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TWF - Tex Willer Forum

[668/670] I rangers di Lost Valley


Sam Stone
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La storia, i disegni, i personaggi   

53 utenti hanno votato

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Per il momento ho gustato questa storia: Diversi personaggi caratterizzati, alcuni personaggi realmente esistiti, la ripresa die Buffalo Soldiers.
Mi piace quando ogni tanto viene ripreso che Carson è un maggiore dei rangers per parlare con i pezzi grossi, in questo è forse più diplomatico rispetto a Tex.
Borden ci ha regalato una ottima trama finora, e il prossimo albo sembra pure avvincente se non di più.
Trovo che il disegnatore si trovi bene a disegnare i vasti scenari e le praterie del selvaggio West.


 

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  • 2 settimane dopo...

Prima che esca il secondo albo e si scopra se ho avuto ragione o torto, mi sbilancio: questa storia dovrebbe essere divisa in due parti: la prima è quella ambientata nel 1874 che  stiamo leggendo, poi l'azione si sposterà dieci anni dopo per narrare la fase finale della parabola di Ranald S. McKenzie e sarà in questa seconda parte che vedremo anche Kit e Tiger.

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La lettura del secondo l'albo conferma la previsione di Carlo.
Dopo la conclusione dell'episodio della Lost Valley con la rapida sintesi degli avvenimenti successivi si torna in tempo reale.
Continua su buoni livelli la prova grafica di Biglia mentre Boselli confeziona un racconto dove  le storie si intrecciano alla Storia e in questo albo cominciano a palesarsi le prime incongruenze nel comportamento di Bad Hand McKenzie e i primi dubbi che serpeggiano tra i suoi soldati, situazione che immagino esploderà nel volume conclusivo.

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  • Collaboratori

Attenzione! Il seguente messaggio contiene SPOILER.

Una storia che, nel secondo albo, diventa soprattutto la storia di Bad Hand Mackenzie, figura storica che mette soggezione (un po') a Tex (e Carson), e che impone anche al classico modello glbonelliano e nizziano delle guerre indiane, stavolta visto da un'angolatura del tutto originale, fuori dai classici schemi che contrapponevano i pards  contro gli ottusi generali alla Stonewell e a volte contro dei capi ribelli da bacchettare, alla Cane Giallo.

Dunque la coppia Tex e Carson subisce, per una volta, la Storia con la S maiuscola invece che farla (alla loro maniera). i due non sono mai apertamente schierati, giocano sempre sul filo della neutralità, delineando perciò un albo dalle tinte e dal sentore essenzialmente storico invece che puramente avventuroso come accadeva in passato, pagine che se vogliamo offrono un effetto straniante nelle loro 50 e più sfumature di grigio, come nella sequenza del campo indiano, con i nostri accolti con viva diffidenza, che raggiunge il suo picco di tensione emotiva a pagina 61, quando i due uomini che l'hanno sconfitto rendono l'ultimo omaggio alla salma di Lone Wolf, personaggio decadente piegato dalle avversità, e con la repentina e per questo ancor più strana conversione di Dayte, il nuovo capo.

Una storia che è strana perché è formata da due storie diverse, di cui una è un flashback di fatti accaduti circa un decennio prima, in cui il filo conduttore è ovviamente la vita del colonnello che nel terzo capitolo ci accompagnerà nella sua decadenza (ovviamente mentale, i primi segni deliranti si sono già intravisti nel secondo albo) fino a dei limiti che storicamente sono noti (fu congedato per insanità mentale) e che su Tex restano invece tutti da scoprire. Boselli raccolta dunque  i due fatti che ne caratterizzano gli ultimi dieci anni prima della morte: la battaglia del canyon di Palo Duro contro i cheyennes del 1876 e la sua successiva assegnazione nel dipartimento del Texas datata 1883. Vuoi anche per i superbi disegni di un Biglia, il cui unico difetto riseide nel non aver disegnato i due pards più giovani (di quasi dieci anni) nella prima parte, ma le due parti della storia non sembrano mai nettamente distinte, mentalmente le si legge addirittura come consequenziali, a poco giova la sequenza ambientata nella riserva che dovrebbe suggerire il netto stacco temporale dei due avvenimenti storici, senza tuttavia riuscirci IMO pienamente. E' un po' come se Mauro Boselli fosse partito scrivendo una storia in contemporanea infischiandosene della tanto bistrattata cronologia salvo riprendersi dopo 150 tavole quando ci viene infine raccontato che "I rangers di Lost valley" è una storia raccontata in flashback: l'idea non è neanche male, ma se con i disegni si fosse riusciti ad indirizzare il lettore a intuire questo tipo di soluzione narrativa, per l'appunto ringiovanendo di qualche anno i pards o semplicemente modificandone leggermente l'abbigliamento, sarebbe stato un tocco che avrebbe rasentato la genialità. E invece stiamo qui a discuterne come quando quindici anni e più fa discutevamo delle stesse cose nella storia del generale Custer, magistralmente scritta da Nizzi e disegnata da Ticci, ma che appunto non rendeva conto graficamente della retrodatazione degli avvenimenti.

