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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 28] Il segreto della missione spagnola


Sam Stone
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, San Antonio Spurs dice:

Perché come è accaduto da sempre ci sono copertine definite "Quattro stagioni", che sono solo evocative ma non hanno niente a che fare con le trame all'interno. Anzi, a volte sono addirittura fuorvianti, vedi quella del mensile numero 94, dove Tex porta in braccio un esanime Kit Willer, che in realtà nella storia non viene ferito o comunque non si fa male. Accadeva con Galep, accade con Galep, vedi la copertina del recente "Scontro finale".

Chiedo scusa, la frase corretta è "Accadeva con Galep, accade con Villa...".

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Nel caso in questione la cosa è stata voluta per celebrare gli 80 anni dall'uscita del primo albo realmente bonelliano, Furio se non ricordo male, della casa editrice (l'Audace era preesistente e proseguiva la numerazione dei precedenti editori).

In altri casi la copertina generica è spesso tenuta da parte per essere utilizzata nel caso la copertina prevista per un albo non sia pronta in tempo o per altri motivi. 

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, valerio dice:

P.S. Non si capisce perchè in copertina ci siano i 4 pard al completo, mentre all'interno ci siano solo Tex e Carson nella prima storia e addirittura solo Tex nella seconda.

Mistero.

 

Mi sono posto la stessa domanda, e la risposta che mi sono dato risiede nelle celebrazioni degli 80 anni della SBE: la presenza in copertina del quartetto al completo ha, quindi, uno scopo chiaramente celebrativo. Certo, in tale ottica avrebbe avuto decisamente più senso pubblicare una o due storie in cui comparissero tutti e quattro, ma tant'è. 

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4 hours ago, Carlo Monni said:

Nel caso in questione la cosa è stata voluta per celebrare gli 80 anni dall'uscita del primo albo realmente bonelliano, Furio se non ricordo male, della casa editrice (l'Audace era preesistente e proseguiva la numerazione dei precedenti editori).

 

No. L'albo in cui compare las prima puntata di Furio (ristampata, i primissimi episodi erano stati pubblicati dalla gestione precedente ma "la redazione audace" decise di ripartire dall'inizio) è il 331 del Gennaio 1941. Primo albo "tuttofumetto", l'intuizione di GL Bonelli che i fumetti avrebbero venduto di più senza tutti quegli articoli, prima copertina "da albo", primo episodio di Furio, è da lì che è partita.

 

Quello che uscì ad Aprile è un albo che si chiama mi pare (non ho voglia di andare a controllare) "il cavaliere dell'aria", che ristampa un fumetto della gestione precedente, è un numero qualunque in una serie di ristampe che andava avanti da anni, e non c'è una riga di GL Bonelli dentro. Ma lo spacciano per "primo albo Bonelliano" perchè devono giustificare le medagliette che in realtà sono causate dall'aumento di prezzo.

 

Più che l'operazione in sè, è questo "stravolgimento della storia" che mi fa incavolare. Perchè ti fai bello e ti pavoneggi per la storia della casa editrice, e non solo ne tradisci tutte le tradizioni (attaccandoci oltretutto brutte patacche che coprono la copertina), ma oltretutto quella storia la STRAVOLGI per uno stunt pubblicitario?

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Attenzione  SPOILER

 

In questa prima storia del Maxi, come in quella del cinese della regolare i due pards sono costretti a dividersi, e a Carson tocca il compito più difficile, che era più sensato toccasse a Tex. Nel maxi, il motivo è che Carson doveva essere catturato per poi farsi liberare da Tex.  Me lo trattano sempre male  il povero Carson,  ma sono le esigenze di copione.  Storia  che comunque mi ha soddisfatto, e che scorre regolare fino alla fine.🙋‍♂️

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Attenzione  SPOILER

 

In questa prima storia del Maxi, come in quella del cinese della regolare i due pards sono costretti a dividersi, e a Carson tocca il compito più difficile, che era più sensato toccasse a Tex. Nel maxi, il motivo è che Carson doveva essere catturato per poi farsi liberare da Tex.  Me lo trattano sempre male  il povero Carson,  ma sono le esigenze di copione.  Storia  che comunque mi ha soddisfatto, e che scorre regolare fino alla fine.🙋‍♂️

Ma si, è una lettura piacevole. E' quella buona media che va anche bene.

