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[Maxi Tex N. 21] Nueces Valley


natural killer
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maxi21.jpg

 

La leggenda di un grande cercatore di piste…

MAXI TEX

 21

Periodicità: annuale

NUECES VALLEY

uscita: 06/10/2017

Soggetto: Mauro Boselli

Sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Pasquale Del Vecchio

Copertina: Claudio Villa


La storia di come Jim Bridger, il famoso mountain man, entrò nella vita di Tex ancor prima della sua nascita, e di come le loro esistenze si intrecciarono negli anni a venire. È anche la storia dei pionieri del Nueces, che popolarono una valle selvaggia del Texas, dove scorrazzavano Comanche e desperados. La storia di Ken e Mae Willer, di Jim Baker, Gunny Bill, del Maggiore Leavitt e di giovani coraggiosi come Hutch, Rod Vergil e "Damned" Dick... senza dimenticare i due fratelli Tex e Sam Willer!

 

http://www.sergiobonelli.it/tex/2017/08/30/albo/nueces-valley-1001681/

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Il cambio di grafica, che è la stessa che abbiamo visto per i Maxi Zagor del 2017, coincide con quello che dovrebbe essere un cambiamento di rotta nel futuro dei Maxi.
La collana, partita con la caratteristica di presentare sceneggiature realizzate da autori extra come Berardi e Segura, dopo alcuni numeri di ottima fattura ha registrato un calo qualitativo  finendo per ospitare disegnatori poco graditi a molti lettori. Assistiamo ora a un rilancio del Maxi che promette una storia appassionante del passato di Tex disegnata da un Pasquale Del Vecchio particolarmente ispirato, almeno a giudicare dalle tavole presentate in anteprima.
Personalmente apprezzo anche l'apparente semplicità della copertina, dove i personaggi non sono schiacciati da un eccessivo ingombro dello sfondo, che al pari di quelle di Magazine e Color consente una immediata distinzione dalle cover della serie regolare. Stavolta si rinuncia anche al richiamo della camicia gialla, confidando sull'impatto garantito dal logo cubitale oltre al fatto che la maggior parte degli edicolanti lo esporranno a fianco delle altre pubblicazioni texiane.
Albo indubbiamente da non perdere.

 

Colorazione originale di Villa

 

21366710.jpg

Claudio Villa è un artista, il copertinista è un grafico.
Le esigenze sono differenti, però il disegno originale è armonico, la copertina no...
Temo che la scelta di modificare lo sfondo sia stata dettata dall'esigenza di far risaltare la nuova grafica della testata che, con fascia rossa logo giallo e scritte bianche non lascia molta scelta alla gamma di colori utilizzabili, con buona pace di chi, come me, privilegia il disegno.
Teniamo pazienza [,]

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Da anni sognavo una storia che raccontasse di un giovane Tex, di suo fratello, di Gunny Bill e del padre. 

Finalmente sono stato accontentato anche se mi aspettavo di vedere Tex e Sam un poco più adulti. Finalmente è ricomparsa la camicia rossa in copertina e già questo è qualcosa di speciale.

Probabilmente a molti questa storia farà storcere il naso; non è la classica storia di Tex, ma si tratta della narrazione di una parte del suo mondo e della sua formazione. Si tratta di un volume veramente speciale non solo per il formato, ma soprattutto per il contenuto.

Un nuovo centro per Boselli che merita un bel 9 in pagella, così come lo strepitoso Del Vecchio ai disegni. 

La nuova grafica non mi colpisce per niente; pochissimo spazio per un titolo scritto in maniera veramente anonima.

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Sulla copertina e sulla grafica ho già scritto.

Veniamo al contenuto.

Bellissima l'introduzione scritta da Boselli e corredata dagli studi di Del Vecchio che inquadra la situazione storica, argomenta la fiolosofia di recuperare il passato di Tex e presenta una vera leggenda del west come Jim Bridger che in questa epica storia incrocerà più volte la strada di Tex.

