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[666/667] L'onore di un guerriero


Sam Stone
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[666/667] L'onore di un guerriero. La storia, i disegni, i personaggi...  

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Ma che c'entra?  Non ho parlato di patatine. I Cheyennes non era di GL ma di Canzio, che non sbagliava MAI, tranne in questo caso. I Cheyennes è un errore di grammatica. Punto. GLI SCIAIENNE è giusto- 


Se vi intazzate per così poco avete dei problemi. Seri. :P

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Ma infatti, torno a dire, checcefrega...
 
The Cheyenne non implica dubbio, poi in italiano un articolo in appoggio a una parola straniera esula dalle regole grammaticali basate sulla scrittura che, IN ITALIANO, è identica alla pronuncia. Poi naturalmente la lingua si evolve e la presenza di sempre più parole straniere entrate nell'uso comune richiede un adeguamento anche nella concordanza articolo-nome, quindi via libera a lo chalet e gli Cheyenne.

Per quanto mi riguarda però i Ceien conosciuti nella mia infanzia risultano assai più familiari degli Sciaien, così come Tiger (che mi sono abituato a chiamare taigher) resta per me un guerriero navaio piuttosto che navaò come correttamente pronunciato....  lasciateci sognare...:D

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Appunto. Io sogno gli sciaienne e i cheyenne mi ha sempre fatto l'effetto del gessetto sulla lavagna. Taigher, tra l'altro, è corretto. Pensavi non lo fosse?

Se volete davvero che ristabilisca le correzioni di redazione, ditemi voi...:huh:  Pensavo di scrivere la vera storia di Coffin, ma magari a qualcuno sta bene Moffin e lo sogna così ;)

No, è una cosa seria. Apriamo un dibattito Moffin- Coffin


 

Modificato da borden
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Se vi intazzate per così poco avete dei problemi. Seri. :P


cat_hiss-128.png Problemi seri chi ? CHEYENNE (sceienn vs sciaienn) DETROIT (detrua vs ditroit) DES MOINES (demuan vs dimoins) NEW ORLEANS (nuvell'orlean vs niuorlins) e siamo noi che abbiamo problemi ? ma non potevano lasciare inalterate le rispettive pronunce ? Comunque se per 60 anni su Tex si è letto " i " cheyenne IMO non si doveva cambiare, Tex non è la Treccani e i lettori sono legati alle piccole cose, specie quelli più vecchi. Non ci vedo problemi, semmai li vedete voi.
 

Appunto. Io sogno gli sciaienne e i cheyenne mi ha sempre fatto l'effetto del gessetto sulla lavagna. Taigher, tra l'altro, è corretto. Pensavi non lo fosse?

Se volete davvero che ristabilisca le correzioni di redazione, ditemi voi...:huh:  Pensavo di scrivere la vera storia di Coffin, ma magari a qualcuno sta bene Boffin e lo sogna così ;)

No, è una cosa seria. Apriamo un dibattito Boffin- Coffin


Fa testo l'editio princeps non censurata del 30 settembre 1948:

2ibjbk2.gif


Si chiama COFFIN, non BOFFIN.

E nella storia del ritorno di Lupe vorrei vedere un DRIGO e non il JORGE della ristampa anni '90/00. 
Ma stando a Monni e a quello che ha raccontato, a questo problema hai già trovato una soluzione che accomoda le cose.



drigo.gif
 

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Appunto. Quel che sto dicendo è che Canzio e la Redazione gli cambiarono il nome in Moffin o Boffin -non ricordo - nella storia sucessiva. Non lo sai?

Esattamente come cambiarono GIi Cheyenne in I Cheyene. Sto dicendo che sto riparando i torti (alcuni, non tutti) fatti a GL Bonelli e al suo testo originario. 

Idem per Jorge e Drigo. Vedrai come l'ho risolta. 

