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La successione di G.L. Bonelli


Ronin
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Mi riallaccio alla citazione del nome di Grecchi in questo thread e a quel periodo in cui Bonelli cercava nuovi autori per Tex.  Negli anni 90 è stata pubblicata la collana "Intrepido Classic" che ha ristampato molte storie realizzate per la Universo da Grecchi. Visto il costo e lo spazio che occupavano non li ho presi, con un po' di rammarico perchè sarei stato curioso di leggere personaggi di cui avevo solo sentito parlare. un mio conoscente che li ha mi ha però mandato uno scan dai redazionali del numero 50, scritti da Gianni Milone, in cui è scritto testualmente:

 

"Luigi Grecchi ambiva a tornare a realizzare nuove avventure del nostro Bufalo Bill. La sua sceneggiatura di prova per Tex non era mai stata approvata, e ne era rimasto dispiaciuto, le risposte evasive al riguardo lo avevano contrariato"

 

Immagino l'imbarazzo a dare risposte meno "evasive" di Sergio Bonelli, visto che il veto del padre ara proprio sul nome di Grecchi e non sulla singola sceneggiatura. Però da qui pare che Bonelli non si fosse limitato a proporre il nome al padre, ma che avesse commissionato una sceneggiatura di prova a Grecchi. Chissà che fine ha fatto...

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17 ore fa, Diablero dice:

Mi riallaccio alla citazione del nome di Grecchi in questo thread e a quel periodo in cui Bonelli cercava nuovi autori per Tex.  Negli anni 90 è stata pubblicata la collana "Intrepido Classic" che ha ristampato molte storie realizzate per la Universo da Grecchi. Visto il costo e lo spazio che occupavano non li ho presi, con un po' di rammarico perchè sarei stato curioso di leggere personaggi di cui avevo solo sentito parlare. un mio conoscente che li ha mi ha però mandato uno scan dai redazionali del numero 50, scritti da Gianni Milone, in cui è scritto testualmente:

 

"Luigi Grecchi ambiva a tornare a realizzare nuove avventure del nostro Bufalo Bill. La sua sceneggiatura di prova per Tex non era mai stata approvata, e ne era rimasto dispiaciuto, le risposte evasive al riguardo lo avevano contrariato"

 

Immagino l'imbarazzo a dare risposte meno "evasive" di Sergio Bonelli, visto che il veto del padre ara proprio sul nome di Grecchi e non sulla singola sceneggiatura. Però da qui pare che Bonelli non si fosse limitato a proporre il nome al padre, ma che avesse commissionato una sceneggiatura di prova a Grecchi. Chissà che fine ha fatto...

 

 

Ipotizzo che la sceneggiatura non fosse granché. Dopotutto Oklahoma vide la luce. Questa invece no.

Di Grecchi esiste almeno un'avventura completa di Mister No, La spedizione scomparsa. Lo so che non è giusto estrapolare così, ma dal valore di quella e da quanto sia aderente ai canoni di  Mister Mo. si può dedurre se Grecchi fosse realmente adatto non dico a Tex, ma ai ritmi e stilemi bonelliani. Io ho una mia idea.

 

Modificato da borden
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<span style="color:red;">18 ore fa</span>, Diablero dice:

Mi riallaccio alla citazione del nome di Grecchi in questo thread e a quel periodo in cui Bonelli cercava nuovi autori per Tex.  Negli anni 90 è stata pubblicata la collana "Intrepido Classic" che ha ristampato molte storie realizzate per la Universo da Grecchi. Visto il costo e lo spazio che occupavano non li ho presi, con un po' di rammarico perchè sarei stato curioso di leggere personaggi di cui avevo solo sentito parlare. un mio conoscente che li ha mi ha però mandato uno scan dai redazionali del numero 50, scritti da Gianni Milone, in cui è scritto testualmente:

 

"Luigi Grecchi ambiva a tornare a realizzare nuove avventure del nostro Bufalo Bill. La sua sceneggiatura di prova per Tex non era mai stata approvata, e ne era rimasto dispiaciuto, le risposte evasive al riguardo lo avevano contrariato"

 

Immagino l'imbarazzo a dare risposte meno "evasive" di Sergio Bonelli, visto che il veto del padre ara proprio sul nome di Grecchi e non sulla singola sceneggiatura. Però da qui pare che Bonelli non si fosse limitato a proporre il nome al padre, ma che avesse commissionato una sceneggiatura di prova a Grecchi. Chissà che fine ha fatto...

