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[666/667] L'onore di un guerriero


Sam Stone
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[666/667] L'onore di un guerriero. La storia, i disegni, i personaggi...  

44 utenti hanno votato

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Ma sono l'unico a cui non piaccia la storia attualmente in edicola?
Allora cambiamo prospettiva: immaginate Giovanni Ticci, un artista ammirato e invidiato già negli anni '60 dagli americani, uno la cui prima storia di Tex che si trova ad illustrare è "il massacro di Goldena", che sta a GLB come "Trappola per topi" sta alla Christie!
Immaginate ora la sua faccia quando si è trovato tra le mani la minestra riscaldata in formato sceneggiatura odierna. Che tristezza!
Ecco il perchè della mia arrabbiatura: abbiamo i più grandi disegnatori del mondo e non riusciamo a dargli delle storie alla loro altezza!
E poi ci si lamenta perchè vanno a disegnare per il mercato francese o quello americano...
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Ebbene sì, sei l'unico a cui questa storia non è piaciuta ed anche l'unico che trova difetti orribili quelli da te citati. Fattene una ragione.
Mi piacerebbe, poi, sapere in base a quale misteriosa investitura hai elevato il tuo gusto personale a parametro universale? Su quale base ti arroghi il diritto di affermare che Ticci ha avuto una reazione negativa quando ha ricevuto le prime pagine di sceneggiatura? Cosa ti fa pensare, a parte la tua presumibile arroganza e megalomania, che la pensi come te mentre, invece, potrebbe aver apprezzato la storia come quasi tutti noi? Gli hai parlato e forse, o, come sospetto, gli attribuisci puramente e semplicemente le tue opinioni?
Ti consiglio:

A ) Una maggiore umiltà quando esprimi le tue opinioni.

B ) Di imparare ad accettare che non  tutti condividano le suddette tue opinioni. A me capita spesso e me ne sono fatta una ragione.

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Condivido quanto scritto da Carlo.
In più, per amore della precisione (o per la pignoleria che mi caratterizza per via della mia professione) ricordo che la prima storia di Tex e GLB disegnata da Ticci è Vendetta indiana...

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Qualcosa avevi visto a casa sua durante l'intervista, vero Filippo?

Ebbene si, molto più che qualcosa ;):D e vedere le tavole originali del grande maestro di fronte ai tuoi occhi è uno spettacolo!!! :lupo_marrone::generalenordista::lupo_grigio:

 
Allora cambiamo prospettiva: immaginate Giovanni Ticci, un artista ammirato e invidiato già negli anni '60 dagli americani, uno la cui prima storia di Tex che si trova ad illustrare è "il massacro di Goldena", che sta a GLB come "Trappola per topi" sta alla Christie!
Immaginate ora la sua faccia quando si è trovato tra le mani la minestra riscaldata in formato sceneggiatura odierna. Che tristezza!

Non so in base a cosa fai questa affermazioni, ti posso dire solo una cosa che non ho bisogno di immaginare la faccia di Giovanni Ticci nella situazione da te immaginata perché ho avuto la fortuna e l'onore di intervistarlo di persona proprio durante la preparazione di questa storia e il suo stato d'animo riguardo alla stessa mentre la disegnava è quanto di più lontano tu possa avere immaginato. Rispetto la tua opinione, i gusti son gusti, ma non fare l'errore di pensare che i tuoi gusti siano universali.

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  • Rangers

Letta anch'io la prima parte di questa storia, che al momento sembra davvero molto buona.
Forse Ruju ha sfornato la sua prima storia più Texiana, più classica e più in sintonia con le trame di GL Bonelli.
Aiutato in questo caso da un Ticci che mi sembra molto più in forma delle sue più recenti produzioni.

Per un commento più completo attendo naturalmente l'albo finale, ma per ora direi che siamo su un livello qualitativo molto alto.

