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TWF - Tex Willer Forum

[671/672] La banda dei serpenti


La storia, i disegni, i personaggi  

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Un manipolo di assassini imperversa a Sacramento!
 

Uscita: 07/09/2016

Soggetto: Gianfranco Manfredi

Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi

Disegni: Ernesto Garcia Seijas

 


La compagnia ferroviaria vuole le terre dei contadini nei pressi di Sacramento, in California, e usa dei sicari per ottenerle… Tex e Carson, a caccia del rapinatore e assassino noto come Alias, si imbattono in un’intricata vicenda di cui fanno parte anche un gruppo di pistoleri senza scrupoli e quattro giovani ragazzi accusati di omicidio…

 


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© Sergio Bonelli Editore 

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  • 3 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

Buon inizio per questa nuova storia con un albo propedeutico che ci racconta l'antefatto che introduce la vera storia che leggeremo tra un mese.

Manfredi in stato grazia ci offre una sceneggiatura cinematografica, dalla gag iniziale del predicatore che non toglie l'appetito a Carson, che osserva divertito l'entrata in scena di Tex (che compare solo alla quinta tavola :D) a chiudere degnamente la sequenza e a introdurre immediatamente la storia degli avvenimenti di un passato relativamente recedente, che si sviluppa attraverso cento tavole che di per se rappresentano già da sole un episodio autoconclusivo, e stacco immediato sul treno che riporta Tex e Carson sette anni indietro...

Garcia Seijas spazza ogni dubbio che poteva essere insorto dalle tavole in anteprima, accompagnando con un disegno curato tutta la storia con una resa grafica di Tex e di Carson a mio avviso apprezzabilissima.

Interverrò più avanti e sotto spoiler per commentare alcuni aspetti e fare supposizioni sul proseguimento di una storia che ha saputo accendere curiosità e interesse

Primo albo, da parte mia, promosso abbondantemente

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  • Collaboratori

Un primo albo che è piaciuto anche a me. Un Tex spavaldo e senza fronzoli che va subito al sodo. Un contorno di personaggi che non passa inosservato. Un piccolo mistero che è anche l'anello di congiunzione tra passato (il primo albo infatti è fatto di un flashback su fatti occorsi sette anni prima) e presente, che sarà raccontato il mese prossimo. Si sente la mano di Manfredi un po' dappertutto, non è il Tex classico di Boselli, però va bene. Speriamo in un secondo albo che non rovini quanto di buono si è visto nel primo. 

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  • Rangers

Aspettando naturalmente la conclusione il mese prossimo, posso esprimere un'opinione parziale.
La storia mi sta piacendo e divertendo, forse anche per i disegni di Seijas che considero tra i più bravi dello staff disegnatori di Tex.
La prima parte di questa storia è forse la miglior cosa che abbia scritto Manfredi sulle pagine del ranger e probabilmente a sensazione secondo me si è divertito pure lui mentre la scriveva.

Vediamo come si mantiene e conclude, per ora le prospettive mi sembrano davvero ottime!
 

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Ho finito di leggero la parte iniziale della storia.
E mi devo ricrede rispetto all'impressione iniziale dell'anteprima,sia la copertina che i disegni di Seijas mi piacciono molto,a dato a Tex quel non so che di sbruffone che piace e con un risolino sulla faccia che sembra sempre per i fondelli gl'avversari.L'effetto creato da Manfredi di passaggio dal presente al passato e poi di nuovo al presente da il senso alla fine del volume che la vera storia deva iniziare mi è piaciuto molto.
Per non parlare dell'entrata di Tex all'inizio,che propina subito la medicina Willer al mal capitato di turno:D:Dbello!!Per ora promette bene,non vedo l'ora di avere in mano il prossimo.

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Primo albo che si legge tutto d'un fiato, molto piacevole, premessa alla storia del prossimo  albo che non rivela, però, qualche mistero. Dialoghi e ritmo strepitosi, sceneggiatura da 10 (bravo Manfredi!). Non mi convincono i disegni troppo inchiostrati e il volto di Tex, non centrato. Buone invece le caratterizzazioni degli altri personaggi. Invito alla lettura anche chi, di solito, aspetta il secondo albo che conclude la storia, perché la prima parte è quasi autoconclusiva. 

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La copertina del numero 672 lascia intendere che la questione con la SP non  sia finita, a meno che non ci sia un nuovo flashback con le vicende di sette anni prima. In ogni caso, finora una storia dall'ottimo ritmo con una serie di personaggi secondari di "spessore" anche se protagonisti per poche vignette: dal macellaio che diventa tenero con Kate allo sceriffo che sembra bonaccione ma in realtà la sa lunga (vedi il colloquio con il banchiere), dal solitario e incastrato Paulsen allo stizzito Garrett. I volti di Tex? Mutevoli come le sue espressioni e allora la quarta vignetta di pagina 112 mi autorizza a sospendere qualsiasi critica per altri primi piani meno riusciti, perché in fondo che sia Tex lo vediamo o lo sappiamo e nessun pezzo di musica è uguale all'altro se eseguito da due artisti diversi. Il Carson di E.R.G.S. mi è invece sembrato il più godibile e "conforme" al Vecchio Cammello da molto tempo a questa parte: cito alla rinfusa la terza vignetta di pagina 9, la quarta di 40, la prima di 68, la quinta di 113.

