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TWF - Tex Willer Forum

[668/670] I rangers di Lost Valley


Sam Stone
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La storia, i disegni, i personaggi   

53 utenti hanno votato

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Anche a me l' idea di trovare notizie storiche riguardanti le avventure in cui sono presenti personaggi o situazioni realmente esistite, piace assai. Tanto sono una minima parte delle avventure. Negli altri casi, via libera alle promozioni editoriali, in fondo una Casa Editrice deve promuovere i suoi prodotti!

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Però ci tengo a dire una cosa, prima di scrivere una "recensione" lunga: dopo aver letto questo terzo albo, l'inutile pagina curata da Graziano Frediani mi sembra ancora più insulsa. Invece di dire qualcosa su questo colonnello "Mano Cattiva", sul fatto che gli eventi narrati in questa storia (compreso il finale!) sono ispirati a fatti realmente accaduti, il Frediani si perde nell'ennesima fastidiosa campagna pubblicitaria.
Questa è una mancanza di rispetto verso i lettori di Tex: meglio subissarli di pubblicità (Julia, Zagor, Dylan Dog, chi più ne ha più ne metta) che proporgli un piccolo approfondimento che avrebbe permesso loro di gustare meglio la storia narrata da Boselli (mica tutti i lettori vanno sui forum o sul web). 
Lo "stile Bonelli", il rispetto per i lettori che contraddistingueva questa Casa Editrice, per me è un lontano ricordo. 

Tutto vero, purtroppo. Però Frediani non ha colpe. La SBE è verticalmente strutturata e i vertici hanno stabilito che quella pagina, un tempo appannaggio indiscusso degli arretrati, fosse da dedicare, appunto, a delle news di cui al lettore texiano non può fregare un accidente. Beh, non conto il numero di volte che, da ragazzino, mi segnavo sui doppioni i numeri che avevo e con avidità guardavo a quelli che, non crociati, mancavano alla mia collezione. E' una cosa che mi ha accomunato con migliaia di altri lettori, la pagna arretrati era una sorta di memoria storica. Poi Sergio ha pensato a qualcosa come "la posta" con i lettori, una pagina di dialogo dove raccontare, quando occorreva, i retroscena dell'albo che si aveva tra le mani o di albi che erano in edicola mesi prima. Possiamo immaginare oggi una "posta" direttamente gestita da Boselli che ci parla della sua storia in edicola, che dà voce al disegnatore, sarebbe una pagina da leggere con avidità. Invece abbiamo questa paginetta insulsa, ci mettessero almeno le forbicine, la si ritaglierebbe dall'albo perchè disturba solo vederla.

Concordo Ymalpas, infatti ho parlato (e ribadisco il concetto) di una mancanza di rispetto della Bonelli verso i lettori della sua gallina dalle uova d'oro... cioè, volevo dire: lettori di Tex, scusatemi. 

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Anche a me l' idea di trovare notizie storiche riguardanti le avventure in cui sono presenti personaggi o situazioni realmente esistite, piace assai. Tanto sono una minima parte delle avventure. Negli altri casi, via libera alle promozioni editoriali, in fondo una Casa Editrice deve promuovere i suoi prodotti!

concordo sulla prima parte, sulla seconda per niente. La pubblicità la fanno già sul retro degli albi, sul sito, su fb ecc ecc. Rimettano il giornale che c'era una volta se vogliono promuovere i prodotti ma la rubrica deve essere una rubrica vera come su Dampyr, Dragonero, come era su MV (la migliore in assoluto di sempre) e su praticamente quasi tutti i fumetti SBE tranne Tex. Via quella paginetta insulsa come giustamente la definisce il pard qui sopra.


Comunque devo rileggerla di filato ma ho trovato la storia molto buona, dopo il primo albo però mi aspettavo un finale più epico che me l'avrebbe fatta giudicare un capolavoro, così è "solo" una storia più che buona, ma avercene sia chiaro. Ho apprezzato molto il siparietto Kit-Carson. Buoni anche i disegni di Biglia

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Tripla che, per me, si presenta come l'ultimo capolavoro di Boselli su Tex, storia degna di stare sullo stesso piano delle avventure boselliane più celebrate.C'è tutto quello che è tipico di Boselli: grandi personaggi, molto complessi e sfaccettati; salti temporali e di ambientazione; una trama complessa e imprevedibile; un utilizzo dei Quattro Pards eccellente.

