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TWF - Tex Willer Forum

Come lavorava Galep sulle prime tavole di Tex


ymalpas
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Tavola originale di Galep per la storia di Satania.

 

Nel medesimo foglio tre strisce ( la quinta striscia ) appartenenti a tre albi a striscia diversi.

 

Così lavorava Galep. Su tre albi a striscia diversi contemporanemente.

 

La cosa interessante in tutto questo è che il foglio sia intero e che Galep non  lavorasse con i ritagli delle tre strisce che si 

 

ricavavano dal foglio intero.

 

Da questo fatto si evince che una tavola come la seguente, spacciata come la prima disegnata da Galep, 

 

 

vKycFu7.jpg

 

 

 

probabilmente non è mai esistita. La prima tavola di Tex disegnata da Galep, se il suo modo di lavorare

 

era lo stesso evidenziato sopra, dovrebbe infatti avere tre strisce numerate 1, ovvero, quelle de "Il totem misterioso" e quelle dei

 

due albi a striscia successivi. Siamo nel campo delle ipotesi ma è ragionevole pensare che le cose

 

stiano proprio così.

  • +1 2
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Ne ero al corrente da tempo.

Gli albi erano confezionati agruppi di tre e poi venivano tagliati. ottenendo il formato striscia. Suppongo che per motivi pratici si potesse stampare solo il foglio intero da qui l'esigenza di preparare tre albi alla volta.

Anni fa mi capitò di vedere degli esemplari non tagliati. Forse scartati a causa di qualche difetto?

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Premetto che la tavola di "Satania!" non riesco a vederla.

Io ho visto parecchie strisce originali, pinzate a tre per la ristampa sulla collana "Gigante"

ma anche molte singole. In più, a pagina 72 del libro "L'arte di Galep" di Graziano Romani

si vede sul tavolo che Aurelio ha la pagina di sceneggiatura intera (gli scarabocchi di GLB),

 ma sta realizzando chiaramente una striscia singola. Anche perché mi sembrava di aver

letto che lui andasse meglio così.

Niente nega che all'inizio lavorasse a tre albi contemporaneamente, ma che poi

abbia preferito fare le pagine "un pezzo alla volta".

Modificato da Dix Leroy
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Infatti stiamo parlando delle primissime storie disegnate da Galep. Che la sceneggiatura fosse intera è ininfluente sul modo di lavorare di Galep che come dice sopra Carlo era una necessità più che una scelta. Sul fatto che all'inizio Galep lavorasse su tre diversi albi a striscia contemporaneamente si era già espresso tempo fa Francesco Bosco. Non c'è dubbio alcuno su questo fatto. Permane l'incertezza sulla primissima tavola, ma ragionevolmente possiamo supporre che contenesse le prime strisce de "Il totem misterioso", "La roccia parlante" e "Terrore a Calver City". Non è forse neanche un caso che la storia "Il totem misterioso" si componga esattamente di tre albi a striscia invece che di quattro. Per coloro che oggi protestano per le storie di Tex ingabbiate nei due albi, già dalla prima storia in assoluto la lunghezza è stata determinata dal numero delle pagine (strisce) a disposizione dello sceneggiatore piuttosto che dalla sua creatività e fantasia. Tex già imbrigliato sin dalla prima striscia, insomma. Anche questo è un aneddoto!

  • +1 1
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Che la fantasia di Galep fosse imbrigliata dalle esigenze editoriali lo dimostrano alcune spettacolari vignette di "Occhio Cupo",

"Gli Sterminatori", "L'agguato nella foresta", "Il segreto della valle nascosta" e altre delizie che non ho potuto

ammirare per problemi economici/anagrafici...

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Questo però non c'entra con il discorso.

IPer tutto il periodo a striscia GLB aveva lavorato su storie dalla durata soatanzialmente predeterminata almeno nel senso che erano composte di episodi di 32 pagine a striscia. Poteva variare il numero di episodi ma la storia sarebbe inevitabilmente finita a pag. 32 dell'ultimo albetto. Non ho mai avuto la sensazione che la sua fantasia ne fosse ingabbiata.

