resto sempre stupito come molti utenti abbiano trasformato nella loro testa il personaggio sicuramente giusto e onesto ma anche scatenato, violento e anarcoide creato da Bonelli in un triste sbirro che si limita a consegnare i delinquenti alla giustizia perché abbiano un giusto processo.

  • +1 1
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Di sicuro è una storia non comune, anche perché propone tutta una serie di attori non protagonisti che si rubano la scena o per meglio dire calamitano l'attenzione del lettore in maniera insolita e anche spiazzante. Questo accade perché non c'è il Tex brillante e preponderante di tante altre storie. Mi è sembrato, soprattutto nel secondo albo, un po' sotto tono, un po' appesantito nei riflessi e non mi riferisco certo all'abilità con le armi. Avete presente come si sentono molti dopo il giorno di Santo Stefano o la sera dell'1 gennaio? Ho reso l'idea della mia impressione? La storia aveva spunti interessanti, poteva risparmiarci, io credo, la divagazione sui fuggiaschi-nascosti alla fine fine motivata solo dal loro contributo alla verità. Vero che il Tex bonelliano avrebbe fatto piazza pulita a suon di sganassoni, ma questo appare remissivo. Io l'ho visto così, ma siamo in una sorta di bar o se preferite di circolo virtuale bello anche perché vario. Nota sui disegni: di qualità non omogenea e agli estremi, o molto belli o davvero brutti. Diciamo che si può dare di più, ma certo anche di peggio. Vedi "Alaska" di Lito Fernandez e i suoi discepoli, per una sceneggiatura di un Borden anche lui un po'impitonito (termine bolognese che fa riferimento alla stanchezza postprandiale del serpente). Capita

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  • Collaboratori

Scusa, e tutte le volte che Tex non uccide il delinquente di turno e va incontro a mille rogne per assicurargli un giusto processo, seguito eventualmente da impiccagione?

 

 

Quando Tex consegna un delinquente alla giustizia il verdetto di condanna è sempre scontato.

 

In questa storia è Randy che si affida al giudice. Oltre a Teeth, è lui il principale testimone. Ad un certo punto, durante il processo, Tex riferendosi a Rachel dice che "si è venduta, ci avrei scommesso". Ha ben chiaro cioè  che il processo volgerà alla farsa! E in diversi frangenti si riferisce alle colt come la soluzione finale.

 

Quando Tex porta davanti a un giudice un prigioniero, al termine delle 220 tavole, in genere non c'è mai da dubitare che il colpevole possa farla franca, non è chiaramente il caso di questa storia. 

 

Quando invece uccide di sua iniziativa sa che ha solo abbreviato il corso della giustizia!

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Perche' Tex dovrebbe sempre usare i suoi sistemi per fare giustizia. Inizialmente, dopo essere giunto al paese, asseconda la decisione voluta dallo sceriffo di fare il processo. Dopo aver avuto conferma dei suoi dubbi sulla sorte del processo decide di usare i sui metodi. Questa storia non sara' un capolavoro ma neanche una storia negativa. Di certo non puo' essere paragonata ad Alaska.....li non ci restava che piangere. Un 6,5 questa storia lo prende tutto.

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Onestamente neanch'io vedo la caciaroneria e il grottesco in questa storia, se non in un personaggio che è stato concepito così. Ma un personaggio mezzo matto in una storia non significa che la storia è strampalata. Tex pm? Figuraccia? Non la vedo nemmeno questa, Tex perde (se possiamo dire così) solo per la bassa trovata di una testimone comprata: dov'è lo scandalo? Io ci ho visto una storia nuova, situazioni nuove, personaggi interessanti. L'unica cosa su cui concordo con i detrattori è la faciloneria della fase finale, veramente troppo forzata (e non parlo della scena finale). 

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Vi sembrerà strano ma mi trovo d'accordo perfettamente sul discorso farsa anzi la definirei proprio commedia goldoniana, ben costruita ed argomentata, con personaggi presi dalla vita comune e trasformati in guitti ad uso della farsa stessa ma di questo si tratta.

