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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 30] Tempesta Su Galveston


Sam Stone
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Beh entro certi limiti! Ci sono storie così brutte che mettono tutti d'accordo... :lol: comunque è vero che se scrivo e leggo qui è perché trovo qualcuno che non la pensa come me. Altrimenti sai che noia :zzzzzzz:

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Appena rientrato dall'ARF Festival
Ora sono un pò stanco e inoltre vorrei vedermi il gp di Monaco che ho registrato ma nei prossimi giorni posterò un dettagliato, per quanto possibile, racconto della presentazione del Texone di Rotundo, che è stata molto interessante. Rotundo oltre ad essere un gran disegnatore sa tenere benissimo la scena, mantenendo alta l'attenzione con aneddoti e chicche sul Texone ma anche con battute divertenti!
Molto bello e toccante anche l'omaggio a Paolo Morales da parte della scuola romana dei fumetti.
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Domenica mattina nella sala incontri dell’auditorium del Massimo di Roma, sede della prima edizione dell’Arf Festival, si è svolta la presentazione del 30° Texone disegnato da Massimo Rotundo su testi di Pasquale Ruju. La locandina di presentazione dell’evento recita: “Al culmine di una strepitosa carriera che l’ha visto alle prese con le più diverse declinazioni dell’universo fumettistico (storico, erotico, avventuroso, fantasy), Massimo Rotundo viene chiamato a confrontarsi con quello che è il più imponente personaggio del fumetto italiano: TEX WILLER. Il risultato è un Texone molto particolare di cui verranno mostrate, oltre ad alcune preziose anteprime, anche dei gustosi retroscena. Presenta l’incontro Adriano Ercolani.” 

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La presentazione non poteva essere più appropriata perché Massimo Rotundo si è dimostrato un ottimo intrattenitore grazie anche, molto probabilmente, ai suoi trascorsi lavori nel mondo della cinematografia e al suo lavoro di insegnante presso la scuola romana dei fumetti. L’incontro infatti, sin da subito si è trasformato, grazie anche ad Adriano Ercolani e al membro dello staff dell’Arf festival, di cui purtroppo non so il nome, in una divertente chiacchierata a tre in cui l’abile disegnatore romano è riuscito a “spiegare” il suo Texone e la sua passione per Tex senza far mancare battute divertenti. Il risultato è stato una platea che ha mantenuto sino all’ultimo un alto livello d’attenzione. Ma andiamo con ordine e cominciamo dall’inizio.

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Alle 10.30 la sala incontri dell’auditorium è già piena di lettori e addetti ai lavori, il cielo di Roma si presenta plumbeo e minaccia pioggia quasi a parafrasare il titolo del Texone “Tempesta su Galveston”, il protagonista dell’incontro è in leggero ritardo ed Ercolani insieme allo staff dell’Arf escono ad aspettarlo dall’ingresso principale ma subito dopo Rotundo entra in sala dall’ingresso secondario; si potrebbe dire che l’inizio è promettente dato che, come Tex, la sua entrata in scena ha sorpreso la controparte! Massimo, non trovando nessuno ad attenderlo, si guarda in giro un po’ dubbioso, mi avvicino a lui e dopo avergli spiegato la situazione mi offro di andare a chiamare Ercolani che subito rientra in sala. Ha così inizio l’evento. Ercolani fa presente che nonostante la giornata festiva e l’ora mattutina la sala è gremita segno di chiaro interesse, Rotundo interviene subito chiarendo che in realtà le persone in sala sono tutti suoi parenti, alchè il membro dello staff ribatte che l’avesse fatta lui una presentazione di un suo lavoro i suoi parenti non sarebbero venuti certamente! Fra le risate generali Ercolani fa una rapida presentazione di Rotundo o meglio accenna a qualche suo lavoro precisando subito dopo che l’ospite è talmente conosciuto e la sua carriera talmente lunga che in verità non necessita di alcuna presentazione; “Mi stai dando del vecchio” interviene divertito Rotundo,  “Assolutamente no”, ribatte Ercolani, “ma pur di darti ragione potrei dire che tu disegnavi prima ancora che io nascessi”, poi facendosi più serio fa presente che Rotundo ha lavorato con De Crescenzo e Polansky oltre che con la pluripremiata premio oscar Milena Canonero. 

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Come da copione in questi casi a Rotundo viene chiesto di raccontare il primo impatto dopo aver ricevuto l’incarico di fare il Texone. “Ricevo la telefonata di Mauro Marcheselli della SBE ed ovviamente li per li sono molto contento, poi dopo un po’ arriva il panico perché penso di non aver mai fatto un western e mi passa anche l’idea di rimandare indietro la sceneggiatura. Chiaramente è solo  un attimo perché subito mi metto al lavoro con entusiasmo per documentarmi il più possibile guardando film, cercando su internet e sui libri e man mano i ricordi risalgono su e mi accorgo di essere impregnato di western. Il west nella mia memoria visiva c’era già sin dall’infanzia.”

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La seconda domanda d’obbligo riguarda le difficoltà maggiori che ha incontrato nel disegnare un fumetto western. Ercolani chiede se anche per lui sono stati i cavalli. “Non tanto i cavalli”, risponde Rotundo, “ma il viso di Tex che è difficile da rappresentare. Al contrario di altri personaggi che hanno delle caratteristiche particolari che aiutano, come i baffi di Carson per esempio, Tex non ha punti d’appoggio. Io l’ho studiato a fondo ed alla fine ho puntato su quelle che per me sono le sue caratteristiche caratteriali importanti. Nel viso di Tex traspaiono insieme la durezza  e la dolcezza del personaggio. Si dice che Galleppini si sia ispirato a Gregory Peck, non so se sia vero ma se l’ha fatto è perché in quell’attore erano presenti queste due caratteristiche. In tex c’è una doppia anima come in Gregory Peck.”

