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[Texone N. 10] L'uomo Di Atlanta


ymalpas
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Voto alla storia  

37 utenti hanno votato

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L'incontro di Tex con Butler, durante la guerra di secessione, apre le pagine di questo texone che ho recentemente riletto. Nizzi pare particolarmente ispirato quando deve dar vita a questi eroi estrapolati da quel preciso contesto storico. 

 

Aggiungici il capitano de L'Ultimo Ribelle e avrai il quadro completo della bravura di Nizzi con questi personaggi.

 

 

 

Dispiace davvero vederla morire accanto alla fossa che era stata scavata per lei per ben altri motivi, ed è un finale perfetto che però rompe con il tono da commedia sentimentale lasciandoci insoddisfatti per la conclusione.

 

Sicuramente dispiace, ma probabilmente, come dici tu, è il "finale perfetto" per questa storia ;)

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Dispiace davvero vederla morire accanto alla fossa che era stata scavata per lei per ben altri motivi, ed è un finale perfetto che però rompe con il tono da commedia sentimentale lasciandoci insoddisfatti per la conclusione.

 

Dispiace un po' ma non è che il finale tradisca le attese. Quindi non sono restato insoddisfatto, è stato un bel colpo di scena. Sono rimasto male piuttosto per alcuni finali nolittiani un po' da western anni '70 perché mi hanno lasciato l'amaro in bocca, ma questa volta no.

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  • 4 mesi dopo...
  • Sceriffi

RIletto da poco. Grande Nizzi che imbastisce una bella trama centrata sul personaggio di Johnny Butler (che non può non ricordare John Walcott, uno dei personaggi nizziani più riusciti) e della sua fiamma Lola. Forse alcuni passaggi della sceneggiatura sono un po' forzati, ma niente su cui non si possa passare sopra per godersi pienamente la storia. Disegni di Bernet che interpretano alla grande la filosofia dei texoni: interpretazione personale e fuori dai canoni dell'universo di Tex, con un segno quasi caricaturale nei personaggi ed essenziale nelle ambientazioni, ma pienamente wester. Godibilissimo. (Ri)lettura consigliata a chi non lo ricorda.

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  • 3 anni dopo...

Un ottimo Texone che non riprendo in mano da troppo tempo ma di cui conservo un'ottima impressione.

 

Nizzi parte da un antefatto: Tex e il tenente sudista si sono incontrati dalle parti della Georgia durante la Guerra, dove per ora SOLO Nizzi ha fatto capitare Tex nei 4 anni di Guerra.

Viene citata la celebre "marcia sulla Georgia" un capitolo della Guerra civile davvero infame, in cui le Pance Blu si coprirono di vergogna

Anche in questa storia di Guerra Civile in salsa nizziana assistiamo ad un giallo e ad un tesoro. Anche qui non sappiamo fino alla fine se l'ex tenente sudista sia un giuda oppure no. Appena abbozzata la figura del colonnello Shelby, anche se è molto ben resa la sua parte di lurido assassino in divisa blu

Splendida Lola, un personaggio in chiaroscuro che tradisce ma allo stesso tempo si innamora dell sua vittima e lo confessa in punto di morte.

Non ci sono molte scene d'azione, ma la storia è molto ben strutturata

I disegni di Bernet non sono affatto male...

 

Modificato da Barbanera
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Ah , che nostalgia.  Il primo Tex che ho letto, quando avrò  avuto dieci a grazie a mio cugino , che già  lo conosceva, e che me lo prestò  durante una vacanza  in  Puglia . Ricordo  che  non mi interessava  leggerlo perché  volevo solo Topolino, ma poi lo lessi e la storia  mi piacque. Così  lentamente, cominciai ad amare Tex sempre di  più. 

