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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 31] Capitan Jack


Sam Stone
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La storia, i disegni, i personaggi  

55 utenti hanno votato

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Una delle storie meglio disegnate di sempre anche se Tex a volte appare un po' diverso dall'immaginario collettivo e consolidato, ma bisogna farsene una ragione, ogni artista la interpreta a suo modo. Per quello che riguarda i texoni, volume secondo solo a quello di Magnus - che rimane e sarà inarrivabile- e sono 20 anni giusti giusti da quel capolavoro. 

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Dissento. Indiani e banditi sono i due temi principali del western, in ragione di fify-fifty. Dire che si tratta di tre storie di indiani equivale a dire che sono tre storie western. Punto. Le trame differiscono che più non si possa. Quindi... obiezioni rimandate ai mittenti con accuse di ignoranza, quanto meno... :rolleyes:

Naturalmente da supervisore e autore hai tutto il diritto di essere convinto di ciò che fai scrivere, di quello che scrivi e di come pubblichi il tutto.
Altrettanto naturalmente da lettore posso essere più o meno soddisfatto di quello che leggo e di come viene pubblicato.
E qui finirebbe la storia.
Ma visto che, in modo sinceramente un po' bislacco, è saltata fuori addirittura un'accusa di ignoranza (e "quanto meno" pure, il "tanto più" in cosa consisterebbe accusare di fellonia e maramalderia?default_laugh.png), si impone dunque il pippone polemico, che noi gente di internet siamo permalosi. Almeno quanto i supervisori di Tex.

Prima di tutto è la quinta da dicembre con indiani sul piede di guerra, non la terza.
Poi non capisco davvero  cosa dovrebbe significare e a che obiezione risponde affermare che "sono tre storie western". Chi ha negato che NON siano storie western, e cosa vuol dire affermare che sono western? Che Tex è un western e quindi tutto ok? Quindi andrebbero bene tre (o cinque) storie consecutive incentrare su, boh, assalti alle diligenze? E' un tema assolutamente western anche quello, no? Lo so da me che è un'esagerazione, l'assalto alla diligenza è un tema molto più specifico di quello sugli indiani sul sentiero di guerra, che è un tema molto più generico e libero.
Ma parlando della recente programmazione il discorso può essere ribaltato. Se ad esempio per un tot di storie consecutive o molto ravvicinate mi becco Tex impegnato in una rissa in un saloon quella è una situazione talmente generica e di routine per il personaggio che non ci faccio caso, ma se, come è capitato ultimamente, per tre storie mi ritrovo Tex che affronta in duello un indiano (e abbuono il semi-duello col fessacchiotto di "Partita pericolosa"), ecco, quella è una situazione più specifica, più "drammatica" e centrale nelle trame, che quindi un po' un senso di ripetitività e monotonia me la da. Che poi, nonostante la ripetizione di alcune situazioni e di alcuni personaggi, le trame differiscano lo so anch'io. Ci mancherebbe altro, permettimi di dire.
Del resto ho stesso ho scritto che l'ultimo albo tuo e di Biglia è bellissimo e anche la storia di Ticci e Ruju era molto bella, e su quanto mi sia piaciuto questo texone ho abbondantemente scritto. Tutto questo nonostante siano state tutte precedute da due storie di Faraci sempre con di mezzo indiani più o meno bellicosi. Quindi la ripetitività delle tematiche, non inficia il mio gradimento delle storie. Ma la stessa tematica ripetuta cinque volte resta la tematica ripetuta cinque volte, per quanto possa essere generica e possa consentire la massima libertà. Gli indiani coi banditi nel western fanni 50% e 50%? Ok. Allora negli ultimi mesi abbiamo visto solo un 50%.