Mi ci è voluto qualche giorno a metabolizzare questa opera del grande Manfredi ma ancora oggi non posso dire di averla totalmente capita o meglio digerita;  Bob Braddock un buffone idiota demente che guida una banda di criminali ed assoggetta mezzo stato ?  Ma come fà, senza un briciolo di cervello, solo a sopravvivere ? Come si ipotizza possa guidare tale banda uno come lui, solo con i soldi del fratellone ?  Jonas Braddock un cervellone furbo ed astuto che tiene in scacco uno stato e la sua polizia, e poi si perde all'ultimo per il fratello scemo e un branco di giustizieri alla Brancaleone ? Ma di che stiamo parlando ? Di Tex o dell'albo western allegato all'intrepido anni '70.

Storia troppo fuori sintonia talmente stramba da non risultare nemmeno godibile per la sua trama, mi ci vorrà altro che il diger seltz per mandarla giù !!!

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Vi sembrerà strano ma mi trovo d'accordo perfettamente sul discorso farsa anzi la definirei proprio commedia goldoniana, ben costruita ed argomentata, con personaggi presi dalla vita comune e trasformati in guitti ad uso della farsa stessa ma di questo si tratta.

Mi ci è voluto qualche giorno a metabolizzare questa opera del grande Manfredi ma ancora oggi non posso dire di averla totalmente capita o meglio digerita;  Bob Braddock un buffone idiota demente che guida una banda di criminali ed assoggetta mezzo stato ?  Ma come fà, senza un briciolo di cervello, solo a sopravvivere ? Come si ipotizza possa guidare tale banda uno come lui, solo con i soldi del fratellone ?  Jonas Braddock un cervellone furbo ed astuto che tiene in scacco uno stato e la sua polizia, e poi si perde all'ultimo per il fratello scemo e un branco di giustizieri alla Brancaleone ? Ma di che stiamo parlando ? Di Tex o dell'albo western allegato all'intrepido anni '70.

Storia troppo fuori sintonia talmente stramba da non risultare nemmeno godibile per la sua trama, mi ci vorrà altro che il diger seltz per mandarla giù !!!

 

Analisi di Gianbart che sintetizza perfettamente i difetti di questa storia e con la quale mi trovo in tutto d'accordo. Quindi, perché per me questa storia, seppur non memorabile, non è da bocciare in toto? Mi riaggancio a quanto detto da Ymalpas sopra:

 

Io resto dell'idea che l'ironia debba essere una componente primaria delle storie del Ranger, certo qui si è indubbiamente esagerato nei toni grotteschi, ma non vorrei che la bocciatura portasse piuttosto alla conclusione opposta. Sarebbe veramente triste.

 

Sono portato a considerare positivamente questa storia proprio per i troppi anni con un Tex immusonito che ci sono stati offerti. Poi, certo, qui c'è troppa farsa tutta in una volta. E l'ironia presente non è nemmeno glbonelliana, troppo goldoniana e poco fisica e gagliarda. Ma d'altronde, fra un anarchico di destra orgogliosamente anti-intellettuale come GLB e un radical-chic come Manfredi (mi dicono che si arrabbi quando viene definito così... ma in fin dei conti è e rimane un radical-chic) non ci può che essere un'enorme differenza. Io do atto a Manfredi di averci comunque provato, in un tempo in cui la serie di Tex va a gonfie vele, ma in cui il protagonista rischia ancora di trasformarsi in un granitico antipatico, a contrario di ciò che insegna la tradizione.

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Ad un certo punto, durante il processo, Tex riferendosi a Rachel dice che "si è venduta, ci avrei scommesso". Ha ben chiaro cioè  che il processo volgerà alla farsa! E in diversi frangenti si riferisce alle colt come la soluzione finale.

