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[Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill


natural killer
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Just now, borden dice:

Beh, più che altro lo  fa per ammansire il padre, è a fin di  bene, così non la pesterà quando lui se ne è andato. Mica li dà a lei per pagarla.

 

 

 

Esattamente. Lo dice anche espressamente che è per la futura dote.

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8 minuti fa, borden dice:

Beh, più che altro lo  fa per ammansire il padre, è a fin di  bene, così non la pesterà quando lui se ne è andato. Mica li dà a lei per pagarla.

 

 

Beh, però finisce per sembrare così... comunque ho l'impressione che la sola minaccia di tornare a cercarlo sarebbe bastata :D

Si tratta in ogni caso di appunti marginali in un albo ben riuscito e per cui ti faccio i complimenti.

5 minuti fa, Carlo Monni dice:

 

Esattamente. Lo dice anche espressamente che è per la futura dote.

Se non ricordo male, dice anche che se li è guadagnati onestamente, o qualcosa del genere... :rolleyes:

Modificato da Jim Brandon
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Just now, valerio dice:

Ragazzi, nel 1800 il femminismo non c'era ancora stato.

Fatevene una ragione.

 

Beh, per essere esatti nel periodo di Tex c'era anche se non nel modo che forse intendiamo oggi.

Peraltro femminismo e femminista sono termini coniati da Fourier nel 1837 e divenuti popolari dopo il  1872.  Le battaglie per l'eguaglianza cominciarono seriamente intorno al 1850  Nel 1869 il Territorio del Wyoming , primo negli USA, e forse nel Mondo, concesse il voto alle donne nel 1869.

Diciamo piuttosto che l'opinione pubblica non era cosi sensibile al tema a quei tempi.

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  • Rangers

Un Kolossal a fumetti, uno di quei western come non se ne fanno più.

Descrizione bellissima di Frediani per questo maxi, che mi sento di condividere pienamente.

Penso che siano pochissimi oggi gli autori in grado di ricreare le atmosfere dei fumetti di quell'epoca mitica e pionieristica.

Mauro è riuscito benissimo a calarci in un'avventura che sarebbe sicuramente piaciuta tantissimo a Gl Bonelli, non solo perchè ha utilizzato i suoi tre fratelli Bill.

Allo stesso tempo è riuscito ad infilare la degna conclusione della storia con i Netdahe.

Sinceramente una volta letto Scontro finale, pensavo che una banda così piccola sarebbe stata insignificante per poter tornare, invece viene costruita una storia che va ad arricchire la collana Maxi (tra i migliori Maxi aggiungerei)!

 

Bellissima la tavola finale: epica e nostalgica allo stesso tempo.

Proprio vero: uno di quei western come non se ne fanno più (purtroppo)!

Anche a me piacerebbe rivedere i tre Bill, sicuramente ci saranno già diverse lamentele sul fatto che rubano spazio a Tex.

In realtà Tex, Carson e i 3 Bill sono amalgamati in maniera perfetta.

Giusti tempi per tutti e sequenze costruite in maniera ispirata (e si vede in ogni pagina che Mauro si è divertito a scriverla questa storia)!

 

Bravissimo anche Piccinelli che fa un lavoro egregio!

 

Complimenti ad entrambi!

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Maxi favoloso, storia e tavole, senza tanti sproloqui e senza scendere nei particolari.

L'unica cosa che mi va di far notare è che tra le nazioni Athabaska (Apache e Navajo) il femminismo non era "necessario".

Tra uomini e donne c'era sì differenza di ruoli e divisione dei compiti, ma gli uomini rispettavano le donne molto più di noi del terzo millennio.

La società era di tipo matriarcale, come a dire che con il matrimonio "lo sposo assumeva il cognome della sposa" (cosa impensabile per noi).

Tra gli indiani ovviamente il cognome non esisteva, semplicemente l'uomo, se di tribù diversa, si trasferiva nella tribù della moglie e non viceversa.

L'ironia di Tahzay, che non stona, non è quella di un apache ma di Boselli (ovviamente).

Bravo Bos.

Bravo Piccinelli.

