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[08] [Almanacco 2001] Missione A Sierra Vista


due
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Voto alla storia  

16 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Andrea Venturi
Periodicità annuale : Febbraio 2001



C'è un misterioso assassino, nella sperduta cittadina di Sierra Vista: ogni due o tre mesi, una ragazza viene trovata morta con la gola tagliata. Lo sceriffo del luogo gli dà la caccia da anni, ma senza risultati. Non è l'unico a cercare il serial killer: un ispettore della polizia di Baltimora, Nick Martin, si è spinto a indagare fin nell'estremo sud dell'Arizona, dopo aver scoperto le inquietanti coincidenze che collegano il modus operandi dell'omicida di Sierra Vista con quello di un criminale attivo fino a qualche anno prima nella sua città, e poi svanito nel nulla. Solo che anche il poliziotto è scomparso, forse vittima dello stesso assassino, accortosi di essere braccato. A questo punto, solo l'intervento di Tex può risolvere il caso!

 

 

© Sergio Bonelli Editore

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  • 2 anni dopo...

Gradevole e simpatica storia a sfondo giallo, semplice e scorrevole. Un mistero che si nasconde a Sierra Vista e un Tex, orfano di Kit Carson, che ha il compito di svelarlo. Il nostro ranger nelle vesti di Sherlock Holmes giunge a scoprire l'assassino grazie alle diverse soffiate degli abitanti del piccolo paesino, non facendo quasi niente, a parte qualche piccola scazzottata o evitando un agguato. A rendere piu' che potabile questa leggera avventura ci sono i disegni di un bravissimo Venturi. Bellissime le sue caratterizzazioni grafiche di alcuni personaggi di contorno e soprattutto eccezzionale il suo Tex. Un ranger spesse volte sorridente e simpatico. Un gran disegnatore al servizio di Tex. Unica pecca di questa storia è l'incredibile e l'ennesimo spoiler della copertina dell'Almanacco che ci svela l'identita' dell'assassino.

 

Storia 6,6

Disegni 8

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  • 1 anno dopo...

Il finale di questa storia sembra scritto apposta per confermare le tesi degli antinizziani! Che diamine, possibile che Tex non si accorga che un tizio grande e grosso gli è arrivato alle spalle? E poi, non si poteva fare in modo che il ranger recuperasse la brutta figura, per esempio dando un calcione al fucile del tizio, facendo in modo che la pellaccia se la salvasse da solo? No: Tex viene salvato da una donna malata di nervi, così malaticcia che c'è di che meravigliarsi che sia riuscita a impugnare una colt! Per il resto, questa è tutt'altro che una storia dalle grandi pretese! In realtà sarebbe un bel giallo:infatti la storia del serial killer venuto da lontano, per quanto già sentita ("La locanda dei fantasmi" e "Orrore"),è comunque affascinante e Nizzi costruisce i vari retroscena in maniera sapiente. Ma quello che manca a questo bel giallo è uno dei suoi elementi principali:il detective! Insomma,Tex non fa niente dall'inizio alla fine:a condurlo sulla pista giusta sono infatti le intuizioni di altri:lo sbirro morto prima e soprattutto il medico ubriacone, vero risolutore della vicenda! e se a questa inutilità di fondo si aggiunge l'ingloriosa scena finale, ecco che la frittata è fatta! Peccato, perchè i personaggi di contorno sono anche simpatici:il giornalista rompiballe e lo spiantato origlione in bombetta, nonchè i già citati malata di nervi (anche un po' inquietante) e medico ubriacone. E peccato soprattutto per i bei disegni sprecati di un Venturi, vero maestro di inquadrature e prospettive, che è una garanzia di qualità! Voto alla storia:5. Chi manca, purtroppo,è colui che non deve mai mancare:Tex!

  • +1 1
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  • 3 anni dopo...

