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TWF - Tex Willer Forum

[671/672] La banda dei serpenti


La storia, i disegni, i personaggi  

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Per le strade di Sacramento Tex e Carson vengono a capo delle situazioni irrisolte del passato e fanno emergere le trame della compagnia ferroviaria che punta a controllare il governo della regione.

C'è del marcio in Califorina.... verrebbe da dire, ma Tex ancora una volta riesce a intervenire in maniera risolutiva. E' chiaro che non possa andare contro la Storia, che ci dice che nel nome del progresso le ferrovie hanno avuto alla fine ragione delle resistenze, ma ancora una volta con il suo intervento Tex riesce a sventare i piani dei poteri forti.

E tutto si sviluppa con un ritmo narrativo incalzante, con Manfredi che è abile a distribuire dubbi e sospetti fino al momento in cui tutto appare chiaro e Tex decide di lasciare la scena prima dell'epilogo, lasciando un finale aperto.

 

Billy Faccia d'angelo, reso finalmente consapevole del ruolo che per lui era stato disegnato, si accinge a diventare governatore dopo aver riallacciato i rapporti interrotti con i suoi veri amici. Ma sarà in grado di resistere alle immancabili pressioni che gli verranno da chi ne ha presentato la candidatura? La risposta a questa domanda rimane sospesa e lasciata alla libera interpretazione dei lettori, a meno che lo stesso Manfredi non voglia in futuro riprendere l'argomento e raccontarci come saranno andate le cose.

 

La prova grafica di Seijas si mantiene ai livelli dell'albo precedente e conferma il disegnatore argentino tra i maggiori interpreti del Tex attuale.

 

Si dice che Manfredi non ami Kit e Tiger, ma se continua a regalarci storie così possiamo ben concedere ai due pards un po' di riposo o l'onere di risolvere le beghe della riserva.

 

Lunga vita a Tex

 

 

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, natural killer dice:

 

Si dice che Manfredi non ami Kit e Tiger, ma se continua a regalarci storie così possiamo ben concedere ai due pards un po' di riposo o l'onere di risolvere le beghe della riserva.

 

Nessuno, e certamente non io, ha mai detto che Manfredi non ama Kit e Tiger. Quel che ho detto, invece è che ha delle idee sulla loro caratterizzazione (Kit più autonomo rispetto al padre, Tiger più Navajo etc. ) che ritiene troppo radicali e pertanto ha deciso coscientemente di non scriverli non potendo farlo come vuole lui.

Secondo me tutto nasce da un equivoco di fondo: all'epoca Manfredi aveva presente la caratterizzazione dei due pards data da Nizzi specie nell'ultimo periodo in cui i due erano sostanzialmente tappezzeria e lui non voleva allinearvisi.

Oggi Boselli  ha cambiato decisamente marcia con entrambi e Manfredi potrebbe e dovrebbe cambiare attitudine.

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Il giudizio finale sulla storia è: insufficiente. Tutto per colpa del secondo albo, che non è un concentrato ma un collettore di confusioni, equivoci, indecisioni di tutti i personaggi e basterebbe la sola pagina 109 a riassumere questa melassa indecisa. Almeno per me, che non ho capito nulla dei "vorrei ma non posso" di Billy, dei "potrei ma non voglio" del suo avversario politico e della confusione sul ruolo effettivo, residuo, della SP. I disegni, a volte, sembrano caricaturali (vedi l'ultima vignetta di pagina 101), anche se nel complesso ERGS ha realizzato un bel prodotto. Segnalo i Tex e Carson con la maglietta della salute da pagina 29 a 36, e l'innovativo profilo del" Nostro" dell'ultima vignetta di pagina 76. Bellissimo il dialogo con Mabel da 85 a 87, con tanto di guanto sfilato che in altri contesti avrebbe fatto ricordare Gilda.