Bel colpo, Diablero! Non ne sapevo nulla. Sarei curioso anch'io di sapere cosa ha proposto Grecchi...

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

 

 

Ipotizzo che la sceneggiatura non fosse granché. Dopotutto Oklahoma vide la luce. Questa invece no.

Di Grecchi esiste almeno un'avventura completa di Mister No, La spedizione scomparsa. Lo so che non è giusto estrapolare così, ma dal valore di quella e da quanto sia aderente ai canoni di  Mister Mo. si può dedurre se Grecchi fosse realmente adatto non dico a Tex, ma ai ritmi e stilemi bonelliani. Io ho una mia idea.

 

Totalmente fuori canone, personalmente la ritengo una delle peggiori storie dei primi 200 numeri. :(

Probabilmente era una storia scritta molti anni prima, che venne ripescata per esigenze di redazione (mentre lo stesso non accadde per una sceneggiatura, addirittura completamente disegnata, di Tristano Torelli, il creatore del Piccolo Sceriffo)... 

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Quindi la mia conclusione è che Grecchin non fosse adatto. E forse anche GL lo aveva capito, non si trattava solo di pregiudizio, ma di giudizio

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A parte il giudizio su Grecchi (conosco troppo poco la sua produzione per giudicare, e quella storia di Mister No non me la ricordo più) devo dire che per quel poco che ho letto dei "classici" della Universo, e molte altre case editrici dell'epoca...  GL Bonelli era modernissimo al confronto. Proprio nel "linguaggio" fumettistico, non solo nelle trame. Le prime storie di Tex possono apparire datate oggi ma se le mettete a confronto di cose pubblicate da altri editori anche dieci anni dopo, sembrano cose di secoli diversi. Il linguaggio è molto più diretto, secco, e allo stesso tempo colorito e inconfondibile (e lo aiuta anche il fatto che pure Galep era un disegnatore molto più "moderno" e "americani" di tanti altri più famosi all'epoca.

 

È molto più moderno anche del resto della produzione Bonelli (persino di quella scritta da GL Bonelli, ma con altri disegnatori, magari tecnicamente molto bravi ma... non sono Galep), almeno fino alla Storia del West e al momento in cui Sergio Bonelli fa il salto di qualità dopo le prima prove. Dei fumetti di produzione italiana degli anni 40 e 50 gli unici altrettanto "moderni" (per l'epoca) sono Blek e Miki, e hanno trame molto più leggere e semplici, molto più basate su gag e scenette (non so gli altri, ma io quando leggevo qualche Capitan Miki lo facevo per ridere con Salasso e Doppio Rhum, mica per l'intreccio avventuroso...)

 

Se da una parte l'enorme successo di Tex non ha spiegazioni semplici (e per me molta importanza ha anche il formato della serie gigante), dall'altra chi dice "che non ha spiegazione" dovrebbe  semplicemente leggersi di fianco una delle storie di GL Bonelli e le storie pubblicate contemporaneamente dagli altri editori, mi sa che qualche spiegazione la vede...  :lol:

 

Oggi, credo che il problema principale del trovare scrittori per Tex è che, fra fanzinari, "artisti di rottura" (non diciamo di cosa...), ironici post-moderni citazionisti e Intimisti Sofferenti, l'Avventura Classica non la sa più scrivere quasi nessuno.  Ma mi sa che all'epoca c'era il problema opposto, non era facile trovare sceneggiatori abbastanza "moderni" per Tex...

