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[Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago


natural killer
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Maxi in formato doppia storia, non il mio preferito, ma tant'è...

 

Il re di Chicago, storia, come altre, nata per un formato abbandonato quale era quello dell'almanacco e destinata pertanto a essere dirottata o sulla regolare in albo unico o come avvenuto su un Maxi a più storie. Qualunque fosse stato il suo esito parliamo comunque di una storia progettata per essere realizzata in 110 tavole. Le vicissitudini legate all'età e alle condizioni di salute di Repetto ne hanno determinato il ritardo del completamento affidato, dopo la scomparsa del maestro, all'arte di Bruzzo. Ne viene fuori una storia  piacevole il cui impianto non può comunque consentire un intreccio complesso per i vincoli imposti dalla pubblicazione su cui era destinata. La considero una buona storia da Almanacco, che ci regala nell'ultima fatica di Repetto la sua interpretazione del Carson in versione giovanile, senza Capelli d'Argento, nella indispensabile prefazione a quella che poi è la vicenda centrale che vede Tex e Carson impegnati ad affrontare, da par loro, la prepotenza di un senatore dai trascorsi criminali nell'ambiente apparentemente a lui più favorevole, la città di Chicago, che domina come un ragno al centro della sua tela. E solo l'intervento di Tex avrebbe potuto, come di fatto è poi avvenuto, scalzare il re dalla sua poltrona nonostante la fitta rete di protezioni, alleanze e  manovalanze messa su a garantire la sua posizione dominante. E tra il bene e il male spicca anche la figura dell'ostinato giornalista e poi della di lui figliola, che ha dato il via alla caduta del re di Chicago, pur pagando per questo il tributo più alto.

Ottima la prova grafica di Repetto fino a dove è riuscito ad arrivare e buona anche la prestazione di Bruzzo che ha concluso la storia rispettando il lavoro del maestro argentino.

 

Questo è il mio giudizio di lettore della prima storia di questo Maxi, al quale come al solito, affido il compito di regalarmi momenti di piacevole lettura.

L'approccio troppo critico in primis non mi compete e per di più avrebbe sicuramente l'effetto di rovinarmi il pieno godimento di quello che io, vecchio testardo, continuo a considerare soltanto un giornalino che continuo a comprare soltanto perchè, ebbene si, lo ammetto, mi piace.

 

Alla prossima per la seconda storia.

 

Modificato da natural killer
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  • Collaboratori

Due buone storie, gradevoli, adatte alla pubblicazione sullo speciale. Troppa faciloneria nei ritrovamenti ( della borsa nella prima storia, dei cadaveri nella seconda) segno che non è facile scrivere per Tex facendo quadrare tutto. Non vado oltre altrimenti alla fine finirò per essere tacciato di lesa maestà :lol:

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Tempesta!
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Rossano Rossi

La cittadina di Silver Gulch, sulle montagne del Colorado, nasconde un orribile segreto… Tutti i suoi abitanti si sono macchiati di un’antica colpa… Il cielo sembra voler lavare con la furia i loro peccati… Ma qual è il vero pericolo per i cittadini onesti?

 

Dopo aver letto questo sul sito non c'era altro da fare che vedere come si sarebbe svolta la trama fin troppo spoilerata...

 

Sceneggiatura ben calibrata, senza sussulti, ma anche senza cadute,  che facendo ricorso ai trascorsi scolastici definirei sanza 'nfamia e sanza lodo, a indicare però una mediocritas latina, non nella attuale accezione negativa del termine. Stavolta il caso e la natura danno una grossa mano ai pards nel venire a capo di una situazione chiara da un lato, ma difficile da sbrigliare dovendo affrontare una intera comunità.

Risultato comunque ancora una volta positivo, nel senso che pur senza gridare al capolavoro, la lettura scorre piacevolmente fino alla conclusione con la natura che determina la catarsi tragica della vicenda con l'annientamento dell'intera comunità, chiamata dal destino a pagare il fio di una criminosa scelta, legata alla sopravvivenza del paese destinato altrimenti alla triste sorte che accomuna tante ghost town del west. Ma evidentemente il destino non si può cambiare e la natura infine fa il suo corso realizzando ciò che gli uomini, invano, avevano cercato di evitare con il loro delitto.

