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TWF - Tex Willer Forum

Curiosità e aneddoti vari su Tex e i suoi autori


ymalpas
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Uno dei romanzi di Gianluigi Bonelli, Il crociato nero, è stato ripubblicato dalle Edizioni Thyrus, nel 1999. Collana: I Classici dell Avventura. Prezzo: 7,75 Euro. Tuttora disponibile. Descrizione: Il celebre autore di Tex si è cimentato anche con i romanzi d'avventura. Dalla sua penna è scaturita questa deliziosa, incalzante e coinvolgente storia, ambientata al tempo della prima crociata. Ugo d'Ivrea, un giovane cavaliere italiano, parte con l'armata di Goffredo di Buglione per la Terrasanta. Fatto oggetto di rancori, invidie e rivalit? personali, bandito dall'armata con un'accusa ingiusta, egli compir? imprese audaci, aiutando anonimamente la causa cristiana e divenendo il terrore dei Saraceni.

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Quando leggevo Tex, rammenta Fabio Civitelli, ero un ragazzino, e quello che mi intrigava di più era il disegno di Galep, l'abilità con cui riusciva a disegnare i cavalli in corsa, con pochi e veloci colpi di pennello. Ero colpito dall'abilità con cui sapeva mettere i segni giusti e più espressivi, ma mai uno di troppo, e di come il bianco e il nero fossero equilibrati, oltre che plastici. Grande fu la mia sorpresa ( e la mia preoccupazione!) quando mi proposero di disegnare Tex. Mi tornarono in mente i disegni di Galep che tanto mi avevano colpito, e ora mi trovavo ad affiancare professionalente il mito della mia infanzia, sentivo la grande responsabilità, e solo con il tempo ho ritrovato la serenit? e il giusto equilibrio. Ho ancora qualche problema con i cavalli... mi ispiro a fotografie, guardo film, ma non sono troppo contento dei risultati. Spesso riguardo i cavalli di Galep che mi avevano affascinato da bambino, quando mi chiedevo come era possibile disegnarli con quella scioltezza. E ancora oggi me lo chiedo.

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Per gli incalliti lettori del forum, segnalo Vittorio Paliotti, Il romanzod'avventure - Da Robinson Crusoe a Tex Willer (Marotta & Cafiero, pagg. 240, 15 euro).

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Uno dei Triumviri della Repubblica Romana, dal 1849, fu Aurelio Saffi. E' in suo onore, complice anche una lontana parentela, che i genitori di Galleppini attribuirono questo nome al celebre disegnatore.

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I grandi della pittura amati da Galep è I Classici fino all'impressionismo e non oltre! Tra gli illustatori, Dor?, Gustravino, Beltrame, Molino...

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Curiosità: le ultime due storie disegnate da Galep, Tex 400 e la prima parte di Golden Pass vedevano all'opera Pat Mac Ryan!

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Fabio Civitelli e' uno dei pochi fortunati che ha avuto la possibilita' di vedere le tavole della nuova storia in lavorazione di Villa sceneggiata da Boselli che dovrebbe essere ospitata in un Texone tra qualche anno:

"In un recente incontro ho visto le tavole della storia a cui sta lavorando e sono rimasto colpito dalla cura e dalla qualita' dei suoi disegni, ancora superiori al livello altissimo a cui ci ha sempre abituato.
Dispiace soltanto che l'impegno di copertinista si sia fatto piu' pressante in questi ultimi tempi e gli lasci ben poco tempo per portarla avanti. Anche lui ama molto il personaggio e cerca di darne un immagine a tempo stesso classica e moderna, che poi e' anche il mio intento."

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Come ha detto uno dei suoi lettori famosi, Francesco Guccini, ?Tex è il primo western all'italiana, ... rispecchia quello che un italiano pensa che sia il West?.

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Sempre Francesco Guccini ha detto:?Ogni tanto leggo un album di Tex e mi diverto a tradurlo automaticamente in inglese e a vedere l'effetto che fa. Il risultato è buffo e la traduzione non funziona perchè Tex è italiano fino in fondo?.

