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TWF - Tex Willer Forum

[716/719] Netdahe!


Sam Stone
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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

e comprare il Tex mese per mese e vedere come va a finire senza tanti allambiccamenti celebrali, no?

 

aspettare fino a settembre è lunga...

 

e poi queste soluzioni sono intriganti e mantengono vivo il forum

 

non ho molto tempo per allambiccarmi a mia volta però mi incuriosiscono le ipotesi formulate

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Just now, natural killer dice:

 

aspettare fino a settembre è lunga...

 

e poi queste soluzioni sono intriganti e mantengono vivo il forum

 

non ho molto tempo per allambiccarmi a mia volta però mi incuriosiscono le ipotesi formulate

 

risposta educata, grazie.

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<span style="color:red;">7 minuti fa</span>, ymalpas dice:

E' vero che se Giusfredi ci parla di un pezzo del mosaico che non conosciamo non possiamo non pensare a una storia che è stata tenuta segreta.

Ora considerando che sarà breve (mezzo albo) e apparirà a settembre (mese particolare), perché non pensare che Boselli abbia dato seguito a uno di quei soggetti scritti da GLB ritrovati dal figlio Giorgio e che trattandosi di spunti non siano adatti a una storia lunga di due albi ma solo a una storia... breve?

Questa, sarà pure fantasiosa, ma a me piacerebbe tantissimo. 

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<span style="color:red;">21 minuti fa</span>, ymalpas dice:
<span style="color:red;">52 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

E se ci fosse in appendice una storia di 60 pagine a fare da prologo?

 

Bella idea, ma i fratelli Bill finiscono su un'altra collana.

 

E con questo? Esiste forse una norma della Costituzione che vieta di pubblicare su una Collana una storia che faccia da traino a quella di un'altra? Deve esssermi sfuggita. Ricorda che per ammissione di Boselli la storia dei Nethade e quella dei Tre Bill sono in qualche modo collegate.

 

<span style="color:red;">27 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Oppure il Boss ce li mette tutti e tre sulla regolare e sposta Font e Danubio sul Maxi.

 

Io ci sto.

 

Continua a sognare.😋

 

<span style="color:red;">11 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Ora considerando che sarà breve (mezzo albo) e apparirà a settembre (mese particolare), perché non pensare che Boselli abbia dato seguito a uno di quei soggetti scritti da GLB ritrovati dal figlio Giorgio e che trattandosi di spunti non siano adatti a una storia lunga di due albi ma solo a una storia... breve?

 

Mi sento di escluderlo.

E comunque non è che se un'idea è esposta in un paio di righe può essere sviluppata solo in una storia breve.

Un esempio? Il Maestro evade rocambolescamente dal carcere della Louisiana e minaccia la città di New York. Tex e Carson, con l'aiuto di Pat Mac Ryan devono affrontare le sue trappole e correre contro il tempo per riuscire a fermarlo prima che sia troppo tardi.

 

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  • Collaboratori
<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

E comunque non è che se un'idea è esposta in un paio di righe può essere sviluppata solo in una storia breve.

 

Bisogna vedere che soggetti sono. E se si tratta invece di spunti per parti di sceneggiatura  che possono svilupparsi stiracchiandoli su una settantina di pagine come quelli che scriveva negli anni 80 piuttosto che di soggetti aperti e ariosi come quello che hai descritto  sul ritorno del Maestro ? Bonelli o ti scriveva la storia lunga come "Il laccio Nero" oppure la storia che parte e quando arriva allo sprint si sgonfia ("Il complotto", "New Orleans" e tante altre senza citare quelle dell'ultimo periodo).

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6 hours ago, virgin said:

Avevo letto che, in ritardo sulle consegne, Hugo Pratt era in grado di disegnare una tavola in tre quarti d'ora, in macchina, parcheggiato davanti alla redazione. Servirebbe a tale bisogna! :D

 

Sì, ma se non ti chiami Hugo Pratt col cavolo che poi quella tavola te l'accettano...   :lol:

  • Haha (0) 1
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  • 1 mese dopo...