 

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Tornando al topic, direi che la prima parte scorre piacevole ed è disegnata magistralmente dal classico segno "nervoso", che tanto amiamo, di Ticci. In particolare mi sembrano molto ben tratteggiati i personaggi, sopratutto dal punto di vista psicologico, si intuiscono interessanti sviluppi, anche perché qualcuno dovrà scegliere da che parte stare. Ci sono tutte le premesse per un'ottima storia.

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E comunque c'è una sola pronuncia AMERICANA MODERNA per i nomi che hai scritto, non ce ne sono due.
C'è solo Ditroit e c'è solo SCIAIEN  - Cieien non eiste proprio. Non è una scelta possibile, è un ERRORE.


Vuoi anche che rimettiamo i tepee al posto deglii hogan nel villaggio Navajo?

Modificato da borden
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Ci mancherebbe! Ma il tono è scherzoso, non hai visto il gattaccio?

Sui nomi francesi, poi, drasticamente anglicizzati, vedi:

Detroit, per esempio, in francese significa lo stretto, la città fu fondata infatti nel 1701 da cacciatori di pellicce francesi (fonte wikipedia), dunque originariamente si pronunciava alla francese "detrua", salvo poi vedersi modificata la pronuncia (ditroit, in inglese);

così anche gli altri nomi che ho citato hanno tutti chiara origine francese!

Compreso il nome cheyenne che è francese canadese e deriva dal sioux dakota šahíyena”, (nome che tanto per cambiare significa "pronunciare in maniera sbagliata o inintelligibile", ovvero come doveva apparire ai sioux a quei tempi la lingua dei o degli cheyennes), e quindi per un dato periodo quel nome si pronunciò indubbiamente alla francese, ovvero così come non ti piace, salvo poi venire modificato nella pronuncia dai parlanti anglosassoni nella maniera che correttamente hai spiegato.

Mi sono ripreso l'abo "Cheyenne" perché non ero sicuro al 100 % di quale articolo si fosse fatto uso nel 1973... nell'albo originale figura "I " cheyenne. Ovviamente è grammaticalmente sbagliato però è nostalgicamente corretto.

Sullle correzioni ai nomi di Coffin o di Drigo, ovviamente, la pensiamo tutti come te. A proposito di Drigo e Jorge, qualcosa è stato anche spoilerato per chi è stato attento, beh per gli altri non riveliamo niente, claro!

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Bentornato Ticci.
SPOILER   SPOILER  SPOILER
Primo albo buono, una storia classica con risvolti psicologici e drammi morali (mantenere la parola data al padre morente anche se questo mette in pericolo l' intera comunità?) oltre allo schierarsi contro un amico che si ammira e rispetta (Aquila della notte).
Abbiamo già i colpevoli : Unghia di lupo e il ten. Morris, ma come riuscirà Tex a fermarli?
Penso l'azione continuerà divisa in due. Kit e Tiger fermeranno Morris e Tex e Carson dovranno vedersela con Lunga lancia e il malvagio fratello e un ruolo lo avrà ancora anche Niabi e la mia previsione è che il prossimo capo della tribù sarà Lince rossa.
Ho molto gradito che le domande a Tex fossero poste dal Kit giovane, che non risparmia ironica irriverenza al padre ( come tutti i figli), mentre quando è Carson a farle, anche se necessarie per noi lettori, non mi piacciono perché sembra che Carson non sappia come agire, mentre il Vecchio Cammello agisce anche a occhi chiusi!
Ruiu conferma la sua ottima padronanza del mondo texiano.

Tiger per me è sempre stato Tiger (pronuncia Tiger all' italiana ) e continuerò a chiamarlo Tiger!
 

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Ci mancherebbe! Ma il tono è scherzoso, non hai visto il gattaccio?

Sui nomi francesi, poi, drasticamente anglicizzati, vedi:

Detroit, per esempio, in francese significa lo stretto, la città fu fondata infatti nel 1701 da cacciatori di pellicce francesi (fonte wikipedia), dunque originariamente si pronunciava alla francese "detrua", salvo poi vedersi modificata la pronuncia (ditroit, in inglese);

così anche gli altri nomi che ho citato hanno tutti chiara origine francese!

