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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 31] Capitan Jack


Sam Stone
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La storia, i disegni, i personaggi  

55 utenti hanno votato

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A me non da fastidio nulla compadre, basta che la cosa sia reciproca e non ci si inalberi per un "vecchia zitella" con tanto di faccina. Il resto è una tua opinione e quindi saranno guai per te, io ce lo vedrei benissimo e ne sarei molto lieto.

 

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Ma quale partito preso?!
Quando vedo un maestro del calibro di Breccia, che magari qualcosa al fumetto ha dato sino a prova contraria, venire sbeffeggiato in questa maniera mi sembra normale cercare di riportare la discussione a livelli sensati, qui si è arrivati a dire che chi ha apprezzato le sue caratterizzazioni di Tex e Carson non ama e non capisce il personaggio.
Poi le opinioni sono tutte legittime per carità ma per me non non tutte hanno lo stesso valore come si vorrebbe far credere, se uno dice che Alberto Tomba non sapeva sciare buon per lui ma mi dispiace resto convinto che sia una stronzata e mi sento liberissimo di farlo notare.

Il primo ad essere stato sbeffeggiato è stato Galep e quindi la serie di disegnatori che si sono avvicendati fino a... Breccia. C'è chi ha addirittura parlato del Texone come il meglio disegnato in assoluto, è un'opinione, per me molto discutibile, poco rispettosa forse di chi su tex ha dato e continua a dare anima e corpo. Dà fastidio che si postino foto sulla rinoplastica? beh, quelli di Breccia disegnati sul Texone sono tutti nasi da rinoplastica, per voi saranno arte, per noi sono una trave in un occhio. Naso a parte, caratterizzazione di Tex e Carson a parte, è un Texone bene illustrato e l'autore ha fatto al meglio quello che gli era stato chiesto di fare sullo Speciale. Ma guai a vederlo  sulla serie regolare mensile: attenzione, questo non è Tex, come non è Tex quello di Font. E' Tex quello di Biglia, di Dotti, di Andreucci, di Acciarino e me ne dimentico qualcuno (dei nuovi, tanti sono), Breccia no, l'ha detto lui stesso che Tex non è un personaggio che sente nell'anima e che ha disegnato da professionista senza immedesimarsi, il Breccia va bene per un Texone, va bene per un cartonato, ma poi ritorni ai suoi lavori con buona pace di tutti.

Ma quale partito preso?!
Quando vedo un maestro del calibro di Breccia, che magari qualcosa al fumetto ha dato sino a prova contraria, venire sbeffeggiato in questa maniera mi sembra normale cercare di riportare la discussione a livelli sensati, qui si è arrivati a dire che chi ha apprezzato le sue caratterizzazioni di Tex e Carson non ama e non capisce il personaggio.
Poi le opinioni sono tutte legittime per carità ma per me non non tutte hanno lo stesso valore come si vorrebbe far credere, se uno dice che Alberto Tomba non sapeva sciare buon per lui ma mi dispiace resto convinto che sia una stronzata e mi sento liberissimo di farlo notare.

Il primo ad essere stato sbeffeggiato è stato Galep e quindi la serie di disegnatori che si sono avvicendati fino a... Breccia. C'è chi ha addirittura parlato del Texone come il meglio disegnato in assoluto, è un'opinione, per me molto discutibile, poco rispettosa forse di chi su tex ha dato e continua a dare anima e corpo. Dà fastidio che si postino foto sulla rinoplastica? beh, quelli di Breccia disegnati sul Texone sono tutti nasi da rinoplastica, per voi saranno arte, per noi sono una trave in un occhio. Naso a parte, caratterizzazione di Tex e Carson a parte, è un Texone bene illustrato e l'autore ha fatto al meglio quello che gli era stato chiesto di fare sullo Speciale. Ma guai a vederlo  sulla serie regolare mensile: attenzione, questo non è Tex, come non è Tex quello di Font. E' Tex quello di Biglia, di Dotti, di Andreucci, di Acciarino e me ne dimentico qualcuno (dei nuovi, tanti sono), Breccia no, l'ha detto lui stesso che Tex non è un personaggio che sente nell'anima e che ha disegnato da professionista senza immedesimarsi, il Breccia va bene per un Texone, va bene per un cartonato, ma poi ritorni ai suoi lavori con buona pace di tutti.

Non ci dobbiamo affatto preoccupare Ymalpas,..Boselli son sicuro,non ha neanche lontanamente considerato una partecipazione di Breccia alla serie regolare,avrà già storto il naso vedendo quel Tex,ma gustamente è una cosa che magari pensa e che non può certo dire,figuriamoci se gli dasse una storia sulla serie inedita.....Su questo lato possiamo dormire sonni tranquilli,...i nasi adunchi di Breccia saranno ben presto dimenticati....;)

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Ottimo, ci mancava solo il contatto telepatico con Boselli per chiudere in bellezza.:rolleyes:

E dai purtroppo non è cosa da tutti,lo posso capire Ahmed,ma è così....,poi basta aspettare e vedere....ne riparliamo tra qualche anno!!

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Ho letto con piacere le molte recensioni positive che su internet circolano su Capitan Jack, e sono contento per questa incursione di Faraci nell'epica, una componente che nelle sue storie - fondamentalmente ordinarie - fino ad ora era mancata. Eppure, nonostante il texone di quest'anno appartenga al filone che amo di più - vicende tratte dalla Storia - non ho apprezzato appieno il taglio che l'autore ha voluto dare alla vicenda, privilegiando la componente d'azione in una trama che ben si prestava invece all'approfondimento della psicologia dei personaggi e delle loro motivazioni: se si fosse dato maggior risalto a quest'aspetto, invece di occupare vignette con dei "bang bang" di troppo, ne avrebbe giovato il tasso di drammatizzazione della vicenda, quel pathos indispensabile per rendere una storia epica e memorabile. Non è assolutamente una bocciatura, e non escludo che una seconda lettura possa darmi impressioni differenti, ma senz'altro a mio parere una storia con questi personaggi (onore a Sergio Bonelli per averci pensato) poteva scavare di più nel loro intimo fornendo un ritratto più profondo e più complesso di quello - pur apprezzabile - che ne è venuto fuori.