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On 8/10/2020 at 08:48, Diablero dice:

 

Eh, come cambia la valutazione delle cose da persona a persona, in base a quanto si voglia qualcosa di "storicamente plausibile e/o avventuroso" o qualcosa di "corretto ed educativo"... per me quella battuta è stata un sorso di "verosimiglianza western" che credevo perduta per sempre, in mezzo alle descrizioni attuali, in praticamente tutti i fumetti, di tribù indiane dove fra poco metà dei sakem saranno donne perché hanno introdotto la parità di genere!  :P

 

Intendiamoci: l'avessi letta anche solo pochi anni fa, quella battuta non l'avrei nemmeno notata. Quelli sono Apache, e trattano le donne da Apache. Fino a pochissimi anni fa non solo non sarebbe sembrata strana, ma anche il/la femminista più sfegatata l'avrebbe approvata, perché mostrava il livello di discriminazione nel passato e motivava quindi la sua causa.

 

I social network e la cancel culture non hanno solo cambiato la maniera di esprimersi, hanno proprio cambiato l'idea stessa di "battaglia culturale": fino a pochissimi anni fa, le storie "femministe" erano quelle che descrivevano realisticamente, senza fronzoli, le discriminazioni passate, giustificando le lotte del presente. Perché la lotta politica era una cosa seria, che si faceva seriamente, e richiedeva quindi cause serie.

 

Adesso la prima e sola causa importante è "non venire offesi. Oggi. Chissenefrega della storia", quindi tutte le discriminazioni passate devono sparire ed essere dimenticate, anche in fiction. Non c'è più la celebrazione delle lotte femministe, ma anche quelle vanno cancellate: le donne devono sempre essere state rispettate e sono sempre state alla pari, da sempre. Nelle orde vichinghe c'era la parità di genere (non me lo sono inventato, è una delle tante polemiche attuali sulla storia e sulla sua rappresentazione), e se ci devono essere neri fra gli Dei di Asgard, è ovvio che ci devono anche essere un 50% di donne fra i guerrieri Apache... 

 

.....

 

 

Sottoscrivo parola per parola. Aggiungo che la piaga del "politicamente corretto" (rectius, "mentalmente sconnesso") prevede soprattutto il vituperio delle sole discriminazioni e ingiustizie (secondo la morale odierna) perpetrate da europei. Queste sono quelle su cui si dirigono gli strali. Le discriminazioni passate e presenti degli altri, meglio ometterle, o al massimo giustificarle.

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Il personaggio di Tex è sempre stato avanti. La storia di "Sangue Navajo" risale a metà anni '50 e colpisce vedere come venga ribaltato da Bonelli lo stereotipo dell'indiano cattivo e selvaggio, molto prima che lo facesse il cinema di Hollywood. Fosse stata scritta adesso, verrebbe forse tacciata di essere "buonista e politicamente corretta", e qualcuno probabilmente scriverebbe che si parla solo delle discriminazioni dei bianchi contro gli indiani e mai viceversa.

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34 minutes ago, Jim Brandon said:

Il personaggio di Tex è sempre stato avanti. La storia di "Sangue Navajo" risale a metà anni '50 e colpisce vedere come venga ribaltato da Bonelli lo stereotipo dell'indiano cattivo e selvaggio, molto prima che lo facesse il cinema di Hollywood. Fosse stata scritta adesso, verrebbe forse tacciata di essere "buonista e politicamente corretta", e qualcuno probabilmente scriverebbe che si parla solo delle discriminazioni dei bianchi contro gli indiani e mai viceversa.

 

Non hai capito nulla di quanto ho detto, e credi che stia sostenendo il contrario di quello che ho scritto.

 

Quello che ha detto che non vuole vedere una rappresentazione della mentalità dell'epoca e ne preferisce una versione "poiliticamente corretta", sei tu.

 

Faccio un esempio pratico e banale. Hai presente la storia "Adah" di Ken Parker? io la voglio così com'è, con la rappresentazione di Adah come schiava, come prostituta, come donna in fuga, trattata male da tutti fino all'incontro con Ken Parker. Tu apparentemente la vuoi purgata di qualunque cosa oggi "non più accettabile": qualunque accenno a schiavitù, per esempio...