Piccola incongruenza, ma che non toglie niente al giudizio positivo: quando vediamo in flashback il ritrovamento dei soldati massacrati dai ribelli indiani, viene detto che sono stati massacrati da un mese "stando alle condizioni dei cadaveri". Il problema è che i corpi sono ancora belli integri. Capisco se fossero stati uccisi in una miniera o in una caverna, ma lì erano all'aperto. Non è passato neppure un lupo o un avvoltoio? :D
Qualcun'altro l'ha notato?

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Leggo con piacere Sam Stone (tutto bene, pard?) cui non fa difetto nemmeno stavolta l'acutezza nel cogliere i dettagli: non avevo fatto caso all'assenza improbabile di avvoltoi e lupi, ma trovo l'osservazione assolutamente pertinente. Dal canto mio, credo che vi sia un'altra piccola incongruenza (S P O I L E R): se Tex e Lunga Lancia erano così amici, come mai Tex non era a conoscenza dell'esistenza di un fratello del sakem crow? La scelta narrativa è chiara: se l'avesse saputo, i suoi sospetti si sarebbero immediatamente accentrati su di lui, e quindi Tex non doveva saperlo. Mi sembra lievemente forzato, ma è poca cosa.

Due piccole sbavature formali che ho notato sono:

- a pagina 44, quando Tiger dice: "Non c'è traccia tanto lieve che un Navajo non LA sappia trovare": il LA sembra di troppo

- a pagina 46, nella seconda vignetta, un Crow chiama il sakem "Grande Lancia" e non "Lunga Lancia". 

Piccolezze ovviamente, che mi sono però saltate agli occhi più dell'articolo determinativo, che francamente mi ha lasciato del tutto indifferente. La spiegazione di Mauro sulla pronuncia alla francese (GLI Sciaiennes) anzi mi convince appieno, anche se capisco alcuni nostalgici che hanno storto il naso.

Per parlare della storia, Soldatiacavallo si lamenta in maniera abbastanza schietta della banalità della storia, addirittura della sua sciatteria. Richiama, a sostegno della propria tesi, il mancato utilizzo del Wampum, ma se proprio devo essere sincero, ciò che mi ha disturbato dell'ingresso dei nostri nel villaggio Cheyenne è l'assoluta mancanza di considerazione per Carson: solitamente, i capi indiani rendono onore anche a Capelli d'Argento, il valoroso amico di Aquila della Notte. Stavolta non c'è segno di tale deferenza, e me ne dispiace.

Sulla banalità della trama invece posso essere d'accordo, ma ciò che è importante in una storia è lo sviluppo della sceneggiatura: è vero che qui la trama è quella, abusatissima, del traffico d'armi e di gruppi ribelli, ma la storia promette, per il prosieguo, sviluppi imprevedibili grazie allo scontro intestino tra Lunga Lancia e suo fratello: è in questo rapporto tormentato, in quel contrasto stridente tra l'amore per il proprio fratello e le proprie responsabilità di capo, che si svilupperà l'evolversi della storia. Questo è il punto focale, e non si può che apprezzarlo. In un fumetto seriale come il nostro, in cui i destini dei pards sono sostanzialmente immutabili, gli elementi di pathos non possono che venire dai comprimari, sulle cui sorti gli autori possono sbizzarrirsi per destare curiosità ed empatia nel lettore. Quindi, evviva Ruju, che non ha timore di calare nelle sue storie comprimari ben tratteggiati, spesso tormentati, personaggi comunque che rendono non scontate storie e trame che pure non si discostano dal solco della tradizione.

Infine Ticci: è un piacere rivederlo. Non so quanto il suo sintetismo attuale sia frutto di una scelta stilistica e quanto di un certo inevitabile invecchiamento, ma le sue vignette sono sempre un'emozione.  