Il primo albo e mezzo è pura epica western, uno di quei grandi film holliwoodiani di un tempo con le guerre tra soldati e indiani; poi c'è l'intermezzo della parte centrale del secondo albo: qui i toni diventano lirici; assistiamo ai riti indiani entrando, per quanto un fumetto lo possa concedere, dentro la cultura e le tradizioni del popolo Kiowa (bellissima la vignetta in cui il nipote di Lone Wolfe veglia sulla tomba del nonno, con Tex a guardarlo con la sigaretta mentre gli altri dormono).
Alla fine del secondo albo i toni e le ambientazioni cambiano ancora: non più le praterie erbose e i riti indiani, ma la violenza del Messico coi villaggi polverosi e i bandoleros che la fanno da padrone; dai film di John Ford si passa direttamente allo spaghetti western. Infine, forse anche più inaspettato, il dramma psicologico, la fine di un uomo d'onore divorato dalla follia – o, forse, dai fantasmi dei propri stessi rimorsi.Un tour de force narrativo esemplare, che, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra che Boselli è il miglior sceneggiatore attuale di Tex nel pieno della sua maturità artistica.

Insomma, una avventura con la A maiuscola, che personalmente sfoglierò e rileggerò con molto piacere, anche per via dei bellissimi disegni di Biglia, che realizza un esordio sulla serie regolare memorabile.

Ecco, non per far polemica, ma io davvero le critiche che si sono lette a Biglia le trovo incomprensibili: un disegnatore che esordisce sulla serie regolare con una storia tanto difficile (i continui cambi di ambientazione e i tanti personaggi non sono solo un tour de force narrativo, ma anche grafico!), riuscendo a centrare alla grande caratteristiche e fisionomie di tutti i protagonisti (compresi i Quattro Pards, visualizzati magnificamente!), merita solo applausi – ecco, scambiare la sua pulizia grafica, la sua essenzialità tutta al servizio della narrazione e dei personaggi, per un deprimente “tirare via”, è un errore macroscopico.Personalmente non vedo l'ora di rivederlo su Tex – e per fortuna, oltre che bravo, Biglia è anche veloce.

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Ecco, non per far polemica, ma io davvero le critiche che si sono lette a Biglia le trovo incomprensibili: un disegnatore che esordisce sulla serie regolare con una storia tanto difficile (i continui cambi di ambientazione e i tanti personaggi non sono solo un tour de force narrativo, ma anche grafico!), riuscendo a centrare alla grande caratteristiche e fisionomie di tutti i protagonisti (compresi i Quattro Pards, visualizzati magnificamente!), merita solo applausi – ecco, scambiare la sua pulizia grafica, la sua essenzialità tutta al servizio della narrazione e dei personaggi, per un deprimente “tirare via”, è un errore macroscopico.Personalmente non vedo l'ora di rivederlo su Tex – e per fortuna, oltre che bravo, Biglia è anche veloce.

Uno sarà pure libero di pensarla diversamente sui disegni (ho fatto anche diversi esempi di pagine e vignette). 
A me questo tipo di disegnatori, dal tratto fin troppo essenziale e "spezzettato" (un altro è Leomacs) non ha mai convinto. 

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  • Sceriffi

Ecco, non per far polemica, ma io davvero le critiche che si sono lette a Biglia le trovo incomprensibili: un disegnatore che esordisce sulla serie regolare con una storia tanto difficile (i continui cambi di ambientazione e i tanti personaggi non sono solo un tour de force narrativo, ma anche grafico!), riuscendo a centrare alla grande caratteristiche e fisionomie di tutti i protagonisti (compresi i Quattro Pards, visualizzati magnificamente!), merita solo applausi – ecco, scambiare la sua pulizia grafica, la sua essenzialità tutta al servizio della narrazione e dei personaggi, per un deprimente “tirare via”, è un errore macroscopico.Personalmente non vedo l'ora di rivederlo su Tex – e per fortuna, oltre che bravo, Biglia è anche veloce.