 

Oggi, quella storia difficilmente sarebbe pubblicabile (non dico proprio quella che è protetta dal suo stato di "classico", che comunque protegge fino ad un certo punto visto che vogliono proibire Huckleberry Finn, dico una storia come quella scritta oggi). Di sicuro sarebbe attaccata per il ruolo di Ken Parker, sessista (Adah ha bisogno di un uomo per ritrovare il suo coraggio), e per il semplice fatto di rappresentare una donna di colore come schiava (sessista e razzista). "qualcuno si dichiarerebbe offeso su Twitter" e la cosa non sarebbe tollerabile.

 

Quella storia oggi sarebbe così:

Adah è una donna libera ed indipendente, qualcuno prova a schiavizzarla, ma lei con qualche colpo di kung fu sconfigge tutti gli uomini, che non possono competere a botte con una donna (se credete che esageri, è perchè evidentemente non vedete molti telefilm americani), e dimostra la sua assoluta indipendenza, dimostrando che nessuno può schiavizzare una donna, nè ora nè nel 1860. Ovviamente nessuno dei bianchi cattivi si permetterebbe mai di usare anche un solo epiteto razzista o sessista. Visto che nessun uomo deve aiutarla, Ken Parker non compare, o al massimo è fra gli schiavisti.

 

Perché nessuna storia può contenere nulla che sia "offensivo", non importa niente che non sia il diritto assoluto a non leggere nulla di offensivo....

 

Se fosse scritta oggi, Sangue Navajo sarebbe considerata razzista.

 

Presenta gli indiani come bisognosi dell'aiuto di un bianco, che addirittura è il loro capo. Se non ti rendi conto di quanto questa cosa oggi sarebbe considerata intollerabilmente razzista, non stai minimamente seguendo il temo e vivi in un mondo di fantasia.

 

Sangue Navajo, forse non te lo ricordi, presenta personaggi che rivolgono, agli indiani, insulti razzisti molto, molto peggiori della battuta ironica di Tahzay. Se consideri offensiva quella, allora il "tuo doppio di un mondo parallelo che leggesse oggi Sangue Navajo", cosa direbbe? Non si offenderebbe a morte?

 

GL Bonelli all'epoca fece L'OPPOSTO del "politicamente corretto" attuale: mise in scena nel fumetto qualcosa di ENORMEMENTE offensivo (l'uccisione razzista di ragazzi). Perchè voleva provocare la reazione emotiva dei lettori contro i "cattivi".

 

Oggi, l'indignazione si rivolgerebbe contro di lui, perché "un autore non si deve permettere di scrivere qualcosa di offensivo".... 

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Quanta foga dialettica... sono personalmente contrario alle "purghe", di ogni tipo. Né mi piace che la rappresentazione della storia venga alterata e riportata a come gli avvenimenti accadrebbero ora.

Questo non ha nulla a che vedere, come è stato già chiarito anche da altri interventi precedenti, con la battuta che Boselli fa pronunciare a Thazay, che non è funzionale alla storia e di cui ho scritto che, pur essendo scherzosa, esprime un modo di pensare purtroppo ancora troppo diffuso, e pertanto personalmente l'avrei evitata.

 

Il mio intervento, ad ogni modo, non riprendeva in particolare il tuo (tra l'altro, tendo di solito a saltarli), ma l'aggiunta in quello successivo, sul fatto che verrebbero condannate solo le discriminazioni attuate "dagli europei" (chissa' poi perché dagli americani no,  ad esempio). 

Non ho letto "Adah" (smisi di leggere Ken Parker qualche numero prima, tra l'altro perché lo trovavo, all'epoca, troppo melenso), ma non ci vedo nulla di strano nel fatto che venga rappresentata come nera, schiava ed oppressa: era la realtà dei fatti. Né seguo certi eccessi odierni, che spingono qualche mentecatto ad abbattere le statue di Cristoforo Colombo, giudicandolo dopo 500 anni con il metro odierno e che, probabilmente, oggi vorrebbero vedere una Adah autodeterminata e che magari aiuta lei Ken Parker.

Sul fatto, infine, che "Sangue Navajo" verrebbe giudicata oggi razzista, penso che potrebbe farlo solo uno dei personaggi sopra citati.

