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TWF - Tex Willer Forum

[563/564] Spedizione In Messico


Aliprando
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Voto alla storia  

52 utenti hanno votato

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Al tempo la storia mi piacque molto anche se, come scriveva Ymalpas, tra il 1° ed il 2° albo sembra esserci uno stacco di sceneggiatura. I disegni di Dante Spada mi entusiasmarono e, a differenza della Tigre, soprattutto Tex e Kit Willer. A proposito, che fine ha fatto Spada ???

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Ah, dimenticavo : bel personaggio il tenente Baines che mi ricord' subito il tenente Hazard interpretato da Troy Donahue in " Far West", ultimo western di Raoul Walsh.

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Al tempo la storia mi piacque molto anche se, come scriveva Ymalpas, tra il 1° ed il 2° albo sembra esserci uno stacco di sceneggiatura. I disegni di Dante Spada mi entusiasmarono e, a differenza della Tigre, soprattutto Tex e Kit Willer. A proposito, che fine ha fatto Spada ???

E' vero si nota una differenza nello stile di scrittura tra il primo e il secondo albo. Confermo la grande qualità dei disegni e ci tengo a precisare che anche a me Tex e Kit sono piaciuti anche se si discostano un p? dai canoni tradizionali. Soprattutto Tex che ha un cappello insolito. Ma comunque bella l'interpretazione personale e originale. E' vero dove è finito Spada?
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  • 4 settimane dopo...

Ad un buon primo albo segue un secondo che purtroppo ho trovato molto deludente. Deja vu nelle motivazioni degli avversari (solite miniere dei monti Navajos, solita agenzia indiana da carpire, solita guerra indiana da scatenare), deja vu nell'ufficiale corrotto (peraltro, si capisce subito che Masters ha qualcosa da nascondere: sembra il cattivo dei cartoni animati in cui individui subito l'animo malvagio), incredibili doti divinatorie di Tex e Carson nel fiutare i pericoli. Non sono (solo) questi elementi a non piacermi (perchè in fin dei conti ricorrono spesso nelle storie) ma tutta la conduzione della vicenda del secondo albo, che perde presto mordente e si avvia verso un epilogo scontato. Tocco di Borden, stavolta, molto meno felice che in altre occasioni. Peccato per i disegni, che invece ho reputato davvero buoni.

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  • 2 mesi dopo...

Tutto sommato una storia gradevole, per quanto contraddistinta da una trama trita e ritrita. Di nuovo c'è solo la trovata da parte dei nemici di far uccidere Tex e i pards molto lontani dalla riserva, in modo che nessuno potesse azzardare nessi tra la loro eventuale morte e le eventuali successive speculazioni nella riserva navajo. Una nota di merito a Boselli per la figura del tenente Baines, dimostratosi un ottimo allievo dei quattro satanassi, ed in generale per la cura riservata alla caratterizzazione dei co-protagonisti/antagonisti principali.7,5 alla storia, 8 ai disegni di Dante Spada (davvero un esordio coi controfiocchi)

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  • 2 mesi dopo...

Davvero ottima storia da parte di Borden che gestisce tutto abilmente.
Penso che ciò mi abbia colpito maggiormente in questa storia siano i comprimari.
A cominciare dai soldati rurales, con la loro testardaggine e il loro valore riescono addirittura a mettere in difficolt? Tex e Carson (addirittura fino a quasi prenderli in trappola).
Il loro capitano è uno dei tanti cattivi che si ritrovano a finire dalla parte di Tex per evitare conseguenze negative; perciò ci sente anche un po' solidali verso il personaggio, anche perchè è ormai sconfitto e non da rogne.
Il capitano Masters è un gran esemplare di codardo e nonostante tutte le borie che si da , codardo lo rimane sempre. Boselli ci tiene pure a dimostrarlo nella scena della sua cattura. Tex e gli altri se la prendono addirittura comoda nel prenderlo, tanto non può sfuggirli (Masters, pensavi davvero di poterci sfuggire?). L'ufficiale tenta di cavarserla sparandosi un colpo, forse il tentativo di apparire come eroico e temerario; Tex gli fa saltare la pistola di mano (Una via d'uscita troppo semplice per lui.) ma mi domando se Masters sarebbe riuscito a fare il fatale gesto. Di certo, quando gli viene offerta la possibilità di un duello con Baines, si tira indietro con debolissime scuse. Grande scena in cui lui si accascia a terra, sconfitto dalla vergogna e dalla consapevolezza della sua codardia.

Chi invece non mi andava già (oltre alla frettolosa uscita di scena dello Yaqui, di cui preferisco non parlare) era il tenentino Baines, comprimaro che digerisco a fatica perchè mi sembra solo un giovincello arrogante e bambinesco. Il tipo di comprimari che mi piacerebbe vedere uscire di scena in una storia (e poi invece Borden fa morire in altre storie quelli simpatici tipo Bronco Lane _thia- ).
Inoltre non mi andava già quando alcuni dei pards facevano un po' troppo gli sbruffoni; sicuri e sfrontati mi piacciono di sicuro, ma non antipatici.


