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TWF - Tex Willer Forum

Claudio Nizzi necessita di una rivalutazione?


valerio
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, ymalpas dice:

 

Inutile chiederti se al tempo (tra il 2002 e il 2005) tu ti sentissi pronto a fare quello che faceva Nizzi, cioè assicurare la produzione annuale (o quasi) di Tex, con i texoni i maxi e gli almanacchi.

 

 

Ero molto più giovane di adesso! :laugh:  Facendo anche Zagor e Dampyr scrivevo certo più di lui. Guardare le statistiche per credere! 

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Riscrivo perchè ho quotato male, scusate:

l Tex di Nizzi è Tex al 100 per 100. Poi può non piacere, può, anzi ha sicuramente toppato più di una storia, ma io bo...sinceramente riconosco Tex in ogni storia di Nizzi, persino in quelle brutte. I colleghi a cui ti riferisci e che hai stoppato non scrivevano Tex ma storie con Tex dentro (anche se alcune le hanno azzeccate). Nizzi scrive Tex e a volte non ha azzecato la storia, ha avuto un appannamento, ma scrive Tex e, attenzione, che scrivono Tex ne abbiamo due o tre in tutta Italia, gli altri non sono in grado.

Quindi l'accanimento di una parte di lettori non lo capisco.

Gli origlioni? Sono un espediente usato in moltissimi fumetti e che usava anche GLB. Ne ha messi troppi Nizzi? Probabilmente si. Ma sono un topos molto utilizzato e spesso utile. Non vedo lo scandalo.

I cinturoni slacciati? Nei 500 sono diventati troppi, ma Tex messo in difficoltà a me PIACE: Tex, per divertire, deve esserer messo in difficoltà. Se vince facile mi annoia. Idem gli altri pards. L'importante è che poi ribalti la situazione a suo vantaggio.

Io non ho visto tradimenti Nizziani. Ho visto solo una stanchezza, con storie che cominciavano ad essere ripetitive ma non "traditrici". Sostanzialmente, per conto mio, ha scritto 4 o 5 storie davvero molto molto brutte. E sono le 3 o 4 della serie regolare del periodo 500 che avete già citato più Fort Sahara, buono spunto e soggetto potenzialmente interessante, ma svolto in maniera deludente. Il resto no. Ci sono storie fiacchine ma nulla di scandaloso. La famosa Mefisto per me è una eccellente storia, risulta deludente solo in virtù del fatto che era preceduta da una attesa spasmodica, ma di per se è una bella storia di Tex. Ci si aspettava un ritorno di Mefisto da 10, cosa che non è, e quindi si è esagerata la cosa fino a farne una catastrofe che non è nemmeno lontanamente.

Le storie ultime le ho trovate fiacchine, diciamo che andare a ripescare l'assedio indiano può essere una buoba idea solo se ne viene fuori un capolavoro, dato che già Nizzi lo aveva affrontato nei diavoli rossi e Boselli ne la grande invasione (e da vari episodi di GLB), invece ne è venuta fuori una buona storia ma senza picchi, forse superiore alla già mediocrina i diavoli rossi ma molto inferiore al capolavoro Boselliano (che comunque aveva uno svolgimento diverso, intendiamoci), restando nel complesso nella media, e anche la precedente era una buona storia senza brillare. Ecco, queste sono storie senza errori ma dimenticabili.

Comunque Nizzi è una colonna di Tex ed è, ripeto, uno dei due o tre che lo sanno scrivere in Italia. Io non so se aspettarmi di meglio dalle storie future, forse il suo standard attuale è questo, però sono contento sia tornato. Leggo Nizzi sulla prima pagina e penso a la congiura, a fuga da Anderville, a l'uomo con la frusta, a Furia Rossa, alla Tigre Nera, a certi caplavori dei 400, a molti texoni, a quel capolavoro che è la ballata di Zoeke Colter e sono contento. Aspetto sempre una zampata vecchio stile, chissà.

Noto però un calo nei dialoghi, in cui era maestro assoluto. Li trovo come appena sbozzati, troppo stringati, c'è ancora l'umorismo tipico ma non è più quello irresistibile di un tempo (mio Dio cosa erano i dialoghi de la leggenda della vecchia missione. Vette mai raggiunte su Tex nello specifico). Borden, digli di curare i dialoghi come sa, che è il suo maggior punto di forza.