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Per Mauro Boselli l'avventura con Tex dura da mezzo secolo, mese più mese meno... Tutto inizi?, un giorno, con la striscia "Le terre dell'abisso".

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Roma, 14 ago (Velino) - Nel giorno in cui padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ?scomunica? Famiglia Cristiana, l'Osservatore Romano rende omaggio a Tex Willer, eroe del west made in Italy. Due intere pagine dedicate ai sessant?anni del personaggio nato dalla fantasia di Gian Luigi Bonelli e dalla matita di Aurelio Galleppini (Galep). ?Un eroe interclassista?, scrive l'Osservatore Romano, che riesce ?a restare sempre in sospeso sulla sottile e invisibile fune del politically correct grazie a una serie di tessere biografiche che ne fanno un personaggio rispettabile?. Arrivato nelle edicole alla fine della seconda guerra mondiale, Tex Willer, ?giustiziere americano dalle idee chiare, capace di distinguere, ?senza se e senza ma?, il buono dal cattivo, non giunse a sproposito - sottolinea il quotidiano d'Oltretevere - lungo il lento cammino della ripresa appena avviato dall'umile e afflitta Italia?. Willer conserva ?forte attualit? nella sue veste di perenne difensore della giustizia tra uomini diversi per razza cultura e costumi? pur avendo ?ucciso tremila ?persone?? in oltre 600 avventure.

In realtà il compleanno del Ranger più famoso del West sarà il 9 settembre 2008, quando nelle edicole approder? l'albo numero 575 che gli permetter? di tagliare il tanto agognato traguardo dei sessant?anni. Un record prestigioso per l'editoria fumettistica italiana che in questi anni sta affrontando un momento difficile e che va festeggiato. La Bonelli ha deciso di fare le cose in grande regalando ai lettori un volume interamente ?technicolor? e la verità sulla storia d'amore tra l'eroe e la bella Lilyth. Un dono inaspettato dello sceneggiatore Claudio Nizzi che ci permette di esplorare gli angoli oscuri della vita di Tex Willer attraverso una passeggiata sul ?Sentiero dei ricordi?. è la prima volta che l'Osservatore Romano apre i battenti al fumetto e lo fa in grande stile ospitando uno speciale con interviste al disegnatore Claudio Villa e allo sceneggiatore Tito Faraci. Forse perchè anche il giornale della Santa Sede sente una certa affinit? con quel ranger dal ?dna positivo che lo fa agire sempre nel modo corretto?. Sarà perchè Tex Willer ?non spara mai alle spalle, non uccide se può permettersi di disarmare, non estrae mai la pistola per primo e, quando è costretto a sparare, lo fa senza compiacimenti?.

Una affinit? sicuramente più grande se la sente Willer Bordon, nato nel gennaio del 1949, pochi mesi dopo la creatura di Gian Luigi Bonelli. Il suo nome non deriva dal ranger ma, spiega l'ex senatore al VELINO, ?dal protagonista di un non meglio identificato romanzo inglese?. Tuttavia per tutti, dai compagni di scuola ai colleghi di partito, è sempre stato sempre e solo ?Tex?. N° lui se ne dispiace: ?Sono un grandissimo estimatore del personaggio nato dalla matita di Galep?. A sessanta anni dalla nascita del fumetto Bordon commenta la scelta dell'Osservatore Romano. ?In quei racconti - spiega - per la prima volta abbiamo visto un bianco mettersi dalla parte dei nativi americani, mentre il cinema era ancora legato allo stereotipo del pellerossa cattivo e incivile. Erano tavole che veicolavano una straordinaria lezione di tolleranza, evitando atteggiamenti che oggi chiameremmo buonisti?. C'erano infatti ?villainsè da una parte e dall'altra, senza distinzione di razza, censo e ruolo sociale. ?La linea tra il buono e il cattivo, insomma, non passava attraverso il colore della pelle ma si determinava nella concretezza delle azioni dei personaggià. Un bel paradigma, valido ancora oggi. Anche sul piano politico. ?I ?cattivi? di oggi sono i cretini nella politica, che vengono prima di ogni colore e di ogni bandiera. Sono loro i miei nemiciò. E non c'è da essere manichei: ?Tra un cretino della mia parte politica e un esponente della parte opposta preferisco di gran lunga la compagnia del secondo?.

