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[Color Tex N. 18] La casa del giudice e altre storie


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La Casa del Giudice e altre storie - Color Tex 18 cover

 

Uno spietato giudice… Un assalto al treno… Un’efferata rapina… Un giovane comanche bianco… Un duello all’ultimo sangue…

COLOR TEX

N° : 18

Periodicità: semestrale

LA CASA DEL GIUDICE E ALTRE STORIE

uscita: 21/11/2020

Formato: 16x21 cm, colore

Pagine: 160

Codice a barre: 977223974604200018

Copertina: Massimo Carnevale


La casa del giudice
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni e colori: Massimo Carnevale

Il famigerato Giudice Flanders è soprannominato “Impiccali tutti”… Ma uno dei condannati gli ha giurato che tornerà per lui dalla tomba…

Rotaie
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Luca Michelucci
Colori: Oscar Celestini

Battesimo del fuoco per un giovane ferroviere!...

Sulla pista per Prescott
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giuseppe Candita
Colori: Erika Bendazzoli

Un solo superstite... Una misteriosa sanguinosa rapina…

Il mio nome è Waneka
Soggetto e sceneggiatura: Filippo Iiriti
Disegni: Giovanni Bruzzo
Colori: Erika Bendazzoli

Ascolterà la voce del sangue o quella della tribù?...

Al palo della tortura
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Aldo Di Gennaro
Colori: Matteo Vattani

Il feroce Chako vuole il sangue di Aquila della Notte!

 

 

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<span style="color:red;">45 minuti fa</span>, laredo dice:

Cover bellissima!:clapping:

Concordo. 

Son curioso di vedere Candita all'opera su una storia, seppur breve, di Tex. Da suoi disegni visti qua e là, mi sembra giusto dargli un'opportunita'. 

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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Concordo. 

Son curioso di vedere Candita all'opera su una storia, seppur breve, di Tex. Da suoi disegni visti qua e là, mi sembra giusto dargli un'opportunita'. 

Vero, il buon Candita, sopratutto su Facebook,  non perde l'occasione pper dimostrare il suo amore per Tex!

 

Della cover mi colpisce l'ambientazione invernale..che però sembra assente in tutte le cinque storie o sbaglio:unsure2:

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Cover griffata Carnevale spettacolare, davvero di altissimo livello, ed in grado di rivaleggiare con le migliori di Villa. E con una cover del genere, le aspettative per le cinque brevi storie del Color non possono che essere elevate; e del resto, giudicando dalle anticipazioni, sia riguardo la trama che riguardo i disegni, le attese promettono di essere mantenute.

 

In particolare, attendo con curiosità di poter leggere la prima, anch'essa illustrata da Carnevale: dalla trama si prospettano atmosfere non troppo distanti nella forma da quelle del suo recente e bellissimo Texone. Al contempo, sarà interessante e piacevole vedere alla prima prova (se non erro) con Tex Candita, Michelucci ed un mostro sacro come Di Gennaro, oltre al già rodato Bruzzo. 

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  • 1 mese dopo...

Letta oggi. Non spoilero nulla, ma dico che ho notato un bel miglioramento nella colorazione delle tavole e sono contento che si sia dato spazio a degli sceneggiatori esordienti. Sinceramente prediligo storie più lunghe per apprezzarne maggiormente la sceneggiatura. 

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Io passo.

Anche se abbiamo la triade magica al completo (Bo-Ru-Ni) davvero questi albi con 1000 storielle brevissime non li reggo più.

 

Ovvio che servano per testare esordienti eccetera e penso per la GLB siano molto utili, ma da lettore passo.

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L'avrei preso, se non altro per Carnevale e Di Gennaro, ma la tavola di Candita mi ha fatto passare ogni voglia. Anche la presenza di Bruzzo non mi ha invogliato, ma solo perchè già lo conosciamo. E anche quest'anno, quindi, passo...

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Mi permetto di dire a coloro che, adducendo una qualsiasi legittima motivazione, hanno rinunciato ad acquistare quest'ultimo Color, che a mio parere hanno commesso un grande errore. Non intendo scendere nei particolari delle varie storie brevi per non guastare la sorpresa a quanti attendono con ansia di leggerlo mai non hanno ancora avuto modo di farlo, mi limiterò pertanto a riportare qualche celere considerazione, ed inizio in primis col dire che a mio giudizio le cinque brevi storie di questo Color sono tutte di ottima caratura, nient'affatto banali e tutte esaustive nella loro contenuta lunghezza. Personalmente, promuovo senza riserve anche i disegni e la colorazione, che anche io ho avuto l'impressione sia notevolmente "ingentilita" e raffinata rispetto alle precedenti uscite della collana.