Bellissimi i disegni di Spada, un tratto che adoro. clap

Considerando tutto do un otto e mezzo.

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  • 7 mesi dopo...
  • 8 mesi dopo...

incredibili doti divinatorie di Tex e Carson nel fiutare i pericoli.

Come direbbe il babbo di Ceccherini io dissento! :trapper: Ne "Il passato di Carson" Kit osserva che Carson si fa sorprendere due volte in poco tempo da Boone e Tex gli risponde "Errori di giovent?, bisogna sempre saper prevedere una mossa in più dei propri avversari". Ecco esattamente quel che succede e quella che è la miglior caratteristica del Tex boselliano: la testa, il ragionamento, l'attenzione per i dettagli. I pards sono rappresentati come persone esperte, che ne hanno viste tante e che sanno cavarsela grazie al sapiente uso combinato di testa e pistola. A supporto di questa tesi
porto la figura dello Yaqui che nel momento dell'irruzione notturna nel campo capisce subito che qualcosa non va non vedendo più Tiger di guardia e lo grida ai compagni, salvandosi grazie a capacità di osservazione superiori.
Dante Spada... più che un bell'esordio un grande esordio!!
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  • 1 mese dopo...

"Spedizione in Messico" è IMHO la dimostrazione di come la tendenza a contenere le storie entro la gabbia delle 220 pagine ( nettamente prevalente nel corso del sesto centinaio texiano ) abbia spesso l'esito di ridurre lo spessore delle vicende stesse.

