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TWF - Tex Willer Forum

[664/665] Partita Pericolosa


Sam Stone
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[664/665] Partita Pericolosa. La storia, i disegni e i personaggi.  

39 utenti hanno votato

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Dichiarazione di voto:
sceneggiatura: non sufficiente. Temevo che sarebbe andata a finire male... e non mi sbagliavo, ahimè. Non voglio mancare di rispetto a chi cerca di svolgere al meglio il suo lavoro ma la dichiarazione di Tito di avere cercato di non essere banale non la capisco proprio, è questo finale che mi sembra scialbo.
disegni: buoni. Forse più tendenti all'ottimo che al discreto.
miglior personaggio: non ho votato nessuno perché avrei scelto il meno peggio: nessuno mi ha particolarmente impressionato.

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Mmm… secondo me, alcuni di voi commettono un errore molto comune (ci casco anch'io, ogni tanto, come lettore o spettatore): giudicare una storia in base alla differenza tra come l'avrebbero scritta loro e come l'ha scritta l'autore. Ma questo non è un metodo giusto. L'autore va seguito, non "preceduto". Bisogna fare un patto di fiducia con lui (salvo poi "sanzionarlo" se lo tradisce, chiaro). 
E non lo dico perché poi date votacci alla storia: noi autori abbiamo le spalle larghe. Possiamo sopportare. Lo dico perché non vi godete la storia, non riuscite a entrarci dentro, in questo continuo paragonarla a come l'avreste fatta voi. 
Tutto questo lo dico con amicizia, davvero. Credo che si noti.

Saluti
TF

PS
Va a finire, poi, che le storie più criticate diventano le più "imprevedibili", quelle in cui c'è almeno uno sforzo di tentare nuove strade. Ed è un peccato, no?
Però, sia chiaro, il mio è solo uno spunto di riflessione. Parliamone pure tranquillamente. ;)

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Provo a dare una risposta a mio modo a Tito. Secondo me, nel tuo discorso, manca la visione di gioco, ossia: fare parte di una squadra vuol dire dare il meglio di se per il risultato migliore che si può ottenere sul campo, se invece uno gioca da solo in mezzo al campo, a parte il non concludere niente, rischia pure di restare isolato dal resto della squadra e di far perdere la partita.
Cosa voglio dire ?  Abbastanza semplice, credo che tu non frequenti molto i forum altrimenti sapresti delle diatribe tra le varie correnti di pensiero del popolo texiano, roba annosa, che porta sempre al conflitto, dove ci ergiamo tutti a campioni della tradizione texiana vera e propria. Questo per farti capire che per tutti noi Tex è una filosofia di pensiero ed alterare o modificare alcune delle peculiarità del nostro amato personaggio rischia la lesa maestà e l'impiccagione immediata, scherzo naturalmente ma ci vado vicino quando affermo che per tutti noi Tex è un personaggio leggendario, quasi un amico fraterno, da poter riconoscere a colpo certo.
Il tuo discorso è sacrosanto ed è legittimo ma secondo me è sbagliato nel dire " come l'avrebbero scritta loro e come l'ha scritta l'autore ", noi non pensiamo di saper scrivere Tex e neanche che un autore debba scrivere Tex come un Giovanni Luigi Bonelli, ma certe " prigioni letterarie " vanno rispettate per dare le connotazioni giuste al personaggio. Dopo si può discutere se la storia piace o non piace, a Boselli gli abbiamo fatto due p...e così solo per delle scene non rispettose dei canoni texiani, tanto per farti un esempio. Mettere Tex nelle situazioni che tu hai creato in questo albo è talmente anomalo per il personaggio che lo altera a tal punto da non poter essere più riconoscibile tranne che per il disegno, e come avere al tuo fianco un'amico d'infanzia ma che non riconosci più, è lui o non è lui ?
Probabilmente è anche plausibile il tuo secondo pensiero " L'autore va seguito, non "preceduto". ", proprio perchè normalmente il lettore di Tex si aspetta la storia come deve essere secondo i canoni texiani assorbiti in questi decenni, per cui precede l'autore impostando automaticamente, ad inizio lettura, le famose " gabbie letterarie ", Tex può fare questo ..... , Tex non farà mai questo ......; è tutto quello che fuoriesce da questi canoni implica uno stravolgimento del personaggio che può risultare più o meno indigesto. Purtroppo scrivere Tex non è semplice, non lo è mai farlo di un personaggio non proprio ma in questo caso si tratta di scrivere storie per un personaggio che ha creato un mito per 3 o 4 generazioni, un personaggio che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del fumetto e nella memoria popolare, è affrontarlo con una certa leggerezza può essere inteso come disinteresse della massa silenziosa nascosta dietro quella faccia da eroe che è Tex.
Un augurio di bellissime storie texiane ....