La storia  non è  un capolavoro, poiché  in alcune parti, tipo alcuni inseguimenti di Tex e soci, è  un po' lenta, ma nel complesso è molto buona, grazie ad un buon soggetto, a dei dialoghi  molto  efficaci, e ad alcune scene  molto  belle tipo il flashback  iniziale , l' esibizione di Lola( ottimo  personaggio  grigio che riserva una sorpresa finale e la cui morte mi intristisce  molto adesso, figuratevi da piccolo) , la divertentissima rissa           . ( " Capita a tutti di sbagliare... ma non a mie spese!:lol2:")l' evasione. Grazie  alla serie di continui colpi di scena ,  e soprattutto  di  interessantissimi personaggi , che sono il vero  piatto  forte di questa storia, quali il viscido Kogan, l' infame colonnello Shelby, la già  citata Lola, e soprattutto Jhonny Butler, che mi ricorda un po' Clark Gable( fisicamente, per l' abbigliamento e per il cognome, che è  lo stesso del personaggio  di Rhett in " Via col vento") , del quale, grazie alla sua simpatia, al suo carisma, alla sua audacia e alle sue alte virtù  morali, oltre a un suo certo patriottismo( pur essendo io un nordista convinto:soldatonordista:) mi sono innamorato  fin dalla prima  lettura. I disegni  di Bernet, pur essendo  piuttosto spogli e caricaturali, sono comunque molto attraenti  , soprattutto per la caratterizzazione  dei personaggi, per le espressioni facciali e per la bomba sexy Lola, davvero molto provocante.

Sarebbe da nove ma le do'10 per il grande valore che ha per me:wub:

Grazie  Nizzi e Bernet di avermi fatto innamorare di Tex! Vi sarò  sempre grato.:inch:

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<span style="color:red;">6 ore fa</span>, Barbanera dice:

I disegni di Bernet non sono affatto male...

 

Nizzi, che ammirava Bernet, rimase inizialmente perplesso di fronte all'estrema sintesi del tratto del disegnatore spagnolo sul Texone; poi, a ben rifletterci, si disse convinto di aver visto, in quei tratti troppo stilizzati, comunque la zampata del vecchio leone. Io ci ho visto più di una zampata: nonostante in alcuni passi i personaggi siano effettivamente più schizzati che disegnati, questi emanano un vigore, una forza, una grinta e un fascino grandissimi. Mi è dispiaciuto non aver mai più rivisto Bernet su Tex, anche se sembra che lo stesso Sergio Bonelli in qualche modo temesse di proporre un simile tratto sulla regolare. Peccato. 

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Non ho più riletto il Texone dall'epoca della sua ristampa nella serie "Stella d'oro", proprio a causa dei disegni già di base indigesti e per giunta, almeno a mio parere, davvero tirati via. Da quello che ricordo nemmeno la sceneggiatura era memorabile.

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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, virgin dice:

Non ho più riletto il Texone dall'epoca della sua ristampa nella serie "Stella d'oro", proprio a causa dei disegni già di base indigesti e per giunta, almeno a mio parere, davvero tirati via. Da quello che ricordo nemmeno la sceneggiatura era memorabile.

 

La storia io l'ho apprezzata di più solo ad una seconda lettura. Ricordo ancora il senso di meraviglia che mi colse mentre, leggendo la storia, pensavo a quanto mi stesse piacendo, contrariamente al ricordo che ne avevo. Oggi ormai lo considero una dei più bei Texoni. I disegni danno in effetti la sensazione di esser tirati via, ma ciononostante li trovo estremamente affascinanti.

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<span style="color:red;">23 ore fa</span>, Leo dice:

 

La storia io l'ho apprezzata di più solo ad una seconda lettura. Ricordo ancora il senso di meraviglia che mi colse mentre, leggendo la storia, pensavo a quanto mi stesse piacendo, contrariamente al ricordo che ne avevo. Oggi ormai lo considero una dei più bei Texoni. I disegni danno in effetti la sensazione di esser tirati via, ma ciononostante li trovo estremamente affascinanti.

 

Uhm, allora mi sa che proverò a dargli una seconda possibilità.