La ripetitività nelle vecchie storie di Bonelli c'era nei primi dieci - venti anni della serie, tempi eroici e più rilassati di cui tutti subiamo il fascino, ma che spero nessuno voglia portare ad esempio come modello per una serie pubblicata nel 2016, soprattutto a livello editoriale. Comunque da fine dei 60 in poi, con la maturazione della serie, mi sembra che accadeva molto raramente che si ripetessero le stesse tematiche storia dopo storia, anzi mi pare ci fosse una certa attenzione nel garantire una forte alternanza, anche con storie spesso extra-western. Quindi o per molti anni la varietà è stata una casualità o funzionava qualcosa che oggi funziona meno.

Cosa succederebbe se su Dylan Dog pubblicassero casualmente cinque storie consecutive con i lupi mannari?
O se su Julia pubblicassero cinque storie consecutive su dei rapinatori di banche?
Anche fossero storie valide e diversissime tra loro, ci sarebbe un ovvio e persino giustificato malumore tra i lettori.
Siamo tutti d'accordo che il western è un genere che sopporta meglio le ripetizioni, che non ha il bisogno di varietà dell'horror e del giallo, e infatti, ribadisco, nessuno stronca una storia perché "c'erano gli indiani anche nelle storie prima: che noia che barba, che barba che noia". Però notare che "c'erano gli indiani anche nelle storie prima" non è da tignosi e cavillosi, è da normali lettori che amano anche la varietà.

Adoro le cotolette alla milanese e il puré, ma non li mangerei cinque volte di seguito, Neanche tre.

  • +1 3
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Non ho ben capito cosa si sia inceppato nel meccanismo di programmazione delle storie del nostro ranger, ma qualcosa mi pare si sia proprio inceppato. Perché dopo un anno in cui si erano accavallate troppe storie incentrate su false accuse e tapini inseguiti, quest'anno sembra che non ci sia storia di Tex che non sia incentrata sulle rivolte indiane. Per carità di dio, meglio così, visto che è un tema molto più western e meno melenso dell'innocente perseguitato che deve essere salvato, ma lo stesso questo alternarsi di storie molto simili tra loro non mi fa una bella impressione.



Non posso che quotare questa parte del lungo commento di Dee (del resto non dico nulla perché non ho ancora letto il Texone): prima il periodo "fuggiaschi"; ora questo "rivolte indiane", tra pochi mesi i "grandi ritorni". Questo è l'unico difetto dell'ottimo lavoro che Boselli sta svolgendo da curatore (lo so, qualcuno ora mi dirà che dipende dai disegnatori che finiscono e robe del genere: ma da lettore sono scuse che mi interessano relativamente).
ps. ci rinuncio a capire la trappola infernale delle citazioni di altri utenti in questo nuovo forum. 

Dissento. Indiani e banditi sono i due temi principali del western, in ragione di fify-fifty. Dire che si tratta di tre storie di indiani equivale a dire che sono tre storie western. Punto. Le trame differiscono che più non si possa. Quindi... obiezioni rimandate ai mittenti con accuse di ignoranza, quanto meno... :rolleyes:


Idem sui ritorni... Se ti sembra che Yama  e Lupe abbiano qualcosa in comune... Rileggiti le storie classiche del grande GL con la loro sfilza ininterrotta di mandrie razziate e città corrotte. Io non mi lamentavo. Tu sì?

Ok Borden, allora regalateci un'altra sfilza di storie con poveri innocenti accusati di qualcosa, braccati da più o meno pericolosi avversari. Non vediamo l'ora noi poveri ignoranti lettori :D

Ah! Ah! ;) A parte le battute e la mia provocazione, lo capisci anche tu che una TRAMA simile è cosa ben diversa da un TEMA simile. Tre storie di indiani sono come tre diverse sinfonie, non come lo stesso disco ripetuto. Se non siamo d'accordo su questo punto, allora che so, le trame di ELEMENTARY o le storie di Nick Raider sono tutte uguali perché in tutte c'è la polizia e la caccia al colpevole. Ma quella è la TEMATICA, non la trama!! Cribbio, basta leggerle per capire che Capitan Jack, Lost Valley e Lunga Lancia non hanno NIENTE in comune tra loro, neppure il tema della rivolta perché in Lunga Lancia non c'è e in Lost Valley è una guerriglia, più altri diversissimi avventimenti successivi che ancora dovete leggere...  