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Non so, Gianbart… ti ringrazio della lunga risposta, che rileggerò con calma (sto per correre a Cartoomics: a proposito, se qualcuno di voi è lì e ci salutiamo, mi fa molto piacere), ma mi sembra che non sia del tutto pertinente alla mia riflessione. In questa storia, Tex non fa nulla che non abbia radici profonde nelle sue caratteristiche. In particolare, nella parte finale, ho lavorato sul suo carisma. E sulla sua volontà di pace fra i popoli, manifestata tante e tante volte in passato. Nonché sul suo gigantesco coraggio. Non c'è alcuna "leggerezza" in questo lavoro. Non c'è mai. Scrivere Tex comporta impegno e senso della responsabilità. 
Bisogna sapere "rinnovare nel rispetto della tradizione". Questa è la grande sfida. 

Saluti. A domani, mi sa… vado a Cartoomics. Sarà una lunga giornata.
Ciao
TF

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In disaccordo totale con Gianbart e Chinasky: evidenti cantonate, stravolgimenti del personaggio, "gabbie letterarie" non rispettate, leggerezza nel gestire il personaggio? Leggerezza nel dare certi giudizi, direi io. E scusatemi la franchezza.



Sull'arrendevolezza dell'indiano, su cui si è tanto disquisito, la vedo esattamente come Ymalpas: l'indiano in questione non è un Orso Veloce, tanto per fare un esempio, vale a dire il capo navajo ribelle dell'albo "Sfida Selvaggia": quello aveva un secondo fine molto personale, e per questo non si sarebbe mai arreso. Questo non è un indiano in mala fede, è solo un uomo stanco di subire soprusi, magari un testa calda, ma quante volte abbiamo visto il sangue fumantino di tanti personaggi ridursi in latte dopo uno "scambio di vedute" con Tex? E se stavolta il mutamento è repentino è proprio perché non c'è cattiva fede da parte dell'indiano che, aiutato da sberle e soprattutto dal ferreo carisma dell'uomo che ha di fronte e che lo sovrasta, torna a più miti posizioni. 

Sono più d'accordo con West circa l'arrendevolezza del Sergente Duncan, ma anche qui nulla che mi faccia gridare allo scandalo: dopo le parole di Tex, il Sergente, che già ha visto sgretolarsi la sua autostima come condottiero di guerra, sa di aver perso anche la fiducia dei suoi uomini. Non gli sono tutti fedeli, molti avevano subodorato che qualcosa non andava, e ora che Tex spiattella a tutti sul grugno le colpe inconfessabili ma già subodorate da molti soldati, ecco che questi non vogliono rendersi complici di un gioco al massacro. Senza contare che il massacro stavolta avrebbe riguardato loro, visto come si erano fatti infinocchiare grazie alla brillantissima condotta tattica del loro "amato" Sergente. C'è anzi da apprezzare il rigurgito d'orgoglio di quest'ultimo quando Tex gli chiede se altri fossero coinvolti nelle losche trame: vi erano molti soldati suoi sodali, ma il Sergente risponde "nessuno", addossandosi la responsabilità di tutto, ben conscio che non poteva prendersela che con sé stesso per aver perso la partita in quel modo meschino. Ripeto, l'estrema arrendevolezza può sembrare faciloneria (che in tal caso sarebbe dell'autore e del curatore), ma altri elementi come quelli suddetti possono giustificarla appieno. Può piacere o meno (legittimo; io stesso non ne sono convinto appieno, pur non essendone particolarmente disturbato) ma trovo inopportuno il ricorrere ad accuse di leggerezza, o l'ergersi a strenui difensori di una lesa texianità che io, qui, texiano non di primo pelo, non ho proprio visto.

