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TWF - Tex Willer Forum

[Romanzi A Fumetti 08] Cinnamon Wells


Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Ken51 dice:

Gus non poteva essere certo il tipico eroe in chiaroscuro boselliano, che magari alla fine si riscattava ... :smile:. L'autorialità e la diversità della storia si evince proprio dall'aver voluto rappresentare in questo fumetto la vita per quello che è, senza voli pindarici, senza retorica, scevro da eroismi che con la vita reale hanno poco a che fare. Le persone sono raccontate per quello che normalmente sono: vigliacche, meschine ed inaffidabili e la stessa sorte dei protagonisti è casuale, perchè la morte nella vita reale è sempre banale, mai eroica, e la morte dei vari Ben, Gus, del vice-sceriffo, così antinconvenzionali in un fumetto di Tex, mi hanno fatto tornare in mente la grande prova autoriale di Berardi & Milazzo nell'ultima storia di Ken Parker, quando decisero di farlo morire in modo così banale e poco eroico :unsure:

 

Ma infatti io sono ben contento che Gus non si sia rivelato un personaggio luci e ombre e sia invece rimasto coerente con il bastardo che era. Quello che intendevo dire è che, in sole 46 pagine, Dixon ha saputo proporre un personaggio come Gus, sul quale il lettore, fino alla fine della storia, poteva porsi tutte le domande che ho posto prima (mi autoquoto):

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Ken51 dice:

Cosa accadrà tra i due? Gus è forse un personaggio "boselliano", in chiaroscuro? Tex lo perdonerà? Sarà eroico alla fine e si riscatterà? Resterà un bandito e andrà in prigione, con una buona parola di Tex? Morirà ucciso da qualche avversario? Morirà ucciso da Tex?

 

Se una storia riesce a destarti queste curiosità, ha colto nel segno.

 

Sono d'accordo con te anche sulla rappresentazione cruda del West, della meschinità degli uomini e dell'"antiepica" morte di fuorilegge (Gus e gli altri) e amici (il giovane Vice-sceriffo). Certo, questi erano personaggi per un giorno, incomparabili con quell'autentico pugno nello stomaco che è stata la morte di Ken: lì i due autori sono stati crudeli oltre ogni limite, per quanto, al di là dell'esito tragico che può piacere o meno, anch'io debba ammettere che anche da una simile soluzione narrativa traspare l'autore di razza. 

 

<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, Letizia dice:

 

Le pistole non fanno cilecca, i due clic indicano il cane che viene armato.

 

Sì, ero giunto a questa conclusione. Ma il "click" solitamente nei fumetti indica che le pistole fanno cilecca, almeno così mi pare di ricordare. Comunque grazie per la risposta ;)

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Letto tutto d'un fiato! Buona storia, non certo eccezionale ma ben costruita e filante. I pochi personaggi mi sembrano azzeccati anche se ho capito poco l'utilità di Carson... Gus è un personaggio perfetto, enigmatico ma coerente con la propria morale. Disegni e colori molto validi, soprattutto nelle notturne!

 

Modificato da JohnnyColt
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<span style="color:red;">7 ore fa</span>, Kershaw dice:

Un dubbio che mi piacerebbe qualcuno riuscisse a fugare: posto che Tex è invincibile, infallibile, dotato di poteri taumaturgici, qui è anche veggente: al buio riesce a capire che i banditi sono passati in un certo luogo perché la roccia è stata scheggiata da un cavallo ferrato. OK! Ma come diavolo fa a stabilire che la cosa è successa poco prima? Lascio agli esperti l'ardua risposta!

 

La storia si svolge nell'equinozio d'autunno alle ore 18:32 e a quella latitudine c'è luce sufficiente per notare una roccia scheggiata.

E poi, che diamine, sono capaci tutti a distinguere un sasso rotto di recente da uno rotto nel giurassico.

E lo affermo non certo perché io sono esperta in materia, considerato l'alto numero dei piatti che ho rotto. 

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Per essere un albo di Tex necessariamente Tex ci doveva essere.

Il problema era inserire Tex nella storia di una sanguinosa rapina con uccisione dello sceriffo da parte di una banda multietnica, fuga nel deserto e arrivo in Messico con epilogo a sorpresa senza la determinante presenza di Tex.

Il problema è stato risolto facendo arrivare Tex a Cinnamon Wells subito dopo la fuga dei rapinatori mentre il giovane vicesceriffo organizza la posse con i poco volenterosi concittadini.