 

La migliore di tutte, a mio parere, è La casa del giudice di Boselli&Carnevale, dotata di quella cupa atmosfera gotica già assaporata nel Texone della medesima coppia uscito la scorsa estate, capace di generare un contesto sobrio ed accattivante. A seguire, una menzione speciale va a Il mio nome è Waneka, degnamente sceneggiata dall'esordiente Filippo Iiriti (chissà se è un frequentatore del Forum, o perlomeno io non ne so nulla) con i disegni di Bruzzo e la Bendazzoli ai colori, storia ben imbastita per quanto, se posso permettermi, la piega che essa avrebbe preso la si era intuita sin dalla comparsa del calesse. Stessa sensazione di prevedibilità che ho avuto nel leggere la pur piacevole Sulla pista per Prescott, sceneggiata da Nizzi con disegni di Candita e colorazione della Bendazzoli: fin dall'arrivo di Tex e Carson sulla scena del crimine avevo intuito come si sarebbe sviluppata la vicenda. Piacevole e sostanzialmente priva di sbavature Rotaie di Ruju, con Michelucci ai disegni e Celestini ai colori, così come si lascia apprezzare anche Al palo della tortura, anche questa sceneggiata da Ruju con l'ausilio del mitico Aldo Di Gennaro ai disegni e Vattani ai colori, purtroppo in parte viziata (unico vero e proprio appunto negativo che mi sento di muovere) da una imprecisa gestione tecnica e grafica della cronologia della storia.

 

Nel complesso, comunque, ribadisco il mio apprezzamento generale per tutte e cinque le storie, e di concerto non posso che confermare ancora una volta la qualità e l'originalità di gran lunga superiori dei Color invernali di storie brevi rispetto a quelli estivi, contenenti storie di lunghezza classica che difficilmente riescono a lasciare il segno.

  • +1 1
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Anche per me uno speciale "Color" che merita di essere acquistato.

La storia migliore è nettamente la prima, con la coppia Boselli e Carnevale che si muove in atmosfere che in parte riecheggiano quelle dell'ultimo "Texone": certo, la storia è brevissima, ma lo stesso gradevole e con sviluppi tutto sommato plausibili e ben orchestrati. Belli i disegni di Carnevale, ma nettamente una spanna rispetto a tutte le altre storie di color fin qui (a mio discutibilissimo avviso) è proprio la colorazione, che è dovuta allo stesso disegnatore, di cui si nota una cura e un'abilità decisamente diversa rispetto alle altre storie anche di questo stesso albo sotto questo profilo. Già solo questa storia vale, per me, l'acquisto.

Delle altre, ho apprezzato particolarmente Rotaie, che - senza eccellere - comunque presenta uno sviluppo non del tutto prevedibile e piuttosto godibile, pur nella sua sintesi. 

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Come ogni volta, sono stato indeciso se comprare l'ultimo "odiato" (per me è una serie senza senso, paghi di più per avere di meno, il colore copre e danneggia e non aggiunge) Color Tex, e come ogni volta (fino a quando?) ha vinto il collezionismo completista del "non posso non comprare un Tex inedito"...

 

Andando in dettaglio nelle singole storie:

 

La casa del giudice (Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli Disegni e colori: Massimo Carnevale)

Storia abbastanza carina, e per una volta i colori sono un po' più armonizzati ai disegni (bella forza, direte, li ha fatti la stessa persona... però a volte ho visto colorazioni pessime fatte dallo stesso disegnatore, se uno è bravo a disegnare non vuol dire che sia bravo anche a colorare).

Cose positive: il ritmo sostenuto, con cui il Bos riesce a chiudere una vicenda abbastanza complessa in sole 32 pagine, utilizzando soprattutto un "montaggio" serratissimo e dialoghi che riescono a dare un sacco di informazioni senza essere innaturali o diventare gli esecrabili "spiegoni"

Cosa negativa: come già accaduto nel Texone, la spiegazione "razionale" alla fine diventa quasi meno verosimile di una sovrannaturale (faccio meno fatica a credere in uno spettro, che al fatto che Tex sia riuscito a creare una simile messa in scena con tanti "attori" convincendoli tutti...) e toglie forza alla storia proprio nel finale.

