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TWF - Tex Willer Forum

[678/679] Jethro!


La storia, i disegni e i personaggi  

60 utenti hanno votato

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S P O I L E R

 

Per ora storia ottima! Molto bello l'incipit, con il vano inganno di Jethro verso il proprio figlio. Al cardiopalma la scena del giovane che va dritto dritto verso la trappola preparata dal padre per gli avversari. Credo che nel secondo albo, oltre a Tex (e Carson? io ci spero...), troveremo anche il vecchio Manuel e, chissà, il figlio di lui Juanito, magari accompagnato da qualche amico apache. Ma per ora godiamoci il racconto del passato, che beneficia di ambientazione e avversari sempre suggestivi: il vecchio Sud e i Klansmen. Questi ultimi in particolare annoverano tra le proprie fila la credibile figura del vecchio dottore, quale leader di una setta che in buona fede crede di combattere per l'ideale del vecchio Sud, violentato da yankees e negri: mi ha un po' ricordato, per l'analogia con la professione medica e per l'aria saputa, la figura del dottore interpretato da Romolo Valli in Giù la testa di Sergio Leone. Tirato a lucido il personaggio di Glenn Corbett, che ancora una volta accorre in aiuto degli amici (bella la scena in cui ci tiene a dire a Tex che anche l'altro Glenn era tornato a soccorrere gli amici), non si vergogna di rivelare il suo incubo ricorrente (legato alla figura del suo amico di una vita Kirby Doyle), e che, con un realismo che mi è molto piaciuto, continua tutto sommato ad essere il bastardo di sempre, uccidendo un klansman inerme: sono rimasto sulle prime sorpreso da questa "scorrettezza politica" di Borden, ma poi ho invece apprezzato la volontà dello sceneggiatore di non stravolgere totalmente il personaggio, trasformandolo da guerrigliero a "mammoletta": giusto così. 

 

Il tratto di Mastantuono è sempre efficace, ma io preferivo le linee più rudi de I Giustizieri di Vegas: bravissimo comunque il disegnatore romano.

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Storia ben sceneggiata, forse il miglior primo albo che mi sia finora capitato di leggere di Boselli. Anche Mastantuono, come disegni, l'ho trovato ulteriormente migliorato rispetto alla sua ultima prova. L'unico appunto che mi sento di fare riguarda la caratterizzazione di Glenn Corbett che ho trovato sgradevole. E' per me un Tex che vive in un universo un po' alternativo, con amici e problemi diversi da quelli a cui ero abituato. Ma a parte questa considerazione di fondo, che pure la sua importanza ce l'ha, la storia è partita bene ed alcune tavole mi hanno davvero favorevolmente impressionato.

 

In precedenza avevo letto “La grande invasione”. Questa storia mi ha convinto meno, essendomi parsi i primi due albi troppo lenti e chiacchierati, con l’azione riservata solo al terzo e ultimo capitolo. Forse una soluzione in due numeri sarebbe risultata più efficace.

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Ho avuto anche io il piacere di poter leggere la prima parte dell'attesissimo ritorno di Jethro... Nulla da dire sulla storia, molto ben sceneggiata, in particolare ho assai apprezzato la scelta di far rivivere il ricordo di quell'avventura non a Tex ma proprio all'ex galeotto, ed in tale ottica sarà interessante, tra un mese, vedere quale escamotage avranno deciso di adottare gli autori per far sì che Tex possa nuovamente accorrere in aiuto di Jethro, dal momento che non si ha avuta l'impressione che quest'ultimo lo abbia chiamato in suo aiuto.

 

Lodevole anche la scelta di aver mantenuto la caratterizzazione di Glenn Corbett assai simile alla sua precedente apparizione: un personaggio "borderline", fondamentalmente ambiguo e tendenzialmente cinico e spietato. Del resto, nessuno cambia da un giorno all'altro, e nel racconto di Jethro dall'assedio di Fort Quitman non è passato che un breve lasso di tempo.

 

Quanto ai disegni del pur bravo Mastantuono, devo ammettere di essere rimasto un po' perplesso: indubbiamente il suo tratto si è "addolcito" rispetto alle precedenti performances texiane, tuttavia ho francamente fatto fatica a riconoscere Jethro e, soprattutto, Glenn Corbett. Ne La grande invasione mi erano sembrati tratteggiati in tutt'altro modo...

Modificato da juanraza85
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Texan dice:

Storia ben sceneggiata, forse il miglior primo albo che mi sia finora capitato di leggere di Boselli. Anche Mastantuono, come disegni, l'ho trovato ulteriormente migliorato rispetto alla sua ultima prova.

 

Boom! Texan, ma quante storie di Boselli hai letto? Pochissime, credo. Non che questo albo demeriti, ma definirlo addirittura "il miglior primo albo" mi pare un po' esagerato ;)

 

<span style="color:red;">37 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

sarà interessante, tra un mese, vedere quale escamotage avranno deciso di adottare gli autori per far sì che Tex possa nuovamente accorrere in aiuto di Jethro, dal momento che non si ha avuta l'impressione che quest'ultimo lo abbia chiamato in suo aiuto.

 

Non escludo che ci sia lo zampino del figlio di Jethro che, conoscendo già la storia ed il giuramento, ha pensato bene di contattare il ranger...

 

<span style="color:red;">39 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

ho francamente fatto fatica a riconoscere Jethro e, soprattutto, Glenn Corbett. Ne La grande invasione mi erano sembrati tratteggiati in tutt'altro modo...

 

Anche a me i due personaggi, soprattutto Glenn, sono parsi troppo lontani dalla loro caratterizzazione originaria. 

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L'attesa per questo albo è stata ampiamente ripagata.

La rievocazione delle vicende del passato lascia in sospeso la drammatica situazione attuale che vede Jethro e il figlio da soli in attesa dell'ultima battaglia. Apparentemente non c'è via di uscita ma... “Se uno di noi avrà bisogno di aiuto, gli altri accorreranno al suo fianco!”

Non posso pensare che questo motto non venga rispettato anche stavolta.

Nella sequenza introduttiva si respira l'aria caratteristica della calma che precede la tempesta. Poi parte il flashback ricco di azione e colpi di scena.