Per quale motivo Tex arriva a Cinnamon Wells? Per portare i cadaveri di due rubagalline che derubavano i cercatori d'argento.

Ma perchè, Tex, avrebbe dovuto occuparsi di loro?

E perchè, Tex, li avrebbe uccisi? Sorvoliamo sul come... 

E ammesso che Tex si sia trovato costretto a ucciderli, perchè se li tira dietro anzi che seppellirli sul posto?

Va bene, Tex doveva arrivare per partecipare alla posse e anche se si poteva trovare un pretesto migliore o non trovarne affatto, eccolo qui

I rapinatori hanno ucciso lo sceriffo e qui la partecipazione di Tex non fa una piega.

Tre compiti fondamentali per Tex, vendicare la morte dello sceriffo, supportare e tutelare il giovane vice e acciuffare i rapinatori.

Di questi tre compiti neanche uno viene alla fine assolto.

Tex e il giovane Barry, rimasti soli dopo che gli onesti cittadini hanno fatto dietro front ai margini del deserto, seguono le tracce senza fretta, dandosi due giorni di tempo per raggiungere i fuggiaschi. Ma l'apache del gruppo li vede durante la notte e il messicano Gus si apposta per fermarli, senza che Tex si accorga di niente o fiuti il pericolo.

Il messicano fa secco il vicesceriffo al primo colpo, mentre Tex risponde al fuoco e fa volare il fucile al sicario e gli ferisce il cavallo mentre tenta la fuga. Ma Tex non lo segue, dopo aver dato sepolture al povero Barry profetizza che tanto non sarebbe andato lontano.

Effettivamente è così, raggiunti i compari il messicano ha giusto il tempo di dare al cavallo il colpo di grazia (che Tex non sente...) prima di essere mollato, appiedato e senz'acqua nel deserto, mentre Tex è distratto dai movimenti di tre balordi che fanno saltare un pozzo e si precipita verso la carica esplosiva senza raggiungerla per tempo e finendo investito dalla esplosione. Mentre gli avvoltoi gli volteggiano intorno Tex viene soccorso dall'assassino del vicesceriffo e per par condicio si ritrovano entrambi appiedati, senza fucile e soprattutto senz'acqua mentre iniziano il gioco a rimpiattino. I rapinatori escono di scena e non se ne parla più fino all'epilogo.

A questo punto in un deserto mai stato tanto affollato arriva un convoglio di coloni che subiscono l'amara sorpresa di non trovare il pozzo su cui contavano e a malincuore cedono la poca acqua residua e due muli a Tex e il messicano che si incaricano di andare in paese e tornare con l'acqua e riprendono le loro schermaglie a chi è più veloce con la colt. 

Trascorre un'altra notte e Tex raggiunge i balordi che hanno fatto saltare il pozzo e con la collaborazione di Gus li fa secchi tutti e tre.

Ancora un giorno va via e dopo il tramonto, in prossimità di Cinnamon Wells, Gus decide di non arrendersi e andare a vedere il gioco di Tex che (e finalmente Tex è Tex) è più veloce e regola in duello il messicano e arriva per la seconda volta in paese trascinandosi dietro un cadavere...

Stavolta non ha necessità di ripresentarsi perchè viene riconosciuto e senza la minima sorpresa trova ad aspettarlo un Kit Carson che probabilmente, mentre Tex era nel deserto, se la spassava al Red Light... Tex racconta dei balordi che hanno distrutto il pozzo, ormai in fila da messer Belzebù, mentre i rapinatori (a già... i rapinatori...) a parte Gus rimasto nella polvere, sono probabilmente in Messico, chissà dove. Ed ecco che Carson mostra la necessità della sua presenza chiosando "Beh non puoi sempre prenderli tutti... lascia che sia il destino a occuparsi di loro" e lanciando il climax dell'ultima tavola dove i banditi ormai giunti in Messico abbandonano questa valle di lacrime per mano degli Apache amici del loro complice Athay.

 

Queste sono le situazioni che ho trovato poco da Tex.