Concordo al cento per cento. Sei riuscito perfettamente a descrivere le difficoltà di illustrare questa tripla e i meriti di Biglia: sono i motivi per cui non ho esitato a dargli il massimo dei voti nel sondaggio.

  • +1 1
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E' stata nel complesso una ottima storia: mi ha suscitato diverse emozioni positive sebbene il finale era un pochino amaro.
Atenzione:
S
P
O
I
L
E
R
Come già scritto m'ha fatto piacere rivedere i Buffalo Soldiers e gli scout seminoles, cosi come una compagni di rangers e le loro interazioni con Tex. 
Tex ha sempre un forte ascendente sugli indiani di diverse tribù: sui Kiowas fuggiti e pure sullo scout seminole il quale era incredulo nel vedere come Tex si rivolgesse ai Kiowas. E' un Tex che difende sempre il più debole o chi non ha colpe indipendentemente dalla sua etnia (vedi il seminole di colore), e dalla sua posizione sociale. Certo che fra le varie tribù indiane non corre sempre buon sangue.
Sicuramente molti i personaggi presenti nel corso della vicenda, tuttavia molto funzionali a mio modo di vedere. Ho trovato un po' sotto tono Tiger Jack. Molti gli elementi western: l'esercito americano, gli scout indiani, capi indiani indomiti, comancheros, rurales, ufficiali rangers, missioni segrete in Messico, sciamanesimo, incidenti diplomatici.
Si erge su tutti Ranald Mac Kenzie, un personaggio piuttosto complesso: molto capace, non borioso, e infine instabile. Tuttavia al momento del bisogno aiuta i nostri e cessa di essere un ufficiale ligio ai propri ordini e doveri quando ordina di sparare sui rurales in pieno territorio messicano, cosa che gli avrebbe potuto creare non pochi problemi. Infine invece è premiato con la promozione.
Ben delineato pure il colonnello Falcon: piuttosto borioso, ma probabilmente meno capace di bad hand. Si dimostra pure calcolatore quando espone la sua proposta a MacKenzie in Messico.
Mi sembra che è una delle poche volte e forse la prima volta che soldati americani in divisa irrompano in territorio messicano (chiedo venia se dico una castroneria), in Missione suicida (albi 223 e seguenti), l'esercito americano non aiutò Tex, Carson e due soldati statunitensi nella sparatoria contro i rurales, in un altra storia il colonnello Uriaga e i suoi soldati sconfinarono in territorio americano. Non mi ricordo più cosa successe nell'albo numero 100, Jim Brandon era stato in Messico con la divisa da giubba rossa?
Molto buoni i disegni, l'unica pecca è che non danno risalto al salto temporale avvenuto. Il suo Tex mi ha convinto appieno.
Una storia direi piuttosto epica, m'ha fatto ridere la scena iniziale del terzo albo, Kit ha rischiato di brutto con Carson. Grandissimo Boselli! :)
Dunque disegni 9 e sceneggiatura 9.5 (arrotondato a 10). 

 

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stanotte mi son sognato Boselli e ho detto tutto
una storia scritta magnificamente
biglia buoni i primi piani meno le scene in lontananza
un disegnatore comunque solido e arruolabile

 

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Faccio un intervento fuori dal coro, premetto che non voglio fare polemiche ma solo dare un parere prettamente personale.
A onor del vero con questa storia ho pensato seriamente concluso il mio viaggio affianco a Tex. Con la lettura del terzo albo mi sono accorto che la storia in sè è veramente buona, ottima direi, avevo letto una bellissima storia del west con un Tex in gran spolvero, capace, scaltro, forte, un vero dominatore sul campo, eppure la fine mi lasciava un senso di disagio dentro anzi un certo senso di rabbia. Dopo un pò di riflessione ho capito che era il superuomo texiano, il simulacro creato appositamente in questi anni che mi creava il senso di rabbia. Per anni abbiamo battibeccato per molte differenze di vedute riguardo il personaggio di Tex, presenza, comprimari, centralità, tradizione, canone, ma solo ora mi sono reso conto che sotto ai miei occhi ho visto sparire il " mio " amico Tex sostituito da un clone con le sue sembianze e un frullato di caratteristiche atte alla bisogna, una copia quasi perfetta ma senza l'anima della leggenda che era.  In definitiva credo che lascerò questo nuovo Tex 2.0 a voi che lo sostenete con tanto fervore, io ho perso definitivamente il mio amico Tex, quello che mi portava a spasso nelle praterie cavalcando con la fantasia.  Auguro un gran bene a questo nuovo Tex ed anche a chi lo seguirà.