E passiamo alla storia che parte dal 1838 con Tex ancora in gestazione. E la gravidanza di Mae Willer sarà portata a termine solo grazie al provvidenziale intervento di Bridger come Tex ha modo di raccontare ai pards seduti intorno al classico fuoco del bivacco.

Il secondo intervento di Bridger undici anni dopo, chiamato da Gunny Bill, consente a Tex, ancora ragazzino, di vivere la sua prima avventura con battesimo del fuoco per difendere la mandria dai razziatori.

E qualche anno più avanti Tex, dopo che in compagnia di Rod, Hutch e Dick conduce una mandria dal Texas alla California e arriva a Frisco, incontra ancora, per l'ultima volta, Jim Bridger che lo aiuterà a venir fuori da una situazione oltremodo pericolosa.

Nelle ultime cinquanta tavole, finito il tempo dei ricordi, l'azione torna in presa diretta e Tex, con i suoi pards, avrà modo di ricambiare il favore a un invecchiato Bridger, su richiesta di, indovinate chi... un inaspettato generale Davis (che torna in una storia di Tex contestualmente al ritorno ai testi del ranger del suo creatore Nizzi) e lo farà naturalmente da par suo.

Disegni di Pasquale Del Vecchio a dir poco eccezionali per un albo destinato a diventare un caposaldo della saga texiana.

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Meravigliosa.

Mi sono commossa.

 

La conquista del west: pionieri, apripista, carovane e relativi attacchi indiani, mandrie, città che nascono, scazzottate e marinai senza scrupoli.

 

La formazione dell' eroe: Tex esce dal fumetto e diventa realtà.  Conosciamo i sogni dei genitori e le traversie per raggiungere la terra promessa. 

Infanzia con la morte della madre e la crescita con soli uomini. Adolescenza con il primo viaggio attraverso il west, la mandria, gli scontri e la scoperta della "fiesta da ballo", (l' unica volta che Tex ad una scazzottata fa da spettatore!) Autonomia con gli amici, le nuove responsabilità e la nascita del leader.

 

I riferimenti: un angelo veglia su Tex, un eroe veramente vissuto che rende Tex un personaggio reale, non solo di fantasia.

Un omaggio a Bonelli e Galep quando Tex, rimproverato, risponde come suo figlio risponderà a lui ("ho mirato alla piuma"- "Piccolo Falco non sbaglia, ho mirato al cappello") e uno a Ford con Ken che parla alla moglie sulla sua tomba.

 

 

Le analogie sentimentali: Tex e Kit entrambi orfani di madre cresciuti tra soli uomini, ma Tex ha dei ricordi.

Il padre non si risposò più e altrettanto farà Tex.

Gunny affianca Ken nella crescita dei figli come Tiger ha affiancato Tex nel crescere Piccolo Falco.

 

La pagina finale; subito non la ho capita, ma poi l' ho collegata all'ultima frase di Tex: "mamma e papà, i tuoi nonni". Intrepidi pionieri che cresceranno un figlio "coraggioso, forte e selvaggio..come la frontiera!"  Grazie Ken e Mae per il figlio che ci avete dato!

 

 

Boselli : Grazie, un altro capolavoro! Una saga del west. Una perfetta fusione tra il passato e il presente che colma i vuoti lasciati da Bonelli.

Del Vecchio: Grazie anche a te, tutto sembra reale.

 

  • +1 2
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Finito ora di leggerla. Ne sono rimasto catturato. Commosso e emozionato. Sognavo da tempi una storia del genere. Un'opera magistrale di Boselli e Del Vecchio. Un capolavoro! E non solo, un preludio, se ho inteso bene, che annuncia altre storie del passato. Leggendo Nueces Valley si ha l'impressione di essere di fronte ad un caposaldo della saga. Finalmente è stato riempito un grande vuoto, nel passato di Tex. Infine, vedo che Carson e Bridger già si erano incontrati. Magari, ne vedremo qualche avventura?