Solo che poi uno si aspetterebbe degli acuti anche da altri che non siano Boselli...acuti che Nizzi non può più dare (ma ne ha dati  talmente tanti all'inizio che pazienza...basta non faccia schifezze e questa schifezza, alla fin fine, non è) e Ruju bo...siamo sempre in (dolce) attesa.

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Il 8/4/2021 at 21:45, valerio dice:

Ma si, è una lettura piacevole. E' quella buona media che va anche bene.

Solo che poi uno si aspetterebbe degli acuti anche da altri che non siano Boselli...acuti che Nizzi non può più dare (ma ne ha dati  talmente tanti all'inizio che pazienza...basta non faccia schifezze e questa schifezza, alla fin fine, non è) e Ruju bo...siamo sempre in (dolce) attesa.

Allora finito ora...Può contenere SPOILER.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Concordo con Valerio e alla fine sono storie leggibili.

Quella di Nizzi è pregna di roba(forse troppo). Ci sono gli apaches, i soldati e il loro utilizzo ci può stare come pretesto per il cuore della storia. Un padre alla ricerca del figlio rapinatore sparito. Si empatizza con Zachary, c'è il boss locale, c'è una missione spagnola con cripta annessa e soldini nascosti (che bei ricordi nizziani), ci sono tante sparatorie, ci sono tante birre e alla fine i personaggi o sono simpatici o si salvano. Manca il guizzo ma la storia è valida e poi Tex e Carson fanno il loro dovere. Torti ricorda Ticci però non si avvicina alla bellezza del maestro.

Di quella di Ruju mi è piaciuta l'atmosfera innevata del Colorado, la caccia, la beffa finale, un puma che mancava da un po' e la banda di delinquenti con caratteristiche ben definite.

I disegni di De Luca oscillano tra buone tavole e tavole dai volti non fatti bene. 

Maxi da 6 e Nizzi non dà acuti ma  non sbaglia.

 

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On 4/8/2021 at 9:15 PM, Diablero said:

 

No. L'albo in cui compare las prima puntata di Furio (ristampata, i primissimi episodi erano stati pubblicati dalla gestione precedente ma "la redazione audace" decise di ripartire dall'inizio) è il 331 del Gennaio 1941. Primo albo "tuttofumetto", l'intuizione di GL Bonelli che i fumetti avrebbero venduto di più senza tutti quegli articoli, prima copertina "da albo", primo episodio di Furio, è da lì che è partita.

 

Quello che uscì ad Aprile è un albo che si chiama mi pare (non ho voglia di andare a controllare) "il cavaliere dell'aria", che ristampa un fumetto della gestione precedente, è un numero qualunque in una serie di ristampe che andava avanti da anni, e non c'è una riga di GL Bonelli dentro. Ma lo spacciano per "primo albo Bonelliano" perchè devono giustificare le medagliette che in realtà sono causate dall'aumento di prezzo.

 

Più che l'operazione in sè, è questo "stravolgimento della storia" che mi fa incavolare. Perchè ti fai bello e ti pavoneggi per la storia della casa editrice, e non solo ne tradisci tutte le tradizioni (attaccandoci oltretutto brutte patacche che coprono la copertina), ma oltretutto quella storia la STRAVOLGI per uno stunt pubblicitario?

 

Per correttezza, devo correggere una cosa di questo mio post.

 

Oggi ho finalmente avuto fra le mani il bel volume "Tutto Bonelli 1941-1979" (che mi ha provocato un po' di tristezza pensando che non mi potrò mai permettere di possedere un decimo delle pubblicazioni elencate, sigh) e guardando i dati delle storie pubblicate sull'audace, ho scoperto che "Landi" era uno pseudonimo di G. L. Bonelli.  Quindi la frase che ho scritto...

On 4/8/2021 at 9:15 PM, Diablero said:

Quello che uscì ad Aprile è un albo che si chiama mi pare (non ho voglia di andare a controllare) "il cavaliere dell'aria", che ristampa un fumetto della gestione precedente, è un numero qualunque in una serie di ristampe che andava avanti da anni, e non c'è una riga di GL Bonelli dentro

 

...non è corretta. "Il cavaliere dell'aria" di "Landi e Dell'Acqua" era scritta da G.L. Bonelli, sia pure sotto pseudonimo.

 

Tutto il resto del post lo confermo. È comunque una minchiata, festeggiare da aprile perchè ad aprile è uscita una ristampa di storie del vecchio "audace" (della gestione precedente) e non a gennaio quando GL Bonelli manda in edicola la sua prima pubblicazione, il suo primo albo, con il primo episodio del suo primo grande successo (Furio Almirante). Ma non ci credono manco loro, è solo una "foglia di fico" di PESSIMO gusto per giustificare l'iniziativa delle medagliette fatta per "coprire" l'aumento di prezzo. Facevano miglior figura se dicevano che era "una delle tante iniziative che faremo nel 2021 per celebrare la ricorrenza" e amen.

