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TWF - Tex Willer Forum

La successione di G.L. Bonelli


Ronin
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Alcuni commenti sparsi sui post altrui...

 

16 hours ago, Leo said:

Io non sono deluso, ma sorpreso sì. In fondo Nizzi scriveva in modo molto fedele al suo personaggio, e il periodo nizziano vissuto da Glb fu quello d'oro dell'autore di Fiumalbo. Storie come Fuga da Anderville, La leggenda della vecchia missione, i delitti del lago ghiacciato, i cospiratori, se le ha lette devono essergli piaciute... o almeno così credevo fino ad ora

 

Leo, in Fuga da Anderville Tex PERDE. Perde completamente e totalmente, per decenni, viene fregato dal "cattivo" che la fa completamente franca, e anche alla fine non scopre nulla, è il cattivo che gli "fa la grazia" di raccontare finalmente tutto a quel povero tontolone che altrimenti avrebbe continuato a credere colpevole la persona sbagliata...  per me Nizzi è stato fortunato che l'unica volta che ha incontrato GL Bonelli non è capitata subito dopo quella storia, sennò il vecchio avrebbe tirato fuori la colt!  :lol:

 

16 hours ago, Pallino said:

In merito a Nizzi cito una frase che sapranno tutti :

„Tex è assolutamente centrale nella storia. È lui il protagonista indiscusso. Tutto gira attorno a lui, anche i cattivi. Tex è la colonna portante della narrazione. Questo nelle storie di Boselli non avviene: fateci caso, il vero protagonista della storia è sempre un altro.“ — Claudio Nizzi

 

La "sanno tutti", è vero, perché viene sempre ripetuta...  ma è una colossale sciocchezza.

 

Per i primi 100 albi circa, sono la raccolta di albi a striscia di 32 strisce (10,66 pagine) o di 80 strisce (26,66 pagine), quindi è ovvio che Tex deve essere visto almeno ogni 10 pagine, altrimenti ha un albo senza il protagonista. E questo è indipendente dallo stile, all'avrebbero dovuto farlo tutti, da Bonelli a Nizzi a Boselli. Pure Sclavi se gli facevano scrivere Tex.

 

Però se guardi le storie, già quando ha 26 pagine, GLBonelli stacca molto la telecamera da Tex. Molto più di quanto faccia suo figlio Sergio su Zagor o quanto facciano gli altri autori Bonelli sul Piccolo Ranger o sul Comandante Mark. In "Pony Express" per esempio c'è un lungo tratto di storia totalmente centrato su Kit. L'inizio dell'Enigma della Lancia vede assente Tex.

 

Ma è quando finalmente scrive direttamente per il gigante che G.L.Bonelli si scatena. Tu hai sicuramente letto Il figlio di Mefisto (tutta la storia, non solo l'albo). Non ti sei accordo che...   il protagonista è Yama? La storia è raccontata dal suo punto di vista (e prima, dal punti di vista di Mefisto), molto più che dal punto di vista di Tex. La storia è la storia dell'ascesa e della caduta di Yama, e non è un caso che anche alla fine, la scena madre sia riservata a lui, che guida un veliero maledetto in tempesta (un uscita di scena... da protagonisti). Tex è l'antagonista, il suo ruolo è solo reattivo, è l'antagonista che Yama deve sfidare, per ordine si suo padre, andando incontro al suo destino ( la storia è così compiuta che Yama ha esaurito il suo compito, poi quando ritorna Bonelli non sa più cosa fargli fare, come antagonista Yama è solo una fotocopia di mefisto, la sua particolarità nella prima storia era che per una volta vedevamo tutto dal punto di vista di un "cattivo", comprese le sfide che doveva superare...)

 

E "la congiura"? Dove i pards si muovono separatamente, e Tex, Tiger e Carson devono agire per più di un albo da soli senza Tex? O l'inizio di "Arizona", con Tiger da solo?  E "San Francisco" con Kit e Barbanera? E tornando a parte di avversari e comprimari, quelli che secondo Nizzi in GLBonelli non hanno mai sfumature di grigio...   Lucero? Il già citato Barbanera? Rod in "Tramomto Rosso"? Juan Ortega? Il Signore dell'Abisso? Lo stesso Yama? La Regina della Notte? La Dama di Picche? I Ragazzi in fuga dal Cacciatore di Taglie? Apache Kid?