  • +1 3
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Guarda, Diablero, sulle prime storie di GL è una vita che dico: le leggessero. Perché moltissimi lettori di Tex le reputano spesso ingenue e questa cosa la trovo davvero snervante. Faccio un esempio: Uno contro venti, versione NON censurata. Vediti i dialoghi, la mattanza che fa Tex, è cinema puro, antecedente (e di tanto) a un certo cinema di Tarantino, siamo ancora alla fine degli anni Quaranta, ma che modernità assoluta, almeno in Italia. E alcuni lettori non le vedono queste cose, tralasciano quel periodo di storie così interessanti nel novero della rodaggio. Certo, era in rodaggio Tex ma che rodaggio! Succedono tanti di quegli avvenimenti nei primi dodici numeri... e la modernità, ripeto, era tantissima, unita al disegno raimondiano di Galep hanno avuto la meglio rispetto a decine e decine di fumetti usciti in quegli anni... 

 

Off topic: le primissime serie di Miki, quindi prima della nascita di Blek, sono davvero eccelse. Certo, si rivolgevano ai più giovani, ma le storie sono davvero straordinarie: avventura, comicità, dramma e tanta fantasia. A livello di disegno considero quelle serie quanto di meglio ci sia stato a inizio anni Cinquanta in Italia. Basta vedere le strisce per essere obiettivi, dall'Avvoltoio alla saga dei Vichinghi, dal Generale Ruiz alla prima apparizione di Magic Face fino alle avventure in Canada  Strepitoso il trio Essegesse.

  • +1 2
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On 20/7/2020 at 16:55, kento dice:

Totalmente fuori canone, personalmente la ritengo una delle peggiori storie dei primi 200 numeri. :(

Probabilmente era una storia scritta molti anni prima, che venne ripescata per esigenze di redazione (mentre lo stesso non accadde per una sceneggiatura, addirittura completamente disegnata, di Tristano Torelli, il creatore del Piccolo Sceriffo)... 

Io la ricordo come una storia banale ma non totalmente fuori canone. Grecchi ci mise dentro un pò di tutto quello che si credeva facesse avventura, dai mostri resi tali dalle mutazioni al giacimento aurifero come meta finale (e motivo di perdizione per i cattivi) fino allo scambio di identità e alla perfida dark lady che poi alla fine ci lasciava le penne ma mai per mano dell'eroe. Insomma, prevedibile, forse noiosetta ma non fuori registro. Diciamo che con qualche aggiustamento poteva anche andare. Del resto molte storie di Ongaro avevano trovate peggiori (ne ricordo una con due fratelli ma uno era bianco e un altro di colore....:o).

<span style="color:red;">21 ore fa</span>, Diablero dice:

A parte il giudizio su Grecchi (conosco troppo poco la sua produzione per giudicare, e quella storia di Mister No non me la ricordo più) devo dire che per quel poco che ho letto dei "classici" della Universo, e molte altre case editrici dell'epoca...  GL Bonelli era modernissimo al confronto. Proprio nel "linguaggio" fumettistico, non solo nelle trame. Le prime storie di Tex possono apparire datate oggi ma se le mettete a confronto di cose pubblicate da altri editori anche dieci anni dopo, sembrano cose di secoli diversi. Il linguaggio è molto più diretto, secco, e allo stesso tempo colorito e inconfondibile (e lo aiuta anche il fatto che pure Galep era un disegnatore molto più "moderno" e "americani" di tanti altri più famosi all'epoca.

 

È molto più moderno anche del resto della produzione Bonelli (persino di quella scritta da GL Bonelli, ma con altri disegnatori, magari tecnicamente molto bravi ma... non sono Galep), almeno fino alla Storia del West e al momento in cui Sergio Bonelli fa il salto di qualità dopo le prima prove. Dei fumetti di produzione italiana degli anni 40 e 50 gli unici altrettanto "moderni" (per l'epoca) sono Blek e Miki, e hanno trame molto più leggere e semplici, molto più basate su gag e scenette (non so gli altri, ma io quando leggevo qualche Capitan Miki lo facevo per ridere con Salasso e Doppio Rhum, mica per l'intreccio avventuroso...)

 

Se da una parte l'enorme successo di Tex non ha spiegazioni semplici (e per me molta importanza ha anche il formato della serie gigante), dall'altra chi dice "che non ha spiegazione" dovrebbe  semplicemente leggersi di fianco una delle storie di GL Bonelli e le storie pubblicate contemporaneamente dagli altri editori, mi sa che qualche spiegazione la vede...  :lol:

 

Oggi, credo che il problema principale del trovare scrittori per Tex è che, fra fanzinari, "artisti di rottura" (non diciamo di cosa...), ironici post-moderni citazionisti e Intimisti Sofferenti, l'Avventura Classica non la sa più scrivere quasi nessuno.  Ma mi sa che all'epoca c'era il problema opposto, non era facile trovare sceneggiatori abbastanza "moderni" per Tex...

