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Virgilio Muzzi


ymalpas
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Virgilio Muzzi nasce a Codogno, in provincia di Milano, il 13 giugno 1923.

Inizia la carriera artistica dedicandosi alla pittura, ma nel 1946 entra nel mondo del fumetto disegnando per il settimanale ?Audace?, diretto da Tea Bonelli, la storia a puntate Lotta nell'ombra, dal numero 25 del 23 maggio, al numero 32 del 3 agosto.

Contemporaneamente lavora anche per i Del Duca eseguendo alcune tavole a mezza tinta, che vengono destinate al settimanale Grand Hotel e vari racconti che trovano ospitalit? sugli albi dell'Intrepido. è proprio su questo supplemento del diffuso Intrepido che la collaborazione si fa più intensa e duratura.

Dal 1950 la sua attività diviene sempre più prolifica: per i Bonelli disegna La leggenda del 4 agosto che appare sul numero 8 ( febbraio 1951 ) della Collana Ragno d'Oro.

Per due anni, dal 1950 al 1951, lavora per l'editoria brasiliana: prima illustra copertine per il settimanale Incanto e poi disegna vari episodi di cicli salgariani.

Per la Dardo di Casarotti disegna la breve sequenza di Cagliostro, scritta da Franco Baglioni e pubblicata per dodici numeri, dal 5 luglio al 4 ottobre 1953. Sue sono anche le copertine.

Per le edizioni Audace di Tea Bonelli porta a termine la serie Il Cavaliere Nero, scritto da Gianluigi Bonelli, e ideato graficamente dalla EsseGesse.

Del 1956 è la serie Rama, l'Apache, scritta da Franco Baglioni e pubblicata per 21 numeri dalla Dardo, dall'otto aprile al 26 agosto.

Nel 1957 inizia a lavorare per il mercato inglese, per il gruppo editoriale Amalgamated Press, per il quale esegue vari episodi di Kit Carson, Buffalo Bill, e Dick Daring ( tradotti in Italia dalla Dardo ) e altri di Giubba Rossa ( poi ripubblicato in Italia dalle Edizioni Araldo ).

Sempre per la Araldo disegna la serie Ragazzi coraggiosi, che appare in appendice alla Collana Audace ( Il Piccolo Ranger, 1959 ).

Dal numero 15 ( 13 aprile 1960 ) della serie Città d'Oro, inizia a disegnare le avventure di Tex, alternandosi con altri disegnatori.

L'ultimo albo della collana Tex Gigante disegnato da Muzzi è Caccia all'uomo, numero 183, del gennaio 1976: sue sono solamente le prime 18 tavole.

La Collana Rodeo n° 124 ( ottobre 1977 ) presenta infine Il serpente d'argento, disegnato su testi di Pier Carpi.

Da segnalare anche la breve militanza nel gruppo di autori di Mister No, di cui disegna tre albi: i numeri 113, 114 e 115.


Artista schivo, lavora nell'ombra, senza far chiasso. Perfezionista per natura (ogni tratto ha un perchè ben preciso) dimostra una padronanza efficacissima delle varie tecniche pittoriche e sa adeguare con paziente meditativa critica il pennello a quanto gli detta il cuore e l'estro creativo: raggiunge così nitide plasticit?. Non tinte forzate, bensì garbate tonalit? pastose, con chiaroscuri appena accennati, ma significativi e determinanti.

[ Citazione, Valentina Ottone Caserta ]



Cronologia delle storie di Tex disegnate da Virgilio Muzzi:

[ 044 ] Un audace rapina
[ 045 ] La voce misteriosa
[ 049 ] Lo stregone
[ 053 ] Il grande re
[ 056 ] La rivolta
[ 058 ] Corsa alla morte
[ 059 ] Duello all'alba
[ 063 ] Vigilantes
[ 067 ] Mano Gialla
[ 073 ] Pony Express
[ 074 ] Sangue sulla pista
[ 075 ] La bufera
[ 078 ] Incubo
[ 082 ] La sfida
[ 083 ] Il passato di Tex
[ 087 ] Yuma
[ 088 ] Gli spietati
[ 092 ] Giustizia!
[ 093 ] Terrore sulla savana
[ 096 ] La caccia
[ 097 ] Lo straniero
[ 098 ] I razziatori
[ 099 ] La sconfitta
[ 116 ] La dama di picche
[ 117 ] El Paso
[ 130 ] Il cacciatore di taglie
[ 131 ] Wanted
[ 149 ] Trading Post
[ 150 ] Sunset ranch
[ 151 ] L'ultimo poker
[ 180 ] Il quinto uomo
[ 181 ] Una stella per Tex
[ 182 ] Canyon Diablo
[ 183 ] Caccia all'uomo


ym

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  • 10 mesi dopo...