 

E parlando di sfumature di grigio, il suo Tex sarebbe puro e senza macchia, e sempre dalla parte del bene? Anche quando ordina a distanza ai suoi indiani di uccidere una persona a cui aveva promesso la salvezza della vita, e di far sparire il suo corpo? Anche quando paga profumatamente una banda di assassini senza scrupoli perchè gli consegnino una persona da ammazxzare poi senza problemi e senza rischi? Anche quando si allea con un rapinatore di banche contro un rappresentante della legge? Anche quando spara per uccidere semplici soldati che obbediscono agli ordini?

 

No, i casi sono due:

1) O Nizzi si è "studiato" GLBonelli molto meno di quanto dicesse (o se l'ha fatto come certi studenti che imparano le cose a memoria, tipo "Vecchio Cammello", "Satanasso" e "patatine", ma senza capire davvero l'argomento)

2) O Nizzi in quell'intervista (e nelle altre simili) fa il paraculo, descrive il SUO Tex, diversissimo da quello di GL Bonelli, ma dice che sono la stessa cosa...   (quello che mi meraviglia è che poi la gente che GLBonelli se lo è letto annuisca e dica "sì, ha ragione, nelle storie di GLBonelli personaggi come Yama o Barbanera o Lucero o Juan Ortega non ci sarebbero mai! :rolleyes: )

 

15 hours ago, borden said:

Le scelte della Casa editrice erano un'altra cosa. Noi neanche si sapeva che stavano provando Nizzi. Poi proprio in quei mesi io sono stato assunto in quella che oggi si chiama SBE e sono passato dall'altra parte della barricata. Sergio mi ha fatto fare sette anni di gavetta prima di farmi scrivere una storia. Non di Tex, Di River Bill. A Tex ha pensato Canzio  dopo che io avevo scritto degli Zagor che gli erano piaciuti. Ma ormai lavoravo in casa editrice da undici anni.

 

Se ci pensi, tecnicamente SEI stato il diretto successore di GLBonelli... su TuttoWest!   :laugh:

 

Certo, che a pensare che OLTRE ad aver lavorato nello studio di Bonelli, eri anche nella redazione di Pilot (rivista di cui non si parla mai quando si parla della Bonelli) viene voglia di tempestarti di domande anche su quella... come venivano scelte le storie, quanti ci lavoravano, quanto vendeva, che atmosfera c'era...

 

Parlando di date, non so se l'hai già detto nel forum, da che anno hai iniziato a lavorare con GLBonelli?

 

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  • co fondatore

A dire il vero nei primi anni della sua vita editoriale, Larry Yuma comprendeva parecchie storie lunghe, pubblicate a puntate in una rivista dal formato maggiore dell'attuale (quattro strisce per pagina). Non andavano oltre le 45 pagine credo, ma Nizzi poteva dimostrare di sapersi cimentare perlomeno sulla media lunghezza.

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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, Diablero dice:

E poi ovviamente esiste nelle interviste, dove Nizzi dice cose che ti fanno dubitare che abbia davvero letto con attenzione le storie di GL Bonelli, tipo "Tex è sempre al centro della scena" che implica che non ha mai letto il figlio di Mefisto, La Cella della Morte, El Paso, San Francisco e una buona metà delle storie del periodo d'oro)

 

Un buon numero di storie di Nizzi negli anni ottanta riprendono e rifanno storie di GLB o Nolitta tra cui "La cella della morte" --> "L'uomo con la frusta" oppure "San Francisco" --> "La congiura". A volte fai delle affermazioni che sembrano messe lì solo per dire male dell'autore.

 

Ah, tra i paletti posti a Nizzi, oltre alle storie a tema giallo che erano le più congeniali per lui, anche il divieto di riprendere Mefisto o Yama.

 

L'ultima di Yama che Galleppni inizia a disegnare nel 1980 si era rivelata una delusione.

Inoltre GLB vagheggiava di volerla scrivere lui la nuova storia anche se poteva considerarsi ormai un autore finito o quasi.

Di quella sceneggiatura di Yama, priva del suo solito estro creativo, non possiamo non notare che sia il frutto di un collage di due storie diverse,  questo detto a ulteriore conferma che ormai non era più in grado (per tutta una serrie di motivi tra cui preponderante la stanchezza) di scrivere storie lunghe.

 

Delle storie scritte negli anni ottanta post 300 molte non raggiungono le 110 pagine se non con interventi redazionali (Luna comanche, Tex 300 (Sclavi), La  città corrotta (Sclavi), Terra violenta (Nizzi), Il medaglione spagnolo (Sclavi).