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Inizia benissimo questo cartonato, con una piacevole caccia all' uomo comandata da un Tex in solitaria sempre accattivante, quando, all'improvviso, arrivano le incongruenze e le scelte poco probabili dello sceneggiatore: il tiratore Gus che viene abbandonato nel deserto; i contadini che provocano l'esplosione; Tex che cade da cavallo (che è come una bestemmia); il bandito Gus che lo trova e lo aiuta diventando quasi il suo migliore amico; la famiglia nel deserto, che è diventato più popolato di una metropoli; infine, la sorpresa apache, della quale però non se ne capisce il motivo, visto che agli indiani, notoriamente, non interessa il denaro. Nel mezzo, la morte del vice sceriffo ed il duello, come elementi positivi, ma è troppo poco. In compenso, la collana è esteticamente splendida, disegni e colori compresi, tanto da augurarmela per Zagor. 
Voto alla storia: 6,5 
Voto ai disegni: 8

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

il tiratore Gus che viene abbandonato nel deserto

 

perché ha perso il cavallo; il capobanda sa che, nel deserto, senza cavallo, sei finito, né potevano affaticare un altro cavallo portando due corpi invece che uno.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

i contadini che provocano l'esplosione

 

per fare in modo che la ferrovia devii il proprio percorso: la trama è proprio quella.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

Tex che cade da cavallo (che è come una bestemmia)

 

a seguito di un'esplosione che lo travolge: la caduta da cavallo è proprio poca cosa...

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

il bandito Gus che lo trova e lo aiuta diventando quasi il suo migliore amico

 

Per la verità non lo aiuta... Se Tex non si fosse svegliato e non gli avesse rifilato un pugno, chissà cosa ne avrebbe fatto, Gus, di Tex. Anche nel prosieguo, non saranno mai amici, ma solo temporanei alleati per sopravvivere insieme nel deserto...

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

la famiglia nel deserto, che è diventato più popolato di una metropoli

 

che sta cercando una pozza d'acqua, per questo sono lì. In effetti però qui concedo che ci sia una lieve forzatura, non un'incongruenza

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

infine, la sorpresa apache, della quale però non se ne capisce il motivo, visto che agli indiani, notoriamente, non interessa il denaro

 

è l'ultima pagina, che non inficia per nulla sulla storia. Se ci pensi, potrebbe finire anche alla penultima pagina. L'ultima pagina è ininfluente, e comunque a me è piaciuta.

 

Tutto questo per dire che non credo che quelle suddette siano incongruenze, ma scelte narrative, che possono piacere o meno.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

la collana è esteticamente splendida, disegni e colori compresi

 

Finalmente siamo d'accordo, pard ;). E' meravigliosa!

Non voglio fare l'avvocato d'ufficio di questa storia, ma ho letto anche il post di nk e lo commento:

 

On 24/9/2018 at 19:19, natural killer dice:

Per quale motivo Tex arriva a Cinnamon Wells? Per portare i cadaveri di due rubagalline che derubavano i cercatori d'argento.

Ma perchè, Tex, avrebbe dovuto occuparsi di loro?

E perchè, Tex, li avrebbe uccisi? Sorvoliamo sul come... 

E ammesso che Tex si sia trovato costretto a ucciderli, perchè se li tira dietro anzi che seppellirli sul posto?

Va bene, Tex doveva arrivare per partecipare alla posse e anche se si poteva trovare un pretesto migliore o non trovarne affatto, eccolo qui

 

Non capisco l'osservazione. Tex ha fatto fuori due rapinatori e ne ha portato i cadaveri nel paese più vicino. Che c'è di strano?

 

On 24/9/2018 at 19:19, natural killer dice:

seguono le tracce senza fretta, dandosi due giorni di tempo per raggiungere i fuggiaschi.

 

Per non sfiancare i cavalli, lo dice Tex. Ma l'elemento è del tutto ininfluente per il prosieguo.

 

On 24/9/2018 at 19:19, natural killer dice:

Ma l'apache del gruppo li vede durante la notte e il messicano Gus si apposta per fermarli, senza che Tex si accorga di niente o fiuti il pericolo.

 

Qui c'è una "piccionata". D'accordo con te.

 

On 24/9/2018 at 19:19, natural killer dice:

Ma Tex non lo segue, dopo aver dato sepolture al povero Barry profetizza che tanto non sarebbe andato lontano.

 

Lo segue subito dopo la sepoltura in realtà.

 

On 24/9/2018 at 19:19, natural killer dice:

Stavolta non ha necessità di ripresentarsi perchè viene riconosciuto e senza la minima sorpresa trova ad aspettarlo un Kit Carson che probabilmente, mentre Tex era nel deserto, se la spassava al Red Light...