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Due piccole sbavature formali che ho notato sono:

- a pagina 44, quando Tiger dice: "Non c'è traccia tanto lieve che un Navajo non LA sappia trovare": il LA sembra di troppo

- a pagina 46, nella seconda vignetta, un Crow chiama il sakem "Grande Lancia" e non "Lunga Lancia". 



 

spiace dirlo, ma refusi ed errori del genere nel Tex attuale sono all'ordine del giorno - cioè, quasi in ogni albo (però oh, con l'imprescindibile - e texianamanente sbagliato - "GLI cheyenne" si sono impegnati :D:D ).

Comunque secondo me non è un'incongruenza il fatto che Tex non sappia che Grande Lancia (ooops!) avesse un fratello: i due sono amici, certo, ma non al punto da avere un rapporto così intimo (a quanto ho capito, non si vedevano da anni, e Tex infatti non conosceva nemmeno la moglie del capo indiano). 

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Leo, su questo non ci piove... ma comunque i refusi stanno diventando un motivo ricorrente, e non è piacevole - e che questo venga da una redazione di professori e filologi che tolgono "i cheyenne" e le patatine fritte "perché all'epoca non c'erano", beh, fa un po' ridere :) 

  • +1 1
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Non sono d'accordo Paco. Una cosa è correggere degli errori passati di cui ci si è avveduti, in nome di una maggiore correttezza grammaticale o di una maggiore aderenza storica; un'altra è commettere dei refusi non intenzionali e del tutto fortuiti. Pur avendoli menzionati io stesso nel mio precedente post, ritengo gli stessi abbastanza fisiologici, soprattutto se si tiene conto che prima Canzio faceva il correttore quasi a tempo pieno, mentre l'attuale curatore è uno che produce 2000 tavole all'anno di grande qualita'. Diciamo quindi che simili inezie ci stanno, in albi dalla qualità complessivamente molto alta. Per il resto, spero nel ritorno delle patatine fritte ;)

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Pur avendoli menzionati io stesso nel mio precedente post, ritengo gli stessi abbastanza fisiologici, soprattutto se si tiene conto che prima Canzio faceva il correttore quasi a tempo pieno, mentre l'attuale curatore è uno che produce 2000 tavole all'anno di grande qualita

Non concordo Leo: questi sono problemi della Bonelli, che non la giustificano e che a me lettore in ogni caso non interessano. Io so soltanto che negli albi di Tex i refusi sono quasi all'ordine del giorno, mentre in passato non era così: sintomo di una qualità del prodotto complessivo minore.
E questo - ci tengo a precisare - non c'entra nulla con la bellezza delle storie e il super lavoro del curatore. 

  • +1 1
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Che siano problemi della Bonelli non ci piove; che siano più frequenti rispetto al passato idem. Ma alla fin fine mi accontento della qualità del prodotto, pur sempre elevata, non soffermandomi su aspetti che giudico tutto sommato marginali.

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Scusate, ma dove l'avete letto e sentito dire che non ci sarà più la montagna di patatine fritte? Perché è una colossale bufala.
Boselli si è limitato a dire 1) che le patatine fritte come le conosciamo noi adesso nel West non c'erano ancora e sottolineo: come le conosciamo oggi; 2) che non appariranno in tutte le storie ma solo in quelle in cui avrà senso che ci siano vale ad dire quando i pards si fermeranno a mangiare in un ristorante, che mi sembra logicissimo.

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Secondo me è logico che dopo 666 numeri della serie regolare e decine di numeri "extra" , ci siano storie che si somiglino. 
L'importante 
è che la storia si sviluppi ogni volta con un certo ritmo, coerenza e che si faccia leggere con piacere (e questa storia,per me, soddisfa queste tre condizioni).

Un'altra considerazione: è del tutto normale che Tex nel corso della sua carriera, abbia affrontato situazioni simili più e più volte, no? :). Questo per dire che non vedo assolutamente il problema della ripetizione di temi già trattati.
 