 

"La minaccia invisibile" è scitta a quattro mani (ma è soprattutto boselliana), non è un'idea sua, così come "Un mondo perduto" che è un soggetto del figlio Giorgio ampiamente sborbiciato.

 

"Uno sporco imbroglio" è un altrro collage di due storie  messe insieme un po' così.

 

"Geronimo" contiene l' errore del personaggio che Tex incontra e saluta come se fosse la prima volta, cio' che lascia supporre un autore distratto oppure più probabile una storia iniziata e continuata in due momenti distinti.

 

Andando sempre più indietro nel tempo , le storie pubblicate nel 1983 "Il sepolcro azteco" ha 199 tavole; Dinamite" ha 122 tavole,  "La foresta pietrificata" ha 99 tavole, un numero di pagine sempre minore. Quella di Fusco è disegnata subito dopo la prima di Nizzi (che è del 1982) solo nella prima metà del 1983 e pubblicata subito a partire dal mese di agosto dello stesso anno. C'è la possibilità anche che questa e le altre non siano storie scritte da GLB in quel momento, ma siano scarti messi da parte e ripresi all'occorrenza. Sergio Bonelli di queste rimanenze ha confessato di aver pubblicato "Il medaglione spagnolo". La logica suggerisce che l'Editore abbia pubblicato prima gli scarti migliori (per me più o meno tutte le storie, esclusa sicuramente "La città corrotta"). 

 

L'ultima storia di GLB davvero accattivante è "Il Marchio di Satana". La sceneggiatura è del 1980. Da quest'anno si pone imperiosamente il problema della successione. E' l'anno in cui Nizzi lascia l'impiego alla Fiat trattori per dedicarsi completamente al Giornalino e siccome aveva tanto tempo a disposizione tentò anche la carta Sergio Bonelli andando a trovarlo in Via Buonarrotti che non è molto distante dalla redazione dove lavorava. Sergio gli dice subito di si, gli fa scrivere alcune storie di Mister No (nel mentre lui continua a sobbarcarsi controvoglia e con alti e bassi la scrittura delle storie di Tex). Nizzi aveva alle spalle esperienze con il genere westerrn, ma come Grecchi era abituato a scrivere storie corte. L'esame è superato alla grande con Mister No, può passare a Tex. Studia il personaggio ( i numeri da leggere erano relativamente pochi allora, circa 200/250) e inizia a scrivere le prime storie in parte riprendendo vecchie storie e vecchi personaggi (Il Carnicero) e in parte storie gialle. Dal 1984/1985 Sergio Bonelli gli affida completamente Tex: dopo un esercizio durato un paio d'anni ha superato anche quest'esame. Da tutto questo si evince che l'Editore non ebbe ne il tempo ne il motivo di pensare seriamente a un altro sceneggiatore, ce l'aveva già in casa.

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<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, Mister P dice:

A dire il vero nei primi anni della sua vita editoriale, Larry Yuma comprendeva parecchie storie lunghe, pubblicate a puntate in una rivista dal formato maggiore dell'attuale (quattro strisce per pagina). Non andavano oltre le 45 pagine credo, ma Nizzi poteva dimostrare di sapersi cimentare perlomeno sulla media lunghezza.

Vero, ricordo in particolare la storia "Quanak l'apache" che, oltre ad essere abbastanza lunga, presentava anche un comprimario abbastanza texiano. Ma, come ho già detto prima, la prova generale per Nizzi credo siano state le due storie per Mister No.

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1 ora fa, Ronin dice:

A questo punto , però, e spero di non ripetermi, visto che uno sceneggiatore di mestiere come Missaglia (più o meno coetaneo di Grecchi e con un curriculum non inferiore al Nizzi di inizio anni '80 visto che aveva già alle spalle il western  "Jesus" che non era certo una serie edulcorata) era stato messo al lavoro anche lui sulla serie del pilota di Manaus e con risultati più che incoraggianti. Di conseguenza penso che, realisticamente, gli si poteva dare la chance di provare con una sceneggiatura texiana.

 

Con risultati incoraggianti? Questa è bella! Citami una, una sola storia di Ennio Missaglia su Mister No che abbia un capo e una coda, snodi narrativi plausibili e personaggi che si comportano in maniera coerente e poi ne riparliamo.

