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TWF - Tex Willer Forum

Claudio Nizzi necessita di una rivalutazione?


valerio
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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Texan dice:

Tex persegue su una linea di giustizia ormai disarticolata dal Bene. Non è più un Buono, non un Cavaliere, ma un Punitore. Tex va a punire chi sbaglia talvolta con la stessa foga e la stessa cattiveria dei suoi avversari. Può persino risultare antipatico, cosa che in passato non era minimamente possibile.

Ma in base a quale storie dai un giudizio del genere? E' una costruzione mentale tua o è suffragata da storie che hai letto?

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58 minuti fa, paco ordonez dice:

Ma in base a quale storie dai un giudizio del genere? E' una costruzione mentale tua o è suffragata da storie che hai letto?

 

Di Boselli ho letto: Il passato di Carson, Il segno di Yama, Gli invincibili, La grande invasione, Luna insanguinata, Painted desert, I rangers di Lost Valley, Winnipeg e Jethro. Più il romanzo.

Non è molto, ma è bastato per farmi un'opinione. Può darsi che strada facendo questa opinione si attenui oppure no. Vi terrò informati.

 

 

Modificato da Texan
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  • Sceriffi
<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Texan dice:

Di Boselli ho letto: Il passato di Carson, Il segno di Yama, Gli invincibili, La grande invasione, Luna insanguinata, Painted desert, I rangers di Lost Valley, Winnipeg e Jethro. Più il romanzo.

 

Davvero tu in queste storie ci vedi un West come "storia demitizzata in cui si procede per vendette e giustizie sommarie", dove "Tex persegue su una linea di giustizia ormai disarticolata dal Bene. Non è più un Buono, non un Cavaliere, ma un Punitore. Tex va a punire chi sbaglia talvolta con la stessa foga e la stessa cattiveria dei suoi avversari"?

Faccio davvero fatica a capire come un giudizio del genere possa nascere dalla lettura di una storia come quella di Yama, che ha un impianto puramente glbonelliano. O di Luna insanguinata, chiaramente ispirato a Sentieri Selvaggi... O dalla storia di Mano Cattiva (che, tra l'altro, se non ricordo male non hai nemmeno finito di leggere). Onestamente, mi sembra un po' poco per dare giudizi così perentori e categorici.

  • +1 1
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<span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Texan dice:

 

Di Boselli ho letto: Il passato di Carson, Il segno di Yama, Gli invincibili, La grande invasione, Luna insanguinata, Painted desert, I rangers di Lost Valley, Winnipeg e Jethro. Più il romanzo.

Non è molto, ma è bastato per farmi un'opinione. Può darsi che strada facendo questa opinione si attenui oppure no. Vi terrò informati.

 

 

Se rileggi con più attenzione "I rangers di Lost Valley" ti accorgerei che il modo in cui Tex tratta gli indiani non ha niente a che fare con la deriva che ti sei costruito.

Se rileggi con più attenzione "Winnipeg" vedrai che Tex, addirittura, perdona Kid Rodelo.

Se poi leggi "Il ragazzo rapito" vedrai come nel finale Tex grazi il killer.

Se leggi "El Supremo" vedrai come Tex dia modo a uno dei soldati corrotti da El Supremo di redimersi. 

 

Insomma, ancora una volta io mi chiedo le tue elucubrazioni politiche/ideologiche su Tex che basi concrete (cioè: storie di Tex) abbiano.

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Per quello che ne capisco io di Tex è che lui starebbe benissimo nella riserva

a fare cose normalissime in santa pace. Il comando, gli amici in difficoltà, la

Pinkerton o rivolte di altre tribù lo costringono ad agire. Non per via della

"patacca"o del dovere, ma per il suo innato senso della giustizia che

non può non assecondare.

Non ha bisogno di regole o di verificare se quello che fa sia legale o meno,

perché le sue azioni sono sempre giuste: merito dei tanti anni di attività

del suo particolare passato e del suo… essere Tex Willer!

Che voto ho preso?

 

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11 ore fa, Texan dice:

 

Di Boselli ho letto: Il passato di Carson, Il segno di Yama, Gli invincibili, La grande invasione, Luna insanguinata, Painted desert, I rangers di Lost Valley, Winnipeg e Jethro. Più il romanzo.

Non è molto, ma è bastato per farmi un'opinione. Può darsi che strada facendo questa opinione si attenui oppure no. Vi terrò informati.