 

Aggiungo una nota. Oggi ho anche letto il nuovo Rat-Man collection della Panini. In copertina c'è una bella patacca (ovviamente, è un pugno in un occhio anche lì) per i 60 anni della Panini.  La corrente artistica dei "pataccari" si sta espandendo...  :laugh:

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Il 8/4/2021 at 21:45, valerio dice:

Ma si, è una lettura piacevole. E' quella buona media che va anche bene.

Solo che poi uno si aspetterebbe degli acuti anche da altri che non siano Boselli...acuti che Nizzi non può più dare

 

Cosa è un acuto? Se per acuto intendiamo una storia epica, sensazionale, allora va bene. Se però tra gli acuti ci mettiamo anche storie felici, profondamente western e molto divertenti, allora non siamo d'accordo, caro pard, perché, se la definizione è quella che ho dato sopra, allora per me Il Segreto della Missione Spagnola è l'ultimo acuto di Nizzi.

 

Che bellezza, ragazzi, leggere il divertimento di un signore ultraottantenne travasarsi ancora una volta nelle tavole frutto del suo lavoro. Ho avuto la sensazione di avere davanti agli occhi un arzillo vecchietto cui brillavano gli occhi a rimettersi a fare quel lavoro artigianale che era stato tutta la sua vita, salvo a un certo punto venirgli a noia per poi tornare a stuzzicarlo in un momento dell'esistenza in cui si vuole tornare, anche con i fatti, alla propria gioventù.

 

E questo ha fatto Nizzi, con questa storia: è tornato alla sua "meglio gioventù": storia fresca, solida, molto western, con il bel personaggio del vecchio padre con cui non si può non empatizzare. I dialoghi sono divertenti e palesano l'intima soddisfazione dell'autore nello scrivere una storia che gli è piaciuto scrivere, è del tutto evidente!

 

13 ore fa, Diablorojo82 dice:

Quella di Nizzi è pregna di roba(forse troppo). Ci sono gli apaches, i soldati e il loro utilizzo ci può stare come pretesto per il cuore della storia. Un padre alla ricerca del figlio rapinatore sparito. Si empatizza con Zachary, c'è il boss locale, c'è una missione spagnola con cripta annessa e soldini nascosti (che bei ricordi nizziani), ci sono tante sparatorie, ci sono tante birre e alla fine i personaggi o sono simpatici o si salvano.

 

I "bei ricordi nizziani" di cui parla Diablorojo non sono probabilmente estranei alla felicità della storia: Nizzi è tornato in certi suoi ambienti familiari, ne avrà respirato l'aria, mefitica e per lui meravigliosa (quella della cripta, come ne La leggenda della vecchia missione e Guerriero Apache) e ciò sarà stato per lui ritemprante.

 

13 ore fa, Diablorojo82 dice:

Manca il guizzo ma la storia è valida e poi Tex e Carson fanno il loro dovere.

 

La storia è più che valida e non ha bisogno di guizzi. Il guizzo sta nei personaggi secondari, divertenti e umani, come quello di Justina e soprattutto dello sceriffo Archie (spassosissima la "rabbia" di quest'ultimo contro l'aguzzino Tex nelle ultime scene), sta nel Tex giustiziere e non sbirro (quanto sono lontani I fucili di Shannon?), sta nel desiderio (da applausi) espresso da Tex nell'ultima tavola, circa il nome della futura prole (qui parla il "nonno" Nizzi più che Tex?)

 

Su Torti: ma arruolatelo subito sulla regolare!!! Ho respirato purissimo profumo di West. Bellissima prima storia del Maxi, ora vado con la seconda.

Modificato da Leo
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<span style="color:red">18 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Cosa è un acuto? Se per acuto intendiamo una storia epica, sensazionale, allora va bene. Se però tra gli acuti ci mettiamo anche storie felici, profondamente western e molto divertenti, allora non siamo d'accordo, caro pard, perché, se la definizione è quella che ho dato sopra, allora per me Il Segreto della Missione Spagnola è l'ultimo acuto di Nizzi.