Compreso il nome cheyenne che è francese canadese e deriva dal sioux dakota šahíyena”, (nome che tanto per cambiare significa "pronunciare in maniera sbagliata o inintelligibile", ovvero come doveva apparire ai sioux a quei tempi la lingua dei o degli cheyennes), e quindi per un dato periodo quel nome si pronunciò indubbiamente alla francese, ovvero così come non ti piace, salvo poi venire modificato nella pronuncia dai parlanti anglosassoni nella maniera che correttamente hai spiegato.

Mi sono ripreso l'abo "Cheyenne" perché non ero sicuro al 100 % di quale articolo si fosse fatto uso nel 1973... nell'albo originale figura "I " cheyenne. Ovviamente è grammaticalmente sbagliato però è nostalgicamente corretto.

Sullle correzioni ai nomi di Coffin o di Drigo, ovviamente, la pensiamo tutti come te. A proposito di Drigo e Jorge, qualcosa è stato anche spoilerato per chi è stato attento, beh per gli altri non riveliamo niente, claro!

Ma voi leggete gli albi DOPO che la Redazione corregge i dialoghi, quindi... I Cheyenne fu una correzione redazionale. 

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"Boston" o "Booston"? Ma siamo ancora ai discorsi de "la donna della domenica" di F & L?.
I problemi per Tex (inteso come testata) sono ben altri!
La storia in edicola è di un visto e rivisto da far cadere le braccia, i personaggi non hanno spessore ne consistenza, e non bastano certo i disegni di Ticci a salvare la baracca.
Quando si renderanno conto in redazione che Tex non è Diabolik ne, tantomeno, Topolino!
Quindi, se volete scrivere Tex, fatelo nel rispetto della tradizione (leggi GLB).
Tex che arriva al villaggio indiano senza prima togliersi il cappello e indossare la fascia sacra? Quando mai?
E la sudditanza da scolaretto del guerriero Crow? Se io fossi il figlio menerei prima al babbo e poi a Tex!
E' nella perdita di questi dettagli che si evidenzia la sciatteria della trama, ed è nel rispetto di questi che si può tornare a parlare del vero Tex!

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   Ma voi leggete gli albi DOPO che la Redazione corregge i dialoghi, quindi... I Cheyenne fu una correzione redazionale. 


Forse Canzio la leggeva semplicemente "all'italiana", ?

Non tanto lui, ma quanta gente credi che ci sia in giro che sappia quale è la reale pronuncia di quel nome in inglese ?

E poi perché noi italiani siamo obbligati a pronunciare Taigher all'inglese ?

Per Galep e noi sardi in generale Tex resta Tecchese e al diavolo la grammatica e tutte le altre considerazioni.

Gli inglesi si sono appropriati di parole straniere e non ti hanno più pronunciato Detroit alla francese, ma come pareva a loro. Lo stesso con i toponimi spagnoli come Los Angeles. Noi italiani possiamo fare lo stesso di una parola sioux dakota diventata poi francese, poi inglese, e poi... italiana?

In ogni caso, in linea di massima, fate bene come redazione a correggere questi errori, anche se la lettura per chi è cresciuto con quell'articolo "i" stampato negli stessi albi di Tex di quarant'anni fa non sarà affatto lineare. Non è una cosa di poco conto, ma non si possono conciliare le due visioni.

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Oggi noi sappiamo che la riserva dei "Navaos" si trova in "Erisona" e che la sede dei Texas "rengers" è "Ostin",
Ma almeno quando leggo Tex per me i Navaios sono in Arizona e il  comando dei rangers è ad Austin.
Parimenti siù, apaci e sciaien per me restano siux, apasc e ceiens.
L'articolo che precede mi lascia del tutto indifferente...