I disegni, invece, sembrano fatti apposta per dividere, come infatti puntualmente è avvenuto. Un Tex e un Carson troppo lontani dalla tradizione, dei nasi da "rinoplastica" (per rubare un'espressione di Wasted Years), dei volti sostanzialmente sgradevoli. Tex e Carson sono diversi, quella caricatura che sembra il diavolo del Milan (il simbolo della squadra prima dell'avvento di Berlusconi, per intenderci) non può essere Kit Carson. A fronte di questa personalissima e a me non gradita interpretazione dei volti dei ranger, il disegnatore sfodera per il resto una prova maiuscola e molto originale - vera delizia per gli occhi - che in definitiva può far dimenticare quei ritratti così lontani dalla tradizione, anche perché proposti su una testata che nella sperimentazione grafica aveva la sua ragion d'essere originaria.

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Non è assolutamente una bocciatura, e non escludo che una seconda lettura possa darmi impressioni differenti, ma senz'altro a mio parere una storia con questi personaggi (onore a Sergio Bonelli per averci pensato) poteva scavare di più nel loro intimo fornendo un ritratto più profondo e più complesso di quello - pur apprezzabile - che ne è venuto fuori




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Questa di Breccia e l'altra di Biglia, nell'inedito mensile in edicola, hanno diversi punti in comune, a partire proprio dalla figura del capo indiano antagonista. Entrambi sono uomini che decidono di muovere guerra all'uomo bianco dopo aver subito delle ingiustizie, entrambi compiono delle scelte discutibili, entrambi pagano con la sconfitta e poi con la morte i loro errori. Ma se nella storia di Boselli i fari sono tutti concentrati sulla figura del colonnello Bad Hand, nel Texone di Faraci ampio spazio è proprio lasciato alla psicologia di Capitan Jack, un capo indiano che vede minato giorno dopo giorno il suo potere da cattivi consiglieri, in primis lo sciamano Curly Headed e "il pessimo elemento" Scarface Charlie, che sostengono senza troppi veli alla guida della tribù il rivale Hooker Jim. Questa è la situazione che ritroviamo fin dalle prime pagine, quando Capitan Jack vendica l'onore oltraggiato di Winema compiendo il suo primo grande errore  il cacciarla via ingiustamente dal villaggio perché disonorata   dietro suggerimento proprio dello sciamano, decisione che accetta a malincuore per non apparire "debole" (dimostrando con il suo gesto rivoltante l'esatto contrario). In questa sequenza apparentemente insignificante Faraci disegna magistralmente l'animo combattuto di un grande capo, tutta la sua insicurezza che nasce da un ambiente in cui il suo operato è messo continuamente e subdolamente in discussione. Il personaggio di Winema, non è un fatto paradossale, ritornerà alla fine della storia, e sarà come una cartina di tornasole, che spingerà Capitan Jack a ritornarare sui suoi passi e, soprattutto, a schierarsi contro il vile Hooker Jim, che allora potrà tradirlo.


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La debolezza di Capitan Jack è messa sotto la luce d'ingrandimento a pagina 53, siamo nel forte indiano dove Tex e Carson sono accorsi al capezzale del loro amico ranger John Foster. Proprio in queste pagine, la scorreria indiana alla fattoria che apriva il Texone trova finalmente la sua giusta collocazione e risulta un fatto di importanza primaria, non il classico espediente che serve a fare entrare in azione i due pards: il responsabile è la mala erba Hooker Jim  che in quella circostanza — agisce al di fuori dell'autorità di Capitan Jack  — la cui politica con i bianchi è in aperto contrasto con la sua. Il secondo errore magistrale di Capitan Jack risiede nella decisione di riunirsi proprio con la banda ribelle di Hooker Jim. Capitan Jack è ben consapevole che dopo i fatti di sangue di cui quest'ultimo si è macchiato, si sta cacciando in una soluzione senza uscita nei confronti delle Giacche Blu che i Modoc vorrebbero, a questo punto, riportarli nella riserva inospitale. Basterebbe consegnare il responsabile Hooker Jim e invece —  da pagina 65 a pagina 73 — ci troviamo di fronte a un'altra decisione inspiegabile: il massacro della piccola colonna militare inviata nel campo indiano a parlamentare la resa degli indiani. E' un gesto che significa la guerra. Capitan Jack, che probabilmente non avrebbe avuto voluto uno scontro aperto con l'uomo bianco, non avrebbe dato il suo assenso se fosse stato un capo nell'esercizio pieno dei suoi poteri. Appare invece come una marionetta abilmente manovrata dallo sciamano che lo porta prima a riaccogliere il vile ribelle Hooker Jim e poi lo spinge alla guerra con il successivo massacro di militari. Capitan Jack, la cui mente è come annebbiata (pensa di dover continuamente dimostrare di essere un capo vincente), compie come nel caso precedente di Winema, una scelta che ha degli effetti del tutto opposti a quelli che si prefiggeva. Sui letti di lava, dove la tribù si rifugia poco dopo, vincente avrà modo di dimostrare di esserlo un'ultima volta, ma la sua debolezza è tutta in quell'Hooker Jim che come una spina gli si è conficcata nel fianco.


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Nel corso della storia abbondano le vignette, come questa sopra con characters silenti, in cui Breccia provvede a suggerire magistralmente gli stati d'animo dei personaggi della storia. Siamo nei Lava Beds, nell'enorme caverna che Capitan Jack ha scelto come riparo per i vecchi, le donne e i bambini Modoc. Anche in questo caso, l'ottima decisione presa dal capo è messa subito in discussione dal trio capitanato dallo sciamano che è il vero deus ex machina della situazione, il quale però è subito messo a tacere da Capitan Jack che spiega in breve la sua efficace tattica basata sulla guerriglia su un terreno maledettamente disagevole per i militari. E' uno scacco per i congiurati che mugugnanti devono assistere all'ovazione dei guerrieri per il loro capo, che per l'ennesima volta dimostra di essere il più popolare nella tribù. Ma ancora una volta è una forza da cui  Capitan Jack non trarrà il giusto profitto.