Un compleanno dall'Osservatore dunque in grande stile per Tex Willer, ?il più longevo ranger? dei fumetti, proprio nel giorno in cui padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana prende le distanze da Famiglia Cristiana che ha paventato un ?rischio fascismo in Italia?. Secondo Lombardi, Famiglia Cristiana è una ?testata importante della realtà cattolica? ma ?non ha titolo per esprimere n° la linea della Santa Sede n° quella della Conferenza episcopale italiana?.

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Fernando Fusco ci parla delle sue collaborazioni con gli autori bonelli ( Nolitta, Nizzi e Bonelli ):Ho collaborato con molto piacere con Sergio Bonelli, con cui ci siamo capiti al volo. Eravamo quasi coetanei allora, due giovanotti di meno di 40 anni e le nostre idee collimavano. Lui aveva notato i miei disegni, che gli erano piaciuti. Cosè quando ci siamo trovati a lavorare insieme ha cercato di scrivermi delle storie adatte a me, piene di azione e di descrizione di paesaggi. Scriveva un po' come Luigi Grechi, anzi meglio?. I ribelli del Canada è stata forse la più bella delle storie che ho realizzato con Sergio, ma anche Il giudice Maddox mi è piaciuta molto. Nizzi è forse il migliore sceneggiatore della Bonelli. Ho sempre illustrato con piacere le sue storie, è quello che ha seguito più fedelmente il modo di scrivere di GL Bonelli. Ricordo con piacere la storia della Prigioniera del faro, ma me ne ha scritte tante di molto carine. Anche la prossima mi sembra molto riuscita, anche se ci sono diverse sequenze troppo parlate. Ad esempio, ho molto sofferto a disegnare una scena di 10-15 pagine con i personaggi in una stanza. L'ambiente è sempre quello e non si sa cosa inventare per rendere interessanti le vignette. Non si dovrebbe sprecare il tempo in questo modo. Mille volte meglio una piccola didascalia che riassuma tutto. Parlo da disegnatore, ma credo che anche il lettore preferisca vedere scene d'azione, piuttosto che pagine statiche con tanti dialoghi. Di GL Bonelli ricordo con piacere la prima storia, L'idolo di smeraldo. Per accontentarmi mi ha messo tante donnine e molta azione.

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Cluadio Nizzi, in un'intervista afferma che: - Da ragazzo ero bravo a disegnare. Roba da dieci in pagella, mentre per tutto il resto ero uno studente svogliato. I disegni però li copiavo, non ero capace di inventare niente <.....>Perchè sceneggiatore, dunque? Perchè nel pieno dell'adolescenza, dal paesello dove vivevo una vita collettiva tra frotte di amici, la mia famiglia mi trascin° a vivere a Roma dove mi ritrovai molto solo e per consolarmi mi detti a intense letture. Come conseguenza la voglia di scrivere fin° per prevalere su quella di disegnare. "E io aggiungo che è stata davvero una fortuna che ha vissuto solo senn° addio Tex :D .

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Il texone di D'Antonio. Inizialmente Sergio Bonelli lo voleva anche disegnato dal grande Gino e insistette anche, ma l'autore si scusè con queste parole: era ormai da troppo tempo che disegnava solo sporadicamente.

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Uno degli artisti che influenzarono il tratto di Guglielmo Letteri fu l'americano John Prentice, famoso continuatore della serie di Rip Kirby ( a partire dal 1956 ). Letteri, nel momento in cui si passè dal formato a striscia a quello a quaderno, fu un validissimo aiuto per Galep, non solo per la qualità delle sue tavole, ma anche per la quantit? che spesso si rivelava superiore a quella dello stesso Galleppini, quando egli sfornava le trenta e più pagine mensili illustrate, come ben sapete, in modo magnifico.