 

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La storia in edicola è di un visto e rivisto da far cadere le braccia, i personaggi non hanno spessore ne consistenza, e non bastano certo i disegni di Ticci a salvare la baracca.
Quando si renderanno conto in redazione che Tex non è Diabolik ne, tantomeno, Topolino!
Quindi, se volete scrivere Tex, fatelo nel rispetto della tradizione (leggi GLB).
Tex che arriva al villaggio indiano senza prima togliersi il cappello e indossare la fascia sacra? Quando mai?
E' nella perdita di questi dettagli che si evidenzia la sciatteria della trama, ed è nel rispetto di questi che si può tornare a parlare del vero Tex!

sai che noia se in OGNI storia con indiani Tex dovesse indossare SEMPRE la fascia (peraltro neppure con GLB lo faceva sempre sempre, ogni tanto si ogni tanto no come è ovvio). Leggo spesso online di questo fantomatico vero Tex che dovrebbe fare sempre le stesse cose, negli stessi modi e la trovo una pretesa assurda ed irrealizzabile. Per fortuna tra l'altro se no non lo comprerei più. 

La trama è classica ma contiene elementi di novità interessanti, poi proprio tu parli di visto e rivisto e vorresti che in ogni storia si seguissero i soliti clichè, mi pare un ragionamento a dir poco surreale. I personaggi non hanno spessore e consistenza?? Alla faccia chissà se ce l'avevano! E poi sul giudizio della storia almeno un IMHO non ci stava male sai?

Rinuncio poi a tentare di comprendere il riferimento a Diabolik e Topolino altrimenti mi viene il mal di testa

Modificato da Chinaski89
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La fascia di Wampum Tex la utilizza ogni qual volta intende far "pesare" la propria dignità di Capo dei Navajos in visita per così dire "ufficiale" e "diplomatica". Non so fino a che punto sarebbe stato necessario (e persino opportuno) mostrarla nella storia odierna. Teniamo presente infatti che Tex è molto amico di Lunga Lancia, e forse non aveva la necessità di ostentare il proprio status, anche perché in realtà egli si trova presso i Crow in veste di ranger che sta facendo un'indagine. Piuttosto, mi pare che, normalmente, ogni qual volta Tex si inoltra in territorio indiano egli comunque si premuri sempre di preavvisare con segnali di fumo il proprio arrivo. Nel caso in questione, Tex arriva addirittura ai confini del villaggio senza alcun preavviso, salvo poi scusarsi con Lunga Lancia. Ciò mostrando il rapporto confidenziale e di profonda amicizia fra i due.

Quanto alla storia nel suo complesso, mi pare una buona storia, che si incardina nel classico Tex post G.L. Bonelli, e che affronta il più classico dei temi western: la vendita di armi agli indiani, seppure nella storia di Ruju il soggetto viene focalizzato sul sofferto rapporto di sangue fra Lunga Lancia e il fratello.

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E' tutta una questione di rispetto e in una storia che tratta dell'onore d'un guerriero penso che sia fondamentale. Tex e suo figlio non entrerebbero mai in un accampamento crow senza indossare il wampum sacro, per due ovvi motivi. in primis per non trovarsi attaccati, e poi per dimostrare la propria appartenenza e il peso politico. Visto che si tratta di un incontro "al vertice", è come se il nostro premier visitasse un suo omonimo estero in ciabatte e bermuda. Bazzecole finchè volete, ma per me sono note stonate. Per non parlare poi del tenente Morris che va a vendere le armi alla banda ribelle in divisa! Logica vorrebbe che almeno si mettesse "civile". 

Oggi noi sappiamo che la riserva dei "Navaos" si trova in "Erisona" e che la sede dei Texas "rengers" è "Ostin",
Ma almeno quando leggo Tex per me i Navaios sono in Arizona e il  comando dei rangers è ad Austin.
Parimenti siù, apaci e sciaien per me restano siux, apasc e ceiens.
L'articolo che precede mi lascia del tutto indifferente...