Per Dee Brown. tu stesso nel tuo post inserisci le ragioni della mia risposta. Infatti confondi intreccio -o singole situazioni- e tematica. L'attacco alla diligenza è specifico, come dici tu, e gli indiani sono una tematica. Appunto. Le storie sono diverse, situazioni e intrecci NON si ripetono e tanto basta. Una storia pronta ce l'avevo, quella politocoferroviaria di Manfredi - Seijas che doveva uscire ORA. L'ho rimandata perché ho giudicato Lost Valley più avventurosa ed "estiva". Decisione consapevole.

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oh, Dio mio la storia politico ferroviaria di Manfredi per la gioia di Comix Archive!!! :lol:

Comunque è vero, la tematica è una cosa, l'intreccio è un'altra e devo dare ragione a Mauro, poi sta all'abilità degli autori riuscire a rendere OGNI storia accattivante di per sé.

Però dico a Dee Brown che è un errore, secondo me si capisce, pensare al primo Tex, quello degli anni Cinquanta, come un esempio da non portare oggi nel 2016. No, signori. Naturalmente ORA bisogna attenersi a un tipo di scrittura attuale (non moderno: attuale), ma il Tex di quei primi numeri è e deve essere un punto di riferimento. Se si leggono Il Tranello o La gola della morte, tanto per fare due esempi c'è talmente tanta ROBA in queste due avventure che Boselli e gli altri autori di Tex possono oggi tenerle perfettamente come punti di riferimento eccome! Parere mio, s'intende. Dobbiamo finirla di pensare che prima era tutto INGENUO E CANDIDO. In Uno contro Venti Tex fa una MATTANZA, ammazza banditi come in un film di Tarantino o Peckinpah eppure era il 1948!!! Come vedete bisogna pescare bene dalle storie del passato, direi.

Meditate. (fine off topic).

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Però dico a Dee Brown che è un errore, secondo me si capisce, pensare al primo Tex, quello degli anni Cinquanta, come un esempio da non portare oggi nel 2016. No, signori. Naturalmente ORA bisogna attenersi a un tipo di scrittura attuale (non moderno: attuale), ma il Tex di quei primi numeri è e deve essere un punto di riferimento. Se si leggono Il Tranello o La gola della morte, tanto per fare due esempi c'è talmente tanta ROBA in queste due avventure che Boselli e gli altri autori di Tex possono oggi tenerle perfettamente come punti di riferimento eccome! Parere mio, s'intende. Dobbiamo finirla di pensare che prima era tutto INGENUO E CANDIDO. In Uno contro Venti Tex fa una MATTANZA, ammazza banditi come in un film di Tarantino o Peckinpah eppure era il 1948!!! Come vedete bisogna pescare bene dalle storie del passato, direi.

No no, sfondi una porta aperta con me sulla questione. A livello di forza narrativa quel Tex "antico" è forse più moderno di tantissima roba molle e senza nerbo che esce oggi in edicola. Facevo un discorso sulla pianificazione editoriale delle storie, all'epoca diciamo abbastanza lasca, probabilmente persino inesistente. ;)

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Io credo che la critica alla similitudine di storie consecutive sia detta così tanto per dire, non voglio pensare che qualche lettore pensi che gli addetti ai lavori non se ne rendano conto, molto probabilmente per garantire sempre la puntualità delle uscite si è preferito fare così, o non si è dato troppo peso proprio perchè anche se sono simili per qualche aspetto, sono storie diverse...
Comunque, a parte questo, complimenti a Faraci per la bella storia, sperando che continui cosi..e complimenti a Breccia, gran disegnatore!

  • +1 1
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Unire la Storia (quella con la maiuscola) alle storie è sempre un'impresa. Ma vale la pena. Ci ho provato anch'io. A voi giudicare. Posso solo dire che stavolta, davvero, più e meglio di così non sapevo fare. 
Breccia è gigantesco. Non ho parole. Se questa storia resterà, il merito sarà suo.

