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TWF - Tex Willer Forum

Curiosità e aneddoti vari su Tex e i suoi autori


ymalpas
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Un singolare caso tipografico ha riguardato l'albo n, 446 "Bufera sulle Montagne Rocciose". Un certo quantitativo, per fortuna abbastanza limitato, degli albi mandati in edicola nel dicembre 1997 era infatti difettoso, con delle pagine incollate alla rinfusa! L'editore Bonelli, scusandosi qualche mese dopo dell'inconveniente nelle pagine del mensile, assicurando che avrebbe sostituito tutte le copie con la paginazione errata, era giunto a far pubblicare un'inserzione in un noto quotidiano siciliano che invitava i lettori palermitani (questa era la zona più colpita di tutta la penisola) a recarsi nelle edicole per sostituire i loro albi con quelli nuovi, nel frattempo si era infatti provveduto a tempo di record a una nuova ristampa distribuita nei chioschi della città. Sergio Bonelli concludeva tirando un sospiro di sollievo: inizialmente infatti nella redazione si era pensato a TUTTE le copie falsate, cosa che avrebbe comportato un danno economico rilevante e un danno all'immagine della casa editrice!

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Sempre in tema di copertine, quella celebre censurata della storia di Cruzado, ha avuto nel corso degli anni anche l'onore della colorazione. Questo è il risultato:

 

 

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Che splendore le copertine a tempera di Galep di cui non sapevo nulla, davvero splendide, quella di Mefisto da apoteosi. La copertina del segno di Cruzado è uno dei rarissimi casi di censura che trovo giustissima (idem per la sequenza della storia). Peraltro questa copertina, oltre che fuori luogo, mi pare esteticamente pessima.

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Aurelio Galleppini amava moltissimo dipingere. Tra le sue opere anche questa veduta della sua Casal di Pari, datata 1985.

 

 

 

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La copertina invece a me sarebbe anche piaciuta, da un punto di vista meramente tecnico, se il soggetto non fosse stato così inaccettabile. Ripeto che non mi dispiacerebbe se litigassero, ma il pugno è veramente ignobile.

Mentre la tela è veramente bella...

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La penso come Leo: Tex e Carson potrebbero anche litigare seriamente (ci sono andati anche molto vicino ne La strage di Red Hill, se non ricordo male), ma senza usare la violenza. Tra loro due, più che fratelli, sarebbe quasi "contro natura".E se proprio dovesse accadere, in situazioni estreme, un vero scontro, che almeno sia uno scontro ... tra titani. 

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A ispirare la splendida storia "Giungla crudele", avventura che vede Tex e il figlio Kit sbarcare prima sulle coste della Colombia e poi in quelle panamensi, fu anche l'incondizionata passione per gli indios Guaymì, prossimi parenti di quelli amazzonici a cui, con gli albi di Mister NO dedicò addirittura una collana: lo rivela lo stesso autore della storia, Sergio Bonelli, alias Guido Nolitta.

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Sempre in tema di copertine, quella celebre censurata della storia di Cruzado, ha avuto nel corso degli anni anche l'onore della colorazione. Questo è il risultato:

Notevole! Ne avevo sentito parlare ma vederlo così, a colori... colpisce :)

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Aurelio Galleppini amava moltissimo dipingere. Tra le sue opere anche questa veduta della sua Casal di Pari, datata 1985.

 

 

 

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notevole. Una prova dell'eclettismo di Galleppini e di un autore che non era solo "western e fumetto" per così dire. Ci sono altri esempi della versatilità di Galep come gli affreschi e i dipinti a carattere religioso in cui si evidenza ancora di più la sua bravura.

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bella questa tela, che conoscevo, ma fa sempre piacere rivederla. Mi piacerebbe averne una appesa sulla parete della mia stanza...