 

Rotaie (Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju, Disegni: Luca Michelucci, Colori: Oscar Celestini)

Disegni un po' "ingessati" che non mi sono piaciuti molto, ma se davvero è il primissimo fumetto pubblicato in assoluto di Luca Michelucci, come appare dall'introduzione, beh, ne ho visti tanti esordire anche peggio e poi diventare ottimi disegnatori con l'esperienza (mi lascia giusto perplesso il fatto che oggi l'esperienza alla Bonelli la facciano fare su Tex...)

Il colore qui decisamente non aiuta, visto l'effetto "ingessante" che il colore ha SEMPRE (rendendo molto più "statico" il disegno, rispetto al b/n), evidenzia proprio i suoi punti deboli.

 

Sulla pista per Prescott (Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi, Disegni: Giuseppe Candita, Colori: Erika Bendazzoli)

Nizzi, Nizzi, Nizzi...  mi stavo rileggendo l'inizio di "Ritorno a Culver City" recentemente (per valutare quanti errori avesse fatto nella continuity texiana), e mi aveva ricordato quanto il Tex di Nizzi fosse spesso rappresentato dall'autore come menefreghista, egoista e abbastanza meschino, uno "sbirro" che timbra il cartellino ma non gliene frega poi molto (quanta differenza con il Tex di GL Bonelli che ha abbandonato il corpo dei rangers una mezza dozzina di volte per seguire il suo senso della giustizia...). Nel "ritorno a Culver City" Tex, dopo aver letto che il figlio dell'uomo che uccise suo fratello spadroneggiava a Culver City, e che un innocente rischia grosso, e dopo che un vecchio giudice lo implora di aiutarlo...  starebbe volentieri con il culo al caldo senza alzare un dito, e si smuove solo perchè altrimenti ha paura che i suoi superiori si incavolino (cioè, ha paura di perdere il posto o di subire una lavata di testa dal "capo")

 

Ancora con il ricordo di quella pessima impressione e di quel tex disgustoso, mi metto a leggere questa storia...  e ritrovo di nuovo per Tex menefreghista e sfaticato. Tex ha notato che il racconto del ragazzo non fila, si è reso conto che la ferita è finta, e che probabilmente era d'accordo con gli assassini, e che fa? Se ne frega! Non sono cavoli suoi, NON DICE NIENTE ALLO SCERIFFO e SE NE VA VIA!  :craniate:

 

Il menefreghismo di Tex è sottolineato, come solito di Nizzi, più e più volte, perché sia chiaro anche al lettore più distratto (inutilmente, un sacco di lettori non lo vedono comunque, non importa quanto Nizzi si sforzi).

A pagina 81 per esempio c'è questo dialogo che fa capire bene le priorità dei due pards: "Inutile che stiamo a scervellarci, questa rogna dovrà grattarsela lo sceriffo" "Parole sante! Noi dobbiamo pensare a zavorrarci bene lo stomaco!"

Mi aveva meravigliato un po' il fatto che nel corso della storia Tex si dimostri abbastanza intelligente da notare qualcosa di strano (molto inconsueto, nelle storie di Nizzi), ma penso che sia solo per aumentare l'immagine da menefreghista (il fatto che abbia cose da dire allo sceriffo e non lo fa, fregandosene totalmente), infatti le deduzioni di Tex NON SERVONO A NULLA, la "soluzione" del caso arriva, come sempre, dalla ridicola dabbenaggine dei "cattivi"

 

Già il piano iniziale era pieno di buchi (perchè mettere il ragazzo con la finta ferita, se chiunque guardando la ferita avrebbe potuto vedere che era finta, e soprattutto visto che tutti avevano visto partire la diligenza senza il ragazzo? Poi qualcuno dovrebbe spiegare a Nizzi che le ricevute, quando si preleva denaro, le tiene la chi dà il denaro, non se le porta via chi l'ha prelevato, altrimenti che "ricevute" sarebbero?), ma poi questi geni del crimine dovrebbero solo STARE FERMI. Tex e Carson se ne fregano e stanno andando via. I banditi lo sanno che stanno andando via, e infatti li aspettano sulla strada per andare via. Come fa un bandito ad essere così cretino da non capire che se Tex sta andando via sulla strada per andare via, vuol dire che va via, e non sta rimanendo lì? Davvero, banditi così stupidi come quelli delle storie di Nizzi non li vedo manco nelle comiche di Stanlio e Ollio...)  :craniate:

 

Comunque, alla fine il menefreghista Tex si trova sotto al classico agguato da banditi guerci che ti mancano da tre metri delle storie di Nizzi, ne cattura uno, e lui non solo è tanto servizievole da raccontare tutto, ma ha nella sella il denaro della banca ancora con le fascette che lo rendono riconoscibile :lol:

 

Il finale è molto "nizziano", nel senso che come al solito Tex si è fatto fregare da un vecchietto, è sotto tiro, ma per fortuna viene salvato da Carson e dagli uomini dello sceriffo, che prudentemente Carson era andato a chiamare, visto che si trattava di affrontare in due avversari temibili come un vecchietto e un ragazzo!   :lol2:

 

E il bello è la frase finale dello sceriffo, che fa da chiosa perfetta a questa farsa buffonesca! "La vera iella di Crandall è stata quella di essere inciampato in due vecchie volpi come voi" :azz:

 

Ma se se ne stavano andando, senza dire niente allo sceriffo! La vera iella di Crandall è che è un totale idiota, e non si è nemmeno accorto che li aveva già fregati, Willer e Carson, e bastava che non faceva nulla, e il suo piano sarebbe perfettamente riuscito, grazie alla loro complice indifferenza!   :censored2:

 

Ma qualcuno glieli controlla i testi a Nizzi prima della pubblicazione?  :mazza:

 

Il mio nome è Waneka (Soggetto e sceneggiatura: Filippo Iiriti, Disegni: Giovanni Bruzzo, Colori: Erika Bendazzoli)

Dopo aver letto la nizzata precedente, da una parte sono di pessimo umore e poco propenso a perdonare storie deboli, dall'altra rispetto a Nizzi ormai tutti sembrano dei grandi sceneggiatori, quindi sospendo il giudizio sulla storia, non certo aiutata dai disegni di Bruzzo (in alcune vignette Tex sembra deforme)

La colorista, Erika Bendazzoli, come anche nella storia precedente, usa il colore in maniera più elaborata cercando di renderlo più "protagonista", vedere per esempio lo sfondo della seconda e terza vignetta di pagina 111, ma in generale un po' tutti i cieli, con riflessi e nuvole. Si scontra però con un paradosso tipico di molti disegnatori "moderni": uno dei problemi di molti disegnatori moderni è che distraggono l'occhio con dettagli e sfondi facendo perdere di vista l'azione (dovrebbero riguardarsi i vecchi film di John Ford e come costruiva le inquadrature con gli attori al centro, visto che dai vecchi maestri del fumetto pare non vogliano imparare). Oggi si cerca di usare il colore per arricchire le tavole (o omogeneizzarle), ma più un colorista si fa notare, più ha lo stesso effetto, che si somma a quello del disegnatore....

 

Al palo della tortura (Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju, Disegni: Aldo Di Gennaro, Colori: Matteo Vattani)

Per contendere a quella di Nizzi il titolo di peggiore storia dell'albo ce ne voleva, ma qui Ruju quasi ci riesce. Sono dovuto tornare a guardare il nome dell'autore per verificare che non fosse ancora Nizzi, il Tex che come un pirla cancella lui stesso le tracce che provano la sua innocenza, per seppellire degli apaches (non mi ricordo più, nei loro riti funebri gli Apaches si facevano seppellire? In ogni caso anche se non sa cos'è successo Tex sta coprendo gli assassini nascondendo i corpi) e che si fa spiare senza accorgersi di nulla da una dozzina di persone, completamente allo scoperto, da meno di dieci metri di distanza (vedere pagina 147) che fanno conversazione, per diverse vignette, con lui che senza notarli continua ad andare avanti e indietro con i corpi... dai, è una scena comica!  Come è comico Tex che corre, a pagina 160, ad affrontare il bianco che ha sparato e ucciso diversi Apaches... con gli apaches fermi e tranquilli che stanno a guardare!

 

Boh, alla fine ho chiuso questo color pensando la stessa cosa che ho pensato dopo aver letto molti dei precedenti: "questo è l'ultimo, basta, non li compro più"....