Nel caso in questione, Boselli riprende la tematica della "missione pericolosa in territorio messicano", sperimentata nella saga texiana fin dalle origini ( come mostra "Ken Logan il duellista" ), contaminandola con gli intrighi politico - affaristici visti già in "In nome della legge", "Tucson" ( alla quale è connessa da un tenue filo, diciamo così, "fraterno" ) e "L'uomo con la frusta".
L'inizio della narrazione ci porta già in medias res, con i quattro pards convocati in una ghost town dal loro committente, il capitano Masters dell'esercito Usa, che li informa del loro incarico ( riportare in riserva gli Apache Coyoteros di Calvado ) e di tutte le complicazioni che lo accompagnano ( nessuna ufficialità della missione, evidenziata anche dalla distruzione del dispaccio di convocazione di Tex & co., rischio di scontri con i rurales messicani tranne che per la guarnigione di Tecopah ). Già a questo punto, Tex e i pards potrebbero ( o dovrebbero ) capire che l'incarico puzza di bruciato: dovrebbero gettarsi nella bocca del lupo, senza alcuna copertura politica o militare, accompagnati dall'inesperto tenentino Baines, sulla fede della parola di un capitano ubriacone come Masters ( il paragone fatto da Leo coi cattivi da cartone animato mi pare piuttosto appropriato, visto che Spada gli ha conferito tratti che ricordano molto quelli del leone "cattivo" Scar del disneyano Il re leone; che Tex non si fermi a questa poco gradevole apparenza si può magari capire, ma è comunque un po'strano che accetti abbastanza acriticamente le informazioni - o la carenza di informazioni - che Masters gli ammannisce sui motivi della fuga dei Coyoteros, dell'atteggiamento delle autorità messicane e così via ); ad ogni modo, in nome della solidarietà per i Coyoteros, il dado viene tratto e la spedizione ha inizio, sia pure con mille manifestazioni di prudenza e diffidenza da parte dei pards...... accompagnate dai peana in loro onore del tenente Baines, il cui ruolo nell'impresa pare essere quello di .... claque per i nostri eroi :indianovestito: ( la cosa è in particolare gradita per Kit Willer, lietissimo di trovarsi di fronte qualcuno con cui recitare il ruolo dell'uomo esperto, autorevole.... e professorale ).
Alcuni commenti, come quello di Leo, hanno trovato "incredibili" le "doti divinatorie" nell'avvertire il pericolo da parte di Tex e Carson durante la spedizione; a mio parere ciò può valere soltanto per lo scontro con la banda di cacciatori di scalpi di El Gordo, dove il mancato recupero di una freccia lanciata da Kit Willer innesca un susseguirsi di avvenimenti e previsioni davvero sproporzionato all'entità dell'evento e basato su fattori non prevedibili ( la presenza di uno yaqui esperto nel ritrovar tracce nella banda di El Gordo ) nè determinabili con sicurezza ( cosa diceva a Tex che la sua decisione di tenere acceso il fuoco in fondo ad un canyon con una sola entrata avrebbe provocato l'attacco proprio degli scalphunters e non dei Coyoteros o dei rurales ); la cosa è però necessaria alla vicenda per fare in modo che i superstiti banditi vengano poi trovati in amichevole accordo coi rurales di Tecopah, alienando loro la non molta fiducia che Tex e i pards hanno voglia di concedere loro e favorendo in tal modo il naufragio del piano concepito dal loro comandante, il capitano Larriego, per liberarsi degli incomodi nordamericani. A questo punto, al principio del n. 564, inizia quella che IMHO è la parte più avvincente della storia: contrariamente a tutte le previsioni, i rurales di Tecopah, prima coperti di disprezzo da Tex e Carson come degli indisciplinati deliquentelli da strapazzo ( il vecchio pard li chiama addirittura "soldatini" a pag. 32 dell'albo), sebbene colti di sopresa da Tex e privati del loro capo tenuto in ostaggio, si riorganizzano in un battibaleno e iniziano una caccia serrata, abile e tenace a Tex e compagni: Carson può anche dire che Tex ce la potrebbe fare anche da solo a fronteggiarli ( " uno contro venti, una bazzacola per un satanasso del tuo stampo" ), ma questa rodomontata non riesce ad evitare che la migliore conoscenza dei luoghi consenta ai messicani di prendere in trappola i due rangers, che se la cavano semplicemente grazie a "una serie di fortunati eventi" ( quando i rurales che li hanno aggirati li stanno per prendere sotto tiro dall'alto, alcuni detriti rocciosi cadono e richiamano la loro attenzione nei confronti del pericolo; Tiger, Kit e Baines, intanto, ritrovano senza nessun problema Calvado e i Coyoteros [ dopo che Tex, nell'albo precedente, aveva affermato che ci sarebbe voluto l'aiuto di qualche rurales come guida per raggiungere lo scopo (!)] e questi arrivano a crivellare di frecce i soldati messicani nell'esatto momento in cui stanno per impiombare alle spalle Tex e Carson ).
Da qui in poi la vicenda si avvia rapidamente all'epilogo: Tex, messo alle strette Larriego, ottiene da lui una minuziosa ricostruzione del complotto ordito ai suoi danni e, in compagnia dei Coyoteros, si riavvia verso gli Usa. E' pur vero che i suoi nemici vengono avvertiti dai superstiti rurales e scalphunters degli eventi messicani, ma la cosa non serve minimamente a rendergli la vita difficile: l'organizzatore tattico del complotto, l'agente indiano dei Coyoteros Max Wharton, non sa fare altro che scappare; il capitano Masters, nonostante possa cercare di bloccare Tex e i Coyoteros su di un passo montano, non trova di meglio che mandare l' qualche scout indiano, facile preda delle tattiche guerrigliere di Aquila della Notte, e aspettare tranquillamente di farsi circondare nel suo accampamento ( va tra l'altro sottolineato che, nonostante Masters si vanti di disporre anche di pezzi di artiglieria, il lettore non ha mai il piacere di vederli, come non ha il piacere di valutare l'effettiva consistenza delle forze del prode capitano, le quali, a giudicare dai disegni di Spada, non sembrano molto superiori a quelle dei rurales di Larriego: verrebbe quasi da pensare che i fumi dell'alcool gli abbiano fatto credere di avere a disposizione un'intera armata :unsure::rolleyes: , se non ci fosse il fatto che anche uno dei suoi subalterni accenna all'artiglieria per rassicurare il tremebondo Wharton ); il pezzo grosso politico del complotto, infine, Jim Tipton ( fratello del Bill Tipton che, in "Tucson", reggeva il gioco a Washington alla cricca di affaristi sgominata da Tex ), si lascia molto facilmente tirare fuori dalla sua elegante villa ( vegliata da un certo numero di guardaspalle ), abboccando a un falso invito di Masters; forse per evidenziare la pericolosità del personaggio, Boselli lo fa poi cadere vittima della Colt di Tex in risposta ad un suo tentativo di impiombarlo, ma la dinamica della scena ( con Tex che provoca Tipton per poterlo poi scazzottare e - probabilmente, come del resto ipotizza Baines - dimentica di raccogliere la Colt caduta a Tipton per consentirgli di provare a usarla e farsi ammazzare, mettendo così fuori causa le protezioni politiche che avrebbero potuto salvarlo ) è IMHO più interessante come precorrimento dell'analogo comportamento machiavellico del ranger ne "La guerra dell'acqua" ( dove però l'avversario ha dato ben più convincenti prove di malvagità e pericolosità, mentre in questo caso la scena presenta una sfumatura un po' troppo sinistramente maramaldesca nei confronti di questo politicante dall'aria da damerino ) che convincente in sè e per sè, dato che, come dice Tex stesso, questa è stata una "stupida e sfortunata congiura"
I disegni di Dante Spada si attestano su un livello buono, anche se i lineamenti dei quattro pards ( specie di Tex ) risultano a mio avviso un pochino più rigidi e duri del dovuto.
In sintesi, IMHO:
soggetto 7,5
sceneggiatura 6,5
disegni 7,5

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  • Collaboratori

[...]il pezzo grosso politico del complotto, infine, Jim Tipton ( fratello del Bill Tipton che, in "Tucson", reggeva il gioco a Washington alla cricca di affaristi sgominata da Tex ), si lascia molto facilmente tirare fuori dalla sua elegante villa ( vegliata da un certo numero di guardaspalle ), abboccando a un falso invito di Masters; forse per evidenziare la pericolosit? del personaggio, Boselli lo fa poi cadere vittima della Colt di Tex in risposta ad un suo tentativo di impiombarlo, ma la dinamica della scena ( con Tex che provoca Tipton per poterlo poi scazzottare ...