 

Nel link postato da Natural Killer, in cui si può consultare il volume in questione, le giovani generazioni, qualora lo leggessero, potrebbero rendersi conto di chi era Galep e del perché ho sempre cercato di non paragonarlo a nessuno dei disegnatori di Tex. L'opera di Galleppini non solo pittorica ma anche fumettistica andrebbe riscoperta. Le storie che ha realizzato a cavallo tra gli anni trenta e quaranta sono oggi sconosciute, le illustrazioni per romanzi, le magnifiche copertine ma anche quelle maioliche che, dopo la guerra, realizzava disegnandovi ritratti e quant'altro per guadagnare un pezzo di pane sono cose che mi hanno sempre commosso. Insomma Galep è Galep! Sfruttato da editori poco raccomandabili (prima della Bonelli sia chiaro) con i sogni infranti di dedicarsi, prima alla pittura e poi all'animazione sperando di realizzare il primo cartone animato in Italia, per poi disegnare - anzi uniformarsi - solo con Tex e con questo fumetto. Peccato che molti lettori, proprio di Tex, si concentrino solo nell'ultimo periodo della sua attività quando Aurelio, a causa di una malattia agli occhi e all'età che non gli permetteva di avere la stessa scioltezza di un tempo, continuava a disegnare il nostro fumetto preferito. Molti lettori, spesso delle nuove generazioni, "liquidano" Galep (se paragonato a un Ticci o a un Villa) come un disegnatore buono o sufficiente, ignorando quanto sia stato invece straordinariamente uno dei più influenti artisti del novecento.

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Non solo Tex! Non tutti sanno che negli anni ottanta Giovanni Ticci ha prestato i suoi pennelli per diverse copertine dei tascabili "I grandi western" dell'editrice La Frontiera.

 

 

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bella questa tela, che conoscevo, ma fa sempre piacere rivederla. Mi piacerebbe averne una appesa sulla parete della mia stanza...
 
Nel link postato da Natural Killer, in cui si può consultare il volume in questione, le giovani generazioni, qualora lo leggessero, potrebbero rendersi conto di chi era Galep e del perché ho sempre cercato di non paragonarlo a nessuno dei disegnatori di Tex. L'opera di Galleppini non solo pittorica ma anche fumettistica andrebbe riscoperta. Le storie che ha realizzato a cavallo tra gli anni trenta e quaranta sono oggi sconosciute, le illustrazioni per romanzi, le magnifiche copertine ma anche quelle maioliche che, dopo la guerra, realizzava disegnandovi ritratti e quant'altro per guadagnare un pezzo di pane sono cose che mi hanno sempre commosso. Insomma Galep è Galep! Sfruttato da editori poco raccomandabili (prima della Bonelli sia chiaro) con i sogni infranti di dedicarsi, prima alla pittura e poi all'animazione sperando di realizzare il primo cartone animato in Italia, per poi disegnare - anzi uniformarsi - solo con Tex e con questo fumetto. Peccato che molti lettori, proprio di Tex, si concentrino solo nell'ultimo periodo della sua attività quando Aurelio, a causa di una malattia agli occhi e all'età che non gli permetteva di avere la stessa scioltezza di un tempo, continuava a disegnare il nostro fumetto preferito. Molti lettori, spesso delle nuove generazioni, "liquidano" Galep (se paragonato a un Ticci o a un Villa) come un disegnatore buono o sufficiente, ignorando quanto sia stato invece straordinariamente uno dei più influenti artisti del novecento.

Il problema è la sensibilità diversa rispetto a un tempo. Mi sono imbattuto in un albo del grande Blek recentemente: l'ho trovato storicamente interessante ma francamente illeggibile, proprio perché ormai abituato ai Ticci, Villa &co.

Non penso sia togliere nulla a Galep il ritenerlo un disegnatore legato al suo tempo -e quindi superato oggi dai nostri contemporanei.