 

 

Non è comunque una scelta equilibrata e non c'è nessuna delle storie da me consigliate. Ma anche in queste non  vedo tutta quella ideologia tarantiniana che ci vedi tu. Ti sembra che Il Passato di Carson sia nichilista???

 

Aggiungo che in tuo post mi citi facendomi dire che Tex è incacchiato... Non ricordo di averlo mai detto. In quale contesto? Tra l'altro non corrisponde a quel che penso di Tex. Ricordo che mi faceva irritare il Tex di Nolitta quando perdeva zagorianamente il controllo...

 

Magari si incacchia pure, di tanto in tanto, ma io ai disegnatori lo descrivo sempre così, nel momento del dramma: Calmo, severo ma sereno e tranquillo, padrone di sé. 

Modificato da borden
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In una sua intervista (forse in Tex secondo Nizzi), Nizzi spiegò che storie dalla trama più poliziesca gli vennero chieste dalla casa editrice, per aggiungere nuove sfaccettature alla serie e perché, certamente, erano nelle sue corde di scrittore di gialli. A me non dispiacevano, francamente. Per il resto, il calo di rendimento di Nizzi è stato evidente dopo il numero 500, ma sino a quel momento aveva scritto storie egregie, talvolta memorabili.

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<span style="color:red;">35 minuti fa</span>, Athabaska dice:

 Per il resto, il calo di rendimento di Nizzi è stato evidente dopo il numero 500, ma sino a quel momento aveva scritto storie egregie, talvolta memorabili.

A me sembra che prendere in blocco la produzione di Claudio Nizzi, come se questa fosse un blocco monolitico senza sfaccettature e fasi diverse al suo interno, sia un grosso errore - e a fare così si sbaglia per tutti gli scrittori, o anche artisti, che hanno avuto una carriera lunga: in campo texiano abbiamo il caso di GL Bonelli.

Il Nizzi della fascia 300-400 è una cosa, quello della 400-500 un'altra, e quello del post 500 un'altra ancora: semplificando, si potrebbe dividere la produzione di Nizzi su Tex in tre fasi, che certo tra loro hanno molti punti in contatto (ovvio, dato che parliamo dello stesso scrittore) ma anche profonde differenze, innanzitutto di ordine qualitativo.

Si può rivalutare tutto, in blocco? Per me no. Nel post 500 Nizzi alcune belle storie secondo me le ha scritte, ma il giudizio globale su quella parte della sua produzione texiana non può che essere, a mio avviso, sostanzialmente negativa. Ovviamente, dal mio punto di vista, il giudizio negativo sulla sua ultima fase non toglie nulla alla bellezza e all'importanza della sua prima fase.

Insomma, per me non c'è nulla da svalutare o rivalutare: la produzione texiana di Nizzi parla da sola. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

Non è comunque una scelta equilibrata e non c'è nessuna delle storie da me consigliate. Ma anche in queste non  vedo tutta quella ideologia tarantiniana che ci vedi tu. Ti sembra che Il Passato di Carson sia nichilista???

 

Aggiungo che in tuo post mi citi facendomi dire che Tex è incacchiato... Non ricordo di averlo mai detto. In quale contesto? Tra l'altro non corrisponde a quel che penso di Tex. Ricordo che mi faceva irritare il Tex di Nolitta quando perdeva zagorianamente il controllo...

 

Magari si incacchia pure, di tanto in tanto, ma io ai disegnatori lo descrivo sempre così, nel momento del dramma: Calmo, severo ma sereno e tranquillo, padrone di sé. 

 

Lessi il Passato di Carson nel 1996-97 e mi piacque molto. Allora recuperai tutti i Tex del mio periodo mancante (1989-95) e il giudizio fu tutto sommato positivo con qualche eccezione (Gli Invincibili, per quella posizione anti-Massimiliano mi diede fastidio).

Poi smisi di comprare Tex per fattori che esulavano dal mio giudizio sul fumetto. Negli anni duemila non lessi nulla ma mi dispiacque vedere Tex, sui giornali, più volte associato a politici di sinistra, da Cofferati a Di Pietro. Mi sembrò che la casa editrice si stesse spostando e che anche il pubblico dei lettori fosse piuttosto diverso da quello fondamentalmente apolitico o tendenzialmente conservatore con cui mi identificavo io.