Tra i tanti protagonisti emergono le figure dell'ostinato e caparbio ranger che porta a compimento la sua ultima personale missione, cadendo non per mano dell'avversario, ma per la cupidigia di una disperata e priva di scrupoli comunità alla deriva e quella del vecchio falegname alcolizzato, anello debole dell'omertosa catena destinata a spezzarsi con l'arrivo di Tex e Carson.

 

Buona anche la componente grafica con una convincente prova di Rossano Rossi.

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Marco, leggendo le tue sempre puntuali (e da me quasi sempre condivise) recensioni mi chiedo: sei un ematologo prestato alla saggistica, oppure uno scrittore prestato alla scienza?

Chissà perché mi ritorna perennemente alla memoria quanto disse il grande GLB?

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Premetto che non ho ancora capito con quale criterio vengano scelte le storie da pubblicare sul Maxi Tex.

 

Mentre i Color, i cartonati (tranne che quando si tratta di ristampe), ma anche il Texone hanno una loro identità ben definita, il Maxi reca con sé sempre sorprese.

A volte, contiene capolavori (Oklahoma!, Nueces Valley); altre volte storie di livello inferiore alla media (Deserto Mohave, L'ultimo giorno); altre altre volte ancora storie caratterizzate da disegni discutibili (Il cavallo di ferroLa carovana dei Cherokee) o addirittura brutti (Alaska).

 

In questo caso, abbiamo due avventure che si sarebbero potute benissimo leggere sulla serie regolare.

 

Il re di Chicago ha un soggetto interessante e una sceneggiatura dignitosa, che però avrebbe avuto bisogno almeno del doppio delle pagine per uno sviluppo meno frettoloso.

La città corrotta nasce da un'idea che mi sembra abbastanza originale e che viene sviluppata adeguatamente, per quanto vi sia qualche colpo di fortuna di troppo (la scoperta dei corpi).

 

Notevole, considerate le circostanze, la prova di Repetto. Il suo tratto non ha sofferto, nell'ultima parte della sua vita, del vistoso calo che ha colpito altri gloriosi disegnatori. Rispettoso, per quanto personale, lo stile di Bruzzo.

 

Anche i disegni di Rossi mi sono piaciuti molto. Dirò forse un'eresia, dovuta alla mia ignoranza in materia di disegno, ma mi ricorda un po' Civitelli.

 

In conclusione, il Maxi autunnale è, per quanto mi riguarda, promosso.

 

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Un sofferente tratto di Repetto (perché io la sofferenza, a differenza di molti di voi, l'ho vista invece) illustra una buona storia, caratterizzata da un personaggio che, nella sua metamorfosi da criminale a senatore sotto mentite spoglie mi ha ricordato il Max Bergovitz di C'era una volta in America, interpretato da James Wood. Anche il novello Max texiano, come quello leoniano, ha manie di grandezza, destinate a infrangersi davanti alla canna della pistola dei rangers. Buona storia e degno commiato di un grande artigiano del fumetto, di cui porterò nel cuore soprattutto Rio Hondo, storia superba e con ottimi personaggi, come la moglie del peone Herrero, epica - proprio grazie a Repetto! - nel suo sguardo deciso e nella cupezza fiera e dignitosa degli occhi.

 

Il "civitelliano" Rossi invece illustra la seconda storia, in cui tutta una città ha qualcosa da nascondere. Storia in definitiva coinvolgente, riesce ad appassionare fino alla fine, anche grazie alla presenza di buoni comprimari.

 

Tutto sommato un buon Maxi, destinato purtroppo sempre a ospitare storie di second'ordine, quando invece il suo formato si presterebbe a storie di ben altro respiro. Ma stavolta non mi lamento più di tanto.  

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  • 2 settimane dopo...

IL BOSS DI CHICAGO

L’idea di una storia a Chicago era buona, ma avrebbe avuto bisogno di più largo respiro. Infatti, ad un’attenta rilettura, sembra quasi monca. Ad esempio, non viene più citato il Capitano di polizia, del quale non sapremo mai se fosse un corrotto o, semplicemente, un idiota. Anche se c’è da dire che sarebbe stato difficile spiegare un suo coinvolgimento al fianco del Senatore, nell’occasione dell’agguato a Tex, visto che non è mai stata fatta menzione del mandante dello stesso. Nel complesso, comunque, storia poco più sufficiente, meritevole di una lettura ma non di un bis.

