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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 31] Capitan Jack


Sam Stone
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La storia, i disegni, i personaggi  

55 utenti hanno votato

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  • Rangers

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Una sanguinosa guerra nei Letti di Lava!



Uscita : 21 Giugno 2016
Testi: Tito Faraci
Disegni: Enrique Breccia


Da un'idea di Sergio Bonelli, la storia è ispirata alla figura del capo modoc Captain Jack che nel corso degli anni 1872 e 1873 condusse una serie di campagne contro l'esercito degli Stati Uniti che vanno sotto il nome di "Lava Beds war" ( ovvero la guerra dei "letti di lava" ), dal territorio teatro delle battaglie situato nel sud dell'Oregon, ai confini con la California.


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Copyright Sergio Bonelli Editore

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A parte il pizzetto impomatato e francamente improponibile di Carson, i disegni esprimono una vitalita' e un vigore che lasciano ben sperare. Speriamo che i testi siano all'altezza, così da poter godere appieno di uno degli ultimi contributi del grande Guido Nolitta...

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  • Collaboratori

E' un Tex di chiara impostazione "hispanica" per il viso ma anche la corporatura da "armadio". Le tavole mi sembrano gradevoli. Buona anche l'idea di collegare le strisce e le pagine con le foglie che volano spazzate dal vento.

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  • Collaboratori

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Una tavola del Texone, con un gattone che se la prende con un poveraccio indiano.
Un Faraci ispirato ? Per me alla fine ci sorprenderà,
anche se i paragoni con la sceneggiatura simile di Boselli per Biglia fioccheranno inevitabilmente.

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breccia maestro vero... ogni tavola ti lascia a bocca aperta. Capisco qualcuno possa storcere il naso per l interpretazione particolare dei Pards ma il texone è fatto apposta 

Bravo! E lo sottolineo anch'io: il Texone è nato per questo, per conoscere le interpretazioni dei nostri pards fatte da autori che non lavorano "abitualmente" su Tex.
Sergio era stato chiarissimo nel presentare a suo tempo questa nuova collana.
Ed è l'unica collana ove, a mio modestissimo avviso, è possibile incontrare pards disegnati in modo difforme dai modi tradizionali.
Qui l'Autore può sbizzarrirsi nell'interpretazione.....

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Trattano di guerre indiane entrambe, no?

ah ok hai ragione non avevo fatto molta attenzione. Comunque per entrambe ho delle grandi aspettative: spero possano definirsi epiche... Chissà che Faraci non si sia serbato il suo capolavoro per il suo primo texone...

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Speriamo il tema mi ricorda uno dei miei albi preferiti della mitica Storia del west! Comunque saranno entrambe sulle guerre indiane ma questa non è una guerra indiana in generale per cui non vedo pericolo di critiche per la trama simile

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Trattano di guerre indiane entrambe, no?

ah ok hai ragione non avevo fatto molta attenzione. Comunque per entrambe ho delle grandi aspettative: spero possano definirsi epiche... Chissà che Faraci non si sia serbato il suo capolavoro per il suo primo texone...

Beato te che aspetti il capolavoro... Io é dallo sceriffo indiano che aspetto una storia superiore alla sufficienza . l unica storia piacevole é stata quella con dotti . 
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Ancora una volta Tex viene coinvolto in un contesto storico realmente accaduto, che precede di pochi anni l'imboscata di Lost Valley raccontata sulla serie regolare.
Completamente diversi i due episodi come giustamente ha fatto notare Boselli, diversi gli autori delle due storie, diversa la personalità dei due capi Lone Wolf  e Captain Jack così come la loro sorte.
Continuando così auspico di poter vedere in futuro come Tex possa aver partecipato alla maggior parte degli avvenimenti storici compresi tra la guerra di secessione e il massacro di Wounded Knee.
Grandissima attesa per i disegni di Breccia che per quanto visto finora in anteprima ha realizzato delle tavole maestose.

  • +1 1
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Disegni e copertina stratosferici! Ed è bello vedere che finalmente la filosofia della collana viene rispettata. Non vedo l'ora che esca questo capolavoro!

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  • 1 mese dopo...