 

Ecco, il Tex "original" non avrebbe fatto passare sotto silenzio, o meglio esprimendo una blanda disapprovazione, il comportamento di Rachel: come minimo l'avrebbe affrontata perché anche lei ha calpestato la legge con la sua falsa testimonianza. Ma poiché Manfredi ha impostato la storia sul registro della farsa può bypassare questa cosa, dedicando più attenzione alla psicologia di Rachel che a quella di Tex. Non è peccato mortale ma è non aver capito -o non aver voluto capire!- chi è Tex.

Voglio dire: questo episodio poteva andar bene per un Maxi, ma sulla serie regolare non è innovativo, è stonato.

Posso intuire che ciò dipenda dall'impostazione dello sceneggiatore -ben riassunta da Virgin con l'espressione radical-chic- ma se mi chiedete se mi è piaciuta, dico proprio di no.

(Ymalpas, qui siamo su un forum di discussione, quindi se tu mi dici che a te invece questa impostazione piace, non ho nulla da obiettare: semplice divergenza di opinione :) )

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Infine, due righe sugli errori: non ho assolutamente visto quello di Randy a pag. 69: vedo solo che l'ex-soldato appare nell'ultima vignetta col braccio sinistro (quello mancante) che sfiora il bordo della vignetta stessa e che non permette di giudicare appieno se quel braccio ci sia o no (secondo me non c'è, si vede la linea dove la manica si piega).

 

Secondo me hai bisogno di un paio di occhiali nuovi o hai guardato la pagina sbagliata.

Randy appare nella quarta vignetta di pag. 69 ed il braccio sinistro con tanto di mano è visibilissimo, tanto che nella mano sinistra porta un piatto esattamente come nella mano destra.

 

Mea culpa, non mi raccapezzavo dell'errore perchè ho guardato la pagina 69 del secondo albo, invece vi riferivate al primo. Confermo comunque che non ne farei una tragedia, gli errori capitano ovunque, figuriamoci per chi macina pagine di fumetti.

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Posso intuire che ciò dipenda dall'impostazione dello sceneggiatore -ben riassunta da Virgin con l'espressione radical-chic

Curioso che sia qui che in altre sedi tutti ve la prendiate tanto a morte con l'area di appartenenza politica di Manfredi (che, quale che sia, a me invece frega meno di zero) nonostante in questa storia di 'pistolotti' politici invece mi pare ce ne siano ben pochi (non più, in ogni caso, di quelli che si possono ravvisare nelle storie di un Gl Bonelli o di un Nolitta)...

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Curioso che sia qui che in altre sedi tutti ve la prendiate tanto a morte con l'area di appartenenza politica di Manfredi (che, quale che sia, a me invece frega meno di zero) nonostante in questa storia di 'pistolotti' politici invece mi pare ce ne siano ben pochi (non più, in ogni caso, di quelli che si possono ravvisare nelle storie di un Gl Bonelli o di un Nolitta)...

 

Ora, mettiamo le cose in chiaro: non mi pare che nessuno se la sia presa a morte, quantomeno in questa sede (in altre, ovviamente non ne rispondiamo). Si tratta però di una differenza di sensibilità che, pur senza pistolotti politici (qui Manfredi è stato bravo), salta fuori per come si mettono in luce certe cose. Senza che ciò sia negativo: è una differenza, punto. Leggi con attenzione e vedrai che nessuno di noi ha detto che debba essere per forza di cose negativa. Al massimo, qualcuno (non io, però), con tanto di formule dubitative e congiuntivi, ha detto che non ne apprezza alcune possibili conseguenze; è molto diverso.

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Sbaglierò, ma a me pare che siccome a te, e ad altri, questa storia non è piaciuta, per motivi che avete chiaramente illustrato e che sono perfettamente leciti (de gustibus non disputandum est), e nel contempo vi stanno sulle balle le simpatie politiche dell’autore (cosa altrettanto lecita, ma non è su queste che dovreste basarvi per trinciare i vostri giudizi), abbiate operato il collegamento di etichettarla come radical-chic; però qui invece vi sbagliate, perché di radical-chic questa storia non ha proprio niente, almeno nell'accezione che viene comunemente data al termine.  :)

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Adesso ho capito, Magic Wind: hai semplicemente letto di fretta i messaggi! A me questa storia è piaciuta, se leggi bene. ;) Non dico che sia perfetta, anzi, secondo me ha molti difetti, ma ciò non toglie che mi abbia divertito non poco. Nella pagina precedente, se vai a vedere, l'ho detto diffusamente.