I disegni di Biglia confermano quanto di bene si era detto in occasione del primo albo: stupiscono le inquadrature, la resa degli ampi spazi, il sapiente dosaggio del bianco e del nero, i personaggi ben delineati e ben definiti... Pecca un po' ed è qui che dovrebbe correggersi, quando riduce al minimo i segni per esempio nel delineare il volto dei personaggi quando sono ripresi da lontano, ciò che in certe vignette suggerisce quella sgradevole sensazione di incompletezza che alcuni lettori hanno denunciato il mese scorso. Per il resto, tanto di cappello alle sue magnifiche tavole, che impreziosiscono una storia che si lascerà ricordare a lungo (disegnata dal disegnatore che la scorsa estate ci aveva accompagnato con la sua tripla "nordica" - a proposito, dobbiamo aspettarci ormai una tripla ogni estate ? - non sarebbe stata esattaemnte la stessa cosa!)

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Concordo sullo stacco che ci riporta al "presente"....non pienamente riuscito.
Ma in generale non mi hanno convinto tutti gli stacchi (e ce ne sono molti) di questa storia, si procede a singhiozzi, raccontando a episodi piuttosto che una serie di avvenimenti che fanno parte di un quadro generale.
Ora non sono di certo io che posso permettermi di dare lezioni di sceneggiatura a Boselli, ma sicuramente ci ha abituato a molto meglio.



 

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Concordo con l'analisi di Ymalpas al 100%. Risalta soprattutto la posizione assolutamente nuova dei due pards rispetto al colonnello Mackenzie, se confrontata con i mille precedenti in cui l'atteggiamento verso gli ufficiali dell'esercito oscillava da ostilità e disprezzo (verso arroganti-incapaci o arroganti-crudeli) e complicità con superiorità (verso i pochi ufficiali meritevoli della stima dei nostri). In questa magnifica storia, il comportamento e i sentimenti di Tex e Carson sono molto più sfumati.

Ottimi anche i disegni, è perciò un peccato che non si "veda" il trascorre del tempo sui volti e l'abbigliamento di Tex e Carson. Capisco che il volto di Tex non si presta molto, se non quando si tratta di rappresentarlo ventenne, ma per Carson  si sarebbe potuto scurire un po' i capelli. Pazienza.

In sostanza, però, è una storia magnifica.

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questa storia continua a mantenersi su livelli molto alti . È particolare perché costruita su due piani temporali differenti e l avventura si disloca in diversi luoghi senza il classico schema chiamata di tex indagine risoluzione . In alcuni momenti tex é addirittura in secondi piano . Non per questo l avventura è meno affascinante , anzi mi ricorda un po' alcune storie di blueberry dove vaga  per il west . Trovo questo modo di narrare molto affascinante . Di sicuro questo secondo albo é più verboso ma ugualmente intrigante , si nota la grande capacità di scrivere di boselli che prepara perfettamente episodi di instabilita mentale del colonnello che probabilmente culminerà nel prossimo albo in vera e propria pazzia . Chi va in netto crescendo é biglia , che nel primo albo non mi aveva convinto appieno . La mano c era ma il tratto sembrava troppo approssimato e sbrigativo . Qui invece butta giù molti più neri e il tratto diventa piu definito e interessante . 