La storia mi è piaciuta. Come detto altre volte, resto però in attesa del capolavoro di Faraci, magari scandito su un malloppazzo superiore alle 220 pagine...
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  • Collaboratori

Non grido al capolavoro, ma chiuso il secondo albo, ne sono rimasto contento. Qualcosa poteva essere scritto meglio, qualche situazione poteva essere diversa ? Potrei anche essere d'accordo, ma quello che chiedo dalla lettura è essere proprio quello che chiede Faraci, guidato dall'autore su cui ripongo la mia fiducia. E alla fine, chiuso l'albo, poter dire di aver apprezzato il lavoro degli autori è tutto ciò che voglio. Sapete dalle interminabili discussioni che scateno sul Tex di Font che il primo mio desiderio è proprio quello di trarre soddisfazione dalla lettura. Sembra che negli ultimi venti anni su Tex si sia letto solo delle schifezze: prima Nizzi, poi Boselli, poi Faraci, per alcuni pare proprio che nessuno degli autori odierni conosca Tex come lo conosciamo noi. Qui mi riferisco a Gianbart che non ha bisogno di presentazioni in quanto a texianità, ho letto il tuo commento, molto elaborato e pensato, si vede che ti ci metti d'impegno ad essere costruttivo nella tua critica e che il tuo non è il solito discorso in malafede o tanto per, però dimostri di avere fiducia quasi pari a zero in chi come Tito è chiamato a scrivere Tex.



Il messaggio di Leo, che completa in maniera autorevole alcuni recenti miei messaggi cui si associa, dovrebbe essere abbastanza chiaro sul fatto che certi arroccamenti su un paio di sequenze, dico un paio, andrebbero rivisti:  ci sta che l'indiano subisca "il fluido" di Aquila della Notte? Ci sta che il sergentino, che non è nessuno se non un borioso, arrogante e presuntuoso, trovandosi di fronte a uno come TEX e di fronte a una situazione per lui senza uscita, perché è circondato e può solo mandare i suoi soldati al macello, subisca visibilmente lo smacco, abbassi d'un tratto la cresta, rimugini un po' cercando anche di fregare Willer due volte (cosa che in effetti fa, subendo un nuovo smacco ogni volta, che ne depotenzia della metà tutte le velleità)... Perché? vi chiedo perché volete fare a tutti i costi un eroe coriaceo di un tipo come questo sergentino che è un personaggio che rappresenta il niente ? Siamo d'accordo che è poca cosa se messo a confronto con certi velenosissimi avversari affrontati da Tex in passato? Perchè farne una specie di eroe che tenta il tutto per tutto ? E' solo ciò che vorreste nelle vostre aspettative, ma la lettura degli albi dimostra tutto il contrario, Duncan nasce solo come una persona che usa il cervello e lo fa fino alla fine per interessi bassi e personali, anche nelle sue ultime scene che dimostrano un fine macchiavellismo che rifiutate di riconoscere, per esempio scaricando le colpe sui due piedidolci, ma se dobbiamo tirare le somme su di lui, è solo un vigliacco che fa il prepotente con i sottomessi, siano i soldati come Spencer, siano le donne e bambini utes indifesi che massacra impietosamente, ma poi messo di fronte ad uno con gli attributi come Tex, non è normale che tutto cambi di 180 gradi? Davanti a Tex Duncan busca solo sganassoni e lezioni di strategia. No, decisamnte niente di imbarazzante in quest' ultima lettura faraciana, anzi da parte mia (che cmq un po' di Tex sarà per gli undici anni di forum più che per i trenta di letture), solo soddisfazione per gli ultimi quattro mesi in compgania del Tex di Faraci. Ben sapendo che in futuro ci saranno storie anche migliori di quella che è in edicola!
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Trovo sempre edificante che mi si controbatta in modo così specifico, il mio ego ne risulta talmente rinvigorito ......, sembra quasi che invece di aver scritto una recensione da povero lettore, io sia l'autore di un'opera illuminata.
Comunque aldilà dello scherzo, mi sembra di ritornare indietro di qualche anno, siamo sempre noi a commentare e a darci addosso per punti di vista divergenti, che poi in questo caso sono solamente punti di vista differenziati; Leo stesso dice che: " Può piacere o meno (legittimo; io stesso non ne sono convinto appieno, pur non essendone particolarmente disturbato) " e Ymalpas invece: " Non grido al capolavoro, ma chiuso il secondo albo, ne sono rimasto contento. ", ovvio che voi volete guardare il bicchiere mezzo pieno anche se tra le righe viene fuori che la storia non vi ha soddisfatto appieno, dall'altra ci sono io ( ed xx utenti ) che vedo invece il bicchiere mezzo vuoto ( solita mummia disfattista ).
La differenza è solo nelle motivazioni delle posizioni che non giustificano certamente una guerra santa, chiaramente nessuno di noi ritornerà sui suoi passi e quindi mi pare superfluo dare ossigeno alle fiamme, le nostre posizioni sono leggibili e chiaramente più o meno condivisibili. Il punto fermo è però il parlato di Tito che si è detto convinto del suo lavoro, questo per me, e solamente per me, diventa il fulcro per il futuro delle storie dell'autore, che da oggi in poi non seguirò più con speranzosa fiducia, ma con ponderata considerazione ......