 

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10 ore fa, Carlo Monni dice:

Questo però non c'entra con il discorso.

IPer tutto il periodo a striscia GLB aveva lavorato su storie dalla durata soatanzialmente predeterminata almeno nel senso che erano composte di episodi di 32 pagine a striscia. Poteva variare il numero di episodi ma la storia sarebbe inevitabilmente finita a pag. 32 dell'ultimo albetto. Non ho mai avuto la sensazione che la sua fantasia ne fosse ingabbiata.

 

Bonelli era una macchina. Il suo stile può piacere o meno, essere sorpassato o estremamente moderno,

ma una cosa l'ha dimostrata per anni: nulla poteva fermarlo, che fosse il formato, il numero di pagine o il personaggio protagonista

(difatti in ogni serie a cui ha lavorato spunta prima o poi la civiltà perduta, la ricerca di un tesoro e una storia con elementi sovrannaturali.

Diverso è il discorso del disegnatore, costretto a racchiudere queste vicende in vignette sempre più piccole.

SI passò dal formato giornale "Audace" alla strisciolina solo per contenere i costi e adoperare meno carta possibile

(non parliamo poi del libriccino in cui venivano realizzati i fumetti di Za La Mort, o del Cavaliere Nero) che erano per forza

di una qualità artistica ridotta al lumicino.

Per la cronaca, al tempo del primo Tex, un albo di Plutos ne aveva solo 16, mentre "Mani in Alto!" pur con formato

più grande addirittura 8...

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<span style="color:red;">12 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

Questo però non c'entra con il discorso.

IPer tutto il periodo a striscia GLB aveva lavorato su storie dalla durata soatanzialmente predeterminata almeno nel senso che erano composte di episodi di 32 pagine a striscia. Poteva variare il numero di episodi ma la storia sarebbe inevitabilmente finita a pag. 32 dell'ultimo albetto. Non ho mai avuto la sensazione che la sua fantasia ne fosse ingabbiata.

 

 

Questo vale anche per le storie pubblicate in questi ultimi anni. A volte si ha la sensazione che certe avventure dovessero durare di più, a volte di meno. Ma il più delle volte è solo una percezione falsata o un nostro desiderio di lettore.

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<span style="color:red;">15 ore fa</span>, ymalpas dice:

65161776_1_x.jpg?version=1537820672&format=pjpg&auto=webp&quality=50

 

 

Tavola originale di Galep per la storia di Satania.

 

Nel medesimo foglio tre strisce ( la quinta striscia ) appartenenti a tre albi a striscia diversi.

 

Così lavorava Galep. Su tre albi a striscia diversi contemporanemente.

 

La cosa interessante in tutto questo è che il foglio sia intero e che Galep non  lavorasse con i ritagli delle tre strisce che si 

 

ricavavano dal foglio intero.

 

Da questo fatto si evince che una tavola come la seguente, spacciata come la prima disegnata da Galep, 

 

 

vKycFu7.jpg

 

 

 

probabilmente non è mai esistita. La prima tavola di Tex disegnata da Galep, se il suo modo di lavorare

 

era lo stesso evidenziato sopra, dovrebbe infatti avere tre strisce numerate 1, ovvero, quelle de "Il totem misterioso" e quelle dei

 

due albi a striscia successivi. Siamo nel campo delle ipotesi ma è ragionevole pensare che le cose

 

stiano proprio così.

 

Il che mi sembra assurdo e probabilmente lo è.  Negli anni Sessanta ti posso assicurare che le strisce erano strisce e andavano di seguito. Tra l'altro il formato era piuttosto grande. Altrimenti Bonelli avrebbe dovuto impazzire a preparare tutti quelli albi in anticipo. E perché mai?