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Non commento tutta la storia  ma vorrei sottolineare la qualità della sceneggiatura di Manfredi . Quando scrive lui i dialoghi e gli scambi tra i Pards sono sempre eccezionali , freschi , moderni e non la riproposizione stanca di quelli di gb. Questa volta l ho trovato veramente in stato di grazia e sono impaziente di leggere il seguito 

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Nella citazione fatta da San Antonio Spurs la prendo come spunto per porvi una domanda che mi fo da tempo?
E fa riferimento alle ultime righe della citazione stessa.
Riguarda il buon vecchio Kit Carson,anche cambiando i disegnatori da una storia e l'altra i suoi tratti distintivi del volto bene o male sono sempre gli stessi,e questo lo rende sempre ben riconoscibile in un dato stereotipo.
Mentre per Tex non è cosi?
Come mai?
Non centra niente questa domanda con l'argomento in corso,ma ho preso la palla al balzo perché ho questo dubbio che mi frulla da un po'.
Sarà per il pizzetto ed i baffi,che bene o male obbligano ad una certa conformazione del volto?
Che mi dite?!

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Nella citazione fatta da San Antonio Spurs la prendo come spunto per porvi una domanda che mi fo da tempo?
E fa riferimento alle ultime righe della citazione stessa.
Riguarda il buon vecchio Kit Carson,anche cambiando i disegnatori da una storia e l'altra i suoi tratti distintivi del volto bene o male sono sempre gli stessi,e questo lo rende sempre ben riconoscibile in un dato stereotipo.
Mentre per Tex non è cosi?
Come mai?
Non centra niente questa domanda con l'argomento in corso,ma ho preso la palla al balzo perché ho questo dubbio che mi frulla da un po'.
Sarà per il pizzetto ed i baffi,che bene o male obbligano ad una certa conformazione del volto?
Che mi dite?!

La risposta è molto semplice: mentre il volto di Kit Carson è reso particolare da caratteristiche come i baffi  e il pizzetto, il volto di Tex non ha nulla di particolare che lo distingua e i disegnatori non punti di riferimento a cui rifarsi. 

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La prima cosa che mi viene da dire dopo la lettura è che questo albo consacra definitivamente Seijas come uno dei più importanti interpreti del Tex contemporaneo. Al di là della bellezza, della classicità, del dinamismo e dell'eleganza del tratto, basta vedere la "recitazione" del suo Tex per convincersi di questo: per me, in quanto interprete del personaggio e del fumetto "Tex", Seijas è per me oggi sullo stesso livello di un Civitelli o di un Ticci.

Per quanto riguarda la storia: albo bruciante, con un Tex cazzutissimo e perfettamente centrato da Manfredi che credo accontenterà tutti. Una bella parte è anche riservata a Carson, che tra l'altro stavolta ha più dubbi, è più riflessivo, e forse intuisce qualcosa in più di Tex.
L'albo e molto scorrevole, ma credo che la vicenda sia più complessa di quel che sembra... 
Insomma, se la seconda parte sarà dello stesso livello della prima, perdonerò volentieri Manfredi per il brutto passo falso di "Oro nero".

  • +1 1
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sono d'accordo con Paco. Seijas davvero bravo e il suo è un tratto funzionale al personaggio e al suo mondo.

Per quanto riguarda la storia ulteriori commenti al mese prossimo quando sarà terminata.

  • +1 1
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S
P
O
I
L
E


A me l'albo é piaciuto poco.
Lo stile di Manfredi, sempre alla ricerca della trovata o della frase a effetto (umoristica o "nera" che sia) o del gioco di parole, non fa mai decollare il livello di epicità e drammaticità della storia, la cui tensione é già smorzata in partenza dalla risibile consistenza della banda dei "Serpenti", sminuita sia nella descrizione (nell'ufficio dello sceriffo) che nei fatti (tanti uomini battuti e messa in fuga - in sostanza - da un macellaio e da una donna.........a proposito, il primo fa 3/3 al lancio dei coltelli, roba che nemmeno un apache.......).
Il capo, poi, é un alcoolizzato ridicolizzato da Tex in casa sua, e senza neanche subire opposizione (che so, un cazzotto...una pistola spianata.....i "cavalieri del re".....bah!!!).
Tra il Tex "serioso" di Boselli e questo qui, che viaggia sempre sul filo dello scherzo e della gag con Carson, va trovato un giusto mix. Perlomeno, sul piano del linguaggio "puro",  vi sono trovate e battute che denotano una certa ricerca dell'originalità, e qui scatta un doveroso applauso allo sceneggiatore, che non si culla sullo scimmiottamento dei dialoghi bonelliani.

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Visto che sostanzialmente concordiamo tutti nell'apprezzamento di questa storia sia per la sceneggiatura di Manfredi che per i disegni di Seijas passo ad analizzare alcuni aspetti che troveranno la soluzione nel prossimo numero.