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In disaccordo totale con Gianbart e Chinasky: evidenti cantonate, stravolgimenti del personaggio, "gabbie letterarie" non rispettate, leggerezza nel gestire il personaggio? Leggerezza nel dare certi giudizi, direi io. E scusatemi la franchezza.

S P O I L E R

. Ripeto, l'estrema arrendevolezza può sembrare faciloneria (che in tal caso sarebbe dell'autore e del curatore), ma altri elementi come quelli suddetti possono giustificarla appieno. Può piacere o meno (legittimo; io stesso non ne sono convinto appieno, pur non essendone particolarmente disturbato) ma trovo inopportuno il ricorrere ad accuse di leggerezza, o l'ergersi a strenui difensori di una lesa texianità che io, qui, texiano non di primo pelo, non ho proprio visto.

 

Io invece direi leggerezza tua nell'associare i pareri di due utenti diversi. Cosa su cui ti inviterei a fare più attenzione. Io non ho mai parlato di nulla di ciò che mi attribuisci in concorso con gianbart.

In primis secondo te io accuserei Faraci di aver stravolto il personaggio?? E quando mai?? Ti dirò che mai ho mosso una critica simile dato che il reato di lesa texianità non so cosa sia e anche stravolgimenti che la stragrande maggioranza dei lettori troverebbe credo inaccettabili non mi darebbero il minimo fastidio. Io se si dicesse che Carson ha una figlia, se Donna e Lena diventassero presenze fisse o Tex iniziasse ad avere rapporti con l'altro sesso dopo decenni d'astinenza apparente NON avrei il minimo problema! Quindi capirai di aver preso una solenne cantonata.

Leggerezza nel gestire il personaggio?? De che?? Mai pensato ne detto nulla di simile! Ho detto che A ME quei due episodi non sono piaciuti, avrei preferito che la conversione dell'indiano fosse meno repentina ed il finale più combattuto. Non ho apprezzato che Duncan si sgonfiasse così. Punto stop. Mai detto nulla di ciò che dici e mai preteso di dare lezioni di texianità, solo un mio insignificante e personalissimo giudizio su una storia. Tutto qui.

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Leo e Ymalpas le vostre argomentazioni mi convincono poco.