 

Che bellezza, ragazzi, leggere il divertimento di un signore ultraottantenne travasarsi ancora una volta nelle tavole frutto del suo lavoro. Ho avuto la sensazione di avere davanti agli occhi un arzillo vecchietto cui brillavano gli occhi a rimettersi a fare quel lavoro artigianale che era stato tutta la sua vita, salvo a un certo punto venirgli a noia per poi tornare a stuzzicarlo in un momento dell'esistenza in cui si vuole tornare, anche con i fatti, alla propria gioventù.

 

E questo ha fatto Nizzi, con questa storia: è tornato alla sua "meglio gioventù": storia fresca, solida, molto western, con il bel personaggio del vecchio padre con cui non si può non empatizzare. I dialoghi sono divertenti e palesano l'intima soddisfazione dell'autore nello scrivere una storia che gli è piaciuto scrivere, è del tutto evidente!

 

 

I "bei ricordi nizziani" di cui parla Diablorojo non sono probabilmente estranei alla felicità della storia: Nizzi è tornato in certi suoi ambienti familiari, ne avrà respirato l'aria, mefitica e per lui meravigliosa (quella della cripta, come ne La leggenda della vecchia missione e Guerriero Apache) e ciò sarà stato per lui ritemprante.

 

 

La storia è più che valida e non ha bisogno di guizzi. Il guizzo sta nei personaggi secondari, divertenti e umani, come quello di Justina e soprattutto dello sceriffo Archie (spassosissima la "rabbia" di quest'ultimo contro l'aguzzino Tex nelle ultime scene), sta nel Tex giustiziere e non sbirro (quanto sono lontani I fucili di Shannon?), sta nel desiderio (da applausi) espresso da Tex nell'ultima tavola, circa il nome della futura prole (qui parla il "nonno" Nizzi più che Tex?)

 

Su Torti: ma arruolatelo subito sulla regolare!!! Ho respirato purissimo profumo di West. Bellissima prima storia del Maxi, ora vado con la seconda.

Si, chiaramente mi riferivo a storie sensazionali, con il termine "acuti".

Concordo che questa di Nizzi sia una buona storia, piacevole e come ho detto anche io, davvero buona nei dialoghi, ancora piuttosto freschi.

Un bell'avanzamento rispetto alle sue storie più recenti. Non parlerei però di storia indimenticabile.

 

Ruju non lo hai letto? Non dici nulla...

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<span style="color:red">11 minuti fa</span>, valerio dice:

Un bell'avanzamento rispetto alle sue storie più recenti. Non parlerei però di storia indimenticabile.

 

Un avanzamento significativo, marcato, un salto in alto che si è tradotto in un bel volo. 

 

<span style="color:red">12 minuti fa</span>, valerio dice:

Ruju non lo hai letto? Non dici nulla...

 

L'ho letto. Una storia un po' frettolosa, serviva probabilmente a tappare il buco. Una lettura non cattiva, ma che mi ha lasciato un po' freddo (e non solo per il clima del Colorado :D

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<span style="color:red">38 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Cosa è un acuto? Se per acuto intendiamo una storia epica, sensazionale, allora va bene. Se però tra gli acuti ci mettiamo anche storie felici, profondamente western e molto divertenti, allora non siamo d'accordo, caro pard, perché, se la definizione è quella che ho dato sopra, allora per me Il Segreto della Missione Spagnola è l'ultimo acuto di Nizzi.

 

Che bellezza, ragazzi, leggere il divertimento di un signore ultraottantenne travasarsi ancora una volta nelle tavole frutto del suo lavoro. Ho avuto la sensazione di avere davanti agli occhi un arzillo vecchietto cui brillavano gli occhi a rimettersi a fare quel lavoro artigianale che era stato tutta la sua vita, salvo a un certo punto venirgli a noia per poi tornare a stuzzicarlo in un momento dell'esistenza in cui si vuole tornare, anche con i fatti, alla propria gioventù.

 

E questo ha fatto Nizzi, con questa storia: è tornato alla sua "meglio gioventù": storia fresca, solida, molto western, con il bel personaggio del vecchio padre con cui non si può non empatizzare. I dialoghi sono divertenti e palesano l'intima soddisfazione dell'autore nello scrivere una storia che gli è piaciuto scrivere, è del tutto evidente!

 

 

I "bei ricordi nizziani" di cui parla Diablorojo non sono probabilmente estranei alla felicità della storia: Nizzi è tornato in certi suoi ambienti familiari, ne avrà respirato l'aria, mefitica e per lui meravigliosa (quella della cripta, come ne La leggenda della vecchia missione e Guerriero Apache) e ciò sarà stato per lui ritemprante.