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Ah, no! Mefisto e Yama non me li devi proprio toccare!Quelli, uno di questi giorni, mi metto alla scrivania e me li ripesco io, per tutti i diavoli!Cosè la risposta di Gianluigi Bonelli al figlio Sergio che in un bar, tra una birra e l'altra, aveva accennato a una sua idea per una nuova trama sul ritorno dei due arci-nemici di Tex. Ma il vecchio e stanco Bonelli degli anni ottanta, ormai prossimo al disinteresse verso la creatura alla quale deve il suo successo, la storia non la scriver? mai. E' infatti una leggenda quella che tramanda l'ipotesi di un soggetto bonelliano finito nelle mani di Nizzi a metà degli anni novanta, che l'autore modenese ha recentemente fermamente smentito. Resta insomma una nota stonata quasi di malumore quella delle due frasi che avete letto sopra e che Sergio Bonelli ha riportato in uno dei tanti volumoni speciali della Mondadori, malumore evidentemente indirizzato ai tanti ripescaggi di suoi personaggi effettuati in quergli anni dal bravo Claudio Nizzi.

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Dopo l'assaggio di "Buffalo Soldiers", Giovanni Ticci ha ribadito il suo desiderio di illustrare una nuova sceneggiatura nolittiana.

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Ah, no! Mefisto e Yama non me li devi proprio toccare!
Quelli, uno di questi giorni, mi metto alla scrivania e me li ripesco io, per tutti i diavoli!

Cosè la risposta di Gianluigi Bonelli al figlio Sergio che in un bar, tra una birra e l'altra, aveva accennato a una sua idea per una nuova trama sul ritorno dei due arci-nemici di Tex.

Se non ricordo male, Sergio lo riferisce anche nella prefazione, se vogliamo chiamarla così, a "Il medaglione spagnolo"


Ma il vecchio e stanco Bonelli degli anni ottanta, ormai prossimo al disinteresse verso la creatura alla quale deve il suo successo, la storia non la scriver? mai.

Chiamiamo le cose col loro nome: non si tratt? di disinteresse, ma di vera e propria impossibilità. Sono praticamente certo che sia stato l'avanzare della malattia ad impedire a G. L. Bonelli di continuare a scrivere Tex.

Ricordo benissimo che leggendo la prefazione suddetta ebbi al precisa sensazione che pun non volendo dirlo apertamente, con quello scritto Sergio volesse comunicarci che quella sarebbe stata l'ultima storia del padre.

E' infatti una leggenda quella che tramanda l'ipotesi di un soggetto bonelliano finito nelle mani di Nizzi a metà degli anni novanta, che l'autore modenese ha recentemente fermamente smentito.

A dire il vero, in tempi recentissimi qualcun altro mi ha invece confermato la veridicit? di questa cosiddetta leggenda.

Non spetta a me dire chi dei due ha ragione. Se chi me l'ha riferito è nteressato a dare la sua versione di questa vicenda può farlo personalmente qui o nello spazio a lui dedicato.

Resta insomma una nota stonata quasi di malumore quella delle due frasi che avete letto sopra e che Sergio Bonelli ha riportato in uno dei tanti volumoni speciali  della Mondadori, malumore evidentemente indirizzato ai tanti ripescaggi di suoi personaggi effettuati in quergli anni dal bravo Claudio Nizzi.

In realtà, almeno nella versione pubblicata su "Il medaglione spagnolo", il bonario rimprovero sembrava rivolto proprio al figlio ed ad una sua certa intenzione di riprendere in mano Mefisto e Yama personalmente.
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Nel sito italiano di Wikipedia è riportato erroneamente che la paternit? grafica del personaggio di Lefty Potrero ?, non di Galleppini, ma bensì di Pietro Raschitelli. Quest'artista ha realizzato invece solo le prime 80 tavole della storia "La costa dei Barbari", le restanti essendo tute dovute alle matite e chine di Galleppini. Per la precisione, il simpatico personaggio di Lefty appare nelle tavola numero 82 della storia...

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Il grande Giovanni Ticci ha raccontato in un'intervista di non amare molto i nostrani Spaghetti Western e quindi di non trarre praticamente nessuna influenza dalla loro visione.

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