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Scusate, ma dove l'avete letto e sentito dire che non ci sarà più la montagna di patatine fritte? Perché è una colossale bufala.
 

Proprio nelle storie di Boselli, in cui la "montagna di patatine fritte" è stata sostituita dalle filologicamente corrette "patate" (rileggi Mondego il killer").

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Pur avendoli menzionati io stesso nel mio precedente post, ritengo gli stessi abbastanza fisiologici, soprattutto se si tiene conto che prima Canzio faceva il correttore quasi a tempo pieno, mentre l'attuale curatore è uno che produce 2000 tavole all'anno di grande qualita

Non concordo Leo: questi sono problemi della Bonelli, che non la giustificano e che a me lettore in ogni caso non interessano. Io so soltanto che negli albi di Tex i refusi sono quasi all'ordine del giorno, mentre in passato non era così: sintomo di una qualità del prodotto complessivo minore.
E questo - ci tengo a precisare - non c'entra nulla con la bellezza delle storie e il super lavoro del curatore. 

Non è vero. Gli errori ci sono sempre stati. Cito soltanto quello macroscopico del Campidoglio al posto della Casa Bianca.- E la chiudo qui.

PS Mia figlia ha comprato il Ritratto di Dorian Gray ediziione Oscar Mondadori: un refuso in ogni  pagina. E la ristampa di Ken Parker?... 

Alla Bonelli abbiamo sempre lasciato meno refusi di case editrici blasonate. Ma purtroppo i refusi fanno parte del mondo fenomenico e sono apparentemente inevitabili.

Quel che è cambiato è l'importanza eccessiva che danno loro i lettori. 

Modificato da borden
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per quanti sforzi si facciano, il refuso è dietro l'angolo. Capita a tutti e per quanto mi riguarda non gli do importanza. Però Borden nelle prossime storie scrivi montagna di patatine anziché patate, dai che è più divertente! :trapper:

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Scusate, ma dove l'avete letto e sentito dire che non ci sarà più la montagna di patatine fritte? Perché è una colossale bufala.
 

Proprio nelle storie di Boselli, in cui la "montagna di patatine fritte" è stata sostituita dalle filologicamente corrette "patate" (rileggi Mondego il killer").

E invece le troverete, e anche storicamente corrette. Non le French Fries, che divennero popolari dopo la Grande Guerra del 18, ma lE POTATO CHIPS, ottocentesche e americanissime, e racconteremo la passione che ne ha Carson 

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Sappiamo tutti che le patatine fritte godono di un certo fascino in ogni circostanza. :P

Ma dobbiamo tener presente che il nostro Tex, per quanto mostri ancora un'età apparente poco oltre la quarantina, in realtà è brillantemente avviato a compierne settanta e, per quanto ben portati, gli anni indurrebbero a una certa attenzione anche dal punto di vista alimentare. Non sia mai che dopo aver caparbiamente affrontato nemici e pericoli di ogni sorta il nostro debba soccombere di fronte ai problemi fisici secondari ad una poco sana alimentazione. :huh:

Diabete, arteriosclerosi, cardiopatie e patologie croniche intestinali sono in agguato e giustamente gli autori, che ci tengono a salvaguardargli la salute, gli evitano eccessi alimentari. :D

Ma ogni tanto è concesso una strappo alla regola e anche a Tex, sono sicuro, verrà nuovamente concesso, all'occasione, di affrontare uno di quei pasti tanto cari a lui quanto a noi lettori, che volentieri ci sederemmo a tavola davanti alla classica bistecca alta tre dita, tenera e non tropo cotta, con relativa montagna di patatine fritte innaffiate da un generoso boccale di birra e seguita dalla immancabile torta di mele e da una bella cuccuma di caffè nero e forte ;)

tex-willer-bistecca-2.jpg
(C.Nizzi-E.Garcia Seijas 1991  Le Iene di Lamont)