Posso passar sopra la scena dell'indiano e anche al clamoroso fuoco di paglia che risulta essere alla fin fine il sergente Duncan, non è sicuramente un cattivo top ma almeno un pò di sale in zucca dovrebbe averlo per come fino all'avvento di Tex era riuscito a gestire la cosa... ma ammettiamo che di fronte al carisma, e alla reazione, di Tex si sciolga come neve al sole perdendo completamente il lume della ragione. Ma i due civili?... Anche quelli completamente rincretiniti?
Analizziamo la scena. Fino al momento in cui Duncan cala le braghe, Tex non sa niente di loro e nessuno li ha accusati. Cosa hanno da temere loro. Assolutamente niente. Duncan si è arreso scagionando tutti, al forte c'è un maggiore pavido e idiota (a proposito questa idea e caratterizzazione da parte di Faraci mi è piaciuta) da cui non hanno niente da temere. A questo si aggiunge che per organizzare tutto (corruzione di ufficiali dell'esercito, sgombero degli indiani e conseguente acquisto dei terreni per lucrarci sopra) non devono essere degli idioti ma dei furboni matricolati abituati a sottili trame. A questo punto cosa sarebbe logico aspettarsi da loro? Restare defilati e professare assoluta ignoranza di tutte la vicenda se chiamati in causa. Di scuse per giustificare la loro presenza li ne potrebbero trovare un bel pò. Invece che fa il primo, spara contro Tex!  Attenzione contro Tex non contro un pellerossa qualunque, contro un rangers! Ma dico stiamo scherzando? Leo, Ymalpas per quale motivo lo avrebbe dovuto fare?
Non basta, anche il secondo civile rincretinisce di brutto e buttando il fucile grida: "Mi arrendo, non sparate anche a me". Mi arrendo? e perché mai si dovrebbe arrendere? Chi gli ha detto niente? chi gli avrebbe dovuto sparare e in base a che cosa? Anche a questo punto potrebbe sempre dire che al suo socio ha dato di volta il cervello e comunque lui è ignaro di qualunque trama! 
Sono d'accordo con l'idea esposta da Faraci di puntare su un finale alternativo tutto basato sul carisma di Tex e sulla pace senza il solito bagno di sangue. Come idea per variare mi sembra perfetta ma il modo in cui l'ha svolta non mi ha convinto.
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Per favore, ve lo sto chiedendo sempre con cortesia (che mi va riconosciuta): capisco la foga della discussione, ma potete inserire quando necessario l'avviso SPOILER? Non solo per rispetto verso di me, ma anche e soprattutto  verso gli altri utenti che hanno diritto a farsi una loro idea e non farsi guastare la lettura, se non ancora avvenuta.

Grazie
TF

Modificato da Tito
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D'accordo con quanto scritto da West10;



va bene la scelta narrativa di Tex che vince da solo la battaglia grazie al carisma, e senza spargimento di sangue (anche se, storicamente, le soluzioni di questo tipo hanno comportato finali giudicati deludenti: v. "Fantasmi nel deserto" o "Ombre del passato"), meno bene il "come" si arriva ad incastrare il sergente Duncan e i suoi due altolocati compari: ancora una volta, come nel recente "Maxi", Tex porta un'aperta accusa in "campo nemico" senza solide prove, e questo fa crollare psicologicamente gli avversari........diciamo, una soluzione escogitata da Tex molto improntata all'ottimismo!
Per il resto, l'albo scorre via bene, anche se il giudizio é inevitabilmente condizionato dai vari deja vù (il soggetto già usato ed abusato dell'uomo braccato, nella prima parte; il ricorso al flashback; e così via) che fanno pensare, ad un certo punto, di stare leggendo sempre la stessa storia. E' questo é un problema molto serio, poiché in un fumetto "positivo" come Tex (dove l'eroe é - per definizione - tutto d'un pezzo, ed alla fine vince sempre) la freschezza di soggetto e (soprattutto) sceneggiatura sono fondamentali.
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Il giovane indiano si converte troppo repentinamente alle ragioni di Aquila della Notte? Il sergente si sgonfia all'improvviso? Gli speculatori hanno un comportamento imprevedibile? Indiani e soldati non danno sfogo alla spirale di morte che doveva rappresentare l'inevitabile epilogo che invece Tex voleva assolutamente evitare? 

