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[Texone N. 03] Il Segno Del Serpente


ymalpas
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Voto alla storia  

48 utenti hanno votato

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Non memorabile ma...che spettacolo i disegni di Galep nel texone a colori. Si, d'accordo, era in fase calante, ha creato tavole migliori, tutto quello che volete ma se io chiudo gli occhi e penso a Tex vedo il Tex di Galep.

Modificato da Old Pawnee Bill
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  • 3 anni dopo...

Texone secondo me  discreto . Lo spunto  è  decisamente intrigante: un libro misterioso, un antico monastero, un alchimista bel personaggio, tormentato, fra l' onesto e il disonesto. Terrificante la scena iniziale coi serpenti. Quando in scena ci sono Tex e Carson il ritmo rallenta un po' e diventa più scontata, ma si mantiene sempre su livelli più che sufficienti, grazie all' indubbio mestiere di Nizzi. Gli antagonisti sono piuttosto fiacchi, ma il finale è  decisamente intrigante, con la scoperta dell'oro finalmente riuscita e il sogno dell' alchimista che si infrange subito dopo.

 

I disegni di Galep, pur non  certo eccezionali, li giudico comunque sufficienti.

Voto 7

Modificato da Grande Tex
  • +1 1
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Piccolo passo falso di Nizzi in un periodo in cui sfornava una bella storia dietro l'altra.

Questa non ha difetti evidenti, ma risulta un pò noiosa e priva di mordente forse perché priva di avversari all'altezza.
Voto alla storia: 6,2
Voto ai disegni: 7,5

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Storia "cucita"su misura per Galep.

Un personaggio intrigante e tormentato,il bibliotecario che custodisce il segreto della pietra filosofale.bel topos!la pietra filosofale è stata infatti nei secoli diciottesimo e diciannovesimo una vera e propria ossessione per gli alchimisti e per gli illuminati (così di facevano chiamare molti gruppi di massoni)...in realtà,gli alchimisti illuminati cercavano di scoprire il segreto della pietra non tanto per arricchirsi quanto perché l' oro, secondo la scala dei metalli, è il più puro in natura e si riteneva essere l'elemento più vicino al Divino.

Da vecchio volpone, Nizzi nella ricerca del segreto affianca al bibliotecario (che rappresenta appunto il classico alchimista "illuminato",ossessionato dalla perfezione e non dalla ricchezza)un farabutto che invece vuole solo arricchirsi.

Lo stesso bibliotecario, con il cervello del tutto obnubilato e accecato dalla sua presunzione, reo di non aver seguito il diktat del vecchio frate rettore del monastero,che gli aveva proibito di aprire il libro, verrà punito per la sua superbia dal fato.

Una storia particolare e molto intrigante,da rileggere con attenzione ogni volta.anche l utilizzo dei serpenti è un chiaro riferimento massonico,a mio modo di vedere.

 

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  • 7 mesi dopo...

Letto ieri questo terzo texone della serie: fa sempre piacere rivedere i disegni del maestro Galep (la cosa migliore dell'albo) che, nella parte introduttiva scritta da Marzorati, ho scoperto fosse anche pittore.

Storia di Nizzi che per me che ricorda le atmosfere bonelliane, ma di un Bonelli non nella sua forma migliore.

Il combinato della storia e dei disegni  costituisce un po' un salto nel passato della saga texiana, ma non nel passato di quelle storie rimaste memorabili, bensì di quelle un po' così, che si leggono, si ripongono, ma non appassionano più di tanto.

 

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  • 2 mesi dopo...

Salve, recuperato oggi. Allora...Galep meritava un Texone e seppur "ricco" di significato umano si vede la fase calante. La storia è intrigante ma si perde nei pessimi antagonisti e in una globale linearità. La presenza del Morisco è gustosa quanto inaspettata. La figura di Sebastian è interessante. Texone decente (carini i dialoghi tra Tex e Carson).

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  • 4 mesi dopo...

La lettura di oggi è questo Texone, che si inserisce in mezzo a Texoni belissimi e non riesce a raggiungerne il livello.

Il grande Galep meritava un Texone e lo ha avuto. E' un Galep non più al massimo della forma, però. Non sempre i disegni sono bellissimi, tuttavia non siamo ai disastri di certe sue ultime fatiche nella regolare e tutto sommato la sufficienza la porta a casa.