Poi non ho letto nulla di suo all'infuori delle sue storie su Mister No e magari altrove era uno sceneggiatore decente, non so; ma disgraziatamente ho tutte le sue storie di Mister No e non ce n'è una, dico una, che non sia una merda. E poi la gente parla male di Mignacco e Masiero... bah.

Nizzi superò brillantemente la prova di Mister No: soprattutto quella di Bignotti con i nazisti è fantastica, ma anche la storia-fiume (in tutti i sensi) disegnata da Civitelli è molto bella. Missaglia, con tutto il rispetto per un professionista che magari altrove era validissimo, non fece mai prove di quel livello.

 

Scusatemi l'OT, ma quanno ce vò, ce vò. :D

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<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, virgin dice:

 

Con risultati incoraggianti? Questa è bella! Citami una, una sola storia di Ennio Missaglia su Mister No che abbia un capo e una coda, snodi narrativi plausibili e personaggi che si comportano in maniera coerente e poi ne riparliamo.

Poi non ho letto nulla di suo all'infuori delle sue storie su Mister No e magari altrove era uno sceneggiatore decente, non so; ma disgraziatamente ho tutte le sue storie di Mister No e non ce n'è una, dico una, che non sia una merda. E poi la gente parla male di Mignacco e Masiero... bah.

 

Scusatemi l'OT, ma quanno ce vò, ce vò.

Sarà diversità di gusti ma io le storie di missaglia su mister no le trovo gradevoli. Non capolavori, certo, ma piacevoli da leggere e a, mio parere, è entrato nello spirito del personaggio. Mister No è un amabile perdigiorno e si ritrova sempre per caso o per motivi di forza maggiore nelle avventure che vive. E' stato concepito cosi dal suo creatore ed è contraddittorio ed impulsivo come molte persone reali.  Se vedi le cose in questa ottica, magari capirai anche l'approccio di Missaglia alle sue storie, cosi come hanno fatto altri autori.

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Ma se proprio vogliamo dirla tutta, l'idea che Grecchi non fosse adatto perché abituato a scrivere storie breviera  solo una scusa per mascherare il vero motivo per cui G.L. Bonelli non lo voleva su Tex e Boselli lo ha spiegato con chiarezza: Grecchi era un autore con decenni di carriera alle spalle, aveva creato personaggi che per anni sono stati popolarissimi, aveva un suo stile ed una personalità definiti ergo non era facilmente controllabile.

E non è nemmeno vero che non sapesse scrivere storie lunghe perché di  certi personaggi ha scritto storie di centinaia di pagine al ritmo di 13 pagine alla settimana.

Sulla sua rubrica nell'ultimo numero di Tex Willer Boselli scrive che GLB considerava Grecchi uno dei tre grandi del fumetto italiano assieme a D'Antonio e lui stesso (abbasso la modestia :laugh:) ed è proprio questo il punto: Grecchi avrebbe scritto il suo Tex a modo suo e con il vecchio ci sarebbero state discussioni infinite. Il vecchio lo sapeva e voleva evitarlo..

Mi si dirà che anche il Tex di Nolitta era diversissimo come stile da quello di suo padre. Vero , ma noi sappiamo che Nolitta si faceva riscrivere i dialoghi e bocciare certe scene senza discutere o almeno senza discutere troppo.

Personalmente, non aver mai potuto leggere una storia di Tex, è un grande rimpianto.

 

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1 ora fa, ymalpas dice:

 

Un buon numero di storie di Nizzi negli anni ottanta riprendono e rifanno storie di GLB o Nolitta tra cui "La cella della morte" --> "L'uomo con la frusta" oppure "San Francisco" --> "La congiura". A volte fai delle affermazioni che sembrano messe lì solo per dire male dell'autore.

 

 

A volte?:D

Modificato da Mister P
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<span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Ronin dice:

Sarà diversità di gusti ma io le storie di missaglia su mister no le trovo gradevoli. Non capolavori, certo, ma piacevoli da leggere e a, mio parere, è entrato nello spirito del personaggio. Mister No è un amabile perdigiorno e si ritrova sempre per caso o per motivi di forza maggiore nelle avventure che vive. E' stato concepito cosi dal suo creatore ed è contraddittorio ed impulsivo come molte persone reali.  Se vedi le cose in questa ottica, magari capirai anche l'approccio di Missaglia alle sue storie, cosi come hanno fatto altri autori.