Attendiamo la fine del racconto di Jethro e soprattutto il ritorno in diretta, che ci dirà se alla fine della giornata Jethro avrà raggiunto la moglie Mary o se l'incontro sarà stato rimandato...

Ottima prova di Mastantuono che ci regala tavole stupende.

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  • Collaboratori

La cosa più bella dell'albo è il nostalgico e a tratti commovente ripescaggio del vecchio Glenn Corbett il quale sarebbe stato una spalla degna di Tex e che nonostante Carson o anche un Damned Dick, beneficia di una caratterizzazione tutta personale che ben si adatta alle caratteristiche di Tex, devo dire molto affascinante. Un'altra cosa che mi ha colpito è stata la spettrale apparizione dei cavalieri. Dai tempi di "il marchio di satana" non vedevamo tuniche dedite al male in così copioso numero. Conferiscono un alone di spettacolarità alle pagine finali dell'albo. Ottima l'idea di riprodurre fedelmente le vesti originali con cui si addobbavano nell'otttocento. Tra i personaggi mi aspetto un maggior coinvolgimento di Stevens, un uomo tormentato e vissuto, che potrebbe alla fine rivalutare i rapporti tra bianchi e neri (non dimentichiamo che ha concesso alla famiglia di Jethro di continauare a vivere su quelle terre), rapporti che appaiono nell'albo rabbiosamente conflittuali. Proprio l'ambiguità di un giovane comunque pieno di odio e chiaramente razzista è uno dei motivi di interesse della lettura del prossimo tomo. Chiaramente "Jethro" è un albo che cerca di dare una fotografia del sud post guerra civile. Ci riesce in parte, laddove palesemente aveva toppato Pasquale Ruju nel maxi autunnale. Boselli dà una lettura del conflitto nord sud tutta votata a favore dei vincitori. Il sud è mostrato in ginocchio, speranzoso nel ricostruire un glorioso futuro, ma ancora intrappolato in sterili e erronee convinzioni. I negri sono presentati a loro volta molto stereotipati nelle loro paure. Ora indubbiamente questo ha il suo fondo di verità, ma è anche vero che il dopo guerra ha avuto anche altre facce e contorni assai meno definiti, con il nord che ha continuato anche dopo la fine del conflitto con i suoi uomini, apparati e burocrazia a incalanare pesantemente la vita degli stati del sud e dove una percentuale sempre più consistente di neri è riuscita allora a trovare una vera e propria emancipazione. GLB si era mostrato più cauto. Vale la pena ricordare a tutti che la guerra civile non nasce per liberare il sud dalla piaga dello schiavismo e che un Lincoln non era quell'abolizionista convinto che certa storiografia vorrebbe propinarci. A un certo punto l'insistere sulla vigliaccheria e sul razzismo, certo funzionale per lo sviluppo della narrazione, rischia di dare una visione eccessivamente negativa e distorta della popolazione bianca del Sud. Ci sono sequenze vistosamente spinte verso una cieca arroganza, come quella dell'incontro con Tucker, che potevano essere smorzate. E L'insistere sulla "vigliaccheria" del Klan, a più riprese, sembre suggerire da parte dell'autore la volontà di scrivere un albo a tesi ( restare meno coinvolto no ? ). In ogni caso il voler dettare, impartire lezioni o lezioncine ai lettori è qualcosa di sbagliato negli albi di Tex, qualcosa di cui ho parlato qualche tempo fa a proposito di certe letture politiche. Questo ovviamente per chi volesse leggere tra le righe dell'albo che resta un bellissimo e riuscitissimo esempio di concentrato d'azione, violenza e castigo. Il personaggio di Jethro è molto bello nella parte inziiale al ranch. Lo sopporto a stento invece nel flashback, per la vasta profusione di miele (ci metteremo almeno un paio di settimane... / E con questo? le trascorrerò in ottima compagnia ). Inoltre non mi è chiara la motivazione che lo spinge a ritornare sulle rive del Mississipi. Gli hanno ucciso il fratello e la moglie e lui ha sbudellato Stevens senior. Immagino perché fosse responsabile, anche se la dinamica non è stata spiegata. Resta una battaglia aperta contro i Klansmen. E' questa la resa dei conti ? ma la stessa lettura dell'albo, che mostra tutta la popolazione civile palesemente ostile e poco propensa a trovare la propria redenzione, dovrebbe suggerire che la battaglia è persa in partenza. A meno che non ci si pensi che basterà sotterrare Stevens, il dottore, e qualche altro sfigato di chissà quale emporio, per riportare se non la vendetta la giustizia in una terra ( se non un'intera nazione) che ancora oggi resta, possa piacere o no, strenuamente divisa tra bianchi e neri. Resto curioso di leggere a questo punto le pagine finali della storia ricordando il precetto bonelliano per cui il Ranger non dovrebbe essere calato in situazioni senza via d'uscita o in cui è in ogni caso perdente (fa testo la bella avventura di Tex "Documento d'accusa" che non sarebbe mai dovuta andare in edicola). Si, Boselli impiegherà una parte del secondo albo a far piazza pulita di vigliacchi cattivoni e aiuterà Jethro a spuntarla vent'anni dopo (circa) contro i nuovi nemici, ma sarà solo una vittoria superficiale per chi si accontenta. Disegni di Mastantuono bocciati. Questo autore pensa di disegnare ancora Topolino, invece sta disegnando il Tex di Aurelio Galleppini. Non è ai livelli scandalosi di Font. ma resta un Tex topolinesco. Sinceramente da dirottare verso altre pubblicazioni. Certe tavole mi avevano fatto ben sperare, albo in mano ho dovuto purtroppo ricredermi. Non ci siamo proprio.

 

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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Boom! Texan, ma quante storie di Boselli hai letto? Pochissime, credo. Non che questo albo demeriti, ma definirlo addirittura "il miglior primo albo" mi pare un po' esagerato ;)

 

Stilisticamente questo numero mi è parso molto valido e i disegni di Mastantuono si sono combinati alla perfezione col testo. Mi ha colpito molto favorevolmente perché a volte le sceneggiature di Boselli sono a mio avviso un po' troppo prolisse. In questa storia, invece, ho trovato ci fossero gli equilibri giusti e il ritmo giusto.