 

Questo è il punto che mi trova meno d'accordo. E se Carson fosse arrivato in paese da poco e non abbia voluto avventurarsi per il deserto di notte?

 

Io sono stato positivamente sorpreso da Dixon, invece. In poche pagine, una storia densa. Non è poco. 

 

On 23/9/2018 at 21:51, Letizia dice:

cinnamonwells.jpg

 

Mi piace la più piccola dimensione dell'astro. Tuttavia, non l'avrei fatto trasparente, ma avrei mantenuto l'idea originaria della copertina (l'astro si vede dietro Tex)

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<span style="color:red;">34 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Mi piace la più piccola dimensione dell'astro. Tuttavia, non l'avrei fatto trasparente, ma avrei mantenuto l'idea originaria della copertina (l'astro si vede dietro Tex)

 

Non solo l'astro è più piccolo ma soprattutto Tex è centrato e non antiesteticamente a destra.

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16 ore fa, Leo dice:

Non voglio fare l'avvocato d'ufficio di questa storia, ma ho letto anche il post di nk e lo commento:

 

:P

 

Cita

Non capisco l'osservazione. Tex ha fatto fuori due rapinatori e ne ha portato i cadaveri nel paese più vicino. Che c'è di strano?

 

L'espediente è fine a se stesso e ha solo lo scopo di fornire un pretesto per far entrare in scena Tex.

I rubagalline che derubavano i cercatori d'argento non facevano parte della banda dei rapinatori della banca (in tal caso avremmo dovuto pensare che Tex fosse già sulle loro tracce e in tal caso avrei visto l'episodio meno stridente).

Ammettiamo che Tex per qualunque motivo si sia trovato ad affrontare i due suddetti rubagalline e ad ucciderli. In tal caso nel 90% dei casi avrebbe dato loro cristiana sepoltura in loco, mentre il 10% dei casi che lo vede portarsi dietro i cadaveri è per stimolare la reazione di complici o "padroni" per farli uscire allo scoperto, ma stavolta non è il caso.

Tex avrebbe potuto semplicemente arrivare a Cinnamon Wells al momento giusto senza dare al lettore nessuna spiegazione. Tex arriva perchè è Tex e deve partecipare alla caccia ai banditi (e possibilmente prenderli... :*uhm*:)

 

Cita

Per non sfiancare i cavalli, lo dice Tex. Ma l'elemento è del tutto ininfluente per il prosieguo.

 

Per non sfiancare i cavalli il mio Tex, arrivati ai margini del deserto, avrebbe convinto i baldi cittadini che si tiravano indietro a lasciare un paio di cavalli di scorta a lui e al vicesceriffo per continuare l'inseguimento, senza lasciare troppo vantaggio ai rapinatori che si erano resi, tra l'altro, responsabili della morte dello sceriffo :x

 

Cita

Qui c'è una "piccionata". D'accordo con te.

 

:-

 

Cita

Lo segue subito dopo la sepoltura in realtà.

 

Già, concedendogli altro vantaggio e facendosi distrarre dal diversivo dei tre balordi che fanno saltare il pozzo, restando per giunta coinvolto nell'esplosione :flower:

 

Cita

Questo è il punto che mi trova meno d'accordo. E se Carson fosse arrivato in paese da poco e non abbia voluto avventurarsi per il deserto di notte?

 

La questione non è come Carson ci sia arrivato, ma è più sostanziale. Se decido di utilizzare un personaggio lo faccio in qualche maniera agire in funzione della storia che racconto.

Qual'è in questo caso il ruolo di Carson? cosa aggiunge la sua presenza alla fine della storia? e ti sembra in linea con la filosofia dei due pards lasciare che la banda di ladri e assassini vada a farsi impiccare altrove dopo aver ucciso lo sceriffo, provocato la morte del vice e messo a dura prova lo stesso Tex? Vero è che la sorte li punirà comunque, ma questo Tex non poteva prevederlo. Tex li avrebbe inseguiti fino in Messico, come ha sempre fatto ogni volta che lo ha ritenuto necessario! :cheers:

 

Cita

Io sono stato positivamente sorpreso da Dixon, invece. In poche pagine, una storia densa. Non è poco. 

 

Dixon lo conoscevo già e perciò non mi ha sorpreso.