Cari pards vi segnalo che giovedi 23 giugno alle 18,30 presso la Mondadori Megastore di via Marghera a Milano sara' presentato il Texone "Capitan Jack" e saranno presenti gli autori Tito Faraci e Enrique Breccia. :D
Dal sito SBE: "Tutti i partecipanti verranno omaggiati con una stampa esclusiva a tiratura limitata, realizzata su cartoncino e con timbratura a freddo, che i due autori firmeranno subito dopo la presentazione. Sempre come omaggio, tutti gli intervenuti riceveranno, a ricordo della serata, una riproduzione delle storiche copertine di Tex, stampate su fogli di latta di pregio."

Ecco il link con l'articolo completo dell'evento: http://www.sergiobonelli.it/gallery/notizie-flash/40870/Il-Texone-presentato-a-Milano-.html

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Sono passati più di tre mesi dal mio primo e ultimo post su questo forum. Avevo intenzione di intervenire più spesso, ma gli impegni della vita sono quel che sono. Così non ho potuto commentare come avrei voluto la molto buona doppia di Ticci sceneggiata da Ruju e il bellissimo albo in edicola di Biglia e Boselli, che promette di essere l'inizio di una grande tripla. Ma rubo però un po' di spazio agli impegni per commentare questo straordinario texone. 

Anche se sono quindi soddisfatto delle ultimissime storie di Tex, devo però iniziare con una critica: siamo o non siamo in internet? default_tongue.png Non ho ben capito cosa si sia inceppato nel meccanismo di programmazione delle storie del nostro ranger, ma qualcosa mi pare si sia proprio inceppato. Perché dopo un anno in cui si erano accavallate troppe storie incentrate su false accuse e tapini inseguiti, quest'anno sembra che non ci sia storia di Tex che non sia incentrata sulle rivolte indiane. Per carità di dio, meglio così, visto che è un tema molto più western e meno melenso dell'innocente perseguitato che deve essere salvato, ma lo stesso questo alternarsi di storie molto simili tra loro non mi fa una bella impressione. Peccato sicuramente veniale, l'importante è che le storie siano belle, ma insomma.

Texone straordinario, dicevo. Ma non poteva essere diversamente trattandosi di un maestro come Enrique Breccia. Chi come me è cresciuto negli anni 70 e 80, l'epoca d'oro in Italia per la pubblicazione del miglior fumetto argentino, non può non provare un senso di venerazione per i due Breccia, padre e figlio. E visto l'impossibilità di sognare un texone disegnato dal padre Alberto, fin dai tempi dei primissimi texoni avevo sognato un texone disegnato da Enrique. Ci sono voluti quasi 30 anni, ma alla fine il sogno si è avverato e non mi ha deluso. Ovviamente i texoni da un punto di vista grafico non hanno quasi mai lasciato a desiderare, ma poche volte mi era capitato di trattenere quasi il fiato e rimanere a bocca aperta girando le pagine come in questo caso. Anzi a pensarci proprio mai, nemmeno con Magnus e altri dei volumi storici della collana. Breccia fa uscire dalle vignette il senso della polvere, del vento, della nebbia, dando quindi una sensazione unica di realismo, ma allo stesso tempo crea il West più fantastico e irreale mai visto sulle pagine di Tex. I suoi boschi intricati, le sue rocce lunari, quel continuo contrappunto dell'azione con protagonisti gufi, falchi, topi magnificamente disegnati, creano un paesaggio da favola di enorme fascino evocativo. I suoi personaggi sono maschere, Tex e Carson compresi, a volte persino deformi, ma sempre incredibilmente espressive e a loro modo sempre "vere". Dove si supera è nel disegnare indiani, tra i più belli mai visti, dei totem viventi, con le facce scolpite nella roccia e nel legno. Che altro incensare? Le sue incredibili sequenze notturne, la raffinata luminosità dei flashback, la dura ma mai compiaciuta violenza delle morti? Giusto un piccolo appunto, tanto per non sembrare un fan cieco (cosa che non mi vergognerei di essere nei confronti di un Breccia, per altro): nelle ultime tavole ho ravvisato un po' di stanchezza, un filo in meno di ricercatezza negli effetti grafici. Ma parliamo di disegni da 10 che diventano "solo" da 9,5.