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Come al solito la migliore è la storia  di Boselli. Ho trovato sufficienti  Rotaie e Il mio nome è Waneka. Per quanto riguarda  le altre due, non posso che dar ragione a Diablero, le ho trovate davvero brutte e poco credibili.  Per quanto riguarda i disegni,  mi sono piaciuti  Carnevale ,Bruzzo e Candita, anche se di quest ultimo preferisco i volti del suo Tex giovane (che ho visto in giro sui vari gruppi,) e sono contento che sia stato preso a disegnare tex sulla serie regolare.  Dunque alla fine non un gran color,  ma io non riesco a non comprare Tex, qualunque esso sia.🙋‍♂️

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guarda Diablero alle tue critiche sulla per me ottima storia di Nizzi risponderei così: 

chi ha detto che Tex quando ha deciso di andarsene avesse già capito come erano andate le cose? 

Poi, i banditi potrebbero aver cercato di uccidere Tex per sicurezza, non mi sembra il caso di essere troppo pignoli.

Se Carson va a chiamare lo sceriffo non vuol dire che non possono cavarsela da soli, ma meglio in tanti che in pochi. Anche qui non bisogna essere troppo precisi.

a me la storia di Nizzi è parsa davvero bella

secondo me sei tu che( e questo si vede anche nelle tue analisi delle altre storie) sei troppo preciso

Non puoi analizzare le storie pensando: " Qui Tex non è stato perfetto e quindi non mi piace." 

Se Borden( e neanche io) l' ha notato, allora non era certo così importante.

Poi la tua idea fissa che Nizzi ridicolizzi Tex di proposito è assurda: a parte che è campata in aria, per me Nizzi ( e questo si vede anche su Nick Raider) i dialoghi e le scene le scrive in un modo molto istintivo, cosa che secondo me faceva anche Sergio Bonelli, per dire.

Modificato da Grande Tex
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24 minutes ago, Grande Tex said:

guarda Diablero alle tue critiche sulla per me ottima storia di Nizzi risponderei così: 

chi ha detto che Tex quando ha deciso di andarsene avesse già capito come erano andate le cose? 

Poi, i banditi potrebbero aver cercato di uccidere Tex per sicurezza, non mi sembra il caso di essere troppo pignoli.

Se Carson va a chiamare lo sceriffo non vuol dire che non possono cavarsela da soli, ma meglio in tanti che in pochi. Anche qui non bisogna essere troppo precisi.

a me la storia di Nizzi è parsa davvero bella

 

Che vuoi che ti dica? L'amore è cieco, e quindi è ovvio che non si faccia dissuadere da quello che è effettivamente scritto, nero su bianco, in una storia....

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Anche l'inizio  per me stona un po. Tex e Carson arrivano li per caso  e trovano il giovane per terra. Se non arrivavano loro quando sarebbero arrivati i soccorsi. Dice che era sulla diligenza ma non è vero, sicuramente alla città di partenza sapevano chi era salito, dunque neanche questo episodio per me non regge.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Diablero dice:

 

Che vuoi che ti dica? L'amore è cieco, e quindi è ovvio che non si faccia dissuadere da quello che è effettivamente scritto, nero su bianco, in una storia....

ancora? ma non capisci che è solo questione di punti di vista? le cose ci sono, ma bisogna vedere quanto uno ci bada

E se non ci ha badato Borden

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Onestamente, anch'io ho trovato la storia di Nizzi la più debole delle cinque, con un comportamento di Tex piuttosto incomprensibile in alcuni passaggi, è troppo rinunciatario e, di fatto, piuttosto superficiale nelle sue indagini e privo delle sue solite intuizioni (con la necessità che poi qualcuno lo metta sulla strada giusta). Inoltre, un po' stucchevole la solita ricorrenza delle bistecche e patatine, che sembra debbano essere sempre introdotte anche in una storia di poche pagine, ma questo è un elemento marginale.

Probabilmente il Nizzi che scrive ora le storie di Tex si comporta così, prendere o lasciare...

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Le ricevute sono una assurdità: servono solo a stabilire quanto è stato rubato da ladri pasticcioni che, invece di arraffare tutto, fanno un'attenta analisi per stabilire quello che devono lasciare per aiutare le indagini dello sceriffo.

La presenza del colpevole sul luogo del delitto è inspiegabile: perchè è lì e cosa o chi aspetta? Vuole autoaccusarsi per mezzo di qualcuno che può testimoniare che non era sulla diligenza alla partenza?