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Si comincia a parlare della copertina del Texone che è proiettata alla spalle di Rotundo ed Ercolani: “Nel settanta per cento dei casi quando finisci una copertina”, è sempre Rotundo che parla, “pensi che potevi farla meglio e non sei pienamente soddisfatto; in questo caso sono soddisfatto, è venuta proprio bene. Più che di tecnica vorrei dire che per me questa copertina è un fatto concettuale, sintetizza quello che penso io di Tex, la calma e la sicurezza del personaggio anche in una situazione come può essere quella evocata dal titolo dell’albo”.

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“Per questa copertina mi sono ispirato a tre precedenti copertine di Tex: Sfida infernale di Claudio Villa, Chinatown e Tra due bandiere di Galleppini, in entrambi, come spero nella mia, sono presenti l’evocazione e il momento della battaglia”. A questo punto Ercolani sottolinea come l’umiltà è una delle caratteristiche di Rotundo e l’umiltà è il dono dei grandi. 

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Si passa a vedere uno dei bozzetti scartati, Tex al centro con gli altri personaggi raffigurati nelle carte da giuoco. “Magnifico, oggi è il compleanno di Bob Dylan” chiosa Ercolani; “Addio ha cominciato a parlare di Bob Dylan, ora non la smette più” interviene divertito il membro dello staff; “Anche a me piace Dylan” precisa Rotundo “ma in questo caso non mi sono rifatto a lui ma a 007” (Bob Dylan è un appassionato del poker ed ha dedicato alcune canzoni ad esso ndr). “ho immaginato in questo bozzetto Tex al centro della scena che conduce il giuoco e gli altri personaggi di conseguenza sono raffigurati nelle carte.”

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 “Quest’altro bozzetto è più o meno simile a quello poi scelto per la pubblicazione, Tex  a cavallo è preso a figura intera, è stata preferita la scena con Tex in primo piano.  In effetti anche i bozzetti scartati erano efficaci... ma troppo illustrativi, quindi condivido la scelta che Boselli insieme alla redazione ha fatto.  E’ stata quella giusta. Nell’esecuzione della copertina per quanto riguarda la tecnica, più del colore mi soddisfa il fatto che sono riuscito a mantenere il tratto pulito.”

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“Quel che mi piace di Tex, come lettore perché io sono stato e sono un lettore di Tex, ne ho letto centinaia in passato e ne ho riletti tanti durante la lavorazione di questo Texone, sono i dialoghi… totalmente fuori dagli schemi e dai moralismi. C’è una scena ad esempio nel Texone in cui Tex fa fuori un cattivo, potete vedere (viene mostrata la relativa pagina della sceneggiatura) che in un primo momento si mette in bocca a Tex una frase molto barocca ma in un secondo momento è stata corretta con un “Adios (nome del cattivo che non cito per evitare spoiler ndr). Nel senso ciaooo bello sei finito” (Rotundo accompagna la frase con il gesto della mano ndr).

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Si passa a parlare della documentazione: “Parte delle documentazione mi è stata inviata da Pasquale Ruju, come ad esempio questa foto che ritrae Galveston dopo l’uragano che l’ha distrutta, in cui si vede solo la cattedrale ancora in piedi in mezzo alle macerie, poi ormai per la documentazione c’è internet in cui si trova di tutto. Una volta era molto difficile, dovevi consultare libri, giornali… oggi con internet è molto più facile. Spesso rimprovero i miei allievi della scuola che magari sono bravi ma pigri. Riescono a fare bei disegni e poi sbagliare il particolare perché non si documentano, quando con internet è talmente facile”. Ercolani chiede se Ruju fornisce molta documentazione. “Nella norma, ne poca ne molta. Fra gli sceneggiatori con cui ho lavorato Manfredi è sicuramente quello che manda un sacco di documentazione. Comunque, visto che parliamo di sceneggiatori, volevo fare i complimenti a Pasquale Ruju e ringraziarlo perché mi ha scritto una bella sceneggiatura e questo aiuta a dare il meglio.”

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“Per l’ambientazione mi sono ispirato al film i 4 del Texas con Frank Sinastra, ho ricostruito una Galveston Hollywoodiana. Io sono fissato sulle scenografie. Dai lavori che ho fatto con Milena Canonero mi è rimasta l’idea che nel dettaglio devi cercare l’oggetto per caratterizzare la scena, per far comprendere al lettore in che epoca ti trovi. Non basta dire che sei nell’800. Anche per noi parlare di 900 ha poco senso, io negli anni 70 mi vestivo diversamente dagli 80 o dai 90. Non so se i lettori fanno caso a questo ma nei fumetti non si cambiano mai i vestiti nel corso della storia ai personaggi per non confonderli. Io invece vado controcorrente, fatta eccezione per i protagonisti che generalmente hanno un loro costume storico, anche su altre storie ho cambiato spesso i vestiti ai personaggi di contorno.” “Alcune volte non gliene hai messo per niente” interviene sorridendo Ercolani.

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“Un altro film che ho tenuto presente per questo Texone è Via col vento, nella gestione dei campi medi. Ecco questo è uno dei cartelloni dell’epoca di questo film. I cartelloni erano dipinti, ora Photoshop ed il computer si è perso tutto questo lavoro che c’era dietro la preparazione di un film, era un po’ un arte, ci lavoravano dietro un sacco di persone.”

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