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<span style="color:red;">27 minuti fa</span>, El _Muerto dice:

non voglio fare critiche positive o negative a Nizzi; in ogni caso penso che un eroe ha diritto a perdere qualche colpo, anche Tex. Sicuramente non ho l'occhio e l'esperienza di molti utenti in questo forum, però la parte più bella di un personaggio (anche un villain) è quella che resiste a tutto ed è sempre pronta a rialzarsi.

Mia opinione, ovviamente.

Il giovane Tex di GLB commetteva qualche errore, ma poi con il passare degli anni è diventato invincibile, infallibile.. Tex non può sbagliare nel giudicare un uomo, Tex non perde un duello, Tex non scappa come un vigliacco, Tex non si slaccia il cinturone davanti a un qualsiasi sceriffo, Tex  salva gli innoncenti e non viene mai umiliato..Il suo creatore l'ha voluto così e secondo me è anche il segreto del suo successo..Nizzi ha scritto delle storie con un Tex irriconoscibile..

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Provo a dire la mia, in punta di piedi. :)

 

A mio parere il calo vero ci fu in concomitanza del numero 500, dopo di che le storie davvero brutte sono secondo me una dozzina (I fratelli Donegan, Fratello bianco, Tumak l'inesorabile, Moctezuma, Soldi sporchi,  La sentinella, Oltre il fiume, Mercanti di schiavi, Canyon Dorado,  Le iene di Lamont, Fort Sahara, La banda dei tre), le altre sono quasi tutte mediocri o appena sufficienti, ma comunque innocue, tutto sommato.

 

Il cambio di atteggiamento verso l'infallibilità di Tex c'è, e lo retrodato al ritorno dalla famigerata crisi.

Però se si leggono anche molti suoi racconti di Larry Yuma, c'è la stessa concezione dell'eroe fallibile, gli stessi origlioni, lo stesso clima da commedia che ogni tanto riemergeva anche nei suoi Tex migliori (Terra senza legge, di Giolitti), segno che secondo me alcune scelte di sceneggiatura fanno parte del suo dna.

 

Non gli ha giovato neppure pubblicare intere annate senza interruzioni, è chiaro che così che difetti e ripetizioni balzano all'occhio con più facilità! :)

 

Infine, dico che all'epoca non esisteva alcuna seria attività di editing, altrimenti molte storie (tra cui la tanto vituperata avventura di Mefisto) con alcuni accorgimenti avrebbero potuto facilmente diventare di discreta levatura. ;)

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

 

 

 

Se per alcuni di voi l'effetto è quello, non era certo da lui voluto. Anch'io trovo che alcuni di  quei passaggi di sceneggiatura fossero sbagliati, infatti non glieli permetto nelle nuove storie. Ma per lui erano e sono giusti!

 

 

 

Ci riprova anche nelle nuove storie eh:unsure: il lupo perde il pelo ma non il vizio..:mazza:

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1 hour ago, laredo said:

Diablero..  quindi, se non ho capito male,  Nizzi era contento delle tue critiche?..Non ha negato nulla?

 

No no, non volevo dare quell'impressione...  È stata una conversazione in cui Nizzi ovviamente ha difeso le sue scelte, però non ha negato di averle fatte (nel senso che è stata una conversazione molto più interessante dei classici "non è vero" che si vedono spesso nei forum...)  non ricordo tutti i punti di cui abbiamo parlato, e nessuno stava registrando, quindi gran parte della conversazione ormai semplicemente non me la ricordo più, ma mi ricordo per esempio che, parlando della scena ne "i fucili di Shannon" in cui il bambino viene rapito, ammise che la scena, per come è stata pubblicata, presentava un Tex che si faceva gabbare troppo facilmente, e "diede la colpa" a Venturi che aveva disegnato Tex e il bandito troppo vicini (amplificando l'arrendevolezza di Tex, a suo dire se fossero stati disegnati più lontani il lettore non si sarebbe chiesto "ma perché non reagisce?" perché Tex non avrebbe avuto tante possibilità di reazione)

 

Mi ricordo in particolare quel punto perché mi meravigliò vedere scritto poi l'opposto in "Tex secondo Nizzi" di Guarino. Nel libro, Nizzi critica chi "avrebbe dato la colpa" a Venturi per quella scena... ma a quello che ricordo io (che non avrò più la memoria di una volta, ma non credo di essere ancora rincoglionito...) L'UNICO che per quel che ne so diede la "colpa" a Venturi fu proprio Nizzi.