 

Sì, è stato concepito così dal suo creatore... proprio per questo è difficile da rendere: un amabile perdigiorno, ma anche un uomo duro e determinato. Giustificare la transizione fra i due stati non è facile, ma quasi tutti gli altri autori ci sono riusciti con efficacia. Ennio Missaglia no: in una pagina Mister No è un pirla beone, nella pagina dopo è rambo che falcia gli avversari senza pietà... e ciò mi andrebbe anche bene, se fosse fatto con credibilità. Nolitta lo sa fare, Castelli pure, Sclavi a modo suo anche, Capone idem, Mignacco, Masiero e Marzorati lo stesso. Missaglia no.

Ti seguo più sulla diversità di gusti: a te la mancanza di senso in quei passaggi non disturba, a me sì.

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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, virgin dice:

 

Sì, è stato concepito così dal suo creatore... proprio per questo è difficile da rendere: un amabile perdigiorno, ma anche un uomo duro e determinato. Giustificare la transizione fra i due stati non è facile, ma quasi tutti gli altri autori ci sono riusciti con efficacia. Ennio Missaglia no: in una pagina Mister No è un pirla beone, nella pagina dopo è rambo che falcia gli avversari senza pietà... e ciò mi andrebbe anche bene, se fosse fatto con credibilità. Nolitta lo sa fare, Castelli pure, Sclavi a modo suo anche, Capone idem, Mignacco, Masiero e Marzorati lo stesso. Missaglia no.

Ti seguo più sulla diversità di gusti: a te la mancanza di senso in quei passaggi non disturba, a me sì.

Avrei parecchio da dirti ma, dato l'argomento di questo post, siamo OT. Magari ne parliamo nella discussione su Mister No 

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Ne approfitto per ringraziare i veterani del forum, specialmente Carlo Monni, Diablero e Ymalpas, che con i loro mirati interventi hanno chiarito molti aspetti e resa più interessante la discussione.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, ymalpas dice:

Andando sempre più indietro nel tempo , le storie pubblicate nel 1983 "Il sepolcro azteco" ha 199 tavole; Dinamite" ha 122 tavole,  "La foresta pietrificata" ha 99 tavole, un numero di pagine sempre minore. Quella di Fusco è disegnata subito dopo la prima di Nizzi (che è del 1982) solo nella prima metà del 1983 e pubblicata subito a partire dal mese di agosto dello stesso anno. C'è la possibilità anche che questa e le altre non siano storie scritte da GLB in quel momento, ma siano scarti messi da parte e ripresi all'occorrenza. Sergio Bonelli di queste rimanenze ha confessato di aver pubblicato "Il medaglione spagnolo". La logica suggerisce che l'Editore abbia pubblicato prima gli scarti migliori (per me più o meno tutte le storie, esclusa sicuramente "La città corrotta"). 

Qui, a parte alcune inesattezze, sembra una tesi un po' tirata con le pinze. La storia da 99 pagine è Bandoleros (che in effetti non ha né capo né coda), La Foresta pietrificata è lunga circa due albi (non la ricordo, dovrei rileggerla). E' probabile che proprio da questo periodo alcune sceneggiature di GLB vengano messe nel cassetto perché non propriamente pubblicabili, ma credo che le storie del 1983 siano state scritte non molto tempo prima della pubblicazione.

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<span style="color:red;">34 minuti fa</span>, Mister P dice:

ma credo che le storie del 1983 siano state scritte non molto tempo prima della pubblicazione.

 

L'ipotesi più probabile è questa, almeno per le storie pubblicate nel 1983. Per le successive sono mere speculazioni.

 

Borden che  gli faceva da assistente proprio in quel periodo dovrebbe  poter dare una risposta certa, ma forse non ne vuole parlare.

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Diablero dice:

 

 

No, i casi sono due:

1) O Nizzi si è "studiato" GLBonelli molto meno di quanto dicesse (o se l'ha fatto come certi studenti che imparano le cose a memoria, tipo "Vecchio Cammello", "Satanasso" e "patatine", ma senza capire davvero l'argomento)

2) O Nizzi in quell'intervista (e nelle altre simili) fa il paraculo, descrive il SUO Tex, diversissimo da quello di GL Bonelli, ma dice che sono la stessa cosa...   (quello che mi meraviglia è che poi la gente che GLBonelli se lo è letto annuisca e dica "sì, ha ragione, nelle storie di GLBonelli personaggi come Yama o Barbanera o Lucero o Juan Ortega non ci sarebbero mai! :rolleyes: )

 

 

C'è anche una terza opzione: che tu sia nel torto marcio, e cioé che Nizzi si è è studiato davvero Bonelli e che non fa il paraculo in quell'intervista (siamo al processo alle intenzioni, incredibile), e che quello che tu dici è dovuto al tuo modo personale di interpretare i fatti, che sembra parecchio guidato da un'antipatia forte verso Nizzi (sicuramente non ti è antipatico, ma per come lo critichi in quasi ogni post, e anche in un topic come questo, sembra che ti abbia fatto qualche sgarbo personale, qualche torto, non saprei).