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Sappiamo tutti che le patatine fritte godono di un certo fascino in ogni circostanza. :P

Ma dobbiamo tener presente che il nostro Tex, per quanto mostri ancora un'età apparente poco oltre la quarantina, in realtà è brillantemente avviato a compierne settanta e, per quanto ben portati, gli anni indurrebbero a una certa attenzione anche dal punto di vista alimentare. Non sia mai che dopo aver caparbiamente affrontato nemici e pericoli di ogni sorta il nostro debba soccombere di fronte ai problemi fisici secondari ad una poco sana alimentazione. :huh:

Diabete, arteriosclerosi, cardiopatie e patologie croniche intestinali sono in agguato e giustamente gli autori, che ci tengono a salvaguardargli la salute, gli evitano eccessi alimentari. :D

Ma ogni tanto è concesso una strappo alla regola e anche a Tex, sono sicuro, verrà nuovamente concesso, all'occasione, di affrontare uno di quei pasti tanto cari a lui quanto a noi lettori, che volentieri ci sederemmo a tavola davanti alla classica bistecca alta tre dita, tenera e non tropo cotta, con relativa montagna di patatine fritte innaffiate da un generoso boccale di birra e seguita dalla immancabile torta di mele e da una bella cuccuma di caffè nero e forte ;)

tex-willer-bistecca-2.jpg
(C.Nizzi-E.Garcia Seijas 1991  Le Iene di Lamont)

Ho appunto scritto che le patatine fritte ci saranno di nuovo. 

   

Ho appunto scritto sopra che le patatine fritte torneranno. E alla grande. Basta per far smettere le polemiche inutili?

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Ho appunto scritto sopra che le patatine fritte torneranno. E alla grande. Basta per far smettere le polemiche inutili?


Sai com'è, le polemiche, come le patatine, sono come le ciliegie... una tira l'altra...

Prendo atto comunque che le patatine arriveranno e le aspetto come degno contorno di una storia che spero che non tardi!
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  • 3 settimane dopo...

Sappiamo tutti che le patatine fritte godono di un certo fascino in ogni circostanza. :P

Ma dobbiamo tener presente che il nostro Tex, per quanto mostri ancora un'età apparente poco oltre la quarantina, in realtà è brillantemente avviato a compierne settanta e, per quanto ben portati, gli anni indurrebbero a una certa attenzione anche dal punto di vista alimentare. Non sia mai che dopo aver caparbiamente affrontato nemici e pericoli di ogni sorta il nostro debba soccombere di fronte ai problemi fisici secondari ad una poco sana alimentazione. :huh:

Diabete, arteriosclerosi, cardiopatie e patologie croniche intestinali sono in agguato e giustamente gli autori, che ci tengono a salvaguardargli la salute, gli evitano eccessi alimentari. :D

Ma ogni tanto è concesso una strappo alla regola e anche a Tex, sono sicuro, verrà nuovamente concesso, all'occasione, di affrontare uno di quei pasti tanto cari a lui quanto a noi lettori, che volentieri ci sederemmo a tavola davanti alla classica bistecca alta tre dita, tenera e non tropo cotta, con relativa montagna di patatine fritte innaffiate da un generoso boccale di birra e seguita dalla immancabile torta di mele e da una bella cuccuma di caffè nero e forte ;)

tex-willer-bistecca-2.jpg
(C.Nizzi-E.Garcia Seijas 1991  Le Iene di Lamont)

Ho appunto scritto che le patatine fritte ci saranno di nuovo. 

   

Ho appunto scritto sopra che le patatine fritte torneranno. E alla grande. Basta per far smettere le polemiche inutili?

oh ma da parte mia non c'era nessun intento polemico... ma mi fa piacere sapere che le mitiche patatine fritte ritorneranno "e alla grande".
Perdonaci Mauro siamo tutti patatine dipendenti (e chi coglie il doppio senso è un dannato tizzone infernale!)
:D



 

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