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  • Collaboratori
<span style="color:red;">14 ore fa</span>, San Antonio Spurs dice:

Il giudizio finale sulla storia è: insufficiente. Tutto per colpa del secondo albo, che non è un concentrato ma un collettore di confusioni, equivoci, indecisioni di tutti i personaggi e basterebbe la sola pagina 109 a riassumere questa melassa indecisa. Almeno per me, che non ho capito nulla dei "vorrei ma non posso" di Billy, dei "potrei ma non voglio" del suo avversario politico e della confusione sul ruolo effettivo, residuo, della SP. I disegni, a volte, sembrano caricaturali (vedi l'ultima vignetta di pagina 101), anche se nel complesso ERGS ha realizzato un bel prodotto. Segnalo i Tex e Carson con la maglietta della salute da pagina 29 a 36, e l'innovativo profilo del" Nostro" dell'ultima vignetta di pagina 76. Bellissimo il dialogo con Mabel da 85 a 87, con tanto di guanto sfilato che in altri contesti avrebbe fatto ricordare Gilda.

 

Quoto tutto eccetto il giudizio, troppo negativo.

 

Ma la storia è confusa, rompe la testa, e anche  se alla fine tutti i nodi vengono al pettine, restiamo quasi delusi dagli indizi che convergevano tutti ad indiziare Billy come un losco maneggione che si rivela alla fine solo... un minchione tormentato da ciò che lo aspetta. 

 

Le storie di Tex non sono un gioco a scacchi, sono storie lineari, dove il bianco è bianco e il nero è nero e dove non ci sono decine di personaggi ognuno impegnato a recitare il suo ruolo oscuro e a nascondere pertanto i suoi segreti.

 

Le storie ruotano intorno a Tex e non ai personaggi. Per esempio il mistero su chi dei quattro abbia ucciso Alias è tutto fatto in funzione della piscologia dei quattro e della loro storia personale. Quelle quattro figurine incolori viste nel primo albo diventano personaggi veri con la loro anima e le proprie aspirazioni, scopriamo e diamo un significato alla loro evoluzione  solo dopo il flashback in cui la "Giulietta" spara alle spalle del bandito dopo averlo disarcionato con la fionda,  ma è la sua storia e quella dei suoi pavidi paladini.

 

Una storia in cui tutto sembra avvolto nel mistero. Mi piacerebbe conoscere quello del ranch di Drexel, tanto agognato dalla ferrovia e strenuamente negato da un "faccia d'angelo" che invece lo tiene incomprensibilmente in uno stato di completo abbandono tanto da far chiedere a Tex e Carson cosa ci sia realmente sotto.

 

Perché diavolo poi la ragazzina chiama in causa Tex e Carson nel secondo albo, quali dubbi l'attanagliano se tutti, compreso l'avversario concorrente alla poltrona di governatore, tramano per far sedere in quella poltrona proprio il "manichino" eroe Billy ?

 

L'evoluzione dei rapporti tra cittadini, presentati inizialmente troppo sopra le righe, tutti uniti, che ad un certo punto smettono di lottare per la loro Sacramento e fondano una "loro" città, dove non ci sia ne ferrovia che ne attraversi la main street, ne un banchiere, ne un sindaco e dove lo sceriffo è andato in pensione. Tutto ciò non stride con la loro presentazione iniziale (macellaio lanciatore di coltelli, sartina che imbraccia il fucile, ragazzotti che in gruppo progettano l'assassinio di un pendaglio da forca) pronti a schierarsi contro la banda di serpenti?

 

E nelle storie di Manfredi c'è sempre quel tentativo di illustrare una pagina dell'America dell'ottocento che è anti-bonelliano al 100%. E le storie dove invece si limita solo a raccontare una storia senza cercare di trasmettere un messaggio politico o sociale (acqua, petrolio, spose postali), sono le sue migliori (la storia breve, il recente cartonato).

 

Niente, la storia è sufficiente ma non sembra propriamente una storia di Tex che ha i suoi dettami precisi. Occorrerebbe ridurre certamente gli eccessi, da Tex che prende a calci l'imbonitore popolare al il macellaio che rincorre per strada i fuorileggi bersagliandoli con i suoi coltellacci, di nuovo al Tex che dondola sulla catena nel cantiere e nella copertina di settembre. 