Comunque, a prescindere dalla solita polemica antinizziana, questo topic è davvero interessante, e anche quello che dice Boselli conferma che, checché ne dicano i detrattori-a-prescindere-, la scelta di Nizzi all'epoca salvò Tex. Poi ognuno dica quel che vuole, pontifichi come gli pare, ma questo è.

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scusa Diablero ma veramente personaggi come la regina della notte e altri che hai citato ti sembrano personaggi con luci e ombre? Ma via..

E per quanto riguarda il Tex che perde, succede anche in Apache Kid e Massacro... e in entrambi i casi proprio per colpa di Tex.

Modificato da Grande Tex
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5 ore fa, Diablero dice:

 .

 

Parlando di date, non so se l'hai già detto nel forum, da che anno hai iniziato a lavorare con GLBonelli?

 

 

 

QUALE Bonelli?

5 ore fa, Ronin dice:

Innanzitutto ti dico che sono molto compiaciuto nel constatare che una persona intelligente come te non poteva irritarsi per cosi poco. Poi ti ringrazio per i dettagli inediti del rapporto di lavoro tra te e G. L Bonelli in coppia con Giorgio (a proposito, lui lavora in tutt'altro campo, vero?) e quindi passo a risponderti partendo proprio dai dati di vendita. A quanto ho sempre letto e sentito c'è stato un vero e proprio crollo delle copie vendute all'inizio degli anni '80. Si passò, secondo i dati che sono stati diffusi, dalle 700.000 del decennio precedente a circa 350.000. In altre parole, metà dei lettori. Se non è un crollo questo! E, visto che proprio in quel periodo, oltre ai cartoni giapponesi che impazzavano sulle reti private (me li ricordo bene) c'era stato anche un affacciarsi di altri media (pc domestici, consolle di videogames, i telefilm) che di sicuro facevano concorrenza ai fumetti per quanto riguarda i passatempi dei ragazzini e, per gran parte di loro, li soppiantavano del tutto. Se poi questi dati di mia conoscenza sono errati, ti pregherei di fornirci il quadro esatto della situazione. Su Missaglia ho già detto la mia in un altro post. Sul tentativo di Bonelli senior di crearsi dei successori in casa sono perfettamente d'accordo con le considerazioni di Diablero e aggiungo che, a mio parere, i risultati dati dall'unica storia da voi pubblicata, ovvero la prima del Maestro, sia pur rimaneggiata più volte, erano tali da poter consentire la prosecuzione dell'esperimento. Peccato fosse ormai tardi, data l'età di Bonelli. Su Sclavi penso che, forse, si poteva insistere di più piuttosto che tenerlo relegato al ruolo di anonimo revisore di sceneggiature. Certo, commissionargli delle storie comportava dei rischi ma a questo punto mi chiedo se fosse più azzardato puntare su un autore proveniente da un settimanale cattolico per ragazzi(con tutte le limitazioni del caso) oppure puntare su un altro già rodato da anni di redazione e che già aveva lavorato sul personaggio? Su Berardi abbiamo già discusso e non ci torno.

Credo che ti sbagli. Intanto non ti so più dire quanto effettivamente Tex vendesse prima del mio arrivo in Redazione. Negli anni Ottanta erano 450.000-  Lo so perchè alla fine degli Ottanta per un un anno e mezzo Dylan passò in testa di ventimila copie, a 475.000, per poi ridiscendere rapidamente. in quarant'anni si sono perse dunque sessantamila copie per decennio, seimila l'anno, dunque non molte davvero. Forse a cento anni arriviamo.   :D

 