Il finale di questa storia sembra scritto apposta per confermare le tesi degli antinizziani! Che diamine, possibile che Tex non si accorga che un tizio grande e grosso gli è arrivato alle spalle? E poi, non si poteva fare in modo che il ranger recuperasse la brutta figura, per esempio dando un calcione al fucile del tizio, facendo in modo che la pellaccia se la salvasse da solo? No: Tex viene salvato da una donna malata di nervi, così malaticcia che c'è di che meravigliarsi che sia riuscita a impugnare una colt! Per il resto, questa è tutt'altro che una storia dalle grandi pretese! In realtà sarebbe un bel giallo:infatti la storia del serial killer venuto da lontano, per quanto già sentita ("La locanda dei fantasmi" e "Orrore"),è comunque affascinante e Nizzi costruisce i vari retroscena in maniera sapiente. Ma quello che manca a questo bel giallo è uno dei suoi elementi principali:il detective! Insomma,Tex non fa niente dall'inizio alla fine:a condurlo sulla pista giusta sono infatti le intuizioni di altri:lo sbirro morto prima e soprattutto il medico ubriacone, vero risolutore della vicenda! e se a questa inutilità di fondo si aggiunge l'ingloriosa scena finale, ecco che la frittata è fatta! Peccato, perchè i personaggi di contorno sono anche simpatici:il giornalista rompiballe e lo spiantato origlione in bombetta, nonchè i già citati malata di nervi (anche un po' inquietante) e medico ubriacone. E peccato soprattutto per i bei disegni sprecati di un Venturi, vero maestro di inquadrature e prospettive, che è una garanzia di qualità! Voto alla storia:5. Chi manca, purtroppo,è colui che non deve mai mancare:Tex!

 

Per nulla d'accordo con Paco. Per me è (non "sarebbe") un bel giallo, ed il detective c'è, ed è Tex. Certo, si trova tutto bello e preparato da altri (il detective di Baltimora e il dottor Benten) ma d'altronde la chiave del mistero è in quel piccolo paese e nella sua gente, e lui non può fare altro che tastare il polso agli abitanti di quello sputo di posto per poter cavare qualche ragno dal buco. Alla fine è lui che tira le somme, è lui che fa due più due e che arriva alla risoluzione del mistero.

A me la storia è piaciuta molto anche perchè mi ha ricordato i libri di Nizzi. Si tratta di gialli ambientati in un piccolo paese, Borgo Torre, in cui il detective improvvisato di turno si confronta con una girandola di personaggi molto autentici nelle loro miserie e nella loro quotidianit?. Anche qui Sierra Vista è uno sputo di paese, e anche qui Nizzi ci propone una serie di personaggi molto convincenti anche grazie alla magistrale interpretazione che di essi ne d' Venturi, che li fa letteralmente recitare con una dovizia di espressioni del viso meravigliose nella loro verosimiglianza: l'oste pigro che si duole di non essere stato pagato dall'uomo di cui Tex è alla ricerca, l'indolente sceriffo che non vuole guai e seccature, il divertentissimo giornalista anziano Banyon, l'ubriacone in bombetta, lo splendido (qui Venturi si supera nelle espressioni del viso) usuraio proprietario dell'emporio, il medico alcoolizzato ed infine il sorridente Marriott con la sua sfortunata e penosissima moglie.

Un tale stuolo di comprimari sapientemente caratterizzati (ripeto, anche da un grandissimo Venturi), un Tex spesso sorridente (altro merito da ascrivere a Venturi) nella sua sicurezza, un giallo che non sfigura ne fanno per me una storia molto soddisfacente: una delle più belle lette sugli Almanacchi, pubblicazione che solitamente non mi lascia grande appagamento proprio per la brevità e per le poche pretese delle storie che propone.

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Letta ieri sul Tex Gold, in stile un po "poliziesco" che posso accettare ogni tanto anche se non è il mio genere, Tex sembra un detective; la storia fila via bene ma anche forse troppo: come al solito a me non piacciono particolarmente le storie in cui Tex è solo o manca Carson perchè le trovo spesso un poco noiose. La trovo una storiella leggera, carina, nulla di speciale. Belli però i disegni di Venturi. Voto: 7.