Tex nota subito che la ferita non è dovuta a una pallottola, ha quindi il colpevole bello pronto: perché non gli dà una bella spazzolata?

E i banditi frettolosi? Invece di aspettare le mosse dei ranger e decidere di conseguenza, che fanno? Se per caso i ranger non sospettano di noi, pensano, ci pensiamo noi a metterli sulla buona strada con un bell'attentato fallito. E naturalmente erano così giuggioloni da considerarsi tiratori infallibili (chissà come ci sono rimasti male, poverini, quando si sono accorti di essere invece delle schiappe!)

Non mi sono mai andate a genio le storie brevi e questo Color ha confermato le mie impressioni.

Ma questa breve ha toccato il fondo.

Naturalmente questo è solo il mio parere e non la verità assoluta.

Modificato da Letizia
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Storia di Boselli un po' troppo gotica e a tinte lugubri ma bella.

Storia di Nizzi buona,ben scritta

Storia dell'appassionato discreta

Ma le due storie di Ruju non mi sono proprio piaciute...

 

 

Modificato da Barbanera
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  • Collaboratori

Premettendo che ho trovato tutto sommato ben scritte e piacevoli  le cinque storie di questa raccolta (pur con i limiti rappresentati dal fatto che siano storie brevi, cioè istantanee che devono mostrare molto ma non possono spiegare tutto) vorrei inizialmente  concentrarmi su quel fattore d'illogicità che IMO può attanagliarsi anche alle altre storie, non solo a quella di Nizzi dunque che pecca di quel "reato" d'indifferenza sul quale si è fermato esemplarmente poco sopra Diablero. Per quanto mi riguarda mi sono goduto tutte le storie, quanto segue è dunque solo da considerarsi un mero esercizio per dimostare che la lente d'ingrandimento non risparmia nessuna delle storie di questo lotto di cinque e che dunque non è un buon metodo, IMHO, per recensire delle storie che dovrebbero beneficiare, per la loro brevità, di tutta la nostra accondiscendenza.

 

a) Nella storia di Boselli il personaggio del giudice Flanders è un bel esempio di irrazionalità: criminale nell'anima e forcaiolo misantropo,  da un lato si muove sagacemente sul filo del rasoio della legalità e dall'altro manda stupidamente i suoi uomini ad accoppare i poveri cristi, il sadico il cui quoziente d'intelligenza appare sopra la media nell'ordire macchiavellici piani per accapparrarsi le terre dei vicini, insomma decade tanto da non distinguersi più con i modi di fare dei prepotenti grand'uomini (senza un bricciolo di arguzia) mille volte incontrati da Tex. Tinte forti per un personaggio forsennato dalla mente già intaccata non dai rimorsi  ma dalla paura (per esempio nel circondarsi di uomini prezzolati e nel barricarsi nella sua villa quando scendono le ombre della notte), che continua però a compiere  scelte contradditorie in barba a quanto appena detto sopra.

 

b) Nella prima di Ruju è la storia che non regge: per organizzare il rapimento di un bimbetto si inscena addirittura una rapina a un treno.

 

c ) Nella storia di Liriti colpisce meno l'ambiguità del ragazzino nel voler restare tra i comanches (che gli hanno scalpato i genitori) quanto piuttosto l'ottusità del comandante del forte nel volerlo riportare a tutti i costi nel mondo civilizzato vanificando così tutti gli sforzi fatti da Tex a favore della pace con il capo Due Orsi. Senza tralasciare  l'affidamento "provvidenziale" ai Tanner appena conosciuti, altrettanto stucchevoli nel finale da cercare assurdamente lo scontro frontale con i rangers quando la legge pendeva tutta dalla loro parte. Molto texiano il cazzotto sul grugno del colonnello Hancock, tirato con le pinze quel toglietevi dalla mia vita. Hancock un personaggio irrisolto che non si sa a cosa veramente ambisca.

 

d) Nell'ultima storia di Ruju che è anche quella che forse presta in apparenza il minor fianco alle critiche, il comportamento di Chako è un inno alla miopia nel modo di fare che ha di non concedere a un capo come Aquila della Notte di potersi minimamente  giustificare: paradossalmente quando ciò avviene, basta la semplice allusione di Tex al coltello macchiato di sangue per smascherare istantaneamente il vero colpevole. Il personaggio del cugino è poi uno di quei personaggi alla Ruju che sono, per quanto ricordi, estranei al mondo di Tex (glbonellianamente parlando).