La tua domanda probabilmente nasce da un pregiudizio verso Nizzi, ma io credo ponderatamente che ti sbagli. Era l'uomo giusto al posto giusto. Sinceramente io ho letto le sceneggiature di Missaglia, Ongaro e i migliori sceneggiatori dell'epoca. Non ho mai espresso pareri sui colleghi, ma quel che posso dire è che non erano del tutto "a tenuta stagna"...  (insomma le storie di Ennio Missaglia non stavano in piedi, diciamolo!). Berardi ,che ritengo il più grande noi tutti, forse a quell'epoca si sarebbe "adattato" almeno quanto ho potuto farlo io, idem Medda, forse (anche se ora sono un po' più sicuri di loro, diciamo, sotto Sergio forse avrebbero rigato diritto), Ma Medda è nato dopo, come autore, Berardi era ancora su Ken Parker. Perciò non vedo alternative all'aver trovato un ottimo Nizzi. Su Sclavi mi sono già espresso. si sarebbe adattato ancor meno dei noialtri citati e non avremmo avuto DYLAN!!!  Forse non te frega niente ma per la Bonelli è stata una seconda rinascita! Quindi Sergio per bravura sua, fiuto e un pizzico di fortuna, ha navigato come meglio non si poteva.

Modificato da borden
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<span style="color:red;">44 minuti fa</span>, borden dice:

(insomma le storie di Ennio Missaglia non stavano in piedi, diciamolo!)

 

Oh, finalmente qualcuno che lo dice. Temevo di essere io il cerbero! :D

 

Di Ongaro ho letto solo le sue storie su Mister No, quindi troppo poco per farmene un'idea: l'impressione che ne ho avuta è di uno sceneggiatore abile, ma onestamente non al livello di stare su Tex. Le due storie di Nizzi su Mister No, ad esempio, sono di tutt'altro livello e denotano ben altro mestiere. Anche a distanza di decenni non stupisce che, fra i vari sceneggiatori in attività all'epoca, Sergio Bonelli abbia scelto Nizzi. E poi i fatti gli hanno dato ragione.

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<span style="color:red;">41 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

 

 

 

 

 

 

QUALE Bonelli?

Credo che ti sbagli. Intanto non ti so più dire quanto effettivamente Tex vendesse prima del mio arrivo in Redazione. Negli anni Ottanta erano 450.000-  Lo so perchè alla fine degli Ottanta per un un anno e mezzo Dylan passò in testa di ventimila copie, a 475.000, per poi ridiscendere rapidamente. in quarant'anni si sono perse dunque sessantamila copie per decennio, seimila l'anno, dunque non molte davvero. Forse a cento anni arriviamo.   :D

 

La tua domanda probabilmente nasce da un pregiudizio verso Nizzi, ma io credo ponderatamente che ti sbagli. Era l'uomo giusto al posto giusto. Sinceramente io ho letto le sceneggiature di Missaglia, Ongaro e i migliori sceneggiatori dell'epoca. Non ho mai espresso pareri sui colleghi, ma quel che posso dire è che non erano del tutto "a tenuta stagna"...  (insomma le storie di Ennio Missaglia non stavano in piedi, diciamolo!). Berardi ,che ritengo il più grande noi tutti, forse a quell'epoca si sarebbe "adattato" almeno quanto ho potuto farlo io, idem Medda, forse (anche se ora sono un po' più sicuri di loro, diciamo, sotto Sergio forse avrebbero rigato diritto), Ma Medda è nato dopo, come autore, Berardi era ancora su Ken Parker. Perciò non vedo alternative all'aver trovato un ottimo Nizzi. Su Sclavi mi sono già espresso. si sarebbe adattato ancor meno dei noialtri citati e non avremmo avuto DYLAN!!!  Forse non te frega niente ma per la Bonelli è stata una seconda rinascita! Quindi Sergio per bravura sua, fiuto e un pizzico di fortuna, ha navigato come meglio non si poteva.

Ok, tanto di guadagnato per tutti, a partire dai lettori se le cifre sono queste. E mi auguro che insieme arriviamo fin dove è possibile arrivare. Per quanto riguarda Nizzi io conosco il suo laoro dai tempi di Larry Yuma su il giornalino e non credo di avere pregiudizi. Secondo me ha fatto il meglio che poteva, considerato che, parole sue, "era stato un lettore saltuario di Tex" e ha dovuto, sempre per sua ammissione, studiarsi il personaggio per poterlo scrivere. Sugli altri, beh, hai letto le sceneggiature che hanno scritto per altre serie o hanno fatto dei tentativi per Tex? Ah, infine, sono stato un lettore assiduo di Dylan Dog e so che è stato importante non solo per la Bonelli ma per tutto il fumetto italiano. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, paco ordonez dice:

, e anche quello che dice Boselli conferma che, checché ne dicano i detrattori-a-prescindere-, la scelta di Nizzi all'epoca salvò Tex.