 

Ho letto con interesse tutte le vostre argomentazioni e senza voler entrare nel merito delle considerazioni pro o contro questa storia o Faraci in generale, intervengo  di nuovo in questo topic nel quale ho già espresso in precedenza il mio gradimento alla storia.
Da conoscitore di Tex, che leggo ininterrottamente da ahimè quasi cinquant'anni, personalmente non trovo in questa storia stravolgimenti o tradimenti del personaggio che per tutto lo svolgimento della trama, nei due albi, ritengo abbia sempre mantenuto un comportamento adeguato alla sua figura. Dal mio punto di vista non ho avuto difficoltà alcuna a riconoscere Tex in ogni scena. E anche Carson mi appare essere degnamente rappresentato nello sviluppo del racconto.
Gli altri personaggi sono soltanto intercorrenti in questa storia, non hanno nessun canone da difendere, non hanno un profilo psicologico definito da rispettare, non hanno obblighi comportamentali o atteggiamenti prefissati.
  Vedi testo sotto spoiler in calce
Tutto ciò può non essere gradito, ma certamente non possiamo imputare a questi momenti della sceneggiatura un deragliamento dalla linea narrativa della serie. E' logicamente pacifico che la storia possa piacere o non piacere, ma obiettivamente il giudizio dovrebbe limitarsi a questo, ho gradito o no per questo e quest'altro motivo.
E' anche vero che, soprattutto nelle storie a puntate, abbiamo spesso la tendenza a immaginare quale potrebbe essere l'evoluzione fino alla fine e non sempre ovviamente la conclusione reale, descritta dall'autore, coincide con quanto ipotizzato. E questo appropriarci dei personaggi che popolano la storia fino a costruire il nostro finale, che per averlo costruito ci appartiene fino a considerarlo più coerente di quello che poi andremo a leggere, genera a volte delusione e talvolta addirittura il misconoscimento della conclusione ufficiale.

Nel sondaggio ho indicato buono a storia e disegni.
Personaggio preferito risulta per me alla fine il vecchio trapper Herb

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  • Collaboratori
Ricordo agli utenti che per lo spoiler basta semplicemente usare il codice spoiler scritto tra parentesi quadre
(cioé:    
[ spoiler ]     senza spazi vuoti)
all'inizio della parte da nascondere!
Grazie!
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Per quanto mi riguarda il personaggio Tex non e'  stato affatto stravolto, infatti su questo non ho alcun appunto da fare alla storia.
Per il resto io non mi immagino alcunche' riguardo a come andra' a finire la storia e al comportamento dei coprotagonisti, ma se arrivati al punto clou quest'ultimi si comportano in modo, secondo me, illogico senza alcun giustificato motivo chiaramente rimango deluso dalla storia, specialmente se la stessa con un finale migliore poteva risultare discreta. 

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Non sono in casa e scrivo dal cellulare. Non riesco a leggere tutti i commenti (che vedrò con calma domani) ma chiedo scusa a chinasky per la leggerezza con cui l'ho associato a Gianbart. Chi di leggerezza ferisce di leggerezza perisce :P

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Ciao a tutti. E' la prima volta che scrivo sul forum, anche se lo frequento da un po'. 
Sono un lettore giovane di Tex :)

Sono impegnato con lo studio in università e sono riuscito a terminare la lettura dei due albi solo ora. 
Premetto che finora avevo trovato Faraci molto discontinuo su Tex (nonostante mi sia piaciuto molto su Brad Barron). Parlando delle ultime storie avevo apprezzato Il ricatto di Slade, non mi era piaciuto Nodo scorsoio, troppo prevedibile e banale, ma mi era piaciuto Carovana di audaci. Sinceramente trovo che finalmente Faraci abbia dato un po' di continuità. La storia mi è piaciuta, trama semplice ma ben delineata e il ruolo degli indiani mi è piaciuto. 