Ribadisco per l'ennesima volta che Chuck Dixon mostra tutta la sua abilità confezionando una bella storia western. :!:

Una bella storia western con Tex.

 

Non una storia di Tex.

 

:.-/:

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<span style="color:red;">24 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

 Che alle volte, come in questo caso, le tue ,son meglio;)

 

Di solito sono io la taroccatrice, ma questa volta il merito non va a me ma ad un artista amico mio.

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  • 2 settimane dopo...
On 18/8/2018 at 11:35, paco ordonez dice:

Solo a me Alberti sembra un po' più sintetico e "schizzato" rispetto alla sua prima prova? La cosa mi sembra evidente - almeno in queste poche pagine - soprattutto nella resa di Tex.

 

La penso allo stesso modo.

In moltissime tavole l'ho trovato eccessivamente rapido e "grezzo". Soprattutto nei dettagli umani, come le mani, i visi ecc...

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  • 1 mese dopo...

Di recente nella discussione sulla nuova serie mensile con Boselli si e' parlato anche delle previsioni sulle vendite della serie. Si sa qualcosa sulle vendite dei cartonati a colori? Stanno riscuotendo il successo desiderato?

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  • 2 anni dopo...

Non male questo cartonato. La storia di Dixon scorre bene, qualche personaggio resta solo abbozzato ma succede per forza di cose, con un numero di pagine così ristretto.  

Mi è piaciuto il personaggio di Gus, che collabora con Tex solo per forza di cose, senza essere un personaggio ambivalente come alcuni cattivi di Boselli o, addirittura, un furfante impegnato in noiose e puerili autogiustificazioni, come l'insopportabile Nick Calavera de "L'oro di Klaatu".

Buoni i disegni, ma Tex in diverse vignette appare irriconoscibile, a partire dalla copertina, in cui assume quasi tratti orientali.

 

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  • 11 mesi dopo...

Allora...Sfizioso e sorprendente il finale(banda fatta a pezzi dagli amici dell'apache) che però  non ribalta il mio giudizio sulla storia di Dixon (onesto 6). I disegni di Alberti non sono malvagi (anzi) ma ho letto cartonati migliori. Alla fine lettura così così. 

Però il "rapporto " con Gus è ben rappresentato come l'egoismo della banda.

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  • 8 mesi dopo...

Finora il recupero dei cartonati mi ha donato piacevoli letture, però con il presente albo ho avuto il primo intoppo. Ma procediamo per gradi.

I testi per l'occasione furono affidati a una guest star internazionale e l'iniziativa può starci trattandosi di una collana non convenzionale e che punta all'esito autoriale.

 

Se Chuck Dixon era all'esordio su Tex, per Alberti rappresentava un ritorno, dopo la buona prova di "Frontera", edita sempre per il medesimo format. Ma anche sul compato grafico tornerò in seguito.

 

Ho esordito il mio commento parlando d'intoppo e in effetti ammetto che la storia non mi ha fatto fare i salti di gioia.

 

Anche considerando l'attenuante di una non eccessiva conoscenza del personaggio, sono state alcune scelte narrative a me poco chiare a non convincermi durante la lettura e darmi la sensazione che l'autore abbia montato la storia con un collage di scene a effetto, non del tutto legate fra loro, più un colpo di scena finale poco costruito nella trama e un po' fine a se stesso. 

 

Dopo questa premessa, provo a entrare nel dettaglio:

 

Si inizia con la banda dei rapinatori che fa ingresso a Cinnamon Wells e si indugia per ben due pagine a discutere di bacon e uova (due pagine su quarantacinque possono sembrare eccessive ma sorvoliamo, forse il fatto che la storia non mi sia piaciuta, mi fa accettare meno cose normalissime).

La tradizionalissima rapina alla banca del paese presenta la prima stonatura: capisco che i banditi venivano da fuori, ma perchè delinquere a volto scoperto in mezzo a una folta folla?

Ci scappa l'inevitabile fuga con sparatoria e uno dei banditi, col vicesceriffo che gli spara senza riparo dinanzi l'ufficio, che fa? Mira allo sceriffo disabile quasi invisibile sulla porta. Sfiga? Pessima mira? Forzatura narrativa per giustificare la successiva posse e la collaborazione del giovane vice con Tex? Fate voi.