IMHO Muzzi si è mostrato su "Tex" un disegnatore di buon livello, molto professionale e anche gradevole; certo..... quando a un disegnatore di Tex non fanno disegnare alla sua maniera la figura del ranger, non è che possa essere ritenuto uno dei migliori della collana . Non capisco come mai i suoi Tex siano stati considerati così sgradevoli: ho potuto leggere le primissime storie da lui disegnate nella ristampa a colori di "Repubblica" e mi è parso che la figura di Tex versione Muzzi, pur caratterizzata dal cranio dolicocefalo e dai lineamenti allungati cari al disegnatore lombardo, fosse ben riconoscibile e nient'affatto brutta; erano semmai Tiger ( reso spesso in maniera un po'rozza IMHO ) e gli indiani in genere a dargli qualche problema.

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  • 1 anno dopo...

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Notavo con sorpresa una faccia di Tex by Muzzi: perchè il volto del nostro ranger era affidato a Galep ( tra l'altro, ne risultava una sproporzione enorme tra testa di Tex, gigantesca, e il resto del corpo) ?

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... e' una delle grandi assurdit? della serie. Da un'intervista dell'amico F. Bosco all'autore, deduciamo come questo fatto avesse rappresentato per Muzzi un motivo di grande, grandissima sofferenza. Se guardiamo a quelle tavole, quei volti rifatti da Galep sono sempre sproporzionati, si vede che anche per lui era un lavoro ingrato, c'era la tirannia dei tempi da rispettare e di un Tex che fosse riconoscibile ai lettori. Ma lasciatemi dire che il buon Muzzi, anche vedendo il suo Tex riprodotto nella tavola sopra, meritava di essere proposto ai lettori e non brutalmente mutilato nella sua essenzialit?: il volto.

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... e' una delle grandi assurdit? della serie. Da un'intervista dell'amico F. Bosco all'autore, deduciamo come questo fatto avesse rappresentato per Muzzi un motivo di grande, grandissima sofferenza. Se guardiamo a quelle tavole, quei volti rifatti da Galep sono sempre sproporzionati, si vede che anche per lui era un lavoro ingrato, c'era la tirannia dei tempi da rispettare e di un Tex che fosse riconoscibile ai lettori. Ma lasciatemi dire che il buon Muzzi, anche vedendo il suo Tex riprodotto nella tavola sopra, meritava di essere proposto ai lettori e non brutalmente mutilato nella sua essenzialit?: il volto.

Concordo in toto... Molto sgradevole il comportamento della Bonelli , capisco l'amarezza del povero Muzzi...
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Mi trovo d'accordo con quanto detto prima di me, nelle storie in cui Muzzi ha potuto esprimersi liberamente non mi è sembrato tanto male! Comunque mettendosi nei panni dell'editore in quei tempi è forse comprensibile il fatto che essendo Tex non ancora un fumetto affermato si fosse preferito mantenere la fisionomia del ranger affidandone i disegni del volto ad un solo disegnatore... Ad oggi una cosa del genere risulta incomprensibile, ma forse una volta la mentalit? degli editori e soprattutto dei lettori era diversa.