Negli ultimi anni ho ritrovato la voglia di leggere fumetti e ho ripreso in mano il Tex. L'impatto è stato difficile per varie ragioni.

 

1) Troppi autori si dedicavano al Tex, nei testi come nei disegni. E pochi di questi risultavano di mio gradimento.

2) Lo stile narrativo del fumetto mi sembrava cambiato. A volte i personaggi sembravano parlare un linguaggio diverso da quello che ricordavo e anche i connotati del West mi apparivano diversi, più crudi e disincantati.

3) Anche Tex l'ho trovato diverso. Ho fatto l'accostamento al Punitore, perché mi è sembrato aver acquistato dei tratti di un supereroe americano o comunque di un protagonista piuttosto rude e violento di contemporanei film d'azione.

 

Nel complesso, mi è sembrato che Tex si fosse spostato. A sinistra, verso il politicamente corretto, tra buonismo e cattivismo, che riflettesse in qualche modo un'epoca dominata dal disincanto, dalla rabbia e dalla crudeltà. Sono "impressioni" e vanno giudicate come tali. Non mi sono ripromesso di fare un'analisi puntigliosa dei testi. Il mio è solo il punto di vista di un texiano di antica data che si è trovato dinanzi un fumetto molto diverso da come lo ricordava.

 

Adesso io sto facendo lo sforzo di adattarmi al nuovo corso, ma è appunto uno sforzo, un impegno. Il contrario di quello che per me era leggere Tex tanti anni fa, ovvero disimpegno e identificazione immediata. Ora c'è una distanza che spero possa venire, se non annullata, almeno ridotta.

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<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, Texan dice:

 

3) Anche Tex l'ho trovato diverso. Ho fatto l'accostamento al Punitore, perché mi è sembrato aver acquistato dei tratti di un supereroe americano o comunque di un protagonista piuttosto rude e violento di contemporanei film d'azione.

 

 

 

Al di là del fatto che Tex non è mai stato un tenero agnellino, ti ho già elencato qualche storia che degli ultimi anni che smentisce questa impressione. Te le ripeto perché forse il messaggio precedente non l'hai letto: "Winnipeg", "Il ragazzo rapito", "El Supremo", "I rangers di Lost Valley".

Ne aggiungo qualche altra: "Sfida alla vecchia missione", storia breve di Ruju, dove Tex dà prova di magnanimità col capo degli indiani (prima salvandogli la vita, poi riportandogli la donna amata).

"Le catene della colpa", una delle più belle e drammatiche storie di Ruju, in cui Tex capisce che il frate, ex bandito sanguinario, è davvero cambiato.

La stessa cosa, sostanzialmente, avviene nell'ultimo Maxi di Ruju e Cossu col giovane bandito.

 

Insomma, questa è ricognizione sommaria in cui sono presenti tutti o quasi gli attuali sceneggiatori di Tex. Storie alla mano, l'idea di un Tex più violento del solito o addirittura rabbioso, è sbagliata. Basta leggere le storie. 

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  • Sceriffi

Tornando in topic, sono andato a rileggermi qualche storia dell'ultimo Nizzi, stimolato proprio da questa discussione, per capire se a distanza di anni le impressioni che avevo avuto alla prima lettura fossero confermate. Ho scelto a caso (ricordando davvero poco delle storie del Nizzi post 500: lette una sola volta appena uscite e presto dimenticate, essendo ancora lontano dalle discussioni sui forum): mi sono riletto "Monctezuma" e "Soldi sporchi".

Le sceneggiature evidenziano tutti i difetti dell'ultimo periodo di Nizzi su Tex. Quello che scrive è evidentemente un autore stanco, completamente privo di idee, svogliato. Le scelte narrative sono tutte all'insegna dell'ovvietà : non c'è mai nessun guizzo, Nizzi sceglie sempre la via più banale e scontata per arrivare dove vuole. Un piccolo elenco di difetti che ho ritrovato in queste storie:

 

- le sparatorie sono spesso prive di mordente: tipicamente gli avversari hanno invariabilmente una mira da oratorio e Tex non fa nessuna fatica a evitare le loro pallottole e impiombarli;

 

- gli origlioni: ci sono ben due origliate nella sola "Soldi sporchi" - come ho già scritto in precedenza, è una scelta narrativa abusata, semplicistica ed estremamente irritante;

 

