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TWF - Tex Willer Forum

[678/679] Jethro!


La storia, i disegni e i personaggi  

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Quelli di Comix si contraddicono spesso... una volta dicono che la Bonelli pubblica fumetti di scarsa qualità su carta riciclata, un'altra che Tex è la miglior testata italiana. L'unica cosa in cui sono sempre coerenti è la crociata contro Recchioni. Una roba inammissibile e deleteria perché quella non è critica ma attacco personale continuo. 

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Su quel sito c'ero capitato una volta proprio mentre cercavo info su Tex.

Onestamente mi pare più un blog personale che una fonte autorevole, tra l'altro discutibile (mischiare politica e fumetto non mi piace molto). Sono d'accordo con paco ordonez. 

Io non gli darei più valore rispetto ad un singolo messaggio a caso del forum.

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  • co fondatore
On 6/6/2017 at 22:08, paco ordonez dice:

Onestamente io non darei visibilità sul principale forum di Tex a quel personaggio. 

 

Il gestore di CA è un fanatico religioso della domenica, però sono interessanti i commenti agli articoli in cui spiccano vecchie conoscenze delle community dedicate al fumetto :lol: .

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  • 5 mesi dopo...
<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Solo su questo sono d accordo con Texan...anche a me non è piaciuto l ultimo Texone e sottolineare il Tex fuorilegge non è piaviuto neanche a me...Solo.questo di quello che ha scritto Texan condivido

Il resto lo ritengo sbagliato...caro Texan,se non ti piace più Tex fai come il sottoscritto e non comprarlo più.ho letto il.Texone di quest.anno che non mi è piaciuto, e mi ha fatto perseguire la mia politica attuale.mi piace questo blog,mi piace argomentare con chi non la pensa come me,non mi piace però chi offende le opinioni di un altro o attacca un autore solo perché si chiama Boselli o Nizzi!Boselli è un grandissimo autore,che ha scritto delle storie eccezionali come il passato di Carson, i sette assassini,la mano del morto,etc...anche il Texone sui Regolatori era uno spettacolo.dopo di che,si può obbiettare sulla sua visione di Tex,sul fatto che io personalmente preferivo Nizzi e le sue storie,sul fatto che io chiuderei la serie perché dopo 70.anni un mito come Tex secondo me dovrebbe concludersi lasciando un buon ricordo del miglior fumetto italiano.ma queste sono solo mie idee...l ho già scritto in altri post come la penso.Boselli l ho criticato su alcuni punti,su alcuni finali che non mi sono piaciute,sul fatto che in molte sue storie Tex sia comprimario e non unico protagonista.ma è un autore molto pignolo e preparato dal punto di vista culturale.io penso che tu.non abbia ben compreso che Tex non è di sinistra oggi come non era di destra ieri.Tex non può essere ricondotto ad alcuna categoria.politica.Tex ha combattuto per il Nord solo perche questi volevano la liberazione degli.schiavi,ma poi non ha esitato a schierarsi per i confederati in molte storie,capendo le ragioni di chi portava la divisa grigia...Tex è la giustizia,l unico uomo che sa sempre scegliere il bene nelle situazioni o almeno il male minore.per questo è il.mio eroe e lo amerò sempre...un uomo che tutti noi vorremmo essere,un amico che noi vorremmo sempre avere al nostro fianco...

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  • 3 anni dopo...