Nizzi imbastisce una storia onesta, anche abbastanza interessante. C'è il Morisco, c'è il Messico, c'è Sebastian che è un bel personaggio, c'è la Pietra Filosofale. Ingredienti ce ne sono ma il risultato finale non è indimenticabile. La vicenda si trascina un pò stancamente e non c'è nulla che si faccia davvero ricordare, anche nei dialoghi, belli ma non irresistibili come altre volte.

Un Texone, insomma, interlocutorio, con i due autori decisamente sotto tono, pur raggiungendo una piena sufficienza.

Nizzi 6:50

Galep: 6

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  • Sceriffi

Quando iniziai a collezionare Tex erano usciti soltanto 6 texoni; per recuperare i primi due mi ci volle un po' di tempo, ma "Il segno del serpente", "Piombo rovente", "Fiamme sull'arizona" e "La grande rapina" li ebbi per le mani quasi subito. Se mi chiedete quale tra questi sia il migliore, da adulto risponderei certamente "La grande rapina". Ma è "Il segno del serpente" quello a cui sono più affezionato.

Questo ha tutti gli ingredienti per stuzzicare la fantasia di un bambino di 8-9 anni, lo ricordo e rileggo con grande piacere. Il tratto di Galep, che avevo da poco iniziato a conoscere dalla lettura della serie regolare, è sempre rassicurante, ci fa sentire a casa. Ditene quello che volete, per me rimane uno dei migliori texoni.

  • +1 1
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<span style="color:red;">35 minuti fa</span>, pecos dice:

"La grande rapina".

 Questo è un vero capolavoro. E di Fiamme sull'Arizona cosa ne pensi? 

 

Su Il segno del serpente non voglio pronunciarmi perché non la rileggo da una vita, ma non ne ho affatto un bel ricordo...

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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, Leo dice:

 Questo è un vero capolavoro. E di Fiamme sull'Arizona cosa ne pensi? 

 

Su Il segno del serpente non voglio pronunciarmi perché non la rileggo da una vita, ma non ne ho affatto un bel ricordo...

La grande rapina sarà una delle mie prossime riletture.

  • Mi piace (+1) 1
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<span style="color:red;">2 minuti fa</span>, valerio dice:

La grande rapina sarà una delle mie prossime riletture.

 

Capolavoro di Nizzi.

Capolavoro di Ortiz.

Capolavoro di Tex.

 

Ma Fiamme sull'Arizona secondo me è molto sottovalutata. Per me è un capolavoro nizziano, e anche De La Fuente mi piacque molto. Rileggi anche quella.

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">48 minuti fa</span>, Leo dice:

 Questo è un vero capolavoro. E di Fiamme sull'Arizona cosa ne pensi? 

 

Su Il segno del serpente non voglio pronunciarmi perché non la rileggo da una vita, ma non ne ho affatto un bel ricordo...

 

Fiamme sull'Arizona devo rileggerla, ma anche quella la ricordo come una bella storia. Con la grande rapina invece siamo su un altro livello, quello è uno dei texoni migliori.

 

Ma, come ho detto nel mio messaggio di prima, in questo caso la mia valutazione non è per niente oggettiva. Queste storie sono troppo legate ai miei ricordi, sono certamente tra le prime storie di Tex che ho letto da bambino (ricordo addirittura di averle lette nello studio del nonno, in mattine di vacanza scolastica...) e la mia percezione va oltre a quelli che sono i meriti o demeriti della sceneggiatura e dei disegni. Inoltre Il segno del serpente è ricco di quegli elementi, forse un po' ingenui, che solleticano enormemente la fantasia dei bambini, per questo mi rimase impressa.

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5 ore fa, pecos dice:

Ma, come ho detto nel mio messaggio di prima, in questo caso la mia valutazione non è per niente oggettiva. Queste storie sono troppo legate ai miei ricordi, sono certamente tra le prime storie di Tex che ho letto da bambino e la mia percezione va oltre a quelli che sono i meriti o demeriti della sceneggiatura e dei disegni. Inoltre Il segno del serpente è ricco di quegli elementi, forse un po' ingenui, che solleticano enormemente la fantasia dei bambini, per questo mi rimase impressa.