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ma no Red Arrow non è un discorso di datazione. L'esempio di Blek, perdonami, non c'entra col mio discorso. Anche perché quelle storie sono legate agli anni cinquanta (penso a quelle della EsseGesse, che io adoro, e non alla produzione quasi sempre mediocre edita all'estero). In questo senso sembrerebbero datate anche le storie degli anni cinquanta di Tex ma se leggi albi fondamentali come Il Tranello ti rendi conto che non è così, anzi. Quando parlo di Galep però io mi riferisco alla sua universatilità e per questo citavo altre sue opere e non soltanto Tex. Non è un confronto tra i vari Villa e company, ci mancherebbe, ma solo prendere atto della sua versatilità. Una versatilità, come dimostrano i dipinti postati da Ymalpas, che è evidente. E che non tutti i texiani conoscono. E' una cosa di cui prendere atto, direi, e non un discorso di superamento da parte dei contemporanei, per usare le tue parole.

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Mah... ho preso un mano uno dei volumi della ristampa integrale di Pratt in edicola eh.... in bianco e nero Pratt, insomma. Galep che giudicava malissimo le sue primissime strisce per Tex, uhm!

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Mah... ho preso un mano uno dei volumi della ristampa integrale di Pratt in edicola eh.... in bianco e nero Pratt, insomma. Galep che giudicava malissimo le sue primissime strisce per Tex, uhm!

Scusa ma non ho capito se è Galep a criticare Pratt o viceversa.

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Galep giudicava malissimo le sue prime strisce per Tex. Pratt non ha mai disegnato Tex. E nessuno dei due ha mai criticato il lavoro dell'altro. La mia osservazione era volta a sottolineare che il tratto di Galep, anche nelle prime strisce che realizzava nei ritagli di tempo, è sempre un bel vedere. Pratt, invece, non sempre.

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Una caratteristica delle prime copertine delle raccoltine, che si segnalano per la particolare accuratezza grafica, è la presenza di personaggi femminili che nelle intenzioni della casa editrice dovevano servire ad invogliare i lettori all'acquisto di materiale già edito...

 

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Questa strategia editoriale è stata, sfortunatamente, abbandonata negli anni seguenti e la presenza femminile è divenuta, con l'editore Sergio Bonelli, praticamente inconciliabile con il fumetto Tex. Potremo mai nei prossimi anni rivedere delle belle fanciulle anche sulle copertine di Tex ?

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. Pratt, invece, non sempre.

Secondo te!

Secondo me, invece (e non sono certo il solo a pensarlo!), Pratt è sempre uno spettacolo - aggiungo: in bianco e nero è anche meglio.

Tutto il suo percorso verso l'astrattismo delle ultime storie è tra le cose più entusiasmanti del fumetto italiano.

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Le due cose non sono, ovviamente incompatibili. Si può apprezzare contemporaneamente sia Galep che Pratt anche se i loro stili sono diversi, se non incompatibili (Galep era di scuola raymondiana e Pratt di scuola caniffiana),

Personalmente sono legato emotivamente alle prime storie di Tex ma non ho difficoltà a dire che Galep ha dato il meglio di sé nei tardi anni 60 e primi 70, quando ha potuto lavorare con scadenze meno oppressive.

Felice eccezione degli anni 50, le copertine degli albi d'oro e di alcune delle prime raccoltine a cui dedicava una cura particolare che, evidentemente, non poteva permettersi negli albi a striscia regolare a causa delle scadenze ravvicinate.

 

Nota per Ymalpas: tecnicamente le raccolte non erano e non sono ristampe perché erano composte da albi in resa (e quindi già stampati) privati della copertina, incollati insieme e quindi ricopertinati.

La prima, vera ed effettiva, ristampa fu la serie Albo d'Oro.

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Carlo, forse c'è una eccezione a quanto scrivi sui periodi migliori di Galep.

Alludo all'avventura conosciuta come "Il tranello" iniziata sulla striscia Nuova Serie intitolata "L'Orma della paura" uscita il 22/5/1951.

Per me rappresenta la migliore storia disegnata da Galleppini in tutta la saga di Tex.

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