Dopo una serie di dissertazioni sulla copertina e su altre questioni preliminari, provo a comunicare qualche prima impressione di una storia solo agli esordi (e destinata, a quanto pare, ad essere dipanata su più di tre albi). Partenza piuttosto lenta e svolgimento articolato e pieno di dettagli: mi sta bene, dato che si è scelto di dare ad essa uno sviluppo non troppo contenuto. Due parti nettamente distinte: una prima, con la presentazione dei feroci Netdahe e con una loro incursione su un villaggio inerme (ma dalle parole del capo, si intuisce che ci siano progetti più ambiziosi) e rurales della zona impotenti, dall'altra Tex e pards alle prese con il trasferimento di un criminale cui nemmeno Yuma può essere un "rifugio" sicuro. Elementi interessanti, in attesa che le due linee narrative si congiungano.

 

POSSIBILE SPOILER

 

 

 

Nell'insieme, svolgimento piuttosto gradevole: in particolare, decisamente gustosa la scena in cui Tex e i due Kit giocano insieme a poker - con il più vecchio (pardon, il meno giovane) dei due che si toglie, apparentemente, lo sfizio di battere quel Tex che, anche alle sue prime armi, quando perde, lo fa con un fine ben preciso. E infatti tutta la scenetta (sceneggiata) è montata ad arte per creare un senso di falsa confidenza negli altri occasionali avventori, che poi sappiamo sono presuntuosamente intenzionati a prendere il sopravvento su Tex e pards, ma che invece verranno ben presto sopraffatti da chi ne sa molto più di loro... Apprezzabile anche come la finzione venga protratta per indurre anche gli altri malfattori, in attesa che i loro complici entro il saloon facciano quanto concordato, a credere che tutto stia andando secondo i piani. E tutto sommato, bello anche il "cameratismo" che, nonostante tutto, si sviluppa verso la fine del'albo, quando i criminali sconfitti sono inseguiti da una mente ancora più nera della loro e, minacciati nella loro incolumità, vengono con generosità e partecipazione sincera assistiti da Tex nel tentativo di salvare anche le loro "pellacce". In effetti, con il passare delle pagine, emerge sempre più la figura del colonnello Atwood, autentica carogna (come già si sa da un precedente episodio), disposto a tutto pur di occultare i suoi delitti, iroso e senza alcuno scrupolo.

Tuttavia, due piccoli difetti, a mio discutibile avviso.

Uno iniziale (e, direi, più generale): a Redemption Tex ha preparato la trappola che, come vedremo, scatterà puntualmente. Però trovo piuttosto fastidioso il dialogo fra Kit e Tiger, con il secondo in vigile attesa che solleva qualche dubbio sull'arrivo preannunciato dei malfattori, subito rintuzzato da Kit, che richiama l'infallibilità del padre (al che, Tiger concorda rincarando la dose). Pur se il siparietto vorrebbe avere una certa componente ironica, a me non piace questo senso di onnipotenza e onniscienza che viene a circondare Tex. Mi spiego: ok che il personaggio abbia grande lungimiranza, sia un ottimo conoscitore degli uomini, valutando chi abbia potenzialità per ottenere una seconda opportunità e chi no, che sappia compiere una lettura delle situazioni anche più pericolose agendo in modo determinato e opportuno per risolverle (non ci sono sue versioni "in mutande" che possano inficiare questo dato costitutivo). Mi va bene che nelle sue azioni, prima progettate e quindi eseguite, emerga questa sua capacità assolutamente non comune e, di fatto, "infallibile". Ma allora perché preventivamente sottolinearla? Fa assumere alla situazione una componente non solo di predeterminazione (che fa già cogliere al lettore l'inevitabile e preannunciato esito favorevole), ma anche una connotazione un po' stucchevole e quasi saccente. Preferisco davvero che questa sua dote innegabile e che fa parte del personaggio, emerga nei fatti, che daranno inesorabilmente ragione alla sua previsione corretta e alle misure idonee prese, confermando nel lettore quei suoi tratti, ma appunto in modo indiretto, non preventivamente sbandierato ed esaltato in modo, a mio avviso, finanche eccessivo e un po' antipatico.