Ho sempre amato Tex, fin da bambino, per il suo senso della giustizia, per il fatto che nel punire chi lo merita non abbia mai guardato il colore della pelle e che sia sempre dalla parte dei deboli e degli oppressi, chiunque essi fossero. E pazienza se per farlo ogni tanto gli scappava anche, all'epoca, qualche "fiocco di neve" o "muso di carbone".

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Tex è per definizione un personaggio politicamente scorretto perché è un "salvatore bianco". In America lo censurerebbero. Se vogliono censurare persino Huckleberry Finn, Via col Vento e Peter Pan!...

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Il politically correct a me infastidisce perché tratta le persone normali senza patologie razziste come degli ebeti e soprattutto molesta la storia che è quello che è. Io per esempio adoro il pezzo della canzone sui frocioni nel ristorante del Fracchia la belva umana con Banfi e Villaggio ma non ho sentimenti a riguardo fa ridere e basta.
Per quanto riguarda il Maxi, quest'anno insieme alla frustata l'ho trovato il miglior prodotto letterario dell'anno, candiderei Boselli al Nobel per la letteratura. Ritrovo l'antico gusto dei grandi western in questo fumetto ed è quasi miracoloso. Con i pards al completo vedrei bene un remake dei magnifici 7, chissà....

Modificato da waco dolan
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  • Collaboratori

Dal topic della storia "Netdahe" riprendo questo messaggio che postai il mese scorso:

 

On 13/9/2020 at 15:06, ymalpas dice:

Il gruppo dei Netdahe è annientato o quasi. Lo scampolo di predoni sfuggiti a Tex potrebbe prestarsi per un'ennesima storia, mi sfugge il nome del vicecapo (a dire il vero non ricordo più nemmeno quello del capo, se Boselli di tanto in tanto usasse invece dei classici nomi veri in uso tra gli apaches dei romantici nomi come facevano GLB o Nizzi - Anatra Zoppa o Tenera Betulla  - per esempio!) ma mi sa tanto che abbia qualcosa da dimostrare in termini di "cojones". Insomma, se tra qualche anno Seijas dovesse tornare sull'argomento, se non è Ginosatis, non mi stupirei troppo.

 

Ho avuto fiuto, solo che non immaginavo che la storia fosse già stata realizzata e che addirittura sarebbe stata pubblicata un mese dopo nel maxi "I tre Bill", nonostante ricordassi bene che Carlo Monni avesse parlato di una specie di continuità tra le storie di Seijas e di Piccinelli. Borden sapeva e ha sorvolato sul mio messaggio. Bravo, bella conclusione di questa epica storia che ha messo di fronte, in tre storie diverse, Tex contro i ribelli apaches. Tiago si è alla fine dimostrato un avversario anche più ostico di Yavapay.

 

L'altro elemento di interesse è la presenza dei tre fratelli Bill. Simpatici, molto glbonelliani nello spirito, ma anche terribilmente ingombranti: il loro West non è e non potrà mai essere però quello di Tex.. Che le pagine del Maxi siano un tributo al creatore di Tex e ai suoi personaggi, nel senso che non credo che rivedremoi Bill in azione,  a meno che Boselli non decida di snaturarne la natura troppo esuberante e ai limiti del realismo. Disegni di  Piccinelli sovraccarichi di neri. Le tavole migliori sono quelle in cui limita la china allo stretto necessario, il resto non è sempre leggibile, quando se ne accorgerà non sarà mai troppo tardi.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

Tex è per definizione un personaggio politicamente scorretto perché è un "salvatore bianco". In America lo censurerebbero. Se vogliono censurare persino Huckleberry Finn, Via col Vento e Peter Pan!...

 

Secondo me, il "politicamente corretto", partendo da intenzioni giuste, è finito per arrivare ad eccessi che sconfinano nel ridicolo. Bisogna tenere anche conto della situazione degli Stati Uniti, dove certe discriminazioni sono molto radicate. 

È chiaro che la soluzione ad un problema reale non è certo quella di censurare la Mamie di Via col Vento o Huck Finn, anzi, certe "alzate di ingegno"  favoriscono solo chi vuole mantenere certe cose come stanno.