- gli spiegoni: pagine e pagine in cui Nizzi sente il dovere di spiegare e rispiegare quello che è successo o quello che succederà, per bocca o tramite i pensieri dei suoi personaggi; non ne consegue altro che noia e pesantezza. "Soldi sporchi" è davvero l'apoteosi degli spiegoni (rileggere per credere);

 

- la piccionaggine di Tex: in "Monctezuma" Tex cade vittima di una banalissima imboscata (che dimostra l'estrema povertà di idee dello sceneggiatore: vuole che Tex sia prigioniero, e lo fa cadere in un tranello del tutto inverosimile). In "Soldi sporchi" Tex abbandona a se stesso un avversario a cui ha appena estorto una confessione a suon di sberle, per inseguire altri due complici in fuga, pensando che al suo ritorno lo ritroverà lì tranquillo ad aspettarlo! Non si premura nemmeno di legarlo! Un personaggio lontanissimo dal ranger astuto, sempre all'erta, che non sbaglia mai una mossa;

 

- Carson ridotto all'ombra di se stesso, capace solo di pensare a birre fresche, senza un minimo di intraprendenza. Altri pards del tutto assenti.

 

Questi sono alcuni dei difetti tipici delle storie di Nizzi di quel periodo. Difetti prevalentemente di sceneggiatura, perché i suoi soggetti, se sviluppati meglio, avrebbero potuto anche dare soddisfazioni. Tutto questo lasciando poi perdere i buchi narrativi. Insomma, dopo questa rilettura non sento davvero il bisogno di rivalutare il Nizzi post 500.

 
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<span style="color:red;">26 minuti fa</span>, Texan dice:

 

Lessi il Passato di Carson nel 1996-97 e mi piacque molto. Allora recuperai tutti i Tex del mio periodo mancante (1989-95) e il giudizio fu tutto sommato positivo con qualche eccezione (Gli Invincibili, per quella posizione anti-Massimiliano mi diede fastidio).

Poi smisi di comprare Tex per fattori che esulavano dal mio giudizio sul fumetto. Negli anni duemila non lessi nulla ma mi dispiacque vedere Tex, sui giornali, più volte associato a politici di sinistra, da Cofferati a Di Pietro. Mi sembrò che la casa editrice si stesse spostando e che anche il pubblico dei lettori fosse piuttosto diverso da quello fondamentalmente apolitico o tendenzialmente conservatore con cui mi identificavo io.

Negli ultimi anni ho ritrovato la voglia di leggere fumetti e ho ripreso in mano il Tex. L'impatto è stato difficile per varie ragioni.

 

1) Troppi autori si dedicavano al Tex, nei testi come nei disegni. E pochi di questi risultavano di mio gradimento.

2) Lo stile narrativo del fumetto mi sembrava cambiato. A volte i personaggi sembravano parlare un linguaggio diverso da quello che ricordavo e anche i connotati del West mi apparivano diversi, più crudi e disincantati.

3) Anche Tex l'ho trovato diverso. Ho fatto l'accostamento al Punitore, perché mi è sembrato aver acquistato dei tratti di un supereroe americano o comunque di un protagonista piuttosto rude e violento di contemporanei film d'azione.

 

Nel complesso, mi è sembrato che Tex si fosse spostato. A sinistra, verso il politicamente corretto, tra buonismo e cattivismo, che riflettesse in qualche modo un'epoca dominata dal disincanto, dalla rabbia e dalla crudeltà. Sono "impressioni" e vanno giudicate come tali. Non mi sono ripromesso di fare un'analisi puntigliosa dei testi. Il mio è solo il punto di vista di un texiano di antica data che si è trovato dinanzi un fumetto molto diverso da come lo ricordava.

 

Adesso io sto facendo lo sforzo di adattarmi al nuovo corso, ma è appunto uno sforzo, un impegno. Il contrario di quello che per me era leggere Tex tanti anni fa, ovvero disimpegno e identificazione immediata. Ora c'è una distanza che spero possa venire, se non annullata, almeno ridotta.

Mi sembra e mi sembra e mi è sembrato. Come tu stesso riconosci sono solo impressioni, ma una discussione non si può basare su questo. Allora sarebbero chiacchiere da bar e il Milan e l'Inter e chissenefrega. :lol:n un bar va bene, non in un forum dove discuti con me che a Tex ci lavoro e con altri appassionati. Qui bisogna portare argomenti concreti, se vuoi che la discussione progredisca, come ti chiedo da un po'. Altrimenti la faccenda è sterile, la tua sensazione l'abbiamo capita e finisce lì.