 

Disegni Seijas in crescita rispetto alla sua precedente storia texiana, ma ci andrei piano a chiamarlo uno dei maggiori interpreti del ranger, il Biglia della storia che abbiamo letto l'ultima estate gli è miglia davanti.

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Dopo un buon primo albo, che lasciava presagire un ottimo proseguimento, la storia si "perde" come i suoi personaggi, che mai seguono una logica precisa nei loro comportamenti. Anche i disegni Seijas, pur piacevoli, non sono certamente centrati nei primi piani di Tex (basta guardare la seconda vignetta di pag. 35) e a volte sono troppo "carichi" di neri. Insufficiente il tutto... Per fortuna ora arriva Yama...

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Ribadisco il concetto base: una storia che aveva un perché nella prima fase, ma che poi si sviluppa su diversi piani e in diverse direzioni con personaggi che non si sa bene che cosa rappresentino, con Tex e Carson come frullati nel vortice di personaggi ambigui perché mai definiti e male rappresentati. Una storia che si spegne, un pezzo qua e un pezzo là. Proseguo con il giudizio negativo: la peggiore da molto tempo a questa parte. Capita, anche Buffon fa delle papere in Nazionale.

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On 8/10/2016 at 13:38, Carlo Monni dice:

 

Nessuno, e certamente non io, ha mai detto che Manfredi non ama Kit e Tiger. Quel che ho detto, invece è che ha delle idee sulla loro caratterizzazione (Kit più autonomo rispetto al padre, Tiger più Navajo etc. ) che ritiene troppo radicali e pertanto ha deciso coscientemente di non scriverli non potendo farlo come vuole lui.

Secondo me tutto nasce da un equivoco di fondo: all'epoca Manfredi aveva presente la caratterizzazione dei due pards data da Nizzi specie nell'ultimo periodo in cui i due erano sostanzialmente tappezzeria e lui non voleva allinearvisi.

Oggi Boselli  ha cambiato decisamente marcia con entrambi e Manfredi potrebbe e dovrebbe cambiare attitudine.

Quindi tra l'uso che faceva Nizzi di Kit e Tiger e quello che ne fà Boselli c'è tanta differenza? Io personalmente non la vedo, oltre al fatto di contestare che nelle ultime storie Nizzi li ha usati poco io differenze non ne vedo...piuttosto penso che le sue idee siano davvero radicali, e piuttosto che scrivere come vorrebbe preferisce non farlo...

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Meno male che c'è Mabel,,,,,, Manfredi persevera negli scivoloni e,dopo la bruttura di "Oro nero" nella regolare ed il mediocre cartonato "Sfida nel Montana",lo sceneggiatore confeziona un'avventura senza capo nè coda,confusionaria,noiosa,una delle peggiori degli ultimi anni. Penso che alla fine Manfredi non ci abbia capito nulla neppure lui,in questo aggrovigliamento di situazioni per nulla chiare e di personaggi inutili e,per una volta lo scrivo anche io,in cui Tex è centrifugato con Carson in un racconto che lo vede non certo "starring",bensì co-protagonista assai marginale,svogliato ed annoiato. Persino Seijas,che non amo alla follia,si è lasciato andare a qualche svarione,già ben segnalato in precedenza. Salvo solo Mabel,intelligente,affascinante e sensuale presenza femminile e le due copertine di Villa. Spero in una lunga sosta ai box per Manfredi.       Sceneggiatura pessima,disegni discreti.

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Ho letto la storia qualche giorno fa. Sono rimasto un po deluso. Da Manfredi mi aspetto sempre grandi prove. Infatti le prime storie che ha scritto su Tex sono state molto buone, ma nelle ultime il livello è calato notevolmente. Sono d'accordo con quello già detto da tutti, la trama e lo svolgimento mi sono sembrati molto incasinati e confusionari. Trovo che il fatto di creare un po di confusione nella trama si veda più o meno in tutte le storie di questo autore a parte il texone e le storie brevi. Come già detto, su Tex la trama deve essere lineare. I disegni di Seijas, che già non è tra i miei preferiti, sono comunque discreti.