 

Boselli lo dice forte e chiaro, con la sua sportività di sempre. La storia è questa, quel signore (che poi ha rischiato di affossare Tex per non aver potuto o voluto fare un passo indietro al momento opportuno) ha salvato la testata e nessuno, come ha detto Borden, avrebbe potuto fare meglio di lui. 

 

E poi, Diablero, io sono convinto, o meglio mi piace crederlo pur senza evidenze, che al vecchio Fuga da Anderville sia piaciuta. Non può non essere così :D ;)

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<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Boselli lo dice forte e chiaro, con la sua sportività di sempre. La storia è questa, quel signore (che poi ha rischiato di affossare Tex per non aver potuto o voluto fare un passo indietro al momento opportuno) ha salvato la testata e nessuno, come ha detto Borden, avrebbe potuto fare meglio di lui. 

 

E poi, Diablero, io sono convinto, o meglio mi piace crederlo pur senza evidenze, che al vecchio Fuga da Anderville sia piaciuta. Non può non essere così :D ;)

 

 

La prima frase è giusta, la seconda sbagliata. Inutile girarci attorno, come puoi pensare che proprio quella storia piacesse a Bonelli? Se ho appena detto che non gliene piaceva nessuna? E non mi riferisco al solo Nizzi, ma a tutti noi, temo.

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Just now, borden dice:

 

 

La prima frase è giusta, la seconda sbagliata. Inutile girarci attorno, come puoi pensare che proprio quella storia piacesse a Bonelli? Se ho appena detto che non gliene piaceva nessuna? E non mi riferisco al solo Nizzi, ma a tutti noi, temo.

 

Lo so, avevo ben chiara la tua frase che  non gli fosse piaciuta nessuna storia, tanto che mi sono dichiarato sinceramente sorpreso in un precedente post. Le faccine della risata e dell'occhiolino volevano infatti dire che stavo scherzando, che mi piacerebbe continuare a credere che sia così anche se ormai ho capito che non è così. 

 

E comunque, se posso dire una cosa non molto simpatica e che forse, anche legittimamente, mi attirerà strali da parte di utenti giustamente incazzati, forse Glb non aveva l' "imparzialità" per apprezzare storie che non fossero le sue? Il primo Nizzi e il primo Boselli sono quanto di meglio si sia letto su Tex: forse un Tex diverso, forse  non riconoscibile dal suo creatore, però un buon (o un ottimo) Tex. E non averlo saputo vedere, o non aver saputo apprezzare i suoi successori, potrebbe essere un segno di debolezza, di fragilità,  di non accettazione. Questo il mio pensiero. 

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Be', ma per noi sono accettabili perché vediamo Tex dall'esterno. Chi può dire come, nella sua testa, lo vedesse Gianluigi Bonelli? Se lo sapessimo, noi che non lo conoscevamo, probabilmente rimarremmo stupiti.

 

Poi GLB, che per noi è una cosa a metà fra un eroe e una leggenda, era un uomo. Tutti abbiamo i nostri difetti e i nostri punti ciechi.

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5 minuti fa, virgin dice:

Be', ma per noi sono accettabili perché vediamo Tex dall'esterno. Chi può dire come, nella sua testa, lo vedesse Gianluigi Bonelli? Se lo sapessimo, noi che non lo conoscevamo, probabilmente rimarremmo stupiti.

 

Poi GLB, che per noi è una cosa a metà fra un eroe e una leggenda, era un uomo. Tutti abbiamo i nostri difetti e i nostri punti ciechi.

 

D'accordissimo con te. 

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<span style="color:red;">36 minuti fa</span>, Ronin dice:

Secondo me ha fatto il meglio che poteva, considerato che, parole sue, "era stato un lettore saltuario di Tex" e ha dovuto, sempre per sua ammissione, studiarsi il personaggio per poterlo scrivere. 

Siamo certi che il fatto che uno conosca Tex da sempre come lettore lo renda automaticamente un buon scrittore di Tex? Io non lo credo affatto, tanto che, mentre Nizzi è stato uno dei più grandi autori di Tex, gente tipo gli espertoni di Ubc, coi loro soggetti alternative e le critiche pretestuose (anche a Boselli negli ultimi tempi) non sono andati più oltre la parte dei "critici" da operetta. 

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