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Bellissimo Maxi! E aggiungo, finalmente!
Solitamente mi intrigano tutte le storie ambientate nel passato e che svelano un pezzetto di vita, giovanile o no, vissuta dal protagonista. Se poi la stessa è anche avvincente come questa, un minuto di applausi.
Sembra di leggere una storia di GLB, scritta con i suoi tempi e con il suo linguaggio.
Perfetta costruzione della famiglia del futuro ranger il cui padre non poteva non essere così carismatico. Il fratello mantiene il carattere già delineato dal suo creatore. Giusto, invece, non svelare di più sulla mamma se non quello che si vede o si intuisce.
Mi è piaciuto, inoltre, il riferimento a Davis, personaggio, ricordiamolo, creato da Nizzi.
Se può servire, esorto Boselli a regalarci qualche altra perla come questa e come l'ultimo Texone, che riempiano i numerosi buchi della vita di Tex. Mi aspetto, tra l'altro, forse nella collana Magazine, un approfondimento dell'avventura vissuta con Carson, appena accennata da Bridger.
Molto azzeccati i disegni di Del Vecchio raffiguranti Tex giovane e famiglia. Mi piace un po' meno quando raffigura il Tex attuale, mentre sono sempre ottimi gli altri tre padre.
Voto alla storia: 8,8
Voto ai disegni: 8,5

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Personalmente mi è piaciuto. Per alcuni aspetti come i personaggi protagonisti nella prima parte è un'avventura atipica di Tex, ma allo stesso tempo è nei canoni per ambientazione e ritmo del racconto. Forse non conosco a fondo Tex come altri qui presenti e temo che questo non mi faccia apprezzare al massimo la storia (intendo dire che credo di non cogliere tutti i riferimenti, anche se naturalmente è pur sempre la giovinezza di Tex).

 

I disegni sono ottimi. Forse manca un po' di dinamicità nelle scene d'azione.

 

Strano ma vero, ho trovato la prima copertina di Villa che non mi piace. Credo sia dovuto ai molti personaggi presenti che non interagiscono fra loro o con l'ambiente e uno sfondo abbastanza povero. Perde un po' nel passaggio da disegno a copertina vera e propria, ma anche il primo non mi entusiasma come invece, ad esempio, la copertina del numero di questo mese dello stesso autore. 

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Ottima Storia!

Finalmente si materializzano i genitori di Tex , curiosità nata con la lettura molti anni fa de " Il passato di Tex" . Perfetto l'utilizzo di una leggenda come Jim Bridger quale "Virgilio" di Tex alle prime armi . Bellissimi e classici i disegni di Del Vecchio, avrei preferito qualche vignettone in più , a rendere più epici alcuni passaggi, ma va bene anche così.

Ho notato che Del Vecchio e Andreucci (ne il Vendicatore) hanno rappresentato il "ranch" dei Willer allo stesso modo, sia all'esterno che all'interno,  penso che il curatore abbia avuto in questo un ruolo fondamentale, o mi sbaglio ? 

Da quando Boselli è il curatore noto una maggiore continuità ed omogeneità nella rappresentazione sia dei personaggi , sia  degli ambienti in cui si muovono, da parte di tutti i Disegnatori, dando maggior coerenza e continuità al mondo "Texiano" , come del resto, mi sembra apprezzato da tutti, è stato il differenziare  fisicamente e nell'abbigliamento il "Tex" giovane da quello attuale. Bella anche la "citazione" del gen.Davis manifestazione di una ritrovata continuità anche con il "Tex" di Nizzi.

Continuate così.:D

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Semplicemente, grande storia!

Non voglio ripetere i dettagli così ben scritti dai pards che mi hanno preceduto. In quel "grande" c'è tutta l'ammirazione per la sceneggiatura ed i disegni.

Qualcuno, tempo fa', mi aveva considerato un ottimista quando avevo espresso le impressioni di un cambio di rotta nel Maxi. Questo album sembra fatto apposta per rinnovare quella mia previsione.

Complimenti a Mauro per il lavoro svolto, per le precisazioni all'inizio della storia e per il rinnovamento dopo quasi 70 anni di vita editoriale del nostro Tex.

Modificato da francob
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Che dire?

Ottima storia, ottimi disegni, e buona copertina.

Buona?

Solo buona?

Sì.