<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, ymalpas dice:

...è anche vero che il dopo guerra ha avuto anche altre facce e contorni assai meno definiti, con il nord che ha continuato anche dopo la fine del conflitto con i suoi uomini, apparati e burocrazia a incalanare pesantemente la vita degli stati del sud e dove una percentuale sempre più consistente di neri è riuscita allora a trovare una vera e propria emancipazione. GLB si era mostrato più cauto. Vale la pena ricordare a tutti che la guerra civile non nasce per liberare il sud dalla piaga dello schiavismo e che un Lincoln non era quell'abolizionista convinto che certa storiografia vorrebbe propinarci. A un certo punto l'insistere sulla vigliaccheria e sul razzismo, certo funzionale per lo sviluppo della narrazione, rischia di dare una visione eccessivamente negativa e distorta della popolazione bianca del Sud. Ci sono sequenze vistosamente spinte verso una cieca arroganza, come quella dell'incontro con Tucker, che potevano essere smorzate. E L'insistere sulla "vigliaccheria" del Klan, a più riprese, sembre suggerire da parte dell'autore la volontà di scrivere un albo a tesi ( restare meno coinvolto no ? ). In ogni caso il voler dettare, impartire lezioni o lezioncine ai lettori è qualcosa di sbagliato negli albi di Tex, qualcosa di cui ho parlato qualche tempo fa a proposito di certe letture politiche. Questo ovviamente per chi volesse leggere tra le righe dell'albo che resta un bellissimo e riuscitissimo esempio di concentrato d'azione, violenza e castigo. 

 

Completamente d'accordo.

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1 ora fa, ymalpas dice:

La cosa più bella dell'albo è il nostalgico e a tratti commovente ripescaggio del vecchio Glenn Corbett il quale sarebbe stato una spalla degna di Tex e che nonostante Carson o anche un Damned Dick, beneficia di una caratterizzazione tutta personale che ben si adatta alle caratteristiche di Tex, devo dire molto affascinante. Un'altra cosa che mi ha colpito è stata la spettrale apparizione dei cavalieri. Dai tempi di "il marchio di satana" non vedevamo tuniche dedite al male in così copioso numero. Conferiscono un alone di spettacolarità alle pagine finali dell'albo. Ottima l'idea di riprodurre fedelmente le vesti originali con cui si addobbavano nell'otttocento. Tra i personaggi mi aspetto un maggior coinvolgimento di Stevens, un uomo tormentato e vissuto, che potrebbe alla fine rivalutare i rapporti tra bianchi e neri (non dimentichiamo che ha concesso alla famiglia di Jethro di continauare a vivere su quelle terre), rapporti che appaiono nell'albo rabbiosamente conflittuali. Proprio l'ambiguità di un giovane comunque pieno di odio e chiaramente razzista è uno dei motivi di interesse della lettura del prossimo tomo. Chiaramente "Jethro" è un albo che cerca di dare una fotografia del sud post guerra civile. Ci riesce in parte, laddove palesemente aveva toppato Pasquale Ruju nel maxi autunnale. Boselli dà una lettura del conflitto nord sud tutta votata a favore dei vincitori. Il sud è mostrato in ginocchio, speranzoso nel ricostruire un glorioso futuro, ma ancora intrappolato in sterili e erronee convinzioni. I negri sono presentati a loro volta molto stereotipati nelle loro paure. Ora indubbiamente questo ha il suo fondo di verità, ma è anche vero che il dopo guerra ha avuto anche altre facce e contorni assai meno definiti, con il nord che ha continuato anche dopo la fine del conflitto con i suoi uomini, apparati e burocrazia a incalanare pesantemente la vita degli stati del sud e dove una percentuale sempre più consistente di neri è riuscita allora a trovare una vera e propria emancipazione. GLB si era mostrato più cauto. Vale la pena ricordare a tutti che la guerra civile non nasce per liberare il sud dalla piaga dello schiavismo e che un Lincoln non era quell'abolizionista convinto che certa storiografia vorrebbe propinarci. A un certo punto l'insistere sulla vigliaccheria e sul razzismo, certo funzionale per lo sviluppo della narrazione, rischia di dare una visione eccessivamente negativa e distorta della popolazione bianca del Sud. Ci sono sequenze vistosamente spinte verso una cieca arroganza, come quella dell'incontro con Tucker, che potevano essere smorzate. E L'insistere sulla "vigliaccheria" del Klan, a più riprese, sembre suggerire da parte dell'autore la volontà di scrivere un albo a tesi ( restare meno coinvolto no ? ). In ogni caso il voler dettare, impartire lezioni o lezioncine ai lettori è qualcosa di sbagliato negli albi di Tex, qualcosa di cui ho parlato qualche tempo fa a proposito di certe letture politiche. Questo ovviamente per chi volesse leggere tra le righe dell'albo che resta un bellissimo e riuscitissimo esempio di concentrato d'azione, violenza e castigo. Il personaggio di Jethro è molto bello nella parte inziiale al ranch. Lo sopporto a stento invece nel flashback, per la vasta profusione di miele (ci metteremo almeno un paio di settimane... / E con questo? le trascorrerò in ottima compagnia ). Inoltre non mi è chiara la motivazione che lo spinge a ritornare sulle rive del Mississipi. Gli hanno ucciso il fratello e la moglie e lui ha sbudellato Stevens senior. Immagino perché fosse responsabile, anche se la dinamica non è stata spiegata. Resta una battaglia aperta contro i Klansmen. E' questa la resa dei conti ? ma la stessa lettura dell'albo, che mostra tutta la popolazione civile palesemente ostile e poco propensa a trovare la propria redenzione, dovrebbe suggerire che la battaglia è persa in partenza. A meno che non ci si pensi che basterà sotterrare Stevens, il dottore, e qualche altro sfigato di chissà quale emporio, per riportare se non la vendetta la giustizia in una terra ( se non un'intera nazione) che ancora oggi resta, possa piacere o no, strenuamente divisa tra bianchi e neri. Resto curioso di leggere a questo punto le pagine finali della storia ricordando il precetto bonelliano per cui il Ranger non dovrebbe essere calato in situazioni senza via d'uscita o in cui è in ogni caso perdente (fa testo la bella avventura di Tex "Documento d'accusa" che non sarebbe mai dovuta andare in edicola). Si, Boselli impiegherà una parte del secondo albo a far piazza pulita di vigliacchi cattivoni e aiuterà Jethro a spuntarla vent'anni dopo (circa) contro i nuovi nemici, ma sarà solo una vittoria superficiale per chi si accontenta. Disegni di Mastantuono bocciati. Questo autore pensa di disegnare ancora Topolino, invece sta disegnando il Tex di Aurelio Galleppini. Non è ai livelli scandalosi di Font. ma resta un Tex topolinesco. Sinceramente da dirottare verso altre pubblicazioni. Certe tavole mi avevano fatto ben sperare, albo in mano ho dovuto purtroppo ricredermi. Non ci siamo proprio.