 

Ti rendi conto, che, come da un pezzo avevo capito, uno dei tuoi argomenti è che Tex lo legge Cofferati? Ma perdinci! Cofferati lo legge da sempre. Leggeva GL Bonelli! Allora il Tex di GL Bonelli era comunista perché lo leggeva Cofferati? :lol: E sono sicuro che moltissimi di destra leggono Tex, ancora oggi. Arcisicuro perché li conosco. E allora? 

 

Inoltre "Gli Invicincibili" non era antiMassimiliano (premesso che questo sia un buon motivo per non farsi piacere una storia, spero che ce ne siano altri). Tex NON prende mai parte politica in quella storia. I cattivi erano ex- di Massimiliano? E allora? Forse anche la banda degli irlandesi, neppure me lo ricordo. Ma che importa? In una storia d'avventura ci devono essere delle parti in lotta. Ti ho detto che in una mia storia i cattivi sono nordisti abolizionisti... Hai preso atto? Le storie sono AVVENTURE. Sei tu che ci vedi l'ideologia perché ce la vuoi ficcare tu.

 

Detto questo, adesso non pensare che sono aggressivo solo perché non senti il mio tono di voce e sto difendendo  il mio punto. Questa è dialettica.

Se vuoi continuare e approfondire, però, devi prepararti e leggere qualche storia in più e portare esempi concreti, come ti chiedo già da mo'. Altrimenti è inutile rimestare nel pentolone dei pregiudizi e dele sensazioni.

Se lo farai, lieto di approfondire con te e mettermi in discussione davanti a esempi precisi.

 

Altrimenti, inutile ripetere le stesse cose. Mi deluderesti un po'. E finirà lì. E io penserò che è solo questione di gusti e che non c'era niente di concreto.

 

 

 

 

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Per fare da buon contraltare alle due storie citate da pecos, segnalerei invece due altre storie più o meno coeve di Nizzi: "Il villaggio assediato" e "Dieci anni dopo", che mostrano bene come le capacità di sceneggiatura di Nizzi non fossero andate del tutto perdute. Si tratta di due storie non esenti da difetti, ma molto fresche e divertenti, che oltre a regalare diversi bei momenti funzionano molto bene anche nel loro insieme.

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">11 minuti fa</span>, virgin dice:

Per fare da buon contraltare alle due storie citate da pecos, segnalerei invece due altre storie più o meno coeve di Nizzi: "Il villaggio assediato" e "Dieci anni dopo", che mostrano bene come le capacità di sceneggiatura di Nizzi non fossero andate del tutto perdute. Si tratta di due storie non esenti da difetti, ma molto fresche e divertenti, che oltre a regalare diversi bei momenti funzionano molto bene anche nel loro insieme.

 

Rileggerò anche queste! Come detto, ricordo solo vagamente le storie nizziane del periodo, mentre ricordo bene i difetti dell'autore: lo malsopportavo a tal punto da non aver mai avuto voglia di riprendere in mano quelle storie. Ciò non toglie che ci possa essere qualche cosa di buono, meglio non cadere nell'errore di fare di tutta l'erba un fascio... (così come non tutte le storie della fascia 400-500 sono buone storie, ci sono anche qui cose illeggibili - a mio parere - come "Oppio!")

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<span style="color:red;">20 minuti fa</span>, borden dice:

Se lo farai, lieto di approfondire con te e mettermi in discussione davanti a esempi precisi.

 

 

 

 

 

 

Ok.

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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, pecos dice:

Rileggerò anche queste! Come detto, ricordo solo vagamente le storie nizziane del periodo, mentre ricordo bene i difetti dell'autore: lo malsopportavo a tal punto da non aver mai avuto voglia di riprendere in mano quelle storie. Ciò non toglie che ci possa essere qualche cosa di buono, meglio non cadere nell'errore di fare di tutta l'erba un fascio... (così come non tutte le storie della fascia 400-500 sono buone storie, ci sono anche qui cose illeggibili - a mio parere - come "Oppio!")