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  • 4 settimane dopo...
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Leggevo in una recente intervista a Virgilio Muzzi dei motivi che lo costrinsero ad abbandonare Tex con l'ormai lontana sua ultma storia illustrata "Canyon Diablo". Per tanto tempo avevo associato la sua scomparsa ( dal mondo dei fumetti ) con quella degli altri autori "minori" che fino ad allora avevano gravitato intorno a Galleppini, mi rifeirsco in modo particolare a Francesco Gamba. Arrivando ad una conclusione, avevo pensato che col recente arrivo di Fusco, l'editore considerasse ormai sufficiiente lo staff di disegnatori ( Galep Ticci, Nicol', Letteri e Fusco ), da qui appunto l'esautoramento di Muzzi ( ma non di Gamba che ormai era il ghost artist di Nicol' e che per anni ancora avrebbe continuato all'ombra dei "grandi" ). Ebbene in questa intervista sembrerebbe emergere invece l'idea dell'abbandono come una precisa volont? dello stesso Muzzi, stanco e stressato dai tempi inesorabioli di consegna. L'intervitatore gli ha posto la fatidica domanda: se giungesse una sceneggiatura nuova, dopo gli oltre settecento disegni fatti per "Cavalcando con Tex", riprenderebbe in mano matite e pennelli ?La risposta: no!

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Leggevo in una recente intervista a Virgilio Muzzi dei motivi che lo costrinsero ad abbandonare Tex con l'ormai lontana sua ultma storia illustrata "Canyon Diablo".

Per tanto tempo avevo associato la sua scomparsa ( dal mondo dei fumetti ) con quella degli altri autori "minori" che fino ad allora avevano gravitato intorno a Galleppini, mi rifeirsco in modo particolare a Francesco Gamba.

Arrivando ad una conclusione, avevo pensato che col recente arrivo di Fusco, l'editore considerasse ormai sufficiiente lo staff di disegnatori ( Galep Ticci, Nicol', Letteri e Fusco ), da qui appunto l'esautoramento di Muzzi

Ero arrivato a conclusioni non dissimili dalle tue, a suo tempo. Attribuivo l'eventuale esautoramento di Muzzi non tanto all'idea che il buon Sergio ritenesse sufficiente lo staff ed avesse voluto "eliminare" un disegnatore in più, quanto per insoddsfazioni reciproche, diciamo così.


( ma non di Gamba che ormai era il ghost artist  di Nicol' e che per anni ancora avrebbe continuato all'ombra dei "grandi" ).

Posso sbagliarmi, ma ho la netta sensazione che alla Bonelli non fossero a conoscenza (quantomeno non a conoscenza diretta) dell'apporto delle matite di Gamba alle storie di Nicol'. Secondo me la Redazione pagava direttamente il solo Nicol', il quale poi, a sua volta, retribuiva il buon Gamba (in nero? :indiano:)


Ebbene in questa intervista sembrerebbe emergere invece l'idea dell'abbandono come una precisa volont? dello stesso Muzzi, stanco e stressato dai tempi inesorabioli di consegna.

E ci sta tutto. Ormai è risaputo che Muzzi era un disegnatore molto lento (almeno per gli standard dell'epoca, sarebbe interessante sapere se lo sarebbe anche per quelli attuali) e che per rispettare i tempi di consegna, (che, specialmente ai tempi dei fascicoli settimanali a striscia erano molto più stretti di quelli odierni) era costretto a "tirar via". Da qui l'insoddisfazione dell'editore per i suoi volti, che faceva ritoccare costantemente da Galep (ed almeno in un'occasione anche da Cormio, a mio parere). In realtà, specie negli ultimi tempi (quando, probabilmente grazie al fatto che gli si erano affiancati altri tre disegnatori, pot? presumibilmente permettersi di lavorare con meno affanno) anche la sua resa del volto di Tex era molto migliorata. Si vedano, per esempio, alcuni primi piani o profili di Tex sfuggiti a Galep nell'albo "L'ultimo poker" e nella storia "Canyon Diablo" (specei nell'albo omonimo). Per non parlare, poi, delle splendide illustrazioni realizzate per "Cavalcando con Tex"


Ho letto altrove, in questo stesso forum, opinioni di utenti che non considerano Muzzi tra gli autori regolari di Tex e lo mettono praticamente al livello dei tanti "assistenti" del primo periodo. Ho già espresso il mio dissenso al riguardo e lo ribadisco. Muzzi ha lavorato su Tex come disegnatore a pieno titolo per circa 25 anni e merita il suo bravo posto d'onore nella prima leggendaria cinquina.
Anche se devo ammettere che dei cinque suddetti (per chi non li ricordasse: Galep, Letteri, Nicol', Ticci ed appunto Muzzi) era quello che mi piaceva di meno, non posso e non voglio certo negare i suoi meriti verso la serie. Il suo stile dava alle storie cittadine (che erano praticamente un suo feudo) un'atmosfera particolare. Inoltre, magari il volto di Tex non era il suo forte, ma il suo Carson era veramente ben caratterizzato.