 

In generale, anche se non ricordo più i dettagli della conversazione, Nizzi ovviamente negò in generale le "accuse", ammettendo magari su scene specifiche, giustificandole (come fa nel libro di Guarino) con "le necessità della storia" (in generale concordo che un eroe non può essere sempre infallibile, altrimenti le storie rischiano di diventare noiose, ma c'è una bella differenza fra "eroe che ogni tanto sbaglia" ed "eroe che non ne fa una dritta e si rende sempre ridicolo"), ammise che certi espedienti tipo gli "origlioni" erano stati usati un po' troppo spesso, insomma, fu una discussione un po più articolata di un semplice "non è vero",  Nizzi ammise tranquillamente che alcune scene presentavano problemi, anche se sosteneva che erano casi isolati non rappresentativi in generale della sua opera (e noi ovviamente non avevamo un elenco lunghissimo di esempi, ci ricordavamo giusto i casi più eclatanti).

 

Non era "contento" delle critiche ovviamente, ma...  avrebbe potuto cavarsela molto facilmente semplicemente dicendo che non era d'accordo e tagliando corto. Rimase davvero un sacco di tempo a parlare con noi. Come ho detto, non posso escludere che fosse solo cortesia e mentalmente fra se e sè ci stesse mandando al diavolo per il tempo che gli facevamo perdere, ma se voleva andarsene, nessuno l'avrebbe trattenuto: gli avevamo chiesto gentilmente se poteva dedicarci cinque minuti, non era un tribunale, e se diceva "scusate, ho un impegno" nessuno l'avrebbe trattenuto. Se è rimasto per tanto tempo, per me era perché gli faceva comunque piacere parlare dei dettagli delle sue storie (anche con criticoni come noi...)

 

[vorrei precisare comunque che, per rispetto verso un autore verso coi avevamo una certa deferenza, anche le nostre critiche furono espresse in maniera molto più "soft" e diplomatica di come facevamo di solito nel forum, la conversazione a quanto ricordo fu abbastanza cordiale, anche se avevamo punti di vista diversi]

Modificato da Diablero
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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, Diablero dice:

 

No no, non volevo dare quell'impressione...  È stata una conversazione in cui Nizzi ovviamente ha difeso le sue scelte, però non ha negato di averle fatte (nel senso che è stata una conversazione molto più interessante dei classici "non è vero" che si vedono spesso nei forum...)  non ricordo tutti i punti di cui abbiamo parlato, e nessuno stava registrando, quindi gran parte della conversazione ormai semplicemente non me la ricordo più, ma mi ricordo per esempio che, parlando della scena ne "i fucili di Shannon" in cui il bambino viene rapito, ammise che la scena, per come è stata pubblicata, presentava un Tex che si faceva gabbare troppo facilmente, e "diede la colpa" a Venturi che aveva disegnato Tex e il bandito troppo vicini (amplificando l'arrendevolezza di Tex, a suo dire se fossero stati disegnati più lontani il lettore non si sarebbe chiesto "ma perché non reagisce?" perché Tex non avrebbe avuto tante possibilità di reazione)

 

Mi ricordo in particolare quel punto perché mi meravigliò vedere scritto poi l'opposto in "Tex secondo Nizzi" di Guarino. Nel libro, Nizzi critica chi "avrebbe dato la colpa" a Venturi per quella scena... ma a quello che ricordo io (che non avrò più la memoria di una volta, ma non credo di essere ancora rincoglionito...) L'UNICO che per quel che ne so diede la "colpa" a Venturi fu proprio Nizzi.

 

In generale, anche se non ricordo più i dettagli della conversazione, Nizzi ovviamente negò in generale le "accuse", ammettendo magari su scene specifiche, giustificandole (come fa nel libro di Guarino) con "le necessità della storia" (in generale concordo che un eroe non può essere sempre infallibile, altrimenti le storie rischiano di diventare noiose, ma c'è una bella differenza fra "eroe che ogni tanto sbaglia" ed "eroe che non ne fa una dritta e si rende sempre ridicolo"), ammise che certi espedienti tipo gli "origlioni" erano stati usati un po' troppo spesso, insomma, fu una discussione un po più articolata di un semplice "non è vero",  Nizzi ammise tranquillamente che alcune scene presentavano problemi, anche se sosteneva che erano casi isolati non rappresentativi in generale della sua opera (e noi ovviamente non avevamo un elenco lunghissimo di esempi, ci ricordavamo giusto i casi più eclatanti).