 

Le due che hai citato tu sono davvero terrificanti: le metto un gradino sotto, in quanto a terrore ingenerato, rispetto a "Attacco alla diligenza" (che in famiglia chiamiamo informalmente "La storia col generale Davis in villeggiatura") e a quella con Ukasi.

 

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<span style="color:red;">59 minuti fa</span>, pecos dice:

Tornando in topic, sono andato a rileggermi qualche storia dell'ultimo Nizzi, stimolato proprio da questa discussione, per capire se a distanza di anni le impressioni che avevo avuto alla prima lettura fossero confermate. Ho scelto a caso (ricordando davvero poco delle storie del Nizzi post 500: lette una sola volta appena uscite e presto dimenticate, essendo ancora lontano dalle discussioni sui forum): mi sono riletto "Monctezuma" e "Soldi sporchi".

Le sceneggiature evidenziano tutti i difetti dell'ultimo periodo di Nizzi su Tex. Quello che scrive è evidentemente un autore stanco, completamente privo di idee, svogliato. Le scelte narrative sono tutte all'insegna dell'ovvietà : non c'è mai nessun guizzo, Nizzi sceglie sempre la via più banale e scontata per arrivare dove vuole. Un piccolo elenco di difetti che ho ritrovato in queste storie:

 

- le sparatorie sono spesso prive di mordente: tipicamente gli avversari hanno invariabilmente una mira da oratorio e Tex non fa nessuna fatica a evitare le loro pallottole e impiombarli;

 

- gli origlioni: ci sono ben due origliate nella sola "Soldi sporchi" - come ho già scritto in precedenza, è una scelta narrativa abusata, semplicistica ed estremamente irritante;

 

- gli spiegoni: pagine e pagine in cui Nizzi sente il dovere di spiegare e rispiegare quello che è successo o quello che succederà, per bocca o tramite i pensieri dei suoi personaggi; non ne consegue altro che noia e pesantezza. "Soldi sporchi" è davvero l'apoteosi degli spiegoni (rileggere per credere);

 

- la piccionaggine di Tex: in "Monctezuma" Tex cade vittima di una banalissima imboscata (che dimostra l'estrema povertà di idee dello sceneggiatore: vuole che Tex sia prigioniero, e lo fa cadere in un tranello del tutto inverosimile). In "Soldi sporchi" Tex abbandona a se stesso un avversario a cui ha appena estorto una confessione a suon di sberle, per inseguire altri due complici in fuga, pensando che al suo ritorno lo ritroverà lì tranquillo ad aspettarlo! Non si premura nemmeno di legarlo! Un personaggio lontanissimo dal ranger astuto, sempre all'erta, che non sbaglia mai una mossa;

 

- Carson ridotto all'ombra di se stesso, capace solo di pensare a birre fresche, senza un minimo di intraprendenza. Altri pards del tutto assenti.

 

Questi sono alcuni dei difetti tipici delle storie di Nizzi di quel periodo. Difetti prevalentemente di sceneggiatura, perché i suoi soggetti, se sviluppati meglio, avrebbero potuto anche dare soddisfazioni. Tutto questo lasciando poi perdere i buchi narrativi. Insomma, dopo questa rilettura non sento davvero il bisogno di rivalutare il Nizzi post 500.

 

Beh, ti sei scelto la peggiore, che è Monctezuma.....magari rileggiti qualcuna delle altre...per dire, ieri ho letto Ritorno a Culver City e mi è piaciuta molto.

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, valerio dice:

Beh, ti sei scelto la peggiore, che è Monctezuma.....magari rileggiti qualcuna delle altre...per dire, ieri ho letto Ritorno a Culver City e mi è piaciuta molto.

 

Ne ho scelte due, a caso. Come detto, non ricordavo le storie in particolare, ma ricordavo - bene - i difetti di Nizzi.

Per riprendermi, sto rileggendo quella grande storia che è "I predatori del Grande Nord" (dove c'è un grande Nizzi).

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<span style="color:red;">43 minuti fa</span>, pecos dice:

 

Ne ho scelte due, a caso. Come detto, non ricordavo le storie in particolare, ma ricordavo - bene - i difetti di Nizzi.

Per riprendermi, sto rileggendo quella grande storia che è "I predatori del Grande Nord" (dove c'è un grande Nizzi).

Certo, beh li siamo nei "300"...quella è una gran storia e nei 300 si va quasi sul sicuro. Però c'è qualcosa anche nei "500"...anche Puerta del Diablo per dire...