Il problema più grande per me era il personaggio della donnina che mi indisponeva assai.

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Storia non male ma che, comunque, non rimane impressa. Normale routine, direi.
Durante tutto l'albo si lascia intendere, tra le righe, che il Tenente o la sua bella figliola si siano serviti di Tex. Alla fine é solo parzialmente così: é stata Lola a servirsi di entrambi.
I disegni di Bernet non sono tra i miei preferiti, però Lola.....
Voto alla storia: 6,5
Voto ai disegni: 7

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  • 1 anno dopo...

Altro buon Texone di Nizzi, non un capolavoro ma comunque una storia godibile.

Ottima la figura di Butler e bella anche Lola (non solo fisicamente, peccato che ci lasci le penne).

La trama è sufficientemente intricata e adatta ad un Texone. Forse si poteva evitare la cattura di Tex e Carson, ma alla fin fine non disturba troppo.

E' un Nizzi non più ispirato, su temi comunque in cui sguazza bene (le vicende della guerra di secessione e affini), ma appunto essendo "a casa sua" mette in porto una prova di tutto rispetto.

I disegni bene anche se forse troppo stilizzati.

Bernet 7

Nizzi 7

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  • 1 mese dopo...

Fa sempre uno strano effetto vedere Tex tratto d'impaccio da altri, e in questo Texone accade due volte: in apertura della storia, quando Butler (chiaro omaggio, il suo  cognome, al personaggio di "Via col Vento") lo tira fuori dalla sabbie mobili (ma qui ci può stare, perché l'antefatto genera il debito di riconoscenza di Tex) e poi quando lo libera con Lola dalle guardie carcerarie. Ecco, forse avrei evitato la seconda, che un po' alimenta la teoria del Tex di Nizzi "piccione" , sui cui non mi pronuncio, non avendo seguito abbastanza il nostro eroe nel periodo nizziano, che ha coinciso in gran parte con la mia "pausa texiana".

Altri passaggi della vicenda non mi hanno convinto (ad esempio, la sicurezza di Tex di non aver noie dalla vicenda con le guardie carcerarie), ma, in definitiva è una storia che si legge in modo scorrevole e con alcuni personaggi indovinati, come Butler e Lola , che muore tragicamente, in un finale che si fa repentinamente cupo.  Un 7 come voto alla storia ci sta.

Per quanto riguarda i disegni di Bernet, non male Tex e Carson nella sua interpretazione personale, ma ho trovato alcuni volti dei personaggi di contorno  troppo caricaturali e, in alcune vignette, Lola troppo "pin up da fumetto". Complessivamente, un 7 anche alla prova texiana di Jordi Bernet.

 

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  • 2 mesi dopo...

Storia che, partendo da un buonissimo materiale, non mi ha convinto appieno e non mi è facile spiegare perché. Mi dà l'idea che la trama non entri mai nel vivo, che i personaggi siano poco approfonditi, come delle marionette. Anche i dialoghi non sono mai spiritosi, né epici, né qualsiasi cosa: sono piatti e monotoni. Peccato perché il materiale era ottimo e la storia, nella sua semplicità, sarebbe anche piuttosto bene organizzata tra fughe ed evasioni, però, ripeto, mi ha dato l'impressione di un non - finito, di rintuzzato. 

 

I disegni di Bernet a me sono piaciuti l: spigolosi, sintetici, ma di grande dinamismo e capaci di trasmettere emozioni. Storia da 7, disegni da 8.

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  • 2 mesi dopo...