 

Senza dilungarmi oltre su questo tema, non oggetto del topic, penso che la caratteristica principale di Tex, sia proprio quella di essere corretto, nel senso di retto e giusto. E chi se ne importa se non risponde ai canoni odierni che si stanno facendo strada negli Usa, non perché il tema sia sentito realmente, ma principalmente per un conformismo ipocrita nell'industria del cinema e anche dei fumetti, volto ad evitare ogni possibile critica  o problema. Di certo, se i Pard fossero stati concepiti oggi negli Usa, probabilmente Carson sarebbe nero e Kit di madre ispanica (il nativo americano c'è gia), e magari ci sarebbe anche un quinto pard asiatico. Ma siamo in Italia, e Tex è gia "corretto" così, sempre pronto a lanciarsi, da 70 anni (quando in America i neri non potevano ancora salire sul bus) a riparare  le ingiustizie e i torti e i difendere i deboli di qualunque colore.

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Avendolo preso solo oggi, non posso ancora esprimermi sull'episodio visto che ancora devo gustarmelo. Posso però dire che, da quando frequento il forum, sto rivivendo una piacevole sensazione che non provavo dai tempi in cui ero ragazzino: uscire ilare dall'edicola dopo l'acquisto dell'albo e non stare nella pelle nell'attesa della lettura. Direi che è un ottimo segno! :wub:  

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Storia interessante

 

Il finale col doppio duello con Tex e Cochise da un lato...mi ha fatto piacere, forse qualcuno si ricorda perché...🤠

1 ora fa, ymalpas dice:

Simpatici, molto glbonelliani nello spirito, ma anche terribilmente ingombranti: il loro West non è e non potrà mai essere però quello di Tex..

Io la penso quasi come te.troppo "anarcoidi"...ma dannatamente western

 

Continua una magistrale e verosimile rappresentazione degli Apaches...il finale con Cochise che accoglie i Netdahe superstiti nella sua apacheria è in assoluto non solo il più Texiano ma anche il più realistico:gli Apaches Chiricahua "Chokonen" di Cochise hanno subito un sacco di perdite. essendo gli Apaches utilitaristi e dannatamente pochi,dovevano sempre rimpiazzare le perdite e in questo caso non possono concedersi il lusso di rinunciare a guerrieri "pronti"come gli ultimi Netdahe...che tra l altro non tradiscono la propria "banda"ma decidono di giurare fedeltà al Capo più meritevole, Cochise appunto...

4 ore fa, Jim Brandon dice:

con la battuta che Boselli fa pronunciare a Thazay, che non è funzionale alla storia e di cui ho scritto che, pur essendo scherzosa, esprime un modo di pensare purtroppo ancora troppo diffuso, e pertanto personalmente l'avrei evitata.

Personalmente la ritengo assolutamente innocente e in linea con i pensiero Apache.che per altro in generale brispettavano le donne molto più degli Occhi Bianchi,o almeno di molti dell'Epoca...

 

Cochise esce dannatamente bene da questo episodio...ed essendo il mio personaggio secondario preferito della saga, tanto di cappello...il vero unico Re degli Apaches...come lo definí il Generale Crook Nantan Lupan...

Spero che prima o poi rivedremo almeno Delgado,visto che su Geronimo nessuno risponde 😅🤠😜

Modificato da Barbanera
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Sicuramente, di gran lunga il miglior Maxi dai tempi di Nueces Valley, non solo perché nel frattempo la concorrenza è stata assai blanda e poco agguerrita. Prima di intraprendere la lettura, devo ammettere di aver provato un po' di scetticismo per via del fatto che, stante la volontà degli autori di omaggiare un trio di personaggi che a suo tempo hanno avuto un certo peso nell'universo bonelliano, dal mio punto di vista trattavasi comunque di una sorta di crossover, con tutti i rischi del caso. Dopo la prova lettura, che mi ha piacevolmente coinvolto, posso dire di aver trovato l'esperimento abbastanza riuscito, per quanto ho sviluppato anche io il parere che, per quanto simpatici e dotati di grande carica positiva, i tre fratelli Bill siano troppo irruenti e bonariamente invadenti per essere semplici coprotagonisti in una storia di Tex (in questo caso, del resto, credo si possa parlare di storia CON Tex).