Verissimo, Diablero. Il ritmo e la modernità del Tex delle origini facevano mangiare la polvere a tutta la distinta concorrenza.  Quindi se all'epoca, Bonelli a parte, c'erano solo scrittori "ingessati" che inducevano allo sbadiglio oggi, a parte le varie categorie da te elencate, non esistono scrittori in grado di scrivere una storia avventurosa come si deve. Quei pochi che ci sono sono già al lavoro sulla testata (Boselli, Ruju, persino Mignacco) e si deve persino ripescare un 82enne (Nizzi) dalla pensione.....

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<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

beh Nizzi e' sicuramente meglio di Mignacco, che raramente trovo interessante

Le prove di Mignacco sul Maxi e sul Magazine non le ho trovate male. A differenza dell'ultima di Nizzi sulla serie regolare dove i nemici facevano  a gara a chi faceva più idiozie....

  • Confuso (0) 1
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Mignacco ha avuto, più in piccolo, una parabola simile a quella di Nizzi...  negli anni 80 sembrava essere una giovane promessa... e poi non l'ha mai mantenuta, e ha fatto storie sempre più noiose e svogliate. Non so che cavolo gli è successo, se si è adagiato nella routine della "storiellina del mese" e non si è più impegnato, o se davvero quello che ha fatto era il massimo che poteva fare, o se è scoppiato anche lui molti anni fa senza che se ne sia accorto nessuno, ma le sue sceneggiature per altri personaggi sono sempre state piene di clichè e di ingenuità da principiante... da parte di uno sceneggiatore che ormai si avvicina ai 40 anni di carriera...

 

Negli ultimi anni è passato continuamente da una collana all'altra (segno che dopo Mister No non lo voleva nessuno), ma è fra i pochissimi sceneggiatori alla Bonelli dagli anni 80 che non ha mai creato niente di menzionabile (Keller? Robinbson Hart? Tropical Blues? Tutto qui in 40 anni?), credo che non sia nella lista degli "autori preferiti" di alcun lettore, ed è da molti anni nella lista (abbastanza breve) degli autori che mi fanno lasciare l'albo in edicola appena leggo il nome. Non perché sia pessimo o mi faccia arrabbiare come faceva Nizzi, ma semplicemente perché le sue cose mi annoiavano e non valevano il tempo di leggerle, figurati il prezzo dell'albo...

 

Se ben sorvegliato e corretto da Borden al massimo da lui si può sperare in qualche onesto compitino, ma non ci si può certo fare affidamento come un buon autore per il futuro di Tex...

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Diablero dice:

ben sorvegliato e corretto da Borden al massimo da lui si può sperare in qualche onesto compitino, ma non ci si può certo fare affidamento come un buon autore per il futuro di Tex...

 

Concordo in buona parte. Mignacco è un autore che quando è davvero ispirato tira fuori cose molto belle come "Tropical blues che a me è piaciuto parecchio. Per il resto è un autore che se ben diretto una storia buona la tira fuori. Le sue storie di Tex finora non mi sono affatto dispiaciute.

Certo, noi non sappiamo né sapremo mai quante e quali revisioni abbiano subito le sue sceneggiature prima di assumere la forma definitiva.:laugh:

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<span style="color:red;">15 ore fa</span>, Ronin dice:

Io la ricordo come una storia banale ma non totalmente fuori canone. Grecchi ci mise dentro un pò di tutto quello che si credeva facesse avventura, dai mostri resi tali dalle mutazioni al giacimento aurifero come meta finale (e motivo di perdizione per i cattivi) fino allo scambio di identità e alla perfida dark lady che poi alla fine ci lasciava le penne ma mai per mano dell'eroe. Insomma, prevedibile, forse noiosetta ma non fuori registro. Diciamo che con qualche aggiustamento poteva anche andare. Del resto molte storie di Ongaro avevano trovate peggiori (ne ricordo una con due fratelli ma uno era bianco e un altro di colore....:o).