Non ricordavo questo particolare e non ricordo neppure se ne avevamo parlato, ma Boselli è solito ripescare personaggi "minori" dal passato bonelliano o personaggi come questo Tipton, associabile, data l'evidente parentela, a vecchie glorie come i personaggi del ring di "Tucson". E' una cosa che apprezzo moltissimo. Ottimo intervento, Pedro!
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Grazie, Ymalpas!
Se vogliamo, ripescaggi del genere collegano Boselli alla tradizione di GLB, in cui personaggi del genere vengono spesso sfruttati ( il fratello del "grande cattivo" Milton de "L'asso di picche" occupa un ruolo assai simile in "New Orleans"; allo stesso modo, Diamond Jim, colui che fa rapire Kit Willer da Capitan Barbanera in "San Francisco", vuole con ciò vendicare l'uccisione di suo fratello, ganstger locale come lui, ad opera di Tex ne "La costa dei Barbari" ). La cosa però in "Spedizione in Messico", come ho già detto, mi pare funzioni assai meno bene perchè ( sebbene Boselli enfatizzi molto l'importanza dei fratelli Tipton, definendo Bill "il mandante politico del ring di Tucson", laddove GLB ne faceva più prosaicamente un funzionario sul libro paga del suddetto ring ) il personaggio rimane fin troppo a lungo nelle retrovie di un intrigo comunque partorito da menti tutt'altro che brillanti ( tanto per aggiungere qualcosa a quanto ho detto in precedenza, ci vuole una notevole dose di ingenuità da parte di Tex per non controllare che l'appoggio del comando dei rangers alla richesta di Masters sia una patacca, come affermer? di aver scoperto alla fine ) e giunto ad un passo dal successo soltanto per via del coraggio e dell'abilità dei rurales di Larriego e, soprattutto, Salinas ( e, forse, della loro sottovalutazione presuntuosa ad opera di Tex e Carson; tale presunzione potrebbe IMHO spiegare anche una leggerezza dei pards da te segnalata nella tua analisi, ossia la mancata neutralizzazione dei cavalli dei rurales dopo che la trappola di Larriego è fallita; anche così, comunque è strano che i pards non cerchino di scrollarsi di dosso i rurales puntando una Colt o un Winchester contro Larriego quando arrivano al passo su cui si svolge lo scontro decisivo ) .
Un paio di curiosità per concludere:
a ) Larriego, nel flashback in cui spiega a Tex i retroscena del complotto, afferma che il suo nome venne suggerito a Masters e Tipton da Max Wharton, che lo conosceva dai tempi in cui insieme contrabbandavono mandrie rubate dagli Usa al Messico; storicamente ( come mostra questa voce di Wikipedia cliccare qui )tale traffico ebbe come epicentro tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta del XIX secolo il canyon di Guadalupe, che collega la valle di Animas nel New Mexico ( in cui dovrebbe trovarsi la ghost - town teatro dell'incontro Masters - pards ) con la valle di San Bernardino in Arizona; per suprema ironia della sorte, i rurales, allo scopo di stronacare tali traffici, fecero persino alcune "spedizioni negli Usa" con tanto di assalti notturni ai contrabbandieri...
b ) Masters, la mattina dello scontro decisivo con Tex e i Coyoteros, esorta i suoi ad alzarsi di buon mattino perchè l'uccello mattiniero acchiappa il verme; si tratta di una citazione de "L'isola del Tesoro" di Stevenson, in cui queste parole vengono messe in bocca a Silver quando si incontra col dottor Livesey la mattina in cui sta accingendosi a condurre i pirati alla ricerca del tesoro ( e.... a restare con un palmo di naso, esattamente come Masters ).

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  • 3 anni dopo...
On 3/7/2014 at 03:34, Pedro Galindez dice:

"Spedizione in Messico" è IMHO la dimostrazione di come la tendenza a contenere le storie entro la gabbia delle 220 pagine ( nettamente prevalente nel corso del sesto centinaio texiano ) abbia spesso l'esito di ridurre lo spessore delle vicende stesse.

