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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 21] Nueces Valley


natural killer
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

E dopo i tanti elogi che ho fatto nel post precedente, ora qualche critica.

Il difetto principale di Boselli, secondo me, sono i dialoghi troppo lunghi e non sempre necessari, scritti o per paura che il lettore non capisca o per ansia di voler dire tutto (un po’ la sindrome del “secchione”, che a una semplice domanda del prof si sente in dovere di riassumere tutto il libro!).

 

Naturalmente non mi riferisco agli ottimi dialoghi che permettono di mettere in luce il carattere dei personaggi, le sfumature della loro psicologia o il contesto in cui si muovono, che sono fondamentali e interessanti, e anzi fanno spesso la differenza se confrontati con le sceneggiature più “piatte” di altri autori.

Parlo di quei dialoghi che rallentano l’azione e appesantiscono inutilmente la lettura.

 

Un esempio: nello scontro iniziale tra Jim Bridger in solitaria e i Comanche (da p. 22 a p. 35 del Maxi) metà dei baloons con i pensieri del mountain man potevano, a mio parere, essere tolti e la sequenza avrebbe funzionato bene lo stesso, anzi anche meglio.

A p. 23 Jim pensa, osservando i nemici di nascosto: “Il tipo sta senza dubbio spiegando al leader che ha visto le tracce dei carri! Vuole convincerlo ad attaccare i pionieri.”  Frase, secondo me inutile, in quanto la situazione è abbastanza chiara al lettore senza la spiegazione. O perlomeno poteva essere riassunta in un più efficace e drammatico: “Vogliono attaccare la carovana!”

 

A p. 25 “Ora è meglio filarsela… Ma non senza recuperare il mio coltello e il suo tomahawk… costui poteva non essere solo” Anche qui i disegni di Pasquale Del Vecchio non hanno bisogno di commenti, si vede bene che Jim sta recuperando le armi.

Subito dopo: “E’ improbabile che quel guerriero fosse l’unico a pattugliare i dintorni nel campo…”

Frase totalmente inutile, è stato appena detto che probabilmente il guerriero non era solo.

 

A p. 28 scontro a fuoco coi Comanche e Jim si rivolge al cavallo: “Magari a te non dispiacerebbe cambiare padrone e diventare uno di quei cavalli dipinti dei Quahadi Comanche…” Frase inutile. Ma ancora meno interessante quella dopo: “Sappi però che avresti vita breve. I comanche sono eccellenti cavalieri, ma padroni spietati”.

Ecco questa è quello che dicevo prima, la sindrome di chi deve raccontarti a tutti i costi come vengono trattati i cavalli dai Comanche anche quando non è proprio il caso, visto che in quel momento il nostro eroe sta rischiando la pelle e a noi non interessa una cippa dei loro cavalli!

 

Insomma di ballons da togliere per rendere più fluida e tesa l’azione ce ne sarebbero parecchi, secondo me (ballons che tra l’altro libererebbero spazio per gli ottimi disegni).

Infine, l’ultima osservazione: a p. 26 Jim urla ai Comanche: “Quel cavallo è mio, razza di bricconi!”

Ecco, non dico di usare il linguaggio scurrile della serie “Deadwood DicK”, tipo "figli di p...", ma anche “razza di bricconi” non mi sembra proprio il massimo dell’efficacia. Un po’ troppo vintage, diciamo.:furiosi75:

 

 

Ma questo è Tex.  Per convenzione e stile non si lasciano i personaggi agire a lungo senza pensieri e men che meno si usano parolacce. 

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Impossibile accontentare tutti in ogni dettaglio. Bisognerebbe forse avere più fiducia negli autori. Per es. io mi sto rileggendo la serie in edicola del vecchio Buck Danny di Charlier. Ci sono tantissimi passaggi che non mi convincono. E allora? Chissenefrega. Se nel complesso mi piace, sono in grado di capire che è impossibile che io e Charlier- uno  dei miei autori preferiti - non avendo la stessa testa possiamo essere d'accordo su tutto. Ma DA LETTORE non è importante. Da CRITICO, beh, è diverso. Ma un critico deve avere dei CRITERI, per esempio sapere o capire che le storie di Buck Danny avevano delle regole editoriali specifiche per essere scritte in quel modo. Così come quelle di Tex. Capito l'antifona? 