Non vi sembra che Villa, in assoluto per me il migliore nei disegni, abbia esagerato con le gambe corte?

 

TexMaxi21.thumb.png.ef70f914a6ce8863865d55d464e086d5.png

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Aggiungo che questa bellissima, avvincente, epica storia, ha anche un altro pregio, assolutamente unico nella saga texiana: quello di porre, una volta per tutte e in modo esplicito, una data di nascita di Tex. Il maggio del 1838. Ne deriva che, il "presente narrativo" della saga, si pone circa nel 1883, quando Tex ha 45 anni. Ciò spiega anche l'osservazione di Tex, quando dice che Bridger "va per gli ottanta". Del tutto coerente con il Bridger storico, nato nel 1804 (morto qualche anno prima, però, nel 1881. Ma qualche licenza, si può pure capire!). Il personaggio di Bridger, tra l'altro, viene collocato storicamente in maniera molto più corretta da Boselli di D'Antonio ne La storia del West (peraltro, bellissima!). Se qualcuno ha voglia di riprendere i primi albi, si accorgerà che D'Antonio attribuisce Bridger ad una generazione precedente a quella che gli era propria. Anziché presentarlo come quasi coetaneo (con qualche anno in più) di Carson (nato nel 1809) o di Pat MacDonald (nato all'indomani della spedizione di Lewuis e Clark, dunque nel 1806 o nel 1807), lo rappresenta come un coetaneo del padre di Pat.

L'esagerazione finale, di un Bridger che, anziano, fa a cazzotti, avendo addirittura la meglio su molti avversari e, infine, su un ex campione di boxe, non stona, Si inserisce in una vera e propria ballata, una malinconica ode ai tempi eroici che furono, agli eroi di un tempo e al loro spirito indomito. Spirito indomito e tempra adamantina, perfettamente incarnata negli eroi ancora "sulla breccia": Tex, Carson e compagni.

Mauro, con questa opera, hai fornito una vera e propria carta di identità al nostro eroe, una sorta di biografia ufficiale, da cui nessuno potrà più prescindere!

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  • Sceriffi

avviso di SPOILER per chi non ha ancora letto la storia...

 

 

Il maxi Tex di quest'anno è un grande romanzo western. Qui troviamo l'epica della frontiera, l'incontro della Storia con la Leggenda, l'Avventura, tutto racchiuso in un viaggio di 280 pagine attraverso le vallate del giovane Texas. Sembrerebbe quasi di leggere uno dei primissimi episodi della "Storia del West", ma qui, al posto dei MacDonalds, ci sono i Willer! Dalla penna di Boselli e dalla matita di Del Vecchio prendono vita Ken e Mae Willer, lasciati soltanto sfumati da GLB, ed è una stupenda caratterizzazione quella dei due pionieri.

Riguardo alla struttura della storia, è molto bello e riuscito l'espediente per tenere insieme i vari episodi che compongono questo lungo affresco della Frontiera, ovvero la presenza di Jim Bridger, figura eroica di un West mitico che entra in scena anche nel mondo di Tex e lo accompagna in alcuni significativi episodi della sua formazione. Insieme a lui tanti altri personaggi accompagnano il giovane Tex, ed è un piacere rivedere alcuni amici storici - in particolare "Damned" Dick e il mentore Gunny Bill. Ho notato in particolare lo sforzo da parte di Boselli di risolvere tutte le situazioni senza che Tex debba uccidere alcun avversario, per mantenere coerente la storia del personaggio. È un compito assolto benissimo dallo sceneggiatore, e ne risulta che il tono del racconto, in cui le scazzottate prevalgono sulle sparatorie e sui morti ammazzati, è meno violento rispetto al solito e si avvicina a quell'estetica del western "classico" il cui recupero è uno dei punti di forza di questo speciale.

 

Una menzione d'onore è doverosa per i disegni di Del Vecchio, davvero bravo a catapultarci nell'atmosfera della Valle del Nueces. Con il suo stile chiaro e preciso interpreta magistralmente la sceneggiatura. Non è uno di quei disegnatori che si fa notare per uno stile particolare (infatti viene raramente nominato nelle discussioni di confronto tra i vari interpreti grafici del ranger), ma è un vero artigiano che in questo malloppone di pagine non ha proprio sbagliato un colpo!