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, borden dice:

Il che mi sembra assurdo e probabilmente lo è.  Negli anni Sessanta ti posso assicurare che le strisce erano strisce e andavano di seguito. Tra l'altro il formato era piuttosto grande. Altrimenti Bonelli avrebbe dovuto impazzire a preparare tutti quelli albi in anticipo. E perché mai?

 

 

Non so risponderti. però posso postare due strisce della serie navajo (serie n. 28) del 1962. Sono due numeri consecutivi di tre, stampati nello stesso foglio e poi ritagliati in seguito. La cosa è evidentissima perché la prima striscia in alto  "Il sicario", ritagliata male, contiene una porzione dell'immagine della striscia successiva "Fuoco nella notte".

 

t2Y0tT9.jpg

 

 

Se questo procedimento è riscontrabile nelle copertine, è possibile che la cosa avvenga anche per le pagine interne.

 

E Bonelli non è che anticipasse di chissà quanto il lavoro, le strisce infatti erano, tre a tre, di una stessa identica storia.

 

Il lavoraccio era tutto del Galleppini.

 

 

 

 

Qui sotto altra tavola - non ritagliata - della serie GIla del 1957 / 1958.

 

 

tex-serie-gila-10-11-12.jpg?fit=1417%2C2005&ssl=1

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Sono certo che non siano tavole, ma prove di stampa. Lo prova il fatto che quelle in alto sono COPERTINE, non originali di Galep!  (Sugli originali non ci sono  titoli, prezzo e colori!)

 

Evidentemente gli albi venivano STAMPATI tre alla volta. Formato cosiddetto A4, ora si chiama così, adatto alle rotative, e poi tagliato.Non esisteva la rotativa per le strisce. La cosa ha senso, per la tipografia! Ma NON erano disegnati così. Sarebbe follia, Galep disegnava una striscia dopo l'altra, in sequenza, ovviamente.

Modificato da borden
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Può essere, può essere così, come dici.

 

Però queste tavole sono spacciate per originali e non come "prove".

 

Costano come gli originali centinaia di euro e non poche dicine di euro come delle stampe.

 

Se sono effettivamente prove è come dici tu, era la redazione a disporle così nell' A4 per la stampa.

 

Se invece sono originali, allora dobbiamo supporre altro, non credi ?

 

Per le copertine non so. Erano stampate contemporaneamente tre strisce diverse.

 

Ma sono copertine e non originali galleppiniani.

 

Non ho mai visto fogli A4 con tre copertine originali di Galep.

 

Le originali a striscia, con prove di colore aggiunte, le ho viste sempre "ritagliate".

 

Forse Bosco, se ci legge, potrà chiarire. Ricordo che fu tra i primi a parlarne anni e anni fa,

 

ma anche devo dire che non ricordo esattamente cosa disse in merito.

 

Parola agli originali.

 

 

 

 

Per curiosità tua e di altri metto il link alla casa d'aste che vende la tavola di Satania, sopra, al prezzo di 2000 euro.

Se è una prova, ammazza, che ladri!

 

https://www.liveauctioneers.com/item/65161776_galleppini-aurelio-and34-tex-sataniaand34-1950

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On 31/10/2018 at 17:05, borden dice:

Boh, avrei dovuto dire FORSE. Non capisco.

 

 

Ho avuto nei gironi scorsi uno scambio di mail con Francesco Bosco (che non può purtroppo intervenire direttamente su questo forum per una serie di motivi) che come avevo detto sopra, avendo stduiato le prime 40000 (se non mi sbaglio) strisce di Tex, vedendo decine e decine di originali e scambiando qualche parola con i disegnatori direttamente interessati, conferma tutto quanto ho riportato sopra. 

 

Cito testualmente dalle sue mail:

 

Cita

 

Il modus operandi era comunque quello che tu hai indicato, venni a conoscenza di questo particolare parlandone con Uggeri nel 1993, ci studiai un po' e verificai che quello che mi aveva detto corrispondeva a verità: il disegnatore seguiva la sceneggiatura che prevedeva su un ogni singolofoglio l'evoluzione di 3 episodi contemporaneamente. E così in stampa, dove solo alla fine si provvedeva a tranciare in tre parti il fascicolo ottenuto preliminarmente. 