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  • 2 settimane dopo...

Storia caratterizzata come sempre da dialoghi malauguratamente poco "texiani" e da un pallosissimo dipanarsi della vicenda con grande confusione tra flashback e storia attuale. Davvero male:angry:

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Secondo voi come finirà per il colonnello bad hand?
Storicamente fu congedato dall'esercito per insanità mentale e morì a casa della sorella.
In questa storia sarà congedato o morirà durante la lotta con i comanches in Messico?

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Forse ai più è sfuggito che di Lone Wolf (che compare,disegnato da Nicolò) e dello scontro con i Rangers nella Lost Valley si parla nell'avventura "L'uomo venuto da Denver" (albi "La carica dei Navajos","Sulle tracce di Tom Foster","L'indiano bianco").

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  • Sceriffi

Commento i primi due albi di questa storia partendo, diversamente dal mio solito, dai disegni: non posso tacere quanto sia bravo Biglia! Già lo apprezzavo su Magico Vento, ora sono felicissimo di ritrovarlo su Tex a disegnare le stesse atmosfere delle grandi praterie e delle guerre indiane, forse quelle in cui riesce a dare il meglio. Per me ogni tavola di questi due albi è davvero bellissima, senza un dettaglio fuori posto, efficace nei primi piani come maestoso nelle scene corali in campo aperto. E straordinaria l'interpretazione dei pards, che sembra disegni da una vita, con un Tex che addirittura ritrova quel sorriso sornione dei tempi andati anche nelle situazioni più difficili come l'assedio nella Valle Perduta. Davvero per me Biglia merita un plauso, e non esiterò a dare il voto massimo alla sua prova nel sondaggio. Forse qualcuno mi taccerà di eresia se mi permetto di dire che, per il suo stile, è un degno erede di Ticci sulle pagine di Tex.

Venendo alla storia, devo dire che Boselli ci regala fino ad ora una splendida storia. Molto diversi tra loro i primi due albi, il primo con molta azione, il secondo più lento e riflessivo e molto attento alla ricostruzione storica. Attenzione, c'è qualche SPOILER (limitato).
Il primo albo è una lezione di sceneggiatura di come si racconta uno scontro a fuoco prolungato: non un semplice bang-bang che va avanti per tante pagine, ma una descrizione del campo di battaglia, della posizione e dei movimenti degli attori sul campo, che fa entrare nel vivo senza annoiare. E Boselli è bravissimo nell'aggiungere qua e là alcune chicche, come la tattica indiana di procedere - in fila indiana, appunto :D - sulle tracce della mandria per non farsi scoprire, o l'utilizzo di Tex delle frecce incendiarie per illuminare i nemici e renderli facili bersagli. Sono queste le "invenzioni" che impreziosiscono una sceneggiatura, la rendono imprevedibile, capace di tener viva l'attenzione e di sorprendere il lettore.
Il secondo albo è invece molto più lento, molto dialogato, ma io apprezzo molto anche questo tipo di narrazione. Bellissima la figura del colonnello Mackenzie tratteggiata da Boselli e la stima (ricambiata) di Tex e Carson nei suoi confronti. Il punto saliente dell'albo è senza dubbio però il funerale di Lone Wolf con il discorso del nipote, una sequenza che ho trovato davvero toccante e che culmina con la bellissima tavola dell'arrivo alla montagna sacra.

Come ben ha notato Ymalpas prima di me nel suo intervento, l'unico appunto da fare agli autori è quello di non aver reso abbastanza marcato il salto temporale tra la prima parte della storia e la seconda, anche dal punto di vista grafico. Ma per il resto, non vedo l'ora di leggere l'albo conclusivo!

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  • Sceriffi

Appena finito anche l'inedito che conclude questa superba storia: senza spoiler, dico solo che la storia è bellissima e la lettura davvero appagante. A suo tempo avevo votato questa come la storia che attendevo maggiormente tra tutte quelle in lavorazione, e le mie aspettative non sono state per nulla deluse. Complimenti davvero alla coppia Boselli-Biglia!
Ci risentiamo nei prossimi giorni per un commento più articolato, quando anche altri avranno concluso la lettura.