  • +1 1
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Faccio un intervento fuori dal coro, premetto che non voglio fare polemiche ma solo dare un parere prettamente personale.
A onor del vero con questa storia ho pensato seriamente concluso il mio viaggio affianco a Tex. Con la lettura del terzo albo mi sono accorto che la storia in sè è veramente buona, ottima direi, avevo letto una bellissima storia del west con un Tex in gran spolvero, capace, scaltro, forte, un vero dominatore sul campo, eppure la fine mi lasciava un senso di disagio dentro anzi un certo senso di rabbia. Dopo un pò di riflessione ho capito che era il superuomo texiano, il simulacro creato appositamente in questi anni che mi creava il senso di rabbia. Per anni abbiamo battibeccato per molte differenze di vedute riguardo il personaggio di Tex, presenza, comprimari, centralità, tradizione, canone, ma solo ora mi sono reso conto che sotto ai miei occhi ho visto sparire il " mio " amico Tex sostituito da un clone con le sue sembianze e un frullato di caratteristiche atte alla bisogna, una copia quasi perfetta ma senza l'anima della leggenda che era.  In definitiva credo che lascerò questo nuovo Tex 2.0 a voi che lo sostenete con tanto fervore, io ho perso definitivamente il mio amico Tex, quello che mi portava a spasso nelle praterie cavalcando con la fantasia.  Auguro un gran bene a questo nuovo Tex ed anche a chi lo seguirà.

... non farlo GIANBART

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A me questa ultima storia di Tex è piaciuta molto.Storia e disegni mi hanno molto coinvolto.Soprattutto il personaggio del Mackenzie,uomo duro e risoluto ma sconvolto dentro ed ossessionato dal suo acerrimo nemico Lon Wolf.Pure dopo la morte di questo ultimo lui continua la sua rivalità con il nemico giurato.Nella rivalità tra i due però ho percepito che c'era rispetto ed onore.E non come in altre storie dove la rivalità è fatta di pura voglia di volere sopraffare l'altro in qualunque modo ed con ogni mezzo.Sempre il personaggio di Mackenzie mi è piaciuto perché rappresentato come uomo vero di quello che potevano essere a quei tempi gl'uomini della frontiera.
Il volume conclusivo dell'avventura mi ha fatto subito ridere con Kit Willer che si diverte alle spalle del buon vecchio Carson.Ed anche questo ho apprezzato in questa storia,l'ottimo inserimento di fattori ed uomini che la compongono.Semmai l'unica cosa che posso trovare come pecca è Tex.A volte mi è sparito nel nulla.....:mellow:ed mi è venuto da pensare ma lui dove è:o:o. E' vero che non può essere sempre al centro dell'attenzione  senno le storie sarebbe sempre e solo su di lui,però è anche vero che lui è il personaggio principale,e che quando non è in scena in prima persona però comunque dovrebbe essere il filo conduttore di tutto.E a volte forse gli sceneggiatori dovrebbero riuscire a farlo meno super uomo.Come fatto con Mackenzie,ma sempre con un pelo di qualcosa in più rispetto ad gl'altri che fanno di lui la leggenda,e cioè Tex.Comunque come ripeto rispetto alle ultime storie questa ultima nel complesso mi è piaciutà.