 

Si organizza l'inseguimento e guarda caso spunta il nostro ranger con un tempismo perfetto. Arriva con due morti di traverso sulla sella per consegnarli allo sceriffo con tanto di distintivo a vista appeso sulla camicia (come documentazione a Dixon hanno dato storie di Nolitta e Nizzi?). Doveva ritirare le taglie? Perchè non seppellirli? Avrei optato per una soluzione più credibile, ovvero che il nostro si fosse incontrato per caso sulla pista degli ignoti rapinatori e dopo la sparatoria li portava allo sceriffo per il riconoscimento, o che essendogli già alle costole, almeno uno dei due lo consegnasse vivo legato al cavallo, la coincidenza del suo arrivo in un paesino così sperduto avrebbe a mio avviso inciso meno, ma la scelta dell'autore è diversa e non posso far altro di accettarla.

 

Si pensa che la posse possa essere il fulcro dell'episodio ma subito ci si ricrede: tutti i componenti si tirano indietro per evitare il deserto (erano convinti di andare a fare una passeggiata? Dei banditi che desiderano far perdere le tracce scelgono l'autostrada? :P:D) ma ancor peggio ben presto il povero vice sceriffo viene impiombato come un tordo, con Tex che cade banalmente nell'agguato senza sospettare nulla e dire che fino a poche pagine prima, nel più assoluto buio della notte, aveva scorto il segno di una roccia scheggiata dai ferri del cavallo dei banditi! :P Scena commovente quella della dipartita del povero vice affezionato allo sceriffo "secondo padre", ma anche in questo caso la trovo una trovata per scuotere il lettore e poco giustificabile, visto la figura che fa Tex, incapace di proteggere il giovane e dire che si proponeva di fargli da chioccia grazie alla sua esperienza.

 

Gus, il miglior tiratore dei banditi, è tanto bravo con le armi e ce lo mostra liquidando vigliaccamente il vice, ma viene ricompensato con un calcio nel sedere dai soci e lasciato a morire di sete nel deserto per essersi fatto impiombare il cavallo; l'autore vuole farci vedere quanto siano cinici i componenti della banda, ma mi chiedo come mai Gus accetti così passivamente la sua condanna. 

Essendo il più abile con le pistole, ci si aspetterebbe che qualche reazione potesse intentarla, a maggior ragione che gli ex compagni non si prendono la briga di disarmarlo e si allontanano dandogli le spalle. Gus che fa dunque? Volta le spalle, con la sella a carico e si allontana nell'altra direzione mestamente!:azz:

 

Giunti a tal punto, Dixon muove la trama inserendo un'altra scena slegata che a me non mi ha per nulla convinto. Il boicottaggio al lago può essere spiegato con le ragioni che ci raccontano i tre scalcinati dinamitardi, ma la sequenza che segue l'ho dovuta rileggere più volte e ancora non la comprendo. Che cosa passa nella testa di Tex per andare incontro a un carro minato? Cosa voleva fare? Spegnere con le mani la miccia? Ha sbagliato banalmente i tempi? Non se la sentiva di tentare il taglio miccia con un colpo di winchester e per la vergogna decide di suicidarsi? :D Onestamente, questa scena stento a comprederla, per me è illogica come illogico pare che, trovandosi a pochi centimetri dall'esplosione, un uomo possa evitare di finire in brandelli, ma forse qui è Alberti a sbagliare le misure del disegno, rappresentando il cavallo di Tex troppo vicino allo scoppio.

Mi chiedo: e se la scena "incriminata" serve solo all'autore per fare incontrare Gus e Tex?

 

Di fatto il "bandido abbandonato" che ha già le sue rogne da risolvere essendo in un deserto a piedi e senza una goccia d'acqua, dopo aver sentito il boato che fa? Si sciroppa chissà quanta strada sotto il sole per sincerarsene e salvare Tex. Che non riconosca in lui l'uomo che lo seguiva può starci, ma la deviazione del percorso? Si trovava solo a passare di li? Non stiamo qui a spaccare il capello in quattro. :D

 

Inizia così la sequenza in cui i due "naufraghi del deserto" si alleano, tra illazioni e sguardi di sfida, al solo scopo per reperire dell'acqua e non morire di sete e di colpo il deserto si popola più di una città balneare in piena estate. I due incontrano una carovana di pionieri sprovveduti che, oltre ad avventurarsi in una zona del tutto balorda, sono così ingenui da affidare i loro muli e la poca riserva d'acqua a due perfetti sconosciuti; chi poteva loro garantire che i due uomini non se la filassero lasciandoli come pivelli alle prese con la sete?