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L'altra scena capitale della storia è nelle pagine conclusive dell'albo.Il generale Canby e una delegazione di cui fa parte anche Winema, si incontra con i Modoc di Capitan Jack sui letti di lava. Quest'ultimo ha tutto l'interesse di trattare, dice il generale a pagina 204. "Capitan Jack non è uno stupido... nè una belva assetata di sangue, sa che non potrebbe vincere la battaglia" gli fa eco l'agente indiano al seguito della delegazione. Gli occhi del capo e gli occhi di Winema si incontrano di nuovo a pagina 208 nella stricia centrale. Occhi che Capitan Jack chiude nella tavola successiva quando ripensa al trio di serpenti che gli rinfaccia la mancanza di coraggio se non  ucciderà Canby. Ancora una volta Capitan Jack si trova in una posizione di vantaggio rispetto alla delegazione venuta a parlamentare, ha appena vinto la prima guerra sui letti di lava contro l'esercito, gli basterebbe accordarsi, ha già dimostrato di essere un capo vincente e a questo punto cede invece alle richieste sconsiderate dello sciamano e di Hooker Jim: gli effetti della sua decisione saranno per lui ancora una volta l'opposto di quello che si prefiggeva. Mentre fa fuoco contro Canby, Hooker Jim spara a Winema e il grande capo perde tutte le certezze. Ritornerà infatti inspiegabilmente sui suoi passi, urlerà di dolore nell'apprendere da Tex che la giovane è morta    maledetti vigliacchi   sono le sue parole, le parole di un uomo che finalmente ha aperto gli occhi. Ora c'è Tex, gli promette il suo aiuto. Ma occorre fare un passo indietro per spiegare la conclusione della storia.


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Siamo qui al pugno di Capitan Jack a Hooker Jim, pagina 196. La sequenza è quella del duello tra Tex e Capitan Jack. Ancora una volta Tex, come da tradizione, si affida allo scontro risolutivo all'arma bianca che in tante occasioni gli ha permesso di uscire vincitore da una situazione difficile. In questo frangente si tratta non solo di riportare a casa la pelle: sconfiggere Capitan Jack potrebbe infatti anche metterlo in condizione di farlo ragionare e nella sequenza successiva, quando ciòè giunge la delegazione di Canby, un Capitan Jack sconfitto da Tex, tratterebbe indubbiamente la resa invece di macchiarsi di un omicidio che lo porterà sulla forca. Tex, ovviamente, il duello sta per vincerlo. I congiurati sono più che consapevoli delle conseguenze, non è a loro che è mai mancata la lucidità nel leggere gli avvenimenti. Hooker Jim spara quindi  alle spalle a Tex (come poi spareranno alle spalle a Winema): è l'ennesima riprova che è un essere spregevole  non c'è onore nella sconfitta — dice come a scusarsi, ma Capitan jack non riesce a trattenere il pugno, perché a sua differenza è un uomo d'onore. Cosa che difetta fino alla fine invece nel suo rivale: saranno proprio Hooker Jim e i suoi accoliti, in cambio del condono, a facilitare la cattura di Capitan Jack. Nelle ultime due pagine, mentre attende l'alba e una fune insaponata, può confessare a Tex che se non gli è mancata la forza delle grandi decisioni, gli è mancata invece la forza delle piccole decisioni, quelle sacrosantemente giuste, è un uomo piccolo piccolo quello che confessa a Tex le sue paure e la sua debolezza. La scena è identica a quella delle morte di Lone Wolf nell'albo "Il colonnello mano cattiva": abbiamo due capi disillusi che aspettano con poca serenità la morte, entrambi consapevoli che la guerra contro l'uomo bianco è inutile. Neanche Tex può niente in questo frangente. A Capitan Jack può solo chiedere di morire con dignità. L'ultimo vignettone è un Tex al galoppo che si lascia alle spalle quella che è anche la sua sconfitta ed è un tipo di conclusione che si vede raramente nelle pagine del mensile, ricorda un po' quella dello speciale "Patagonia" e un po' tutte quelle storie in cui Tex è calato in una situazione Storica con la S maiuscola. Fa niente, resta una grande storia quella scritta da faraci e disegnata da Breccia.
 
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Breccia non è mai stato tra i miei disegnatori preferiti ma devo riconoscerne la maestria.
Non mi danno fastidio i suoi nasi aquilini, nè la faccia da avanzo di galera di Tex o il look da damerino con baffi e pizzo impomatati di Carson.
Credo però che l'arte di Breccia non debba essere cercata nelle pagine riempite di tratteggi (sono arrivato anche a pensare che non fossero opera sua ma di qualche "allievo della sua bottega") o nella sua mania dei becchi adunchi o nella silhouette stile armadio di Tex.
E' un artista e si vede.
E credo proprio che non ci sia bisogno di convincere nessuno.
Ma la storia di Faraci, mi si perdoni la franchezza, non è per niente all'altezza dei disegni.
Anzi devo dire che, ma questa naturalmente è solo una mia personale opinione, magari sbagliata, la storia è proprio brutta.
Le righe successive contengono spoiler.
Sono d'accordo con Sam Stone e dissento su quanto ha commentato Natural Killer.
Assicurare (e accertarsene) la giusta punizione a Hooker Jim era il "nocciolo della storia" e non poteva essere trattato con tanta superficialità.
Quello che è successo al personaggio nella realtà non ha importanza, il mondo della "fiction" è pieno di "errori storici" più o meno volontari.
Far credere poi per tre secondi e mezzo alla "morte" di Tex poteva essercelo risparmiato.
La sceneggiatura non ha ritmo né mordente e non si lascia leggere, ma solo "guardare".
Questo Texone rimarrà alla storia solo per i disegni di Breccia.
Spero che nessuno giudichi queste parole come offensive (sono sicuro che Faraci non lo farà) perché esprimono solo un parere personale senza alcuna cattiveria nè intenzione di ferire nessuno.
 

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Mi son tenuto volontariamente lontano dalle polemiche del topic in questione amando svisceratamente Galep e tutto cio´ che ha rappresentato e ancora rappresenta per Tex....