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, borden dice:

non avendo la stessa testa non possiamo essere d'accordo su tutto. Ma DA LETTORE non è importante. Da CRITICO, beh, è diverso. Ma un critico deve avere dei CRITERI, per esempio sapere o capire che le storie di Buck Danny avevano delle regole editoriali specifiche per essere scritte in quel modo. Così come quelle di Tex.

 

Be' io non farei la distinzione tra LETTORE e CRITICO, perché qui nessuno è critico o aspira ad esserlo - mi sembra - ma fra LETTORE SEMPLICE, che legge per il puro piacere di gustare una bella storia (e non c'è niente di male), e il LETTORE CRITICO, che oltre a provare piacere nella lettura cerca anche di ragionarci sopra, e finisce per cogliere anche piccoli difetti che magari non rovinano la storia - se è bella - ma che comunque non può non notare.

 

Nello specifico, tra i piccoli difetti di alcune storie di Tex a me viene da notare che a volte certi dialoghi o pensieri, soprattutto nei momenti d'azione, risultano un po' pesanti e non necessari, rallentando il ritmo della storia. 

 

<span style="color:red">23 ore fa</span>, borden dice:

Per convenzione e stile non si lasciano i personaggi agire a lungo senza pensieri e men che meno si usano parolacce.

 

Questo è chiaro, nessuno pretende una sceneggiatura alla Ken Parker, semplicemente qualche ballons in meno per non rallentare troppo l'azione, tutto qui.

Anche per le parolacce... Ci mancherebbe altro! Criticavo solo il termine rivolto ai Comanche: "razza di bricconi!" che, diciamolo, è un pochino antico... Per dindirindina! :D

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Una delle migliori storie degli ultimi 5 anni, certamente.

Posso concordare sui rilievi detti più su (a volte Borden appesantisce i dialoghi), ma resta una storia maiuscola, che dimostra in pieno la capacità di Borden di gestire storie di ampio respiro.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

In effetti potevo scrivere "mammalucchi" che almeno sarebbe stato divertente...:lol:

 

O anche "marrani", così poi ci vediamo Bridger col cappello a cilindro e le ghette che insegue gli indiani per colpirli col bastone da passeggio. :D

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  • 1 mese dopo...

Che dire di questo Maxi Tex? Stupendo!
Uno dei grandi pregi dell'albo è che la storia sembra uscita dalla penna di G.L.Bonelli. Per il ritmo narrativo e l'esplosività, pare proprio una storia di Bonelli padre con dei dialoghi moderni. Anche il fatto che l'albo raccolga quattro avventure distinte, accomunate dalla presenza di Jim Bridger, lo fa sembrare una storia dei primi numeri di Tex, quando non compariva la scritta "Fine dell'episodio" e le avventure erano collegate tra loro.
Inoltre, personalmente apprezzo sempre molto le storie di Tex scritte dal Bos che ripercorrono e arricchiscono il movimentato passato del ranger. Il racconto è un western avvincente, ricco di colpi di scena, emozionante (ad esempio nella scena del funerale di Mae), dotato di una sceneggiatura ottima e di dialoghi brillanti. Non manca neppure un bel finale, che, grazie alla canzone di sottofondo (mentre leggevo la scena me la sono ascoltata), è ancora più coinvolgente.
Solo applausi a Boselli per questa perla.
I complimenti vanno anche a Del Vecchio: il suo tratto chiaro, preciso e pulito non può che far gioire gli occhi. Unica pecca, a mio avviso, è il volto del Tex adulto, che non sempre mi ha convinto.
Bella la copertina di Villa, anche se l'avrei preferita con lo sfondo al tramonto, come da illustrazione originale di Claudio.
Un capolavoro, senza dubbio.