 

Non era "contento" delle critiche ovviamente, ma...  avrebbe potuto cavarsela molto facilmente semplicemente dicendo che non era d'accordo e tagliando corto. Rimase davvero un sacco di tempo a parlare con noi. Come ho detto, non posso escludere che fosse solo cortesia e mentalmente fra se e sè ci stesse mandando al diavolo per il tempo che gli facevamo perdere, ma se voleva andarsene, nessuno l'avrebbe trattenuto: gli avevamo chiesto gentilmente se poteva dedicarci cinque minuti, non era un tribunale, e se diceva "scusate, ho un impegno" nessuno l'avrebbe trattenuto. Se è rimasto per tanto tempo, per me era perché gli faceva comunque piacere parlare dei dettagli delle sue storie (anche con criticoni come noi...)

 

[vorrei precisare comunque che, per rispetto verso un autore verso coi avevamo una certa deferenza, anche le nostre critiche furono espresse in maniera molto più "soft" e diplomatica di come facevamo di solito nel forum, la conversazione a quanto ricordo fu abbastanza cordiale, anche se avevamo punti di vista diversi]

Beh, va a suo onore essersi messo li a sentire le critiche. Comunque credo che un autore vada ricordato per il suo meglio, e il suo meglio è stato molto importante e bello.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, laredo dice:

Il giovane Tex di GLB commetteva qualche errore, ma poi con il passare degli anni è diventato invincibile, infallibile.. Tex non può sbagliare nel giudicare un uomo, Tex non perde un duello, Tex non scappa come un vigliacco, Tex non si slaccia il cinturone davanti a un qualsiasi sceriffo, Tex  salva gli innoncenti e non viene mai umiliato..Il suo creatore l'ha voluto così e secondo me è anche il segreto del suo successo..Nizzi ha scritto delle storie con un Tex irriconoscibile..

Hai ragione, però le cose migliori son quelle che cambiano (anche solo in qualche particolare).

Personalmente apprezzo i perdenti, infatti leggo molto anche Alan Ford.

 Tex è Tex e Alan Ford è Alan Ford, nessuno dei due deve diventare come l'altro; ma possono sempre migliorare.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

Beh, va a suo onore essersi messo li a sentire le critiche. Comunque credo che un autore vada ricordato per il suo meglio, e il suo meglio è stato molto importante e bello.

Mah.. io credo che un autore vada ricordato faccendo un rapporto tra il  meglio. il meno peggio, e il peggio di cio che ha fatto..

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<span style="color:red;">1 minuto fa</span>, laredo dice:

Mah.. io credo che un autore vada ricordato faccendo un rapporto tra il  meglio. il meno peggio, e il peggio di cio che ha fatto..

Beh, Verdi lo ricordi per la Traviata o per Oberto conte di san bonifacio?

Vasco lo ricordi per i primi dischi o per gli ultimi, pietosi?

McEnroe lo ricordi per i primi 7 anni con 67 tornei vinti o per i secondi 7 anni con 10 tornei vinti e nessuna finale slam? Lo ricordiamo per la vittoria di Wimbledon dell'84 o con la sconfitta al primo turno di Wimbledon 90 con Derrick Rostagno?

Stanlio e Ollio li ricordiamo per Fra Diavolo e i figli del deserto o per tristezze assolute come Atollo k e il grande botto?

Alla fine un talento va ricordato per quello in cui ha eccelso. Nizzi è la congiura e Furia Rossa. I Fratelli Donegan lasciamoli nel dimenticatoio.

 

 

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<span style="color:red;">44 minuti fa</span>, El _Muerto dice:

Hai ragione, però le cose migliori son quelle che cambiano (anche solo in qualche particolare).

Personalmente apprezzo i perdenti, infatti leggo molto anche Alan Ford.

 Tex è Tex e Alan Ford è Alan Ford, nessuno dei due deve diventare come l'altro; ma possono sempre migliorare.

Secondo me le cose migliori sono quelle che  non cambiano;)

Io preferisco i classici.. gli eroi invincibili tutto d'un pezzo..come Tex,  il leggendario John Wayne  in centinaia dei suoi film..