 

Per quanto Boselli abbia cercato - nel complesso in maniera abbastanza soddisfacente - di adattarli alla texianità, a tratti nei tre Bill (eccezion fatta per il serioso Black) tendeva a prendere il sopravvento un approccio alle situazioni anche drammatiche ed un modo di fare che, comunque sia, tendono un po' a cozzare con il maggiore realismo che in relazione contraddistingue le storie di Tex. In compenso, non ho mai avuto la sensazione che potessero mettere in ombra Tex e Carson; al contrario, Boselli ha saputo a mio avviso evitare questo rischio portandoli solo nel finale ad agire tutti insieme.

 

Complessivamente, dunque, mi rimane una lettura molto piacevole, impreziosita dai disegni di un Piccinelli notevolmente ispirato, che spiace non poter vedere con regolarità all'opera su Tex.

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Chiusa (spero) la parentesi politicamente corretta, vorrei parlare della storia del maxi.

 

La prendo alla lontana, e parto dal 1952...  B)

 

La situazione dell'epoca, a quanto ne so (in base anche a cosa ha scritto Sergio Bonelli al riguardo) è che Tex per quanto fosse il personaggio di punta della casa editrice (l'unico che proseguiva serie dopo serie senza problemi) era considerato troppo "adulto" e non vendeva tantissimo. Non so se fosse già stato inserito nelle letture "proibite" dalle parrocchie o se quello accadde successivamente, ma anche se la "formalizzazione" del fatto che Tex fosse un fumettaccio violento, pieno di allusioni sessuali ed efferatezze, fosse avvenuta dopo, di certo era già considerato tale da un sacco di genitori, educatori e pedagoghi. Di quegli anni sono le primissime censure nelle ristampe, e nelle storie nuove la presenza di donnine discinte cala sempre di più

Altri personaggi, più "morigerati" vendevano di più, e nel 1951 era uscito Capitan Miki, che insieme al successivo Blek divenne in breve tempo il campione di incassi del fumetto western italiano, surclassando Tex di diverse lunghezze.  (il boom di Tex è avvenuto per accumulazione successiva di nuovi lettori negli anni, facilitato anche dal nuovo formato "gigante" collezionabile in cui verrà ristampato: a differenza degli altri fumetti, i suoi lettori hanno continuato a comprarlo anche da adulti)

 

Da qui i vari tentativi della Bonelli di inserirsi nel filone del western più "per bambini" e umoristico, con personaggi come Il Piccolo Ranger e persino Zagor. E credo che nelle intenzioni iniziali, i 3 Bill fosse un tentativo in quella direzione: 3 personaggi caratterizzati in maniera esagerata, con la faccia di attori famosi, e che "non uccidevano" (il grosso problema di Tex che all'epoca, prima delle censure, uccideva senza farsi tanti problemi) per la promessa fatta al padre in punto di morte.

 

Però, se andate a leggere le storie che scrisse GL Bonelli sui tre Bill...  in pochissime pagine quel giuramento viene completamente dimenticato, e le storie si fanno ben più truci e violente (presentando anche una versione molto romanzata del massacro di Little Big Horn). Segno che proprio GL Bonelli non ce la faceva a scrivere storie candide e leggere per bambinetti...  :lol:

 

Confesso che, fra i tanti personaggi scritti da GL Bonelli, i tre Bill non sono proprio in vetta alle mie preferenze. La caratterizzazione esageratamente monodimensionale (il belloccio, il forzuto...), il giuramento (per quanto poi ignorato), i disegni che non sono certo paragonabili a quelli di Galep (a me Roy D'amy generalmente piace, ma quelli della seconda serie sono più esattamente dello "Studio D;Amy", mentre Benvenuti proprio non mi piaceva) e pure i testi per me non sono al livello di quello che faceva Bonelli per Tex. Capisco comunque che rispetto ad altri personaggi di GL Bonelli hanno una caratteristica che li rende più adatti ad un crossover con Tex: non sono uguali a Tex!  :lol:

 

Ma andiamo adesso al Maxi: la cosa che mi è piaciuta di più è la "ricostruzione" che ha fatto Boselli dei tre Bill, mantenendone le caratteristiche di base (e il giuramento) ma modernizzandole (e dando una spiegazione persino al fatto che, in pratica, il giuramento viene ignorato). Quindi la prima parte, in cui in pochissime pagine vengono presentati i tre fratelli in maniera brillante e ironica (soprattutto la parte di Kid Bill), e poi pure le parti successive prima dell'incontro con Tex.