 

Eh, no. Io invece non sono d'accordo per niente e lo devo dichiarare subito, prima che la discussione deragli su binari sbagliati. Non ci sono affatto, in questa storia, "lezioni o lezioncine" nè tantomeno una tesi! Trovami un dialogo lezioncina, uno solo! E ti pago da bere un'Ichnusa! ;)

I KKK sono i cattivi di questa storia come lo sono i nazisti in Predatori dell'Arca Perduta. Che cosa dovevo fare, trovarci delle sfumature buoniste? Devo dire che troverei difficle farlo, nel caso di KKK, nazisti, stalinisti o Isis... Usare dei cattivi coi controfiocchi equivale a fare politica? Secondo me queste sono pippe mentali...:blink:   Sono cattivi funzionali alla storia, proprio così, e nient'altro!

3 ore fa, Texan dice:

Storia ben sceneggiata, forse il miglior primo albo che mi sia finora capitato di leggere di Boselli. Anche Mastantuono, come disegni, l'ho trovato ulteriormente migliorato rispetto alla sua ultima prova. L'unico appunto che mi sento di fare riguarda la caratterizzazione di Glenn Corbett che ho trovato sgradevole. E' per me un Tex che vive in un universo un po' alternativo, con amici e problemi diversi da quelli a cui ero abituato. Ma a parte questa considerazione di fondo, che pure la sua importanza ce l'ha, la storia è partita bene ed alcune tavole mi hanno davvero favorevolmente impressionato.

 

In precedenza avevo letto “La grande invasione”. Questa storia mi ha convinto meno, essendomi parsi i primi due albi troppo lenti e chiacchierati, con l’azione riservata solo al terzo e ultimo capitolo. Forse una soluzione in due numeri sarebbe risultata più efficace.

Beh, questa è una lieta e insperata sorpresa. Sto cercando di rammentare ora quali primi albi di altre mie storie consigliarti... Ah! Ah!  :lol: Ma sarebbe' un terno al lotto, anche perché dici  che La grande invasione non ti è piaciuta e io credevo fosse una delle mie migliori... Tra l'altro mi sembrava anche piena d'azione, ma forse ricordo male... Come vedi, i gusti sono gusti. Impossibile essere certi del responso. 

 

Sarei curioso di sapere che cosa non ti va in Glenn Corbett... Il fatto che sia un po' carogna?

Modificato da borden
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<span style="color:red;">52 minuti fa</span>, borden dice:

Beh, questa è una lieta e insperata sorpresa. Sto cercando di rammentare ora quali primi albi di altre mie storie consigliarti... Ah! Ah!  :lol: Ma sarebbe' un terno al lotto, anche perché dici  che La grande invasione non ti è piaciuta e io credevo fosse una delle mie migliori... Tra l'altro mi sembrava anche piena d'azione, ma forse ricordo male... Come vedi, i gusti sono gusti. Impossibile essere certi del responso. 

 

Sarei curioso di sapere che cosa non ti va in Glenn Corbett... Il fatto che sia un po' carogna?

 

Confesso di non amare le storie con fitti dialoghi, specie in ambito western. De "La grande invasione" mi è piaciuto l'ultimo numero, mentre coi primi due sono andato avanti un po' a fatica. Nell'albo in questione riguardo dialoghi e ritmo narrativo secondo me era tutto ok, ho trovato certe sequenze davvero molto suggestive. Riguardo Corbett... sì, proprio come dici tu, è un po' troppo carogna e anche quando prende la posizione "giusta" finisce col guastarla con un'animosità che disturba. Mi rendo conto che ciò fa di lui un personaggio non banale e d'altronde tu non affronti mai nulla in termini banali. Solo che io con Tex sono abituato ad una lettura più lineare e le abitudini sono dure a morire. :)

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

 A un certo punto l'insistere sulla vigliaccheria e sul razzismo, certo funzionale per lo sviluppo della narrazione, rischia di dare una visione eccessivamente negativa e distorta della popolazione bianca del Sud. Ci sono sequenze vistosamente spinte verso una cieca arroganza, come quella dell'incontro con Tucker, che potevano essere smorzate. E L'insistere sulla "vigliaccheria" del Klan, a più riprese, sembre suggerire da parte dell'autore la volontà di scrivere un albo a tesi ( restare meno coinvolto no ? ). In ogni caso il voler dettare, impartire lezioni o lezioncine ai lettori è qualcosa di sbagliato negli albi di Tex, qualcosa di cui ho parlato qualche tempo fa a proposito di certe letture politiche.

 

Posso essere d'accordo che l'arroganza di Tucker possa apparire un po' forzata, ma solo perché la presenza di due brutti ceffi come Corbett e Tex insieme a Jethro avrebbe dovuto suggerire prudenza; per il resto, trovo invece abbastanza plausibile che un uomo del Sud tratti con tanta protervia un negro, che ritiene un essere inferiore. Non ci vedo una lezione o una tesi preconfezionata da parte di Borden, ma solo una proposta di personaggi francamente detestabili, come potevano essere i razzisti del Sud e i Klansmen.