 

Se devo muovere un appunto, è quello di aver voluto narrare anche questa storia in flashback, con il "solito" espediente di Tex che racconta ai pards davanti al fuoco del bivacco. Questo obbliga lo sceneggiatore a "incorniciare" gli eventi del passato e a creare un collegamento col presente, che risulta però un po' scontato dato che la struttura narrativa è tale e quale a quella della recente "Jethro!" o del ritorno di Lupe: appena tornati nel presente, si è subito capito che la conclusione della storia avrebbe visto Tex correre in aiuto dell'anziano Jim Bridger, allo stesso modo di come correva in aiuto del vecchio compagno Jethro nell'omonima storia. L'ultima parte del maxi risulta per questo un po' scontata; per me è addirittura superflua, sicuramente per il fatto di aver riciclato la stessa struttura narrativa già vista e rivista. Poteva essere benissimo una storia vissuta in "presa diretta", senza incorniciarla dagli eventi del presente texiano.

Ma questo non inficia una storia che entra tra i capisaldi della saga e sale sul podio delle migliori storie apparse sul maxi, seconda solo alle mitiche "Oklahoma" e "Nei territori del Nord Ovest".

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Sottoscrivo tutto quello scritto dai pards prima .

Bravo Borden hai sfornato un racconto che mi ha ricordato GLBonelli. Ottima scelta per i disegni di Del Vecchio.

Bravi ad aver cambiato rotta coi MAXI ........avanti così....

Farete tornar voglia di leggere Tex a tanti vecchi nostalgici...gran plauso....

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MaeWiller.png

 

Avete notato com'è bella Mae?
Nei disegni presenti nella presentazione perché, nella ventina di vignette in cui compare, non le viene resa giustizia.
Se posso, è più bella anche di Lupe, la Lupe delle splendide tavole di Piccinelli e della favolosa copertina di Villa del mio avatar.
Lupe è una bellezza forse più selvaggia e "caliente", ma la dolcezza dei lineamenti della Mae di Del Vecchio, con il suo velo di tristezza negli occhi, sono tutta un'altra cosa.
Mae è di gran lunga più bella di Lupe.
Peccato che sia un "non personaggio", una figura scomoda da eliminare il più presto possibile.
D'accordo, sappiamo tutti che muore quando i figli sono ancora piccoli (sparisce in un battito di ciglia come tutte le donne importanti di Tex; Lilyth insegna), ma le si poteva dedicare uno spazio maggiore.
E qui cosa fa?
Carica il fucile del marito, si fa rapire da un indiano e poi?
Poi muore.
Alla faccia.
Ha messo al mondo Tex e poi un altro figlio, avrà avuto poi una vita intensa di sacrifici, no?
Prendersi cura di marito e due figli in una zona selvaggia come il Nueces, è forse una cosa semplice?
Ma Mauro ha obbedito alla dura legge texiana: le donne e l'avventura non vanno d'accordo.
D'altra parte come dargli torto?
Cosa avrebbe dovuto inventarsi su Mae che non avesse fatto addormentare i lettori?
Lo chiedete a me?
E' lui lo scrittore.
Io sono solo un'imbrattacarte (a proposito, cosa devo fare perché questa mia qualifica possa figurare nei miei commenti e nel mio profilo?).
Peccato, però.
Sarebbero bastate un paio di vignette in più, magari con un dolcissimo primo piano, in cui la si vede portare, senza dire una parola, un bricco di caffè agli uomini seduti intorno a un fuoco del bivacco...