 

Poi, le parti con Tex e Carson, anch'esse con un tono leggermente più ironico e scanzonato del solito, per mantenere il tono della storia. Un po' lungo lo "spiegone" con le "origini" dei tre Bill (GL Bonelli all'epoca non si era dilungato tanto sulla storia del padre...) ma utile per evidenziare le differenze con i pard, e la "scappatoia" per bypassare il giuramento (che giustifica a posteriori anche le storie di GL Bonelli). Il lavoro di "recupero" fatto da Boselli sulle vecchie storie arriva persino a legare questa avventura con una di quelle (in cui si alleano con Cochise) e farne la cosa che porta i pards ad incontrarli.

 

(a proposito, per chi vuole vedere Geronimo sulle pagine di Tex, una brutta notizia: Geronimo viene ucciso dai 3 Bill in una di quelle storie, quindi se adesso i tre Bill sono in continuity con Tex, vuol dire che Geronimo nel mondo di Tex è già morto...  :P )

 

Boselli riesce anche a collegare in maniera diretta l'avventura di Tex appena conclusa sulla serie regolare con questo maxi (in pratica i Tiago e i suoi Apache sono usciti dal Tex del mese scorso per entrare subito dopo nel Maxi, con un incastro perfetto che poteva riuscire solo con la complicità fra chi scrive le storie e chi fa la programmazione...  :laugh: ), cosa sulla quale sono un po' ambivalente. In questa storia funziona ed è fatto bene, ma ho qualche remora nel vedere introdurre una continuity più stretta in Tex (vedendo i danni che ha fatto su altre serie). È vero che i lettori occasionale sono praticamente estinti, ma ancora qualcuno che apre per la prima volta un albo di Tex ci sarà ogni tanto, e uno dei punti di forza di Tex era che chiunque poteva iniziare a leggerlo senza preoccuparsi di recuperare le storie precedenti...

 

Il finale è un po' in calo, con l'abusatissimo cliché della "situazione disperata ma poi arriva Tex all'ultimo momento". Abusatissimo non tanto in questa storia (in cui comunque avviene due volte in poche pagine nel finale) quanto in generale nelle ultime storie, soprattutto appunto quella dei Netdahe. Oltre ad essere troppo ripetitiva e prevedibile come soluzione narrativa, ha il grave difetto di relegare Tex ai margini, perchè per funzionare non deve essere mostrato mentre si avvicina per poterlo fare arrivare "a sorpresa" (?!). Magari è solo un caso dovuto alla programmazione il fatto che sia avvenuto tanto frequentemente negli ultimi tempi, Boselli ha scritto tante storie senza utilizzarlo, ma inizia a diventare quasi fastidioso.

 

Finale totalmente "metanarrativo", ma ci sta, un ultima cavalcata fra personaggi GLBonelliani...

 

Il fatto comunque che i momenti più "deboli" dell'albo siano quelli in cui i 3 Bill e i pards sono insieme non fa che aumentare i miei dubbi sul fare crossover fra personaggi della Bonelli. Qui addirittura abbiamo personaggi creati dallo stesso autore, con "mondi" molto simili (praticamente l'unica differenza è qualche sfumatura nel tono delle storie), e comunque il loro incontro appare un po' sforzato. Figurati quando i personaggi sono di autori diversi con "mondi" in cui agiscono totalmente diversi...

 

Nonostante queste remore finali, rimane comunque un bel volume, uno dei migliori di Tex pubblicati in questo 2020 che è un po' sottotono rispetto ai fasti del 2019 (considero il texone di Villa del 2019, nonostante la pubblicazione ritardata in edicola). Se poi consideriamo solo i Maxi non c'è davvero partita, è dietro solo "Nueces Valley"... per quanto veda la collana dei Maxi come (solitamente) un mero contenitore di storie troppo scarse per la serie regolare (e i cinque pubblicati fra Nueces Valley e questo non hanno fatto nulla per farmi cambiare idea), diventa utile invece per questi veri e propri "colossal" che sono inadatti alla serie regolare per tema o personaggi, e non per la qualità...