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  • Sceriffi

Faccio un intervento fuori dal coro, premetto che non voglio fare polemiche ma solo dare un parere prettamente personale.
A onor del vero con questa storia ho pensato seriamente concluso il mio viaggio affianco a Tex. Con la lettura del terzo albo mi sono accorto che la storia in sè è veramente buona, ottima direi, avevo letto una bellissima storia del west con un Tex in gran spolvero, capace, scaltro, forte, un vero dominatore sul campo, eppure la fine mi lasciava un senso di disagio dentro anzi un certo senso di rabbia. Dopo un pò di riflessione ho capito che era il superuomo texiano, il simulacro creato appositamente in questi anni che mi creava il senso di rabbia. Per anni abbiamo battibeccato per molte differenze di vedute riguardo il personaggio di Tex, presenza, comprimari, centralità, tradizione, canone, ma solo ora mi sono reso conto che sotto ai miei occhi ho visto sparire il " mio " amico Tex sostituito da un clone con le sue sembianze e un frullato di caratteristiche atte alla bisogna, una copia quasi perfetta ma senza l'anima della leggenda che era.  In definitiva credo che lascerò questo nuovo Tex 2.0 a voi che lo sostenete con tanto fervore, io ho perso definitivamente il mio amico Tex, quello che mi portava a spasso nelle praterie cavalcando con la fantasia.  Auguro un gran bene a questo nuovo Tex ed anche a chi lo seguirà.

Riflessione amara la tua Gianbart, specie perché viene da un lettore affezionato. Riflettendo sulle tue parole, trovo che nelle tue sensazioni ci sia un misto di oggettiva distanza tra il personaggio che leggiamo oggi e quello dei tempi d'oro, e una soggettiva nostalgia per il passato.
Mi spiego: è innegabile che il Tex che leggiamo oggi - il Tex di Boselli, principalmente - sia un po' diverso da quello del passato; tutto ciò è dovuto a mio parere in massima parte allo stile di sceneggiatura, che si ripercuote sulla nostra percezione del personaggio. Boselli non sceneggia come GLB, i suoi dialoghi sono molto diversi, di conseguenza il suo Tex, che pur conserva in gran parte le caratteristiche del personaggio di GLB, ci sembra diverso.
Qui entra anche in gioco il fattore nostalgia: succede a tutti i vecchi lettori, quelli che sono cresciuti con Tex, di provare emozioni nella rilettura delle vecchie storie che le nuove storie non danno: non è (soltanto) una questione di maggior bontà delle storie del passato rispetto a quelle odierne, ma una questione della nostra percezione di esse mediata dai nostri ricordi inconsci.
"L'anima della leggenda" di cui parli non sta solo nelle pagine scritte da GLB, ma sta nel cuore del vecchio lettore. Se indaghi tra i lettori che hanno iniziato a leggere il Tex recentemente, e hanno recuperato solo in seguito il Tex "classico", credo che molti ti diranno che quello di oggi è un fumetto persino più bello e superiore di quello del passato. Chi ha iniziato con Nizzi, guarderà con nostalgia a quel Tex... 
Quando è avvenuta questa transizione che lamenti? Il Tex di Nolitta aveva la stessa anima di quello di GLB? E il Tex di Nizzi? Credo che il tuo discorso lo si potrebbe benissimo fare a partire dal numero 200.

Insomma, per farla breve il passato è passato, e sono convinto che se anche oggi uscisse una storia in tutto e per tutto glbonelliana, tu non troveresti nel personaggio la stessa "anima" che trovi leggendo le storie del passato.
Oggi - a differenza di periodi molto più deprimenti - leggiamo quasi sempre ottime storie, avvincenti, lo riconosci anche tu: se ti piacciono, perché non godersele, evitando di cercare quelle sensazioni che non si possono trovare, perché legate alla nostalgia del passato?