 

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Cara la mia Letizia sei troppo sdolcinata per il Tex d' avventure che conosciamo, come ben sappiamo il buon vecchio GL Bonelli non ne voleva sapere toglievan  vitalità e velocità alla sceneggiatura...rassegnati ... :(:D

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<span style="color:red;">31 minuti fa</span>, AQUILAAZZURRA dice:

Cara la mia Letizia sei troppo sdolcinata per il Tex d' avventure che conosciamo, come ben sappiamo il buon vecchio GL Bonelli non ne voleva sapere toglievan  vitalità e velocità alla sceneggiatura...rassegnati ... :(:D

 

Hai dimenticato di aggiungere: "secondo lui" perché ci sono stati fior di autori prima e dopo di lui che la pensavano e la pensano diversamente, grazie al Cielo. ;)

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L' omaggio a Mae e a tutte le coraggiose donne del west c'è quando Bridger ricordandola dice a Tex. "una gran donna"!

E lei ce lo dimostra quando nell' ultima pagina quando non ha paura di avventurarsi in terre sconosciute con un pancione così, "ti seguirei in capo al mondo", ma si preoccupa del futuro del figlio, dei figli che verranno.

. Una madre, semplicemente un' eroica madre come tutte le madri del mondo, di tutte le epoche e di tutte le latitudini e longitudini.

Non servono atti eroici per essere "una gran donna", o "la madre dell' eroe". 

E' la normalità di chi nella vita fa la sua parte al meglio delle sue possibilità.

Ed è quello che anche Tex  fa: la sua parte al meglio delle sue capacità e competenze.

  • +1 1
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  • Collaboratori

Il migliore dei maxi Tex e una storia che eguaglia quella del passato di Carson, ricca di azione e sentimento, con uno stupendo Jim Bridger, con delle risse che non sono messe lì tanto per, con quegli amici che è sempre un piacere rivedere all'opera, un Borden in forma smagliante che scomoda addirittura il generale Davis, e poi scorrettezza politica à go-go, dalle persone agli stracci che volano fuori dalle finestre... c'è da chiedersi perchè sulla serie regolare si viaggi così, con il freno a mano tirato. Ah poi, i disegni, che assecondano alla grande una grande storia (e che differenza con l'inedito della serie regolare di questo mese!!!).

 

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Hai dimenticato di aggiungere: "secondo lui" perché ci sono stati fior di autori prima e dopo di lui che la pensavano e la pensano diversamente, grazie al Cielo. ;) Carlo Monni

Carlo non volevo essere tassativo, ci mancherebbe ben vengan altre innovazioni e varie eventuali, dicevo così per dire IMO ;)

poi da cotanto esperto Texiano come Te che ho sempre potuto ammirar i tuoi begli interventi nelle varie discussioni...;):):)

saluti e buona giornata a tutti

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<span style="color:red;">22 ore fa</span>, AQUILAAZZURRA dice:

Cara la mia Letizia sei troppo sdolcinata

 

Sdolcinata?
Si vede che mi conosci molto poco.
Ma in fondo me lo merito.
Io vi ho dato dei "giuggioloni" (peccato però che il commento, nel Ritorno di Lupe, sia andato perduto e forse non l'hai letto).
E quindi, per non smentire il mio caratterino, cerco di confonderti ancor più le idee, postando un ulteriore ritratto "fotoscioppato" della dolcissima Mae.
Lo so, non le ho reso giustizia, ma che ci volete fare?
Non sono una pittrice!

E che vuoi che ti dica?

 

<span style="color:red;">20 ore fa</span>, Betta 53 dice:

Una madre, semplicemente un' eroica madre come tutte le madri del mondo, di tutte le epoche e di tutte le latitudini e longitudini.

Non servono atti eroici per essere "una gran donna", o "la madre dell' eroe". 

E' la normalità di chi nella vita fa la sua parte al meglio delle sue possibilità.

Ed è quello che anche Tex  fa: la sua parte al meglio delle sue capacità e competenze.

 

Pur essendo perfettamente d'acordo con quanto dice Betta, Mae è bellissima.

 

MaeWillerColor.jpg

  • Mi piace (+1) 1
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On 9/10/2017 at 16:46, Carlo Monni dice:

 

Hai dimenticato di aggiungere: "secondo lui" perché ci sono stati fior di autori prima e dopo di lui che la pensavano e la pensano diversamente, grazie al Cielo. ;)

 

Concordo pienamente

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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley
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