Reduce dal brillante ritorno di Yama, Boselli, a pochi mesi di distanza, tira fuori dal cilindro un ennesimo colpo a effetto, riproponendo sulle pagine della regolare le gesta di Jethro, personaggio noto ai lettori per la sua apparizione nella splendida storia degli “Eroi del Texas”. Non sarà nemmeno l’ultimo ritorno del 2017, visto che a distanza ravvicinata il curatore scriverà la storia con Lupe, ma quella la affronteremo nell’apposita sessione e per adesso soffermiamoci solo sull’episodio in questione. L’autore riprende con ispirazione uno spunto gettato nell’epilogo della celebre prova che chiudeva alla grande il centenario 400-500, infatti proprio in uno degli ultimi dialoghi Tex accenna al figlio che in passato aveva avuto modo di aiutare Jethro nella sua sacrosanta vendetta e adesso ci viene raccontato come. Dal seme gettato anni prima, Borden fa fiorire un’ottima storia e quello che più colpisce, l’originale struttura narrativa scelta, che esula dal consueto racconto di Tex attorno al fuoco del bivacco. La cornice al flashback si svolge al presente, con la vessazione subita da Jethro a causa del prepotente di turno che vuole rubargli la terra; nell’attesa dell’assalto finale, l’ex galeotto narra al figlio la vecchia vicenda che lo vide protagonista assieme ai due vecchi amici: Glenn Corbett e naturalmente un giovane Tex Willer. Veniamo catapultati in un Mississippi ostile, in cui le sanguinose ferite della guerra civile appena conclusa, sono lontane del rimarginare. Boselli mostra la sua abilità creando un’atmosfera cupa, asfissiante, in cui odio razziale e rancore si tagliano col coltello. Rivediamo tra le pagine di Tex le orride tuniche del KKK e assistiamo alle tante contraddizioni di un paese stravolto dalla guerra e in balia all’odio verso gli incolpevoli uomini di colore, trattati ancora come schiavi e vessati senza pietà. Aldilà della trama del flashback, che alla fine vedrà ovviamente i nostri far valer le loro ragioni a suon di piombo e pugni, ciò che più si apprezza è il certosino lavoro sulle personalità che l’autore cura come di consueto. Dal villain, fino al più meschino razzista di paese, dal dottore dal cuore nero come la pece, alla dolce Mary e la sua famiglia, ogni personaggio è ben inserito nel contesto e appare plausibile e funzionale. Splendida poi la figura di Corbett, che anche in questa prova risulta essere una delle migliori creature di carta partorite dall’instancabile vena creativa di Borden. Un eroe controverso, ma generoso. Testa calda e violento con chi merita (vedasi la soppressione a sangue freddo del commesso razzista) ma legato agli ideali di amicizia e alla lotta contro la discriminazione razziale. Il trio Glenn, Jethro e Tex è un piacere vederlo all’opera e dispiace un po’ sapere che non accadrà più. Il finale nel presente con Tex che viene in aiuto dell’amico Jethro e il figlio, chiude in maniera egregia la prova, ma personalmente il vero capolavoro di Mauro sono le ultime tre tavole, in cui ci mostra con un pathos e una malinconia immensa l’ultimo saluto, avvenuto tanti anni prima, fra Tex e Glenn. Una sequenza narrativa altamente poetica che si incastra perfettamente con la storia di un decennio fa e commuove il lettore, che già conosce il triste (e ingiusto) destino dell’ex guerrigliero del Kansas. Non so come spiegarlo, ma reputo simili scene delle vere perle compositive del curatore che arricchiscono oltremodo la saga che amiamo. Classe sopraffina al servizio del personaggio, e grasso che cola per gli appassionati che non possono che essere entusiasti di una tale gestione che ridona lustro alla serie. Mastantuono contribuisce alla grande alla riuscita dell’episodio, con il suo stile claustrofobico adattissimo alla tematica. Il disegnatore, ormai a suo agio sulla saga, palesa i suoi notevoli miglioramenti e si ritaglia il giusto posto nella schiera degli autori texiani. Molto apprezzabile il suo gioco di contrasto fra bianchi e neri, così come risultano più dolci e armoniose le sue anatomie, con una buona resa delle espressioni facciali. Stile personale che non accontenta tutti, ma che a mio avviso si sposa perfettamente con Tex. Unica nota stonata, l’eccessiva “licenza” sulle caratterizzazioni grafiche di Jethro e Corbett, che personalmente (e non sono il solo leggendo i precedenti commenti) mi sembrano troppo distanti da quelle originarie create dall’indimenticabile Marcello. Il mio voto finale è 9

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  • 3 mesi dopo...
Il 21/5/2017 at 17:42, valerio dice:

Io credo che Boselli, alla fine, percorra una strada in linea col suo stile di scrittura, chiaramente, e con i numerosi decenni di storia di Tex, che probabilmente rendono difficile trovare nuove strade sul personaggio, e quindi ha deciso di scavare nel passato e (questo da sempre) lavora molto sui personaggi di contorno, visto che su Tex c'è poco da lavorare ormai. Una scelta legittima.

La forza di Boselli è che scrive molto bene, il limite, forse, è che Tex gli sta stretto e rischia di complicare fin troppo vicende e situazioni.

Personalmente non sono ne pro nè contro a Boselli. Ne rispetto e stimo il lavoro, e capisco le sue scelte, capisco anche che non si può annullare il proprio stile per Tex.Il bravissimo Nizzi lo fece per anni con risultati eccelsi, ma poi ne restò un pò schiacciato. Borden fin da subito ha messo il suo stile, per certi versi innovativo, e direi che è inevitabile, ogni autore può apportare il suo stile e il suo "sentire".