Questa cosa evidentemente riguardò solo le strisce settimanali e la stampa delle raccoltine "rosse", non certo le 1-7 e gran parte delle "bianche", due collane che raccoglievano i resi delle strisce.

Probabilmente le tavole, almeno quelle disegnate da Galep, erano inizialmente intere e credo divise solo quando si andò in stampa peril f.to Albo d'Oro.

 

Quanto durò questo sistema ?

 

Cita

 

[...] forse che ad un certo punto l'impostazione di lavoro fu cambiata, ma non so' dirti quando: sicuramente fino alla fine degli anni '50 il vecchio sistema rimase in piedi, visto che io stesso ho, ed ho visto, tavole originali di Galep impostate sulla struttura originaria. 
 

 

Il discorso valeva anche per le copertine originali delle strisce ?

 

 

Cita

 


Anche le copertine erano improntate su un unico foglio e questo perchè ho visto con i miei occhi un originale di Galep dei primissimi episodi (più uno della raccoltina "rossa" dei primi anni '60)...

 

 

Come lavorava invece GL Bonelli in quegli anni ?

 

 

Cita

 


Magari il discorso cambia per lo sceneggiatore, che di confusione ne avrebbe di più e infatti sono convinto che GL lavorasse si su tre episodi contemporaneamente ma su tre strisce di carta separate. Anche qui non vedo altre ipotesi.

Ti cito Uggeri: "Tex è nato cosi', di corsa, senza pensarci e mi ricordo anche come Bonelli lo faceva: mai visto niente di simile in vita mia. lui prendeva dei foglietti, li tagliava in tre e faceva: prima striscia del primo episodio, prima striscia del secondo episodio, prima striscia del terzo episodio, così via. Aveva lì una cartina dell'America con la dislocazione delle tribù indiane e lui costruiva le storie così. Non ho mai capito, il Tex era un miracolo..."

 

 

Spero che Francesco Bosco possa quanto prima intervenire sul forum perché sono notizie molto interessanti! Intanto potete rileggervi il numero della rivista Texiani curata dal sito bacie & Spari dove lui stesso ne parla.

 

  • +1 1
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On 31 ottobre 2018 at 16:42, ymalpas dice:

Può essere, può essere così, come dici.

 

Però queste tavole sono spacciate per originali e non come "prove".

 

Costano come gli originali centinaia di euro e non poche dicine di euro come delle stampe.

 

Se sono effettivamente prove è come dici tu, era la redazione a disporle così nell' A4 per la stampa.

 

Se invece sono originali, allora dobbiamo supporre altro, non credi ?

 

Per le copertine non so. Erano stampate contemporaneamente tre strisce diverse.

 

Ma sono copertine e non originali galleppiniani.

 

Non ho mai visto fogli A4 con tre copertine originali di Galep.

 

Le originali a striscia, con prove di colore aggiunte, le ho viste sempre "ritagliate".

 

Forse Bosco, se ci legge, potrà chiarire. Ricordo che fu tra i primi a parlarne anni e anni fa,

 

ma anche devo dire che non ricordo esattamente cosa disse in merito.

 

Parola agli originali.

 

 

 

 

Per curiosità tua e di altri metto il link alla casa d'aste che vende la tavola di Satania, sopra, al prezzo di 2000 euro.

Se è una prova, ammazza, che ladri!

 

https://www.liveauctioneers.com/item/65161776_galleppini-aurelio-and34-tex-sataniaand34-1950

Ho visto l'immagine della casa d'aste e pur non essendo di ottima risoluzione non mostra segni di bianchetto

o matite o segni tipici della tavola originale. Si tratta quasi certamente di una prova dalle matrici di stampa

(anche dal colore della carta). Una ottima copia d'annata.