L'intervitatore gli ha posto la fatidica domanda: se giungesse una sceneggiatura nuova, dopo gli oltre settecento disegni fatti per "Cavalcando con Tex", riprenderebbe in mano matite e pennelli ?

La risposta: no!

Ormai credo che siamo fuori tempo massimo (ha quasi 87 anni), ma, a mio parere, Muzzi avrebbe ben meritato l'onore di un Texone (e si può sperare che gliel'abbiano chiesto e lui abbia, per l'appunto, risposto: no!) :capoInguerra: :colt:
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Guest Wasted Years

Ho letto altrove, in questo stesso forum, opinioni di utenti che non considerano Muzzi tra gli autori regolari di Tex e lo mettono praticamente al livello dei tanti "assistenti" del primo periodo. Ho già espresso il mio dissenso al riguardo e lo ribadisco. Muzzi ha lavorato su Tex come disegnatore a pieno titolo per circa 25 anni e merita il suo bravo posto d'onore nella prima leggendaria cinquina.

Assolutamente in disaccordo, Muzzi è stato un prezioso collaboratore, ma non può aspirare all'olimpo e nemmeno collocarsi nel vero primo periodo d'oro grafico della serie, non reggendo il paragone (e nemmeno il ritmo) con gli altri disegnatori nemmeno secondo la casa editrice, che fece disegnare i volti a Galep. Rispetto l'opinione di Carlo Monni, ma non ne condivido nemmeno gli apostrofi.
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In un articolo dedicato da Sciurtato all'autore nel sito Baci&Spari si legge:

Probabilmente il suo abbandono è dovuto alla lentezza nel proprio lavoro (Muzzi non è mai stato un fulmine di guerra) e solo dopo aver disegnato un personaggio per la Collana Rodeo dal titolo Il serpente d'argento e una storia per Mister No il personaggio di Nolitta, suo editore, scompare un po' dal panorama fumettistico.

Nell'intervista concessa allo stesso Sciurtato e a Francesco Bosco così l'autore risponde ad una precisa domanda degli intervistatori:

Come mai ha interrotto con le pubblicazioni? Tra l'altro lei fece anche Mister No?

"S?, è vero, feci due episodi, mi pare su testi di Castelli? La verità è che mi ero stancato. Adesso sto facendo una sessantina di tavole per un libro che dovr? uscire, a cura di Verger. Mi è piaciuto molto farle perchè le ho ambientate in un ambiente misterioso, che mi è abbastanza congeniale".

C'è da dire che un solido legame di fraterna amicizia ha sempre legato Muzzi a Sergio Bonelli. Uno dei motivi del suo abbndono va forse ricercato proprio el fatto che non gli era mai stata data la possibilità di disegnare delle tavole tutte sue, a differenza di altri disegnatori dello staff, cosa che, come dice nella stessa intervista, ne aveva smorzato non di poco l'entusiasmo. Leggiamo di seguito infatti che...

"Ad esempio, la questione dei volti di Tex messi da Galleppini sulle mie tavole. In quegli anni l', l'editore aveva da un lato bisogno di collaboratori e nello stesso momento non voleva ?emarginare? troppo il disegno di Galleppini, per timore di perdere i lettori abituati al suo tratto ed alla sua impostazione. C'era già Gamba che cercava un po' di imitarlo ed anche io dovevo attenermi al tratto di Galep, non potevo fare quello che volevo. E così, per non ?divaricare? troppo, lui metteva le teste di Tex ed io eseguivo il resto della tavola. Ad un certo punto, però, gli altri disegnatori hanno avuto, forse per esigenza di editoria, la possibilità di utilizzare il proprio stile personale. E quindi io ho sempre collaborato un po' condizionato, ecco perchè non mi sono mai appassionato troppo, tanto gravoso era il mio compito. Tanto è vero che una volta tentai di dare un'impronta più ?forte? al mio disegno, soprattutto coi neri, e la cosa ottenne un esito un po' negativo. Adesso invece si è capito che l'uso del nero dona un altro carattere al fumetto e così anche il gusto dei lettori si adegua a ciò".