Dico che quasi sempre Boselli mi piace ma quasi mai mi soddisfa al 100 per 100. Gli devo dare atto di avermi riacceso clamorosamente però la passione per Tex, dopo la lettura del suo Yama, che un pò perchè il personaggio è intrigante e tale da accendere attese e aspettative, e un pò perchè la storia è effettivamente molto ben riuscita, è stata riattizzata alla grande, tanto che ho ripreso gli albi dei 300 e 400 che non avevo, in gran parte, mai letto e praticamente me li sono letti tutti in due mesi (trovando in Nizzi più che in Boselli le mie soddisfazioni, ma questo è marginale)

Allora...Storia molto bella e legata ad una delle mie preferite della mia top 50 ("La grande ivasione"). Quando ho rivisto quella vecchia canaglia di Corbett(preferisco i disegni di Marcello però) ho avuto un tuffo al cuore ed ho fatto un mezzo sorriso (un tuffo al  cuore anche le ultime pagine). Bel personaggio e sono ben tratteggiati tutti da Jethro fino ai gaglioffi razzisti di tutte le estrazioni sociali. Questa è la grande forza del  Boss oltre all'ambizione nello scrivere (non si accontenta) e al rispetto di Tex (seppur con le sue evoluzioni).

I disegni di Mastantuono non mi convincono del tutto però sono perfetti per la storia e l'ambientazione.

 

 

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  • 2 anni dopo...

I commenti su questa storia di solito si soffermano soprattutto su Glenn Corbett e dimenticano un po’ colui che invece - non a caso - dà il titolo al primo albo, ossia Jethro, uno dei personaggi migliori di Boselli e della serie tutta, secondo me.

Lo si trascura un po’ perché di solito si preferiscono i “cattivi” senza un briciolo di pietà o i “grigi”, spesso più affascinanti nelle loro ambiguità e contraddizioni. Jethro invece è un buono, un giusto, un uomo di colore cosciente di sé e dei suoi diritti, insofferente alle ingiustizie,  coraggioso e pronto a tutto per gli altri, per gli amici e le persone a lui care, o per chiunque subisca discriminazioni e prevaricazioni.

 

Non un brav’uomo dall’animo semplice e un po’ ingenuo, vittima designata dei soprusi o martire che si sacrifica, come i neri di Nizzi (“Fuga da Anderville” e “La croce fiammeggiante”), né un giovane rancoroso e pieno di odio nella sua impotenza, come in GL Bonelli di “Linciaggio” - caratteri tutto sommato poco sviluppati - Jethro è invece un personaggio a tutto tondo, e di lui ci vengono presentati i vari aspetti della sua personalità: lo vediamo giovane innamorato e poi vedovo affettuoso, padre protettivo e responsabile (dopo vent’anni nella sua vecchiaia amareggiata), combattente orgoglioso che rivendica i suoi diritti ma consapevole della complessità del Sud, intelligente e capace di mantenere la calma nei momenti decisivi anche quando lo insultano, persino disposto al perdono, purché sincero (quando accetta la proposta di una pacificazione che metta fine all’odio, offerta da Landon, credendola in un primo momento autentica), ma pronto a reagire e a ribellarsi quando scopre l’inganno e l’ipocrisia dei vecchi nemici di sempre.

 

Insomma, un coprotagonista vero e proprio, con un carattere ben delineato, con qualche somiglianza con lo stesso Tex: anche lui  ormai vedovo (e legato indissolubilmente alla moglie morta), con un figlio giovane da crescere, uomo d’azione in cerca più di giustizia che di vendetta, non solo per sé ma per tutti gli sfruttati, anche andando contro la legge.

Diversamente da Tex, Jethro con gli anni è ora stanco e sconsolato, talmente pessimista da preferire quasi la morte, ma soprattutto rispetto a Tex è un nero, particolare non secondario in una società in cui il problema razziale non è stato affatto risolto, anzi dove tutto sembra essere ritornato come una volta, nonostante la Guerra civile, vanificando le speranze di riscatto… (“Sono stato un pazzo a credere che gli altri avrebbero potuto pensare a me come uno di loro”).