Non avevo grandi aspettative per questo speciale, ma sono stato piacevolmente smentito. Nizzi confeziona un grande soggetto con ottime idee e con una trama scorrevole che non annoia mai anzi tutte le faccende vengono sviscerate con un ottimo ritmo con una giusta calibratura tra azione, umorismo e investigazione. Tutti i personaggi sono ben riusciti e siamo ancora nella fase nizziana nelle quale Carson non è del tutto caricaturale. Ho trovato qualche inciampo nella sceneggiatura (es. IMHO non è da Tex, anche se giovane, finire nella trappola delle sabbie mobili oppure sempre lo stesso Tex si libera in un attimo dopo che era stato legato) ma non inficiano più di tanto, mentre non boccio il fatto che Tex si sia fatto "fregare" dagli ex soci di Shelby anche perchè è una parte della matassa che i pards non conoscevano. Figura importante se non centrale della storia è quella di Lola disegnata in maniera molto sexy da Bernet e caratterizzata forse un po' troppo eccessivamente. Mi è piaciuto il finale.

Anche i disegni sono stati alla fine superiori alle aspettative, ero titubante nel prendere in mano l'albo perchè non mi piacevano, ma rimanendo dell'idea che non sono nel mio stile li ho comunque apprezzati perchè sono riusciti a farmi capire la storia e a farmi addentrare lo stesso nei personaggi.

 

Soggetto 9

Sceneggiatura 8

Disegni 8

 

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  • 3 mesi dopo...

“L’uomo di Atlanta” inizia con Tex e Carson che fanno evadere dalla prigione un ex tenente sudista, il quale, appena uscito, chiede loro di far evadere da un’altra prigione un ex colonnello... “Gran Putifarre!”, esclama Carson perplesso. “Sta diventando una mania!”

 

Insomma, in poche pagine un’altra evasione da realizzare e che sembra andare a buon fine come la prima, se non fosse che fuori dal carcere gli ex commilitoni del colonnello sorprendono i Nostri, li legano e li impacchettano per bene lasciandoli in mezzo alla prateria, “legati come salami” (come si lamenta Carson).

Il tempo di sciogliere i nodi e liberarsi dalle corde che, ecco, appaiono i sorveglianti del carcere i quali sorprendono ancora una volta i Nostri. “Mani in alto, bastardi”, esclamano. Breve colluttazione, Tex e Carson che hanno la peggio (contro 5 secondini scalcinati e tutt’altro che irresistibili), quindi ecco che i Nostri si ritrovano una seconda volta - nel giro di poche pagine - ancora “legati come salami”, buttati di traverso sui cavalli con i sorveglianti che li portano in prigione e Tex che, ammaccato, commenta: “Situazione poco allegra!”

 

Viene da chiedersi se Nizzi, influenzato dai disegni di Jordi Bernet, si sia lasciato un po’ troppo andare, confezionando una storia comica, alla Torpedo, per intendersi. Ma no, in realtà la storia è serissima, non c’è nessun intento caricaturale né tantomeno parodistico (e ci mancherebbe altro!). Eppure l’effetto è quello, Tex e Carson per quasi tutto l’albo non ne azzeccano una, si fanno sorprendere, legare, ingannare, infinocchiare un po’ da tutti, senza mai sospettare nemmeno un po’ che dietro tutte queste evasioni e personaggi ambigui, più che nobili intenti ci siano invece interessi poco cristallini, e cioè il solito tesoro dei Confederati, nascosto durante la Guerra Civile. (Apro una parentesi  per far notare, tra l’altro, che a leggere le storie di Nizzi sembra che durante la Guerra di Secessione gli ufficiali, invece di combattere, passassero il tempo a nascondere tesori!)

 

I Nostri per fortuna si riscattano nel finale, capendo finalmente - meglio tardi che mai - di essere stati usati dalla bella Lola Dixieland, personaggio che molti commentatori considerano interessante e originale, dimenticando forse che di simili figure femminili GL Bonelli ha riempito la serie fin dai primissimi numeri: entraineuse ambigue, proprietarie di saloon dalla doppia faccia, ballerine e cantanti che si rivelano abili doppiogiochiste, basta ricordare - tra le tante - Cora Gray alias Satania, o Janet Brent alias il Drago Nero (quest’ultima sicuramente molto più sexy e affascinante di Lola, tra l’altro).