  • Grazie (+1) 1
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Mi stupisce quel che dice Bosco.E' impossibile lavorare così. In particolare la testimonianza di Uggeri sulla sceneggiatura è assurda e non so perché si sia sognato una cosa del genere, ma è una tecnica fuori di testa. E' chiaro che si tratta di prove di stampa e non di originali. LO PROVANO LE COPERTINE.

 

La mia teoria di prima è la più sensata.Dix conferma quanto io penso e porta un altro indizio: gli originali che io ho visto sinora sono sempre stati a striscia, INGIALLITI , con segni di biacca e indicazioni a matita.

 

 

 

 

 

Modificato da borden
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6 ore fa, Dix Leroy dice:

Ho visto l'immagine della casa d'aste e pur non essendo di ottima risoluzione non mostra segni di bianchetto

o matite o segni tipici della tavola originale.

 

 

Perché cerchi segni di bianchetto ?

Mauro può testimoniare avendo partecipato all'incontro per la mostra del settantennale che Gianni Bono ha chiarito come mai dalla striscia originale con la scritta scagnozzi si sia passati a quella censurata con la scritta uomini senza che ci siano segni di bianchetto: Galep lavorava su carta schoeller di certo spessore e la china veniva levata via a colpi di lametta senza che sulla carta restassero segni evidenti di manipolazione.

 

Poi il bianchetto lo usi per censurare e se la tavola non è censurata ?

 

Le matite. Galep non usava le matite nelle prime storie di Tex, lo so solo io ? Ci lavorava di notte  sulle strisce e lavorava direttamente con la china!

 

Da intervista di G. Brunoro a Galep (1977)

 

""

In effetti, c’è stato proprio quel periodo, che nell’arco di pochissimi mesi quel formato a striscia ha incontrato un grosso successo.
 

E’ stato così, l’aveva inventato quel tale dobbiamo dargli il merito che aveva fatto il Piccolo Sceriffo e subito io glielo ho imitato perché avevo saputo che per fare questo libretto, l’editore dava a stampare al tipografo un album intero che poi tagliato diveniva tre albi e poi lo passavano all’allestimento. Quindi con la spesa di un albo ne facevano tre. E’ stata una trovata commerciale. Io di giorno mi occupavo di Occhio Cupo, a fare delle storie disegnate con cura, invece il Tex non l’avevo studiato neanche come personaggio, immagini che li disegnavo senza nemmeno fare la matita. Lavoravo in uno studio insieme a un disegnatore. Io non avevo posto, questo mi dava la camera, mi faceva dormire insieme a lui e allora gli davo la scrittura dei fumetti, quindi c’era un reciproco interesse.

""

 

Quali altri segni tipici dovrebbe avere la carta non lo specifici, quindi mi fermo qui.

 

 

6 ore fa, Dix Leroy dice:

Si tratta quasi certamente di una prova dalle matrici di stampa

(anche dal colore della carta).

 

Che ciolore dovrebbe avere la carta ? Si tratta di una foto e i colori dipendono anche dalla luce dell'ambiente nel momento in cui la foto è scattata. Una tavola vecchia di settant'anni che colore dovrebbe avere ? La prova delle matrici di stampa dovrebbe avere il colore nero uniforme, esattamente come lo vediamo negli albi. Nella seconda tavola che ho postato si vedono chiaramente le pennellate.

 

 

6 ore fa, Dix Leroy dice:

Una ottima copia d'annata.

 

 

Venduta a 2000 euro :lol:


 

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1 ora fa, ymalpas dice:

 

 

Perché cerchi segni di bianchetto ?

Mauro può testimoniare avendo partecipato all'incontro per la mostra del settantennale che Gianni Bono ha chiarito come mai dalla striscia originale con la scritta scagnozzi si sia passati a quella censurata con la scritta uomini senza che ci siano segni di bianchetto: Galep lavorava su carta schoeller di certo spessore e la china veniva levata via a colpi di lametta senza che sulla carta restassero segni evidenti di manipolazione.