Storia: 9,5
Disegni: 9

Modificato da Magico Vento
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  • pecos changed the title to [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley
  • 4 mesi dopo...
  • Sceriffi

Per "Il magnifico fuorilegge" vennero introdotte due pagine inedite di raccordo. Rispettivamente la prima del secondo numero, e la prima del terzo. In questo caso, credo, che troveremo tre pagine inedite, dal secondo al quarto albo. 

Troveremo in più tre editoriali di Boselli, e quattro copertine di Dotti, più eventuali bozzetti di Del Vecchio, che ne produce tanti.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Per "Il magnifico fuorilegge" vennero introdotte due pagine inedite di raccordo. Rispettivamente la prima del secondo numero, e la prima del terzo. In questo caso, credo, che troveremo tre pagine inedite, dal secondo al quarto albo. 

Troveremo in più tre editoriali di Boselli, e quattro copertine di Dotti, più eventuali bozzetti di Del Vecchio, che ne produce tanti.

 

Grazie mille @MacParland, allora terza versione delle medesima storia dopo Maxi e versione cartonata da libreria, al medesimo prezzo di quest'ultimo. Mah ...

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  • 3 mesi dopo...

Ho acquistato il quarto extra della serie Tex Willer dove viene riproposta questa storia. Nella sua rubrica Boselli ci svela di questa "sorpresa" nell'albo. Mi chiedevo solo se questa "sorpresa" fosse presente già nel Maxi o se dobbiamo considerare queste pagine inedite. Mi domando anche se sono state "tagliate" delle parti della storia originale. Non è una critica la mia ma solo curiosità, non ho mai letto il Maxi e per quanto riguarda l'albetto di oggi ne ho letto solo la rubrica. 

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, SaWi dice:

Ho acquistato il quarto extra della serie Tex Willer dove viene riproposta questa storia. Nella sua rubrica Boselli ci svela di questa "sorpresa" nell'albo. Mi chiedevo solo se questa "sorpresa" fosse presente già nel Maxi o se dobbiamo considerare queste pagine inedite. Mi domando anche se sono state "tagliate" delle parti della storia originale. Non è una critica la mia ma solo curiosità, non ho mai letto il Maxi e per quanto riguarda l'albetto di oggi ne ho letto solo la rubrica. 

 

La sorpresa è la presenza del Tex adulto.

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21 minutes ago, borden said:

 

La sorpresa è la presenza del Tex adulto.

che da quanto ho capito dalla rubrica, tale sorpresa non si riferisce alla storia in se in cui il Tex adulto c'è ed è normale che sia così perché si tratta di un Maxi Tex, ma la sorpresa è per chi legge Tex Willer e basta e su un Extra collegato al giovane Tex, finisca per trovare Tex adulto in qualche vignetta. Per chi legge tutto o quasi non è una sorpresa in fondo, per chi legge solo Tex Willer immagino di si

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  • 7 mesi dopo...

Sto finalmente leggendo questa storia, grazie agli extra di "Tex Willer" usciti qualche mese fa che per mancanza di tempo avevo lasciato sulla libreria. 

 

Ho letto i primi due albetti dei 4 di questa versione ristampa, essendo arrivato quindi a metà della storia.

 

Mi era già capitato soltanto una volta con un fumetto, ma mi sono commosso letteralmente almeno in una paio di scene, quella in cui Ken Willer riabbraccia i figli dopo aver pensato di averli persi in seguito all'agguato dei desperados, e quella in cui la famiglia si riunisce sulla tomba di Mae Willer, durante la grande festa organizzata in paese. 

 

Si respira, in generale, lungo tutta la storia un'atmosfera tra il sognante, il malinconico, e lo spensierato.

Non è semplice mescolare questi sentimenti e farli coesistere e @borden ci riesce.

 

Non è solo il soggetto, che porta ovviamente a provare tra i vari sentimenti quello della nostalgia, ma è Boselli a narrare con maestria e delicatezza. 

 

L'autore in questa storia mostra, non tanto nelle parole scelte per la sceneggiatura, ma per il modo in cui si pone nel raccontarla, un estremo rispetto verso Tex.