Nei disegni, invece, non notiamo alcun calo rispetto ad altri meno recenti dello stesso autore e, pertanto, meritano un plauso.

Voto alla storia: 6,5

Voto ai disegni: 7,5

TEMPESTA

Leggermente migliore della precedente, forse anche perché più lunga, vede il duo titolare contro un paese intero, ma il soggetto, molto buono, a mio parere, non viene ben realizzato. Non vengono, infatti, caratterizzati minimamente i personaggi principali, ed il tutto, alla fine, si risolve in una sparatoria faraciana. Buoni, invece, i dialoghi ed anche i siparietti tra i due pards.

Ottime le illustrazioni del civitelliano Rossi.

Voto alla storia: 6,7

Voto ai disegni: 8,5

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  • 1 mese dopo...

Tex e Carson già in passato hanno affrontato senatori degli USA, facendoli arrestare (come Maxwell, Shawcross) o provocandone la morte (Davis). 

È la prima volta che un bandito "normale" (se così si può dire) riesce a occupare una carica così importante? 

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<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, ElyParker dice:

Tex e Carson già in passato hanno affrontato senatori degli USA, facendoli arrestare (come Maxwell, Shawcross) o provocandone la morte (Davis). 

È la prima volta che un bandito "normale" (se così si può dire) riesce a occupare una carica così importante? 

 

Che i soldi possano far tutto si è sempre saputo.

Che un delinquente anche se astuto possa cambiare identità e arrivare fino alla carica di senatore a me sembra una grossa forzatura,

ma stiamo parlando di un'altra epoca e un'altra nazione. Chissà se anche qui nel nostro Bel Paese è successa davvero una cosa del genere?

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In effetti è un cambiamento non da poco: da uomo da azione a politico in vista e influente (grazie sicuramente ma non solo al denaro).

In Tex di solito i normali banditi o capobanda diventavano rancheri, proprietari di qualche miniera o imprenditori per esempio. Non mi sembra di aver visto altri personaggi su Tex compiere un cambiamento sociale così grande.

 

La tua domanda, caro Dix, si potrebbe estendere infine a qualunque Stato esistente o esistito nella storia recente. Certo che una eventuale risposta affermativa, farebbe rabbrividire e molto riflettere.

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  • 1 mese dopo...

Mi associo al coro unanime di apprezzamento per Repetto, considerando l'età e le condizioni di salute il suo ultimo lavoro è stato encomiabile!

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4 hours ago, West10 said:

Mi associo al coro unanime di apprezzamento per Repetto, considerando l'età e le condizioni di salute il suo ultimo lavoro è stato encomiabile!

 

Assolutamente. Peccato che la storia sia scarsa anche per i standard di Ruju. Repetto avrebbe meritato di concludere la propria carriera con qualcosa di meglio.

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  • 1 mese dopo...

Allora.  Prima storia interessante ma monca o chiusa frettolosamente, accettabile comunque. Reperto vecchio e verso la Collina degli stivali se la cava meglio di molti altri disegnatori. Stima e rispetto. La seconda storia, dai disegni alla Civitelli, mi è piaciuta su alcune cose (l'atteggiamento degli abitanti della cittadina mineraria, i nostri eroi KO e il finale catartico, la vendetta del vecchio ranger) meno su altre (Tex e Carson un po' troppo fortunati). Comunque un Maxi globalmente valido per me.

Just now, Diablorojo82 dice:

Allora.  Prima storia interessante ma monca o chiusa frettolosamente, accettabile comunque. Reperto vecchio e verso la Collina degli stivali se la cava meglio di molti altri disegnatori. Stima e rispetto. La seconda storia, dai disegni alla Civitelli, mi è piaciuta su alcune cose (l'atteggiamento degli abitanti della cittadina mineraria, i nostri eroi KO e il finale catartico, la vendetta del vecchio ranger) meno su altre (Tex e Carson un po' troppo fortunati). Comunque un Maxi globalmente valido per me.

Repetto ...Maledetto T9.

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  • 1 anno dopo...

Il boss di Chigaco

 

Se non fosse stato per il finale banalotto e un non adeguato sviluppo della trama, la storia non sarebbe stata affatto male.

Ruju si ricorda di essere stato ai suoi esordi sulla saga un ideatore di buoni spunti e ne partorisce uno particolare, ambientandolo in una importante città dell'est come Chigaco, con un villain protagonista (vecchio nemico di Carson), che con abili speculazioni edilizie, ha accumulato denaro e potere, divenendo perfino un senatore.