Ciao
TF

 

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Ho trovato questo Texone veramente eccezionale, sia per il soggetto, sia per i disegni di altissimo livello.

Non posto particolari ulteriori dettagli, in quanto altri già lo hanno fatto molto meglio di come avrei potuto farlo io.

Desidero però sottolineare che questo lavoro rappresenta una vera e propria sinfonia in onore di Sergio Bonelli, per quanto aveva previsto per questa collana: soggetti scritti da abituali frequentatori della saga e disegni affidati a grandi artisti internazionali, ancorché lontani dagli abituali canoni texiani.

Ho letto l'affermazione di un frequentatore di questo forum, secondo il quale i disegni di Breccia sarebbero i migliori mai visti su Tex. Personalmente mi trovo lontano mille miglia da questa affermazione, anche se rispetto il suo giudizio ovviamente.
Per questo mi sono soffermato a considerare la grandissima responsabilità del nostro Curatore nel predisporre un prodotto che possa essere apprezzato (e, soprattutto, venduto) da una platea così variegata di pubblico con differenti caratteristiche, quali l'età, la cultura, le quotidiane abitudini, l'utilizzo del tempo libero, ecc. ecc.

Complimenti e auguri di buon lavoro, Mauro!

Modificato da francob
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Voglio solo ringraziare quelli che hanno reso possibile acquistare questo imperdibile pezzo della collezione.

Se vado indietro con la memoria me ne ricordo solo quattro o cinque di veramente memorabili, ma anche questo
resterà negli annali.

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Sono stato letteralmente "rapito" dall'interpretazione di Breccia dei volti di Tex e Carson.
So che i puristi hanno storto il naso, ma io l'ho trovata incredibilmente affascinante, evocativa, emozionante ed espressiva.
Ok il Texone di Magnus è strepitoso, tuttavia il suo tratto lo considero poco "western" e gli preferisco questo più realistico di Breccia.

 

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Posso dare anche la mia piccola opinione, i disegni anche se differenti da quella che è la serie originale meritano, davvero stupendi. 
La storia mi ha lasciato un pò di amaro, inoltre leggendo le pagine iniziali che raccontano appunto la storia vera di capitan jack il finale mi è risultato un pò scontato ma ovviamente non potevano stravolgere la storia originale e sempre difficile incastrare un racconto personale in una storia vera. 
Comunque credo che questo volume merita,tirando le somme e un bel lavoro. Complimenti a gli autori.

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Ho dato ottimo sia alla storia che ai disegni.
Tra i personaggi la mia preferenza va a Capitan Jack

Scusa .. perchè a Capitan Jack? Si è macchiato di un gesto spregevole: ha sparato a sangue freddo a un uomo disarmato..