Nel caso in questione, Boselli riprende la tematica della "missione pericolosa in territorio messicano", sperimentata nella saga texiana fin dalle origini ( come mostra "Ken Logan il duellista" ), contaminandola con gli intrighi politico - affaristici visti già in "In nome della legge", "Tucson" ( alla quale è connessa da un tenue filo, diciamo così, "fraterno" ) e "L'uomo con la frusta".
L'inizio della narrazione ci porta già in medias res, con i quattro pards convocati in una ghost town dal loro committente, il capitano Masters dell'esercito Usa, che li informa del loro incarico ( riportare in riserva gli Apache Coyoteros di Calvado ) e di tutte le complicazioni che lo accompagnano ( nessuna ufficialità della missione, evidenziata anche dalla distruzione del dispaccio di convocazione di Tex & co., rischio di scontri con i rurales messicani tranne che per la guarnigione di Tecopah ). Già a questo punto, Tex e i pards potrebbero ( o dovrebbero ) capire che l'incarico puzza di bruciato: dovrebbero gettarsi nella bocca del lupo, senza alcuna copertura politica o militare, accompagnati dall'inesperto tenentino Baines, sulla fede della parola di un capitano ubriacone come Masters ( il paragone fatto da Leo coi cattivi da cartone animato mi pare piuttosto appropriato, visto che Spada gli ha conferito tratti che ricordano molto quelli del leone "cattivo" Scar del disneyano Il re leone; che Tex non si fermi a questa poco gradevole apparenza si può magari capire, ma è comunque un po'strano che accetti abbastanza acriticamente le informazioni - o la carenza di informazioni - che Masters gli ammannisce sui motivi della fuga dei Coyoteros, dell'atteggiamento delle autorità messicane e così via ); ad ogni modo, in nome della solidarietà per i Coyoteros, il dado viene tratto e la spedizione ha inizio, sia pure con mille manifestazioni di prudenza e diffidenza da parte dei pards...... accompagnate dai peana in loro onore del tenente Baines, il cui ruolo nell'impresa pare essere quello di .... claque per i nostri eroi :indianovestito: ( la cosa è in particolare gradita per Kit Willer, lietissimo di trovarsi di fronte qualcuno con cui recitare il ruolo dell'uomo esperto, autorevole.... e professorale ).
Alcuni commenti, come quello di Leo, hanno trovato "incredibili" le "doti divinatorie" nell'avvertire il pericolo da parte di Tex e Carson durante la spedizione; a mio parere ciò può valere soltanto per lo scontro con la banda di cacciatori di scalpi di El Gordo, dove il mancato recupero di una freccia lanciata da Kit Willer innesca un susseguirsi di avvenimenti e previsioni davvero sproporzionato all'entità dell'evento e basato su fattori non prevedibili ( la presenza di uno yaqui esperto nel ritrovar tracce nella banda di El Gordo ) nè determinabili con sicurezza ( cosa diceva a Tex che la sua decisione di tenere acceso il fuoco in fondo ad un canyon con una sola entrata avrebbe provocato l'attacco proprio degli scalphunters e non dei Coyoteros o dei rurales ); la cosa è però necessaria alla vicenda per fare in modo che i superstiti banditi vengano poi trovati in amichevole accordo coi rurales di Tecopah, alienando loro la non molta fiducia che Tex e i pards hanno voglia di concedere loro e favorendo in tal modo il naufragio del piano concepito dal loro comandante, il capitano Larriego, per liberarsi degli incomodi nordamericani. A questo punto, al principio del n. 564, inizia quella che IMHO è la parte più avvincente della storia: contrariamente a tutte le previsioni, i rurales di Tecopah, prima coperti di disprezzo da Tex e Carson come degli indisciplinati deliquentelli da strapazzo ( il vecchio pard li chiama addirittura "soldatini" a pag. 32 dell'albo), sebbene colti di sopresa da Tex e privati del loro capo tenuto in ostaggio, si riorganizzano in un battibaleno e iniziano una caccia serrata, abile e tenace a Tex e compagni: Carson può anche dire che Tex ce la potrebbe fare anche da solo a fronteggiarli ( " uno contro venti, una bazzacola per un satanasso del tuo stampo" ), ma questa rodomontata non riesce ad evitare che la migliore conoscenza dei luoghi consenta ai messicani di prendere in trappola i due rangers, che se la cavano semplicemente grazie a "una serie di fortunati eventi" ( quando i rurales che li hanno aggirati li stanno per prendere sotto tiro dall'alto, alcuni detriti rocciosi cadono e richiamano la loro attenzione nei confronti del pericolo; Tiger, Kit e Baines, intanto, ritrovano senza nessun problema Calvado e i Coyoteros [ dopo che Tex, nell'albo precedente, aveva affermato che ci sarebbe voluto l'aiuto di qualche rurales come guida per raggiungere lo scopo (!)] e questi arrivano a crivellare di frecce i soldati messicani nell'esatto momento in cui stanno per impiombare alle spalle Tex e Carson ).
Da qui in poi la vicenda si avvia rapidamente all'epilogo: Tex, messo alle strette Larriego, ottiene da lui una minuziosa ricostruzione del complotto ordito ai suoi danni e, in compagnia dei Coyoteros, si riavvia verso gli Usa. E' pur vero che i suoi nemici vengono avvertiti dai superstiti rurales e scalphunters degli eventi messicani, ma la cosa non serve minimamente a rendergli la vita difficile: l'organizzatore tattico del complotto, l'agente indiano dei Coyoteros Max Wharton, non sa fare altro che scappare; il capitano Masters, nonostante possa cercare di bloccare Tex e i Coyoteros su di un passo montano, non trova di meglio che mandare l' qualche scout indiano, facile preda delle tattiche guerrigliere di Aquila della Notte, e aspettare tranquillamente di farsi circondare nel suo accampamento ( va tra l'altro sottolineato che, nonostante Masters si vanti di disporre anche di pezzi di artiglieria, il lettore non ha mai il piacere di vederli, come non ha il piacere di valutare l'effettiva consistenza delle forze del prode capitano, le quali, a giudicare dai disegni di Spada, non sembrano molto superiori a quelle dei rurales di Larriego: verrebbe quasi da pensare che i fumi dell'alcool gli abbiano fatto credere di avere a disposizione un'intera armata :unsure::rolleyes: , se non ci fosse il fatto che anche uno dei suoi subalterni accenna all'artiglieria per rassicurare il tremebondo Wharton ); il pezzo grosso politico del complotto, infine, Jim Tipton ( fratello del Bill Tipton che, in "Tucson", reggeva il gioco a Washington alla cricca di affaristi sgominata da Tex ), si lascia molto facilmente tirare fuori dalla sua elegante villa ( vegliata da un certo numero di guardaspalle ), abboccando a un falso invito di Masters; forse per evidenziare la pericolosità del personaggio, Boselli lo fa poi cadere vittima della Colt di Tex in risposta ad un suo tentativo di impiombarlo, ma la dinamica della scena ( con Tex che provoca Tipton per poterlo poi scazzottare e - probabilmente, come del resto ipotizza Baines - dimentica di raccogliere la Colt caduta a Tipton per consentirgli di provare a usarla e farsi ammazzare, mettendo così fuori causa le protezioni politiche che avrebbero potuto salvarlo ) è IMHO più interessante come precorrimento dell'analogo comportamento machiavellico del ranger ne "La guerra dell'acqua" ( dove però l'avversario ha dato ben più convincenti prove di malvagità e pericolosità, mentre in questo caso la scena presenta una sfumatura un po' troppo sinistramente maramaldesca nei confronti di questo politicante dall'aria da damerino ) che convincente in sè e per sè, dato che, come dice Tex stesso, questa è stata una "stupida e sfortunata congiura"
I disegni di Dante Spada si attestano su un livello buono, anche se i lineamenti dei quattro pards ( specie di Tex ) risultano a mio avviso un pochino più rigidi e duri del dovuto.
In sintesi, IMHO:
soggetto 7,5
sceneggiatura 6,5
disegni 7,5

