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[Texone N. 13] Sangue Sul Colorado


ymalpas
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  • co fondatore
<span style="color:red">14 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

Nella sua descrizione dei lettori di Tex,mi ci riconosco eccome.

Fatti due domande.

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Su cosa esattamente? Sul perché é così? É così e basta,non vedo cosa ci sia da analizzare.

Non ho proprio capito cosa intendi🤔

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Il 10/3/2024 at 21:04, Diablero dice:

Può darsi che sia la solita "sparata" in cui Nizzi si gonfia da solo: in realtà anche se dopo la famigerata "crisi per superlavoro" Nizzi è passato dalle 1100 pagine annue che lo mandarono in crisi a... oltre 1500 pagine annue in media (segno che ci metteva davvero impoegno, sì...) con un massimo di circa 1800 pagine nel 2003: se scriveva davvero dieci tavole al giorno, vorrebbe dire che ogni anno lavorava al massimo 180 giorni?

 

 

Non confondere il numero di pagine pubblicate con quello delle pagine effettivamente sceneggiate. In ogni caso, 50 pagine alla settimana per 10 mesi all'anno fanno circa 2000 pagine . Direi che più o meno ci siamo 

Il dato di dieci pagine al giorno è realistico, se pensi che Boselli, che ha anche compiti da curatore e quindi scrive sostanzialmente part time, riesce a scriverne almeno sei.

 

Il 10/3/2024 at 21:04, Diablero dice:

Quando prendeva Nizzi, all'epoca, rapportato alle cifre in Euro attuali? (all'epoca ovviamente era ancora pagato in lire). 150-200 Euro a tavola?

 

Credo sui 120 o 130 al massimo. 

 

 

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On 2/22/2024 at 3:54 PM, Poe said:

 

Il mio giudizio su questa storia è che Nizzi aveva sicuramente la grande capacità di imitare (quando voleva) lo stile di altri sceneggiatori, soprattutto quando scriveva Texoni, dove cercava di adattarsi al disegnatore di turno e al tipo di storie che questi era solito affrontare, che fosse Kubert, Bernet, Ortiz o Magnus.

In questo caso, dovendo sceneggiare una storia per Ivo Milazzo, decide di rifarsi allo stile di Ken Parker, pur con un ritmo più blando e un montaggio delle scene meno veloce rispetto all’originale; l’attenzione alla psicologia e all’umanità dei personaggi, così come ai rapporti economici e sociali, però, sono quelli tipici delle storie del biondo scout.

 

Però, secondo me, nonostante gli spunti e le influenze altrui, questo Texone, come la “Ballata di Zeke Colter”, non appare un albo derivativo, o un semplice esercizio di stile, ma una storia che Nizzi riesce a far sua, cercando di far immedesimare il lettore nei personaggi (come nel Texone di Parlov, e contrariamente invece a quello di Brindisi, secondo me abbastanza farlocco - a prescindere dal plagio prattiano). E la riprova è che anche Milazzo qui dà il meglio di sé (non l’avrebbe fatto con una sceneggiatura mediocre), realizzando una prova splendida.

 

Nel complesso, storia da 8.

@Poe, Recensione stupenda. Mi hai fatto venire voglia di riprenderlo in mano.

  • Grazie (+1) 1
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