 

Tex non è Diabolik ne, tantomeno, Topolino! Questo per dire che, visto che sono le uniche grosse realtà del panorama fumettistico nostrano, sono però diversissime tra loro e difficilmente intercambiabili. L'unico che riesca a passare da un personaggio all'altro mi sembra che sia solo Corrado Mastantuono! Quindi andare a cercare soggettisti e sceneggiatori da quelle parti, quantanche sia comodo e professionale, alla resa dei conti risulta inopportuno, inappropriato e pure deleterio.
I fatti, purtroppo, non mi hanno ancora smentito. Spero sempre, chissà?

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  • Sceriffi

Tex non è Diabolik ne, tantomeno, Topolino! Questo per dire che, visto che sono le uniche grosse realtà del panorama fumettistico nostrano, sono però diversissime tra loro e difficilmente intercambiabili. L'unico che riesca a passare da un personaggio all'altro mi sembra che sia solo Corrado Mastantuono! Quindi andare a cercare soggettisti e sceneggiatori da quelle parti, quantanche sia comodo e professionale, alla resa dei conti risulta inopportuno, inappropriato e pure deleterio.
I fatti, purtroppo, non mi hanno ancora smentito. Spero sempre, chissà?

Ma questa storia l'ha scritta Ruju, non Faraci! Ma di che stai parlando??? :mellow:

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E' tutta una questione di rispetto e in una storia che tratta dell'onore d'un guerriero penso che sia fondamentale. Tex e suo figlio non entrerebbero mai in un accampamento crow senza indossare il wampum sacro, per due ovvi motivi. in primis per non trovarsi attaccati, e poi per dimostrare la propria appartenenza e il peso politico. Visto che si tratta di un incontro "al vertice", è come se il nostro premier visitasse un suo omonimo estero in ciabatte e bermuda. Bazzecole finchè volete, ma per me sono note stonate. Per non parlare poi del tenente Morris che va a vendere le armi alla banda ribelle in divisa! Logica vorrebbe che almeno si mettesse "civile". 


 

Altre volte Tex è entrato in un accampamento indiano senza indossare il sacro wampum.
E poi, in questo caso, era stato quasi subito riconosciuto dalla "sentinella"...non ci vedo niente di irrispettoso.

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L'ennesima prova, a mio avviso, che Ruju Tex ce l'ha nel sangue: insieme a Boselli è senza dubbio il miglior sceneggiatore attuale di Tex.
Questa storia, se possibile, lo dimostra ancor più chiaramente: perché qui Ruju si trovava di fronte al non facile compito di mettere in scena il quartetto al completo (non ho letto il Maxi con Diso), e riesce nell'impresa perfettamente (almeno per ora). Si vedano i battibecchi tra i pards (davvero efficaci i commenti tra i due Kit), o il modo in cui riesce a mettere in risalto Tiger.

Mentre leggevo l'albo lo confrontavo ai quattro mesi precedenti di Faraci: al momento, nonostante i miglioramenti di quest'ultimo, l'abisso rispetto a Ruju continua a essere enorme.
Per fare un esempio: sia nell'ultima storia di Faraci che in questa abbiamo l'esaltazione, quasi la celebrazione, del carisma e del prestigio di Aquila della Notte presso gli indiani: solo che nella storia di Faraci gli indiani sono totalmente succubi del capo dei Navajos, facilitando quindi la sua missione; qui, invece, il prestigio di Tex non trasforma gli indiani in tanti burattini pronti a tremare come una foglia: al contrario, Ruju come al solito tratteggia dei personaggi tridimensionali, con una psicologia anche complessa, che dunque non diventano, non possono diventare succubi facilmente gestibili - e l'esempio più evidente, ovviamente, lo offre Lunga Lancia che, rientrando nella lunga e splendida lista dei personaggi tormentati "alla Ruju", prometto scintille!

Insomma, al momento abbiamo una grande storia western piena di personaggi quantomeno interessanti: senza arrivare a Lunga Lancia, posso pensare al fedele e generoso Bisonte Nero (bellissima la scena notturna nel bosco), o al tenente Morris, un bastardo come pochi - più in generale, mi sembra che una delle capacità più evidenti del Ruju texiano è quella di saper tratteggiare con pochi colpi di penna personaggi credibili, anche quando meramente di contorno (il capitano Bennett per esempio).
Il secondo albo si prospetta (già vedendo la scena della copertina) memorabile.

