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[Texone N. 05] Fiamme Sull'arizona


due
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Voto alla storia  

43 utenti hanno votato

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Leo troppo largo...:-)...10 è per Il passato di Carson...

 

Hai ragione Diablo, mi sono fatto prendere dall'entusiasmo. Ma io un nove a questo Texone lo do tutto: l'ho adorato e non so quante volte l'ho letto. Per me è un puro distillato di western. 

Su Il Passato di Carson: 10 mi pare ingeneroso, Diablo, per me quella storia è fuori concorso, è a parte rispetto a tutto il resto della produzione letteraria mondiale :D

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Anche io non ricordo più quante volte ho letto e riletto questo Texone, che ho amato profondamente.

Purtroppo non ne ho mai posseduto una copia, perché quella che leggevo apparteneva a uno zio.

A leggere i commenti che precedono mi è proprio venuta voglia di recuperarlo e rileggerlo.

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On 11/11/2020 at 23:22, Leo dice:

 

Hai ragione Diablo, mi sono fatto prendere dall'entusiasmo. Ma io un nove a questo Texone lo do tutto: l'ho adorato e non so quante volte l'ho letto. Per me è un puro distillato di western. 

Su Il Passato di Carson: 10 mi pare ingeneroso, Diablo, per me quella storia è fuori concorso, è a parte rispetto a tutto il resto della produzione letteraria mondiale :D

La devo rileggere. Ricordo una buona storia (da 8) però non mi quadrò tutto nella sceneggiatura. Come si può vedere il voto che uno ha dato?

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<span style="color:red;">5 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

La devo rileggere. Ricordo una buona storia (da 8) però non mi quadrò tutto nella sceneggiatura. Come si può vedere il voto che uno ha dato?

 

Non lo so. Non riesco a  vederlo nemmeno io

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<span style="color:red;">5 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

La devo rileggere. Ricordo una buona storia (da 8) però non mi quadrò tutto nella sceneggiatura. Come si può vedere il voto che uno ha dato?

Penso non si possa rivedere. Se hai votato solo il sondaggio e non lo hai scritto in un commento, non lo puoi rivedere più. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Penso non si possa rivedere. Se hai votato solo il sondaggio e non lo hai scritto in un commento, non lo puoi rivedere più. 

Ok..

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  • 4 mesi dopo...
Il 12/11/2020 at 11:59, F80T dice:

nche io non ricordo più quante volte ho letto e riletto questo Texone, che ho amato profondamente.

Purtroppo non ne ho mai posseduto una copia, perché quella che leggevo apparteneva a uno zio.

A leggere i commenti che precedono mi è proprio venuta voglia di recuperarlo e rileggerlo.

 

Alla fine, il Texone di De La Fuente l'ho recuperato e riletto con voluttà, riassaporando i sentimenti che mi ispirava allorché, dodicenne, lo leggevo e rileggevo.

 

Inizio dai disegni. Forse il volto di Tex è poco riconoscibile, ma elemento originale del texone era proprio quello di avvicinare a Tex disegnatori nuovi e, in qualche modo, anomali.

 

In realtà, i disegni mi sono sempre piaciuti: evocativi, potenti, dinamici, a partire dal drammatico assalto al villaggio di Naiche.

 

Nizzi risulta molto ispirato: mette in scena un complotto particolarmente velenoso, perché ordinato da una mente di prim'ordine come il vice governatore Emerson. Tex e Carson sono al massimo del loro vigore, pur avendo a che fare con avversari insidiosi e molto ben delineati. Anche i comprimari non sono solo figure sullo sfondo, ma personaggi veri e vivi.

 

L'unica imprecisione, mi pare, è il fatto che Tex, Carson e Delgado non si accorgano dell'arrivo dei soldati mentre si trovano nella capanna di Corno Rosso; un dettaglio che, però, non guasta il giudizio positivo.

 

Le altre possibili incongruenze, invece, mi pare che siano state ben giustificate da altri utenti prima di me.

 

Quanto al voto, sono indeciso tra il 9 e il 10. Metterò 9, solo per rimarcare l'eccezionalità del giudizio massimo.

 

P.S. - Tex e Carson dimostrano diconoscere molto bene il mercante Matias. Era per caso comparso in qualche albo precedente?