Secondo dettaglio: il comandante di Fort Rucker accoglie, suo malgrado, i tre "pellegrini" che gli comunicano il fallimento del suo progetto; dapprima questi mostra il suo iniziale disappunto, poi si riprende subito, con un'immediata ripresa del suo piano criminale. Però, al rifiuto dei tre nel continuare con un piano troppo rischioso (e nella loro ingenua pretesa di essere lo stesso pagati per quanto fatto malamente), Atwood finge da attore qual è di cedere alle loro "ragionevoli" richieste, per poi sviluppare la consueta manovra di prelevare dalla cassaforte una pistola anziché il denaro agognato dai tre farabutti. D'accordo, la scena ha lo scopo di farci vedere, una volta di più, che essere abietto sia Atwood e di offrirgli comodamente "il destro" per convincere i suoi ingenui soldati ad assecondarlo in una caccia spietata a pericolosi criminali, dopo che lui stesso sarebbe stato assalito da dei banditi. Ma a mio avviso, qui non si capisce bene: a) come mai il colonnello abbia dato accoglienza così presta a delle persone che, nel giro di qualche minuto, stecchiti, vengono invece presentati come dei rapinatori in combutta con dei complici il cui piano il colonnello conosce a menadito...; b) come mai i tre gaglioffi si siano così ingenuamente fidati della parola di un uomo così chiaramente votato al male. Va bene il potere della divisa e del comando, ma se i soldati devono al loro superiore un'obbedienza cieca (come lui si premura di ricordare loro), i tre banditi rimediano una fine ingloriosa ma perché fin dall'inizio erano davvero poca cosa (il che mi pare eccessivo).


Ad ogni modo, queste componenti non fanno venir meno un giudizio più che favorevole su una storia che preannuncia sviluppi ancora più intriganti e significativi.

Sui disegni, devo dire che, da sempre, Seijas non mi entusiasma poi tanto. Belli i paesaggi e gli ambienti, i suoi cavallini invece mi appaiono di solito piuttosto piccolini. Non male normalmente anche la caratterizzazione degli uomini, ma il suo Tex non riesce a convincermi. Fra l'altro, chi ha apprezzato nell'ultima storia di Nizzi i sorrisi di Tex, qui sarà estasiato: mai visto un Tex distribuire sorrisi in modo così abbondante... Il suo Kit Willer invece mi fa sempre venire in mente un giovane Walter Chiari... Comunque, pur non rientrando fra i disegnatori da me più ammirati, ha svolto un buon lavoro...

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Per ora nulla da dire per non rovinare la lettura (piacevole) a chi si accinge ora... unico appunto che muovo è lo scalpaggio a pag 24 da parte degli Apaches...che difficilmente scalpavano gli avversari...ma, conoscendo un po' Borden, con tale gesto ha magari voluto sottolineare che  tali ribelli erano ormai esacerbati da violenza e saccheggio, ben poco attenti agli spiriti...del tutto marci come i loro avversari sculphunters.

per Netdahe si intendono i ribelli Apache attivi al sud del confine messicano:una banda di fuorilegge e assassini,che viveva di violenza e saccheggio...la banda era composta da diversi ceppi Apache (Mescaleros, Chiricahua,Mimbrenos,Janeros...) e fu comandata da Juh e per un periodo da Geronimo...

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Albo preparatorio che getta le basi per lo sviluppo della storia nei prossimi albi.