 

Jethro ha avuto una vita drammatica: i cavalieri del Klan hanno ucciso la sua prima moglie, è finito in una chain-gang di galeotti, ha combattuto contro orde di guerrieri comanche, ha lottato per vendicare la sua prima moglie e il fratello e riottenere la sua terra, infine disgustato dal razzismo incancellabile si è trasferito dal Mississippi all’Utah per rifarsi una vita (“un giardino che io e la mia povera Mary abbiamo fatto crescere nel deserto”), ma ancora una volta si è dovuto scontrare con  la prepotenza e la sopraffazione, e la morte della seconda amatissima moglie. Una vita senza pace, costellata di lutti e amarezze. Forse per lui non c’è posto nel mondo, come sembra dire alla tomba di Mary. Eppure, nonostante tutto, resiste ancora alle prepotenze.

 

La storia - non casualmente - è narrata in flash-back proprio da Jethro stesso (caso raro, visto che il narratore di solito è Tex, o al massimo uno dei pards), che quindi è anche il custode della memoria e della sua trasmissione al proprio figlio e al figlio dell’amico, Juanito. La sua vita, insomma, ora che è libero, deve essere raccontata da lui in prima persona, e se ormai il passato è diventato per Jethro solo un ricordo lontano, per i figli giovani non sembra così. Alla fine, lo salveranno proprio loro, tornando ad aiutarlo, e lo salverà l’antico patto d’amicizia con Tex (che lui ricorda ancora, così come Juanito, memore dei suoi racconti). Insomma nella sua vita Jethro è riuscito a seminare buoni rapporti umani, e alla fine sono quelli che, dando i loro frutti, lo sottraggono alla morte.

 

Nonostante il lieto fine, è comunque una storia malinconica e crepuscolare. Non solo per l’addio di Glenn Corbett. Alla fine aleggia tra le pagine il senso generale di un mondo senza vera giustizia (a parte Tex e company).

 

Due grandi albi (apprezzabili ancor di più dopo una rilettura), grazie anche ai disegni oscuri, evocativi e fenomenali di Mastantuono, qui al suo meglio (insieme a “Luna insanguinata”).

 

Jethro potrebbe tornare? Probabilmente no, ma non c’è due senza tre. E contrariamente a Glenn Corbett, il suo ritorno, con una buona idea, non sarebbe impossibile. :deserto:

Modificato da Poe
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  • 1 mese dopo...
On 12/10/2020 at 1:50 PM, MacParland said:

Complimenti! Fai delle recensione, sempre molto belle.

Quindi Beccati il mio più 1!

E pure il mio... grazie @Condor senza meta. Ho particolarmente apprezzato la tua descrizione delle ultime tre pagine.

"vero capolavoro di Mauro sono le ultime tre tavole, in cui ci mostra con un pathos e una malinconia immensa l’ultimo saluto, avvenuto tanti anni prima, fra Tex e Glenn. Una sequenza narrativa altamente poetica che si incastra perfettamente con la storia di un decennio fa e commuove il lettore, che già conosce il triste (e ingiusto) destino dell’ex guerrigliero del Kansas. Non so come spiegarlo, ma reputo simili scene delle vere perle compositive del curatore che arricchiscono oltremodo la saga che amiamo. Classe sopraffina al servizio del personaggio, e grasso che cola per gli appassionati che non possono che essere entusiasti di una tale gestione che ridona lustro alla serie. Mastantuono contribuisce alla grande alla riuscita dell’episodio, con il suo stile claustrofobico adattissimo alla tematica."

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Lucero dice:

E pure il mio... grazie @Condor senza meta. Ho particolarmente apprezzato la tua descrizione delle ultime tre pagine.

"vero capolavoro di Mauro sono le ultime tre tavole, in cui ci mostra con un pathos e una malinconia immensa l’ultimo saluto, avvenuto tanti anni prima, fra Tex e Glenn. Una sequenza narrativa altamente poetica che si incastra perfettamente con la storia di un decennio fa e commuove il lettore, che già conosce il triste (e ingiusto) destino dell’ex guerrigliero del Kansas. Non so come spiegarlo, ma reputo simili scene delle vere perle compositive del curatore che arricchiscono oltremodo la saga che amiamo. Classe sopraffina al servizio del personaggio, e grasso che cola per gli appassionati che non possono che essere entusiasti di una tale gestione che ridona lustro alla serie. Mastantuono contribuisce alla grande alla riuscita dell’episodio, con il suo stile claustrofobico adattissimo alla tematica."

Grazie a te Lucero :)

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  • 4 mesi dopo...
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