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Mediocrità assoluta.

Ancora una volta Manfredi, invece di raccontare una storia di Tex, decide di darci la sua imperdibile lezioncina sulla politica, il senso del potere, e altre noie che con Tex c'entrano poco, e confeziona un albo moscio, pieno di dialoghi noiosi, con due sparatorie che è un'offesa definirle tali e, ancora una volta, con personaggi-macchiette che agiscono in modi insensati.

Siamo al livello bassissimo di "Oro nero", ma qui è peggio: perché questo secondo albo rovina il bel primo albo.

Non c'è molto altro da aggiungere, perché commentare questa robaccia è una pura perdita di tempo. Spero che Manfredi si tenga per sé le sue fisime da "grande autore" (la Storia, la politica, niente Kit e Tiger) e, umilmente, decida di mettersi al servizio di un personaggio glorioso che non ha certo bisogno delle sue lezioni autoriali - o almeno, spero che qualcuno alla SBE glielo faccia capire.

 

Anche Seijas cala (ma sempre belli i visi di Tex), bene inserendosi nel livello infimo della sceneggiatura.

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Al netto delle considerazioni sociopolitiche che trasformano il Tex anarchico o anarcoide di GLBonelli in un Tex fin troppo consapevole e smaliziato nelle dinamiche politiche, la storia propone una dicotomia tra il primo albo che racconta in maniera lineare l'antefatto e questo secondo che si sviluppa tutto nel presente, giocando a confondere le idee e a depistare il lettore in una girandola di enunciazione-negazione, che conduce alla conclusione senza fornire una linea chiara da seguire (come nel primo albo) e senza lasciar intendere la vera natura dei tanti (troppiù) personaggi che popolano la scena. Tex e Carson appaiono talvolta girare a vuoto, ma alla fine risolvono i lati oscuri e se ne vanno, lasciando che le cose seguano il loro corso.

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veniamo ai voti (io sono di manica larga...)

 

sceneggiatura buona

 

disegni buoni

 

personaggio Mabel, quella con maggiore personalità nel quartetto dei giovani giustizieri poco avvezzi all'uso delle armi

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<span style="color:red;">13 ore fa</span>, natural killer dice:

sceneggiatura buona

 

Natural,d'accordo che sei di manica larga (..issima),però mi sembra che io e te abbiamo letto due avventure differenti.....Inoltre,la tua recensione mi è apparsa tutt'altro che benevola,anzi,hai letteralmente demolito il secondo albo...Dunque,da dove viene "Sceneggiatura...buona" ????

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Io parlo per me, ovviamente, ma a me la storia è piaciuta. 

Non è lineare? Onestamente non m'importa. Capisco che certi vecchi lettori non siano abituati ad un certo modo di narrare ma a me non crea problemi. Manfredi ha un certo stile e non gli si può chiedere di cambiarlo o lo si accetta o lo si respinge.

Per me scrive comunque un buon Tex ed un buon Carson con dialoghi frizzanti ed azzeccati

D'Altra parte, cosa c'è di così incomprensibile nella storia? Da un lato ci sono i maneggioni della ferrovia che brigano per far eleggere un candidato che pensano di poter manovrare e dall'altro gli amici del candidato che pensano si sia fatto corrompere.

Manfredi sceglie una soluzione non scontata: Billy non è corrotto ma solo ingenuo e quando prende coscienza di essere stato manovrato decide di mantenere la candidatura e provare a farsi comunque eleggere per fare il bene del suo Stato, Ci riuscirà? Forse non lo sapremo mai ed in fondo non importa, non a me almeno.

 

 

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Ognuno parla per sé. Certo. E se lo fa dovrebbe anche non dare giudizi a priori sullo stato di anzianità texiana e sulle abitudini relative. Poi, è giusta la considerazione che ci sia un certo stile e che possa o meno piacere, per quello che riguarda la sceneggiatura (e naturalmente in questo o in altri casi, i disegni). E' un forum e scambiamo idee, parlandone.