Breccia  e´ solo  di passaggio su Tex e penso che con il suo Texone e le relative polemiche  conseguite non cisaranno altre tappe sul sentiero del ranger texiano... Volevo pero´ solo ricordarvi che il primo Tex di Galep (quello delle origini ) aveva pure un bel tipo di nasone  alla Chiellini.... Anzi in molte vignette invece di assomigliare a Gary Cooper  assomgliava invece a un Chiellini ante litteram... Sapete chi e´ Giorgio Chiellini,nevvero ?

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Scrivo una cosa ovvia ma che sembra sia il caso di ribadire: il "Texone", dando spazio a disegnatori esterni al mondo di Tex, porta naturalmente ad un tratto diverso ed ai "nostri" pards spesso interpretati in maniera originalissima. Apprezziamo queste interpretazioni (fatte pur sempre da grandi artisti)... il Tex disegnato in maniera (più o meno) tradizionale lo vediamo nella serie "regolare". 

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non è così Landi. Il Texone non ha questa valenza, se no non avrebbe ospitato storie di Venturi, Civitelli, Galep o Ticci... ma potrebbe anche avercela, sia chiaro, io non discuto su questo, non metto in dubbio la bravura di nessuno.

A me non ha dato "fastidio" l'originalità di un Breccia piuttosto che di uno Zaniboni o di Milazzo, ma la supponenza che ho visto in queste settimane. Se affermo che non mi piace vedere modificato il volto di Tex non fa di me un "vecchio" o un ottuso o uno che non sa niente di fumetto internazionale. Se vogliono fare un Tex alternativo possono creare una serie nuova. La comprerei lo stesso, pensa un po'.

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All'inizio del video di presentazione dell'albo in questione, è spiegato bene come il Texone (pur con qualche eccezione) sia "pensato" per disegnatori "fuori serie" (fuoriserie in ogni senso)... Personalmente sono molto affascinato dal tratto grafico di Breccia e dalla sua personale interpretazione dei volti di Tex e Carson... non vedo l'ora di rivederlo all'opera sul cartonato alla francese in lavorazione. http://www.sergiobonelli.it/news/news/40895/il-texone-di-breccia-presentato-a.html

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All'inizio del video di presentazione dell'albo in questione, è spiegato bene come il Texone (pur con qualche eccezione) sia "pensato" per disegnatori "fuori serie" (fuoriserie in ogni senso)... Personalmente sono molto affascinato dal tratto grafico di Breccia e dalla sua personale interpretazione dei volti di Tex e Carson... non vedo l'ora di rivederlo all'opera sul cartonato alla francese in lavorazione. http://www.sergiobonelli.it/news/news/40895/il-texone-di-breccia-presentato-a.html

" Attualmente " è pensato per disegnatori fuori serie ma in origine probabilmente non era proprio così, comunque una buona notizia per me, risparmierò anche questa volta i soldi del cartonato alla francese. 

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Beh veramente nacque proprio per questo motivo, Sergio Bonelli aveva commissionato una storia di Tex a Buzzelli salvo poi tenerla nel cassetto per più di due anni perché non riteneva quei disegni e quel Tex "adeguato" alla serie regolare, finché non ebbe l'idea di pubblicarla nel formato Texone. Il successo fu tale che fu necessaria subito una frettolosa ristampa e in seguito Sergio Bonelli decise di creare la nuova serie dedicata a disegnatori extra staff. Poi in seguito furono utilizzati anche disegnatori dello staff per sopperire alla mancanza di Texoni pronti ed in seguito fu visto anche come un premio alla carriera.
Quindi il Texone è stato sempre per disegnatori "fuori serie".

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Non è assolutamente una bocciatura, e non escludo che una seconda lettura possa darmi impressioni differenti, ma senz'altro a mio parere una storia con questi personaggi (onore a Sergio Bonelli per averci pensato) poteva scavare di più nel loro intimo fornendo un ritratto più profondo e più complesso di quello - pur apprezzabile - che ne è venuto fuori




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Questa di Breccia e l'altra di Biglia, nell'inedito mensile in edicola, hanno diversi punti in comune, a partire proprio dalla figura del capo indiano antagonista. Entrambi sono uomini che decidono di muovere guerra all'uomo bianco dopo aver subito delle ingiustizie, entrambi compiono delle scelte discutibili, entrambi pagano con la sconfitta e poi con la morte i loro errori. Ma se nella storia di Boselli i fari sono tutti concentrati sulla figura del colonnello Bad Hand, nel Texone di Faraci ampio spazio è proprio lasciato alla psicologia di Capitan Jack, un capo indiano che vede minato giorno dopo giorno il suo potere da cattivi consiglieri, in primis lo sciamano Curly Headed e "il pessimo elemento" Scarface Charlie, che sostengono senza troppi veli alla guida della tribù il rivale Hooker Jim. Questa è la situazione che ritroviamo fin dalle prime pagine, quando Capitan Jack vendica l'onore oltraggiato di Winema compiendo il suo primo grande errore

 il cacciarla via ingiustamente dal villaggio perché disonorata

  dietro suggerimento proprio dello sciamano, decisione che accetta a malincuore per non apparire "debole" (dimostrando con il suo gesto rivoltante l'esatto contrario). In questa sequenza apparentemente insignificante Faraci disegna magistralmente l'animo combattuto di un grande capo, tutta la sua insicurezza che nasce da un ambiente in cui il suo operato è messo continuamente e subdolamente in discussione. Il personaggio di Winema, non è un fatto paradossale, ritornerà alla fine della storia, e sarà come una cartina di tornasole, che spingerà Capitan Jack a ritornarare sui suoi passi e, soprattutto, a schierarsi contro il vile Hooker Jim, che allora potrà tradirlo.