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, ymalpas dice:

Inoltre non mi è chiara la motivazione che lo spinge a ritornare sulle rive del Mississipi. Gli hanno ucciso il fratello e la moglie e lui ha sbudellato Stevens senior. Immagino perché fosse responsabile, anche se la dinamica non è stata spiegata. Resta una battaglia aperta contro i Klansmen. E' questa la resa dei conti ?

 

All'inizio Tex dice che Jethro non si accontenta della libertà, ma rivuole la sua terra. E poi resta la motivazione della vendetta contro i Klansmen che hanno ucciso sua moglie. 

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, ymalpas dice:

Si, Boselli impiegherà una parte del secondo albo a far piazza pulita di vigliacchi cattivoni e aiuterà Jethro a spuntarla vent'anni dopo (circa) contro i nuovi nemici, ma sarà solo una vittoria superficiale per chi si accontenta.

 

Jethro cerca gli assassini materiali, non può far fuori un intero paese o estirpare il razzismo dal cuore dell'uomo... sarà senz'altro una vittoria superficiale e forse il più saggio è il vecchio Caldwell, che intima a Jethro di andarsene perché sa che la sua battaglia è in fondo inutile e non farà che scatenare altra violenza... 

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Appena iniziato a leggere, sembra molto bello. Ma mi sembra di aver visto una grossa incongruenza rispetto a quanto narrato in "La grande invasione".

Lì, all'inizio della storia, nel discorso tra Tex e Esteban sembra chiaro che Lilith sia ancora via ("mi ha già dato un figlio", "tornerò da loro"); in "Jethro" invece si dice che Lilith è già morta. 

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16 ore fa, Leo dice:

Posso essere d'accordo che l'arroganza di Tucker possa apparire un po' forzata, ma solo perché la presenza di due brutti ceffi come Corbett e Tex insieme a Jethro avrebbe dovuto suggerire prudenza;

 

Nel film Mississipi burning c'è uno sceriffo (o qualcosa di simile) razzista. L'ho visto da un pezzo e non ricordo la trama per filo e per segno, perdonate se sbaglio qualcosa. A un certo punto scopriamo che il tizio ha pure una moglie, che è amica dei negri e la tipa non riesce a spiegarsi l'odio viscerale di quelli che la circondano (con la pelle bianca) contro la popolazione nera e contro gli attivisti la cui scomparsa è all'origine dell'arrivo degli ispettori FBI (se ricordo bene). Ora, il regista, per fare in modo che lo spettatore che guarda il film esca  dalla sala senza porsi troppe domande e con una precisa idea in testa,  trasforma il razzista anche in un uomo manesco che riempe di botte la moglie, che è anche una bella figliola, il che non può guastare. Ora, a rigor di logica esistono anche neri che riempiono di botte le rispettive mogli, ma qui si tratta di mostrare che è lo sceriffo che ha torto e non solo nelle sue idee razziste,  ma anche perché è un colossale bastardo proprio perché brutalizza colei che dovrebbe riempire di carezze. Scrittori e cineasti hanno di che manipolare la realtà a loro piacimento servendosi di svariati artifici letterari. Mauro Boselli l'ha fatto un pochino: mi tiri il braccio afferrandomi la manica della camicia perché mi giri e guardi dove vuoi tu. Hai voglia di negarlo.. Mi descrivi una realtà manichea in cui mi riconosco fino a un certo punto. Caro Mauro sai bene che ogni albo (a parte quelli di Faraci che richiedono una partecipazione diretta del lettore per coprire buchi e lacune della sceneggiatura) si presta a più livelli di lettura, dal superficiale a livelli più complessi e che sei scrittore talmente completo da poter scrivere storie articolate spesso anche su più  livelli di lettura secondari. Perché limitarci a una lettura superficiale come deduco dal tuo ultimo commento ? Se vuoi ci fermiamo qui e ne diamo un commento tradizionale che non può essere che estremamente positivo per la capacità di coinvolgimento del lettore. Bellsissimo albo, merita un pugno in un occhio chi afferma il contrario. Ma a questo punto rivaluto anche i disegni di Mastantuono, che ha offerto tavole spettacolari ma continua a disegnare il volto di Tex, cioè l'unica cosa che realmente conta, in maniera topolinesca.

 

17 ore fa, borden dice:

Eh, no. Io invece non sono d'accordo per niente e lo devo dichiarare subito, prima che la discussione deragli su binari sbagliati. Non ci sono affatto, in questa storia, "lezioni o lezioncine" nè tantomeno una tesi! Trovami un dialogo lezioncina, uno solo! E ti pago da bere un'Ichnusa! ;)

 

Il solo fatto che tutti i personaggi manifestino odio viscerale verso i neri è di per se una forzatura. I sorveglianti sadici con la frusta facile erano tutto sommato un ristretto gruppo. Ciò non significa che la frusta non venisse adoperata. Ma tu hai presentato un gruppo di sadici forcaioli. Che altro c'è da aggiungere se non che ti faceva comodo per la tua sceneggiatura ? L'ha fatto anche GLB con Lao Tan nei sotterranei del quartiere cinese di Frisco. Senza pietà il limoncino!

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, paco ordonez dice:

Appena iniziato a leggere, sembra molto bello. Ma mi sembra di aver visto una grossa incongruenza rispetto a quanto narrato in "La grande invasione".

Lì, all'inizio della storia, nel discorso tra Tex e Esteban sembra chiaro che Lilith sia ancora via ("mi ha già dato un figlio", "tornerò da loro"); in "Jethro" invece si dice che Lilith è già morta. 

 

Non ho fatto caso all'incongruenza. Ci sarà voluto del tempo però perché Tex ottenesse la grazia per i suoi due nuovi amici. Forse è in quel lasso di tempo che Lilyth è venuta a mancare...la frase di Jethro sulle ragioni che spingono Tex a restare lontano da casa è peraltro molto bella...

 

<span style="color:red;">14 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Mi descrivi una realtà manichea in cui mi riconosco fino a un certo punto. Caro Mauro sai bene che ogni albo (a parte quelli di Faraci che richiedono una partecipazione diretta del lettore per coprire buchi e lacune della sceneggiatura) si presta a più livelli di lettura, dal superficiale a livelli più complessi e che sei scrittore talmente completo da poter scrivere storie articolate spesso anche su più  livelli di lettura secondari. Perché limitarci a una lettura superficiale come deduco dal tuo ultimo commento ?