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Qui non è questione di un modo di sceneggiare non lineare.

La questione è che siamo di fronte a una storiella sciatta, con personaggi che agiscono senza scopi e senza un senso precisi, con Tex e Carson inseriti un po' a caso solo perché in copertina c'è scritto "Tex". Una robetta noiosa piena di chiacchiere inutili, con sparatorie da quattro soldi, e personaggi isterici tanto poco memorabili da essere meno che burattini.

 

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Forse sarebbe bene rileggerla prima di darne un giudizio definitivo, ma onestamente la storia mi pare macchinosa, cervellotica, contorta fino all'estremo. Non è questione, come dice Carlo, di vecchi lettori e di nuovi stili; è piuttosto che la storia è volutamente poco chiara, tende consapevolmente a confondere, ma l'effetto che raggiunge è l'opposto di quello che si prefigge: invece di intrigare, annoia. E annoia per quello che dice Pato, e cioé perché di fronte non abbiamo personaggi ma marionette, mosse piuttosto pesantemente da fili troppo spessi per non essere visti e per non disturbare lo spettacolo: una longa manus dell'autore che assesta potenti scossoni perché la storia possa arrivare in qualche modo alla fine: e allora ecco una banda di serpenti che si rivelano innocue bisce (scacciate dal macellaio e dalla donna, oltre che da Tex!); i cavalieri del Re che se possibile sono ancora più anonimi della banda sopra citata; un gruppo di ragazzi che, nell'Ovest dove a malapena sanno leggere e scrivere, studiano il codice penale e compiono il delitto politico perfetto per sollevare le coscienze; un'intera città che si trasferisce in un altro posto; un sicario intercettato da Carson perché Tex ha la sfera di cristallo al posto della testa (ma dai...); una compagnia ferroviaria che riesce ad esprimere ben due candidati, uno occulto e l'altro palese, per poi restare con un pugno di mosche in mano!; un colonnello corrotto chiamato in città a tutelare la sicurezza (la cui presenza è davvero un di più gratuito); per non parlare della perla di sceriffo e dei suoi sogni di gloria, un vero caso umano, tanto inverosimile quanto inutile ai fini dell'interesse per la storia.

 

Non ho capito se a fregare l'autore sia stata l'eccessiva ambizione di dar vita ad una storia importante (perché l'intento è evidente, diamo atto almeno di questo) o una carenza di idee che lo ha portato ad infarcire la vicenda di personaggi inutili e mal gestiti, come il colonnello, lo sceriffo, lo stesso marito di Mabel, col suo patetico tentativo di ammazzare il candidato avversario davanti a tutti per far bella figura davanti alla mogliettina (non credevo ai miei occhi mentre leggevo quella parte, altro che i fratelli Donegan, ho pensato!). Mi dispiace, e dico davvero, non apprezzare il lavoro di un autore, soprattutto se in gamba come Manfredi, ma davvero non mi sento di non essere severo nei confronti di una storia che reputo purtroppo riuscita male. Poi rileggerò anche questa, senza dubbio, per una seconda chance che non nego a (quasi) nessuna storia.

 

Capitolo disegni: Sejas non lo amo particolarmente. A volte mi ricorda Blasco, suo connazionale. Non mi emoziona.

  • +1 2
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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, Leo dice:

Capitolo disegni: Sejas non lo amo particolarmente. A volte mi ricorda Blasco, suo connazionale. Non mi emoziona.

 

Ehm ... Sejias è argentino e Blasco era spagnolo, anzi catalano

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La storia non mi è piaciuta. Se il soggetto poteva essere decente, i disegni sono appena discreti e la sceneggiatura brutta e pasticciata. Ma il pezzo forte (in negativo) sono i dialoghi pieni di luoghi comuni (es. i due pard che dicono di preferire dormire sotto un cielo di stelle) e frasi fuori posto (es. un ragazzino che risponde che è ferito solo nel suo amor proprio?!???!). Il punto più basso è la voglia, sembra più per curiosità che per amore della verità, di sapere chi ha sparato sette anni prima. 

