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TWF - Tex Willer Forum

[705/707] La maschera di Cera


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Storia che ho riletto oggi e devo dire che è veramente bella, i disegni di Casertano stupendi soprattutto nel primo albo.
 

On 8/6/2019 at 19:43, Grande Tex dice:

Ma Mac Parland non era così basso!!!

Non penso sia così basso sarà quasi 1,80.

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<span style="color:red;">27 minuti fa</span>, Il Maestro dice:

Storia che ho riletto oggi e devo dire che è veramente bella, i disegni di Casertano stupendi soprattutto nel primo albo.

A me Casertano è piaciuto di più nel quarto albo!

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<span style="color:red;">2 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

A me Casertano è piaciuto di più nel quarto albo!

Penso intendessi il Terzo. Mi sono accorto di aver scritto Casertano, ma in realtà è Benevento. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Il Maestro dice:

Penso intendessi il Terzo. Mi sono accorto di aver scritto Casertano, ma in realtà è Benevento. 

 

Non sei forte in geografia insomma.:P

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  • 2 mesi dopo...

Ho trovato questa storia di Tex molto piacevole perché ero molto curioso fino alla fine di scoprire finalmente la vera identità della figlia di Satania. Non è, secondo me, una delle migliori storie di Boselli, ma comunque la lettura è molto interessante perché fino alla fine l'autore non svela la vera identità della donna. In certi punti l'ho trovata un po' troppo verbosa, e ciò penalizza una storia che avrebbe potuto avere un ritmo e una tensione più alti. Mi sono piaciute molto le scene d'azione, in particolare l'inseguimento dello scimmione sui tetti e lo scontro nella caverna contro la figlia di Satania e il Malese.
I disegni di Benevento mi sono piaciuti parecchio, anche se negli ultimi due numeri mi è sembrato leggermente peggiorato che nel primo bellissimo albo.
Copertine di Villa bellissime!
Storia: 8
Disegni: 9-

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  • 6 mesi dopo...