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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, valerio dice:

Beh, Verdi lo ricordi per la Traviata o per Oberto conte di san bonifacio?

Vasco lo ricordi per i primi dischi o per gli ultimi, pietosi?

McEnroe lo ricordi per i primi 7 anni con 67 tornei vinti o per i secondi 7 anni con 10 tornei vinti e nessuna finale slam? Lo ricordiamo per la vittoria di Wimbledon dell'84 o con la sconfitta al primo turno di Wimbledon 90 con Derrick Rostagno?

Stanlio e Ollio li ricordiamo per Fra Diavolo e i figli del deserto o per tristezze assolute come Atollo k e il grande botto?

Alla fine un talento va ricordato per quello in cui ha eccelso. Nizzi è la congiura e Furia Rossa. I Fratelli Donegan lasciamoli nel dimenticatoio.

 

 

Aspetta un secondo Valerio..è vero che se noi seguiamo  con passione un determinato talento la prima cosa che ci viene in mente è la sua opera migliore, ma poi se facciamo un analisi più approfondita di tutto il suo lavoro scopriamo che ci sono cose che non ci piacciono..

Torniamo a Tex, mettendo da parte Verdi e Vasco, e ti parlo della mia esperienza di lettore di Tex:

- Inizio a leggere Tex con tutte le storie di GLB, cosa chiedere di più? Lui era Tex Willer! Avventure meravigliose, storie indimenticabili, leggenda e mito in ogni albo!

- Il maestro  scrive raramente, arriva Nolitta: storie buone ma Tex è irriconoscibile..per fortuna sono poche

- Entra in scena in Nizzi: la partenza è con il botto, tra i numeri 300-400 ho perso il conto delle grandi storie Nizziane

- 400-500  Esordio di Borden con il capolavoro "Il passato di Carson", ma tutti i suoi lavori sono fantastici...Nizzi, ormai in crisi, viene oscurato dalla brillantezza dei testi boselliani

-500-600 poche storie di Boselli e una sfilza interminabile di ciofeche Nizziane: stavo per abbandonare Tex, l'eroe della mia infanzia che avevo seguito assiduamente per anni e anni ..

 

No, pard..ringranzierò sempre di Nizzi per  Nelle paludi della Louisiana, La congiura, Le colline del vento, La tigre nera ,  Furia rossa...ma sarò il primo a criticarlo per  I fucili di Shannon, I Fratelli Donegan, Fratello bianco, Moctezuma!..tante, troppe pessime storie che mi ritrovo davanti ogni volta  che rileggo la mia collezione completa di tex

 

 

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red;">1 minuto fa</span>, laredo dice:

Aspetta un secondo Valerio..è vero che se noi seguiamo  con passione un determinato talento la prima cosa che ci viene in mente è la sua opera migliore, ma poi se facciamo un analisi più approfondita di tutto il suo lavoro scopriamo che ci sono cose che non ci piacciono..

Torniamo a Tex, mettendo da parte Verdi e Vasco, e ti parlo della mia esperienza di lettore di Tex:

- Inizio a leggere Tex con tutte le storie di GLB, cosa chiedere di più? Lui era Tex Willer! Avventure meravigliose, storie indimenticabili, leggenda e mito in ogni albo!

- Il maestro  scrive raramente, arriva Nolitta: storie buone ma Tex è irriconoscibile..per fortuna sono poche

- Entra in scena in Nizzi: la partenza è con il botto, tra i numeri 300-400 ho perso il conto delle grandi storie Nizziane

- 400-500  Esordio di Borden con il capolavoro "Il passato di Carson", ma tutti i suoi lavori sono fantastici...Nizzi, ormai in crisi, viene oscurato dalla brillantezza dei testi boselliani

-500-600 poche storie di Boselli e una sfilza interminabile di ciofeche Nizziane: stavo per abbandonare Tex, l'eroe della mia infanzia che avevo seguito assiduamente per anni e anni ..

 

No, pard..ringranzierò sempre di Nizzi per  Nelle paludi della Louisiana, La congiura, Le colline del vento, La tigre nera ,  Furia rossa...ma sarò il primo a criticarlo per  I fucili di Shannon, I Fratelli Donegan, Fratello bianco, Moctezuma!..tante, troppe pessime storie che mi ritrovo davanti ogni volta  che rileggo la mia collezione completa di tex

 

 

Basta non rileggerle...