Mi spiace, Manfredi, ma non ci siamo.  

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<span style="color:red;">14 ore fa</span>, Leo dice:

e allora ecco una banda di serpenti che si rivelano innocue bisce (scacciate dal macellaio e dalla donna, oltre che da Tex!); i cavalieri del Re che se possibile sono ancora più anonimi della banda sopra citata; un gruppo di ragazzi che, nell'Ovest dove a malapena sanno leggere e scrivere, studiano il codice penale e compiono il delitto politico perfetto per sollevare le coscienze; un'intera città che si trasferisce in un altro posto; un sicario intercettato da Carson perché Tex ha la sfera di cristallo al posto della testa (ma dai...); una compagnia ferroviaria che riesce ad esprimere ben due candidati, uno occulto e l'altro palese, per poi restare con un pugno di mosche in mano!; un colonnello corrotto chiamato in città a tutelare la sicurezza (la cui presenza è davvero un di più gratuito); per non parlare della perla di sceriffo e dei suoi sogni di gloria, un vero caso umano, tanto inverosimile quanto inutile ai fini dell'interesse per la storia.

 

Ecco, Leo ha analizzato in maniera chiara alcuni dei punti dolenti di questa storiella. Faccio mia la sua analisi, ringraziandolo per la pazienza di averla fatta.

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S

P

O

I

L

E

R

 

Diciamo che l'idea-base é geniale: un tizio é reso insospettito ed inquieto dalla cappa di tensione che ruota attorno ad un'elezione politica.......chi sta tentando di tramare contro di lui? Nessuno! E' tutta una messinscena, come messinscene sono determinati eventi della politica anche ai nostri tempi.

Perfetto per una storia breve, da "freddura", da Color Tex per intenderci............anzi, da "Color Poirot", per essere più precisi: sviluppare questa idea in due albi, mettendoci dentro millemila personaggi inutili (non criticherò più Borden da questo punto di vista, dopo aver letto questa "doppia" :D), ha reso l'intervento di Tex solo funzionale a smontare i deliri dello sceriffo: di fatto, la storia é andata, e si é conclusa, nella stessa direzione verso la quale sarebbe andata se Tex NON ci fosse stato, inclusa la morte dei tre scannapolli mandati al suicidio.

Ma Tex non é Poirot, non deve dissipare dubbi e contribuire a svelare intrighi agli occhi del lettore: Tex deve determinare il corso degli eventi, essere colui che porta l'Ordine dove vi é il Caos. Qui tutto rimane tale e quale a prima, compreso ciò che avviene quando viene dissipato il dubbio sull'assassino di Alias. E' stata Mabel, e allora? Quattro risate e via! 

Mah.........<_<

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Manfredi continua a non andare più in la del compitino, da lui mi aspettavo di più ed invece eccoci di fronte alla solita storia abbastanza classica, a tratti con qualche sbadiglio, che strappa un discreto. Sicuramente meglio della scialba oro nero ma mi chiedo dov'è finito il Manfredi del Texone di Gomez?

Certo Seijas non è Gomez e non aiuta la sceneggiatura, anzi un pò l'affossa, però non è neanche da buttar via quindi è l'insieme che non si eleva. Meno male che il prossimo mese arriva Boselli/Civitelli.

Tornando a questo numero e ai disegni, non è che Seijas non sia un buon disegnatore ma non lo ritengo adatto al western, per assurdo trovo che il suo talento su Tex sia sprecato. L'ho visto su Julia ad esempio dove l'ho trovato molto a suo agio e dove ha fatto ottimi disegni, penso sia adatto per serie più "leggere" e "pulite" come Julia o Martin Mystere.

Altra cosa, che c'azzecca come direbbe qualcuno, lo sceriffo che vuole passare alla gloria, ma ti pare che una compagnia ferroviaria che monta tutto un carosello per far eleggere chi vuole lui sopporterebbe uno sceriffucolo che vuole mettersi in mostra?

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