Boselli si affaccia al nuovo centinaio con una prova alquanto ambiziosa. L’autore si “gioca la tripla” con un ennesimo ritorno eccellente (un quasi ritorno a dire il vero, visto che agirà la figlia, ma l’impatto nostalgico è intatto). Un salto nel lontanissimo passato, che ci riporta ai primi numeri, quando il grande G.L. Bonelli creò la famigerata Cora Gray alias Satania. Già il precedente con Lupe, ha mostrato le difficoltà di riproporre personaggi degli albori, tempi in cui Bonelli era liberissimo di sciogliere le briglie della sua fantasia, infischiandosene di plausibilità storiche e narrative e soprattutto ancora poco legato a paletti del suo personaggio, visto che la caratterizzazione di Tex era ancora un cantiere aperto. Le storie di allora hanno un fascino particolare, a volte possono apparire un po’ datate, ma di certo la fantasia prendeva il sopravvento sulla razionalità e quindi non stupiva la presenza di uno scimmione nel far west. Al giorno d’oggi, dopo sette decenni di pubblicazioni, certe situazioni richiedono una sospensione d’incredulità molto marcata nel lettore e spesso rischiano di dividere la platea dei fans. Con molto coraggio, Boselli accetta l’ennesima sfida e cerca di sfornare una storia che riesca a coniugare passato e presente, riportando sugli scudi il gusto dell’avventura. L’incipit è serrato. L’uccisione misteriosa dell’agente Pinkerton in missione, apre lo scenario alle indagini dei nostri, che tornano a collaborare con il fido Mac Parland (quello vero, non il clone irriconoscibile disegnato da Ortiz in una delle ultime storie di Nizzi :D). Il lettore viene catapultato tra i quartieri di una fervente Los Angeles e nel cuore dei quartieri snob, agisce la setta del club dei tredici, guidata dall’inesorabile e arcano capo dalla maschera di cera. Borden confeziona una sceneggiatura molto Bonelliana, fra un agguato e l’altro e le indagini dei nostri, il primo albo si chiude con la scena del rapimento della giovane Joan Fisher, con l’enorme orangotango che fugge sui tetti della città inseguito da Tex, richiamando al celebre King Kong cinematografico. Il ritmo si mantiene alto pure nel secondo albo ma la storia cala un po’, a causa di una maggiore pesantezza di dialoghi e qualche pausa di troppo. A tal avviso l’innesto del bandito in male arnese che indirizza i nostri verso il covo della villain, suona un po’ di scorciatoia ma può essere benissimo accettata. La vicenda torna molto adrenalinica nell’ultimo albo, con un susseguirsi di agguati e colpi di scena senza soluzione di continuità. La voglia di stupire il lettore, a tratti porta l’autore a strafare un po’ e rendere troppo complicati alcuni passaggi, ma indubbiamente la lettura ti prende e la soluzione del giallo dell’identità della figlia di Satania tiene col fiato sospeso. Su questo aspetto Borden si diverte a sviare le previsioni, inserendo presenze femminili, quali la domestica o Lavinia, per confondere le acque e giocarsi il colpo di scena finale con la reale identità della villain. E’ ovvio che, come ogni buon giallo che si rispetti, la seconda lettura perde fascino, una volta che si conosce la soluzione, ma riconosco che durante la “diretta” l’effetto sorpresa è stato intenso. Prova che non può essere considerata un capolavoro, ma si presenta molto divertente e carica d’azione, che rievoca molto Bonelli e cita Salgari, impregnata com’è di fascino orientale. Malesi con cerbottane, belve asiatiche, droghe misteriose, tesori nascosti, desideri di vendetta, cunicoli sperduti, trabocchetti e trappole mortali, sette segrete, piombo a iosa: non manca proprio nulla per una lunga immersione nelle tumultuose acque dell’avventura. Effettivamente è un po’ strano che la giovane Fisher riesca dal nulla a creare un’organizzazione criminale così potente da assoggettare tutti i pezzi grossi della città, così come sembra un po’ eccessivo che il padre ignori ogni cosa. Anche molto forzata la scena in cui Tex, con un arto immobilizzato dal dardo col narcotico, riesca a sostenersi sul bordo della botola-trappola cercando di estrarre la colt. Un errore più che altro grafico, visto che nella vignetta doppia di pag. 27 pare proprio che Tex stia in piedi dentro la botola, ma ciò sconfessa il disegno di due tavole prima. Un po’ di editing in questo caso non sarebbe stato male. I nostri si divincolano molto bene, soprattutto Tex che mostra un acume investigativo molto affinato, Carson un po’ più lamentoso del solito per la media boselliana e anche Mac Parland appare più al centro dell’azione. Un personaggio quest’ultimo creato sì da Bonelli ma che in effetti ha avuto molto visibilità con la gestione di Nizzi e anche Boselli dimostra di non disdegnarne l’uso quando occorre. Lo sceriffo Rowland è ben tratteggiato: non è un’aquila ma in fondo è onesto e cerca di far il possibile per tenere l’ordine della sua città e dopo qualche “screzio” iniziale con i nostri, finisce con stimarli. Buono anche il lavoro sulla personalizzazione di Joan Fisher che tutto sommato si presenta come un’avversaria tosta e decisa e non stupirebbe un suo possibile ritorno sulla saga. Per ciò che riguarda il comparto grafico, eccellente lavoro di Benevento, che esordisce sulla regolare con una prova superba e di personalità. Una sceneggiatura molto complicata da tramutare in vignette, sia per la lunghezza che per le numerose situazioni dinamiche e molteplicità di ambientazioni. L’artista pugliese se la cava alla grandissima, soprattutto nel primo albo in cui la resa è notevole. Lieve e fisiologico calo sul finire ma il livello si mantiene davvero molto alto. Visto l’ampio campionario di belve e scimmie varie, non oso immaginare se una sceneggiatura simile fosse stata presentata al compianto Letteri! :D A parte l’ironia, anche la rappresentazione della numerosa fauna presente nella storia è ben realizzata graficamente da Benevento. Se “il buon giorno si vede dal mattino” con una coppia di debuttanti di lusso del calibro di Bocci e Benevento, il centinaio 700 si presenta davvero ottimamente e simili autori di talento non possono che non arricchire la saga e far felici le nostre pupille. Il mio voto finale è 7

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  • Sceriffi

Bella recensione con cui concordo! Boselli mi ha utilizzato molto bene, la scena in cui mi danno del nanetto un po' fastidiosa. La mia prima storia tripla letta in presa diretta.