Ottima recensione Cobra!la storia è concepita bene,mi è piaciuta molto la rappresentazione della Guardia Rural che fa Boselli,del tutto veritiera. in realtà almeno all inizio era poco più di una milizia armata in modo sommario e peggio vestita.in seguito,a partire dagli anni 80 del '800 divenne un corpo di gendarmeria a cavallo temuto e armato benissimo,arruolato solo tra i peones che vedevano cosi una possibilità di riscatto dalla loro povertà.gli hombres dal sombrero verde,come li definivano i peones,divennero la longa manu del giverno Huerta nella repressione dei moti contadini.a partire dalla presidenza di Carranza,all inizio del 1917,i Rurales vennero sciolti come corpo di gendarmeria. Un gran film in cui si vedono molto è Quien Sabe? Di Damiano Damiani con Volonté

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  • 2 anni dopo...

Spedizione in Messico non è un capolavoro, ma è comunque una storia apprezzabile, con un buon mix di elementi tipici del mondo di Tex (l'ufficiale inetto ma ambizioso; l'agente indiano disonesto, i rurales).

 

Memorabile, però, è lo scambio di battute tra Tex e Carson, allorché ritengono di essere giunti alla fine della loro pista ("Comunque vada a finire, è stato un piacere averti al mio fianco, satanasso!""Lo stesso vale per me, vecchio cammello").

 

Belli i disegni di Spada, meteora (purtroppo non unica) tra i disegnatori texiani.

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  • 3 mesi dopo...

Storia non eccelsa ma godibile, che possiede gli elementi che soddisfano la lettura in un albo di Tex. Troviamo i quattro pards in forma smagliante, molto azione, sparatorie e polvere da sparo, ufficiali corrotti, biechi cacciatori d’uomini, un intrigo ben congegnato, reso vano dai nostri eroi attenti e decisi. Anche stavolta Boselli “gioca” a disorientare il lettore, visto che nel primo albo, sebbene si sospetti già del capitano Masters, la puzza di marcio sembra sia dovuta a qualche tiro mancino da tirare alla banda dei coyoteros di Calvado; anche la presenza del giovane tenentino Baines par voler nascondere qualche insidia, seppur fin dalle prime pagine la sua caratterizzazione ce lo rende simpatico. Si susseguono scene cariche d’azione nella più classica tradizione western e fra uno sparo e l’altro, si divorano le pagine, finché si giunge al momento clou dell’episodio e le trame dei villain vengono svelate. Si scopre che il vero obiettivo in fondo è quello di eliminare Tex per poter impossessarsi della ricca riserva Navajo; motivazione trita e ritrita se vogliamo, ma considerato l’andamento della trama architettato da Boselli, non si rimane tanto delusi per la mancata originalità di soggetto. Si viene inoltre a conoscenza dei motivi della presenza di Baines al fianco ai pards e la motivazione di vendetta, covata dal capitano “ubriacone”, risulta sostanzialmente plausibile. Forse avrei un po’ limitato tutta la tiritera “mielosa” del giovane inesperto che elogia continuamente i nostri, prendendoli come maestri, e che si mostra tanto in gamba da ricevere in cambio complimenti. Dopo un po’ stufa, ma è un piccolo dettaglio in parte trascurabile. Nulla da ridire in merito alla sempre attenta caratterizzazione dei comprimari che appaiono nell’episodio: Borden tiene fede alla sua buona nomea in merito, inserendo personaggi ben tratteggiati e funzionali, basti vedere il vigliacco capitano Masters, roso dall’ambizione e dall’alcool o il pericolosissimo ed esperto Yaqui Islero. Anche ai i rurales l’autore non lesina la giusta attenzione e la scelta di affiancare ai cospiratori, Jim Tipton, fratello di quel Bill facente parte del famigerato ring di Tucson, suona come un omaggio al grande Bonelli. La fugace apparizione di Tom Rupert sui “titoli di coda” e il festoso brindisi nella posada di Paco, dà quel tocco di continuità narrativa nelle ambientazioni di Tucson, evidentemente cara a Borden e molto gradita al sottoscritto. Buono il debutto di Spada, che sfoggia una discreta personalità di tratto e ricorda, con le dovute proporzioni, il compianto Capitanio. Furono anni in cui molti giovani autori si affacciarono alla saga in rapida sequenza e non tutti rimasero in pianta stabile. Ammetto che se dovessi stilare una graduatoria di preferenza relativa alla rappresentazione dei pards fra le new entry del biennio 2006/07, Del Vecchio sarebbe in cima alla lista, tuttavia riconosco che Spada fece comunque un discreto lavoro.