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<span style="color:red;">23 ore fa</span>, valerio dice:

per dire, ieri ho letto Ritorno a Culver City e mi è piaciuta molto.

 

Anche per me questa è una bella storia: soprattutto per il primo albo, emozionante nella prima metà con Tex che torna al suo ranch e fa visita alla tomba dei genitori.

Però, forse, se rimaniamo nel tema "rispetto del personaggio Tex", il modo in cui il Nostro si fa incarcerare è inaccettabile, anche perché Tex sa bene che lo sceriffo è corrotto (insomma, uno come Tex Willer doveva opporre ben altra resistenza); che dire poi del lungo soggiorno in galera senza far altro che aspettare che gli altri pards vengano a tirare lui e Kit dai guai?

Se questo avviene in una storia bella, io personalmente lo accetto pure: ma poi scene di questo tipo nel Nizzi post 500 divennero la norma. In quasi tutte le sue storie post 500 in qualche modo Tex viene incarcerato o fatto prigioniero, facendoci spesso la figura del fesso e dell'arrendevole (Puerta del Diablo, La sentinella, Monctezuma, Il lungo viaggio, Kiowas, solo per citarne alcune). Addirittura, in un trionfo di parossismo, in storie come "Fratello bianco" Tex viene, in due momenti diversi della storia, prima fatto prigioniero e poi incarcerato (in quella storia a Carson succede tre volte). Le botte in testa e gli slacciamenti di cinturone si sprecano. Il Texone di Alessandrini, onestamente, per me è uno dei punti più bassi mai raggiunti in tutta la saga. 

Ecco, io un Nizzi del genere non lo voglio più vedere: e per questo la notizia del suo ritorno mi lascia un po' interdetto. La speranza è che Boselli tenga fede anche con Nizzi alla sua fama di curatore severo. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, paco ordonez dice:

 

 

Ecco, io un Nizzi del genere non lo voglio più vedere: e per questo la notizia del suo ritorno mi lascia un po' interdetto. La speranza è che Boselli tenga fede anche con Nizzi alla sua fama di curatore severo. 

Non vedo perché non dovrebbe esserlo così come con tutti.

Piuttosto mi chiedo se una eventuale nuova storia di Nizzi avrebbe qualcosa da aggiungere rispetto a quanto già visto nelle sua enorme produzione, oltre a far contenti i suoi estimatori e rinnovare le critiche dei detrattori:huh:

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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, Red Arrow dice:

Non vedo perché non dovrebbe esserlo così come con tutti.

Piuttosto mi chiedo se una eventuale nuova storia di Nizzi avrebbe qualcosa da aggiungere rispetto a quanto già visto nelle sua enorme produzione, oltre a far contenti i suoi estimatori e rinnovare le critiche dei detrattori:huh:

Secondo me un Boselli che cassi eventuali slacciamenti di cinturoni gratuiti, o buchi di sceneggiatura (la spiegazione del trucco dello stregone nel finale del ritorno di Cane Giallo è davvero roba improponibile), o insomma atteggiamenti anti texiani, potrebbe ben giustificare il ritorno di Nizzi.

Comunque la mia paura è che, per tutta una serie di motivi (il principale: Nizzi è un pezzo fondamentale della storia di Tex), essere un curatore severo di Nizzi non sia cosa semplice; che, insomma, si passi sopra eventuali slacciamenti di cinturoni e cose del genere. Ma certo, parlarne ora è prematuro e inutile. 

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On 19 aprile 2017 at 11:54, Texan dice:

 

Ok.

Leggi anche LA LUNGA PISTA, INTRIGO NEL KLONDIKE, IL DIADEMA INDIANO. Sono abbastanza gbonelliane, credo. 

Modificato da borden
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Beh, chiaramente bisogna vedere che Nizzi abbiamo oggi....

Se è fresco e con idee ben venga, nessuno conosce Tex come lui e nessuno ha la sua esperienza con il Ranger. Poi comunque Borden potrà sempre far presente eventuali problemi di sceneggiatura credo...anche se si tratta di un autore che ha fatto la storia di Tex.

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, borden dice:

Leggi anche LA LUNGA PISTA, INTRIGO NEL KLONDIKE, IL DIADEMA INDIANO. Sono abbastanza gbonelliane, credo. 

 

Ho appena letto "Salt River" e ho scritto pure una recensione... :)

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