 

Segue l'altro incontro "casuale" della strana coppia Tex- Gus contro i tre dinamitardi (guarda un po' chi si rivede!). Esito scontato della sparatoria e via alla successiva sequenza.

 

Si arriva a Cinnamon Wells e, dopo tantissime ore in cui armato Gus poteva tentare di sorprendere il ranger magari quando gli dava apparentemente le spalle, il tiratore che fa? Lo sfida in duello per dare vita all'ennesima scena a effetto ma alquanto discutibile per come è preparata.

 

L'epilogo lo reputo ancor più indigesto.

Sorvolando sul breve cameo di Carson del tutto supefluo a quel punto, mi si è quasi rivoltato lo stomaco quando il vecchio cammello esorta il pard a lasciare i banditi al loro destino, d'altronde "non può seguirli tutti!" Ma siamo su Scherzi a parte? :D Che cosa si è fumato Carson? E Tex che gli dà pure retta? Capisco che il nostro "personaggio in camicia gialla" voglia prima salvare dalla sete la carovana di ingenui, ma come mandar giù che si rassegni a lasciare liberi i banditi? Ma non era questo il suo scopo appena unitosi alla posse? Così vendica il giovane vice sceriffo morto sotto i suoi occhi? Stendiamo un velo pietoso!<_<

 

Il lettore dovrebbe ritenersi soddisfatto del fatto che nella scena finale (l'ennesima sequenza slegata) i banditi mai nemmeno visti da Tex, pagano i loro crimini cadendo sotto il piombo degli Apache alleati al nativo della banda, ma mi chiedo il motivo di un simile agguato. Da quando in qua gli indigeni uccidono per il denaro? E se non era quello il movente dell'agguato finale, quale scopo porta all'eccidio? Bah.

 

Mi spiace, ma tutte questi punti che ho elencato e che non mi hanno convinto, mi costringono a giudicare insufficiente la storia.

 

Anche Alberti, rispetto all'esordio, lo trovo meno preciso e pulito. Tratto sintetizzato o un po' tirato via per la fretta di realizzazione? Poco convincenti le rappresentazioni di Tex e Carson ma di contro, buona la resa degli sfondi e il dinamismo delle vignette. Le gabbie sono meno ardite di altri cartonati, ma la colorazione di Vattani è eccellente e nel complesso il comparto grafico è sopra la sufficienza. Per il resto, cartonato atipico ma la texianità non pervenuta. Il mio voto finale è 4 

 

 

 

 

 

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  • 1 mese dopo...

In pieno fomento da cartonati, mi sono riletto questa performance del Maestro Chuck Dixon. Qui per esempio, rispetto all'ultimo di Giusfredi & Gomez, siamo proprio agli antipodi. Al montana nevoso di Yellowbird è contrapposta l'Arizona più assolata arida e inospitale ; all'azione a rotta di collo, una storia di inseguimento, una marcia estenuante nel deserto dai ritmi dilatati-paradossalmente, e nonostante la scarsità dei dialoghi- ; alle atmosfere mitico/fiabesche, un sudovest all'apice del suo cinico e brutale realismo. Gli unici due esseri umani degni di tutta la storia (eccezion fatta per Tex e Carson, of course) vengono seccati praticamente subito, bruscamente, senza tanti complimenti-il vicesceriffo non fa neanche in tempo a diventare un pard estemporaneo di Tex, e la scena è fighissima nel suo essere improvvisa e inattesa- Gli altri, nel migliore dei casi, sono gli ignavi cittadini di Cinammon Wells che abbandonano subito la pista, sarcasticamente apostrofati da Tex...tutti gli altri, dai rapinatori, ai bastardi che fanno saltare la sorgente, è una gara a chi sia più carogna. Dixon parte da un soggetto semplicissimo di "inseguimento ai banditi", ma spiazza e "complica" la vicenda, che si dipana tra la natura ostile e indifferente del deserto infernale, nuovi antagonisti inattesi, alleanze imprevedibili e forzate. Fino allo splendido doppio finale. Molto apprezzati i cadaveri dei bastardi lasciati agli avvoltoi : qui si seppellisce solo chi lo merita. Alberti un po' sottotono, rispetto a Frontera, ma Vattani fa un lavoro strepitoso coi colori. Splendido cartonato : per me, dopo "Sanakeman", il migliore in assoluto.