 

Vediamo il comportamento di Tex nelle quattro storie.

 

a) Nella storia di Boselli sottovaluta la ferita riportata dallo sceriffo Olsen, ci può stare, sembra un dettaglio ma la valutazione errata compiuta da Tex è in realta un fatto determinante che costerà la vita del prigioniero. L'impiccagione di Jim, a cui aveva promesso una pena lieve, è in parte assimilabile alla sconfitta riportata anni prima in "Caccia all'uomo". Se Tex non ha colpe particolari, la colpa è tutta di Flanders che ricalca evidentemente Maddox, resta il fatto che quel corpo penzolante gli resta un tantino sulla coscienza. Tutto l'atteggiamento tenuto con Flanders ed esplicitamente il loro dialogo in cui il giudice gli confessa candidamente che per lui il processo è solo per la forma in quando gli imputati hanno già il cappio stretto al collo (vedi il povero Jim) avrebbe meritato una presa di posizione diversa da parte di Tex che si è sempre speso non per la legge ma per la giustizia. Comportamento nolittiano il suo, cioè antiteticamente glbonelliano. 

 

b) Nella storia "Rotaie" il nocciolo della questione, per Tex e Carson, sta tutto nell'individuare l'identità del capobanda, l'esimio Jarris. Nessuno dei due ci riesce. Hanno però alla loro portata due complici della banda comodamente seduti da sbattacchiare per bene, preferiscono aspettare il momento cardine in cui i banditi passeranno all'azione, il momento in cui cioè i passeggeri (di cui tanto si preoccupano) saranno nel momento di maggiore pericolo. Carson tanto per cambiare si becca una botta in testa, Tex non fa di meglio e si fa beccare al finestrino, da lì il ballo ha finalmente inizio (loro malgrado) per una conclusione scontata in cui nessuno dei passeggeri avrà da patire danni, nemmeno il ritardo sull'ora d'arrivo, grazie al bravo macchinista.

 

c) A Fort Sill la prima stranezza sta nel fatto che Tex, che sembra essersi tanto prodigato con i comanches (ottenendo per loro condizioni vantaggiosissime) debba poi negoziare le condizioni surreali poste dal colonnello Hancock ostensibilmente provocatorie tanto da mettere il trattato di pace in fortissimo dubbio. Il colonnello gliela fa sotto il naso risolvendo a modo suo la questione di Waneka, cosa che gli costa il cazzotto stampato sul grugno, ma mi sembra pretestuoso il passaggio successivo di Tex e Carson che si mettono sulle tracce dei Tanner con la scusa che dietro le maniere untuose della coppia  potrebbero celarsi in realtà due lupi. Cosa che di fatto avviene, ma a semplificare inverosimilmente la risoluzione del caso è proprio l'atteggiamento dei Tanner che smettono di colpo di essere agnelli  per mostrare le zanne, quando la logica avrebbe dovuto suggerire di inscenare un quadro familiare esattamente opposto. Che poi sia solo la loro ingordigia a precipitare le cose ci può anche stare, ma che Tex e Carson abbiano la risoluzione del caso servita su un piatto d'argento, con la refurtiva che aiuterà Due Orsi a trascorrere meglio qualche inverno in previsione di quel che potrà combinare a loro danno Hancock (con il detto avvelenato) è una filosofia che non mi pare texiana al 100 %.

 

d) Nell'ultima storia Tex da cacciatore diventa la preda. Il merito è tutto di Marrero. Tex si fa beccare dagli apaches mentre sta dando una cristiana sepoltura a degli apaches ribelli ammazzacristiani. A pagina 150 desiste incomprensibilmente dal fare ragionare Chako, cosa che gli costerà la botta in testa immancabile e il palo della tortura. Per sua fortuna se non arriva provvidenzialmente la cavalleria c'è il figlio, autore della sola prodezza della storia: il colpo di fucile che disarma in extremis Chako. Da sbadigli il duello finale tra Tex e Marrero, troppo poco comunque in una storia in cui Tex è sempre nel cono d'ombra della scena mentre la ribalta è tutta per delle mezze cartucce di cui ci dimenticheremo tra un paio di giorni.

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