Modificato da pecos
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E' proprio questo il punto Pecos, la svolta al Tex di GLB  c'è stata praticamente dal 200 in poi, si è cercato però di dare una continuità a quello che la gente amava, si puntava sulle caratteristiche texiane inserendo nuove prerogative al personaggio che tendevano a dargli più soluzioni accettabili ma rimanendo nell'ordinario. Ci sono state quindi scivoloni eclatanti ed alti e bassi ma rimanendo nel solco tracciato dal suo creatore. Ad oggi questo personaggio, nonostante le sue caratteristiche similari, non mi da più le sensazioni di una volta ma non perchè non c'è GLB a scriverlo o perchè io sono invecchiato e lo paragono sempre a quello che leggevo da ragazzo; piuttosto perchè manca dell'anima primeva, del solco tracciato dai creatori, ha mantenuto le caratteristiche apparenti ma quelle che trascinavano il lettore nell'avventura e lo portavano a spasso con la fantasia si sono perse. Adesso si è legati alla storicità, alla realtà, alla credibilità, alla psicologia e a tanti altri aspetti devastanti per la fantasia. Io ve lo già detto, auguro tanto bene a questo personaggio e a voi che lo seguite ma non mi sento più di sperare di ritrovare il mio amico Tex da qualche parte nel prossimo futuro. 

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Credo di capire quello che Gianbart intende, e mi trovo d'accordo su tutto. La mia speranza oggi è Ruju...
Ho amato il Tex del primo Nizzi, ma anche dell'ultimo che, nonostante sia criticabile in tante cose, aveva ancora l'anima.
Il Tex di oggi è un supereroe qualunque. Tex era un altra cosa.

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  • Collaboratori

Per fortuna che c'è Boselli, non diciamo fesserie. Sul tema ci si è tornati diverse volte negli ultimi dieci anni. Non esiste solo un Tex anche nella fascia 1-200, è un personaggio in costante evoluzione anche con GLB, che se lo scrivesse oggi chissà come lo scriverebbe. Di certo non come negli anni settanta. Di tutto si può accusare Boselli ma dire che non stia lavorando di buona lena per recuperare il Tex del passato è negare oggettivamente la realtà. 

Per restare un pochino in topic, dal 9 numero della rivista TEXIANI IN LIBERA USCITA del luglio 2016, di E. Mosca:

 

Perfetto, a mio avviso, anche l’utilizzo dei pards, tanto che, se dovessi riconoscere a Nizzi dei particolari meriti, metterei al primo posto quel suo modo fresco e vivace di far dialogare i nostri, ma anche l’avermi fatto apprezzare una certa umanità texiana grazie all’inserimento del frequenti battibecchi tra Tex e Carson, considerati da alcuni a volte eccessivi. Chapeau.



Non è questo un aspetto su cui Boselli, ancora timidamente ( ma ci arriverà piano piano ) ha dato prova proprio nell'albo di agosto ?

Resta il Tex sbruffone, straffottente, attaccabrighe, ma quante volte l'abbiamo visto realmente così anche con GLB ?  Di certo Boselli dovrebbe accentuare questi aspetti, perché fanno parte del dna del personaggio, ma è vero che anche cozzano con un Tex più maturo e riflessivo, per l'appunto un evoluzione del personaggio che GLB avrebbe approvato. Forse sbruffone Tex non lo sarà più, ma niente nega la possibilità di vederlo ancora che, con metodi sbrigativi, si fa il paladino degli oppressi, dei deboli contro i prepotenti e i più forti. Questo tipo di storie erano frequenti con Nizzi e sono sicura fonte di soddisfazione per il lettore, con Boselli non è quasi mai il singolo da salvare, sono invece le masse, vedi "Patagonia", non è IMO la stessa cosa, ma chissà che già nelle storie in lavorazione non ci sia qualcosa di simile! Vale la pena, ora che ha pienamente le redini in mano della gestione del personaggio, di vedere Boselli all'opera a briglia sciolta, non dimentichiamo che quest'ultima di Biglia, che tanto ha infastidito Giambart gli fu commissionata da Sergio Bonelli (idem il texone di Faraci). Il nuovo Tex lo leggeremo nei prossimi due anni. Intanto godiamoci il cartonato di Manfredi con una storia inserita, come "Frontera", nel nuovo corso. Non è il caso di mollare proprio ora.