 

 

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Questa è una delle storie in assoluto dove Cochise viene meglio riproposto.molto Glbonelliano nei modi e nella caratura.

Io continuo a ritenere le storie indiane di Nizzi tra le meglio riuscite della saga. Nizzi si immedesima molto in Cochise e nella causa Apache, secondo me. La sua famosa e celebre idiosincrasia per gli ufficiali di professione non lo porta a "sminuire"Crook,anzi... anche se viene fuori con la battuta finale di commiato tra Tex e Crook ("è sempre meglio per tutti quando i generali non lavorano").

7 ore fa, F80T dice:

Nizzi risulta molto ispirato: mette in scena un complotto particolarmente velenoso, perché ordinato da una mente di prim'ordine come il vice governatore Emerson. Tex e Carson sono al massimo del loro vigore, pur avendo a che fare con avversari insidiosi e molto ben delineati. Anche i comprimari non sono solo figure sullo sfondo, ma personaggi veri e vivi.

Sono d accordo.è una delle storie più Glbonelliane del narratore di Fiumalbo.Ojo Blanco sopravvive, peccato.. Nizzi svolge un ottimo lavoro, accurato e ben calibrato...

Delgado e Ojo Blanco ritorneranno???nunca se Sabe...

Modificato da Barbanera
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Questa storia sembra scritta appositamente per massacrare Nizzi: Tex prima non si avvede dei soldati e poi si fa gabbare da Emerson e da Ojo Blanco, tanto che senza il colpo di fortuna del mercante Matias che vede (e riconosce) l'indiano dall'occhio vitreo i nostri pards sarebbero bellamente sconfitti. 

 

E però. E però abbiamo una delle più belle storie di indiani proposte sulle pagine del ranger, un grande Cochise, la riuscitissima figura del Generale Crook, e poi anche un grande avversario, talmente diabolico e astuto dal farla ai nostri, abbastanza incolpevoli in realtà di fronte a cotanto ingegno. Un avversario così dotato non può che essere sempre ben accetto, soprattutto se confrontato con quelli di altre storie che paiono messi lì solo per fungere da tiro a segno per i ranger. C'è, invece, un cattivo riuscitissimo e potente, incastonato in una trama brillante, tesa e dal grande ritmo, in un contesto drammatico molto ben reso. 

 

Per me, lo ribadisco sempre, è un capolavoro.

  • +1 2
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  • 8 mesi dopo...

Ho trovato questa storia, già dalle prime pagine, totalmente indigesta. Uno dei non molti texoni che non avevo mai riletto e questa volta, che me lo sono imposto, ho fatto molta fatica. Noioso e a tratti irritante. Si salva solo la figura di Crook.

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  • 3 mesi dopo...

Non rileggevo questa storia forse da una quindicina d'anni, per cui i miei ricordi erano pari a zero. Le prime 20/30 pagine, nonostante la sequenza iniziale del vile agguato ai danni della tribù di Naiche, le ho trovate un po' compassato, tali da indurmi ad un giudizio negativo della sceneggiatura di Nizzi; fortunatamente, non ho desistito ed ho proseguito nella lettura, che pagina dopo pagina ha assunto ritmi più sostenuti e dunque interesse, al punto di risultare tra le migliori storie in cui Tex si trova a dover scongiurare i rischi di una guerra indiana. 

 

Traendo ispirazione dalla Storia con la S maiuscola, Nizzi ha saputo miscelare bene fatti realmente accaduti - la guerra con gli apaches che insanguinò deLl'Arizona - e personaggi realmente esistiti - su tutti, inutile dirlo, "Volpe Grigia" Crook - ad eventi e personaggi di sua invenzione, dipanando la propria sceneggiatura tra agguati di banditi prezzolati ed apaches rinnegati, la solita cricca di affaristi e politicanti disposta a fomentare tensioni tra bianchi ed indiani pur di trarne vantaggi, tra spietati intrighi e vili agguati.