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Boselli gioca con la Storia, intrecciando ad essa le storie personali di diversi personaggi reali e di fantasia e costruisce una vicenda accattivante e coinvolgente, che si sviluppa dall'agguato a Lost Valley fino alla fine del generale Mano cattiva, regalandoci emozioni e colpi di scena.
Ne viene fuori una storia che cambia continuamente registro e che vede Tex assoluto protagonista in ogni circostanza, dalla riorganizzazione fisica e psicologica dei rangers assediati a Lost Valley fino al compimento della missione di recupero dei Kiowas, con nel mezzo la costruzione di un rapporto di reciproco rispetto con Mackenzie che lo sviluppo degli eventi mette ripetutamente a repentaglio, per gli opposti obiettivi che i due perseguono, fino all'inatteso colpo di scena finale che prelude all'epilogo, reso meno amaro dalla nascita di nuove amicizie.

PS  il giovane Kit  sempre più irriverente nei confronti del vecchio Kit regala un attimo di spasso che stempera la tensione dell'azione con un siparietto comico cui Boselli non ricorre spesso e che, proprio per questo, appare maggiormente apprezzabile.

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Appena finito di leggere il terzo albo, commento estremamente sintetico in attesa di rileggere i tre albi consecutivamente con più calma.

Storia: l'ho trovata intrigante, ed avvincente, di ampio respiro, con un buon sviluppo di tre pards su quattro (Tiger è rimasto un po' in ombra) e con comprimari a loro volta altrettanto convincenti, a partire da Bad Hand (ovviamente), Valdez, Isaac, un po' meno kiowas e messicani, ed anche il finale dal sapore vagamente amaro è stato convincente. Molto cinematografici i quadruplici confronti tra pards, navajos/kiowa, giacche blu e rurales. Fortissimo il tex in apertura col gilet e cappello da "damerino" (avrà sicuramente un nome ma non lo conosco) messicano, stile Eusebio ;)

Disegni: vado invece del tutto controcorrente sui disegni, che non ritengo proprio straordinari, e che in molte pagine e molte tavole ho trovato approssimativi e "tirati via", con figure appena abbozzate o a stento riconoscibili l'una dall'altra (es. le prime quattro vignette di pagina 57, la terza di apertura a pagina 5, diversi disegni dell'alcalde di Santa Rosa e del socio pelato del tipo del trading post, i comancheros a a p.31 e 33, ed altre). Ok, nel complesso (e sottolineo, nel complesso, perchè per la maggior parte sono più che buoni) ci siamo, ma ho visto una certa discontinuità tra vignette ottime e molte molto meno riuscite, a volte anche nella stessa tavola. Ci son rimasto abbastanza male :(

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  • Collaboratori

Ho letto anche io la terza conclusiva parte della storia e ne sono rimasto molto soddisfatto. Ho inserito anche il sondaggio e ho faticato un poco nella scelta dei personaggi da premiare, alla fine mi sono deciso per il comanchero Truco e la bella Lara, quasi delle guest star, quest'ultima che mi ha ricordato Lupe di cui anticipa, in un certo senso, il ritorno sulle pagine di Tex. Lascio passare qualche giorno per un commento un po' più approfondito ;)

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  • Sceriffi

Io invece non ho alcun dubbio sul personaggio migliore: la figura di "Mano Cattiva" si staglia su tutte le altre ed è un grande protagonista.
Forse ho esagerato assegnando il massimo dei voti sia alla storia che hai disegni, ma questi tre albi me li sono proprio goduti!