 

P.s. In un episodio di Nizzi mi aveva infastidito che Tex dovesse autorizzare Tiger per reagire alla provocazione di uno sgherro; seppur inconsapevolmente denotava una sorta di subordinazione “razziale” non concepibile per la saga. Borden all’inizio della storia invece scrive un dialogo che, a mio avviso, mostra perfettamente il rapporto fraterno e paritario tra i due pards. Baines dice a Tex che lo scout Tonio accompagnerà il navajo a sistemare i cavalli, sottintendendo inconsciamente che la mansione spetti ai due nativi, ma il ranger chiede al fido pard: “Tiger, te ne vuoi occupare tu?”. Tra le righe di quella che, in apparenza può sembrare una banale domanda di circostanza, scorgo il grande rispetto che Tex nutre per il suo pard indiano; non ordina, ma chiede cortesemente se vuol svolgere quella mansione, come è giusto che sia fra due amici fraterni. Di contro cito il probabile refuso di pag. 56 del secondo albo, dove Ugarte quantifica in chilometri una distanza, ma sarebbe stato corretto usare come unità le miglia. Dopo questa precisazione degna del celebre “Furio” di Carlo Verdone, temo di alienarmi per sempre le simpatie di Borden. :D    Il mio voto finale è 7 

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<span style="color:red;">18 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

. Di contro cito il probabile refuso di pag. 56 del secondo albo, dove Ugarte quantifica in chilometri una distanza, ma sarebbe stato corretto usare come unità le miglia.

 

Sempre ammesso che nel Messico del 1880 non fosse già in uso, come è oggi, il sistema metrico decimale e che quindi ad un messicano non venisse più spontaneo misurare le distanze in quel modo.

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2 ore fa, Carlo Monni dice:

 

Sempre ammesso che nel Messico del 1880 non fosse già in uso, come è oggi, il sistema metrico decimale e che quindi ad un messicano non venisse più spontaneo misurare le distanze in quel modo.

 

 

La seconda che hai detto.

 

 

Modificato da borden
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Ricordavo che in questa storia Tiger nominava due o tre popolazioni Native nella regione tra Sonora e Chihuahua che i pards stavano attraversando, al che naturalmente ebbi il consueto stimolo viscerale che ormai sapete mi perseguita quando in Tex si introducono gli Indiani. Allora sono andato a controllare se ricordavo bene e infatti ti trovo i Tewa (nome generico di un gruppo di popolazioni Pueblo del New Mexico), gli Zuni (altro gruppo Pueblo del New Mexico) e i fantomatici Jana. 

Di là della famosa sospensione della creduloneria (non mi ricordo mai come si chiama quella roba lì), potrei sapere dove sono stati pescati questi Jana? 

Io avrei un'ipotesi, ma se fosse possibile sapere l'origine di questa citazione potrei magari dire altre due cosette...

Grazie.

(Naturalmente l'unico che può rispondermi, se ha voglia, è il gentile autore).

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

Sempre ammesso che nel Messico del 1880 non fosse già in uso, come è oggi, il sistema metrico decimale e che quindi ad un messicano non venisse più spontaneo misurare le distanze in quel modo.

Grazie per il chiarimento. Mi scuso per l'inesattezza. :inch:

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  • 1 mese dopo...

Buona storia.

Può essere definita una storia piuttosto classica ma che mostra chiaramente la mano di Borden nella caratterizzazione di tutti i personaggi.

Sceneggiatura con buon ritmo, i nostri pard duri e sicuri e pochi buchi.