Meno straordinaria la storia, ma forse perché ispirato dal fatto storico, forse sotto l'influenza del fosco tratto del disegnatore, finalmente Faraci scrive una storia degna di essere ricordata, dura e amara, con personaggi adulti e credibili (a parte un paio di ufficiali isterici). Suo grande merito è lasciare grande spazio a Breccia, con molte tavole "silenziose" e d'atmosfera, laddove forse un Boselli, ma anche un Bonelli e un Nolitta, avrebbero teso a riempire le tavole con baloon in ogni dove. I dialoghi sono quasi sempre sobri e secchi, le sequenze veloci e incalzanti, con il lettore che viene informato il giusto indispensabile e buttato in mezzo all'azione, sempre abbondante e spesso giustificatamente violenta. A parte un simpatico siparietto iniziale con l'entrata in Scena di Tex e Carsn, è una storia piuttosto cupa e drammatica, ma che non stringe mai la gola al lettore, riuscendo invece ad essere armoniosa e avventurosa. Non amo moltissimo le storie di Tex che si ispirano a celebri fatti storici, il rischio pedanteria stile Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi è sempre dietro l'angolo, come era accaduto, ad esempio, nella storia su Custer. Qui invece Faraci prende il fatto storico e lo "texianizza" con efficace abilità, tanto che, se non si sapesse che è un fatto storico, potrebbe passare per una classicissima storia di Tex, con giusto qualche tocco amaro e realistico in più del solito.
Poche e isolate le note stonate: il tono un po' dolciastro del racconto del sergente Morrison, un Tex un po' supereroisticamente messo sempre lì a correre e a sparare contemporaneamente con due pistole. Cose minime. L'unico grosso difetto è forse l'esageratissimo e alla fin fine monotono tiro al bersaglio della battaglia: mi pare quasi 25 pagine di bang-bang zip-zip aaah, bang-bang zip-zip aaah. Lì è Breccia che fa miracoli e rende viva e drammatica una scena altrimenti persino grottesca nella sua ripetitività. 

Un texone per me da sfogliare e risfogliare.

  • +1 2
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Non ho ben capito cosa si sia inceppato nel meccanismo di programmazione delle storie del nostro ranger, ma qualcosa mi pare si sia proprio inceppato. Perché dopo un anno in cui si erano accavallate troppe storie incentrate su false accuse e tapini inseguiti, quest'anno sembra che non ci sia storia di Tex che non sia incentrata sulle rivolte indiane. Per carità di dio, meglio così, visto che è un tema molto più western e meno melenso dell'innocente perseguitato che deve essere salvato, ma lo stesso questo alternarsi di storie molto simili tra loro non mi fa una bella impressione.



Non posso che quotare questa parte del lungo commento di Dee (del resto non dico nulla perché non ho ancora letto il Texone): prima il periodo "fuggiaschi"; ora questo "rivolte indiane", tra pochi mesi i "grandi ritorni". Questo è l'unico difetto dell'ottimo lavoro che Boselli sta svolgendo da curatore (lo so, qualcuno ora mi dirà che dipende dai disegnatori che finiscono e robe del genere: ma da lettore sono scuse che mi interessano relativamente).
ps. ci rinuncio a capire la trappola infernale delle citazioni di altri utenti in questo nuovo forum. 
  • +1 1
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Speciale sicuramente memorabile.
Gli eventi storici vengono rievocati intrecciandoli con elementi di fantasia che portano a uno sviluppo incalzante in grado di mantenere alta l'attenzione fino all'epilogo che non poteva non tener conto di come realmente fossero andate le cose. E Faraci mostra una grande abilità nel mischiare gli ingredienti fino a confezionare una storia carica di tensione e amarezza, come si conviene a qualunque narrazione inserita in un contesto bellico. Spazio dunque alla violenza nelle sue diverse forme che trovano modo di manifestarsi in situazioni di conflitto che le vorrebbero come normale espressione dello stato di guerra. Anche i dialoghi appaiono più secchi di come solitamente risultano nelle sceneggiature di Tito. Ma d'altra parte si tratta di uno speciale e quindi anche un registro narrativo fuori dai canoni è giustificato.
E il tutto ci viene rappresentato dalla prova grafica di uno dei più grandi interpreti del fumetto. Breccia riproduce nelle sue tavole l'atmosfera cupa e rassegnata che si sviluppa nell'evolversi della storia, portandoci dentro e attirandoci nel vortice delle sue chine fino a farci respirare l'aria polverosa dei Lava Beds e trasformarci in testimoni degli eventi.
Libertà nella costruzione della gabbia come finora si era visto solo nei cartonati dei Romanzi a fumetti, distribuzione di bianchi e neri che varia col mutare del registro narrativo, tratti scolpiti fino a distillare le espressioni di ognuno dei protagonisti fino al parossismo deformante del grottesco.
Qualcuno storcerà il naso per la interpretazione che il maestro argentino dà di Tex e Carson, ma la grande potenza evocativa del tratto di Breccia rimane come elemento caratterizzante e nobilitante di un volume che a mio avviso è da annoverare tra i più grandi di una collana pluridecennale arrivata ormai al numero 31