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Anche io dissento con quanto detto da Carlo Monni... ho sempre considerato Muzzi come un disegnatore di riserva, mai come un membro a pieno titolo dello staff:e il fatto che che i volti di Tex fossero tutti ritoccati da Galep la dice lunga... Credo inoltre che, quando ci si accorgeva che la storia a lui destinata potesse essere una grande storia, si è molte volte provveduto a toglierla dalle sue mani:? il caso de "I figli della notte" o "La sconfitta". E a parte questo, ho sempre trovato i disegni di Muzzi (senza offesa)insignificanti:devo solo decidere se il peggior disegnatore della storia di Tex sia stato lui o l'Ortiz di questi anni...

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Io invece sono d'accordo con quello che pensa Carlo Monni: mi è sempre dispiaciuto vedere i disegni di Muzzi ritoccati da Galep, ed anche il fatto di avergli tolto la realizzazione di storie che si sarebbero potute rivelare sopra la media mi pare un p? irrispettoso nei suoi confronti... D'accordo, non era all'altezza di Galep, Nicol', Letteri e Ticci, però io ragiono così: o una persona la si reputa adatta per un certo compito e quindi glielo si affida, oppure si cerca qualcun altro.

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D'accordo, non era all'altezza di Galep, Nicol', Letteri e Ticci, però io ragiono così: o una persona la si reputa adatta per un certo compito e quindi glielo si affida, oppure si cerca qualcun altro.

Su questo hai ragione,At the Rocks!.. però, molto egoisticamente, sono comunque contento che "I figli della notte", ad esempio, l'abbia continuata il solo Galep...
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Anche io dissento con quanto detto da Carlo Monni...

Nulla di male, anch'io dissento spesso da quello che dici tu... come in quest'occasione. :colt:


ho sempre considerato Muzzi come un disegnatore di riserva, mai come un membro a pieno titolo dello staff:

Un disegnatore che per quattro anni consecutivi ha realizzato circa il 33% delle storie, interessante concetto di riserva.


e il fatto che che i volti di Tex fossero tutti ritoccati  da Galep la dice lunga...

Dice solo che alla Bonelli dell'epoca avevano certi criteri che possono essere anche non condivisi. Il Muzzi degli ultimi anni (diciamo dal 1967 in poi) nona veva affatto problemi col volto di Tex, ma ormai la frittata era fatta.


Credo inoltre che, quando ci si accorgeva che la storia a lui destinata potesse essere una grande storia, si è molte volte provveduto a toglierla dalle sue mani:? il caso de "I figli della notte" o "La sconfitta".

Ma chi è che ti ha messo in testa queste balzane idee? :capoInguerra: :generaleN:


1) Per ciò che riguarda "I Figli della Notte", a quanto ne so, è stato solo un problema di scadenze che Muzzi non riusciva a rispettare (forse si era anche ammalato). Che i disegni di Galep fossero migliori non ci piove, ma non credo che abbiano ragionato in questi termini, ma solo in termini di pura utilit? pratica?

2) Quanto a "La sconfitta", chi ha mai detto che era destinata a Muzzi? Quest'ultimo è intervenuto solo in alcune pagine di metà storia in aiuto a Galep che era in ritardo sulle scadenze, tutto qui. Nessuno gli ha mai tolto niente.

3) Infine, non credo proprio che in Redazione abbiano mai ragionato in termini di: "questa è una grande storia". Valutazioni del genere sono quasi semroe a posteriori. Inoltre il tuo assunto è smentito facilmente dal fatto che a Muzzi sono state affidate, tra le altre, "La caccia" e "L'ultimo poker", per tacere di "Canyon Diablo" che proprio storielline non sono. Quello che è vero, invece, è che i criteri di assegnazione ai disegnatori si basavano molto sulla tipologia di storia da realizzare (in questo senso a Muzzi sono toccate quasi sempre storie di ambientazione cittadina), sui personaggi che vi comparivano (le storie che vedevano dei ritorni erano, in genere, affidate al disegnatore della prima storia). Galep aveva una sorta di riserva sulle storie significative per la saga, oltre ad essere un jolly buono per ogni tipologia di storia.