Non è un semplice racconto biografico, si racconta infatti con una sorta di riverenza, delicatezza, dolore e compassione, il dramma della perdita di una madre, attraverso il racconto di un quotidiano, col passaggio dall'età della spensieratezza a quella della maturità. Si raccontano come fossero eventi realmente accaduti ad un amico (si intende nella vita reale, non quella del fumetto).

Traspare con enorme potenza il lato umano, e al tempo stesso si fa spazio il mito, la nascita della leggenda e di un futuro eroe, che piano piano fa capolino, costretto a farsi duro prima del tempo per la condizione in cui la famiglia vive.

 

Ho trovato ancora un parallelo, probabilmente non voluto, tra emozioni provate e escamotage narrativi.

Il racconto intorno ad un falò di un periodo felice ma non privo di dolore, con delicatezza da parte di Tex, e il rimando ai racconti esagerati di storie vere o verosimili di Gunny Bill e Bridger ai tempi dei loro bivacchi.

 

Non c'è solo l'arte dell'artista nella penna di @borden ma anche l'arte dell'artigiano che sapientemente conosce quali tasti toccare, e li tocca senza forzare la mano, lasciando il lettore piacevolmente spiazzato ma coinvolto, senza possibilità e voglia di opporsi.

 

Siamo soliti parteggiare per Tex e Carson quando pistole in pugno fanno i duri, qui proviamo empatia verso l'uomo.

 

Ho provato qualcosa del genere soltanto leggendo il Giuramento di GLB. E credo, @borden, nonostante sia un autore navigato, e ormai da tempo tra i grandi sceneggiatori di fumetti, vorrà prenderlo come il più grande complimento che potessi fargli. 

 

I disegni sono la ciliegina sulla torta. 

Ho l'impressione che stasera mi godrò un bel finale.

 

 

edit (aggiunta): e che dire della scena in cui lo schiavo viene comprato per essere liberato. Costruita pagina dopo pagina, tocca il cuore. Questa è la differenza tra il trovare una buona scena ad effetto e buttarla a caso e il costruire una sceneggiatura coinvolgente dalla prima all'ultima pagina dove è la storia a crescere con i personaggi e viceversa, fino ad un epilogo quasi naturale

Modificato da LedZepp
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Si tratta di due capolavori all'altezza dei massimi livelli di GLB. Ma su Tex Willer io aggiungerei anche Pinkerton Lady, Sull'alto Missouri e Cortina. Storie straordinarie e non solo perchè sono lunghe. Storie in cui Boselli mescola perfettamente elementi storici con l'invenzione. Un GiovinTex calato nella storia reale di quegli anni ha una marcia in più, ma non mi fermerei al Bos. Di notevole livello a storia in Luoisiana con  Caddo di Rauch.

In sintesi: non capisco le lamentele. Ma ancora di più non capisco chi si fa male da solo non leggendo Tex Willer. 

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

Si tratta di due capolavori all'altezza dei massimi livelli di GLB. Ma su Tex Willer io aggiungerei anche Pinkerton Lady, Sull'alto Missouri e Cortina. Storie straordinarie e non solo perchè sono lunghe. Storie in cui Boselli mescola perfettamente elementi storici con l'invenzione. Un GiovinTex calato nella storia reale di quegli anni ha una marcia in più, ma non mi fermerei al Bos. Di notevole livello a storia in Luoisiana con  Caddo di Rauch.

In sintesi: non capisco le lamentele. Ma ancora di più non capisco chi si fa male da solo non leggendo Tex Willer. 

 

Infatti, chi non legge Tex Willer è come coloro che non leggono Dampyr.

 

Di tutte le avventure di Tex Willer scritte da @borden a cui attribuisco da 28 a 30 e lode, il voto più basso va a Pinkerton Lady, la saga dei Seminoles meriterebbe, se fosse possibile, 2 lodi anziché una ad accompagnare il 30/30.

 

Segue la prima quadrilogia, poi la saga di Cortina, ecc.

 

Nettamente migliori della norma, sono anche tutte le storie scritte da altri, Ruju al primo posto.

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