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Credo che sia inevitabile che un personaggio  cosi longevo come Tex sia destinato a cambiare in qualche modo,credo che non esistano altri fumetti che possano vantare una cosi duratura continuità.
Le serie di 30 o 90 volumi che sia, è più facile che abbia una linea guida che rimane invariata,sia perché lo sceneggiatore sia sempre lo stesso ed il disegnatore idem.
Mentre Tex si può dire che vanta alle spalle molte più persone e varie pubblicazioni,tra serie regolare texoni ecc ecc è ovvio che essendoci più persone dietro anche se a tenere le redini ci sia una persona sola,il personaggio inevitabilmente(e secondo me bene)è soggetto a varie sfaccettature.
 Secondo me il punto centrale è che la linea guida deve essere quella.
Lo stesso Galep ammise anni fa che piano piano apportava modifiche al personaggio di Tex rispetto all'inizio.
E cercava di farlo piano piano cercando di non fare percepire al lettore questa metamorfosi.
Forse Gianbert questo cambiamento che è in Tex ora lo sente troppo forte,ma io non mollerei ora aspetterei per non pentirmi poi.

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... al di là di ogni considerazione sull'(inevitabile) evoluzione (o involuzione?) del nostro Tex, personalmente questa storia non mi ha convinto appieno: per la mancanza del "ritmo" giusto, per una certa scontatezza della storia, per disegni solo sufficienti, per l'esasperata ricerca di raccontare la Storia (vera o leggendaria che sia) dimenticandosi dell'Avventura. Ho amato di più altre storie del bravo Boselli... Questa poco più che sufficiente (come i disegni).

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Dopo la rilettura,mi sento di esprimere un giudizio positivo,anzi "buono" su questa bella tripla. Il racconto,diviso in due/tre tronconi,è indubbiamente avvincente,ancora di più perchè è una delle rarissime volte in cui in Tex un militare,a parte il Gen. Davis,non ne esce con le ossa rotte e le pive nel sacco.Grande personaggio questo Colonnello,uomo tutto d'un pezzo,fiero,orgoglioso,gran soldato,ligio al dovere,ma capace di usare la testa e non solo di osservare i regolamenti. Mackenzie è talmente grande da rivaleggiare,si badi senza mettere in ombra,persino con Tex e Carson,peraltro dinamici,tonici e carismatici quando sono chiamati in causa. Ai disegni di Biglia mi devo francamente abituare,già la rilettura me li ha fatti apprezzare di più,doveva solo rendere più evidente,nelle fattezze fisiche e,che so,negli abiti,il divario di tempo intercorso fra i fatti della Lost Valley ed il presente. Qualche errorino,purtroppo,fa scendere il voto nella sceneggiatura : nel secondo albo,il 669,a pagina 17 il Colonnello è chiamato da Tex "Generale",ed a pagina 94 il Capitano Stimson impone alla pattuglia di tornare a "Fort Sill",quando il reggimento era stato spostato a Fort Clark (pagina 79). Ma la pecca più grossa è la clamorosa (almeno per me,visto che l'avevo segnalata qualche post fa ma nessuno l'aveva commentata) dimenticanza dell'incontro fra Tex e Carson con Lone Wolf,ai tempi della ricerca di Tom Foster,rapito dai Kiowas (169,170,171). A pagina 76 de "La carica dei Navajos" (169),il detective della Pinkerton Rick Anders,incaricato di ritrovare Foster,parla ai pards dello scontro avvenuto due anni prima fra Lone Wolf ed i Rangers nella Lost Valley,nel numero successivo,"Sulle tracce di Tom Foster",a pagina 101 Lone Wolf dice al comanchero Shafter come Tex sia un capo rispettato e faccia parte della "grande fratellanza",declinando la proposta di "levargli lo scalpo",ed infine nell' "Indiano bianco" (171),c'è l'incontro fra Lone Wolf ed i pards (pagina 88 in poi).