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Letto il terzo e ultimo albo di una bella ricostruzione storica, che impegna Tex in due momenti diversi della sua vita.
E mi sono subito fatta una risata di cuore grazie a Kit e zio Kit!
Ma è l' unico momento che Kit concede alla gioventù, poi è efficace e maturo nei comportamenti e nel contrapporsi al colonnello.
Ottima storia inserita nella storia reale di Ranald Mackenzie. E non solo lui, ma tutti i suoi uomini ci piacciono, dagli ufficiali alla truppa.
La conclusione della storia con capovolgimenti di fronte e ben 5 parti in causa (comancheros, kiowa, rurales, "scorridori" e Tex con navajos al seguito) è una giostra da seguire con massima attenzione.
E questa giostra ha 2 giostrai d' eccezione : Tex e il colonnello!
E poi un Tex sopra le righe in tutte e 3 le parti della storia : nella Lost Valley ( una storia nella storia), nella parte dedicata alla morte e al funerale di Lone Wolf ( quella vignetta silenziosa in cui Tex con la sua sigaretta, mentre tutti dormono, veglia la veglia di Dayte nella Montagna sacra mi ha messo i brividi) e nella parte finale dello sconfinamento in Messico (sia le parole spazientite rivolte a Gomda, sia quelle piene di pazienza e lucidità mentre il figlio è in ostaggio) e del rientro senza sparare né contro i rurales, né contro i soldati.
Posso dire che è un bel film western!
VOTO: OTTIMO

DISEGNI. buona prova di Biglia, sia in esterni che in interni, sulle fisionomie dei nostri, Tex e Kit in particolare, un po' di variazioni.
VOTO: BUONO
PERSONAGGIO : Ranald Mackenzie ovviamente!

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TEX N. 670 " GLI SCORRIDORI DI MACKENZIE"
di Boselli/Biglia.
A Santa Rosa (Messico) i comancheros vengono inchiodati nella trappola infernale di Tex, per evitare l'unione con i Kiowa, i quali avevano già preso le dovute distanze.
Il col. Mackenzie non l'ha presa bene, e in preda alle sue follie incendia la città messicana .
L'arrivo dei Rurales cambia le carte in tavola.
Kit Willer viene liberato da mano cattiva, dopo una breve prigionia dello stesso, e affronta l'esercito messicano coprendo la fuga dei Kiowa e di Tex.
Purtroppo la maledizione afflitta dallo stregone non gli lascia scampo.
Bel finale.
VOTO:8

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Complessivamente un notevole lavoro.
Per me Ottima la sceneggiatura, Buoni i disegni, Bad Hand il personaggio in evidenza (scelta non facile, in quanto altri avrebbero meritato una menzione).
Due piccoli difetti, a mio modesto avviso:
1, la copertina che ha visto un Villa forse stanco (il corpo di Tex leggermente scoordinato tra addome e gambe ma, soprattutto il suo volto che appare addirittura tumefatto con gli occhi neri....).
2, i dialoghi di Boselli eccessivamente prolissi.

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Ho qualche perplessità che lascio in stand by su questa storia, dove - secondo la prima lettura un albo alla volta e la classica seconda concentrata - mi sembra che sia stata messa troppa carne al fuoco contemporaneamente e di tipo diverso. Bruciando qualcosa, scottando appena altro. Non mi spiego una certa soggezione dei pard nei confronti di Mackenzie, così come non ho mai compreso l'indulgenza nei confronti della Rodelo's Family; vero è che se da un lato uno cerca di salvaguardare la tradizione, dall'altro c'è l'esigenza di diversificare atteggiamenti e comportamenti, altrimenti sarebbe sempre e solo manicheismo da buoni buoni contro cattivino. Direi che la storia sarebbe perfetta se intesa e interpretata dalla parte del colonnello "cattivo" ma non troppo, quindi in chiaroscuro e un po' schizofrenica e se davvero Borden l'avesse intesa così, un po' alla David Lynch, da parte mia scatterebbe una standing ovation da oro azzurro alle Olimpiadi. Nota finale curiosa: nella terza vignetta a pagina 17 del numero 669 - Il Colonnello Mano Cattiva - Tex parla di "Generale Mackenzie". Profeta.