Come basta non riascoltarsi l'Oberto conte di San Bonifacio o l'Alzira. Meglio l'Aida, che dici?

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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, valerio dice:

Basta non rileggerle...

Come basta non riascoltarsi l'Oberto conte di San Bonifacio o l'Alzira. Meglio l'Aida, che dici?

Assolutamente, si!

Ma per Tex non è così facile, pard.. forse potrei anche liberarmene..ma quando una passione ti accompagna tutta la vita rimangono impressi i ricordi, belli e brutti..

  • +1 1
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Ma i flop di Verdi sono veramente pochi. All'altezza di Aida per me ce ne sono almeno altre dieci. No, più di dieci. La continuità è importante. 

Modificato da borden
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<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, borden dice:

Ma i flop di Verdi sono veramente pochi. All'altezza di Aida per me ce ne sono almeno altre dieci. No, più di dieci. La continuità è importante. 

Mica dico che il buon Claudio è Verdi, ma volevo dire che ha fatto decine di storie memorabili. Poi decine di storie medie, e una decina di storie inutili e sbagliate. Io tendo ad essere grato a chi mi ha dato emozioni, altri magari no...questione di diverse sensibilità o punti di vista.

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Sergio Bonelli ha avuto il grande merito di essersi reso conto che lui non era in grado di scrivere Tex.Nizzi è stata una scelta obbligata, e felice, perché Nizzi non era un lettore di Tex ma era uno specialista del genere di avventura, nonché uno sceneggiatore ed autore eccezionalmente prolifico: Nizzi si è uniformato allo stile texiano,studiandolo in modo tecnico e professionale,senza probabilmente affezionarsi subito a Tex ma imparando ad amarlo con gli anni (lo ha ammesso in una recente intervista). Se qualcuno mi chiede cosa ammiro di più del Tex di Nizzi,rispondo senza dubbio che adoro i dialoghi tra pard,i battibecchi tra Tex e Carson,i momenti di convivialità e soprattutto l ironia virile.

Quando leggo i dialoghi tra Tex e Barbanera ancora mi commuovo e mi diverto, nonostante conosca a memoria ogni singola vignetta di quella storia. Tex è un eroe,ci vogliono ritmo e tensione ma anche scene apparentemente banali che aiutano il lettore a immedesimarsi nella storia...per questo mi è piaciuto il Maxi Tex di Nizzi della scorsa estate, perché è stato come immergersi in un bagno di nostalgia... due autori soli attualmente lo sanno scrivere per davvero,gli altri ci provano e non sempre ci riescono

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

Sergio Bonelli ha avuto il grande merito di essersi reso conto che lui non era in grado di scrivere Tex.Nizzi è stata una scelta obbligata, e felice, perché Nizzi non era un lettore di Tex ma era uno specialista del genere di avventura, nonché uno sceneggiatore ed autore eccezionalmente prolifico: Nizzi si è uniformato allo stile texiano,studiandolo in modo tecnico e professionale,senza probabilmente affezionarsi subito a Tex ma imparando ad amarlo con gli anni (lo ha ammesso in una recente intervista). Se qualcuno mi chiede cosa ammiro di più del Tex di Nizzi,rispondo senza dubbio che adoro i dialoghi tra pard,i battibecchi tra Tex e Carson,i momenti di convivialità e soprattutto l ironia virile.

Quando leggo i dialoghi tra Tex e Barbanera ancora mi commuovo e mi diverto, nonostante conosca a memoria ogni singola vignetta di quella storia. Tex è un eroe,ci vogliono ritmo e tensione ma anche scene apparentemente banali che aiutano il lettore a immedesimarsi nella storia...per questo mi è piaciuto il Maxi Tex di Nizzi della scorsa estate, perché è stato come immergersi in un bagno di nostalgia... due autori soli attualmente lo sanno scrivere per davvero,gli altri ci provano e non sempre ci riescono

Ma per me Sergio Bonelli ha avuto il grande demerito  di non affiancare a Nizzi  Mauro Boselli cosa che doveva fare molti anni prima,anche se era impegnato a rilanciare Zagor.Per quanto riguardava Nizzi invece penso che lui volesse essere lo seneggiatore principale di Tex per poi diventarne curatore.