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Innanzitutto,come scrissi in passato,Onore a Tito Faraci per la pazienza con cui legge il Forum e per la cortesia nelle risposte : essere Professionisti vuole dire anche questo. Tutte le opinioni espresse sinora,dagli utenti e da Tito,sono condivisibili,per me il racconto è scivolato via nella sufficienza di una storia di transizione,senza nè picchi,nè rovesci paurosi. Sicuramente i due albi si leggono bene,ma poi si mettono a posto,per poi riprenderli chissà quando in futuro.Su Nespolino stesso giudizio,non capisco,però,il motivo per cui doti i soldati di Winchester,praticamente mai utilizzati dalla Us Cavarly. Non ho segnalato alcun personaggio,poichè secondo me non brilla nessuno,men che meno il "casus belli" del racconto,un anonimissimo caporale Spencer.

Lo scrivo per l'ultima volta : ritengo che al sondaggio manchi il voto "sufficiente",che non è "discreto".

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Su Nespolino stesso giudizio,non capisco,però,il motivo per cui doti i soldati di Winchester,praticamente mai utilizzati dalla Us Cavarly. 

 
Molto semplice: nessuno si è premurato di avvertirlo che il Winchester non era in dotazione all'Esercito USA e evidentemente Boselli  quando ha viso le tavole (questa storia risale al 2008, molto prima che lui diventasse il curatore) non ha ritenuto utile far ridisegnare tutti i fucili.
Un'altro appunto, che era un errore tipico in anni passati e continua a vedersi ogni tanto ancora oggi: sulle spalline del maggiore c'è una stella, che nel sistema americano indica il grado più basso dei generali. Il grado di maggiore era rappresentato da una foglia d'acero dorata.
Il sistema di indicare i gradi con le stelle ed eventualmente un altro simbolo è usato in Italia.

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Su Nespolino stesso giudizio,non capisco,però,il motivo per cui doti i soldati di Winchester,praticamente mai utilizzati dalla Us Cavarly. 

 
Molto semplice: nessuno si è premurato di avvertirlo che il Winchester non era in dotazione all'Esercito USA e evidentemente Boselli  quando ha viso le tavole (questa storia risale al 2008, molto prima che lui diventasse il curatore) non ha ritenuto utile far ridisegnare tutti i fucili.
Un'altro appunto, che era un errore tipico in anni passati e continua a vedersi ogni tanto ancora oggi: sulle spalline del maggiore c'è una stella, che nel sistema americano indica il grado più basso dei generali. Il grado di maggiore era rappresentato da una foglia d'acero dorata.
Il sistema di indicare i gradi con le stelle ed eventualmente un altro simbolo è usato in Italia.

 

Ma un disegnatore professionista non dovrebbe controllare questi importanti e basilari particolari ????????

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Havasu, questi sono errori veniali al confronto di altri ben più importanti, quando cosiddetti disegnatori "professionisti" fanno sparire e poi ricomparire arti interi (.....leomacs docet)!

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Havasu, questi sono errori veniali al confronto di altri ben più importanti, quando cosiddetti disegnatori "professionisti" fanno sparire e poi ricomparire arti interi (.....leomacs docet)!

Amigo hai ragionissima !!!!!

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Su Nespolino stesso giudizio,non capisco,però,il motivo per cui doti i soldati di Winchester,praticamente mai utilizzati dalla Us Cavarly. 

 
Molto semplice: nessuno si è premurato di avvertirlo che il Winchester non era in dotazione all'Esercito USA e evidentemente Boselli  quando ha viso le tavole (questa storia risale al 2008, molto prima che lui diventasse il curatore) non ha ritenuto utile far ridisegnare tutti i fucili.
Un'altro appunto, che era un errore tipico in anni passati e continua a vedersi ogni tanto ancora oggi: sulle spalline del maggiore c'è una stella, che nel sistema americano indica il grado più basso dei generali. Il grado di maggiore era rappresentato da una foglia d'acero dorata.
Il sistema di indicare i gradi con le stelle ed eventualmente un altro simbolo è usato in Italia.