E a parte questo, ho sempre trovato i disegni di Muzzi (senza offesa)insignificanti:devo solo decidere se il peggior disegnatore della storia di Tex sia stato lui o l'Ortiz di questi anni...

Premesso che Muzzi occupa la zona di fondo classifica dei miei disegnatori preferiti di Tex di tutti i tempi (non è in ultima posizione, ma non è molto distante), io credo

che sia ingiusto comunque sminuire il ruolo che ha avuto nei suoi 17 anni di lavoro su Tex, anni in cui, piaccia o non piaccia, non era affatto una riserva, ma un membro a pieno titolo. Peraltro, se consideriamo solo il periodo da "la caccia" (prima storia pubblicata direttamente sul Tex "gigante") in poi, al momento della sua uscita dallo staff aveva realizzato almeno tante storie quante Ticci.

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Il contributo di Muzzi nella serie e' stato senza dubbio considerevole, dando la classica "mano" a Galep nei tempi eroici di Tex, permettendo di farlo uscire puntualmente in edicola. Su questo non ci sono dubbi.
Ma anch'io mi sento di non paragonarlo con i vari Letteri,Nicolo',Galep,Ticci, non solo perche' aveva qualche difficolta' nella realizzazione del volto del ranger, ma era tutto il suo tratto a renderlo, a mio avviso, di qualche gradino inferiore rispetto agli artisti citati prima. Si e' vero, ha disegnato splendide storie cittadine come "Una stella per Tex" e "L'ultimo poker", ma mi domando cosa sarebbe successo se quelle storie fossero state disegnate da un certo Ticci, che in fatto di ambientazioni cittadine del West, ai tempi non aveva rivali. Credo che quegli albi sarebbero stati ancora piu' apprezzati e piu' elogiati.
In definitiva Muzzi e' stato molto generoso negli anni in cui disegnava Tex, ma forse Bonelli, facendo ritoccare quel volto a Galep, commise un imperdonabile errore, sia per l'umore dell'artista stesso e sia per i lettori che si trovavano un ranger sproporzionato e poco carino da vedere. Bello ed interessante il lavoro che Muzzi ha fatto per "Cavalcando con Tex" dell'amico Verger.

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Caro Carlo, io non so niente dei meccanismi della Bonelli;quindi, quello che tu dici in proposito per me è legge(d'altronde sei anche avvocato :D ). Tuttavia penso che non solo le belle storie disegnate da Muzzi (a queste aggiungo "La dama di picche")non si possano considerare dei capolavori della serie, ma penso anche che di questo Bonelli ne avesse coscienza. Penso che Bonelli sapesse quali sarebbero state le storie che sarebbero venute meglio, e che mai lui(o chi per lui)le avrebbe fatte disegnare a Muzzi. Insomma, a Muzzi mai sarebbero state destinate storie come "Sulle piste del Nord","In nome della legge", o "Il laccio nero". Il perchè di questo, secondo me, sta proprio nella scarsa considerazione con cui era accolto il suo lavoro. Detto questo, il ruolo di Muzzi è stato fondamentale... ma proprio non riesco a vederlo sullo stesso piano degli altri disegnatori;sono loro,Letteri,Ticci,Niccolo, oltre a Galep, a creare la grande tradizione grafica texiana;in tutto ciò Muzzi, sempre secondo me, se ha avuto un ruolo è stato un ruolo molto marginale...

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  • 1 mese dopo...

"Muore a Codogno Virgilio Muzzi, era il pap? lodigiano di Tex Willer

(26 febbraio) Addio al pap? di Tex Willer: Codogno e la Bassa in lutto per la scomparsa del fumettista Virgilio Muzzi. Profondo il cordoglio che nel tardo pomeriggio di ieri ha accompagnato la notizia della scomparsa di Virgilio Muzzi, noto artista codognese, famoso per aver disegnato i tratti di Tex Willer, il celebre ranger nato dalla fantasia di Gian Luigi Bonelli.