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Contiene SPOILER

Un ottimo lavoro quello del duo Faraci-Breccia, anche se il volto di Tex (capelli e profilo "taurino" stile Superman......mentre quando fumava sembrava il "Torpedo" di Bernet, con quella boccuccia ridotta a puntino) e di Carson (baffi e naso adunco) sono eccessivamente "caricati", a mio parere. Ma é un Tex Speciale, quindi ci sta.
Volevo però chiedere a Tito come mai ha inteso privilegiare le scene di battaglia a scapito della complessa personalità di Capitan Jack, del quale é stato completamente obliterato lo sforzo di integrarsi negli usi e costumi dei bianchi (da cui, l'origine del "soprannome", che NON era il suo nome originale), l'ansia e lo struggimento per la sorte del suo popolo, i grandi conflitti interiori che lo hanno portato al comportamento nei confronti di Canby e degli altri ambasciatori di pace.
Il parallelo con l'episodio "Sangue di guerriero" della collana "Storia del west" é d'obbligo per tutti i bonelliani.................e in quell'albo era venuto fuori maggiormente, a mio giudizio, il dramma di un popolo braccato e senza speranza e la sofferta condotta del loro capo, mista tra orgoglio, istinto di sopravvivenza e chiara consapevolezza dell'ineluttabilità dell'esito conclusivo della battaglia, al di là degli effimeri successi sui "Lava beds".
E' vero che questa é una storia di Tex (e non "la Storia"), ma sospetto che, se non avessi conosciuto per mio conto la vicenda storica reale, alcuni passaggi mi sarebbero apparsi un po' strani.
Personalmente, proprio in quanto storia di Tex, avrei gradito la "licenza artistica" di un Tex che, stante il comportamento di Hooker Jim, avesse provveduto da sé a fare giustizia, come promesso all'amico, magari in tempi differiti. Così, resta un po' il senso di una promessa mancata (......assist a Borden, magari, per riprendere la questione in un successivo episodio della serie regolare).
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Cerco di risponderti senza spoiler, per gli altri. Ho cercato un equilibrio tra introspezione, ricostruzione storica e, naturalmente, avventura (nella tradizione bonelliana). Chiaro che il rapporto di pesi tra le componenti poteva essere diverso. Alla fine ho fatto una scelta, tenendo molto conto del grandissimo disegnatore a cui era destinata la sceneggiatura. Ho cercato di costruire scene che esaltassero la forza e spettacolarità del suo segno (ma anche le atmosfere che sa dare). E poi c'era il meraviglioso scenario dei "Letti di lava" (è stato il titolo di lavorazione della storia), con la battaglia realmente svoltasi. Lunghe scene di introspezione, inevitabilmente piene di dialoghi e "pensatone" (perdonatemi il termine) mi sembravano di troppo. Questa è, almeno, la mia scelta di narratore. Chiaro che altri autori avrebbero costruito la storia diversamente. Il finale porta molto l'impronta di Sergio Bonelli, che mi ha suggerito la trama. Mi è sembrato il migliore possibile, e non mi sembra che Tex ne esca sminuito. 
Spero di essermi spiegato. 
Saluti e grazie, a tutti.

TF
 





Contiene SPOILER

Un ottimo lavoro quello del duo Faraci-Breccia, anche se il volto di Tex (capelli e profilo "taurino" stile Superman......mentre quando fumava sembrava il "Torpedo" di Bernet, con quella boccuccia ridotta a puntino) e di Carson (baffi e naso adunco) sono eccessivamente "caricati", a mio parere. Ma é un Tex Speciale, quindi ci sta.


Volevo però chiedere a Tito come mai ha inteso privilegiare le scene di battaglia a scapito della complessa personalità di Capitan Jack, del quale é stato completamente obliterato lo sforzo di integrarsi negli usi e costumi dei bianchi (da cui, l'origine del "soprannome", che NON era il suo nome originale), l'ansia e lo struggimento per la sorte del suo popolo, i grandi conflitti interiori che lo hanno portato al comportamento nei confronti di Canby e degli altri ambasciatori di pace.


Il parallelo con l'episodio "Sangue di guerriero" della collana "Storia del west" é d'obbligo per tutti i bonelliani.................e in quell'albo era venuto fuori maggiormente, a mio giudizio, il dramma di un popolo braccato e senza speranza e la sofferta condotta del loro capo, mista tra orgoglio, istinto di sopravvivenza e chiara consapevolezza dell'ineluttabilità dell'esito conclusivo della battaglia, al di là degli effimeri successi sui "Lava beds".


E' vero che questa é una storia di Tex (e non "la Storia"), ma sospetto che, se non avessi conosciuto per mio conto la vicenda storica reale, alcuni passaggi mi sarebbero apparsi un po' strani.


Personalmente, proprio in quanto storia di Tex, avrei gradito la "licenza artistica" di un Tex che, stante il comportamento di Hooker Jim, avesse provveduto da sé a fare giustizia, come promesso all'amico, magari in tempi differiti. Così, resta un po' il senso di una promessa mancata (......assist a Borden, magari, per riprendere la questione in un successivo episodio della serie regolare).


 

 

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Credo che questi di Breccia siano i più bei disegni mai visti su una storia di Tex...