La prima sequenza ci mostra i terribili Netdahe guidati non da Juh, né da Geronimo, ma da un non meno sanguinario Yavakai, che sterminano i pacifici abitanti di Pedra Blanca in Messico portandosi via donne e bambini. L'unico superstite cerca l'aiuto dei rurales che per il momento non possono far altro che dare cristiana sepoltura alle vittime.

Contemporaneamente in Arizona Tex e i pards si danno da fare per incastrare il colonnello Atwood che però muove scaltramente le sue pedine e nel finale si rivede pure pure Webster.

Belli i disegni Seijas

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, dario63 dice:

Dopo una serie di dissertazioni sulla copertina e su altre questioni preliminari, provo a comunicare qualche prima impressione di una storia solo agli esordi (e destinata, a quanto pare, ad essere dipanata su più di tre albi). Partenza piuttosto lenta e svolgimento articolato e pieno di dettagli: mi sta bene, dato che si è scelto di dare ad essa uno sviluppo non troppo contenuto. Due parti nettamente distinte: una prima, con la presentazione dei feroci Netdahe e con una loro incursione su un villaggio inerme (ma dalle parole del capo, si intuisce che ci siano progetti più ambiziosi) e rurales della zona impotenti, dall'altra Tex e pards alle prese con il trasferimento di un criminale cui nemmeno Yuma può essere un "rifugio" sicuro. Elementi interessanti, in attesa che le due linee narrative si congiungano.

 

POSSIBILE SPOILER

 

 

 

Nell'insieme, svolgimento piuttosto gradevole: in particolare, decisamente gustosa la scena in cui Tex e i due Kit giocano insieme a poker - con il più vecchio (pardon, il meno giovane) dei due che si toglie, apparentemente, lo sfizio di battere quel Tex che, anche alle sue prime armi, quando perde, lo fa con un fine ben preciso. E infatti tutta la scenetta (sceneggiata) è montata ad arte per creare un senso di falsa confidenza negli altri occasionali avventori, che poi sappiamo sono presuntuosamente intenzionati a prendere il sopravvento su Tex e pards, ma che invece verranno ben presto sopraffatti da chi ne sa molto più di loro... Apprezzabile anche come la finzione venga protratta per indurre anche gli altri malfattori, in attesa che i loro complici entro il saloon facciano quanto concordato, a credere che tutto stia andando secondo i piani. E tutto sommato, bello anche il "cameratismo" che, nonostante tutto, si sviluppa verso la fine del'albo, quando i criminali sconfitti sono inseguiti da una mente ancora più nera della loro e, minacciati nella loro incolumità, vengono con generosità e partecipazione sincera assistiti da Tex nel tentativo di salvare anche le loro "pellacce". In effetti, con il passare delle pagine, emerge sempre più la figura del colonnello Atwood, autentica carogna (come già si sa da un precedente episodio), disposto a tutto pur di occultare i suoi delitti, iroso e senza alcuno scrupolo.

Tuttavia, due piccoli difetti, a mio discutibile avviso.

Uno iniziale (e, direi, più generale): a Redemption Tex ha preparato la trappola che, come vedremo, scatterà puntualmente. Però trovo piuttosto fastidioso il dialogo fra Kit e Tiger, con il secondo in vigile attesa che solleva qualche dubbio sull'arrivo preannunciato dei malfattori, subito rintuzzato da Kit, che richiama l'infallibilità del padre (al che, Tiger concorda rincarando la dose). Pur se il siparietto vorrebbe avere una certa componente ironica, a me non piace questo senso di onnipotenza e onniscienza che viene a circondare Tex. Mi spiego: ok che il personaggio abbia grande lungimiranza, sia un ottimo conoscitore degli uomini, valutando chi abbia potenzialità per ottenere una seconda opportunità e chi no, che sappia compiere una lettura delle situazioni anche più pericolose agendo in modo determinato e opportuno per risolverle (non ci sono sue versioni "in mutande" che possano inficiare questo dato costitutivo). Mi va bene che nelle sue azioni, prima progettate e quindi eseguite, emerga questa sua capacità assolutamente non comune e, di fatto, "infallibile". Ma allora perché preventivamente sottolinearla? Fa assumere alla situazione una componente non solo di predeterminazione (che fa già cogliere al lettore l'inevitabile e preannunciato esito favorevole), ma anche una connotazione un po' stucchevole e quasi saccente. Preferisco davvero che questa sua dote innegabile e che fa parte del personaggio, emerga nei fatti, che daranno inesorabilmente ragione alla sua previsione corretta e alle misure idonee prese, confermando nel lettore quei suoi tratti, ma appunto in modo indiretto, non preventivamente sbandierato ed esaltato in modo, a mio avviso, finanche eccessivo e un po' antipatico.