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La debolezza di Capitan Jack è messa sotto la luce d'ingrandimento a pagina 53, siamo nel forte indiano dove Tex e Carson sono accorsi al capezzale del loro amico ranger John Foster. Proprio in queste pagine, la scorreria indiana alla fattoria che apriva il Texone trova finalmente la sua giusta collocazione e risulta un fatto di importanza primaria, non il classico espediente che serve a fare entrare in azione i due pards: il responsabile è la mala erba Hooker Jim 

 che in quella circostanza — agisce al di fuori dell'autorità di Capitan Jack  — la cui politica con i bianchi è in aperto contrasto con la sua. Il secondo errore magistrale di Capitan Jack risiede nella decisione di riunirsi proprio con la banda ribelle di Hooker Jim. Capitan Jack è ben consapevole che dopo i fatti di sangue di cui quest'ultimo si è macchiato, si sta cacciando in una soluzione senza uscita nei confronti delle Giacche Blu che i Modoc vorrebbero, a questo punto, riportarli nella riserva inospitale. Basterebbe consegnare il responsabile Hooker Jim e invece — 

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a pagina 65 a pagina 73 — ci troviamo di fronte a un'altra decisione inspiegabile: il massacro della piccola colonna militare inviata nel campo indiano a parlamentare la resa degli indiani. E' un gesto che significa la guerra. Capitan Jack, che probabilmente non avrebbe avuto voluto uno scontro aperto con l'uomo bianco, non avrebbe dato il suo assenso se fosse stato un capo nell'esercizio pieno dei suoi poteri. Appare invece come una marionetta abilmente manovrata dallo sciamano che lo porta prima a riaccogliere il vile ribelle Hooker Jim e poi lo spinge alla guerra con il successivo massacro di militari. Capitan Jack, la cui mente è come annebbiata (pensa di dover continuamente dimostrare di essere un capo vincente), compie come nel caso precedente di Winema, una scelta che ha degli effetti del tutto opposti a quelli che si prefiggeva. Sui letti di lava, dove la tribù si rifugia poco dopo, vincente avrà modo di dimostrare di esserlo un'ultima volta, ma la sua debolezza è tutta in quell'Hooker Jim che come una spina gli si è conficcata nel fianco.


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Nel corso della storia abbondano le vignette, come questa sopra con characters silenti, in cui Breccia provvede a suggerire magistralmente gli stati d'animo dei personaggi della storia. Siamo nei Lava Beds, nell'enorme caverna che Capitan Jack ha scelto come riparo per i vecchi, le donne e i bambini Modoc. Anche in questo caso, l'ottima decisione presa dal capo è messa subito in discussione dal trio capitanato dallo sciamano che è il vero deus ex machina della situazione, il quale però è subito messo a tacere da Capitan Jack che spiega in breve la sua efficace tattica basata sulla guerriglia su un terreno maledettamente disagevole per i militari. E' uno scacco per i congiurati che mugugnanti devono assistere all'ovazione dei guerrieri per il loro capo, che per l'ennesima volta dimostra di essere il più popolare nella tribù. Ma ancora una volta è una forza da cui

 Capitan Jack 

non trarrà il giusto profitto.




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L'altra scena capitale della storia è nelle pagine conclusive dell'albo.Il generale Canby e una delegazione di cui fa parte anche Winema, si incontra con i Modoc di Capitan Jack sui letti di lava. Quest'ultimo ha tutto l'interesse di trattare, dice il generale a pagina 204. "Capitan Jack non è uno stupido... nè una belva assetata di sangue, sa che non potrebbe vincere la battaglia" gli fa eco l'agente indiano al seguito della delegazione. Gli occhi del capo e gli occhi di Winema si incontrano di nuovo a pagina 208 nella stricia centrale. Occhi che Capitan Jack chiude nella tavola successiva quando ripensa al trio di serpenti che gli rinfaccia la mancanza di coraggio se non  ucciderà Canby. Ancora una volta Capitan Jack si trova in una posizione di vantaggio rispetto alla delegazione venuta a parlamentare, ha appena vinto la prima guerra sui letti di lava contro l'esercito, gli basterebbe accordarsi, ha già dimostrato di essere un capo vincente e a questo punto cede invece alle richieste sconsiderate dello sciamano e di Hooker Jim: gli effetti della sua decisione saranno per lui ancora una volta l'opposto di quello che si prefiggeva. Mentre fa fuoco contro Canby, Hooker Jim spara a Winema e il grande capo perde tutte le certezze. Ritornerà infatti inspiegabilmente sui suoi passi, urlerà di dolore nell'apprendere da Tex che la giovane è morta  

  

maledetti vigliacchi

  

sono le sue parole, le parole di un uomo che finalmente ha aperto gli occhi. Ora c'è Tex, gli promette il suo aiuto. Ma occorre fare un passo indietro per spiegare la conclusione della storia.




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Siamo qui al pugno di Capitan Jack a Hooker Jim, pagina 196. La sequenza è quella del duello tra Tex e Capitan Jack. Ancora una volta Tex, come da tradizione, si affida allo scontro risolutivo all'arma bianca che in tante occasioni gli ha permesso di uscire vincitore da una situazione difficile. In questo frangente si tratta non solo di riportare a casa la pelle: sconfiggere Capitan Jack potrebbe infatti anche metterlo in condizione di farlo ragionare e nella sequenza successiva, quando ciòè giunge la delegazione di Canby, un Capitan Jack sconfitto da Tex, tratterebbe indubbiamente la resa invece di macchiarsi di un omicidio che lo porterà sulla forca. Tex, ovviamente, il duello sta per vincerlo. I congiurati sono più che consapevoli delle conseguenze, non è a loro che è mai mancata la lucidità nel leggere gli avvenimenti. Hooker Jim spara quindi  alle spalle a Tex (come poi spareranno alle spalle a Winema): è l'ennesima riprova che è un essere spregevole 

non c'è onore nella sconfitta — dice come a scusarsi, ma Capitan jack non riesce a trattenere il pugno, perché a sua differenza è un uomo d'onore. Cosa che difetta fino alla fine invece nel suo rivale: saranno proprio Hooker Jim e i suoi accoliti, in cambio del condono, a facilitare la cattura di Capitan Jack. Nelle ultime due pagine, mentre attende l'alba e una fune insaponata, può confessare a Tex che se non gli è mancata la forza delle grandi decisioni, gli è mancata invece la forza delle piccole decisioni, quelle sacrosantemente giuste, è un uomo piccolo piccolo quello che confessa a Tex le sue paure e la sua debolezza. La scena è identica a quella delle morte di Lone Wolf nell'albo "Il colonnello mano cattiva": abbiamo due capi disillusi che aspettano con poca serenità la morte, entrambi consapevoli che la guerra contro l'uomo bianco è inutile. Neanche Tex può niente in questo frangente. A Capitan Jack può solo chiedere di morire con dignità. L'ultimo vignettone è un Tex al galoppo che si lascia alle spalle quella che è anche la sua sconfitta ed è un tipo di conclusione che si vede raramente nelle pagine del mensile, ricorda un po' quella dello speciale "Patagonia" e un po' tutte quelle storie in cui Tex è calato in una situazione Storica con la S maiuscola. Fa niente, resta una grande storia quella scritta da faraci e disegnata da Breccia.