1) Il giovane Billy Drexel, Faccia d'Angelo dimostra  grande scaltrezza come leader di un quartetto di giovani che si autoaccusa di aver sparato alla schiena di un componente della banda dei serpenti senza rivelare però chi dei quattro abbia realmente sparato il colpo. Delitto evidentemente premeditato come sembra dimostrare il ritrovamento del codice penale della California nel ranch piuttosto trascurato dei Drexel. Tex digerisce quindi un omicidio premeditato.
2) Nella resa dei conti finale con Finch referente della compagnia ferroviaria Tex si sente dire da quest'ultimo "Non ti servirà a niente ammazzarmi... io verrò rimpiazzato da un altro, molto più carogna di me". Finch muore sotto i colpi delle pistole di Tex.
3) A distanza di sette anni Tex e Carson sono invitati  a presenziare all'apertura della campagna elettorale di Billy Drexel alla carica di governatore della California.
Ipotizzo due possibili alternative: Billy nella corsa alla poltrona di governatore deve affrontare il successore di Finch, oppure il molto più carogna di lui è proprio Drexel...
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  • Collaboratori

Sollecitato dall'ultimo messaggio di natural killer...

 

Tex e carson sul treno. C'è da pensare al precedente illustre di "Fuga da Anderville" dove Tex deve fare i conti con il passato e giunto in loco, stavolta a Sacramento, riceverà delle risposte sul passato che lo lasceranno sgomento ? Certo, questa volta non è coinvolto così tanto dal punto di vista personale, però quanto brucerebbe l'idea di aver favorito il gioco sporco di un "faccia d'angelo" con un animaccia nera quando quella di Howard Walcott ?


Ritornando sulla storia a quasi una settimana dalla sua lettura dico che quello che stona, forse, sono i tempi indiavolati della narrazione, raccontata su tre albi e con più calma forse sarebbe stato meglio.
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La prima cosa che mi viene da dire dopo la lettura è che questo albo consacra definitivamente Seijas come uno dei più importanti interpreti del Tex contemporaneo. Al di là della bellezza, della classicità, del dinamismo e dell'eleganza del tratto, basta vedere la "recitazione" del suo Tex per convincersi di questo: per me, in quanto interprete del personaggio e del fumetto "Tex", Seijas è per me oggi sullo stesso livello di un Civitelli o di un Ticci.

Per quanto riguarda la storia: albo bruciante, con un Tex cazzutissimo e perfettamente centrato da Manfredi che credo accontenterà tutti. Una bella parte è anche riservata a Carson, che tra l'altro stavolta ha più dubbi, è più riflessivo, e forse intuisce qualcosa in più di Tex.
L'albo e molto scorrevole, ma credo che la vicenda sia più complessa di quel che sembra... 
Insomma, se la seconda parte sarà dello stesso livello della prima, perdonerò volentieri Manfredi per il brutto passo falso di "Oro nero".

anche io apprezzò moltissimo seijas soprattutto per aver disegnato un tex diverso dal culturista ultra cinquantenne che molti disegnatori propongono sulle orme di ticci e Fusco . ci sta anche quell interpretazione però è bello vedere tex con quel sorriso ironico che pesta tutti . Tra l altro seijas mi è sembrato più in forma qui che nell ultima storia di ruju dove non mi aveva fatto impazzire 
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  • Collaboratori

Segnalo la recensione della storia in chiave spudoratamente politica fatta dal sito Comix Archive alla pagina  http://comixarchive.blogspot.it/2016/09/tex-n-671-mega-recensione-finch.html .

 

Eh si! Va repertoriata anche questa lettura della prima parte della storia che non tiene conto del seguito (il secondo albo non è ancora disponibile nelle edicole), ennesimo attacco all'autore Manfredi.

 

Il solito Tex che, novello Che Guevara, si erge a loro difesa [i cittadini di Sacramento] contro gli abusi e lo sfruttamento della società moderna che soggettiva e bizzarra visione dei socialisti è all'origine di tutti i problemi della società

 

Basta questa piccola citazione per rendere conto dell'intera recensione. Secondo questo sito il nostro Tex dovrebbe favorire l'avanzata della ferrovia fregandosene del fatto che a guadagnare dalla prosperità data dal progresso siano "la banda dei serpenti" a discapito di una maggioranza di proprietari terrieri che si vedono spodestati delle loro terre con il soppruso e la violenza. Premetto che non ci vedo nessun Che Guevara nel Tex in edicola a settembre, quantro piuttosto il difensore dei deboli e della legalità, cosa che fa da 68 anni ormai, è proprio fastidiosa la tendenza di voler politicizzare ad ogni costo un fumetto che non ha mai avuto la pretesa di essere politico, situandosi spesso sul piano della scorrettezza politica. A quando una recensione del cartonato di De Vita nel quale biasimare il socialista Tex che  si scaglia contro il Tirrell, rappresentante della compagnia delle pellicce, l'imperialista anglosassone che porta all'ovest la civiltà anche con mezzi brutali che però sono giustificati dal fine. Ma per piacere!

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