 

Rispondo alla tua bella citazione con un'altra citazione, che anch'io ricordo poco nei particolari ma che mi è rimasta impressa: in Per chi suona la campana c'è una scena tremenda. Nella piazza del paese, i fascisti vengono brutalizzati dai ribelli rossi con una violenza ed una cattiveria indicibile, per poi terminare questo loro personale calvario venendo gettati giù dalla rupe su cui si affaccia la stessa piazza. Sono tanti i fascisti che subiscono questo supplizio, e si tratta di persone un tempo rispettate o comunque non odiate da quegli stessi uomini (e donne) che ora li uccidono in quel modo. In quel preciso momento, quella gente del paese accalcata sulla piazza, non è né buona né bastarda, eppure è pronta ad uccidere e a torturare un fascista in quanto tale. Non c'è bisogno di espedienti narrativi da parte di Hemingway, non c'è la necessità di dimostrare con altre situazioni che la gente è cattiva, perché cattiva realmente non è. E' solo mossa da un pregiudizio: quello è un fascista e merita di morire. Così può essere per Tucker. 

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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Non ho fatto caso all'incongruenza. Ci sarà voluto del tempo però perché Tex ottenesse la grazia per i suoi due nuovi amici. Forse è in quel lasso di tempo che Lilyth è venuta a mancare...la frase di Jethro sulle ragioni che spingono Tex a restare lontano da casa è peraltro molto bella...

 

 

A me i due episodi (difesa di Fort Quitman, grazia) sembrano strettamente collegati a livello cronologico: io leggo la cosa come un'incongruenza, una distrazione di Boselli.

Incongruenza di cui comunque non mi frega nulla: concordo con te che la frase di Jethro sia molto bella, e mette una bella ombra di malinconia e di umanità su Tex.

La storia, poi, mi sembra molto bella: mi piace il rapporto tra i tre personaggi, mi incuriosisce il cattivo sfregiato, e soprattutto mi piace l'atmosfera del Profondo Sud creata da Boselli: una atmosfera cupa di odio, violenza, razzismo, paura (e in questo un grande merito va dato ai disegni di Mastantuono, come al solito efficacissimi). Mi chiedo solo come il tutto (considerata anche la parentesi nel presente) possa stare in 220 pagine. Spero che il secondo albo non risulti troppo affrettato. 

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Per Ymalpas. Mi chiedi di essere SFUMATO in una storia di Tex?!  :D Un controsenso. In Dampyr ho mostrato sfumature maggiori. Nazisti buoni e rivoluzionari francesi cattivi, per esempio. Ma in Tex sarebbe follia.

 

 

Eppure Tucker vuole bene a suo figlio. E suo figlio è amico del figlio di Caldwell. E Landon ha degli ideali. E il simpatico Corbett ammazza i sudisti con sadismo, anche se è amico di Tex. Come sfumature sono già troppe!

 

Tra l'altro in questa storia la maggior parte dei neri sono abbastaza pauosi e poco eroici, altro che Buffalo Soldiers!--

 

 

 

 

Modificato da borden
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Questa volta ho iniziato a leggermi l'albo senza aspettare di avere la storia completa, contavo su Boselli, e come al solito il buon Mauro non mi ha deluso. Ottimo primo albo e mi fermo qui, per dare un giudizio completo voglio aspettare la fine. Ebbene si, Mauro, nell'anticipare i complimenti per questo bel primo albo voglio aspettare ad argomentare più approfonditamente perché ho un piccolo dubbio, se ho ben capito è una storia su due albi, spero di non incorrere nel secondo in un finale affrettato data la tanta carne al fuoco. 

Mi dilungo invece su Mastantuono. Non vorrei sbagliarmi o che la memoria mi giocasse brutti scherzi ma secondo me questa è la migliore prova di Corrado su Tex. I disegni di questo primo albo sono semplicemente bellissimi. Il suo tratto è sempre caratteristico, e magari a qualcuno potrà non piacere, ma per me questa volta si è superato! Oltre all'ambientazione particolarmente azzeccata, Mastantuono quando c'è da disegnare ambienti difficili con temporali, notturni e altre cose simili va a nozze, alcune caratterizzazioni dei personaggi sono semplicemente perfette. Il dottore a capo del KKK ad esempio è semplicemente stupendo, i primi piani, guardate la vignetta dove gioca con i riflessi delle lenti sulla pelle del viso o con le varie espressioni del suo viso mentre ricuce gli sventurati che hanno incrociato Tex. Bellissimo

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, paco ordonez dice:

Appena iniziato a leggere, sembra molto bello. Ma mi sembra di aver visto una grossa incongruenza rispetto a quanto narrato in "La grande invasione".

Lì, all'inizio della storia, nel discorso tra Tex e Esteban sembra chiaro che Lilith sia ancora via ("mi ha già dato un figlio", "tornerò da loro"); in "Jethro" invece si dice che Lilith è già morta. 

Diamine! Credevo di ricordare bene! Di rado, anzi, quasi mai, mi è capitata una simile svista. :(

Purtroppo mi piace l'idea di Tex che vagabonda per dimenticare Lyliyth, come in un'altra storia, non ricordo quale. Quindi non cambierei questa, ma semmai quell'altra.

<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, West10 dice:

Questa volta ho iniziato a leggermi l'albo senza aspettare di avere la storia completa, contavo su Boselli, e come al solito il buon Mauro non mi ha deluso. Ottimo primo albo e mi fermo qui, per dare un giudizio completo voglio aspettare la fine. Ebbene si, Mauro, nell'anticipare i complimenti per questo bel primo albo voglio aspettare ad argomentare più approfonditamente perché ho un piccolo dubbio, se ho ben capito è una storia su due albi, spero di non incorrere nel secondo in un finale affrettato data la tanta carne al fuoco. 