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<span style="color:red;">13 ore fa</span>, Diablero dice:

proposito, per chi vuole vedere Geronimo sulle pagine di Tex, una brutta notizia: Geronimo viene ucciso dai 3 Bill in una di quelle storie, quindi se adesso i tre Bill sono in continuity con Tex, vuol dire che Geronimo nel mondo di Tex è già morto...  :P )

Grazie Diablero.Si lo sapevo, infatti la mia era una provocazione per Tex Willer...so benissimo che su Tex Regolare Geronimo non potrà (credo)mai più tornare 😜🤠...1858 è un anno scelto secondo ne non a caso da Borden per l inizio delle avventure di Tex giovane... Geronimo inizia giusto in quel periodo la sua vendetta...

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A parte il fatto che il vero Gerorimo si arrese nel 1886 e che morì nel 1909, ci sta che nella finzione le cose siano un po' alterate.

Ma chi dice che i tre Bill non abbiano incontrato Tex prima di "uccidere" Geronimo?

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Per una volta mi aggiungo anche io a fare sperticati complimenti al team che ha riportato in edicola i Tre Bill.

E' proprio vero: hanno realizzato un fumetto di quelli che non si fanno più.

Ma hanno dimostrato che si possono ancora realizzare e che è una vera gioia leggerli.

E il buon Piccinelli mi ha ascoltato perché ha disegnato cappelli da cowboys senza le sue proverbiali prospettive impossibili.

Di più non posso scrivere perché mi è venuta una umidità agli occhi... come avessi pelato un migliaio di cipolle!

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Non conoscevo i fratelli Bill, e quindi mi fido di coloro che hanno affermato la fedeltà di Boselli allo spirito che ha loro insufflato Gianluigi Bonelli.

 

Quello che invece posso dire è che Boselli ci ha offerto uno vero, splendido colossal del fumetto.

Non mi trovo d'accordo nel dire che Tex rimane un po' in disparte. Piuttosto, mi sembra giusto dire che condivide la scena con tre ospiti d'eccezione.

E' poi una vera finezza che nel Maxi in questione trovi la sua effettiva conclusione l'avventura che aveva visto solo un mese fa il suo ultimo albo sulla serie regolare.

 

Molto belli i disegni di Piccinelli, che mi ricordano tanto il primo Villa.

 

Infine, nello scrivere questo breve commento mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che questo sciagurato anno 2020 sia invece stato, sul piano texiano, molto ricco: Tex l'inesorabile, Netdhae, L'Agente federaleI tre Bill; Boselli ci ha regalato grandi storia! Senza contare le buone prove di Ruju (in particolare La frustata, non avendo ancora letto Sulla cattiva strada), ma anche di Rauch (Gli amanti del Rio Grande non sarà un capolavoro, ma è una buona prova). Bravi!

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Parto dalle cose che mi sono piaciute.

La storia scorre bene, si legge con piacere, i personaggi sono ben definiti. In particolare la presentazione dei tre Bill è da antologia, soprattutto quella di Kid è veramente spassosa.

Cosa non mi è piaciuto.

In primis il finale, prima troppo zuccheroso (il "ti perdono ma riga dritto" a Flanagan, sinceramente non da Tex per uno che vende armi agli indiani) e poi l'ultima pagina che tende all'epico, finale forse un pò troppo affrettato per quello che mi riguarda.

Ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso è che, finendo la lettura dell'albo, Tex mi rimane un pò ai margini della storia dove i protagonisti indiscussi sono i tre Bill. Non ci sono proprio abituato a vedere Tex come un comprimario (seppur di primo piano).

I disegni di Piccinelli mi sono piaciuti in parte: suggestivi quelli in atmosfere notturne (che nella storia sono tante) mentre non mi piacciono granché i primi piani dei vari personaggi, sia per i tratti del viso troppo marcati che per alcune espressioni esageratamente caratterizzate (vedi ad esempio il padre di Francisca) che tendono quasi al caricaturale.

 

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      5)     Colorado Belle
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