 

Tex e Carson, nel complesso abbastanza affiatati tra loro, devono adoperarsi non poco per sventare l'ennesima minaccia di guerra indiana, dovendosi guardare da loschi individui come l'avventuriero Latimer (ed i suoi mandanti politici, che in quanto tali si guardano bene dall'uscita dall' ombra che li ammanta) ed il rinnegato Ojo Blanco, nonché da un altro antagonista determinato ma onesto come il generale Crook, ansioso di intraprendere le ostilità ma leale e trasparente nel rapportarsi con i pards e nel valutare i fatti, dimostrando inoltre grande serietà nel momento in cui viene messo dinanzi all'evidenza della colpevolezza e della disonestà del suo sottoposto capitano Carleton. Certamente, se i pards riescono nei loro intenti anche stavolta lo devono in buona parte al loro vecchio amico Cochise, che giunge con invidiabile tempestività a salvare le loro capigliature dalla banda di Ojo Blanco. Poco male, del resto è risaputo che la buona sorte ama strizzare l'occhio agli audaci.

 

Più che buona anche la prova ai disegni di Victor De La Fuente, il cui tratto piuttosto essenziale, ma al contempo piuttosto diretto e dinamico, ben si adatta ad una storia di tale impatto.

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Come il pard Juan ho riletto questa storia dopo anni, memore più che della vicenda in se dei commenti a tratti entusiasti di vari utenti.

A mio avviso trattasi si di buona storia western, ma nella produzione dell'autore la collocherei nelle media e non tra le più riuscite. La trovata migliore è l'evasione (e successivo ritorno in cella) di Ojo Blanco, ma per il resto la vicenda fila sui soliti binari senza troppi sussulti. I nostri sono messi nel sacco dai testa fina del complotto e vengono a capo della situazione grazie a due colpi di fortuna, niente che faccia gridare allo scandalo ma neanche di particolarmente originale. Inizialmente mi è sembrato poi un po' strano che Tex e kit non si mettano sulle tracce di latimer pur avendolo riconosciuto,

e che questi se ne stia tranquillo in un saloon di Tucson con i nostri in circolazione, sospettando per altro il perché della loro presenza in zona....inoltre solo dopo opportuna si decidono a strigliare per bene una pedina dell'intrigo...Tra i pregi la figura del generale crook, oggetto però di comportamento schizofrenico: prima dice di aspettare ad informare Washington dell'omicidio di Adams per verificare meglio l'accaduto, e poi rientrando al forte con i nostri afferma di aver già spedito un telegramma alla capitale.boh... Insomma una storia secondo me discreta ma ben lontana dall'essere un capolavoro. Sarà per lo stesso disegnatore e la tematica, ma mi viene da considerarla una versione migliorata de "La collina della morte" sulla regolare(anche se come da date d'uscita sarebbe meglio dire che la seconda è una versione peggiorata della prima😅). Ho votato 7.

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  • 1 anno dopo...

Senza in apparenza nessun motivo specifico ho fatto una gran fatica a finire la rilettura di questo Texone, che ha fatto da “tappo” ad altre storie Bonelli per più di due settimane.

 

La storia è abbastanza complessa, il disegnatore mi piaceva, ma non sono mai riuscito a prendere il ritmo giusto.

 

Sotto l’aspetto della sceneggiatura ho apprezzato la presenza di un avversario “sveglio”, sempre capace di anticipare le mosse dei Rangers, Carson e Tex ben definiti e i molteplici “twist” che hanno reso la storia tutt’altro che piatta.

 

Allo stesso tempo sono presenti alcuni degli elementi che sono ormai considerati classici difetti nizziani: un paio di casuali origlioni (in particolare il commerciante messicano che spunta fuori all’improvviso), i nostri eroi che si fanno un sorprendere qualche volta di troppo e il fatto che sia qualcun altro a salvarli in una situazione che si è fatta ormai disperata.

 

Ma mentre gli elementi sopra indicati tutto sommato in questa circostanza non hanno inficiato il mio piacere per la lettura, quello che mi ha lasciato perplesso sono stati i “fili pendenti” lasciati dal finale: che fine ha fatto Ojo Blanco? Come è andata a finire realmente con la cricca di Tucson?

 

La parte grafica mi è piaciuta, per anni ho apprezzato i Texoni in particolare per la possibilità che offrivano di vedere rappresentazioni diverse da quelle classicamente bonelliane e questa non fa eccezione, il West di De La Fuente è caldo è polveroso come piace a me, i paesaggi efficaci, le scene dinamiche e in particolare le sparatorie sono ben realizzate.

 

In sintesi una sceneggiatura molto professionale, con qualche spunto interessante, supportata da disegni di buonissimo livello, nel complesso assegnerei un 7,5.