Un pò ingenui, forse, i nostri a lasciare liberi i rurales che poi gli arrivano subio alle calcagna, e al solito, inspiegabilemte fortunati negli attentati in posizione di svantaggio dove nessuno è mai in grado di colpirli (qui in verità una scalfittura c'è) e tutti improvvisamente sparano come coscritti. Cosa che comunque è, a suo modo, uno dei tormentoni della saga. Ormai ci ho fatto il callo.

Molto bello il personaggio di Baines, soldatino imberbe e senza esperienza che partecipa alla "università" Texiana e impara così bene da integrarsi alla perfezione nel quartetto.

Bello anche lo spregevole capitano ubriacone.

In sostanza una buona storia. Non un capolavoro ma pienamente godibile.

Spada piuttosto bene ma non mi convincono i volti dei pard.

Boselli 7+

Spada 6:30

  • +1 1
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  • 5 mesi dopo...
  • Sceriffi

il sesto centinaio è sicuramente il centinaio che ho letto di meno, quindi non conosco il livello medio delle altre storie. Però posso tranquillamente affermare che questa è una grande storia.

Scorre molto bene, i dialoghi non sono pesanti ed i personaggi Masters in primis mi piacciono molto. Forse l'unica cosa che non mi è piaciuta tanto è il continuo scambio di apprezzamenti tra i pards e Baines, ma ci passo facilmente sopra. Il comparto grafico è per me il valore aggiunto di questa storia, Spada mi piace tantissimo, mi piacciono i suoi Pards (Tiger un po' meno),

molte vignette mi sono rimaste impresse, una su tutte è quella dove il soldato getta la sigaretta per terra, anche gli sfondi di mi sono piaciuti. Ho recuperato di recente la sua ultima fatica

"Giungla Nera" per via dei disegni Spettacolari, da quello che ho potuto vedere sono i migliori pubblicati su "Le Storie" insieme a quelli di Frisenda. E' un vero peccato che non disegni più Tex, non c'è una possibilità di rivederlo? Ho capito che il difetto principale di Spada è la sua estrema lentezza :(:(

I voti sono:

Boselli 8 e mezzo

Spada 8 e mezzo

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  • 6 mesi dopo...
Il 1/11/2012 at 22:15, juanraza85 dice:

Tutto sommato una storia gradevole, per quanto contraddistinta da una trama trita e ritrita. Di nuovo c'è solo la trovata da parte dei nemici di far uccidere Tex e i pards molto lontani dalla riserva, in modo che nessuno potesse azzardare nessi tra la loro eventuale morte e le eventuali successive speculazioni nella riserva navajo. Una nota di merito a Boselli per la figura del tenente Baines, dimostratosi un ottimo allievo dei quattro satanassi, ed in generale per la cura riservata alla caratterizzazione dei co-protagonisti/antagonisti principali.7,5 alla storia, 8 ai disegni di Dante Spada (davvero un esordio coi controfiocchi)

Allora...A grandi linee mi trovo con quasi tutti (storia gradevole ed ottimi disegni) e la figura del tenente Baines (lo rivedremo?) come "allievo sul campo" dei pards mi è piaciuta. Sfizioso lo yaqui (se non erro) Islero, ben tratteggiati i rurales. Qualche pecca nella chiusura del cerchio e nello "scontro" tra Masters, Tipton, Wharton ed i nostri. Sensazione di poca fluidità. Disegni di Spada buonissimi. Ho letto un trittico di Boselli (i Sabotatori e i trapper dello Yellowstone) godibilissimo. Ora ho sul comodino e lo faccio sempre per par condicio un trittico di Nizzi (ho molti "buchi" di lettura).

P.S.

Vedere quella scena a Tucson con i nuovi aiutanti dello sceriffo Rupert mi ha fatto emozionare...

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  • 5 mesi dopo...

Storia per me solo sufficiente: i disegni di Spada (che non avevo mai visto su Tex)  sono sicuramente la cosa migliore, anche se il suo modo di rendere il volto di Tex non mi convince del tutto.

Se Nizzi avesse inserito in una trama delle leggerezze dei pards come il lasciare i cavalli ai rurales  (chi potrebbe mai sospettare, infatti, che in una caserma vi sia un'armeria con fucili di riserva?) o il farsi sorprendere di Tex e Carson, salvati solo all'ultimo minuto, sicuramente si sarebbe gridato al Tex "piccione".  Non si sa poi, nel prosieguo, dove siano finiti i cannoni vantati dal capitano ubriacone (pecca comunque minore)

Insomma, tra le storie di Boselli, non è sicuramente la mia preferita, per quanto si lasci leggere in modo scorrevole, pur se dopo un avvio alquanto fiacco e verboso.

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Personalmente non amo molto le storie ambientate in Messico (e non provo grande trasporto né per i rurales nè per altre tipiche figure come peones e hidalgos), però Boselli ha costruito una trama avvincente con comprimari interessanti. Ricordo anche l'episodio dell'assedio che i rurales stringono attorno a Tex e Carson. La carica disperata dei due eroi, pistole in pugno, verso la morte, pronti a sostenere assieme la loro potenziale ultima battaglia, beh, quella da sola, per me, vale tutta la storia!

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