Quoto il tuo pensiero, perchè anche per il sottoscritto vale quel legame affettivo con queste storie che richiamano la fanciullezza. L'incipit del "Segno del serpente" con la triste scomparsa della pattuglia, sterminata dalla nidiata di serpenti a sonagli, mi colpì tantissimo. Fu il primo texone che acquistai e da allora non ho più smesso. Mi trovo perfettamente d'accordo pure con @Leo in merito al giudizio dei due albi speciali "iberici" 92-93: sia "Fiamme sull'Arizona" che "La grande rapina" sono dei veri gioiellini texiani. Ortiz, in specialmodo,  al debutto mi stregò con il suo stile!  

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Quoto anche io Pecos ed anche Condor senza meta. Questo è il Texone di Magnus sono i 2 a cui sono più legato affettivamente al di la di ogni giudizio su storia e disegni. Me li porto dentro da sempre, dal primo momento. 

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Di questo texone ricordo in particolare l'attesa di veder cimentarsi il grande Galep su questo nuovo formato.

Galep in quel periodo era già in fase calante. Poi la delusione, almeno, per me vederlo scivolare sempre più verso il basso. Scrissero che la storia Nizzi l'avesse scritta su misura per lui, ma in realtà era poca, pochissima roba. Che tristezza vedere un grande, ma veramente un grande, che non ce la faceva più. 

Voto alla storia 5. Voto ai disegni 6 ( ma solo per affetto al padre di Tex).

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  • 8 mesi dopo...

Non parliamo di uno dei migliori Texoni in assoluto, diciamolo subito, tuttavia non posso non dire che la lettura di questa storia non mi sia piaciuta, non foss'altro che per le inusuali circostanze, che portano Tex ed i pards ad avere, seppur non direttamente, a che fare con la leggendaria pietra filosofale. Come idea per una storia degna di essere pubblicata su un albo speciale, dunque, a mio parere ci siamo: al netto di qualche piccolo dettaglio che non mi ha convinto del tutto, la sceneggiatura che Nizzi ha imbastito intorno a questa insolita vicenda risulta nel complesso abbastanza dignitosa, mentre purtroppo non mi sento di dire lo stesso per la prova ai disegni di Galep, un po' troppo impreciso e discontinuo nel tratteggiare pagina dopo pagina i volti dei personaggi, segno evidente che la fase calante era già iniziata (chiarisco subito: anche solo per tributo nei suoi confronti, ritengo sia stato più che giusto consentirgli di cimentarsi con tale formato, all'epoca ancora una novità).

 

Non particolarmente rilevante la statura degli antagonisti di turno, ad eccezione dell'alchimista Sebastian, talmente ossessionato dell'aviazione di riuscire a trasmutare minerali meno nobili in oro da perdere totalmente di vista la realtà che lo circonda, dapprima dilapidando il patrimonio di famiglia, poi tradendo la fiducia dei monaci che lo avevano accolto ed aiutato a riscattarsi e propiziandone involontariamente la morte (a questo proposito, il suo superiore padre Cristobal avrebbe potuto evitare di rivelare a lui, aspirante alchimista, la presenza in biblioteca di un trattato di alchimia), ed infine cadendo nelle grinfie del subdolo Lotero, senza in apparenza rendersi conto di esserne sfruttato per avidità. Un personaggio, Sebastian, che nella sua ingenuità e sostanziale buona fede tutto sommato ispira una sorta di compassione, anche se ho trovato sensata ai fini della trama la fine pur orribile cui va incontro.

 

Sensazioni contrastanti mi ha invece suscitato la risoluta decisione di Tex di dare alle fiamme il libro di alchimia, che al di là dei guai che aveva cagionato restava comunque un volume di gran valore scientifico, che non mi sarebbe dispiaciuto se Tex, anziché optare per la sua distruzione (decisione che, se si dà ascolto al buonsenso, si può comprendere), avesse deciso di affidare al sapiente Morisco, che sicuramente lo avrebbe custodito con oculatezza per mero interesse scientifico, sia pur solo a titolo di ringraziamento per aver messo lui ed i compagni sulla strada giusta per fare luce sulla vicenda (a questo proposito, forse è un po' forzato l'automatismo con cui Tex intuisce che il brujo di Pilares possa dargli le giuste dritte, ma dopotutto nell'economia della storia ci può stare).

 

 

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