Inizierei il mio intervento citando questo nuovo forumista,il cui commento mi ha lasciato di stucco....va bene la solita tiritera "i gusti son gusti",però.....Ti consiglio di rivederti ( o forse di vedere per la prima volta) Galep,Ticci,Fusco,Marcello ecc.,ecc.,poi vedrai se mantenere questa tua posizione oppure no.

Ottimo Texone,la sceneggiatura di Faraci è stata convincente,molto aderente alla Storia,avvincente e spettacolare. Non faccio parte degli entusiasti di Breccia,eccezionale nelle ambientazioni ed in parecchi personaggi,discreto nelle armi,lontanissimo dai miei gusti per quanto riguarda le fattezze di Tex e Carson. I suoi volti,duri e spigolosi,mi hanno ricordato il primo Pratt,quello di Wheeling e del Sergente Kirk,e se per i comprimari ciò può andare bene,per quanto riguarda i due Pards,che "dovresti" realizzare il più vicino alla tradizione possibile,evidentemente no. Il mefistofelico Carson è passabile,il Tex mascellone e basettone anni '70,mi è piaciuto assai poco.  Ho votato "ottima" la sceneggiatura,"buoni" i disegni.

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Sono un nuovo forumista sì, ma non di certo un nuovo lettore di Tex (e tantomeno un acerbo lettore di fumetti)...pertanto non ho bisogno di andarmeli a rivedere i disegni di Galeppini, Fusco o Ticci.
Sopratutto quelli di Galeppini, con tutto il rispetto, ma paragonare i suoi disegni a quelli di un artista di fama internazionale come Breccia mi fa un pò sorridere.

Poi oh, "i gusti son gusti"...;)

 

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Sono un nuovo forumista sì, ma non di certo un nuovo lettore di Tex (e tantomeno un acerbo lettore di fumetti)...pertanto non ho bisogno di andarmeli a rivedere i disegni di Galeppini, Fusco o Ticci.
Sopratutto quelli di Galeppini, con tutto il rispetto, ma paragonare i suoi disegni a quelli di un artista di fama internazionale come Breccia mi fa un pò sorridere.

Poi oh, "i gusti son gusti"...;)

Galleppini, con due elle, please. I gusti sono gusti, i pareri sono pareri, ma il Tex è quello di Galleppini, non certo quello di Breccia: che questo fatto ti possa piacere o no, la realtà è questa. Nel suo tavolo di lavoro, quando disegnava le tavole, Galep aveva uno specchietto e quando doveva realizzare certe espressioni facciali, vi faceva sistematico ricorso, per cui si può dire che come Flaubert prima di lui - che di Madame Bovary affermava "c'est moi" - anche Galep, in una simpatica intervista datata primissimi anni ottanta, faceva la medesima rivendicazione. Il Tex mascellone di Breccia è un'altra cosa. 

Ricordo con commozione la straordinaria abnegazione di Galleppini, che già nei primi anni ottanta incominciò ad avere i primi problemi agli occhi (per cui cominciò a lavorare su tavole di maggiore grandezza) e che quando morì nel 1994, oltre alla vista, aveva problemi alla schiena e non gli riusciva neanche di tenere decentemente il pennello in mano, e che eppure continuava a sfornare tavole dopo aver dovuto rinunciare alle copertine, mentre proprio in quegli anni il nostro Enrique Breccia rispondeva picche a Sergio Bonelli che gli chiedeva di cimentarsi già allora sul texone!!! 

Ci vuole coraggio a presentarsi in un forum di Tex e a lesinare un grazie al grande Galep e a profondersi in lodi per il Tex improvvisato di questo artista internazionale che mi sembra tutto tranne che raccogliere unanimi consensi tra gli appassionati di Tex.

Ho votato "ottima" la sceneggiatura,"buoni" i disegni.

Avevo dato lo stesso giudizio, pard. Per una volta, con Faraci, meglio la sceneggiatura dei disegni.



Ps


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