 

Poi il bianchetto lo usi per censurare e se la tavola non è censurata ?

 

Le matite. Galep non usava le matite nelle prime storie di Tex, lo so solo io ? Ci lavorava di notte  sulle strisce e lavorava direttamente con la china!

 

Da intervista di G. Brunoro a Galep (1977)

 

""

In effetti, c’è stato proprio quel periodo, che nell’arco di pochissimi mesi quel formato a striscia ha incontrato un grosso successo.
 

E’ stato così, l’aveva inventato quel tale dobbiamo dargli il merito che aveva fatto il Piccolo Sceriffo e subito io glielo ho imitato perché avevo saputo che per fare questo libretto, l’editore dava a stampare al tipografo un album intero che poi tagliato diveniva tre albi e poi lo passavano all’allestimento. Quindi con la spesa di un albo ne facevano tre. E’ stata una trovata commerciale. Io di giorno mi occupavo di Occhio Cupo, a fare delle storie disegnate con cura, invece il Tex non l’avevo studiato neanche come personaggio, immagini che li disegnavo senza nemmeno fare la matita. Lavoravo in uno studio insieme a un disegnatore. Io non avevo posto, questo mi dava la camera, mi faceva dormire insieme a lui e allora gli davo la scrittura dei fumetti, quindi c’era un reciproco interesse.

""

 

Quali altri segni tipici dovrebbe avere la carta non lo specifici, quindi mi fermo qui.

 

 

 

Che ciolore dovrebbe avere la carta ? Si tratta di una foto e i colori dipendono anche dalla luce dell'ambiente nel momento in cui la foto è scattata. Una tavola vecchia di settant'anni che colore dovrebbe avere ? La prova delle matrici di stampa dovrebbe avere il colore nero uniforme, esattamente come lo vediamo negli albi. Nella seconda tavola che ho postato si vedono chiaramente le pennellate.

 

 

 

 

Venduta a 2000 euro :lol:


 

Come ho precisato la risoluzione della scansione non mi permette di fare una valutazione definitiva.

Galep poteva lavorare direttamente con il pennello, te lo concedo perché si tratta di un fatto storico,

ma Rognoni no. Letterare non era il suo mestiere e se non sbagliava lui, succedeva che doveva riscrivere

per revisioni dei dialoghi. Poi ci pensavano in redazione poi a cambiare di nuovo per censurare per le

ristampe. Poi negli originali erano presenti segni di rifilo o riferimenti per squadrare le vignette.

Poi non ho visto segni più chiari o più scuri del tratto a china, che nella riproduzione per cliscè 

veniva sempre azzerata per motivi che non sono bravo a spiegare, ma che conosco.

Insomma (a parer mio) si tratta di una bozza stampata con torchio manuale prima di cominciare

la produzione vera e propria.

E per me il colore della carta è più simile a come appaiono oggi gli albi stampati piuttosto

dei cartoncini originali, alcuni dei quali ho avuto l'onore di contemplare qualche anno fa.

Per il valore che posso dire: non ci possono essere molti esemplari di queste stampe, intonse

e riproducenti tre strisce di tre albi differenti.

Se uno la vuole sò dumila cocuzze.

Se potessi averla sottomano sarebbe un'altro discorso. Un disegno a mano e una stampa

seppur di qualità sono due cose completamente diverse.

Modificato da Dix Leroy
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Tutto quello che racconti Dix sono fantasiose opinioni che hai sul come dovrebbero essere le tavole o le prove di stampa.

 

Io invece ti sto portando argomenti concreti e testimonianze (non dell'ultimo venuto). 

 

<span style="color:red;">38 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

Se uno la vuole sò dumila cocuzze.

 

Qui siamo al puro delirio. Nell'asta si parla di tavola ORIGINALE a 2000 euro.