Secondo dettaglio: il comandante di Fort Rucker accoglie, suo malgrado, i tre "pellegrini" che gli comunicano il fallimento del suo progetto; dapprima questi mostra il suo iniziale disappunto, poi si riprende subito, con un'immediata ripresa del suo piano criminale. Però, al rifiuto dei tre nel continuare con un piano troppo rischioso (e nella loro ingenua pretesa di essere lo stesso pagati per quanto fatto malamente), Atwood finge da attore qual è di cedere alle loro "ragionevoli" richieste, per poi sviluppare la consueta manovra di prelevare dalla cassaforte una pistola anziché il denaro agognato dai tre farabutti. D'accordo, la scena ha lo scopo di farci vedere, una volta di più, che essere abietto sia Atwood e di offrirgli comodamente "il destro" per convincere i suoi ingenui soldati ad assecondarlo in una caccia spietata a pericolosi criminali, dopo che lui stesso sarebbe stato assalito da dei banditi. Ma a mio avviso, qui non si capisce bene: a) come mai il colonnello abbia dato accoglienza così presta a delle persone che, nel giro di qualche minuto, stecchiti, vengono invece presentati come dei rapinatori in combutta con dei complici il cui piano il colonnello conosce a menadito...; b) come mai i tre gaglioffi si siano così ingenuamente fidati della parola di un uomo così chiaramente votato al male. Va bene il potere della divisa e del comando, ma se i soldati devono al loro superiore un'obbedienza cieca (come lui si premura di ricordare loro), i tre banditi rimediano una fine ingloriosa ma perché fin dall'inizio erano davvero poca cosa (il che mi pare eccessivo).


Ad ogni modo, queste componenti non fanno venir meno un giudizio più che favorevole su una storia che preannuncia sviluppi ancora più intriganti e significativi.

Sui disegni, devo dire che, da sempre, Seijas non mi entusiasma poi tanto. Belli i paesaggi e gli ambienti, i suoi cavallini invece mi appaiono di solito piuttosto piccolini. Non male normalmente anche la caratterizzazione degli uomini, ma il suo Tex non riesce a convincermi. Fra l'altro, chi ha apprezzato nell'ultima storia di Nizzi i sorrisi di Tex, qui sarà estasiato: mai visto un Tex distribuire sorrisi in modo così abbondante... Il suo Kit Willer invece mi fa sempre venire in mente un giovane Walter Chiari... Comunque, pur non rientrando fra i disegnatori da me più ammirati, ha svolto un buon lavoro...

Eh, questa è una abitudine del Bos, e devo dire che, come avrai visto se leggi qualche mio commento, mi dà abbastanza fastidio.

Capita spesso che nelle storie di Borden Tex sia circondato da tutta una serie di persone (i pard, ma anche gli avversari), che lo ricoprono di complimenti e sottolineano come egli sia infallibile, onniscente, imbattibile, immarcescibile, insuperabile. E davvero non ce n'è bisogno. Lo è e basterebbero gli eventi e i fatti a dimostrarlo. Questo sottolinearlo continuamente è fastidioso.