Mi dilungo invece su Mastantuono. Non vorrei sbagliarmi o che la memoria mi giocasse brutti scherzi ma secondo me questa è la migliore prova di Corrado su Tex. I disegni di questo primo albo sono semplicemente bellissimi. Il suo tratto è sempre caratteristico, e magari a qualcuno potrà non piacere, ma per me questa volta si è superato! Oltre all'ambientazione particolarmente azzeccata, Mastantuono quando c'è da disegnare ambienti difficili con temporali, notturni e altre cose simili va a nozze, alcune caratterizzazioni dei personaggi sono semplicemente perfette. Il dottore a capo del KKK ad esempio è semplicemente stupendo, i primi piani, guardate la vignetta dove gioca con i riflessi delle lenti sulla pelle del viso o con le varie espressioni del suo viso mentre ricuce gli sventurati che hanno incrociato Tex. Bellissimo

Meno male che ci sei tu. Corrado è bravissimo e per niente grottesco. semmai molto espressionista e drammatico. Ma dove lo vedete Topolino? Comunque, de gustibus... Sappiate che però è veramente solo questione di gusti...

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Caro Mauro De gustibus non disputandum est dicevano i latini. Corrado ha "il torto" di avere un tratto particolare e di riuscire a disegnare sia fumetti come Topolino sia quelli come Tex, questo è un pregio perché molti non se ne rendono conto ma non è cosa che riuscono a fare bene tutti i disegnatori. Questo però lo espone ai rischi di chi per il suo fumetto vorrebbe solo un certo tipo di tratto. Ognuno ha i suoi gusti e le sue idee in proposito e penso sia inutile starci a discutere. Io preferisco vedere su Tex tanti disegnatori bravi ognuno con un suo tratto particolare che diano ciascuno la propria interpretazione di Tex. Molti non la pensano così, l'unica cosa che non dovrebbero fare e su cui non mi trovo d'accordo con loro è non ammettere la bravura dei disegnatori. Nello specifico Mastantuono adatta benissimo il suo tratto a Tex e non si può dire che disegna Tex come Topolino.

Ci sono disegnatori che disegnano tutti i personaggi sempre allo stesso modo senza adattarne il tratto al personaggio che stanno disegnando ma non è sicuramente il caso di Corrado.

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<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, borden dice:

Diamine! Credevo di ricordare bene! Di rado, anzi, quasi mai, mi è capitata una simile svista. :(

Purtroppo mi piace l'idea di Tex che vagabonda per dimenticare Lyliyth, come in un'altra storia, non ricordo quale. Quindi non cambierei questa, ma semmai quell'altra.

 

Guarda Borden, come già dicevo nel commento successivo, a me personalmente di questa svista (come di tante altre, tipo quella sulla guerra di secessione) non frega niente: anche perché l'idea di un Tex più umano in quel frangente luttuoso della sua vita mi piace (anche se ricordo che negli anni dell'infanzia di Kit si è detto spesso che Tex era parecchio accompagnato da Tiger: lo dico perché a me quella coppia piace parecchio).

Spero che questa svista non venga usata come pretesto per sparlare di questa storia.

 

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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, borden dice:

Eppure Tucker vuole bene a suo figlio. E suo figlio è amico del figlio di Caldwell. E Landon ha degli ideali. E il simpatico Corbett ammazza i sudisti con sadismo, anche se è amico di Tex. Come sfumature sono già troppe!

 

Appunto. Ribadisco l'esempio da me portato dell'episodio di Per chi suona la campana: Tucker vuole bene a suo figlio perché non è realmente cattivo: è solo un uomo del suo tempo, con i pregiudizi del suo tempo. Peggio di lui è il Dottore, la cui cultura dovrebbe elevarlo rispetto agli altri, ma anche il Dottore ha degli ideali, proprio come Landon. Tucker e il Dottore paradossalmente possono essere considerati meno cattivi di Corbett, che non si perita di ammazzare a sangue freddo il commesso dell'emporio che chiede grazia, scena forse un po' pericolosa ma totalmente azzeccata per la psicologia del personaggio.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

Meno male che ci sei tu. Corrado è bravissimo e per niente grottesco. semmai molto espressionista e drammatico. Ma dove lo vedete Topolino? Comunque, de gustibus... Sappiate che però è veramente solo questione di gusti...

 

E' questione di disegnarti il volto del personaggio principale con due o tre linee  e con nessuna grazia. Poi si, può essere questione di gusti, ma guardati il volto di Tex che spicca in copertina e prenditi una vignetta qualsiasi all'interno dell'albo dove c'è Tex e se non riesci a vedere la differenza, ti consiglio un paio di lenti spesse.

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, borden dice:

Per Ymalpas. Mi chiedi di essere SFUMATO in una storia di Tex?!  :D Un controsenso. In Dampyr ho mostrato sfumature maggiori. Nazisti buoni e rivoluzionari francesi cattivi, per esempio. Ma in Tex sarebbe follia.

 

Ti ho citato l'esempio di Lao Tan e della sua gabbia. In realtà ho solo messo in evidenza che nella tua storia, il sud ne esce con le ossa rotta, rappresentato da un'accozzaglia veramente infame. Sarà che ho davvero poca simpatia per i nordisti :lol:

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<span style="color:red;">7 minuti fa</span>, ymalpas dice:

 

E' questione di disegnarti il volto del personaggio principale con due o tre linee  e con nessuna grazia. Poi si, può essere questione di gusti, ma guardati il volto di Tex che spicca in copertina e prenditi una vignetta qualsiasi all'interno dell'albo dove c'è Tex e se non riesci a vedere la differenza, ti consiglio un paio di lenti spesse.

 

 

Ma è questione di stile diverso, perbacco! Ognuno ha il suo. 

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E' quello che dico anch'io. Il giorno in cui sarà maggiormente accurato, così come ha delineato il dottore, per esempio, sarà tutto un coro d'applausi.

 

Sotto cadaveri di soldati "topolineschi".

 

 

 

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Jethro o una storia di padri e figli.

 

A una lettura non superficiale, di secondo livello se mi passate questa fantasia che avrebbe la pretesa di individuare una scrittura stratificata quando probabilmente non lo è per niente, il primo albo di quesdta storia si presenta anche come una storia di padri e di figli, con i destini intrecciati drammaticamente.