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Gli epitecchi

 

Ah, ho capito chi sei: per caso ti eri iscritto diversi anni fa a Tex Willer Online?

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Ribadisco, prendiamoci il buono che ha fatto, che è davvero tanto. Non dimentichiamo anche tutti i primi texoni, quasi tutti splendidi, anche quelli più "elementari" dal punto di vista della vicenda, grazie all'uso di dialoghi irresistibili e, forse, irripetibili.

Il peggio lo conosciamo, lasciamolo perdere. Ma comunque io trovo che anche nella fase brutta, ci siano cose discrete. Si sta un pò enfatizzando questo declino Nizziano. Rio Hondo o Puerta del diablo sono, per dirne due, lavori molto godibili e arrivo a dire, escluso Boselli, di una qualità superiore a chiunque scriva oggi Tex. Quindi qualcosa da salvare, anche li, c'è.

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2 ore fa, Barbanera dice:

Sergio Bonelli ha avuto il grande merito di essersi reso conto che lui non era in grado di scrivere Tex.

 

Questo per me non è vero. Nolitta aveva una personalità diversa dal padre e sicuramente era convinto di non aver fallito su Tex (anche perché così è stato).

 

Il fatto che in ogni intervista ribadisse di non sentirsi uno scrittore non deve essere travisato, lui era uno scrittore, due dei suoi personaggi, Zagor e Mister No, sono ancora in edicola.

 

Per una serie di motivi ha dovuto rinunciare a essere l'erede predestinato del padre, dopo un promettente debutto che aveva comunque disorientato molti lettori (qualcosa doveva essergli pervenuto anche con il famoso sondaggione).

 

Il primo motivo è che doveva occuparsi della Casa editrice, di tutte le collane, di tutti i dipendenti, rispondere ai lettori, individuare nuovi autori e disegnatori ecc. In questo era aiutato da Canzio ma era lui che prendeva le decisioni. Semplicemente non aveva il tempo di scrivere e quando ancora lo faceva, scriveva a casa la domenica.

 

Il secondo motivo è che non sentiva probabilmente Tex nelle sue corde, lo scrisse perché Tex era "il pane" della casa editrice (oggi lo è ancora) e non c'era nessun altro che volesse prendersi questa briga tra i vari D'Antonio della Casa editrice. Ecco perché Nizzi, che aveva come lui una formazione "domenicale" nel senso che aveva un lavoro stabile per la Fiat Trattori, dopo una formazione di qualche anno (tra Mister No e la lettura dell'intera collana di Tex che non conosceva bene essendone stato solo un lettore saltuario) fu subito messo a scrivere le storie del ranger con risultati che furono subito felici. A Nizzi era stato promesso all'inzio di non essere lasciato solo nello sceneggiare Tex, cosa che invece avvenne in un baleno.

 

Il terzo motivo è che Sergio era incapace di dar seguito alle sue stesse collane. Smise di scrivere Zagor a fine anni settanta quando era comunque la seconda testata di punta della Bonelli probabilmente per dedicarsi al personaggio che preferiva, Mister No, nato a meta anni settanta come miniserie estiva che continuò le pubblicazioni sull'onda del successo delle vendite, che abbandonerà a sua volta nei primi anni novanta (salvo riprenderlo nel 2005 con una storia fiume per concludere la collana che si avviava alla chiusura, un qualcosa di dovuto insomma). 

 

Ci sono poi le storie che scrisse in occasione della crisi di Nizzi (1992). Stato di necessità anche questo. Una storia lunghissima per Letteri, una storia con Giolitti con il quale desiderava collaborare, una storia per Galep lasciata interrotta dopo il primo albo, ceduta a Boselli che si occuperà, nei successivi anni, anche dei suoi soggetti che non fu mai capace di trasformare in storie di Tex.

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<span style="color:red;">37 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Si esatto stavo pure su Tex Willer online

 

Me lo ricordo perché mi era rimasto impresso il termine (per altro inesistente, o forse dialettale?) "epitecchi".

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Sergio non scriveva Tex, ma scriveva belle storie. Io le rileggo volentieri. certo, Tex lo si riconosce appena, ma raramente mi annoia. E cmq uno che ha scritto El Muerto merita rispetto. Quella veramente ma veramente noiosa è quella interminabile con Letteri.

Mamma mia che polpettone inutile.

Ma si sa, doveva murare il buco Nizziano in piena crisi.

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