 

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Non ho ben capito cosa si sia inceppato nel meccanismo di programmazione delle storie del nostro ranger, ma qualcosa mi pare si sia proprio inceppato. Perché dopo un anno in cui si erano accavallate troppe storie incentrate su false accuse e tapini inseguiti, quest'anno sembra che non ci sia storia di Tex che non sia incentrata sulle rivolte indiane. Per carità di dio, meglio così, visto che è un tema molto più western e meno melenso dell'innocente perseguitato che deve essere salvato, ma lo stesso questo alternarsi di storie molto simili tra loro non mi fa una bella impressione.



Non posso che quotare questa parte del lungo commento di Dee (del resto non dico nulla perché non ho ancora letto il Texone): prima il periodo "fuggiaschi"; ora questo "rivolte indiane", tra pochi mesi i "grandi ritorni". Questo è l'unico difetto dell'ottimo lavoro che Boselli sta svolgendo da curatore (lo so, qualcuno ora mi dirà che dipende dai disegnatori che finiscono e robe del genere: ma da lettore sono scuse che mi interessano relativamente).
ps. ci rinuncio a capire la trappola infernale delle citazioni di altri utenti in questo nuovo forum. 

Dissento. Indiani e banditi sono i due temi principali del western, in ragione di fify-fifty. Dire che si tratta di tre storie di indiani equivale a dire che sono tre storie western. Punto. Le trame differiscono che più non si possa. Quindi... obiezioni rimandate ai mittenti con accuse di ignoranza, quanto meno... :rolleyes:


Idem sui ritorni... Se ti sembra che Yama  e Lupe abbiano qualcosa in comune... Rileggiti le storie classiche del grande GL con la loro sfilza ininterrotta di mandrie razziate e città corrotte. Io non mi lamentavo. Tu sì?

Modificato da borden
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  • Rangers

Ciao a tutti pards.
Torno a commentare anch'io nonostante ho i tempi sempre ristretti.

Senza spoilerare troppo.
S

P

O

I

L

E

R


Disegni di Breccia: davvero formidabili; riesce a rendere tutta la vicenda più cruda e spietata di come appare.
Mi sono piaciuti moltissimo i vari stacchi del gufo che ogni tanto appariva seguendo le varie scene e fino alla fine ce lo ritroviamo.
Potremmo essere noi stessi imprigionati nel gufo, protagonisti esterni alla vicenda che osserviamo il tutto da varie angolazioni.
Quindi per questo un ottimo spunto originale di Faraci, coadiuvato da un grande Breccia.
Sicuramente ci saranno miriadi di lettori inferociti per la realizzazione di Tex e Carson.
Anche questi hanno due volti raffigurati in modo molto personale e originale.
Ma per quel che mi riguarda va benissimo così.
Infatti i Texoni esistono per queste visioni personali, sono nati per quello e spero che continueranno su questa strada.

Per quanto riguarda la storia, per quanto mi riguarda ciò che ho appena letto è la cosa migliore scritta da Faraci su Tex.
Forse è il suo capolavoro.
Non so spiegarmi bene il perchè ma il tutto strizza l'occhio in qualche sequenza o nelle atmosfere (non so) al Texone Patagonia.
Io almeno ho respirato quell'aria e quelle emozioni che mi diedero a suo tempo quel capolavoro Boselliano.
Il finale alla Nolitta poi è un vero fiore all'occhiello.
 