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  • Sceriffi

Dopo la rilettura,mi sento di esprimere un giudizio positivo,anzi "buono" su questa bella tripla. Il racconto,diviso in due/tre tronconi,è indubbiamente avvincente,ancora di più perchè è una delle rarissime volte in cui in Tex un militare,a parte il Gen. Davis,non ne esce con le ossa rotte e le pive nel sacco.Grande personaggio questo Colonnello,uomo tutto d'un pezzo,fiero,orgoglioso,gran soldato,ligio al dovere,ma capace di usare la testa e non solo di osservare i regolamenti. Mackenzie è talmente grande da rivaleggiare,si badi senza mettere in ombra,persino con Tex e Carson,peraltro dinamici,tonici e carismatici quando sono chiamati in causa. Ai disegni di Biglia mi devo francamente abituare,già la rilettura me li ha fatti apprezzare di più,doveva solo rendere più evidente,nelle fattezze fisiche e,che so,negli abiti,il divario di tempo intercorso fra i fatti della Lost Valley ed il presente. Qualche errorino,purtroppo,fa scendere il voto nella sceneggiatura : nel secondo albo,il 669,a pagina 17 il Colonnello è chiamato da Tex "Generale",ed a pagina 94 il Capitano Stimson impone alla pattuglia di tornare a "Fort Sill",quando il reggimento era stato spostato a Fort Clark (pagina 79). Ma la pecca più grossa è la clamorosa (almeno per me,visto che l'avevo segnalata qualche post fa ma nessuno l'aveva commentata) dimenticanza dell'incontro fra Tex e Carson con Lone Wolf,ai tempi della ricerca di Tom Foster,rapito dai Kiowas (169,170,171). A pagina 76 de "La carica dei Navajos" (169),il detective della Pinkerton Rick Anders,incaricato di ritrovare Foster,parla ai pards dello scontro avvenuto due anni prima fra Lone Wolf ed i Rangers nella Lost Valley,nel numero successivo,"Sulle tracce di Tom Foster",a pagina 101 Lone Wolf dice al comanchero Shafter come Tex sia un capo rispettato e faccia parte della "grande fratellanza",declinando la proposta di "levargli lo scalpo",ed infine nell' "Indiano bianco" (171),c'è l'incontro fra Lone Wolf ed i pards (pagina 88 in poi).

Bel commento che evidenzia l'ottimo personaggio di Boselli.
Riguardo all'errore che metti in luce... beh, devo ammettere che ricordo molto poco della storia da te citata, ma se è come dici (e ovviamente non ho motivo di dubitarne) si tratta di una bella svista che crea una nuova incongruenza all'interno della saga. Questo non mi impedisce di godermi pienamente la storia di Boselli, però fa un po' storcere il naso ed è giusto rimarcarla.

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Forse un fan accanito come me avrebbe avuto piacere leggere : ":::non ci vediamo dai tempi di Capelli Gialli (Tom Foster)....",con il classico rimando "vedi nr.170-171"...

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  • Sceriffi

Chiedo venia, probabilmente ho sbagliato io parlando di incongruenza: avevo interpretato le parole di Havasu:

"A pagina 76 de "La carica dei Navajos" (169),il detective della Pinkerton Rick Anders,incaricato di ritrovare Foster,parla ai pards dello scontro avvenuto due anni prima fra Lone Wolf ed i Rangers nella Lost Valley"

come se Tex non ne sapesse nulla di quello scontro, mentre dalla nuova storia sappiamo che non è così. In realtà, andando a rivedere la pagina in questione, a quello scontro viene solo accennato e non mi pare ci siano incongruenze. Errore mio.

Sicuramente però il rimando ai vecchi numeri sarebbe stata una chicca molto apprezzata, non solo dai lettori con una memoria infallibile come quella di Havasu :)

Modificato da pecos
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Forse un fan accanito come me avrebbe avuto piacere leggere : ":::non ci vediamo dai tempi di Capelli Gialli (Tom Foster)....",con il classico rimando "vedi nr.170-171"...

Sì, e poi?... Già ci sono i rompi che hano trovato la storia troppo densa. Con suggerimenti del genere la renderemmo del tutto illeggibile! E che ne sai se non si sono visti altre volte?

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Forse un fan accanito come me avrebbe avuto piacere leggere : ":::non ci vediamo dai tempi di Capelli Gialli (Tom Foster)....",con il classico rimando "vedi nr.170-171"...

Sì, e poi?... Già ci sono i rompi che hano trovato la storia troppo densa. Con suggerimenti del genere la renderemmo del tutto illeggibile! E che ne sai se non si sono visti altre volte?

Addirittura "illeggibile" per un rimando ???    L'unica volta documentata su Tex è quella che ho evidenziato e,secondo me,andava ricordata....bisognava,però,ricordarsene...

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