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  • 1 anno dopo...

Ho scoperto Chuck Dixon nei primi anni ‘90, al tempo ero un avido lettore della Marvel e mi piacevano particolarmente gli eroi metropolitani dalla moralità discutibile, la rivista che seguivo con interesse era quella de Il Punitore che ospitava le diverse serie di Frank Castle e di altri personaggi dai forti contrasti se non completamente folli (la miniserie de L’insanicida/Foolkiller scritta da Gerber resta a tutt’oggi una delle cose più belle che abbia mai letto in ambito Marvel).

Dixon scriveva il Punisher War Journal disegnato da un John Romita Jr. in grande spolvero ma anche il Moon Knight di Sal Velluto, entrambe le serie erano molto valide anche se la programmazione della rivista non era ottimale, tuttavia certe storie le ricordo ancora oggi e sopratutto mi ricordo di Chuck Dixon.

 

La prima riflessione che mi viene da fare dopo aver letto Cinnamon Wells è che Dixon la pagnotta se la porta a casa anche in questa occasione, la sua è una storia solida e per certi versi anche sorprendente, un racconto western ruvido e spietato che parte in modo scontato con la classica rapina in banca e l’inseguimento dei banditi ma che poi, a metà percorso, cambia registro e ci racconta di un ranger e un assassino (di un cacciatore e di una preda) che si trovano sulla stessa pista desertica, senza cavalli e senza acqua.

La scelta narrativa di interrompere la caccia ai banditi lasciandoli al loro destino (che arriva nell’ultima pagina e non per mano di Tex) mi ha inizialmente spiazzato, è una soluzione non consueta per i canoni classici ma che ci può stare nell’ottica di un prodotto “diverso” come di fatto è questa serie di cartonati, del resto anche la caratterizzazione di Tex non si può dire fedele agli stilemi del personaggio ma se ci pensiamo non potrebbe essere altrimenti considerando che ai testi c’è un americano che per quanto “indottrinato” di Tex conosce poco o nulla.

La naturale conseguenza è che questa storia presa come puro racconto western funziona molto bene mentre risulta difficile inserirla in quella dimensione familiare che è la mitologia texiana, ma attenzione io non mi lamento di questo perché è esattamente quello che mi aspetto da una storia scritta da Chuck Dixon (o da un qualsiasi autore esterno), ossia trovarci dentro un punto di vista e una visione narrativa del tutto nuova.

Tecnicamente parlando mi ha lasciato perplesso la composizione ordinaria delle tavole, molte di queste (la maggioranza) presentano solo 5/6 vignette sfruttando poco e male il grande formato a disposizione, se la confrontiamo con Frontera! sempre disegnata da Mario Alberti (sul quale è necessario tornare) la differenza è abissale tanto da farmi pensare che questo racconto sia stato originariamente concepito come storia breve e poi adattato per il cartonato.

Sicuramente mi sbaglio ma questa è la sensazione che ho avuto in lettura e mi sembrava giusto evidenziarla, come mi è impossibile non notare il deludente lavoro di Alberti ai disegni, che essendo alla sua seconda prova su questo formato ci fornisce una facile occasione di confronto.

 

A me i disegni di Frontera! erano piaciuti moltissimo ma l’autore di Cinnamon Wells sembra il cugino cieco di quello ammirato in quell’occasione e non si tratta di una ricercata sintesi nel tratto ma proprio di un lavoro sbrigativo e poco curato, tanto che mi sorprende sia stato pubblicato.

Ci sono moltissime pagine dove i personaggi sono irriconoscibili, tratteggiati con poche linee e appena abbozzati, in pratica cambiano fisionomia da una vignetta all’altra, per non parlare di come disegna le mani e le armi, potrei fare molti esempi ma basta guardare le pagine che vanno da 32 a 38 per rendersi conto dell’approssimazione generale.

Uno dei disegnatori western che ho amato di più è stato Ivo Milazzo che della sintesi faceva un suo punto di forza, ma per raggiungere tali livelli ci vuole un grande talento e tanto studio, mi dispiace dirlo ma Alberti è distante anni luce dal raggiungere uno standard accettabile e Cinnamon Wells sotto il comparto grafico risulta a mio avviso largamente insufficiente.

Storia: 7 Disegni: 5

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