 

Ma un disegnatore professionista non dovrebbe controllare questi importanti e basilari particolari ????????

Il disegnatore si basa spesso sulla documentazione inviata dalla casa editrice o dallo sceneggiatore. Oggi, grazie a internet, è possibile trovare questo genere di informazioni molto facilmente ma un tempo era quasi impossibile.
Magari Nespolino si è basato per le divise su vecchi albi di Tex ed ha fatto l'errore..
Secondo me, poi, molti, magari compreso il curatore, nemmeno sanno com'è il sistema per identificare i gradi nell'esercito americano ora o nel 1880 ed adottano istintivamente il più familiare sistema italiano ignorando che quasi ogni esercito ha il suo.
D'altra parte, in più di una storia ho visto riferirsi ai militari come "portatori di stellette" quando le stellette sul colletto sono un ornamento esclusivo delle Forze Armate Italiane e sono sconosciute nelle altre nazioni.
Da qualche anno a questa parte, comunque, si fa più caso a questi particolari ed in genere si è più accurati nella ricostruzione di divise e insegne.
In ogni caso sono errori di poco conto rispetto ad altri, come ha giustamente rilevato qualcuno.

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Su Nespolino stesso giudizio,non capisco,però,il motivo per cui doti i soldati di Winchester,praticamente mai utilizzati dalla Us Cavarly. 

 
Molto semplice: nessuno si è premurato di avvertirlo che il Winchester non era in dotazione all'Esercito USA e evidentemente Boselli  quando ha viso le tavole (questa storia risale al 2008, molto prima che lui diventasse il curatore) non ha ritenuto utile far ridisegnare tutti i fucili.
Un'altro appunto, che era un errore tipico in anni passati e continua a vedersi ogni tanto ancora oggi: sulle spalline del maggiore c'è una stella, che nel sistema americano indica il grado più basso dei generali. Il grado di maggiore era rappresentato da una foglia d'acero dorata.
Il sistema di indicare i gradi con le stelle ed eventualmente un altro simbolo è usato in Italia.

 

Ma un disegnatore professionista non dovrebbe controllare questi importanti e basilari particolari ????????

Il disegnatore si basa spesso sulla documentazione inviata dalla casa editrice o dallo sceneggiatore. Oggi, grazie a internet, è possibile trovare questo genere di informazioni molto facilmente ma un tempo era quasi impossibile.
Magari Nespolino si è basato per le divise su vecchi albi di Tex ed ha fatto l'errore..
Secondo me, poi, molti, magari compreso il curatore, nemmeno sanno com'è il sistema per identificare i gradi nell'esercito americano ora o nel 1880 ed adottano istintivamente il più familiare sistema italiano ignorando che quasi ogni esercito ha il suo.
D'altra parte, in più di una storia ho visto riferirsi ai militari come "portatori di stellette" quando le stellette sul colletto sono un ornamento esclusivo delle Forze Armate Italiane e sono sconosciute nelle altre nazioni.
Da qualche anno a questa parte, comunque, si fa più caso a questi particolari ed in genere si è più accurati nella ricostruzione di divise e insegne.
In ogni caso sono errori di poco conto rispetto ad altri, come ha giustamente rilevato qualcuno.

Caro Carlo,pur lavorando in campi decisamente differenti,siamo entrambi due professionisti che,avendo di fronte,a volte,qualche "caso",clinico o giudiziario indaginoso o molto poco usuale,SI AGGIORNANO E SI PREPARANO. Ai giorni nostri non ammetto che un disegnatore che illustra tavole western NON SAPPIA che la Cavalleria americana non utilizzava i Winchesters. Lo sapevano mio nonno e mio suocero,guardando solo i film di Ford e della trilogia della cavalleria in particolare (meglio quadrilogia,contando anche "Soldati a Cavallo") .

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