L'unica cosa che non mi quadra è nel finale.
Non per la fine che fa Capitan Jack (del resto questa è storia e neanche Tex può farci niente), ma soprattutto perchè non si sa più nulla di Hooker Jim.
Tex dice: "consegneremo questi tre all'esercito nella speranza che venga fatta giustizia".
Ecco questo secondo me non è da Tex. Lui aveva fatto un giuramento ad un suo amico e minimo avrei preferito che avesse messo in mano un'arma al mascalzone di turno e si sarebbe risolto tutto con un bel duello.
Invece Tex se ne va sperando che l'esercito compia giustizia al posto suo.
Ecco forse sarebbe stato meglio che impiccassero pure Hooker Jim insieme a Capitan Jack.
Magari poi è pure successo,, non so.
Fatto sta che la vignetta finale è degna di Nolitta.

Un applauso a Faraci dunque, sperando che le ultime sue storie siano su questo livello, perchè qui ha trovato davvero un buonissimo spunto.
Alla prossima pards

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Non ho ben capito cosa si sia inceppato nel meccanismo di programmazione delle storie del nostro ranger, ma qualcosa mi pare si sia proprio inceppato. Perché dopo un anno in cui si erano accavallate troppe storie incentrate su false accuse e tapini inseguiti, quest'anno sembra che non ci sia storia di Tex che non sia incentrata sulle rivolte indiane. Per carità di dio, meglio così, visto che è un tema molto più western e meno melenso dell'innocente perseguitato che deve essere salvato, ma lo stesso questo alternarsi di storie molto simili tra loro non mi fa una bella impressione.



Non posso che quotare questa parte del lungo commento di Dee (del resto non dico nulla perché non ho ancora letto il Texone): prima il periodo "fuggiaschi"; ora questo "rivolte indiane", tra pochi mesi i "grandi ritorni". Questo è l'unico difetto dell'ottimo lavoro che Boselli sta svolgendo da curatore (lo so, qualcuno ora mi dirà che dipende dai disegnatori che finiscono e robe del genere: ma da lettore sono scuse che mi interessano relativamente).
ps. ci rinuncio a capire la trappola infernale delle citazioni di altri utenti in questo nuovo forum. 

Dissento. Indiani e banditi sono i due temi principali del western, in ragione di fify-fifty. Dire che si tratta di tre storie di indiani equivale a dire che sono tre storie western. Punto. Le trame differiscono che più non si possa. Quindi... obiezioni rimandate ai mittenti con accuse di ignoranza, quanto meno... :rolleyes:


Idem sui ritorni... Se ti sembra che Yama  e Lupe abbiano qualcosa in comune... Rileggiti le storie classiche del grande GL con la loro sfilza ininterrotta di mandrie razziate e città corrotte. Io non mi lamentavo. Tu sì?

Ok Borden, allora regalateci un'altra sfilza di storie con poveri innocenti accusati di qualcosa, braccati da più o meno pericolosi avversari. Non vediamo l'ora noi poveri ignoranti lettori :D

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Non per la fine che fa Capitan Jack (del resto questa è storia e neanche Tex può farci niente), ma soprattutto perchè non si sa più nulla di Hooker Jim.
Tex dice: "consegneremo questi tre all'esercito nella speranza che venga fatta giustizia".
Ecco questo secondo me non è da Tex. Lui aveva fatto un giuramento ad un suo amico e minimo avrei preferito che avesse messo in mano un'arma al mascalzone di turno e si sarebbe risolto tutto con un bel duello.
Invece Tex se ne va sperando che l'esercito compia giustizia al posto suo.
Ecco forse sarebbe stato meglio che impiccassero pure Hooker Jim insieme a Capitan Jack.
Magari poi è pure successo,, non so.
 

Come Capitan Jack anche Hooker Jim è stato un reale protagonista della guerra dei Lava Beds, macchiandosi realmente di azioni sanguinarie contro i bianchi e costringendo Capitan Jack a uccidere il generale Canby nelle circostanze riportate da Faraci. Poi nella realtà Hooker Jim si arrese all'esercito e contribuì alla cattura di Capitan Jack e successivamente ha testimoniato contro il suo capo in cambio di un'amnistia.
Questa è la realtà storica e bene ha fatto Faraci a non rivelarlo lasciando ai lettori la speranza che in qualche modo anche Hooker possa essere stato punito....

 

 
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