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[13] [Almanacco 2006] Mescalero Station


due
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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Josè Ortiz
Periodicità annuale : Febbraio 2006



Gli unici sopravvissuti di un feroce assalto incendiario a una fattoria da parte di un gruppo di apaches sono il piccolo Tommy e suo nonno, John Brigham. Tex tenta di portare in salvo i due, cercando di raggiungere la stazione di posta di Mescalero, un luogo che sarebbe facilmente difendibile. Il Ranger si aspetta che agli apaches tornino per completare il loro macabro lavoro. I ribelli indiani, guidati dal sanguinario Jorobado, infatti, non vogliono che ai soldati di Fort Apache giunga la notizia della loro fuga dalla riserva e delle loro scorribande: i testimoni dei loro misfatti devono morire e li inseguiranno fino ad essere sicuri di averli spediti all'inferno! A completare l'Almanacco, un dossier su John Ford, il re del cinema western, autore di capolavori come Ombre rosse e I cavalieri del Nord Ovest.

 

 

© Sergio Bonelli Editore

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  • 4 anni dopo...
  • 4 mesi dopo...

Nella sua semplicità, questa è una gran storia, una gran storia con un grande Tex!E non solo: qui siamo di fronte a una delle sequenze più innovative che si siano mai viste sulle pagine del ranger, sia a livello narrativo che grafico. Mi riferisco alle quasi tre pagine mute in cui quello che viene narrato durante lo svenimento del Nostro è reso come in sogno, o in visione: una scena del genere su Tex credo non l'abbiamo mai vista, e il fatto che a proporla sia stato il "tradizionalista" Nizzi, a questa data già definitivamente "bollito" per molti, è significativo. Ovviamente i disegni hanno in questa scena la loro importanza: Ortiz adotta una tecnica diversa che suggerisce una sensazione di "non finito", per rendere al meglio l'atmosfera alquanto surreale della sequenza- e credo che qui il disegnatore ha seguito le indicazioni della sceneggiatura. Insomma, a livello narrativo e grafico, siamo di fronte a una delle cose più strane mai viste su Tex: eppure mi sembra che se ne sia parlato molto poco!Per il resto, abbiamo un grande Tex, una storia tesa e drammatica, per certi versi addirittura spietata. Una storia autenticamente texiana, insomma, in cui l'eroicità del Nostro viene esaltata.

Voto 8

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  • 2 anni dopo...

"Mescalero Station" è un paradosso filmico, una storia densa di scene mute, di costruzione e di paesaggi western in cui Tex è l'azione, il fulcro, l'eroe e il mattatore della vicenda. Passi il solito predone apache alla Quasimodo, passi il solito ranch assediato e l'intervento della cavalleria, gli scontri tra coloni e indiani e il salvataggio molto alla Sentieri Selvaggi che si respira verso il finale della storia... ma la sequenza onirica vale il prezzo del biglietto. Un Tex dai tratti kenparkeriani disegnato col sudore di Ortizi e scritto da un Nizzi sicuro di sé e dei propri mezzi (una colt '45). Altro che tradizione o minestra riscaldata, qui lo sceneggiatore di Fiumalbo ha pennellato una autentica chicca, una storia tradizional innovativa che si legge d'un fiato.

Come un bicchiere di vecchio whiskey scozzese.

 

Voto 8.5

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  • Collaboratori

Dopo "Puerta del diablo" che è ideata nel 2003, questa "Mescalero Station" fa parte dell'insieme di soggetti del 2004 che nascono dalla collaborazione di Nizzi e Mauro Traversa, anno il 2004 che denota una parziale ripresa dell'autore modenese proprio dovuto all'influsso positivo del ghost writer. Ecco dunque una storia fresca, dal ritmo indiavolato, in cui Tex si destreggia da par suo contro un folto gruppo di apaches ribelli. A voler trovare un difetto è proprio la faciloneria con cui Tex porta a termine la missione, cui fa il verso la pochezza di avversari che mai sembrano realmente arrivare al punto di impensierirlo. A rileggerla oggi mi fa pensare all'altra storia breve scritta una decina d'anni prima per il Ken Parker magazine e intitolata "Pista di sangue", beninteso non solo per il finale "fluviale". Forse sono i disegni di Ticci indubbiamente inarrivabili per l'Ortiz di quest'almanacco, che non è ancora sceso comunque ai livelli inguardabili delle sue ultime storie texiane, ma è la sceneggiatura della storia del '95 che mi sembra più calibrata e anche dai colpi di scena più riusciti rispetto ai continui capovolgimenti offerti da "mescalero station" che mai riescono a sorprendere il lettore. In conclusione è una piacevole rilettura di "Sentieri selvaggi", ma scritta con svogliatezza per cui alla fine manca di mordente.

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  • 5 anni dopo...

Ottimo lavoro di Nizzi che imbastisce una storia dal taglio cinematografico, con un Tex in solitaria in gran spolvero (e con un pò di fortuna) e un bambino da salvare dalle grinfie degli indiani.

Da ricordare la seuqenza onirica piuttosto innovativa su Tex e il duello finale con Jorobado, davvero pericoloso per Tex.

Ottimi anche i disegni.

Testi 7.50

Diregni 7.50

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  • 5 mesi dopo...

Storia molto ben fatta, coinvolgente e ben illustrata da un Ortiz in buona forma.

Si fa leggere tutta d'un fiato anche per via di un ritmo frenetico che non concede pause.

Trama semplice ma non banale, con personaggi e situazioni credibili.

Devo dire che nei primi 13 almanacchi ho trovato solo due storie un pò debolucce: sinceramente non me l'aspettavo!

Considerando il ridotto numero di pagine e una pubblicazione che include altre rubriche oltre al fumetto, pensavo ad un livello più basso.

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