 

Altrimenti è TRUFFA. E interviene la polizia postale. Ma secondo te quelli delle aste si permettono simili azioni ? Gli esperti che certificano l'autenticità dichiarano il falso ?

 

 

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Tah… Dahh!!!

Credo di fare la felicità di molti dicendo che HO SBAGLIATO!

Per fare una ulteriore verifica ho salvato l'immagine nel desktop e l'ho aperta

con un programma invece che ingrandirla sul browser.

In alto e nei bordi la tavola sembra leggermente sporca ma senza i particolari

tipici della tavola originale.

Nella striscia inferiore sono presenti le pennellate non completamente nere

(sul personaggio a destra) e nella vignetta centrale la correzione al testo (ritoccata con bianchetto)

nell'ultima riga del dialogo di Carson.

Se si fosse trattato di una correzione apposta su una prova di stampa essa sarebbe stata

annotata a lato o comunque resa visibile.

Contenti? Io si.

Comunque, so cos'è una tavola originale (ho frequentato disegnatori e lo sono stato anche io)

e so cos'è una bozza di stampa (ora le faccio col plotter, prima le facevo con il tirabozze offset,

prima ancora con il torchio tipografico, per un po' ho fatto anche le serigrafie).

Se si fosse trattato di una prova di stampa di una tavola NON pubblicata (quindi inedita)

il prezzo di 2.000 euro sarebbe stato anche troppo onesto.

Ma anche di questo non parliamone più.

Modificato da Dix Leroy
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Wow! Incredibile! Ma se è vero che Galep lavorava così, beh, non era però possibile che lo facesse Bonelli. Scrivere tre puntate contemporaneamente così, come testimonierebbe Uggeri? DAVVERO qualcuno ci crede?

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Just now, borden dice:

Wow! Incredibile! Ma se è vero che Galep lavorava così, beh, non era però possibile che lo facesse Bonelli. Scrivere tre puntate contemporaneamente così, come testimonierebbe Uggeri? DAVVERO qualcuno ci crede?

Le esigenze dell'Audace lo richiedevano, altrimenti il primo albo di Tex non avrebbe potuto uscire prima di aver

completato il numero tre. GianLuigi Bonelli era perfettamente in grado di farlo, non ne ho dubbi. Ma quando la continuità

cominciò a traballare (era una procedura assurda) probabilmente si fece una riunione e si pensò come cambiare tattica.

Penso che Galep andasse fuori di testa, soprattutto quando faceva Tex e Occhio Cupo contemporaneamente.

Quello che non mi rendo conto è come possano esistere ancora tavole non tagliate, in quanto la tavola "tre in uno" poi doveva

essere separata per realizzare le matrici per gli albi d'oro e la gigante...

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Perché Uggeri avrebbe mai dovuto dire corbellerie ? E' il primo a manifestare un grande stupore.

 

Dalla tavola di "Satania" postata in alto, striscia centrale, vignetta 2, è stata tratta la copertina della prima raccoltina della serie bianca. Sono andato a controllare perché se i disegni coincidevano, avremmo dovuto supporre che quella copertina era nata da un ritaglio sulla striscia originale, ciò che avrebbe immediatamente avvalorato la tesi della prova di stampa.

Ma non è così :P

 

 

tDk2GTX.jpg

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No, dai. NON POTEVA SCRIVERE le pagine 1, 33 e 65 contemporaneamente! Non ci crederò mai. 

 

Poteva aver finito la storia, questo sì, e montare le pagine apposta per Galep.-

 

Uggeri ha visto fischi per fiaschi o più probabilmente GL si  è preso gioco di lui.

5 minuti fa, Dix Leroy dice:

 

Quello che non mi rendo conto è come possano esistere ancora tavole non tagliate, in quanto la tavola "tre in uno" poi doveva

essere separata per realizzare le matrici per gli albi d'oro e la gigante...

 

 

APPUNTO. Come:rolleyes: mai?

Modificato da borden
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