 

 

La storia è più che valida e non ha bisogno di guizzi. Il guizzo sta nei personaggi secondari, divertenti e umani, come quello di Justina e soprattutto dello sceriffo Archie (spassosissima la "rabbia" di quest'ultimo contro l'aguzzino Tex nelle ultime scene), sta nel Tex giustiziere e non sbirro (quanto sono lontani I fucili di Shannon?), sta nel desiderio (da applausi) espresso da Tex nell'ultima tavola, circa il nome della futura prole (qui parla il "nonno" Nizzi più che Tex?)

 

Su Torti: ma arruolatelo subito sulla regolare!!! Ho respirato purissimo profumo di West. Bellissima prima storia del Maxi, ora vado con la seconda.

Leo i personaggi sono fatti bene e anche i dialoghi. Tra quelle dal suo ritorno per me è la migliore senza dubbio. Ho trovato inconsistenti i "cattivi" e i disegni alla Ticci, cioè aria di west, ma non raggiungono il Maestro.

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<span style="color:red">1 minuto fa</span>, Diablorojo82 dice:

Tra quelle dal suo ritorno per me è la migliore senza dubbio.

 

Senz'altro, e con gran distacco anche. E' una delle storie più belle lette negli ultimi tempi. 

 

<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Ho trovato inconsistenti i "cattivi"

 

Lo sono. La bellezza della storia sta nel comprimario del vecchio padre.

 

<span style="color:red">3 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

disegni alla Ticci, cioè aria di west, ma non raggiungono il Maestro

 

Ticciani e secondo me molto ma molto western. Prese singolarmente, le vignette forse tradiscono un'eccessiva sintesi, ma nel complesso è un'Arizona molto molto efficace. 

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<span style="color:red">50 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Senz'altro, e con gran distacco anche. E' una delle storie più belle lette negli ultimi tempi. 

 

 

Lo sono. La bellezza della storia sta nel comprimario del vecchio padre.

 

 

Ticciani e secondo me molto ma molto western. Prese singolarmente, le vignette forse tradiscono un'eccessiva sintesi, ma nel complesso è un'Arizona molto molto efficace. 

Sì, sicuramente.

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Il 6/4/2021 at 22:22, San Antonio Spurs dice:

Non c'è rischio di spoiler.E' completamente nera.

Ma secondo me ciò è nulla in confronto all'ultimissima vignetta del maxi "Alaska".

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Anche a mè  la seconda storia ha detto poco. Sopratutto  il finale, con la sempre più abusata ferita di striscio, e come  Tex si svincola dal bandito, come successo al cacciatore nell'episodio  che si era visto anche nella storia di Ruju nell'ultimo  color.

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<span style="color:red">1 minuto fa</span>, valerio dice:

No dai, dimmelo:D

Eh mica posso dirtelo, bisogna vederla... Io peraltro non posso nemmeno fotografarla visto che ho regalato l'albo ad un amico!

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Gunny dice:

Eh mica posso dirtelo, bisogna vederla... Io peraltro non posso nemmeno fotografarla visto che ho regalato l'albo ad un amico!

Ce l'ho nella casa di mia madre...e dai suuuuuu.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

 

Senz'altro, e con gran distacco anche. E' una delle storie più belle lette negli ultimi tempi. 

Cioè la migliore di Nizzi da quando è tornato, o la miglior storia di Tex degli ultimi due anni? 

Perche' se fosse la seconda sarei molto preoccupato. 

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1 ora fa, Loriano Lorenzutti dice:

Cioè la migliore di Nizzi da quando è tornato, o la miglior storia di Tex degli ultimi due anni? 

Perche' se fosse la seconda sarei molto preoccupato. 

 

Senz'altro la migliore di Nizzi da quando è tornato (ma non è che ci volesse poi tanto, viste le performance tutt'altro che esaltanti prodotte sinora dal decano sceneggiatore) e "una delle migliori storie degli ultimi tempi", non la più bella di Tex degli ultimi due anni. Una delle migliori però sì.