Se Boselli non ha quasi mai avuto cali, Ruju calò nelle ultime storie della fascia. Però da quando è iniziata la nuova fascia, Ruju è davvero in forma smaliante. Hai dato lo stesso voto alla storia con Bowen e questa. Quale preferisci? Sulla questione Mac Parland Ortiz, penso sia dovuta al fatto che un tempo, certi dettagli venivano curati meno. E poi non ricordo se Tex avesse un curatore. Quel Mac Parland assomiglia a James McParland. 

Modificato da MacParland
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<span style="color:red;">18 ore fa</span>, MacParland dice:

Hai dato lo stesso voto alla storia con Bowen e questa. Quale preferisci? 

Sono due storie molto diverse e un metro di paragone non è facile trovarlo. Il sequel con Bowen è un soggetto più classico, quasi scontato, visto che l'espiazione del pistolero, in fondo, non poteva essere diversa. Quella di Borden è molto più ambiziosa e fantasiosa. Ripescare simili personaggi o tematiche bonelliane non è mai facile e soprattutto, non riesce ad accontentare tutti i fans. L'autore riesce a sfornare una storia valida e divertente, ma ammetto, non ai livelli dei suoi cavalli di battaglia. Per risponderti: preferisco comunque il ritorno di Satania, quantomeno più imprevedibile, d'ampio respiro e disegnata meglio.

<span style="color:red;">18 ore fa</span>, MacParland dice:

Sulla questione Mac Parland Ortiz, penso sia dovuta al fatto che un tempo, certi dettagli venivano curati meno. E poi non ricordo se Tex avesse un curatore. Quel Mac Parland assomiglia a James McParland. 

 Un errore comunque strano, anche ammettendo che Ortiz non conoscesse le fattezze di Mac Parland, quantomeno toccava a Nizzi citargli le storie precedenti, in cui lui stesso lo aveva inserito. Come è strano il fatto, che anche dopo il "misfatto" in redazione non abbiano deciso di correggere. Ci sta che si sia deciso di non fare ridisegnare tutta la sequenza, ma si poteva benissimo cambiare il nome al personaggio e dire che fosse un agente Pinkerton mandato da Mac Parland :D.

 

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  • 2 mesi dopo...
Il 8/8/2019 at 21:02, natural killer dice:

Bella la partecipazione di un caratterista come il vecchio fuorilegge Nick Cassady (si spera che il dardo che l'ha fermato non fosse intriso di veleno mortale, ma soltanto di narcotico)

Ho appena finito di rileggere questa storia meravigliosa! E a proposito di Nick Cassady... Il buon Carson lo riconosce quasi subito, come anche Tex e poi Parland più avanti. Ma nell'albo non ci sono indicazioni sulle storie precedenti in cui Cassady è comparso. Qualcuno sa illuminarmi? 

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Eppure i tre protagonisti fanno tanto d'occhi quando lo riconoscono! Ma non mi risulta che sia neanche un personaggio storico noto, a una prima ricerca... @borden, chi è questo personaggio misterioso che sembrano conoscere tutti nella storia?

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10 ore fa, William Hodson dice:

Eppure i tre protagonisti fanno tanto d'occhi quando lo riconoscono! Ma non mi risulta che sia neanche un personaggio storico noto, a una prima ricerca... @borden, chi è questo personaggio misterioso che sembrano conoscere tutti nella storia?

ma è un personaggio che avevano già incontrato,che però non è mai apparso in nessuna storia.Niente di misterioso.

Modificato da Grande Tex
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