 


Quoto il lungo post di Ymalpas che, come gli accade spesso, è magistrale nell'analizzare le storie, soffermandosi sui punti cruciali della trama e corredandone il commento con le vignette più rappresentative. Lui stesso aveva quotato il mio post, per prenderne le distanze, e facendolo con tale dovizia di particolari, che quasi quasi devo recedere dalle mie posizioni iniziali. Io avevo detto che avrei preferito un maggior approfondimento psicologico, Ymalpas mi mette di fronte a tante di quelle scene di questo tenore che sembra dirmi: "Ma che cavolo vuoi di più??? Questa è una storia con la S maiuscola". Condivido questa sua domanda retorica risentita, ma solo in parte, ed in parte resto della mia idea. Il tuo commento, Ym, coglie tutto quello che di buono c'è in questo Texone, che resta una storia importante: io stesso l'ho detto, l'ho definita epica, e ho definito, forse un po' ingenerosamente, solo "apprezzabile" lo scavo psicologico dei personaggi. E nonostante io stesso mi sia riservato una seconda lettura per meglio saldare alcuni punti, e nonostante il tuo - davvero bello - post, ancora sono convinto di quanto detto. Anche grazie al tuo post.

Quano dici: "
Basterebbe consegnare il responsabile Hooker Jim e invece —  da pagina 65 a pagina 73 — ci troviamo di fronte a un'altra decisione inspiegabile: il massacro della piccola colonna militare inviata nel campo indiano a parlamentare la resa degli indiani." e poi, più tardi: "Ritornerà infatti inspiegabilmente sui suoi passi", per due volte usi lo stesso avverbio e aggettivo: "inspiegabile" e "inspiegabilmente". Ed è così: queste scene cruciali a mio parere potevano trovare altra giustificazione, non penso minimamente di sostituirmi all'autore ma - che so - si poteva far cogliere lo stretto rapporto che aveva legato in passato Capitan Jack a Hooker Jim o comunque inventarsi un qualche elemento che spieghi il complesso di inferiorità che tiene in soggezione questo "Capitano" che si rivela piccolo piccolo e inadeguato al suo ruolo. E' una figura storica realmente esistita, ha fatto davvero ciò che è narrato nella trama, è un evento davvero inspiegabile e magari si potevano focalizzare meglio le presunte ragioni che avevano spinto questo personaggio storico ad agire come ha agito, risultandone fatalmente sconfitto. Avrei cercato di sviscerare meglio le motivazioni psicologiche alla base delle sconsiderate azioni di questo piccolo uomo, di questo leader inadeguato che, proprio in quanto tale, si prestava ad un approfondimento delle sue tante sfaccettature. Questo continuo a pensarlo. Ma dirò di più: forse avrei potuto anche fare a meno di quanto detto sopra, ciò che ho digerito poco forse sono le quasi 40 pagine consecutive di "bang bang" centrali di cui avrei volentieri fatto a meno: troppe vignette destinate all'azione; non dico che non ci debbano essere, ma ne avrei sacrificata più di qualcuna per privilegiare la descrizione del lato umano dei tanti personaggi della storia, alcuni solo abbozzati. 

Ora devo scappare, a risentirci...

Detto questo, continuo a pensare che sia una gran bella storia; non siamo quindi così distanti...

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Beh veramente nacque proprio per questo motivo, Sergio Bonelli aveva commissionato una storia di Tex a Buzzelli salvo poi tenerla nel cassetto per più di due anni perché non riteneva quei disegni e quel Tex "adeguato" alla serie regolare, finché non ebbe l'idea di pubblicarla nel formato Texone. Il successo fu tale che fu necessaria subito una frettolosa ristampa e in seguito Sergio Bonelli decise di creare la nuova serie dedicata a disegnatori extra staff. Poi in seguito furono utilizzati anche disegnatori dello staff per sopperire alla mancanza di Texoni pronti ed in seguito fu visto anche come un premio alla carriera.
Quindi il Texone è stato sempre per disegnatori "fuori serie".

Vedi è sempre l'angolazione diversa che offre spunti di discussione, io non ero entrato nel merito ma praticamente il discorso è quello, diciamo la stessa cosa con punti di vista leggermente diversi. Io vedo una storia ( quella di Buzzelli ) scartata per l'inedito e giudicata impubblicabile da Sergio Bonelli, tanto da tenerla nel cassetto per più anni e poi tirarla fuori, e pubblicarla in uno speciale, per cercare di ammortizzare la spesa fatta, erano stati spesi bei soldi per quella storia e quindi bisognava utilizzarla in  qualche maniera. Da questo " errore " nasce la testata gigante di Tex che, a quel punto, visto il successo del primo numero, richiederà un appuntamento regolare con soluzioni differenti dal mensile, e lì nasce il discorso delle sperimentazioni per invogliare il pubblico a comprare il volumone annuale. Ma questo non ha portato la Bonelli a sacrifici economici per esaltare la testata pubblicizzata come piattaforma per maestri del fumetto e quindi negli anni si sono alternati molti disegnatori della testata regolare ( la maggioranza ) per dare ai lettori lo speciale senza spendere più di tanto, tranne poi, quando ci si riusciva, metterci sopra il nome di richiamo. Adesso far passare tutta la collana per sperimentazioni di grandi maestri al di fuori del Tex canonico non penso si possa dire, mentre è verosimile affermare che è l'ennesima collana annuale come il maxi, il color, l'almanacco e la nuova collana alla francese per incassare dove si può.