 

Insomma, il soggetto di questo Texone, che ruota attorno a due evasioni e alla caccia al tesoro confederato, è piuttosto scontato, e nemmeno la sceneggiatura brilla particolarmente: personaggi poco approfonditi, dialoghi ben fatti ma niente di che, nessuna scena memorabile (anche i flash back sulla Guerra civile sono puro pretesto e luogo comune). Una storia di ordinaria amministrazione, quindi, se non fosse per gli straordinari disegni di Bernet, grandissimo maestro del bianco e nero e della sintesi, che con pochi tratti dà vita a personaggi altrimenti anonimi, aggiungendo atmosfera ai paesaggi ed espressività ai visi - con finezze d’attori - anche dei Nostri.

 

Per meglio valutare questo Texone basta confrontarlo con “La grande rapina” di Nizzi/Ortiz, sceneggiatura invece bellissima, con personaggi duri e spietati, un Tex e un Carson abili, astuti e implacabili cacciatori d’uomini, dialoghi secchi, ironici, cinici, un gran ritmo, suspense a go go e scene indimenticabili (una per tutte quella finale sul treno con la morte dei due amanti).

Qui, invece, ne “L’uomo di Atlanta”, le cose che rimangono impresse dopo aver chiuso l’albo, sono - come detto - i magnifici disegni di Bernet e la pin-up Lola (la sua rappresentazione grafica non il carattere). Un po’ poco.

Concludendo:     Soggetto: 6      Sceneggiatura: 6, 5     Disegni: 9

Modificato da Poe
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Uno dei miei Texoni preferiti... comincia come un'avventura scanzonata (Gargantuesca rissa da Saloon compresa) e cambia pelle, morbido e implacabile, per tramutarsi in un noir romantico e sfumato, dall'epilogo sconsolato.

Nizzi torna a confrontarsi con la Guerra di Secessione, e come in FUGA DA ANDERVILLE, l'avidità regna sovrana a fare a brandelli ciò che resta degli Ideali. Qui poi fa uno scarto ulteriore, affondando le mani nei crimini e massacri di quanti hanno combattuto dalla parte "giusta" della Storia.

Jordi Bernet, in totale controtendenza con quanti venivano prima di lui (si arrivava dai meravigliosamente dettagliati Capitanio e Magnus), spinge ulteriormente il suo tratto verso un'essenzialità dinamica, che amplifica atmosfere e chiaroscuri noir. Un lavoro grafico che può essere "divisivo", e a me piace moltissimo.

Menzione doverosa per la Meravigliosa Lola Dixieland, senza ombra di dubbio una delle presenze femminili più affascinanti e magnetiche (graficamente, e non) mai apparse sulle pagine di Tex.

p.s.

Qui Tex e Carson non esitano a mettere in atto l'evasione di un prigioniero, per saldare un debito di riconoscenza del primo e per puro senso dell'Amicizia, prendendo a cazzotti e tramortendo militari dell'Esercito degli Stati Uniti...forse dovrebbe leggersela chi ciancia del Tex Nizziano come di uno "sbirro".

 

Voto : 9

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  • 6 mesi dopo...

Giustissimo. Ma anche se non ci fosse quel motivo, il fatto che Lola sia insopportabile è un motivo sufficiente per ammazzarla.

Non mi sarei lamentato nemmeno se Tex le avesse sparato in testa così a bruciapelo, perché va bene tutto, ma a un certo punto poi basta.

  • Haha (0) 2
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, virgin dice:

Giustissimo. Ma anche se non ci fosse quel motivo, il fatto che Lola sia insopportabile è un motivo sufficiente per ammazzarla.

Non mi sarei lamentato nemmeno se Tex le avesse sparato in testa così a bruciapelo, perché va bene tutto, ma a un certo punto poi basta.

Tex non spara alle donne. Comunque il punto è che il tradimento di Lola è, secondo me, uno stratagemma da due soldi con vui Nizzi ha macchiato una storia altrimenti di ottimo livello.

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