Diciamo che è una storia piena di cliché e decisamente sopra le righe... Magari, come ipotizzavo, era una vecchia sceneggiatura tenuta nel cassetto per anni, ma all'epoca Bonelli, per la sua serie, aveva già svoltato verso un approccio realistico e verosimile... Magari è stata semplicemente pubblicata fuori tempo massimo. ;)

Non ricordo l'episodio di Ongaro che citi, ma per il resto l'autore veneziano per Mister No ha scritto delle signore storie ("Giuramento di sangue", "La donna del mistero" e gli episodi africani su tutti).

<span style="color:red;">8 ore fa</span>, Diablero dice:

Mignacco negli ultimi anni è passato continuamente da una collana all'altra (segno che dopo Mister No non lo voleva nessuno),

Oppure, più semplicemente e realisticamente, la sua duttilità e la sua prolificità lo rendono un prezioso jolly da giocarsi su tutte (o quasi) le collane.

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<span style="color:red;">10 ore fa</span>, Diablero dice:

Mignacco ha avuto, più in piccolo, una parabola simile a quella di Nizzi...  negli anni 80 sembrava essere una giovane promessa... e poi non l'ha mai mantenuta, e ha fatto storie sempre più noiose e svogliate. Non so che cavolo gli è successo, se si è adagiato nella routine della "storiellina del mese" e non si è più impegnato, o se davvero quello che ha fatto era il massimo che poteva fare, o se è scoppiato anche lui molti anni fa senza che se ne sia accorto nessuno, ma le sue sceneggiature per altri personaggi sono sempre state piene di clichè e di ingenuità da principiante... da parte di uno sceneggiatore che ormai si avvicina ai 40 anni di carriera...

 

Negli ultimi anni è passato continuamente da una collana all'altra (segno che dopo Mister No non lo voleva nessuno), ma è fra i pochissimi sceneggiatori alla Bonelli dagli anni 80 che non ha mai creato niente di menzionabile (Keller? Robinbson Hart? Tropical Blues? Tutto qui in 40 anni?), credo che non sia nella lista degli "autori preferiti" di alcun lettore, ed è da molti anni nella lista (abbastanza breve) degli autori che mi fanno lasciare l'albo in edicola appena leggo il nome. Non perché sia pessimo o mi faccia arrabbiare come faceva Nizzi, ma semplicemente perché le sue cose mi annoiavano e non valevano il tempo di leggerle, figurati il prezzo dell'albo...

 

Se ben sorvegliato e corretto da Borden al massimo da lui si può sperare in qualche onesto compitino, ma non ci si può certo fare affidamento come un buon autore per il futuro di Tex...

Diablero, bisogna considerare che Mignacco è molto più giovane di Nizzi (un classe 1960 contro un classe 1938) e davvero ai suoi esordi (nel 1987 con la storia "Venti di guerra" su "Mister No") era giovanissimo e sembrava essere, dati i buoni risultati, un autore su cui contare per il futuro. Poi, a parte il superlavoro che si è sobbarcato su "Mister No (per anni praticamente l'unico sceneggiatore fisso della testata),  ha lavorato moltissimo anche su altre serie (praticamente tutte quelle della Bonelli tranne quelle fantascientifiche) dimostrando di essere, se non altro, un ottimo conoscitore dei vari personaggi bonelliani e un autore prolifico ed affidabile. In tutta questa variegata produzione c'è stata, come è inevitabile che sia, una sequenza di alti e bassi. Tra i primi posso mettere di sicuro la storia di esordio su "Mister No" assieme a qualche altra prova sulla serie , almeno un paio di "Dylan Dog" (tra cui il memorabile "I conigli rosa uccidono), un Maxi Zagor ("Il vendicatore nero", la miniserie "Tropical Blues" e alcune sue prove per la collana "Le Storie". Tra i bassi, ahimè, molta altra roba ma, dato il tipo di lavoro quantitativo che svolgeva anche per altre testate, credo non si potesse evitare. Su Tex finora se non ha brillato di certo non ha steccato. Vediamo in seguito...

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