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quindi negli anni si sono alternati molti disegnatori della testata regolare ( la maggioranza ) per dare ai lettori lo speciale senza spendere più di tanto, tranne poi, quando ci si riusciva, metterci sopra il nome di richiamo. Adesso far passare tutta la collana per sperimentazioni di grandi maestri al di fuori del Tex canonico non penso si possa dire, mentre è verosimile affermare che è l'ennesima collana annuale come il maxi, il color, l'almanacco e la nuova collana alla francese per incassare dove si può.

Non trovo corretta questa affermazione, ma il suo esatto contrario: il grosso dei disegnatori che si sono alternati sul Texone sono extra Tex e solo alcuni provengono dalla serie regolare, mentre è vero che altri semmai ci sono entrati dopo, nella regolare, per le buone prove regalate nel Texone. Quindi, se è vero che il Texone nasce da un "errore", è vero poi che la filosofia sopravvenuta (del disegnatore nuovo o extra Tex) è stata fondamentalmente rispettata. E il Texone è stato quasi sempre un prodotto di qualità, nemmeno paragonabile al Maxi, purtroppo...

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il fatto che siano autori "extra" non significa che debbano modificare i canoni del volto texiano. Non è una regola, non è un codice, non è legge, però è sempre stato così per tutti i disegnatori, anche quelli più "lontani" dalla tradizionalità.

Poi secondo voi Boselli perché avrebbe chiesto a Breccia di modificare il naso al nostro eroe per la storia del cartonato? Poteva lasciargli margine e libertà tanto che importa, si tratta di fuoriserie... inoltre se vedete il Tex di Ambrosini mica è "canonico" (con canonico intendo riconducibile a quello di Galep, Ticci e Villa per usare tre parametri riconosciuti da TUTTI), però è IDENTIFICABILE con quello di Tex. Insomma uno può capire che quel volto è Tex nonostante sia "diverso" come impone la regola dei Texoni. Qua sta la sottigliezza che però si finge o che non si capisce e che stiamo ripetendo da settimane. Deformizzare non credo sia lecito, ma è avvenuto. Sarà un aspetto secondario; può darsi. L'importante è rimarcarlo senza pregiudizio. E poi se vogliono fare un prossimo Tex con le orecchie a sventola, con un porro sul naso, con i capelli rasati ai lati io mica mi oppongo: la libertà innanzitutto, no?

 

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Intervengo solo per far presente che nel quote di Leo sembrerebbe che sia io a parlare mentre la frase riportata è di Gianbart.

Per il resto rispetto il pensiero di Gianbart ma resto della mia idea, un solo appunto vorrei fare a quanto scritto da Gianbart a proposito della sua affermazione finale:

"mentre è verosimile affermare che è l'ennesima collana annuale come il maxi, il color, l'almanacco e la nuova collana alla francese per incassare dove si può."

Più volte ho sentito affermazioni di questo genere, scritte come un rimprovero alla SBE e ne resto ogni volta sorpreso. La SBE è un'azienda come tante altre, come la Ferrari, come la Barilla o la Mondadori... non è una ONLUS o un'opera pia di beneficenza, perché mai non dovrebbe cercare di incassare di più?
Pensate che la Ferrari costruisca macchine per il solo gusto di fare autovetture da mito o pensate che ad Enzo Ferrari gli facesse schifo l'idea di incassare di più? Ferrari le sue macchine le vendeva, ed ora la Fiat per lui, a fior di miliardari, a ricconi di ogni parte del mondo compreso sceicchi a cui nei primi anni mandava un ingegnere (dietro lauto compenso s'intende) a far la revisione annuale dei modelli acquistati e dopo qualche anno gli mandava un meccanico, allo stesso prezzo dell'ingegnere così ci guadagnava di più. Ma questo nulla toglieva alla qualità delle sue macchine prodotte, lo stesso dicasi per la pasta prodotta dalla Barilla o i libri editi dalla Mondadori. L'importante è fare un buon prodotto, dopodiché mi sembra sacrosanto cercare di guadagnare di più!

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Intervengo solo per far presente che nel quote di Leo sembrerebbe che sia io a parlare mentre la frase riportata è di Gianbart.

Per il resto rispetto il pensiero di Gianbart ma resto della mia idea, un solo appunto vorrei fare a quanto scritto da Gianbart a proposito della sua affermazione finale:

"mentre è verosimile affermare che è l'ennesima collana annuale come il maxi, il color, l'almanacco e la nuova collana alla francese per incassare dove si può."

Più volte ho sentito affermazioni di questo genere, scritte come un rimprovero alla SBE e ne resto ogni volta sorpreso. La SBE è un'azienda come tante altre, come la Ferrari, come la Barilla o la Mondadori... non è una ONLUS o un'opera pia di beneficenza, perché mai non dovrebbe cercare di incassare di più?
Pensate che la Ferrari costruisca macchine per il solo gusto di fare autovetture da mito o pensate che ad Enzo Ferrari gli facesse schifo l'idea di incassare di più? Ferrari le sue macchine le vendeva, ed ora la Fiat per lui, a fior di miliardari, a ricconi di ogni parte del mondo compreso sceicchi a cui nei primi anni mandava un ingegnere (dietro lauto compenso s'intende) a far la revisione annuale dei modelli acquistati e dopo qualche anno gli mandava un meccanico, allo stesso prezzo dell'ingegnere così ci guadagnava di più. Ma questo nulla toglieva alla qualità delle sue macchine prodotte, lo stesso dicasi per la pasta prodotta dalla Barilla o i libri editi dalla Mondadori. L'importante è fare un buon prodotto, dopodiché mi sembra sacrosanto cercare di guadagnare di più 

Straquoto quello che hai scritto . da come parlano molti sembra che loro lavorino gratis e schifino i soldi . poi posso anche condividere il giudizio sul maxi , ma almanacco e cartonato sono stati prodotti di qualità altissima da quando boselli ha preso in mano la gestione.per certi versi il cartonato è anche sperimentale per un pubblico come quello di tex , abbastanza tradizionale . Se avessero voluto lucrare avrebbero potuto creare collane meno rischiose , invece si sono messi in gioco e questo é da apprezzare 
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Allora in ordine di intervento, solo per essere stringato e chiuderla qui:

LEO
Non trovo corretta questa affermazione, ma il suo esatto contrario: il grosso dei disegnatori che si sono alternati sul Texone sono extra Tex e solo alcuni provengono dalla serie regolare, mentre è vero che altri semmai ci sono entrati dopo, nella regolare, per le buone prove regalate nel Texone.