Muzzi si è spento ieri all'ospedale di Codogno: aveva 86 anni, con la sua scomparsa se ne va un pilastro portante della storia del fumetto in Italia. Nato il 13 giugno del 1923 a Cacavurta, Muzzi si trasfer? a Codogno con la sua famiglia a undici anni. La sua carriera professionale ebbe inizio nel 1946 presso la casa editrice Araldo, a seguire ci fu poi l'esperienza presso la If Universo per cui il fumettista codognese illustr? gli Albi dell'?Intrepido? e il settimanale ?Grand Hotel'. In curriculum anche collaborazioni con la casa editrice Dardo, presso cui Muzzi realizz? la serie di Cagliostro scritta da Lavezzolo. Muzzi collabor? anche per il mercato britannico, dando corpo a Kit Karson, nonchè a Bufalo Bill nella famosa serie Giubba Rossa. La sua grande passione per il disegno lo port? poi a cimentarsi felicemente anche con diverse caricature.

Nel 1960 avvenne l'incontro che segn° la vita professionale di Virgilio Muzzi: quello con lo scrittore e sceneggiatore Gian Luigi Bonelli, creatore di Tex Willer. Un incontro di professionalità, quello tra Bonelli e Muzzi. Ma anche una collaborazione di stima, durata inossidabilmente per ben sedici anni. In quegli anni, il personaggio di Tex era gettonatissimo dai lettori, l'unico disegnatore, Aurelio Galleppini, da solo non era in grado di far fronte alle sempre più pressanti esigenze editoriali. L'arrivo di Muzzi fu quanto mai gradito. Ed esplosivo: basti dire che il codognese disegn° per Tex circa 1.500 tavole, per un totale di 12mila vignette. In una sua intervista di qualche anno fa, Muzzi intravvedeva un futuro non facile per il fumetto: ?Tex vivr? ancora per molto? Fin che dura lo zoccolo duro composto da lettori ultrasessantenni sè. Purtroppo i giovani, non amando in generale la lettura, non si sono accostati a questo fumetto, preferendo i giochi tecnologici. Me lo lasci dire: sarà un andare sempre più in salita per il fumetto tradizionale, Tex compreso?. [...]".

(Luisa Luccini) http://www.ilcittadino.it/ilCittadino/Arti...77/Default. aspx

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Ahi, un altro colpo che fa male. Quando ero piccolo Muzzi, dopo Niccol' e Letteri, era il disegnatore che preferivo... come dimenticare "Una stella per Tex"?Come ho già detto: onore a un grande. Un grande spesso in secondo piano, ma ugualmente grande. Che con la frase "Tex vivr? ancora per molto? Fin che dura lo zoccolo duro composto da lettori ultrasessantenni sè", secondo me aveva visto giusto... Snif.

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A me sarebbe piaciuto vedere una storia disegnata interamente da lui senza i volti di Galep.....

Ce ne sono state diverse, se non sbaglio. Prova a vedere "Una stella per Tex", l' credo proprio che i volti siano suoi.
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Guest Wasted Years

Scompare un grande. Un disegnatore particolare per la serie, visti le facce di Tex realizzate da Galep, ma anche l'autore di storie memorabili, come la dama di picche, l'ultimo poker e la caccia. Speravo sempre in un suo texone. Purtroppo mai arrivato. Un altro grande autore che ci lascia.

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Speriamo davvero che Sergio Bonelli lo ricordi nell'apertura del prossimo inedito, anche se sono sicuro che succeder?!

sono dello stesso parere:sergione non può non scrivere qualcosa su virgilio muzzi! :indianovestito:


ci sono 2 storie di tex che io automaticente collego al nome di muzzi:una è l'enigma dello scudiscio, una breve avventura in cui GLB riesce ad inserire tutti gli elementi tipici della texianit?... e l'altra è i figli della notte, dove la raffigurazione della mummia è un esempio perfetto dello stile muzziano... :inch:

cosa posso dire?.... solo una cosa:virgilio, fa' buon viaggio nelle celesti praterie... :lupod:

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