Dico questo senza avere letto l'albo, era solo un discorso generale. Leggerò la storia tutta insieme alla fine, come sempre.

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Ecco, faresti  bene a stare zitto e prima leggerla, magari! 😄

 

Il lettore Dario è stato superpignolo.Chissà che ci ha visto in quelle due battute tra Kit e Tiger, visto che Kit NON PARLA ASSOLUTAMENTE DELL'INFALLIBILTA' DEL PADRE, anzi, teme che si sia sbagliato!  C'è solo poi la battuta chiaramente IRONICA di Tiger che dice "Uno  sbaglio di Aquila della Notte? Impossibile!" Se questi sono complimenti ad nauseam, io sono un tram a vapore! E quel dialogo l'ha irritato? Mah!

 

L'altro  commento SPOILERANTE di Dario, sulla scena di Fort Rucker, poi, è per me del tutto incomprensibile. Ma per fortuna la storia gli è piaciuta, quindi...😆

Modificato da borden
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Letto anch'io. Albo preparatorio al seguito di questa lunga storia, come dice Natural, che mi sembra di capire riunisca i due seguiti che Boselli tempo fa disse di avere in mente dopo aver scritto Ĺ indomabile. Vediamo se Boselli conferma, o se ho sparato una caz....ta. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

Ecco, faresti  bene a stare zitto e prima leggerla, magari! 😄

 

Il lettore Dario è stato superpignolo.Chissà che ci ha visto in quelle due battute tra Kit e Tiger, visto che Kit NON PARLA ASSOLUTAMENTE DELL'INFALLIBILTA' DEL PADRE, anzi, teme che si sia sbagliato!  C'è solo poi la battuta chiaramente IRONICA di Tiger che dice "Uno  sbaglio di Aquila della Notte? Impossibile!" Se questi sono complimenti ad nauseam, io sono un tram a vapore! E quel dialogo l'ha irritato? Mah!

 

L'altro  commento SPOILERANTE di Dario, sulla scena di Fort Rucker, poi, è per me del tutto incomprensibile. Ma per fortuna la storia gli è piaciuta, quindi...😆

 

Spiace a me di averti irritato...

Però già la battuta di Kit a me sembrava piuttosto evidente nella sottolineatura dell'infallibilità del padre. Tant'è vero che Tiger ritiene che l'ipotesi di un errore di Tex, adombrata da Kit, sia proprio da intendere come una sorta di "adynaton", replicando anzitutto "Hai ragione, Piccolo Falco! Uno sbaglio di Aquila della Notte?..." Concordo nel fatto che qui sia un veloce accenno, il mio disappunto sta solo nel trovare questo genere di affermazioni ricorrenti in alcuni albi per un tratto di infallibilità di Tex che preferisco confermato nei fatti più che proclamato da discorsi in anticipo. Sarà la mia sensibilità eccessiva, oltre alla già notata superpignoleria (anche se mi pare ci siano degli utenti che fanno molto più di me i ricercatori di aghi nei pagliai).

Ribadisco, non per "cerchiobottismo", che la storia mi è piaciuta e che, come premesso, si trattava di rilievi minimi non in grado di alterare un giudizio positivo.

Sulla scena al forte mi pareva invece chiaro il motivo per cui ritenevo il comportamento del colonnello un po' forzato, ma evidentemente sono proprio incontentabile. Scusatemi! 

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Buon inizio, molto classico, in cui mi intriga soprattutto il fatto che le due vicende corrano in parallelo senza (finora) incrociarsi.... Ci sono tutte le premesse per una grande avventura. :trapper:

Ho notato anche una maggior scorrevolezza e leggerezza rispetto ad altre storie del Bos... Probabilmente perché è una di quelle che lui stesso reputa "semplici". :)

 

Buoni i disegni di Sejas, anche se ho notato un leggero calo, complessivamente parlando... I due cattivi sono poi la copia precisa della versione del compianto Ortiz.:unsure2:

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<span style="color:red;">35 minuti fa</span>, dario63 dice:

 

Spiace a me di averti irritato...