 

Concordo perfettamente con te sul fatto che questa storia non abbia nulla di radical chic: la sensibilità di Manfredi lo è, al massimo. Altro esempio su un altro autore: Faraci dice di essere cresciuto nei centri sociali, ma non mi risulta che sia possibile capirlo dalle sue storie a fumetti. Quando dichiara però che "Tex non ama la violenza e la usa solo come estremo rimedio", lì è evidentemente influenzato dalla sua sensibilità personale, qualsiasi essa sia (e bon, nel merito di Tex che non ama la violenza prende una cantonata pazzesca, ma va be', non di Faraci si parla qui).

 

Spero di esser stato chiaro. :)

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Sbaglierò, ma a me pare che siccome a te, e ad altri, questa storia non è piaciuta, per motivi che avete chiaramente illustrato e che sono perfettamente leciti (de gustibus non disputandum est), e nel contempo vi stanno sulle balle le simpatie politiche dell’autore (cosa altrettanto lecita, ma non è su queste che dovreste basarvi per trinciare i vostri giudizi), abbiate operato il collegamento di etichettarla come radical-chic; però qui invece vi sbagliate, perché di radical-chic questa storia non ha proprio niente, almeno nell'accezione che viene comunemente data al termine.  :)

 

Sono d'accordo con Magic Wind per ciò che riguarda l'eventuale etichetta di radical-chic per questa storia.

Che Manfredi stesso possa essere definito un radical-chic ho i miei dubbi ma in fondo non m'importa.

Quello che vedo con certezza è che se anche Manfredi ha idee di sinistra radicale, ciononostante ha una notevole sintonia su certi argomenti con quelli di G.L. Bonelli.

Il grande vecchio avrebbe scritto questa storia e "La guerra dell'acqua" in modo sicuramente differente ma le conclusioni a cui sarebbe arrivato sarebbero state sostanzialmente le stesse perché Tex sta da sempre dalla parte della povera gente contro i prepotenti.

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 MAGIC WIND 

Sbaglierò, ma a me pare che siccome a te, e ad altri, questa storia non è piaciuta, per motivi che avete chiaramente illustrato e che sono perfettamente leciti (de gustibus non disputandum est), e nel contempo vi stanno sulle balle le simpatie politiche dell’autore (cosa altrettanto lecita, ma non è su queste che dovreste basarvi per trinciare i vostri giudizi), abbiate operato il collegamento di etichettarla come radical-chic; però qui invece vi sbagliate, perché di radical-chic questa storia non ha proprio niente, almeno nell'accezione che viene comunemente data al termine.

A me questa storia non è piaciuta per quello che ho già spiegato nel mio intervento, di quello che pensa Manfredi a livello politico non mi interessa e se fossi interessato lo troverei sicuramente affine al mio pensiero, quindi stai sbagliando ....

Per quanto riguarda il termine radical-chic indica di solito una persona di buona posizione e cultura che, a parole e col pensiero è vicino al popolo, ma poi con i fatti non si dimostra tale, ne conoscete qualcuno ?

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Salve a tutti.

A me la storia è piaciuta parecchio, anche se l'ho sicuramente trovata "diversa" e lontana dai classici canoni di Tex.

Non la metto vicino ai capolavori di Boselli, tanto per rimanere a discutere di storie degli ultimi anni, la accosto più a storie un pò particolari come potevano essere le due di Medda dei primi anni novanta mi sembra.

Stravolgono gli stilemi classici, aggiungono toni quasi da farsa e da commedia che non spesso si trovano in Tex, ma se queste cose non divengono l'abitudine, ben vengano.

Ci sono anche difetti, per carità.