L'errore da parte mia è stato definirli disegnatori della serie regolare, avrei dovuto dire "delle serie regolari" della Bonelli, visto che: Galep, Ticci, Capitanio, Brindisi, De Angelis, Ambrosini, Alessandrini, Mastantuono, Filippucci, Frisenda, Seijas, Civitelli, Venturi, Roi e Rotundo, lavoravano già regolarmente in Bonelli quando gli fu dato da fare il Texone, quindi nessuna caccia a maestri internazionali per creare l'opera d'arte ed anzi per me molti di questi nominati hanno funzionato meglio di altri decantati maestri .... 

WEST10
Più volte ho sentito affermazioni di questo genere, scritte come un rimprovero alla SBE e ne resto ogni volta sorpreso. La SBE è un'azienda come tante altre, come la Ferrari, come la Barilla o la Mondadori... non è una ONLUS o un'opera pia di beneficenza, perché mai non dovrebbe cercare di incassare di più?

Allora visto che la Sergio Bonelli Editore è un azienda paragonabile alla Ferrari, alla Barilla o alla Mondadori mi aspetto che produca un prodotto conforme alle specifiche, di qualità elevata e ad un prezzo adeguato, variando anche la gamma dei prodotti ma rimanendo fedele a quello che si produce. Se compro un Tex voglio trovarci Tex dentro l'albo non un surrogato edulcorato, se no è come se in una Ferrari trovassi il motore dell'Alfa, se in un pacco di spaghetti trovassi i tagliolini, o se in un libro di Wilbur Smith trovassi un romanzo alla Glenn Cooper. Tex è la colonna più importante della Bonelli, è questo è indiscutibile, per me non c'è problema a sfruttare il personaggio per fare soldi, come hanno fatto fino ad oggi i Bonelli, ma è altrettanto importante fornire un prodotto corretto e non tentare di spacciare per Tex qualsiasi cosa che gli si possa accostare per metterci il logo sopra e farla diventare Texiana, questo per me diventa spremitura di limone, poi se a voi piace la limonata va bene così, io preferisco altro ....

ANDREW LIDDEL
 Se avessero voluto lucrare avrebbero potuto creare collane meno rischiose , invece si sono messi in gioco e questo é da apprezzare 

Ma se stanno creando collane da decenni e l'unica che finora non ha chiuso e gli dà molto di più della soglia di pareggio senza rischiare nulla è praticamente Tex, a parte Dylan Dog che regge abbastanza e poco altro.  Dove vedi il rischio di impresa in una storia con una trama western, con dentro alcuni personaggi che si chiamano Tex, Kit Carson, che sopra l'albo ha stampato il logo Tex e che appena esce in edicola trova circa 190000 persone che lo comprano solo per quella scritta ?  Il loro lucro sta proprio nell'inventarsi il modo di far apparire quel logo dove possono, per spingere compulsivamente 190000 soggetti ad acquistare l'albo, siamo una garanzia, una fonte di guadagno sicura, dove sta il rischio di impresa ?
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Guarda io non penso che 190.000 persone comprano Tex solo perché sopra ci sta il suo logo e poi, come dici tu, restano fregati perché non trovano quello che si aspettano. Secondo me se così fosse tutta questa gente avrebbe smesso da un pezzo ritenendosi insoddisfatta di quanto trovato. Poi ognuno la pensa come vuole, io continuo a comprare Tex perché finora quel che ho trovato mi è piaciuto, a volte di più a volte di meno come è normale, solo pochissime volte ne sono rimasto totalmente deluso ma questo può accadere per ogni tipo di acquisto.

  • +1 1
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Guarda io non penso che 190.000 persone comprano Tex solo perché sopra ci sta il suo logo e poi, come dici tu, restano fregati perché non trovano quello che si aspettano. Secondo me se così fosse tutta questa gente avrebbe smesso da un pezzo ritenendosi insoddisfatta di quanto trovato. Poi ognuno la pensa come vuole, io continuo a comprare Tex perché finora quel che ho trovato mi è piaciuto, a volte di più a volte di meno come è normale, solo pochissime volte ne sono rimasto totalmente deluso ma questo può accadere per ogni tipo di acquisto.

Guarda il discorso dell'acquisto in base al logo per me è dimostrato palesemente proprio da un episodio che mi è capitato oggi dall'edicolante. Stavo parlando con il mio edicolante di fiducia riguardo le notizie di oggi ed a un certo punto è entrato un signore, si è avvicinato alla parete Bonelli & co, ha sfogliato qualche albo, alla fine ha imbracciato il texone, lo ha letto per qualche pagina ed alla fine si è avvicinato al mio amico rivenditore chiedendogli " scusa ma questo è Tex ? ", lui gli ha detto di sì un pò spaesato affermando che c'era scritto sopra Tex e a quel punto il signore ha risposto " ma non assomiglia al Tex che conosco io, questo è un altro personaggio, c'è scritto Tex ma è un altra cosa " e lo ha posato. Io mi sono trattenuto dallo spiegare la grande opera d'arte che era stata racchiusa in quelle pagine perchè quel povero lettore probabilmente ha preso il volume solo perchè ha letto Tex sopra e non è andato a leggere neanche la prefazione saltando direttamente ai disegni, dove non ha trovato un Tex classico ma un personaggio differente, non comprensibile a tutti, e quindi si è salvato da un acquisto, alla fine, non voluto. Chiaramente possiamo dissertare su tutto ma la maggioranza della gente che compra Tex per prima cosa è abituata a riconoscere gli albi dal logo o dalla faccia di Tex in copertina e quindi l'acquisto è compulsivo.

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