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  • Sceriffi

Parlando con mio padre oggi di questa storia, gli ho rivelato che il colonnello "Bad Hand" è un personaggio storico, e lui mi ha guardato stupito dicendo che non lo sapeva. Cosa che penso sia condivisa dalla maggior parte dei lettori di questa storia, che non frequentano i forum su Tex. Ma spendere anche solo una decina delle inutili righe della rubrica a pagina 4 per presentare l'albo con questa informazione no, eh? :angry:

Modificato da pecos
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Appena finito di leggere, e a caldo dico che questa è una delle storie più belle di Boselli, uno dei suoi capolavori.
Disegni di Biglia bellissimi.
Copertina di Villa capolavoro a sua volta.

Però ci tengo a dire una cosa, prima di scrivere una "recensione" lunga: dopo aver letto questo terzo albo, l'inutile pagina curata da Graziano Frediani mi sembra ancora più insulsa. Invece di dire qualcosa su questo colonnello "Mano Cattiva", sul fatto che gli eventi narrati in questa storia (compreso il finale!) sono ispirati a fatti realmente accaduti, il Frediani si perde nell'ennesima fastidiosa campagna pubblicitaria.
Questa è una mancanza di rispetto verso i lettori di Tex: meglio subissarli di pubblicità (Julia, Zagor, Dylan Dog, chi più ne ha più ne metta) che proporgli un piccolo approfondimento che avrebbe permesso loro di gustare meglio la storia narrata da Boselli (mica tutti i lettori vanno sui forum o sul web). 
Lo "stile Bonelli", il rispetto per i lettori che contraddistingueva questa Casa Editrice, per me è un lontano ricordo. 

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Però ci tengo a dire una cosa, prima di scrivere una "recensione" lunga: dopo aver letto questo terzo albo, l'inutile pagina curata da Graziano Frediani mi sembra ancora più insulsa. Invece di dire qualcosa su questo colonnello "Mano Cattiva", sul fatto che gli eventi narrati in questa storia (compreso il finale!) sono ispirati a fatti realmente accaduti, il Frediani si perde nell'ennesima fastidiosa campagna pubblicitaria.
Questa è una mancanza di rispetto verso i lettori di Tex: meglio subissarli di pubblicità (Julia, Zagor, Dylan Dog, chi più ne ha più ne metta) che proporgli un piccolo approfondimento che avrebbe permesso loro di gustare meglio la storia narrata da Boselli (mica tutti i lettori vanno sui forum o sul web). 
Lo "stile Bonelli", il rispetto per i lettori che contraddistingueva questa Casa Editrice, per me è un lontano ricordo. 

Tutto vero, purtroppo. Però Frediani non ha colpe. La SBE è verticalmente strutturata e i vertici hanno stabilito che quella pagina, un tempo appannaggio indiscusso degli arretrati, fosse da dedicare, appunto, a delle news di cui al lettore texiano non può fregare un accidente. Beh, non conto il numero di volte che, da ragazzino, mi segnavo sui doppioni i numeri che avevo e con avidità guardavo a quelli che, non crociati, mancavano alla mia collezione. E' una cosa che mi ha accomunato con migliaia di altri lettori, la pagna arretrati era una sorta di memoria storica. Poi Sergio ha pensato a qualcosa come "la posta" con i lettori, una pagina di dialogo dove raccontare, quando occorreva, i retroscena dell'albo che si aveva tra le mani o di albi che erano in edicola mesi prima. Possiamo immaginare oggi una "posta" direttamente gestita da Boselli che ci parla della sua storia in edicola, che dà voce al disegnatore, sarebbe una pagina da leggere con avidità. Invece abbiamo questa paginetta insulsa, ci mettessero almeno le forbicine, la si ritaglierebbe dall'albo perchè disturba solo vederla.

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basta vedere "Dal Buio", rubrica mensile di posta pubblicata su Dampyr per accorgersi delle enormi differenze (non a caso curata credo da Boselli stesso, anche se non si firma quasi mai).

E pensare che per anni l'ho sempre desiderata una rubirca postale sull'inedito! Ma omai quella di Frediani è insapore e incolore, non me ne voglia il buon Graziano, però anch'io preferirei più interazione con i lettori e più approfondimento di tipo tematico inerente al West e ai dietro le quinte di una storia a fumetti. Sergio Bonelli sapeva eccome gestire la POSTA e le rubriche annesse.



 

Modificato da Ulzana
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