Un tipico gangster con le mani in pasta e con appoggi altolocati, che pur di difendere la sua nuova identità di influente papavero, non esita a sopprimere un giornalista a lui ostile.

 

Purtroppo la sceneggiatura non accompagna adeguatamente il soggetto e la trama non assume mai quella ariosità che ci si attenderebbe in una simile ambientazione. 

 

La location non viene quasi per nulla sfruttata, così come stona alquanto che un simile boss, sia servito solo da una coppia di bravacci (peraltro nemmeno tanto irresistibili) e che sull'epilogo si muova di persona per risolvere la faccenda. A me pare poco credibile la cosa, ancor più del fatto che un vecchio bandito di due soldi possa essere diventato senatore.

 

Non male l'idea originale del duello sul grattacielo in costruzione, ma reputo l'epilogo troppo facilone e banale: un boss che si fa cogliere con le mani nel sacco e sebbene abbia conoscenze influenti (vedi il capo della polizia che però sparisce dalla sceneggiatura) non riesca a ribaltare una deposizione di una testimone alquanto indifesa, sembra uno snodo un po' ingenuo. 

 

Spunto che andava sfruttato decisamente meglio e che a stento strappa una generosa sufficienza.

 

Mi accodo al pard @Leo sul fatto che la sofferenza di Repetto sia tangibile sulle sue ultime tavole. E' vero che il calo è stato meno netto rispetto ad altri colleghi e che, per avere quasi novanta primavere, il livello è altamente decoroso, ma celata dal consueto tratteggio (ho notato che a volte il tradizionale incrociato è rimasto incompleto in alcuni sfondi presentandosi come un poco piacevole reticolato), la stanchezza del tratto si percepisce. Tuttavia l'autore argentino merita un plauso e un ringraziamento per la sua opera sulla saga del nostro eroe preferito. Il mio voto finale è 6     

 

 

 

Tempesta

 

Il secondo episodio del maxi, ha un numero di pagine maggiori.

La prima parte è un po' noiosetta e lenta, ma innegabile che nel proseguo il ritmo si alzi e la tensione narrativa cresca.

 

Purtroppo ho come l'impressione che alcuni snodi narrativi vengono troppo "artefatti" dall'autore e ciò mi ha un po' infastidito. 

 

Il ritrovamento della banconota nella grotta o dei cadaveri sulla collina, la valanga che colpisce la casa del falegname ma lascia lui e la figlia indenni, la scena del saloon con il bevitore che attira l'attenzione di Tex con i suoi cinque dollari, sono solo alcuni episodi che puzzano di stratagemmi narrativi.

 

Se ne potrebbe ancora aggiungerne altri, vedi il fatto che il falegname (guarda caso) assista al rapimento di Carson o che i banditi di vedetta alla montagna scoprano i nostri a disseppellire le salme e altre cose notate durante la lettura ma che adesso mi sfuggono. Tutti passaggi che mi danno l'impressione di scorciatoie troppo forzate per condurre la trama, tipiche del Nizzi ultimo periodo. 

 

Più di una volta con Tex ignaro e di spalle, i nemici non sparano, con la scusante che sia troppo pericoloso affrontarlo, per poi doverlo fare alla fine faccia a faccia con il ben prevedibile esito. Avversari poco incisivi, visto come si fanno mettere nel sacco sebbene in grande superiorità numerica.

 

Altro aspetto poco plausibile, a mio avviso, che la sommetta di ventimila dollari possa essere sufficiente a tirar su le sorti di un villaggio in decadenza: dividere fra decine e decine di abitanti il maltolto non credo che avrebbe fornito una cifra tale da giustificare un duplice omicidio. Motivazione tirata coi capelli: era più credibile che fossero stati solo pochi ceffi a prendere una simile decisione, non un paese intero.

 

Buoni i disegni di Rossano Rossi, che continuano a ricordare il primo Civitelli. Da notare con quanta maestria vengono rappresentati i viottoli infangati con rigagnoli e ciottolati, nonché le scene della valanga e della tempesta. Tecnicamente una prova non facilissima da realizzare, ma l'autore se la cava soddisfacentemente. Il mio voto finale è 5 

  • +1 1
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