Capitolo disegni: Ticci è sempre Ticci, ed è una gioia per gli occhi anche in questo suo sempre maggior sintetismo impressionistico (particolarmente evidente, in questo albo, soprattutto in alcuni primi piani). Il suo modo di far recitare i pards, il suo dinamismo, i paesaggi (l'ambientazione nel Montana sembra pensata apposta per lui), hanno pochissimi eguali. E forse è per la bellezza dei suoi chiaroscuri (specie nei notturni) che con questo albo ho avuto la personale conferma che Ticci è fatto per il bianco e nero, e che il colore (specie quello piatto e anonimo del Paint Tex estivo) svilisce il suo tratto.

  • +1 1
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  • Sceriffi

Capitolo disegni: Ticci è sempre Ticci, ed è una gioia per gli occhi anche in questo suo sempre maggior sintetismo impressionistico (particolarmente evidente, in questo albo, soprattutto in alcuni primi piani). Il suo modo di far recitare i pards, il suo dinamismo, i paesaggi (l'ambientazione nel Montana sembra pensata apposta per lui), hanno pochissimi eguali. E forse è per la bellezza dei suoi chiaroscuri (specie nei notturni) che con questo albo ho avuto la personale conferma che Ticci è fatto per il bianco e nero, e che il colore (specie quello piatto e anonimo del Paint Tex estivo) svilisce il suo tratto.

D'accordissimo sull'ultima frase, che allargherei anche a molti altri disegnatori di Tex, le cui tavole colorate perdono secondo me molto fascino ed espressività. Se, dopo la sua penultima storia sul Color Tex estivo, anche la prossima storia di Ticci dell'albo celebrativo per il settantennale sarà a colori, non esulterò di certo (soprattutto se i colori saranno le solite piatte verniciature). Viva Ticci in bianco e nero!

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La storia celebrativa sarà (direi ovviamente) a colori e questi ultimi immagino che non si discosteranno da quelli degli albi precedenti.

Del post di paco condivido dalla prima all'ultima parola.

PS ho riletto stamattina Terra Promessa nella versione a colori delle Grandi storie di Tex. Colori gradevoli alla vista ma con i difetti di cui sopra...
nella lunga avventura Tex deve vedersela con i Cheyennes, rispolverando miei antichi ricordi...
Attendo gli Cheyennes nell'inedito tra tre settimane

Ho anche letto recentemente un articolo in italiano che li riguarda e l'autore usa indifferentemente sia i che gli davanti alla parola Cheyennes rafforzando così la mia convinzione che un articolo determinativo concordato in una maniera o nell'altra non modifica il mio gradimento per una storia che ho trovato molto godibile.

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Non so se sia un paragone o un'analogia attinente, ma a me pare che la querelle "gli" Cheyennes versus "i" Cheyennes è un po' come la querelle tra "i pneumatici" versus "gli" pneumatici. Al tal ultimo proposito, l'Accademia della Crusca:

Per quel che riguarda l'uso dell'articolo (e quindi della preposizione articolata) col sostantivo pneumatico, si può dire che l'alternanza degli articoli il/lo un/uno (e naturalmente dei plurali corrispondenti i/gli,dei/degli) corrispondono i primi a un registro più familiare, mentre i secondi appartengono ad un uso più sorvegliato della nostra lingua. Niente quindi vieta di usare gli uni o gli altri anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme lo pneumaticouno pneumaticogli pneumaticidegli pneumatici.

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Eccellenti disegni, Ticci è sempre Ticci ossia un grande nel disegnare il western e Tex. L'accoppiata con Ruju che ha fornito al maestro una bella storia da disegnare non ha deluso le attese e mi ha fatto trascorrere un gradevole sabato pomeriggio. Ora aspettiamo il prossimo albo per il gran finale e altre 110 pagine di bei disegni!

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