Però già la battuta di Kit a me sembrava piuttosto evidente nella sottolineatura dell'infallibilità del padre. Tant'è vero che Tiger ritiene che l'ipotesi di un errore di Tex, adombrata da Kit, sia proprio da intendere come una sorta di "adynaton", replicando anzitutto "Hai ragione, Piccolo Falco! Uno sbaglio di Aquila della Notte?..." Concordo nel fatto che qui sia un veloce accenno, il mio disappunto sta solo nel trovare questo genere di affermazioni ricorrenti in alcuni albi per un tratto di infallibilità di Tex che preferisco confermato nei fatti più che proclamato da discorsi in anticipo. Sarà la mia sensibilità eccessiva, oltre alla già notata superpignoleria (anche se mi pare ci siano degli utenti che fanno molto più di me i ricercatori di aghi nei pagliai).

Ribadisco, non per "cerchiobottismo", che la storia mi è piaciuta e che, come premesso, si trattava di rilievi minimi non in grado di alterare un giudizio positivo.

Sulla scena al forte mi pareva invece chiaro il motivo per cui ritenevo il comportamento del colonnello un po' forzato, ma evidentemente sono proprio incontentabile. Scusatemi! 

 

 

Ma certo che sei scusato! 

<span style="color:red;">23 minuti fa</span>, kento dice:

 

Buoni i disegni di Sejas, anche se ho notato un leggero calo, complessivamente parlando... I due cattivi sono poi la copia precisa della versione del compianto Ortiz.:unsure2:

Questo non dovrebbe essere un pregio?

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<span style="color:red;">45 minuti fa</span>, borden dice:

Questo non dovrebbe essere un pregio?

 

In termini di riconoscibilità dei due personaggi certamente sì, mi ha solamente un po' stupito che Seijas abbia preferito rifarsi ad Ortiz, piuttosto che darne una propria interpretazione... Ma magari è stata una tua precisa richiesta. :)

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Ragazzi, torno a dire, con amicizia... Per fortuna voi li leggere i  fumetti e non li fate...   Non credo comunque che nessun altro lettore possa essere d'accordo con te. Trovi un difetto che i personaggi siano riconoscibili da una storia all'altra! Impagabile!

 

Noi chiediamo SEMPRE che siano riconoscibili. Mica facciamo arte! Quando non avviene così non è una scelta dei disegnatori.

 

E'  perché NON CI RIESCONO!

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<span style="color:red;">9 minuti fa</span>, borden dice:

Ragazzi, torno a dire, con amicizia... Per fortuna voi li leggere i  fumetti e non li fate...   Non credo comunque che nessun altro lettore possa essere d'accordo con te. Trovi un difetto che i personaggi siano riconoscibili da una storia all'altra! Impagabile!

 

Noi chiediamo SEMPRE che siano riconoscibili. Mica facciamo arte! Quando non avviene così non è una scelta dei disegnatori.

 

E'  perché NON CI RIESCONO!

 

che incapaci... :P

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<span style="color:red;">8 ore fa</span>, Barbanera dice:

per Netdahe si intendono i ribelli Apache attivi al sud del confine messicano:una banda di fuorilegge e assassini,che viveva di violenza e saccheggio...la banda era composta da diversi ceppi Apache (Mescaleros, Chiricahua,Mimbrenos,Janeros...) e fu comandata da Juh e per un periodo da Geronimo...

 

Scusa, dove hai preso questa informazione?

Intendi dire che così sono intesi nell'albo o hai letto da qualche parte che i Nethdae erano 'ribelli, fuorilegge e assassini' comandati da Juh e 'per un periodo (???) da Geronimo?