 

Vedi Loriano, io sono un lettore a cui piace il western, è attento alla caratterizzazione dei personaggi secondari (lo sceriffo della città, la locandiera, ecc.), non disdegna uno scontro con indiani bellicosi, una spazzolata al prepotente di turno nel saloon. Tra il Texone di Villa e quello di Carnevale, ad esempio, ho preferito il primo (nonostante lo stesso autore preferisca la seconda storia) perché profondamente western, classico, duro senza fronzoli. In questa storia di Nizzi ci ho trovato innanzitutto il West: poi ho trovato un bel comprimario e, cosa non da poco, quell'ironia nei dialoghi in cui ritengo a tutt'oggi Nizzi maestro insuperato. Quando è in forma e si diverte come in questo caso, lo sceneggiatore di Fiumalbo fa divertire e soddisfa il lettore. E allora non stupisce che questa storia, dal sapore classico e western, possa essere considerata da un lettore come me una delle più soddisfacenti degli ultimi tempi.

 

Boselli non è uno sprovveduto: l'operazione "ritorno di Nizzi" è molto chiara. Ci vuole alternanza tra il suo Tex e un Tex più "tradizionale", che il solo Ruju, pur molto bravo e molto texiano, non riesce ad assicurare. Ecco che si affida allora all' "usato sicuro", operazione a mio modo di vedere molto rischiosa perché non si sa quanto fiato abbia Nizzi in corpo per poter dare vita a nuove storie appassionanti di Tex. Personalmente ero molto scettico, ma è chiaro che storie come queste mi smentiscono e non posso che esserne felice. Felice per Nizzi, felice perché Boselli ha avuto ragione, in definitiva felice per Tex.

 

Infine, trovo significativo che su Facebook, dove c'è un nutrito gruppo di texiani (oltre 22 mila iscritti), la storia abbia mietuto molti consensi, a riprova che l'operazione Nizzi sta incontrando il gradimento del pubblico. Sarà una rondine che non fa primavera? Spero proprio di no ;)

Modificato da Leo
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

Senz'altro la migliore di Nizzi da quando è tornato (ma non è che ci volesse poi tanto, viste le performance tutt'altro che esaltanti prodotte sinora dal decano sceneggiatore) e "una delle migliori storie degli ultimi tempi", non la più bella di Tex degli ultimi due anni. Una delle migliori però sì.

 

Vedi Loriano, io sono un lettore a cui piace il western, è attento alla caratterizzazione dei personaggi secondari (lo sceriffo della città, la locandiera, ecc.), non disdegna uno scontro con indiani bellicosi, una spazzolata al prepotente di turno nel saloon. Tra il Texone di Villa e quello di Carnevale, ad esempio, ho preferito il primo (nonostante lo stesso autore preferisca la seconda storia) perché profondamente western, classico, duro senza fronzoli. In questa storia di Nizzi ci ho trovato innanzitutto il West: poi ho trovato un bel comprimario e, cosa non da poco, quell'ironia nei dialoghi in cui ritengo a tutt'oggi Nizzi maestro insuperato. Quando è in forma e si diverte come in questo caso, lo sceneggiatore di Fiumalbo fa divertire e soddisfa il lettore. E allora non stupisce che questa storia, dal sapore classico e western, possa essere considerata da un lettore come me una delle più soddisfacenti degli ultimi tempi.

 

Boselli non è uno sprovveduto: l'operazione "ritorno di Nizzi" è molto chiara. Ci vuole alternanza tra il suo Tex e un Tex più "tradizionale", che il solo Ruju, pur molto bravo e molto texiano, non riesce ad assicurare. Ecco che si affida allora all' "usato sicuro", operazione a mio modo di vedere molto rischiosa perché non si sa quanto fiato abbia Nizzi in corpo per poter dare vita a nuove storie appassionanti di Tex. Personalmente ero molto scettico, ma è chiaro che storie come queste mi smentiscono e non posso che esserne felice. Felice per Nizzi, felice perché Boselli ha avuto ragione, in definitiva felice per Tex.

 

Infine, trovo significativo che su Facebook, dove c'è un nutrito gruppo di texiani (oltre 22 mila iscritti), la storia abbia mietuto molti consensi, a riprova che l'operazione Nizzi sta incontrando il gradimento del pubblico. Sarà una rondine che non fa primavera? Spero proprio di no ;)

Concordo...E credo che Nizzi non mi regalerà più delle perle (a mente ne ho una ventina) però spero in storie solide, valide, Texiane e con " rendimento costante". Sarei strafelice. Cioè se su 10 storie me ne scrive il 60% da 6,5 io sono soddisfatto. Perché alla sua età e dopo tutto quello che ha fatto sarebbe per me già un successo.

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Leggendo commenti e pareri, sembra che sia un maxi più che dimenticabile. Credo proprio che lo lascerò in edicola stavolta. 

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