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  • 6 anni dopo...

La storia a me è piaciuta, scorre bene, è un bel giallo, ma ha un errore capitale e un altro paio di cosette che non mi hanno convinto.

Cominciamo dalle cose piccole:

Non mi ha convinto il modo in cui Tex (Nizzi) giustifica l'assenza di Carson, che avrebbe accampato la scusa di una caviglia slogata. Mah...

L'enorme spiegone (pensato da Tex mentre cavalcava) che circa a metà storia serve a farci capira l'intera vicenda ci sta, per carità, ma è davvero troppo lungo.

Comunque inezie.

Veniamo al vero grosso problema:

Tex che alla fine non si accorge del bestione alle sue spalle e si fa salvare dalla ragazza psicopatica non esiste al mondo. Sono quelle cose che abbassano il voto a storie che altrimenti sarebbero ben più che discrete. Ingenuità in cui Nizzi è troppo spesso caduto nell'ultimo ventennio. Cose che a lui servono per rendere più interessante la storia, ma che trattandosi di Tex (essere quasi infallibile) finiscono per tradire il personaggio.

I disegni di Venturi sono molto belli, ma d'altra parte si parla di uno dei maggiori artisti su Tex in tempi recenti.

 

Nizzi 6 ( un voto o anche più in meno per il finale, di una storia che fin li mi era molto piaciuta)

Venturi 7:50

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  • 2 anni dopo...

Storia piuttosto modesta, a mio parere, che spreca i bei disegni di Venturi. I difetti sono tanti, alcuni macroscopici già segnalati da chi mi ha preceduto:

Il 12/1/2011 at 08:19, paco ordonez dice:

Che diamine, possibile che Tex non si accorga che un tizio grande e grosso gli è arrivato alle spalle?

Tex s'infila nella tana del lupo e neanche si guarda alle spalle, pur sapendo che, oltre all'assassino, in giro c'è anche il suo killer di fiducia. E Tex se lo dice persino da solo: "Sono stato un idiota a non pensare a lui!"

Il 12/1/2011 at 08:19, paco ordonez dice:

Tex viene salvato da una donna malata di nervi, così malaticcia che c'è di che meravigliarsi che sia riuscita a impugnare una colt!

Il 12/1/2011 at 08:19, paco ordonez dice:

Tex non fa niente dall'inizio alla fine: a condurlo sulla pista giusta sono infatti le intuizioni di altri: lo sbirro morto prima e soprattutto il medico ubriacone, vero risolutore della vicenda!

In effetti Tex gironzola tutto il tempo per il paese limitandosi a raccogliere qua e là le varie soffiate dei cittadini, con poco fatica e neanche un po' di suspense. Per poi alla fine farsi salvare da altri.

Se si aggiungono dei dialoghi (e pensieri) a volte prolissi e ripetitivi (vedi lo spiegone finale in cui Tex riassume al colpevole ciò che lui ha commesso e che noi lettori già sappiamo), scontri a fuoco banalissimi, lettere, biglietti e informatori vari come scorciatoie narrative, il giudizio finale su questo giallo prevedibile e ben poco western non può che essere negativo.

Al confronto, "Orrore" di Medda, n. 410-411, dal soggetto simile (un serial killer nascosto in una piccola cittadina) risulta, invece, molto più credibile e appassionante. Medda regala al lettore tensione, atmosfera e un finale imprevedibile, qui invece la trama procede in modo piuttosto piatto, con ben pochi sussulti, considerando che l'antagonista dovrebbe essere invece un efferato e imprendibile serial killer (raffigurato qui come un ranchero in vestaglia)!

L'impressione finale è che la storia sia stata presa da un giallo qualunque e poi inserita a forza nel mondo di Tex, senza adattarla più di tanto al personaggio.

Modificato da Poe
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