Finale forse affrettato, qualche punto debole nella trama, ma il voto finale è sicuramente positivo.

 

Rob.

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Sbaglierò, ma a me pare che siccome a te, e ad altri, questa storia non è piaciuta, per motivi che avete chiaramente illustrato e che sono perfettamente leciti (de gustibus non disputandum est), e nel contempo vi stanno sulle balle le simpatie politiche dell’autore (cosa altrettanto lecita, ma non è su queste che dovreste basarvi per trinciare i vostri giudizi), abbiate operato il collegamento di etichettarla come radical-chic; però qui invece vi sbagliate, perché di radical-chic questa storia non ha proprio niente, almeno nell'accezione che viene comunemente data al termine.  :)

Anch'io vorrei dire che non rimprovero a Manfredi di avere le sue idee, volendo potrei magari discuterne in altra sede, né di avere fatto "propaganda politica" in questa storia -perché mi pare evidente che così non sia. Non mi è piaciuto il modo con cui ha rappresentato Tex, e ipotizzo -lui potrebbe smentirmi magari- che ciò dipenda dalle sua sensibilità, dato che lo ritengo piuttosto bravo a scrivere fumetti in generale. Un'altro sceneggiatore di sinistra potrebbe fare un Tex che mi piace, o uno di destra o di centro un Tex che non mi piace, per carità, non ne faccio un discorso politico. Però a me sembra che se, poniamo, Berardi dedica su Julia un grande approfondimento psicologico  a una Rachel la cosa è coerente col fumetto, mentre qui non lo è. Altro esempio, se Ratman fa battute come quelle di Carson lo trovo adeguato, qui invece no. Quindi la mia "protesta" riguarda solo come ne esce Tex in questa storia e mi auguro che nelle prossime che scriverà Manfredi cambi registro.

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  • co fondatore

Storia alquanto strana, sicuramente ottima, ma il nostro Tex a volte fa cose poco texiane.

Sicuramente perde un poco nel finale, principalmente quando il fratello fesso fa quella confessione tanto clamorosa, però si mantiene a livelli dignitosi per quasi tutto lo svolgimento.

Leomacs è sulla buona strada, anche se IMO dovrebbe metterci maggior impegno.

Nel sondaggio le ho dato un 7.

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  • 1 mese dopo...
  • Sceriffi

Finalmente ho potuto concludere anch'io la lettura di questa storia. Non ho molto da dire se non che, rileggendo anche il primo albo, l'ho trovata certamente insolita ma non per questo brutta. La maestria di Manfredi, uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza, si percepisce tutta nei dialoghi - uno dei suoi punti di forza - e nella costruzione di una storia con trovate originali nonostante un'idea di base abbastanza classica.

Pur non essendo il suo miglior lavoro su Tex, la storia mi ha lasciato pienamente soddisfatto, anche nella parte centrale del processo da tanti criticata. Ciò che rende strana questa storia è forse il clima complessivo piuttosto grottesco, con diversi personaggi stereotipati. A me questo non ha disturbato e mi sono goduto la lettura fino in fondo.

Leomacs ha un tratto molto adatto al western, anche se come già avevo osservato in un intervento precedente ho avuto la sensazione di una involuzione rispetto alla sua precedente storia: il tratto qui mi sembra meno rifinito, più frammentato.

Ci metterei la firma per avere storie di questo livello tutti i mesi. Voto complessivo: 8.

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 La maestria di Manfredi, uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza, si percepisce tutta nei dialoghi - uno dei suoi punti di forza...

Ciò che rende strana questa storia è forse il clima complessivo piuttosto grottesco, con diversi personaggi stereotipati.

Per riprendere la tua osservazione, a me non è piaciuto che abbiano contribuito al clima grottesco proprio Tex e Carson, spesso attraverso le loro battute. Perché questo loro agire non corrisponde per nulla all'idea che ho di loro. Se poi c'è un buffone come Bob che dice fesserie non è un problema, ma i nostri due...  :pianti:  

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