Nell'ordine di citazione abbiamo:

 

1 ) Jethro e il figlio Alex;

2 ) Manuel e il figlio Juanito

3 ) Tex e il figlio Kit;

4 ) Tucker e il figlio Bill;

5 ) Tom Caldwell e il figlio Samuel;

6 ) Il defunto Stevens senior e il figlio sfigurato Stevens junior.

 

Non sono pochi, in un solo albo. Ogni coppia ha qualcosa da raccontare in questa storia e soprattutto la loro presenza secondo me, conoscendo l'autore, riserverà le sue sorprese nel secondo albo. Vediamo qualche chiave di lettura, ce ne sono di diverse. Pippe mentali anche queste ? Dai, spero di no. La prima è sull'amicizia.

 

Nel segno dell'amicizia.

 

L'amicizia è un'altro dei temi portanti dell'albo. Se qualcuno di noi si troverà in difficoltà, gli altri ci saranno. Tex, Glenn e Jethro, un bel trio di eroi la cui amicizia è stata cementificata dall'esperienza vissuta ai tempi della Grande invasione. Ma si preannuncia un'altra bella storia di amicizia anche tra Kit Willer e Alex, figlio di Jethro. Hanno più o meno la stessa età, il secondo è cresciuto ascoltando i racconti del padre sulle gesta di Tex, l'altro le ha vissute tutte proprio al fianco del padre in un numero imprecisato di occasioni. I due si incontreranno probabilmente nel secondo albo, ai margini di un ranch dell'Utah, sotto assedio ancora una volta come accadde a Fort Quitman. L'amicizia dei padri e l'amcicia destinata a cementificarsi anche tra i rispettivi figli e uno dei più bei messaggi che la storia può comunicare ai lettori, non solo per la dimostrazione che i rapporti tra bianchi e neri possono essere diversi. Peraltro lòe ultime parole possono essere tutte pippe mentali: Kit Willer non è presente nel secondo albo,oppure è presente e Alex muore perché gli amici di Kit Willer di solito sono destinati a marcire sotto terra.

 

Nel segno dell'amicizia anche il rapporto tra i giovanissimi Bill e Samuel. Giocano insieme, quando si è bambini non ci sono barriere, i pregiudizi vengono solo con l'età. O forse anche no. Alla fine dell'albo Boselli precipita infatti la situazione: Tucker padre è progioniero dopo aver tentato di uccidere proprio i Caldwell! Come reagirà il figlio Bill davanti alla scelta che ora drammaticamente si impone per lui tra il legame familiare e il vincolo dell'amicizia? Con quali occhi guarderà invece Samuel l'amico Bill, il cui padre voleva impiccarlo a un ramo ? C'è una via d'uscita per i due ragazzi e Boselli la suggerirà ? 

 

I rapporti padre / figlio sono evidentemente sotto la lente d'ingrandimento dello sceneggiatore: non solo quello tra Tucker e Bill.

Troppo evidente anche il rapporto affettivo tra Jethro e Alex che non nasconde nessun segreto ai nostri occhi.

Di Tex e Kit si è parlato sopra, c'è Freccia Rossa accanto a lui e Tex non sembra preoccuparsene minimamente: ma Boselli potrebbe non lasciarsi sfuggire l'occasione di raccontare qualche pagina nel secondo albo.

Resta quello di Tom e Samuel: il padre è votato alla passività di fronte all'oppressione di Stevens che ha dettato loro condizioni pesanti in cambio della terra da lavorare. il padre le accetta senza battere ciglio con un pessimismo misto alla cupa rassegnazione, il figlio si chiede con rabbia con che diritto non ci siano posizioni egualitarie nell'assegnazione delle concessioni agricole. Samuel è un negro che già non guarda più al colore della sua pelle. Ma attenzione, vent'anni dopo, nella cupa rasssegnazione di Jethro che si prepara a morire quanto c'è in lui del pessimismo del suocero Caldwell ? Che ne è del battagliero Jethro vent'anni dopo e quanto le due figure si confondono ? 

Drammatico è il rapporto invece tra i due Stevens. Quando Jethro sbudella il padre il giovane Stevens è in un ospedale militare dopo un colpo di sciabola che l'ha quasi ucciso e l'ha lasciato senza memoria. Ritorna a casa dopo svariati anni e non cerca la vendetta, anzi concede un fazzoletto di terra ai Caldwell, si chiede perché Jethro sia tornato e cosa voglia! Se anni prima fosse stato presente, Jethro non sarebbe uscito vivo dallo stato, ora invece si interroga desolato con il giornale in mano sul cambiamento di un mondo che per lui non è più quello che ha conosciuto. D'altronde le aspettative di rivalsa sono tutte concentrate sulla figura del dottore, il vero veterano del Klan. Ora sarebbe logico aspettarsi dal figlio Stevens lo stesso tipo di vendetta che Jethro si propone contro chi gli aveva sterminato la famiglia (ovvero lo stesso dottore). Sarà così ? Sarebbe una soluzione troppo semplice per un Boselli che, pippe mentali a parte, potrebbe avere un piano preciso per questo rampollo del vecchio sud. Resta infine il tesissimo rapporto tra il vecchio Manuel e il figlio mezzo apache Juanito. Qui c'è da aspettarsi quello che sappiamo: miele, miele e miele. E miele sia.

 

Mi fermo qui, per il momento, e mi bevo una Ichnusa.

 

 

 

  • +1 1
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Punto 1

Caldwell è doppiamente suocero di Jethro?

La Mary che riposa nella terra del ranch dello Utah è la sorella della prima moglie?

Caldwell è quindi il nonno di Alex?

 

Punto 2

Si riunirà nel presente il terzetto di amici?

Chi ha avvisato Tex e Corbett che "uno di noi ha bisogno di aiuto"?

 

Punto 3

I conti con il KKK si chiuderanno nel passato?

O gli attuali guai di Jethro sono una conseguenza di quei fatti del passato?

 

Punto 4

I pards parteciperanno alla conclusione di questa vicenda?

O Tex ricostituirà il  terzetto con i vecchi compagni?

 

In attesa di vedere la risposta a queste domande una Ichnusa anche per me :ç=ç:

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