Modificato da Augustus McCrae
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  • 2 settimane dopo...

Questo è un bel Texone (diciamo voto 8) ma secondo me non un capolavoro (l'unico Texone capolavoro di Nizzi a parer mio è "La grande rapina") ed è interessante perché fa ben vedere la differenza tra il Tex di GLB e quello di Nizzi.

 

Lo spunto iniziale - il Ring di affaristi e speculatori che cercano di far scoppiare una guerra apache - è glbonelliano, ripreso da "Tucson", ma proprio il paragone fra queste due storie mostra la grande diversità di approccio tra i due sceneggiatori.

In "Tucson", appena viene a sapere i primi nomi dei componenti del Ring, Tex li va a trovare nottetempo per sbatacchiarli, o li provoca a viso aperto al saloon, qui in "Fiamme sull'Arizona", pur avendo all'inizio riconosciuto Latimer tra coloro che attaccano il villaggio apache, Tex non si preoccupa di cercarlo.

Mentre in "Tucson" Tex maltrattata il direttore del giornale e gli fa una "visitina" direttamente alla sede del "Tucson Herald" facendolo volare sulla scrivania, qui, quando Carson si arrabbia per gli articoli menzogneri e getta a terra il giornale, Tex lo calma e lascia perdere.

In "Tucson" è Tex che ha sempre l'iniziativa ed è un passo avanti agli avversari, qui sono gli avversari che hanno in mano il gioco mentre Tex deve sempre rincorrere. 

In "Tucson" Tex si reca di persona a Washington da Ely Parker per incastrare i pezzi grossi che agiscono dall'alto, qui tutto si conclude un po' troppo in fretta e del vice-governatore Emerson non si hanno più tracce (come anche non si sa che fine facciano Ojo Blanco e Delgado).

In "Tucson" è Tex che mette continuamente in difficoltà i membri del Ring, qui sono gli avversari che spesso e volentieri lo gabbano e si dimostrano più furbi di lui.

In "Tucson" Tex, oltre che scatenato, prende sempre le decisioni giuste e a poco a poco smantella tutta l'organizzazione criminale-affaristica, qui ci riesce un po' per merito suo, un po' per fortuna (il mercante Matias che miracolosamente lo mette sulla giusta strada) e un po' per l'aiuto provvidenziale di Cochise che non solo lo salva ma lo informa grazie alla spia apache che ha infiltrato nel forte.

Qui le scelte di Tex, pur giuste, spesso non vanno a buon fine, anzi ottengono l'effetto opposto: l'idea di Tex di nascondere l'ambasciatore Adams, per proteggerlo, finisce male (l'ambasciatore viene ucciso), l'idea di far da mediatore tra Delgado e Crook finisce altrettanto male e Delgado si salva solo per merito suo, non certo di Tex, che anzi rischia di causarne la morte... (in questa occasione il Tex Nizzi assomiglia un po' a quello di Nolitta).

Il tex di Nizzi spesso non si accorge di essere seguito o spiato, non è molto accorto, come invece quello di GLB; quest'ultimo però, d'altro canto, è sempre molto molto fortunato perché tutti gli attentati che subisce a Tucson finiscono male per la scarsa mira degli avversari, sempre un po' troppo scarsi per essere dei killer professionisti.

 

Insomma, senza voler dare giudizi di valore (in modo diverso secondo me sono entrambe ottime storie), le differenze sono molto forti, per cui dire che Nizzi in questa storia è glbonelliano a me sembra sbagliato. E' ancora un Nizzi in buona forma, questo, per cui i difetti di "Fiamme sull'Arizona" sono compensati da grandi meriti: ottima caratterizzazione degli Apache, non solo Cochise, ma anche Delgado e il vecchio Naiche, così come riusciti sono anche l'ambasciatore di pace Adams e il generale Crook. Ben costruito l'intrigo, buoni i dialoghi tra Tex e gli Apache e il rapporto tra loro, efficace la descrizione del Ring e della propaganda dei suoi giornali.

Personalmente, comunque, pur apprezzando entrambe le storie, "Tucson" e "Fiamme sull'Arizona", preferisco come personaggio il Tex di GLB, più abile, più duro e più scaltro, non certo infallibile ma maggiormente determinato, più arrabbiato e allo stesso tempo ironico, più in gamba dei suoi avversari.

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