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<span style="color:red;">20 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

 

Scusa, dove hai preso questa informazione?

Intendi dire che così sono intesi nell'albo o hai letto da qualche parte che i Nethdae erano 'ribelli, fuorilegge e assassini' comandati da Juh e 'per un periodo (???) da Geronimo?

 

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1 ora fa, navajo warrior dice:

 

Scusa, dove hai preso questa informazione?

Intendi dire che così sono intesi nell'albo o hai letto da qualche parte che i Nethdae erano 'ribelli, fuorilegge e assassini' comandati da Juh e 'per un periodo (???) da Geronimo?

Basta leggere qualsiasi libro sugli Apaches... assassini lo erano per forza,mio caro.per forza e per necessità.ovvio che Borden fa una semplificazione...ma non è un mistero che Juh e Geronimo si siano uniti un periodo in una banda tale di ribelli. non legarono mai con Victorio,anche se per un breve periodo dopo il massacro di Tres Castillos la sorella di Victorio,Lozen,si unì alla banda di Geronimo...sia Victorio sia Mangas coloradas sia Nana non avevano molta stima di Juh e di Geronimo...ma per assurdo i Greaser temevano più i White Mountain di Victorio dei ribelli di Juh...

Per gli Apache spesso il concetto di banda era superiore a quello di tribù.che io sappia, Geronimo si defini sempre un Bedonkoe e mai un Chokonen Chiricahua come Cochise...

 

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">49 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Basta leggere qualsiasi libro sugli Apaches... assassini lo erano per forza,mio caro.per forza e per necessità.ovvio che Borden fa una semplificazione...ma non è un mistero che Juh e Geronimo si siano uniti un periodo in una banda tale di ribelli. non legarono mai con Victorio,anche se per un breve periodo dopo il massacro di Tres Castillos la sorella di Victorio,Lozen,si unì alla banda di Geronimo...sia Victorio sia Mangas coloradas sia Nana non avevano molta stima di Juh e di Geronimo...ma per assurdo i Greaser temevano più i White Mountain di Victorio dei ribelli di Juh...

 

Grazie.

E' pero bene precisare che i Netdahe non nascono ribelli, fuorilegge e assassini come sembra.

I Netdahe (che significa Il Popolo Nemico, un nome che indicava come non facessero sconti a nessuno, nemmeno ad altri apaches) erano uno dei tre principali gruppi in cui si dividevano i Chiricahua (gli altri due erano i Chokonen e i Chihenne). Un quarto gruppo, i Bedonkohe, era praticamente estinto e vi facevano parte Geronimo e pochi altri, i quali si univano di volta in volta ai Chokonen o ai Netdahe (hai ragione ricordando la scarsa simpatia reciproca tra il chihenne Victorio [non era un White Mountain !] e Geronimo). Quando i Chiricahuas furono rinchiusi nelle riserve, e dopo la morte di Victorio (che come stratega metteva a letto sia Juh che Geronimo, ecco perchè era il più temuto dai messicani), gli unici a spasso erano appunto questi due, con Geronimo che si appoggiava a Naiche, figlio di Cochise e capo dei Chokonen. Spesso con loro c'era anche il vecchio Nana dei Chiehenne. Quando Geronimo e Naiche si spostavano in Messico, si univano a Juh e ai suoi Netdahe, che intanto avevano accolto guerrieri di altre bande apache, navajo e forse anche un paio di comanche.

Insomma, la mia era chiaramente una provocazione, NON per confutare quello che hai scritto, ma solo per chiarire che i Netdahe nascono come banda apache uguale alle altre e che solo le vicende storiche hanno fatto sì che diventassero sinonimo di ribelle, predone o assassino.

 

PS. per favore, mi rivolgo a tutti, potete indicare chiaramente SPOILER quando raccontate dei particolari sulla storia? Così non li leggo fino a sabato, quando comprerò l'albo.

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